ANIEM
Rassegna Stampa del 28/10/2014
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INDICE
ANIEM
28/10/2014 Il Nuovo Cantiere
I SOCI FINGO
7
ANIEM WEB
27/10/2014 buongiornoalghero.it 14:15
Imprese sarde: opportunità in Romania e nell'Est europa - Convegno a Cagliari
10
27/10/2014 comunecagliarinews.it 11:51
Convegno Sardegna Ricerche. L'internazionalizzazione nel settore dell'edilizia
pubblica
11
27/10/2014 laprovinciadelsulcisiglesiente.com 21:50
Si svolge domani, martedì 28 ottobre, a Cagliari, un incontro
sull'internazionalizzazione delle imprese.
12
27/10/2014 vocedialghero.it 12:44
Le opportunità nell'Est europeo in un convegno dello Sportello Appalti Imprese
13
SCENARIO EDILIZIA
28/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Le tracce della Concordia cancellate da un trituratore
15
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
«Jobs act, impostazione giusta nodi su contratti e licenziamenti»
16
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
Cisl, al via sigla unica per edilizia e alimentare
17
28/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Vigne, consulenze e favori così si sprecano miliardi per (non) fermare il dissesto
18
28/10/2014 La Repubblica - Napoli
Sono 21 gli indagati per il crollo alla Riviera di Chiaia 18 mesi fa
21
28/10/2014 La Repubblica - Torino
"Serve più coraggio per far ripartire l'edilizia in Piemonte"
22
28/10/2014 Avvenire - Nazionale
Pesenti: «Sviluppo sostenibile di edilizia e terra»
23
28/10/2014 Il Gazzettino - Pordenone
La crisi taglia anche infortuni e malattie
25
28/10/2014 Il Gazzettino - Rovigo
Cassa edile: borsa lavoro telematica
26
28/10/2014 QN - La Nazione - La Spezia
Ferruccio Rossi direttore generale di 'Sanlorenzo Spa'
27
28/10/2014 QN - La Nazione - Viareggio
Persi migliaia di posti di lavoro in pochi anni
28
28/10/2014 Corriere della Sera - Style Magazine
ZHANG XIN
29
27/10/2014 CDA - Condizionamento dell aria
BUILDING SUSTEM COMMISSIONING: I PRINCIPI, LE FIGURE COINVOLTE, ALCUNI
ESEMPI
31
28/10/2014 Il Nuovo Cantiere
Grandi tamponamenti per la scuola ad alta efficienza energetica
34
28/10/2014 Il Nuovo Cantiere
Edifici «intelligenti» con prestazioni antisismiche
35
28/10/2014 Il Nuovo Cantiere
Casa Hoval monltora l'efficienza energetica
43
28/10/2014 Il Nuovo Cantiere
GESTIONE INTEGRATA DEL PROCESSO
48
28/10/2014 Il Nuovo Cantiere
Resistenza a sisma e riduzione dei costi
51
28/10/2014 Il Nuovo Cantiere
Rilanciare l'investimento di risparmio previdenziale nell'economia reale
54
28/10/2014 Il Nuovo Cantiere
La rigenerazione urbana tra le sfide e le opportunità per le costruzioni
57
27/10/2014 L Installatore Italiano
S0STEN1BILE DALLA A ALLA Z
59
27/10/2014 QualEnergia
L'EDILIZIA CHE SI EVOLVE
62
SCENARIO ECONOMIA
28/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
gufi o allocchi? c'è una terza via
66
28/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Perché ancora non riusciamo ad avere credito
67
28/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Le banche bocciate tirano giù la Borsa
68
28/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
«Municipalizzate? Prima le micro fusioni»
69
28/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Il mito di Silicon Valley e l'avanzata delle start-up cinesi
71
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
La foto che inganna
72
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
Viola e Profumo al Mef sui Monti bond
74
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
Quei passi falsi di Bce e Fed
76
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
Penalizzato chi fa credito
78
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
Quel confronto impari tra Nord e Sud Europa
80
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
Europa «miope» su riforme italiane
81
28/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Deficit ridotto con il fondo taglia-tasse
83
28/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Atlantia scommette: il governo di Parigi farà retromarcia sull'ecotassa dei Tir In palio
900 milioni
85
28/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Gruppo Cir, utile a 5,4 milioni lieve calo dei ricavi: -1,5%
86
28/10/2014 La Stampa - Nazionale
Si compra online ma sui siti stranieri
87
28/10/2014 La Stampa - Nazionale
Meridiana addio, mobilità confermata
89
28/10/2014 MF - Nazionale
Le italiane partivano a handicap
90
28/10/2014 MF - Nazionale
Nessuno è bocciato senza appello
92
28/10/2014 MF - Nazionale
Più che una Bad occorre un'Opportunity Bank se si vogliono salvare le pmi italiane
94
28/10/2014 MF - Nazionale
L'Eni rischia di diventare troppo piccola
96
28/10/2014 MF - Nazionale
LA PLASTICA DI BIO-ON DEBUTTANTE DI SUCCESSO TRA TANTE IPO MANCATE
97
SCENARIO PMI
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
Varese lancia il rating di filiera
99
28/10/2014 Il Sole 24 Ore
«Tornare alla realtà per ritrovare la via della crescita»
101
28/10/2014 La Repubblica - Bologna
Regione, candidati a confronto Bonaccini attacca le partecipate Fabbri i rom,
Gibertoni il sistema
102
28/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Dalle raffinerie dell'Eni all'acciaieria di Terni 160 crisi e 28 mila esuberi
104
28/10/2014 Europa
Quello che abbiamo visto a Pechino
105
ANIEM
1 articolo
28/10/2014
Il Nuovo Cantiere - 5 ottobre 2014
Pag. 93
(diffusione:7146, tiratura:9026)
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I SOCI FINGO
ACMI Assocostruttori Chiusure e Meccanismi Italia Presidente Vanni Tinti Vicepresidente Nicoia De Nardi
Sede a Roma, via Brenta 13 AIPAA A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a p e r l ' A n t i c a d u t a e l ' A n t i n f o
r t u n i s t i c a / * " / \ / \ • •• Presidente Giuseppe Lupi Vicepresidente Michele Brambatl Direttore Tommaso
Spagnolo Sede a Bergamo, via Scotti 11 AIPPEG Associazione Italiana Produttori Pannelli ed Elementi
Grecati Presidente Edilberto Ceria Direttore Odero Laurita Sede a Agrate Brlanza (Mb), via Paracelso 16
AIRI) Associazione Italiana Riscaldamento Urbano Presidente Fausto Ferraresi Vice presidenti: Paolo
Galliano, Andrea Ponta, Lorenzo Spadoni Segretario Generale Ilaria Botto Sede a Milano, piazza Luigi di
Savoia 13 AIT Associazione Imprese di Impianti Tecnologici Presidente Silvano Corderò Vicepresidenti: Carlo
Antonio Gandini, Bruno Ulivi Segretario Roberto Vinchi Sede a Torino, via Manfredo Fanti, 17 AISES
Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente Gabriella Gherardi Vicepresidente Antonio Finca
Sede a Roma, piazza Cola di Rienzo 80/a AIZ Associazione Italiana Zincatura Presidente Carmine Ricciolino
Vicepresidenti Giuseppe Caldarera, Ugo Bottanelli Sede a Roma, via Luigi Lllio, 62 ANACAM Associazione
Nazionale Imprese di Costruzione e Manutenzione Ascensori Presidente Michele Mazzarda Vicepresidenti
Bruno Forzinett, Ezlo Bertazzoni Segretario generale Edoardo Rolla Direttore Luca Incoronato Sede a Roma,
via Emilia 47 ANACS Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente Davide
Castagnoli Vicepresidente Elena Orlandi Direttore Paolo Bertaggia Sede a Milano, via Larga, 13 ANEPLA
Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei e Affini Presidente Orino Mendola Vicepresidenti
Gianarnaldo Bonilauri, Fabrizio Cartocci, Gianni Rocca, Giovanni Rossetti, Giuliano Pedroli Direttore
Francesco Castagna Sede a Milano, via Fontana 23 ANFIT Associazione Nazionale per la Tutela della
Finestra Made in Italy Presidente Paola Tonini Vicepresidente Roberto Dolcetti Direttore Piero Mariotto Sede
a San Lazzaro di Savena (BO), via Palazzett 5C Associazione Nazionale delle P.M.I edili Manufatturiere t^t
Presidente Dino Piacentini Vice Presidenti Lapo Borghi, Angelo Santoro Direttore Federico Ruta Sede a
Roma, via Vivenza 7 ANNA Associazione Nazionale Noleggiatori autogrù piattaforme aeree e trasporti
eccezionali Presidente Sergio Pontalto Vicepresidente Angelo Gino Sede a Roma, via Brenta 13 Per ulteriori
infomazioni sulle Associazioni collegarsi al sito www.fincoweb.org ARCHEOIMPRESE Presidente Cristina
Mezzadri Vicepresidenti Darla Pasini, Marco de Donno Sede a Bologna, via Guidicini 7 ARI Associazione
Restauratori d'Italia Presidente Antonella Docci Vicepresidente Fabiana Fondi Segretario Marina Maugeri
Sede a Roma, via Barrili 16 ASSINGEO Associazione Industrie Nazionali Geosintetici Presidente Francesco
Fontana Vice presidente Pier Paolo Fantini Sede a Sandrigo (Vi), piazza 6. Matteott, 5 ASSITES
Associazione Italiana Tende, Schermature Solari e Chiusure Tecniche Presidente Fabio Gasparini
Vicepresidenti Maurizio Bottaro, Marino Faini Sede a Monza, via G. Glutini 7 ASSOBON Associazione
Italiana delle Società di Bonifica specializzate nel rinvenimento e nella bonifica di ordigni bellici Presidente
Glannantonio Massarotti Consigliere Stefano Genslni Sede a Roma, via Nomentana 76 ASSODIMI
Associazione Distributori Noleggiatori di Macchine e attrezzature Centri Assistenza e Formazione di
macchine e attrezzature industriali Presidente Roberto Nicolettl Vicepresidente Gerardo Gigli Direttore
Generale Marco Prosperi Sede a Firenze, via Gioberti 74 ASSOPISCINE Associazione italiana costruttori
piscine Presidente Domenico Ivano Pelosin Coordinatore Attività Associatlva Piero Mantovani Sede a
Brescia, via Carlo Plsacane, 9 ASSOROCCIA Presidente Diego Peder Direttore generale Bruno lanini
Vicepresidente Diego Dalla Rosa Sede a Trento, via del Brennero 139 ASSOVERDE Associazione Italiana
Costruttori Del Verde ' Presidente Antonio Maisto Vicepresidenti Angioletto Borri, Marco Caldani, Umberto
Febo Segretario Generale Sandro Ceccoli Sede a Monteveglio (Bo), viale Della Costituzione 1 FEDERESCO
Federazione Nazionale delle Esco ' Presidente Claudio Ferrari Direttore Generale Alessandro Pascucci Sede
ANIEM - Rassegna Stampa 28/10/2014
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28/10/2014
Il Nuovo Cantiere - 5 ottobre 2014
Pag. 93
(diffusione:7146, tiratura:9026)
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a Milano, via Mario Pagano, 41 FIAS Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche Sede a Roma Via
Quintino Sella 23 Presidente Massimo Poggio (Aif) Vice Presidente Mauro Buzio (Anisig) e Claudio
Guareschi (Anipa) FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia Rinnovabile Presidente Walter Righini
Direttore Vanessa Gallo Sede a Tirano (So), via Polveriera 50 FIRE Federazione Italiana per l'uso Razionale
dell'Energia Presidente Cesare Botta Vicepresidente Giuseppe Tomassetti Segretario Generale Dario Di
Santo Sede a Roma, via Anguillarese 30 7 ANIEM FISA Are Security Association Presidente Marco Patruno
Sede a Roma, via Brenta 13 IPAF ITALIA International Powered Access Federation Presidente Vincenzo
Andreazza Direttore Lorenzo Per/no Sede a Mi/ano, via Chieti 8 UGNIUS Associazione Nazionale Italiana
Case Prefabbricate in Legno Presidente Johann Waldner Sede a Merano {SI), via Palade 97 GrampenstraBe
97 SISMIC Associazione Tecnica per la promozione degli Acciai Sismici per cemento armato Presidente
Donatella Quzzoni Direttore Roberto Treccani Sede a San Zeno Naviglio (Bs), via A. Volta 27/a UNICMI
(ACAI - UNCSAAL) Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe Presidente Libero
Ravaioli Vicepresidente Donatella Chiarotto Direttore Generale Pietro Gimelli Sede a Milano, via Chieti 8
UNION Unione Italiana Organismi Notificati Presidente Iginio Lentinì Sede a Roma, via S. Forti 20 UNIONE
ENERGIA ALTO ADIGE - SEV Federazione dell'Energia Raiffeisen e Consorzio Biomasse Alto Adige
Presidente Hanspeter Fuchs Amministratore delegato Rudi Rienzner Sede a Bolzano, via Raiffeisen, 21
ZENITAL Associazione Nazionale di Produttori di Sisitemi per l'illuminazione zenitale ed evacuatori di fumo e
calore Presidente Raffaele Scognamiglio Vicepresidente Duilio Bassani Direttore Giuseppe Giuffrida Sede a
Monza, via Bergamo Ì8 ACI Automobile Club d'Italia Presidente Angelo Sticchi Damiani Sede a Roma, via
Marsala 8 COVEMAS Consorzio Veneto Manutenzione Strade Presidente Gastone Rabacchin
Amministratore Delegato Pierluigi Masin Sede a San Pietro Viminario (Pd), via dell'Artigianato, 3 (località
Vanzo) ENEL.SI Servizi e Prodotti per il Risparmio Energetico Presidente Francesco Starace Sede a Roma,
via della Bufalotta 255 FEDERMOBILITÀ Forum per il Governo Regionale, Locale e Urbano della Mobilità
Sostenibile Presidente Alfredo Peri Vicepresidenti Giovanni De Nicola, Giovanni Forciniti Direttore Annita
Serio Sede a Roma, via Vicenza 26 PROTEUS SRL Progettazione e Servizi di Ingegneria Amministratore
delegato Marco Garofolo Sede a Roma, via Cechov 13/m ROMA CAPITALE Investments Foundation
Presidente: Giorgio Heller Sede a Roma, viale Gabriele D'Annunzio, 100 TANGENZIALE DI NAPOLI S.P.A.
Presidente Paolo Orino Pomicino Vicepresidente Pietro Fratta Amministratore delegato Agostino Chisari
Sede a Napoli, via Giovanni Porno 4 TESAV Tecnologie e Servizi Avanzati Presidente Guelfo Tagliavini
Vicepresidente Andrea Penza, Vita Donata Grappa Sede a Roma, vìa Pilo Albertellì 5 3M ITALIA
Amministratore delegato Maurizio Botta Sede a Pioltello (Mi), via N. Bobbio, 21
Fsdwoziono Industrie Prodotti Impiotiti SOYIZI ed Opero Spedolisllée pflr Is Costruzioni Via Brenta, 13-00198
Romatei. 068555203 - fax 068559860 Piacentini l'Organizzazione la logistica e le Filiere Sergio Gabriella
Pontalto Gherardi Incaricato per Incaricato per Incaricato Filiera Generale per l'Europa Mobilità e Angelo
Libero Sicurezza Aitale Ravaioli Stradale Lino Setola Presidente Vicepresidente Vicepresidente
Vicepresidente Consigliere Consigliere Consigliere Presidente Direttore Carla Tornasi Vicario con Donatella
Dino delega per la Chiarotto Sostenibitità, Ambiente ed Energìa Sergio Fabio Brivio
ANIEM - Rassegna Stampa 28/10/2014
8
ANIEM WEB
4 articoli
27/10/2014
14:15
buongiornoalghero.it
Sito Web
Si svolge domani, martedì 28 ottobre 2014 a Cagliari, presso la Sala Anfiteatro (via Roma 253), dalle ore 9:30
alle 17:30, l'incontro intitolato "L'internazionalizzazione delle imprese nel settore della progettazione e dei
lavori pubblici: le opportunità in Romania e nell'est Europa".
L'evento, realizzato in collaborazione con Aniem Sardegna, fa parte delle attività di animazione 2014 dello
Sportello Appalti Imprese (www.sportelloappaltimprese.it), un servizio gratuito a sostegno degli operatori
economici sardi intenzionati a entrare o a consolidarsi nel mercato degli appalti pubblici, ideato e promosso
da Sardegna Ricerche in collaborazione con Promo PA Fondazione e l'Università di Roma Tor Vergata. Il
seminario, gratuito, intende approfondire le opportunità d'investimento e lavoro in Romania, analizzando in
maniera dettagliata il funzionamento del mercato degli appalti pubblici con le modalità e condizioni per
partecipare alle gare di progettazione e lavori in questo paese.
Durante l'incontro si parlerà delle condizioni strategiche, tecniche ed economiche che occorre conoscere
prima di avviare il processo di internazionalizzazione, che rappresenta una grande opportunità in questo
momento in cui la filiera della progettazione e dell'edilizia pubblica sta subendo i contraccolpi della crisi
economica e del ridimensionamento delle commesse provenienti dal settore pubblico. In alcuni paesi dell'Est
Europa, infatti, la spesa pubblica in opere e lavori è in grande crescita, così come la necessità d'investire nel
miglioramento delle città e nello sviluppo di grandi progetti di modernizzazione urbana.
Non vanno sottovalutate tuttavia, al fine di una scelta consapevole, le difficoltà e gli ostacoli che comporta
l'approcciarsi a un nuovo mercato. Per cui la decisione di internazionalizzarsi deve essere presa solo dopo
aver valutato una serie di dati e informazioni importanti, accuratamente analizzate nel convegno. L'incontro si
aprirà con i saluti di Valentina Meloni, Presidente Aniem Sardegna, e di Francesco Vincenzo Perra di
Sardegna Ricerche.
Poi Pierluigi Piselli, dello Studio Cancrini, fornirà al pubblico gli strumenti tra ragioni, condizioni e criteri, per
svolgere una scelta consapevole riguardante l'internazionalizzazione in Romania e nell'Est Europa. Nel
pomeriggio, dalle 14:00, gli aspetti giuridico-normativi e tecnico-operativi saranno indagati da Ioana Pricopi,
esperta in contrattualistica pubblica in Romania. Seguirà una discussione e durante il seminario saranno
raccolte manifestazioni di interesse per attività di consulenza e affiancamento gratuito che lo Sportello Appalti
Imprese erogherà alle imprese interessate ad accedere ai mercati esteri.
ANIEM WEB - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Imprese sarde: opportunità in Romania e nell'Est europa - Convegno a
Cagliari
27/10/2014
11:51
comunecagliarinews.it
Sito Web
Le opportunità nell'Est europeo in un seminario gratuito dello Sportello Appalti Imprese 28 ottobre, ore 9:3017:30 a Cagliari.
Si svolge martedì 28 ottobre 2014 a Cagliari, presso la Sala Anfiteatro (via Roma 253), dalle ore 9:30 alle
17:30, l'incontro intitolato "L'internazionalizzazione delle imprese nel settore della progettazione e dei lavori
pubblici: le opportunità in Romania e nell'est Europa".
L'evento, realizzato in collaborazione con Aniem Sardegna, fa parte delle attività di animazione 2014 dello
Sportello Appalti Imprese (www.sportelloappaltimprese.it), un servizio gratuito a sostegno degli operatori
economici sardi intenzionati a entrare o a consolidarsi nel mercato degli appalti pubblici, ideato e promosso
da Sardegna Ricerche in collaborazione con Promo PA Fondazione e l'Università di Roma Tor Vergata.
Il seminario, gratuito, intende approfondire le opportunità d'investimento e lavoro in Romania, analizzando in
maniera dettagliata il funzionamento del mercato degli appalti pubblici con le modalità e condizioni per
partecipare alle gare di progettazione e lavori in questo paese.
Durante l'incontro si parlerà delle condizioni strategiche, tecniche ed economiche che occorre conoscere
prima di avviare il processo di internazionalizzazione, che rappresenta una grande opportunità in questo
momento in cui la filiera della progettazione e dell'edilizia pubblica sta subendo i contraccolpi della crisi
economica e del ridimensionamento delle commesse provenienti dal settore pubblico.
In alcuni paesi dell'Est Europa, infatti, la spesa pubblica in opere e lavori è in grande crescita, così come la
necessità d'investire nel miglioramento delle città e nello sviluppo di grandi progetti di modernizzazione
urbana. Non vanno sottovalutate tuttavia, al fine di una scelta consapevole, le difficoltà e gli ostacoli che
comporta l'approcciarsi a un nuovo mercato. Per cui la decisione di internazionalizzarsi deve essere presa
solo dopo aver valutato una serie di dati e informazioni importanti, accuratamente analizzate nel convegno.
L'incontro si aprirà con i saluti di Valentina Meloni, Presidente Aniem Sardegna, e di Francesco Vincenzo
Perra di Sardegna Ricerche. Poi Pierluigi Piselli, dello Studio Cancrini, fornirà al pubblico gli strumenti tra
ragioni, condizioni e criteri, per svolgere una scelta consapevole riguardante l'internazionalizzazione in
Romania e nell'Est Europa.
Nel pomeriggio, dalle 14:00, gli aspetti giuridico-normativi e tecnico-operativi saranno indagati da Ioana
Pricopi, esperta in contrattualistica pubblica in Romania.
Seguirà una discussione e durante il seminario saranno raccolte manifestazioni di interesse per attività di
consulenza e affiancamento gratuito che lo Sportello Appalti Imprese erogherà alle imprese interessate ad
accedere ai mercati esteri.
COS'È LO SPORTELLO APPALTI IMPRESE?
Lo Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche, giunto al suo secondo anno di attività, è un luogo fisico e
virtuale di incontro tra gli operatori economici sardi che intendono entrare o consolidare la propria presenza
nel mercato degli appalti. Attraverso questo strumento, Sardegna Ricerche fornisce, in modo del tutto
gratuito, servizi di formazione, informazione e consulenza, in particolare mediante la costruzione di
raggruppamenti di imprese e lo scambio di esperienze e competenze tra le stazioni appaltanti.
L'iniziativa rappresenta un'occasione importante per promuovere la competitività delle imprese sarde e
aiutare il sistema economico ad avvicinarsi ad un mondo ricco di opportunità di mercato come quello delle
gare pubbliche.
ANIEM WEB - Rassegna Stampa 28/10/2014
11
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Convegno Sardegna Ricerche. L'internazionalizzazione nel settore
dell'edilizia pubblica
27/10/2014
21:50
laprovinciadelsulcisiglesiente.com
Sito Web
Si svolge domani, martedì 28 ottobre 2014, a Cagliari, presso la Sala Anfiteatro (via Roma 253), dalle ore
9.30 alle 17.30, l'incontro intitolato "L'internazionalizzazione delle imprese nel settore della progettazione e
dei lavori pubblici: le opportunità in Romania e nell'est Europa".
L'evento, realizzato in collaborazione con Aniem Sardegna, fa parte delle attività di animazione 2014 dello
Sportello Appalti Imprese, un servizio gratuito a sostegno degli operatori economici sardi intenzionati a
entrare o a consolidarsi nel mercato degli appalti pubblici, ideato e promosso da Sardegna Ricerche in
collaborazione con Promo PA Fondazione e l'Università di Roma Tor Vergata.
Il seminario, gratuito, intende approfondire le opportunità d'investimento e lavoro in Romania, analizzando in
maniera dettagliata il funzionamento del mercato degli appalti pubblici con le modalità e condizioni per
partecipare alle gare di progettazione e lavori in questo paese.
Durante l'incontro si parlerà delle condizioni strategiche, tecniche ed economiche che occorre conoscere
prima di avviare il processo di internazionalizzazione, che rappresenta una grande opportunità in questo
momento in cui la filiera della progettazione e dell'edilizia pubblica sta subendo i contraccolpi della crisi
economica e del ridimensionamento delle commesse provenienti dal settore pubblico.
In alcuni paesi dell'Est Europa, infatti, la spesa pubblica in opere e lavori è in grande crescita, così come la
necessità d'investire nel miglioramento delle città e nello sviluppo di grandi progetti di modernizzazione
urbana. Non vanno sottovalutate tuttavia, al fine di una scelta consapevole, le difficoltà e gli ostacoli che
comporta l'approcciarsi a un nuovo mercato. Per cui la decisione di internazionalizzarsi deve essere presa
solo dopo aver valutato una serie di dati e informazioni importanti, accuratamente analizzate nel convegno.
L'incontro si aprirà con i saluti di Valentina Meloni, Presidente Aniem Sardegna, e di Francesco Vincenzo
Perra di Sardegna Ricerche. Poi Pierluigi Piselli, dello Studio Cancrini, fornirà al pubblico gli strumenti tra
ragioni, condizioni e criteri, per svolgere una scelta consapevole riguardante l'internazionalizzazione in
Romania e nell'Est Europa.
Nel pomeriggio, dalle 14.00, gli aspetti giuridico-normativi e tecnico-operativi saranno indagati da Ioana
Pricopi, esperta in contrattualistica pubblica in Romania.
Seguirà una discussione e durante il seminario saranno raccolte manifestazioni di interesse per attività di
consulenza e affiancamento gratuito che lo Sportello Appalti Imprese erogherà alle imprese interessate ad
accedere ai mercati esteri.
ANIEM WEB - Rassegna Stampa 28/10/2014
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Si svolge domani, martedì 28 ottobre, a Cagliari, un incontro
sull'internazionalizzazione delle imprese.
27/10/2014
12:44
vocedialghero.it
Sito Web
L'internazionalizzazione nel settore dell'edilizia pubblica.
Si svolge domani, martedì 28 ottobre 2014 a Cagliari, presso la Sala Anfiteatro (via Roma 253), dalle ore 9:30
alle 17:30, l'incontro intitolato "L'internazionalizzazione delle imprese nel settore della progettazione e dei
lavori pubblici: le opportunità in Romania e nell'est Europa".
L'evento, realizzato in collaborazione con Aniem Sardegna, fa parte delle attività di animazione 2014 dello
Sportello Appalti Imprese (www.sportelloappaltimprese.it), un servizio gratuito a sostegno degli operatori
economici sardi intenzionati a entrare o a consolidarsi nel mercato degli appalti pubblici, ideato e promosso
da Sardegna Ricerche in collaborazione con Promo PA Fondazione e l'Università di Roma Tor Vergata.
Il seminario, gratuito, intende approfondire le opportunità d'investimento e lavoro in Romania, analizzando in
maniera dettagliata il funzionamento del mercato degli appalti pubblici con le modalità e condizioni per
partecipare alle gare di progettazione e lavori in questo paese.
Durante l'incontro si parlerà delle condizioni strategiche, tecniche ed economiche che occorre conoscere
prima di avviare il processo di internazionalizzazione, che rappresenta una grande opportunità in questo
momento in cui la filiera della progettazione e dell'edilizia pubblica sta subendo i contraccolpi della crisi
economica e del ridimensionamento delle commesse provenienti dal settore pubblico.
In alcuni paesi dell'Est Europa, infatti, la spesa pubblica in opere e lavori è in grande crescita, così come la
necessità d'investire nel miglioramento delle città e nello sviluppo di grandi progetti di modernizzazione
urbana. Non vanno sottovalutate tuttavia, al fine di una scelta consapevole, le difficoltà e gli ostacoli che
comporta l'approcciarsi a un nuovo mercato. Per cui la decisione di internazionalizzarsi deve essere presa
solo dopo aver valutato una serie di dati e informazioni importanti, accuratamente analizzate nel convegno.
L'incontro si aprirà con i saluti di Valentina Meloni, Presidente Aniem Sardegna, e diFrancesco Vincenzo
Perra di Sardegna Ricerche. Poi Pierluigi Piselli, dello Studio Cancrini, fornirà al pubblico gli strumenti tra
ragioni, condizioni e criteri, per svolgere una scelta consapevole riguardante l'internazionalizzazione in
Romania e nell'Est Europa.
Nel pomeriggio, dalle 14:00, gli aspetti giuridico-normativi e tecnico-operativi saranno indagati da Ioana
Pricopi, esperta in contrattualistica pubblica in Romania.
Seguirà una discussione e durante il seminario saranno raccolte manifestazioni di interesse per attività di
consulenza e affiancamento gratuito che lo Sportello Appalti Imprese erogherà alle imprese interessate ad
accedere ai mercati esteri.
COS'È LO SPORTELLO APPALTI IMPRESE?. Lo Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche, giunto al
suo secondo anno di attività, è un luogo fisico e virtuale di incontro tra gli operatori economici sardi che
intendono entrare o consolidare la propria presenza nel mercato degli appalti. Attraverso questo strumento,
Sardegna Ricerche fornisce, in modo del tutto gratuito, servizi di formazione, informazione e consulenza, in
particolare mediante la costruzione di raggruppamenti di imprese e lo scambio di esperienze e competenze
tra le stazioni appaltanti.
L'iniziativa rappresenta un'occasione importante per promuovere la competitività delle imprese sarde e
aiutare il sistema economico ad avvicinarsi ad un mondo ricco di opportunità di mercato come quello delle
gare pubbliche.
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13
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Le opportunità nell'Est europeo in un convegno dello Sportello Appalti
Imprese
SCENARIO EDILIZIA
22 articoli
28/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 23
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Le tracce della Concordia cancellate da un trituratore
Erika Dellacasa
GENOVA Nel cantiere di Genova Voltri dove il consorzio Ship Recyling sta procedendo alla demolizione della
Costa Concordia è da qualche settimana posizionato un nuovo impianto: un trituratore. Nei suoi ingranaggi
finisce tutto quanto recuperato dal relitto e non destinato al riciclaggio, perché deteriorato dall'acqua o perché
porta il marchio Costa Concordia. La compagnia armatoriale ha messo nero su bianco nel contratto con il
consorzio che spetta a Costa-Carnival decidere il destino di quello che è a bordo della nave naufragata il 13
gennaio del 2012 davanti all'Isola del Giglio. E l'obiettivo di Carnival - casa madre di Costa - è impedire che
cimeli con il nome Concordia siano inseriti nel circuito dei collezionisti dei recuperi navali perpetuando il
ricordo di quel naufragio. Sulla Concordia grava una damnatio memoriae. Come ha detto pochi giorni fa a
Marghera, in occasione della presentazione della nuova ammiraglia di Costa, l'ad di Fincantieri Giuseppe
Bono, il desiderio di armatori e costruttori è di «guardare avanti», «scurdammece 'o passato» ha concluso.
Ma è difficile. E non solo per l'enorme relitto trasformato in cantiere. Ci sono 32 vittime e un processo che
vede come principale imputato il comandante Francesco Schettino a impedire la rimozione del ricordo. Ma il
relitto sì, quello si può scomporre e privare di ogni identità. È ciò che si appresta a fare il consorzio separando
e stoccando ogni componente della nave, un'impresa che impegnerà 53 ditte. Se qualcosa con il marchio
Concordia dovrà essere salvato - per essere affidato a associazioni o istituzioni - lo decideràCosta. In ogni
caso è battaglia contro il commercio di memorabilia iniziato all'indomani del naufragio, su eBay ma attivo
anche per altre vie battute dai collezionisti. Chi ha comprato ad esempio la campana di bordo rubata il 15
marzo del 2012 e mai ritrovata? Le campane storiche, molto richieste perché rare (la campana si identifica
con la «vita» della nave e viene rimossa prima della demolizione), si aggirano sui 4.000 euro, ma quella della
Concordia è un «fuori mercato». Un anno fa il capo della Protezione civile Gabrielli disse «sappiamo chi l'ha
presa», ma la pista si è persa nel nulla. In questi due anni altri episodi hanno acceso la spia dell'allarme sulla
«perdita» di oggetti della Concordia: il furto in un magazzino a Talamone, l'allontanamento dal cantiere del
Giglio di quattro sub sorpresi di notte a vagare sul relitto in cerca - come ammisero - di souvenir, la
preoccupazione del parroco del Giglio don Lorenzo che tolse il giubbotto di salvataggio e il caschetto che
teneva in chiesa per paura che venissero rubati. Quello che si trova su eBay con quotazioni dalle forti
oscillazioni (il modellino della nave va dai 180 ai 1.000 euro) sembra uscire dai cassetti di chi ha fatto una
crociera sulla Concordia in passato: fiches del casinò (quelle di plastica sono vendute a 5 euro l'una, quelle di
metallo con la prua della nave anche a 200 euro), menu delle cene di gala con il comandante (tra i 40 e gli 80
euro), foto. Ma i veri collezionisti cercano ben altro: argenteria punzonata, vasellame, strumentazioni di
bordo, decorazioni o pezzi di arredamento. Parte di questi oggetti finirà triturata. Sarà riciclato l'anonimo
acciaio: almeno 50 mila tonnellate di metallo recuperate dallo scafo, sezionate in 15 mila blocchi, caricate sui
Tir e destinate a essere fuse da Duferco e Feralpi, che si sono aggiudicate l'appalto pagando 270 euro alla
tonnellata .
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Lo smaltimento
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 10
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«Jobs act, impostazione giusta nodi su contratti e licenziamenti»
LE OSSERVAZIONI Albini: «L'applicazione solo alle nuove assunzioni crea un ulteriore elemento di
segmentazione. Reintegra solo per i discriminatori»
G. Pog.
ROMA
«Bisogna creare le condizioni perché il mercato del lavoro funzioni correttamente, il Ddl delega rappresenta
un'opportunità importante per un ripensamento complessivo non più rinviabile». Nell'audizione di ieri in
commissione lavoro alla Camera, Confindustria per voce del direttore Area lavoro e Welfare, Pierangelo
Albini, ha giudicato «condivisibili gli obiettivi e l'impostazione» del Jobs act, dopo le modifiche del Senato.
In particolare Confindustria considera positiva la volontà di riportare nel contratto di lavoro subordinato a
tempo indeterminato «la flessibilità necessaria per renderlo attrattivo, invertendo la tendenza delle imprese a
preferire i contratti a tempo determinato». Nel merito, Confindustria solleva due questioni sul contratto a
tempo indeterminato a tutele crescenti: è una nuova tipologia, riguarderà solo le nuove assunzioni,
introducendo «un ulteriore elemento di segmentazione del mercato del lavoro e disincentivando la mobilità
interaziendale». Inoltre «si sottovaluta che istituti giuridici nuovi implicano, soprattutto all'inizio, incertezze
applicative e problemi di coordinamento con le altre forme contrattuali», traducendosi «in nuovi costi
gestionali». Per Confindustria, invece di creare una nuova forma contrattuale, la maggiore flessibilità
andrebbe applicata «a tutti i rapporti a tempo indeterminato», che è la forma standard, si avrebbe così
l'effetto di agevolare «la propensione a trasformare i rapporti flessibili in rapporti a tempo indeterminato».
C'è poi una questione di merito: per i licenziamenti economici non legittimi (individuali e collettivi) il governo
intende sostituire la reintegra con un'indennità economica legata all'anzianità. Nei casi in cui il licenziamento
economico risulti giustificato, Confindustria critica la previsione che l'impresa debba farsi carico di nuovi oneri.
«La tutela del lavoratore è presa in carico dal sistema di sostegno al reddito in caso di disoccupazione - ha
detto Albini - al quale partecipano le imprese». Inoltre per i licenziamenti disciplinari, Confindustria «auspica
che la reintegra sia ammessa solo in quei casi in cui siano configurabili profili discriminatori». E propone di
integrare la delega per semplificare il rito del lavoro che «ha subito ulteriori allungamenti» con la legge
Fornero: la richiesta è di eliminare il rito speciale introdotto dalla legge 92, salvaguardando solo le previsioni
sui tempi certi e predeterminati per le singole fasi processuali, guardando alle proposte di riforma del
processo del lavoro elaborate dalla Commissione istituita dal ministero della Giustizia. Altre due novità
evidenziate dalle imprese sono la revisione della disciplina delle mansioni, (articolo 13 dello Statuto dei
lavoratori). «Quel che mancava - ha spiegato Albini - è la possibilità di modificare le mansioni, con la
contrattazione, non solo per "gravi crisi" ma anche in corso di rapporto, per mantenere sempre efficiente la
gestione del fattore lavoro».
Altra novità, la revisione della disciplina dei controlli a distanza. «L'innovazione è positiva - ha aggiunto Albini
- la norma è stata emanata in un contesto tecnologico e produttivo ben diverso». Ieri in commissione è
intervenuto anche il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, che ha rilanciato la richiesta di un Testo unico per il
lavoro nell'edilizia: «Il lavoro e la domanda interna in Italia ripartono con l'edilizia - ha detto Buzzetti - ma la
peculiarità del nostro settore deve essere riconosciuta». Mentre Alleanza Cooperative, in relazione alle
modifiche agli ordinamenti esistenti, ha sottolineato l'esigenza «per le imprese cooperative di prevedere
norme transitorie, con un applicazione graduale, specie in caso di incrementi di costo del lavoro».
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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La delega alla Camera. L'audizione di Confindustria in commissione Lavoro
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 17
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Cisl, al via sigla unica per edilizia e alimentare
Francesco Prisco
Per i lavoratori delle filiere dei settori dell'agroalimentare e dell'edilizia di orbita Cisl siamo all'inizio di una
nuova era. Da oggi a giovedì, a Roma, si terrà infatti il congresso costituente di FaiFilca, nuovo sindacato di
categoria che darà voce a complessivi 531mila iscritti.
Nel pomeriggio di ieri la Filca, Federazione dei lavoratori delle costruzioni con circa 300mila tesserati, e la
Fai, Federazione agricola alimentare e ambientale di Cisl con oltre 200mila iscritti in due congressi separati si
sono formalmente sciolte e a partire da oggi, attraverso l'happening intitolato "Un nuovo inizio nel lavoro e
nella società", daranno vita alla nuova organizzazione sindacale tra le più grandi d'Italia e d'Europa, destinata
a occuparsi di una trentina di contratti collettivi (edilizia, agricoltura, industria alimentare, cemento, legno,
pesca, ambiente, laterizi, lapidei) che interessano quasi quattro milioni di addetti. Questa mattina ci saranno
le relazioni dei due segretari generali uscenti di Fai e e Filca, Augusto Cianfoni e Domenico Pesenti; domani
sarà la volta dell'intervento del segretario generale della Cisl Annamaria Furlan che terrà a battesimo la
nuova sigla; giovedì, infine, si voterà per eleggere l'organigramma di FaiFilca. L'incarico di segretario
generale spetterà a Pesenti. Cianfoni, fino al 2 ottobre 2015, rivestirà il ruolo di segretario aggiunto: da quella
data, per limiti d'età, lascerà FaiFilca per andare a occuparsi di Assolape, sindacato di seconda affiliazione
che tutelerà piccoli coltivatori e armatori familiari della pesca. Da definire (se ne parlerà giovedì prossimo)
l'assetto della segreteria nazionale. Quanto alle segreterie regionali e provinciali, a congresso nazionale
concluso, partirà sui diversi territori una specifica tornata congressuale. Nascerà quindi un'altra federazione di
secondo livello che avrà il compito di fornire specifiche tutele a tutte le figure impiegatizie e tecniche della
FaiFilca. «Il nostro modello organizzativo - ha spiegato Pesenti - dovrà basarsi sulla logica della
regionalizzazione per sfruttare al meglio le risorse, accentrare le funzioni burocratiche, amministrative,
banche dati, bilanci, verifiche. Tutto questo per liberare il tempo dei sindacalisti per fare sindacato sul
territorio». Per Cianfoni il processo di riorganizzazione contribuirà a dare «nuovi orizzonti all'azione di
rappresentanza in un mondo che sta cambiando così velocemente. La sinergia con la federazione degli edili
si realizzerà mettendo alcune cose in comune, oltre alla presenza diffusa sul territorio, come la tradizione
contrattuale territoriale di secondo livello e l'antica pratica della bilateralità con le casse extra legem agricole e
quelle edili».
@MrPriscus
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Fusioni. Nasce FaiFilca: 531mila iscritti
28/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 23
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Dalla Liguria alla Sicilia: più di 100 episodi, tra opere mai realizzate e fondi distratti. La mappa-scandalo
dell'Italia che continua a franare Nel Gargano: pozzi da 8 metri, nel progetto. Poi, meno di cinque scavati.
Solo per saldare la parcella della moglie dell'assessore
GIULIANO FOSCHINI FABIO TONACCI
PIÙ l'Italia frana, più arrivano soldi. E più arrivano soldi, più l'Italia frana. Quando alla prossima "bomba
d'acqua" ci si troverà a piangere un altro morto bisognerà tenere a mente questo paradosso. Perché è lì che
incastrato un pezzo di passato, presente e, forse, di futuro del nostro Paese. Un Paese che usa il denaro
destinatoa combattere il dissesto idro-geologico per pagare gli stipendi degli impiegati comunali e la carta per
le stampanti. Un Paese che racimola, negli ultimi 15 anni, 5,6 miliardi di euro tra fondi statalie comunitari. Ma
ne lascia 2,3 nel cassetto, con il rischio che l'Europa se li riprenda. Insomma, quando piove in Italia non frana
soltanto la terra. Ma cadono anche cascate di soldi, che finiscono spesso nel posto sbagliato.
I MAXI INADEMPIENTI A Napoli, per esempio, hanno un concetto "originale" di urgenza. Nel 1999 il
ministero dell'Ambiente girò alla Regione Campania 5 milioni di euro «per l'intervento urgente del Costone
San Martino». Quindici anni fa. Eppure al momento non si è visto ancora nulla. Ma così è, dal Veneto alla
Sicilia: 321 milioni di euro destinati a fermare il dissesto non sono mai stati utilizzati. Fermi in qualche capitolo
di bilancio. Tradotti, sono 198 opere, proprio come il Costone San Martino, urgentissime, già finanziate e per
le quali, a luglio di quest'anno, non erano stati aperti i cantieri.
Oggi tutti gridano allo scandalo Genova. Ma la Provincia del capoluogo ligure deve ancora spiegare cosa ha
fatto con gli 8 milioni ricevuti nel 2002: dovevano servire per mettere in sicurezza la parte finale del fiume
Entella. Così come la Regione Molise una qualche giustificazione la dovrà pur fornire se, dal 2008, non è
ancora riuscitaa sistemare il torrente Biferno (a Termoli), nonostante abbia avuto 15 milioni di euro per farlo.
E c'è da capire perché il comune di Trapani da 5 anni conserva in bilancio 11,8 milioni del governo per quella
barriera sottomarina che dovrebbe difendere la costa e che ancora non c'è.
LE ALTRE STRADE Ma non c'è soltanto immobilismo. Una struttura ad hoc, creata nel giugno del 2014 nella
Presidenza del consiglio e affidata a Erasmo D'Angelis, ha scoperto almeno un centinaio di casi (su 5mila lotti
monitorati) nei quali i fondi pre2009 erogati per il dissesto idrogeologico e per legge a esso vincolati, sono
finiti in realtà in altri rivoli di bilancio.
Ad Avola, per esempio, con una parte dei3 milioni per la protezione della costa hanno pagato gli stipendi dei
dipendenti comunali. A Siracusa e Agrigento i 5 milioni «per il consolidamento della falesia di Punta Carrozza
e Punta Castelluccio» e i 2,3 milioni «per il rafforzamento del sottosuolo del centro abitato» si sono
trasformati in «spese correnti dell'amministrazione». Dunque utilizzati, per dire, a pagare le bollette, comprare
la carta negli uffici, acquistare la cancelleria,e chissà cos'altro. «Spulciando tra 15 anni di bilanci dei ministeriracconta D'Angelis -emergevano fondi non spesi e altre storie. Sono un'offesa alle vittime delle alluvioni.
Con il ministro Galletti vogliamo mettere in piedi un piano realistico che non "insegua" le emergenze, ma le
prevenga».
UN POZZO CON IL FONDO Un obiettivo assai ambizioso. Soprattutto a vedere come vengono utilizzati i
soldi per la prevenzione. In Veneto, per la tragedia di Refrontolo, da un'inchiesta della Forestale avviata dopo
una frana è emerso che lavori «causa dissesti» ne avevano fatti. Ma per realizzare una vigna scavata nella
roccia.
E poi. Le immagini dell'alluvione del Gargano del6 settembre sono rimaste impresse a tutti: due vittime,
migliaia di euro di danni, un paradiso inghiottito dal fango. Per evitarlo, a nord, nel sub-Appennino Dauno
avrebbero dovuto realizzare opere per fermare i disastri. I pozzi di Biccari dovevano essere profondi 8 metri e
20, a leggere i progetti. E invece: il vigile del Fuoco, durante un sopralluogo, non è riuscito a scendere sotto i
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Vigne, consulenze e favori così si sprecano miliardi per (non) fermare il
dissesto
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La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 23
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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cinque. «Li hanno fatti più corti, per risparmiare, ma così non servono a nulla», dicono ora i Finanzieri che
stanno indagando su questa storia di soldi inutili e progetti affidati, per esempio, alla moglie dell'assessore
dell'epoca che ha incassato la parcella nonostante i finanziamenti fossero stati ritirati.
COMMISSARI INUTILI (E COSTOSI) Ma se si vuole parlare di sprechi, non si può non andare al 2008
quando all'Ambiente arrivò Stefania Prestigiacomo. Il ministro raccolse 2 miliardi di euro e stipulò accordi con
le Regioni per realizzare 1.647 opere. «Voltiamo pagina», disse allora. L'idea era togliere la gestione dei
finanziamenti agli enti locali, troppo lenti e inefficienti, e affidarla allo Stato. Tant'è che nel 2010 nominò 19
commissari di governo, ognuno con il suo stipendio da 150mila euro all'anno (poi ridotto a 100mila).
Dovevano gestire le gare di appalto e controllare che i lavori venissero effettivamente consegnati, ma, come
insegna la storia del Bisagno genovese mai allargato per colpa di una sfilza di ricorsi al Tar, servirono a poco.
A giugno di quest'anno, quando sono stati revocati da Renzi, i cantieri aperti erano appena 183. Meno del 12
per cento del totale. Eppure i commissari della Prestigiacomo sono costati allo Stato, in poco più di tre anni, 8
milioni di euro in buste paga. Ma chi erano quei commissari? Per lo più pensionati, scelti direttamente dal
ministro del Pdl.
Nell'elenco questori e generali in quiescenza (Calabria e Veneto), un prefetto non più in ruolo (Sardegna),
due direttori generali dell'Ambiente in pensione (Molise e Marche), come pure un professore universitario
(Campania), che ha aperto un solo cantiere sui 190 previsti.
Tra loro anche Maurizio Croce, che però ha fatto bene, tanto che Renzi lo ha poi scelto come soggetto
attuatore in Siciliae Puglia: «Tranne in queste due regioni e in Calabria - racconta oggi - nel resto d'Italia i
commissari hanno rinunciato al loro ruolo e hanno scelto di delegare l'utilizzo dei fondi per il dissesto agli enti
locali, attraverso convenzioni. Di fatto tornando alla situazione precedente al 2009». Risultato: dei 2 miliardi
stanziati dalla Prestigiacomo sono stati utilizzati appena 800 milioni. Ma il resto ora l'Europa lo rivuole
indietro.
5,6
2,3
1,03
1,3
4,8
1,57
15
1,5
3,4
11,8
1,2 Opere Þnanziate e non eseguite mld: fondi europei e statali investiti (dal 1998) in opere anti-dissesto
idrogeologico mld: totale soldi non spesi mld: fondi europei stanziati (2007-2013) di cui 768 mln non spesi
(giugno 2014) I numeri mln (dal 1999) per adeguamento idraulico Rio Musia Lombardia (Regione) per un
intervento sul Þume Entella Genova (Provincia) per partitore sul Tevere (a Rieti) Lazio (Regione) mln (dal
2002) per sistemazione idraulica di San Giovanni Teatino Abruzzo (Regione) mln (dal 2008) per la
sistemazione idraulica del Biferno Molise (Regione) mln (dal 2002) per manutenzioni e sistemazioni idrauliche
Caserta (Comune) per intervento urgente a Costone San Martino (Na) Campania (Regione) mln (dal 1999)
per la sistemazione del Rio Cannas Sardegna (Regione) mln (dal 2009) per opera di difesa costiera Trapani
(Comune) per consolidamento Falesia Siracusa (Comune) mln (dal 2002) per lavori di consolidamento San
Giorgio Morgeto, Rc (Comune) mln (dal 1999) 5mln (dal 1999) 5mln (dal 2009) 8mln (dal 2002)
Sicilia
2,8
2,2
28/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
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321
1,2 Prima fase 1998-2009 Þnanziamenti a pioggia sugli enti locali Seconda fase 2009-2014 Þnanziamenti
erogati in base ad accordi Stato-Regioni mld fondi non spesi mln fondi non spesi mld totale dei Þnanziamenti
2mld totale dei fondi FONTI: MINISTERO AMBIENTE E STRUTTURA DI MISSIONE CONTRO IL DISSESTO
IDRO-GEOLOGICO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO mln (dal 1999) per opere in difesa di Palazzo
Adriano (Regione) IL CASO I COMMISSARI L'ex ministro Prestigiacomo nel dicembre del 2010 nomina 19
"commissari di governo" GLI STIPENDI Lo stipendio annuo dei "commissari di governo" è di 150mila euro
(poi ridotto a 100mila).
Il loro costo totale è 8 milioni di euro I CANTIERI Le opere che devono realizzare sono 1.647, ma i cantieri
conclusi (a giugno 2014) sono appena 183 (meno del 12%) PER SAPERNE DI PIÙ www.minambiente.it
www.repubblica.it
Foto: L'ALLUVIONE DI GENOVA L'ultimo caso (9 e 10 ottobre, dopo che una tragedia simile aveva colpito la
città nel 2011) in cui opere non realizzate e maltempo hanno causato morti e disastri
28/10/2014
La Repubblica - Napoli
Pag. 7
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Sono 21 gli indagati per il crollo alla Riviera di Chiaia 18 mesi fa
Il pm: errori nella fase progettuale ed esecutiva, ignorato un allarme Sotto accusa i controlli Verso
l'archiviazione il dirigente Pulli e altri nove Due settimane prima una lettera preannunciò il pericolo imminente
Ma i lavori proseguirono
DARIO DEL PORTO
ERRORI nella fase progettuale e in quella esecutiva dei lavori della linea6 della Metropolitana, mancati
controlli e allarmi ignorati, come nel caso della lettera che due settimane prima annunciava il pericolo. A
diciotto mesi dal crollo del palazzo al civico numero 72 della Riviera di Chiaia, la Procura chiude con 21
indagati l'inchiesta condotta con l'ausilio della consulenza affidata al professor Nicola Augenti e all'ingegnere
Paolo Grazioso. I pm Fabrizia Pavani e Giovanni Corona, coordinati dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio,
ipotizzano il reato di cooperazione in disastro colposo. Alla base dell'incidente del 4 marzo 2013, che per
fortuna non causò vittime, ci sarebbe un difetto di costruzione tra due diaframmi, il 126 e 140, del pozzo di
stazione del cantiere della linea 6 del metrò, che sarebbero risultati separati da uno spazio riempito da
materiale non adatto a garantire l'impermeabilizzazione. Questo avrebbe determinato l'apertura di una falla e
la fuoriuscita del violento getto di acqua e terreno che provocò il cedimento parziale dell'immobile.
Gli indagati sono il dirigente comunale Raffaele Imparato, l'amministratore di Ansaldo sts Sergio De Luca,
Pietro Ferrari, rappresentante legale della Pizzarotti, Ciro De Luca, ad della De Luca group Italy, Luigi
Viscontri, ad di Costrade spa, Antonio Liguori e Federico Moccia, preposti di Ansaldo sts, Giorgio Mormone,
Vincenzo Scottie Mario Barbati, componenti del comitato tecnico esecutivo Gabriele Santangelo, Paolo
Santangelo e Gino Zanchini, della società Trevi, Luigi Nardacci, della Sgf, il progettista Ettore Sacco, il
direttore dei lavori Angelo Ribecco, il direttore di cantiere Giuseppe Annunziata, il capo cantiere Angiolino
Bellizzi, il collaudatore Vittorio Pagliarulo e i componenti del comitato tecnico scientifico Renato Sparacio e
Stefano Aversa. L'avviso, va chiarito, non rappresenta un'affermazione di colpevolezza ma solo uno snodo
del procedimento. Dopo la notifica, la difesa avrà venti giorni per replicare chiedendo interrogatori,
presentando memorie o sollecitando supplementi d'indagine.
Poi i pm decideranno se e per quali indagati chiedere il rinvio a giudizio. Spetterà quindi ai giudici valutare le
eventuali responsabilità dei singoli.
Nella ricostruzione della Procura, sono configurabili responsabilità colpose sia nella fase progettuale sia nella
fase esecutiva dei lavori. Sotto accusa anche i controlli, ad esempio per non aver fermato il cantiere pur in
presenza di una lettera del 19 febbraio 2013 che preannunciava il crollo. Oppure quando non sarebbe stata
predisposta l'impermeabilizzazione del pozzo di stazione allo scopo, sostiene la Procura, di evitare che la
sospensione dei lavori potesse determinare un danno d'immagine all'Asnaldo spa.
Rispetto alla prima fase, i pm hanno stralciato le posizioni di alcuni indagati, come i dirigenti comunali
Giuseppe Pulli (difeso dall'avvocato Claudio Botti) Eduardo Merendino e Serena Riccio, l'ingegnere Alfredo
Pennarola, responsabile della direzione tecnica dell'Arin (assistito dall'avvocato Bruno Botti), Salvatore
Sorbino, della Arco Mirelli Scarl (difeso dall'avvocato Vittorio Bratti), il geologo Lucio Amato, il collaudatore
Salvatore Capuozzo, il direttore tecnico della Siti srl, Sergio Danise, Cesare Solimene, l'amministratore del
condominio, Pellegrino De Cicco. Per queste posizioni si profila la richiesta di archiviazione.
PER SAPERNE DI PIÙ www.giustizia.it www.comune.napoli.it
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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L'inchiesta
28/10/2014
La Repubblica - Torino
Pag. 15
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"Serve più coraggio per far ripartire l'edilizia in Piemonte"
Appello del presidente dell'Ance dopo l'ultima indagine "Sblocca Italia e Legge di Stabilità non bastano
ancora" Provvisiero: "Va subito rilanciato il piano nazionale contro il dissesto idrogeologico"
STEFANO PAROLA
«SERVE più coraggio», dice Giuseppe Provvisiero, il presidente regionale dell'Ance. Perché i costruttori edili
piemontesi non ce la fanno più: secondo l'ultima indagine dell'associazione, appena il 6,2% delle imprese di
costruzione aumenterà il proprio giro d'affari in questo secondo semestre, mentre il 63,7% è convinto che le
cose andranno ancora peggio. Per rimediare, qualcosa è stato fatto: «Apprezziamo gli sforzi della politica per
far ripartire l'intera economica con lo Sblocca Italia e la Legge di stabilità, ma purtroppo sono solo piccoli
passi non ancora sufficienti per invertire l'andamentoe stimolare la crescita», evidenzia Provvisiero. Che
chiede un maggiore sforzo su tre punti: «Manutenzione del territorio, riqualificazione delle città e un quadro
fiscale stabile sulla casa».
Tre mosse per provare a scuotere una situazione di stallo: «Da quasi due anni - spiega Filippo Monge,
presidente del Centro studi di Ance Piemonte - registriamo un andamento stazionario caratterizzato da
previsioni non ottimistiche. Le nostre imprese non hanno le condizioni per una programmazione industriale di
lungo periodo, quindi non prevedono un incremento del fatturato, a scapito dell'occupazione e dei futuri
investimenti». L'ultima indagine dice infatti che appena il 2,8% delle aziende edili intende assumere nuovo
personale, contro il 43,7% che invece pensa di sfoltire gli organici, e che la quota di imprenditori pronti a
investire è del 11,4%, dato che nell'analisi di sei mesi fa era al 17,5%.
Insomma, «la prognosi è ancora critica nel 2014», come sottolinea l'Ance. L'unico segnale di miglioramento
riguarda i tempi di pagamento: oggi la media è di 109 giorni, contro i 116 del primo semestre dell'anno,
mentre se si guarda ai soli committenti pubblici i giorni d'attesa passano da 143 a 134. Tuttavia, fa notare
Monge, «siamo pur sempre oltre i limiti previsti dalla legge». Queste lungaggini costringono i costruttori a
prendere in media 73,9 giorni per pagare i loro fornitori, tre in meno rispetto alla prima metà dell'anno.
Soprattutto, le aziende dell'edilizia continuano a navigare a vista: in media hanno lavori per 8,4 mesi, di cui
4,7 garantiti dai privatie 3,7 dal settore pubblico.
Le recenti alluvioni che hanno colpito Genova e Alessandria spingono il presidente regionale Provvisiero a
citare la manutenzione al primo posto tra le priorità: «Dobbiamo far ripartire subito il piano nazionale contro il
dissesto idrogeologico e varare regole a tutela della trasparenza. Governo e Parlamento facciano fino in
fondo la loro parte mettendo a disposizione le risorse invece che per lavori che non partiranno nell'immediato,
per opere di messa in sicurezza».
Nel suo elenco di cose da fare ci sono poi gli interventi di riqualificazione delle città, anche alla luce dello
stallo che sta subendo da anni il mercato dei nuovi immobili. E l'esigenza di avere una tassazione fissa sulla
casa, caratteristica che è mancata del tutto in questi anni che hanno visto avvicendarsi Ici, Imu, Iuc, Tasie
Tari, per di più con aliquote sempre variabili. Ma la listaè assai lunga.
I NUMERI 6,2 PER CENTO E' il ristretto numero di imprese edili che conta di aumentare il fatturato 43,7
PER CENTO E' il numero delle imprese edili che in Piemonte conta di ridurre l'organico nei prossimi 6 mesi
109 GIORNI E' la media dei giorni di attesa per i pagamenti: è in lieve miglioramento PER SAPERNE DI PIÙ
News e aggiornamenti sul sito torino.repubblica.it
Foto: AL VERTICE Giuseppe Provvisiero è il presidente dell'Ance, che riunisce i costruttori regionali
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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L'economia in crisi
28/10/2014
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 22
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Pesenti: «Sviluppo sostenibile di edilizia e terra»
Per il segretario generale della Filca-Cisl nazionale tra i principali obiettivi del nuovo sindacato unificato ci
sono anche la sicurezza sul lavoro e le pensioni. «Sono questioni di giustizia sociale. E unendo le forze
diamo una risposta al qualunquismo imperante»
Un importante evento l'unificazione tra la Filca e la Fai, salutato con soddisfazione e orgoglio tanto dalla base
quanto dai vertici dei due sindacati protagonisti. Ecco l'intervista del segretario generale Filca-Cisl nazionale,
Domenico Pesenti. Qual è il senso dell'unificazione tra la Filca e la Fai? Il Congresso costituente che si apre
oggi sancirà la nascita di FaiFilca, una delle più grandi categorie del sindacato italiano, forte di oltre mezzo
milione di soci e di migliaia di delegati, attivisti e collaboratori. Questa nuova organizzazione ci permetterà di
continuare e di rinvigorire il processo di rinnovamento della Cisl, dando vita ad una nuova, più grande, ed
esaltante esperienza con l'obiettivo di rappresentare sempre meglio i soci, tutti i soci che la costituiscono, e
rafforzare così l'idea e la concezione di un sindacato associazione. In FaiFilca è il socio, e non il leader, al
centro dell'azione. In una società dominata dall'individualismo è una scelta coraggiosa, perché va
controcorrente. Esatto. FaiFilca vuole diventare un modello e un punto di riferimento per un confronto che in
questa società lascia pochi spazi alla condivisione, alla riflessione e ad un'azione volta alla difesa dei propri
interessi, esercitata però in una logica di bene e interesse comune per la società. Credo che si tratti di una
bella risposta all'individualismo e al qualunquismo imperanti nelle odierne logiche politiche, filosofiche e
sociali. Non c'è il rischio di indebolire la presenza sul territorio? No, tutt'altro. Una delle priorità di FaiFilca
sarà invece il rafforzamento della prima linea, intesa come una maggiore presenza sindacale a livello
territoriale, nelle sedi, nelle fabbriche, nei cantieri e nei campi. E questo grazie al lavoro incessante e
quotidiano di migliaia di RSA, RSU e delegati. Quali sono gli altri obiettivi che intendete raggiungere?
Intendiamo potenziare il ruolo della contrattazione di secondo livello, aziendale e/o territoriale, in modo da
acquisire maggiori contenuti e spessore, diventando così contrattazione primaria, e non secondaria, anche se
strettamente legata a quella nazionale. Noi la vediamo così: un solo contratto con due gambe, una nazionale
ed una locale. Al contempo, pensiamo ad un forte rilancio e irrobustimento della contrattazione aziendale per
le grandi imprese e le multinazionali, molto presenti nei nostri settori, per dare spazio alla partecipazione dei
lavoratori. La bilateralità resta il vostro faro? Sì, perché le esperienze fatte da Fai e Filca, che devono essere
implementate fino a diventare l'ossatura per applicare il contratto nella frammentazione e nella precarietà, ci
offrono potenzialità grandissime. Dall'ente bilaterale sarà opportuno far transitare tutte quelle tutele che non è
possibile altrimenti gestire nell'azienda: dalla formazione professionale, alla salute e sicurezza, al welfare
integrativo, all'anzianità, a parti di salario, fino agli ammortizzatori sociali e alla ricollocazione al lavoro. Come
conciliare agricoltura ed edilizia? Non c'è il rischio di una sorta di conflitto di interessi? No, il contrario. La
FaiFilca avrà tra i suoi temi portanti quello dello sviluppo sostenibile, del rapporto fra costruito e territorio, tra
agricoltura e qualità ambientale, tra fabbrica ed ecologia, tra inquinamento e benessere. Quella che stiamo
per costituire sarà una categoria dove i temi "verdi", dell'abitare, delle città sostenibili, della salvaguardia del
territorio e della sua messa in sicurezza, così come la ripopolazione delle comunità montane e l'agricoltura a
filiera corta o a chilometro zero saranno costantemente all'ordine del giorno. Sicurezza sul lavoro: edilizia ed
agricoltura sono storicamente i due settori più colpiti, come intenderete agire? Ridare valore e dignità al
lavoro significa porre in primo piano chi il lavoro lo esegue: la sua salute e la sua sicurezza, che sono la base
minima su cui poter sviluppare ulteriori ragionamenti. Per colmare le lacune di Inail e delle strutture pubbliche,
oltre che per convinzione e diretto coinvolgimento, dobbiamo rafforzare il ruolo della contrattazione e degli
strumenti contrattuali sui versanti della rappresentanza e della bilateralità. Infine le pensioni: quali sono le
vostre richieste? Bisogna prevedere la possibilità dell'uscita flessibile dal lavoro, la migliore integrazione tra
pensione e lavoro o una normativa che si faccia carico, anche con il contributo della contrattazione, di quei
lavoratori che hanno svolto lavori pesanti e fisicamente usuranti (tipici ad esempio dell'edilizia, delle cave,
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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L'altra voce
28/10/2014
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 22
(diffusione:105812, tiratura:151233)
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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dell'agricoltura e della pesca) o che svolgono lavori pericolosi per la salute e la sicurezza in rapporto all'età. È
una questione di giustizia sociale.
28/10/2014
Il Gazzettino - Pordenone
Pag. 8
(diffusione:86966, tiratura:114104)
La crisi taglia anche infortuni e malattie
L'INDAGINE Nel 2013 le ferite sul lavoro sono diminuite del 13 per cento
Antonella Santarelli
PORDENONE Calano gli infortuni sul lavoro, ma crescono sensibilmente le denunce di malattia
professionale, ovvero dei danni causati dall'esercizio quotidiano dell'attività lavorativa o per l'esposizione a un
fattore di rischio. Secondo i dati forniti da Ambiente lavoro, il Salone dedicato alla sicurezza e alla salute nei
luoghi di lavoro, che si é tenuto a Bologna Fiere dal 22 al 24 ottobre, ed elaborati sulla base dalla Banca dati
statistica Inail, nella provincia di Pordenone gli infortuni denunciati nel 2013 sono stati complessivamente
3.654 (-13,9% rispetto all'anno precedente), divisi tra agricoltura (215), industria e servizi (3.342) e dipendenti
statali (97). Tra i settori in calo, in particolare, si evidenzia quello dell'edilizia (-14,2% rispetto al 2012), colpito
duramente dalla crisi economica, che ha registrato 242 denunce. A livello provinciale, sempre nelle
costruzioni, si trovano nell'ordine: Udine con 520 (-17,2%), Trieste con 272 (-17,3%), Pordenone con 242 (14,2%) e Gorizia con 192 (-1%). Spostando l'attenzione sulle malattie professionali denunciate a Pordenone
e provincia, si vede come, nel 2013, ci sia stato un incremento del 27,4% rispetto al 2012, con 288 denunce.
Analizzando i settori, l'aumento è più contenuto nell'edilizia, che ha segnato un +20% con 12 casi.
Guardando alle province della regione, per numero di malattie professionali denunciate in edilizia, nell'ordine
si collocano: Udine con 58 (+1,8%), Trieste con 31 (-24,4%), Pordenone con 12 (+20%) e Gorizia con 10
(+11,1%). Nell'industria la parte del leone la fanno le malattie non tabellate (per le quali il lavoratore deve
dimostrare causa ed effetto dell'insorgere della malattia con l'attività lavorativa), mentre tra quelle codificate la
più frequente è quella derivante dal sovraccarico biomeccanico dell'arto superiore. Seguono l'ernia lombare
discale e l'ipoacusia da rumore. Grazie alla partnership tra Saie e Ambiente lavoro sarà realizzata l'iniziativa
Cantiere sicuro, dedicata al mondo dell'edilizia e della cantieristica.
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Martedì 28 Ottobre 2014,
28/10/2014
Il Gazzettino - Rovigo
Pag. 10
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Cassa edile: borsa lavoro telematica
Domani alle 15,30 a Rovigo, nella sala convegni della Cassa Edile Polesana, viale Porta Po 87, Ance Veneto,
Veneto Lavoro e le organizzazioni sindacali di settore (Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil) presenteranno
Blen.it, la Borsa lavoro del settore edile in Veneto. Introdotta con i contratti collettivi di lavoro nazionale, Blen.
it è uno nuovo strumento telematico che promuove l'occupazione in edilizia incrociando i dati degli Uffici
provinciali per l'impiego con le richieste provenienti dalle imprese edili. Avvalendosi del supporto operativo di
Formedil e del sistema delle sette Scuole Edili provinciali del Veneto, Blen.it vuol favorire l'aggiornamento
professionale e il ricollocamento nel settore delle costruzioni, tenendo conto di un mercato del lavoro
profondamente cambiato che richiede competenze sempre più qualificate.
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Martedì 28 Ottobre 2014,
28/10/2014
QN - La Nazione - La spezia
Pag. 16
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Ferruccio Rossi direttore generale di 'Sanlorenzo Spa'
UN nuovo manager per «Sanlorenzo Spa». Si tratta di Ferruccio Rossi, neo direttore generale del cantiere
italiano leader nella produzione di motoryacht su misura e secondo nella classifica mondiale dei migliori
costruttori sopra ai 24 metri. Rossi risponderà direttamente al presidente e amministratore delegato Massimo
Perotti. «Sono molto lieto di entrare a far parte del cantiere Sanlorenzo - ha dichiarato Rossi -, una società in
forte crescita, con una prestigiosa tradizione e un potenziale molto importante. Ho grande rispetto per i
risultati raggiunti dal team di Perotti negli ultimi 10 anni, in totale controtendenza con la difficile situazione
economica che ha coinvolto l'intera industria nautica. Entrambi condividiamo la stessa visione per
innovazione e tradizione; sono felice di portare il mio contributo professionale al consolidamento e al progetto
di crescita di Sanlorenzo». Dopo la laurea in Business Administration alla «Bocconi» di Milano, Ferruccio
Rossi, 42 anni, si è occupato di investment banking e private equity in compagnie come JP Morgan e
Permira. Dal 2001 al 2005 ha fatto parte del Cda di Ferretti e Grandi navi veloci Spa e a metà 2005 è stato
nominato Ad di Riva Spa. In seguito ha ricoperto posizioni di sempre maggior rilievo nel Gruppo Ferretti. Il
cantiere ha di recente siglato un accordo con l'australiana Ensign Brokers International che prevede l'apertura
della Sanlorenzo Australia per la vendita di imbarcazioni italiane in Australasia. Mark Ali, Ad di Sanlorenzo
Australia, ha detto: «Siamo orgogliosi di rappresentareil brand internazionale di super-yacht in Oceania e
siamo convinti che la nostra esperienza sia un solido riferimento per gli armatori che chiedono imbarcazioni
esclusive e realizzate su misura». Image: 20141028/foto/1842.jpg
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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AMEGLIA NUOVO MANAGER PER IL CANTIERE SUL MAGRA CHE APRE ANCHE UNA "FILIALE" IN
AUSTRALIA
28/10/2014
QN - La Nazione - Viareggio
Pag. 3
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Varia: «Le aziende non muoiono per debiti, ma per crediti non pagati dagli enti pubblici»
NON FA rumore la lenta agonia dell'edilizia. Giorno dopo giorno, in pochi anni, le piccole aziende - fulcro
portante dell'economia della città - sono sparite senza che nessuno se ne accorgesse. In gran silenzio. I
muratori hanno smesso di demolire pareti, di abbattere tetti, di stendere pavimenti. E nessuno se ne è
accorto perché se chiude un'azienda con 100 dipendenti diventa un caso eclatante, ma se la stessa sorte
capita a una ditta con 3-4 dipendenti passa inosservata. Ma ciò non toglie che la situazione sia drammatica.
Per le ditte e per le migliaia di famiglie coinvolte «perché i dipendenti che hanno perduto il lavoro - spiega
Stefano Varia, presidente provinciale della Cassa edile - non sono stati assorbiti dalle aziende che sono
sopravvissute, perché anche loro sono in difficoltà». Quali sono i motivi della crisi? «Sono molteplici.
Innanzitutto hanno inciso pesantemente gli aumenti della tassazione sulla casa con rincari fino al 200 per
cento. E questo ha fatto sì che la casa non viene più vista come un bene-rifugio. Ma quello che
principalmente ha messso in ginocchio le aziende sono stati i mancati pagamenti da parte degli enti pubblici.
Il paradosso è che taluni enti (come la Provincia o il comune di Forte dei Marmi) avrebbero anche soldi da
spendere, ma non possono farlo a causa dei vincoli legati allo sforamento del Patto di stabilità. L'assurdo è
che le imprese non sono morte per i debiti, ma per i crediti non incassati...». Esiste una via d'uscita? Ci sono
delle idee per contrastare la crisi? «Innanzitutto bisogna sbloccare i mancati pagamenti. Poi è necessario
ricominciare a spendere lo spendibile. La gente, a torto, ci accusa di essere cementificatori. Noi non lo siamo
e per far ripartire il mercato non occorre neppure consumare un solo centimetro di territorio. Basta prevedere
determinati interventi per dare lavoro certo e sicuro alle aziende per i prossimi 20 anni». E come è possibile?
«Penso, ad esempio, alla messa in sicurezza del territorio con la realizzazione di opere di prevenzione,
penso alla messa in sicurezza delle scuole, (visto che oltre il 60% degli edifici non lo è) e alla realizzazione di
carceri. Poi ci sarebbe tutto il tema della riqualificazione di aree dismesse dove ci sarebbero da semplificare
le pratiche burocratiche: non è possibile attendere 4-5 anni tra l'acquisto di un'area e l'inizio dei lavori». E per
snellire il sistema degli appalti pubblici cis ono delle possibilità? «Direi proprio di sì. La legge, ad esempio,
consente di ripristinare la procedura negoziata, senza ricorrere al bando europeo per lavori inferiori al milione
di euro. Poi prevede anche di poter invitare cinque ditte di fiducia e dare vita a una gara ristretta. Si
eviterebbe che a certi lavori partecipino ditte venute chissà da dove che poi lasciano il cantiere a metà».
Paolo Di Grazia LE SOLUZIONI Riqualificazioni Secondo Stefano Varia si potrebbe garantire lavoro per 20
anni se si investisse nella messa in sicurezza del territorio e nelle ristrutturazioni di scuole e carceri Gli appalti
La legge consente di ricorrere alla procedura negoziata per importi inferiori al milioni di euro, oppure a una
gara ristretta con solo cinque ditte di fiducia
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Persi migliaia di posti di lavoro in pochi anni
28/10/2014
Corriere della Sera - Style Magazine - N.11 - novembre 2014
Pag. 70
(diffusione:750000)
ZHANG XIN
GUIDO SANTEVECCHI
Con i suoi grattacieli frmati dalle archistar sta cambiando lo skyline di Pechino e Shanghai. Con una fortuna di
tre miliardi di euro è la 62esima donna più potente del mondo. Ma la scalata alla cima è stata dura. Bambina
con i genitori in un campo di rieducazione. Teenager operaia a Hong Kong. Poi la fuga a Cambridge, la
laurea, Wall Street e ora l'impero immobiliare. L'emblema del sogno cinese Quarantaduesimo piano del
Wangjing Soho, l'ultima meraviglia architettonica di Pechino. Si apre l'ascensore e compare la padrona di
casa: madame Zhang Xin, 49 anni, 62esima donna più potente del mondo secondo Forbes . Otto volte più
ricca della regina d'Inghilterra. Trucco leggero su un'abbronzatura delicata, capelli a caschetto. Sorriso con
denti bianchissimi: con quella bocca (e quel conto in banca) la signora può dire quel che vuole. O quasi,
perché la sua consigliera per i rapporti con la stampa è tanto carina quanto cattiva nell'impedire domande
sulla vita privata. Così bisogna aggirarla e mimetizzarsi tra gli invitati all'inaugurazione della torre Wangjing, la
nuova nata tra i progetti edilizi del gruppo Soho che con i suoi palazzi futuristici sta cambiando il panorama di
Pechino, Shanghai, Canton, Chengdu. Zhang Xin, amministratrice delegata della società, fondata con il
marito Pan Shiyi nel 1995, ha 2,9 miliardi di euro di patrimonio, è nata a Pechino al tempo della Rivoluzione
Culturale, quando essere laureati era una colpa. I genitori lo erano e per questo vennero spediti in campagna
a rieducarsi, si separarono. Quando la bambina Xin (signifca Gioia) poté tornare in città aveva nove anni e
non aveva casa: dormiva sulla scrivania dell'uffcio dove la madre lavorava come traduttrice. «Tutto era grigio
allora, ci mettevamo quei vestiti alla Mao, grigi; gli edifci erano grigi; tutti erano poveri, ma ci facevano il
lavaggio del cervello per insegnarci che il mondo fuori dalla Cina era cattivo, che era un grande privilegio
vivere nella terra del socialismo». Ora, nell'era del capitalismo «con caratteristiche cinesi», lei e suo marito
state costruendo giganti di vetro e acciaio. Sì, ci affdiamo ai disegni dei più grandi architetti. Questo
grattacielo è di Zaha Hadid, che ha battuto lo studio di Massimiliano Fuksas nel concorso. Le tre torri sono
modellate come montagne, alte 200 metri per 521 mila metri quadrati. Wangjing signifca «sguardo su
Pechino». I grattacieli Soho hanno trasformato radicalmente lo skyline della capitale. Non si sente un po'
colpevole? Non è dipeso da me. È una tendenza decisa da chi ha disegnato le grandi riforme economiche
per la Cina, io uso gli spazi che ci vengono dati per costruire, cercando di fare bene il mio lavoro. Riandiamo
al passato, l'abbiamo lasciata bambina povera in una Pechino poverissima. A 15 anni sono andata a Hong
Kong, che allora era inglese. Lì c'era il capitalismo. Trovai lavoro come operaia. Era terribile anche quella
vita. Ogni giorno a pensare come migliorare, si cambiava posto per un dollaro in più di salario. Il motivo per
lavorare in fabbrica era trovare il modo di sfuggire al mondo della fabbrica. Zhang Xin quel modo lo trovò
risparmiando fno all'ultimo centesimo ed emigrando in Inghilterra. Per studiare. «Il mio bagaglio era composto
da tanto cibo cinese, una coperta, dizionari di inglese». Poi la laurea in Economia all'università del Sussex, il
master a Cambridge; il salto a Wall Street come banker da Goldman Sachs; il ritorno a Pechino nel 1995, il
colpo di fulmine per un piccolo costruttore, il matrimonio. E insieme hanno fondato Soho (acronimo di «Small
offce, home offce»). Ora che può permetterselo girerà il mondo in prima classe per fare shopping. Via Monte
Napoleone, ad esempio? In Italia ci siamo andati spesso in vacanza, ma non ricordo dove ho fatto qualche
acquisto. E si viaggia bene anche in business, che costa molto meno rispetto alla frst class. Torniamo al
mattone. Quanto è costato costruire queste tre «montagne»? Non è stato un rischio enorme, con la bolla che
incombe sul mercato immobiliare cinese? Sorry, qui non c'è il mio chief fnancial offcer, quindi non so
rispondere con esattezza. Ma il 90 per cento degli spazi nella prima e seconda torre sono già affttati e per la
terza siamo al 40 per cento. Tutti inquilini solidi, la maggior parte sono aziende del settore hi-tech. Pensa di
investire e costruire anche all'estero? Ora i nostri interessi sono solo in Cina, soprattutto a Pechino, dove
abbiamo fnito 17 grandi progetti, e a Shanghai. Però ha appena donato quasi 12 milioni di euro all'università
di Harvard. In Cina qualcuno l'ha accusata di non essere patriottica. Al contrario. Siccome so quanto sia
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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RITRATTI DI STYLE
28/10/2014
Corriere della Sera - Style Magazine - N.11 - novembre 2014
Pag. 70
(diffusione:750000)
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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importante l'istruzione, la donazione servirà a far studiare negli Stati Uniti ragazzi cinesi poveri e meritevoli.
Quando torneranno in patria aiuteranno il nostro Paese a competere nel mondo. A proposito di competizione.
Avete preferito Zaha Hadid a Fuksas. Ci sono state discussioni con suo marito sul progetto da scegliere?
Penso che mio marito abbia amato il disegno di Zaha anche più di me ( sorride , ndr). Il matrimonio non è
stato privo di spine. Nel 2010 la stampa cinese scrisse che Pan aveva avuto una relazione con una
studentessa. Zhang lo perdonò con un messaggio su Weibo, il Twitter cinese: «Siamo passati attraverso ogni
tipo di prove, dalla pressione in azienda al gossip sul divorzio. Ma tutto ha reso il nostro matrimonio più
solido». Post come questo l'hanno fatta diventare una superstar con otto milioni di follower. Pechino non era
più bella 30 anni fa, quando ancora la gente viveva negli hutong, i vicoli con le casette basse spazzati via dal
boom? Diffcile dirlo, però da allora la popolazione cittadina si è triplicata: ora nella capitale ci sono oltre venti
milioni di abitanti, sarebbe impossibile farli vivere tutti negli hutong. Fuori, nella nuova piazza di Wangjing
Soho, ci sono migliaia di abitanti venuti a vedere l'inaugurazione. «Lo abbiamo visto nascere in cinque anni
questo complesso» ci dice una signora entusiasta. Anche Zhang Xin parla delle sue torri come di fgli: «Devi
amare quello che fai, ogni palazzo nuovo è come un bimbo che viene alla luce». Ma per la miliardaria è ora di
tornare a casa: «Non sono un tipo da vita sociale, ho due fgli, uscita dall'uffcio, la sera alle sette cerco
sempre di cenare in famiglia».
CapItalIsmO al FemmInIle
tutti i numeri della società immobiliare soho che sta cambiando lo sKYline di pechino e shanghai
2,9 1,5 29 344 5,5 mIlIardI patrimonio personale di zhang xin e pan shiYi prOprIetà del gruppo soho: 17 a
pechino e 12 a shanghai mIlIardI dI eurO valore della società all'esordio in borsa a hong Kong nel 2007.
mIlIOnI dI dOllarI utile netto della società nei primi sei mesi del 2014. mIlIOnI dI mq superficie complessiva
delle costruzionimargaret Chan primo direttore donna del dipartimento della salute di hong Kong, dal 2007 è
direttore generale dell'organizzazione mondiale della sanità. YaO Chen attrice 35enne, è la star più popolare
del paese. sul social weibo ha oltre 71 milioni di follower. è un'attivista per i diritti umani .
Wu Yajun fondatrice, presidente e ceo dell'immobiliare longfor properties, possiede un patrimonio di 3,4
miliardi di euro. In CIna nOn è sessO debOle peng lIYuan la moglie del presidente xi Jinping (ed ex cantante)
è la 57esima donna più potente del mondo secondo forbes . dalla politica al business, l'influenza delle donne
si sta sempre più allargando peng leI co-fondatrice (con JacK ma) del colosso dell'e-commerce alibaba, che
appena sbarcato a wall street ha toccato quota 21 miliardi.
Foto: A sinistra, le tre «montagne» di Wangjing Soho a Pechino disegnate da Zaha Hdid. In apertura Zhang
Xin sulla cima del grattacielo Chaoyangmen durante la costruzione di un altro progetto della società: il Galaxy
Soho. Nella pagina a fanco, l'imprenditrice nel suo uffcio nella capitale cinese.
27/10/2014
CDA - Condizionamento dell aria - N.7 - ottobre 2014
Pag. 14
(diffusione:3790, tiratura:3983)
BUILDING SUSTEM COMMISSIONING: I PRINCIPI, LE FIGURE
COINVOLTE, ALCUNI ESEMPI
Continua la rubrica di CDA curata dall'ing Belviglieri e fecalizzata sull'importanza del Commissioning per la
corretta realizzazione di impianti efficienti negli edifici
Filippo Belviglieri
Nel precedente articolo sono stati sostanzialmente mostrati esempi reali di situazioni a dir poco disastrose,
che avrebbero potuto essere evitate gestendo in maniera opportuna il processo edilizio. Lo strumento di
gestione idoneo, ampiamente riconosciuto a livello internazionale, è il processo di"Building System
Commissioning". Commissioning (Cx) è "un processo di gestione del progetto (dall'inglese Project, diverso da
Design) per ottenere, verificare e documentare che le prestazioni dell'edificio, degli impianti e degli
equipaggiamenti soddisfino obiettivi, criteri e requisiti ben definiti"; è dunque un processo di qualità che si
basa sull'assunzione che tutte le figure coinvolte, dal committente ai manutentori, siano pienamente
responsabili della qualità del loro lavoro. L'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), ha istituito due gruppi di
lavoro internazionali, rispettivamente l'Annex40 -"Commissioning ofBuilding HVAC Systems for Improving
Energy Performance"- nel 2004 e l'Annex 47"Cost-Effective Commissioning for Existing and LowEnergy
Buildings" - nel 2010, nei quali viene messo in grande risalto il ruolo che il processo di Commissioning riveste
per l'efficienza energetica e il comfort negli edifici. Inoltre, protocolli di sostenibilità ambientale, quali LEED e
BREAM, attribuiscono al Commissioning un ruolo fondamentale, a garanzia che un edificio venga realizzato,
avviato e gestito nel pieno rispetto delle aspettative del committente e delle scelte dei progettisti. L'autore è
Commissioning Process Management Professional certificato ASHRAE, con esperienza di Commissioning
Authority in svariati progetti, e illustra il processo di Cx, le figure coinvolte, le fasi più critiche, le
professionalità e le competenze tecniche necessarie per il Cx Team per la Cx Authority. Si riportano esempi
concreti della riduzione dei fabbisogni energetici ottenuti in edifici di nuova costruzione ed esistenti. Viene
illustrato inoltre come il processo di Cx si integra nel processo edilizio, evidenziandone similitudini e
innovazioni rispetto alla prassi attuale, presentando le esperienze raccolte, le difficoltà incontrate, i metodi
adottati per superarle, i timori iniziali e la partecipazione attenta e, spesso, entusiastica degli operatori.
Obbiettivo del processo di Commissioning è, dunque, assicurare la qualità durante tutto lo sviluppo del
progetto, per giungere alla realizzazione di un complesso perfettamente rispondente alle specifiche d'uso, a
costi certi e controllati, in grado di sfruttare in modo efficiente le fonti rinnovabili di energia a disposizione. La
definizione di Commissioning è come la punta di un iceberg, al di sotto della quale vi è l'impressionante
complessità del processo edilizio che, prima di essere gestito, deve essere compreso. La massima autorità
nel campo dell'energia, la IEA (International Energy Agency), accredita il commissioning quale processo
fondamentale per l'ottenimento e il mantenimento nel tempo dell'efficienza energetica, per cui, ben oltre la
certificazione energetica, il Commissioning deve amalgamare progettazione e gestione del sistema edificio
impianto, per ottimizzare il comfort e i consumi energetici reali (IEA 201 O/a). L'industria edilizia è tipicamente
condizionata dai costi iniziali (IEA 201 O/a) e, soprattutto nel settore "building", (dal residenziale
all'ospedaliero) è giunta nella fase in cui il mercato è saturo di competitors che hanno proliferato negli anni
del boom e oggi si trovano a dover soddisfare clienti con esigenze, conoscenze tecniche e forza contrattuale
sempre più elevate. L'offerta assolutamente disomogenea e sproporzionata, rispetto alla domanda, consente
ai committenti di condizionare a loro vantaggio i prezzi di vendita e i livelli qualitativi degli edifici che
intendono impiegare o acquistare. Ne consegue che la pressione sui costi iniziali aumenta ma,
contemporaneamente, crescono vertiginosamente i costi per il mancato soddisfacimento delle aspettative:
mancata locazione o vendita, contestazioni, canoni e prezzi al ribasso, elevato turnover dei locatari ecc. È in
grado l'edilizia italiana di affrontare la sfida congiunta della qualità e della competitivita? In un settore in cui la
cultura industriale è spesso molto distante, le capacità dei singoli danno sempre supporto alle lacune
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
31
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
RUBRICHE / COMMISSIONING
27/10/2014
CDA - Condizionamento dell aria - N.7 - ottobre 2014
Pag. 14
(diffusione:3790, tiratura:3983)
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
32
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
organizzative e la gestione del progetto (anche per opere importanti) è, nel migliore dei casi, affidata al
project manager, mancando totalmente la figura del project engineer; è necessaria una profonda presa di
coscienza che conduca a rivedere il modello organizzativo ragionando per processi, comprendendo come
vanno gestiti, quali sono le criticità e come si possono (si devono) aumentare i loro risultati. È necessario che
gli stakeholders dell' edilizia, in particolare quella italiana, si rendano finalmente conto che le attività "soft"
sono quelle che creano valore; bisogna imparare dall'eccellenza della nostra migliore industria
metalmeccanica, che è leader mondiale nei sistemi complessi e riesce a creare grandissimo valore con
commesse gestite a migliaia di chilometri dalla propria sede operativa, grazie anche a strutture interne di
ingegneria (soft investment) fortemente coordinate e altamente qualificate che conseguono lusinghieri utili
oltre all'apprezzamento dei committenti in tutto il mondo. Chi comprenderà che solo l'attività intellettuale (soft)
garantisce (in un mercato maturo e competitivo) la gestione efficiente del processo e, come inevitabile
conseguenza, la realizzazione efficiente delle attività di costruzione, a costi e qualità certi, potrà acquisire la
leadership del mercato. Chi non lo saprà fare è destinato a un irreversibile declino. Il processo di
Commissioning: dalle Owner's Project Requirements al Continuous Commissioning II Commissioning è un
processo sistematico che inizia dalla fase di progettazione con la documentazione dell'intento progettuale e
continua attraverso la costruzione, l'approvazione, il periodo di garanzia e la verifica effettiva delle
prestazioni. Il Commissioning raccoglie e coordina funzioni tradizionalmente separate: la gestione in forma
controllata dei requisiti del committente (OPR), le motivazioni delle scelte progettuali (BOD), i riesami
intermedi di conformità dei progetti alle OPR, la documentazione degli impianti, l'avvio delle apparecchiature,
la calibrazione degli impianti di regolazione e supervisione, le prove e i bilanciamenti, la verifica delle
prestazioni e la formazione del personale, il mantenimento degli impianti in condizioni di funzionamento
regolare ed efficiente. Questo processo non toglie o riduce la responsabilità dei progettisti degli impianti o
degli appaltatori degli impianti, di fornire impianti finiti e perfettamente funzionanti; infatti, come tutti i processi
di gestione in qualità, presupposto del Commissioning è che: committente, pianificatori, progettisti,
appaltatori, personale di conduzione e manutenzione, siano pienamente responsabili della qualità del loro
lavoro. Il Commissioning pertanto è un processo di gestione in Qualità dell'intero progetto, di cui la
Commissioning Authority (CxA) è il coordinatore. Il Commissioning non è Controllo Qualità, non è Direzione
dei Lavori, non è (solo) Collaudo. Fase di progettazione Le finalità del Commissioning durante la fase di
progettazione sono: • supportare il committente nella definizione e successiva gestione di un documento
organizzato nel quale indicare i requisiti che l'opera deve soddisfare; tale documento, chiamato OPR
(Owner's Project Requirements), è un riferimento dinamico, che deve essere costantemente aggiornato nel
corso dell'intero processo di progettazione e costruzione; • supportare il committente nella stesura dei
disciplinari di incarico ai progettisti, affinchè venga evidenziato quanto ad essi richiesto in termini di Cx; •
assicurare che i progetti siano sviluppati con l'obbiettivo di soddisfare le OPR e, in caso di problemi,
condividere con il committente le revisioni alle OPR medesime; • assicurare che i progetti siano sviluppati in
modo da prevedere tutti gli accorgimenti necessari per la corretta esecuzione delle attività di TAB,
Calibrazione, Manutenzione: organi di taratura e bilanciamento, organi di misura, by-pass ecc. • assicurare
che nei progetti siano indicate le sequenze di funzionamento, sia per il funzionamento normale, sia per le
emergenze, i fuori servizio, gli stand-by ecc. • riesaminare gli assunti della progettazione (BOD - Basis Of
Design), sviluppati dal Team di Progetto e verificare la rispondenza e allineamento con le OPR; • definire il
piano di Commissioning, documento nel quale sono descritte le specifiche attività di Cx per l'opera, le
responsabilità, i ruoli, le modalità organizzative, le modalità di verifica, le modalità di risoluzione di non
conformità; • assicurare che i documenti di appalto contengano tutte le prescrizioni necessarie a descrivere
compiutamente gli obblighi degli Appaltatori in relazione alle attività di Cx. Il Commissioning altro non è che
buon senso, volontà di relazionarsi tra specialisti, rispetto dei ruoli, del lavoro altrui, e soprattutto
professionalità: il progettista degli impianti deve approfondire aspetti che spesso vengono trascurati (logiche e
sequenze di regolazione o modalità di manutenzione ad esempio), ma il progettista architettonico deve
27/10/2014
CDA - Condizionamento dell aria - N.7 - ottobre 2014
Pag. 14
(diffusione:3790, tiratura:3983)
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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considerare fin da subito le caratteristiche e le esigenze degli impianti, che non sono più un elemento
complementare da applicare e nascondere. Non sono passati molti anni da quando un ingegnere edile della
vecchia guardia, dopo aver già appaltato le opere civili per un palazzetto dello sport, dovette risolvere il
problema di inserire tutte le centrali - termica, idrica, elettrica, trattamento aria - in un cubicolo di 20 m
progetto "Centrale termica"e mi assicurò : "...per il prossimo progetto stai sicuro che ti interpellerò prima di
iniziare i lavori...", ma non lo fece mai e preferì cambiare consulenti, cercando qualcuno che non avesse
pretese "tanto assurde" da richiedere modifiche al progetto architettonico per inserire gli impianti. All'epoca,
meno di 15 anni fa, si parlava di progettazione integrata, solo e poco, per i grandi edifici; oggi questa cultura è
sicuramente più, anche se non sufficientemente, diffusa; la frontiera però si è spostata oltre: non basta che il
progetto sia sufficientemente integrato da evitare situazioni incresciose e costosissime di spazi mancanti per
collocare gli impianti, serve anche che gli impianti funzionino bene, consumino poco, garantiscano il comfort,
siano facili da manutenere e da gestire... Fase di Costruzione II Commissioning durante la fase di costruzione
è focalizzato a raggiungere i seguenti obiettivi specifici: • assicurare che il processo e le sue finalità siano
comprese e condivise dagli appaltatori; • predisporre le verifiche pre-funzionali; • assicurare la corretta
calibrazione del sistema di regolazione automatica; • assicurare la corretta esecuzione delle attività TAB; •
verificare che le apparecchiature e gli impianti siano installati secondo le raccomandazioni dei costruttori e gli
standard minimi accettati dall'industria e sottoposti ad adeguate verifiche di funzionamento dagli appaltatori; •
verificare e documentare le corrette prestazioni di apparecchiature e impianti, mediante la fornitura agli
appaltatori delle schede di verifica funzionale ed il controllo della loro corretta e completa applicazione;
assicurare il corretto funzionamento dei sistemi regolazione automatica e BMS; assicurare l'impostazione di
tutti i trend necessari alla corretta gestione e monitoraggio degli impianti; • verificare che la documentazione
di O&M, prodotta specificatamente per il sito, sia completa; verificare che il personale operativo del
proprietario sia adeguatamente formato; redigere un rapporto finale di Commissioning.
I PRINCIPALI ACRONIMI UTILIZZATI NELLE ATTIVITÀ DI COMMISSIONING OPR Requisiti del
Committente (Owner's Project Requirement) BOD Basis Of Design - Base del Progetto Cx Commissioning Cx
Pian Commissioning Pian Piano di Commissioning CxA Commissioning Authority TAB Verifica-CalibrazioneBilanciamento (Testing - Adjusting - Balancing) O&M Operation and Maintenance (Conduzione e
Manutenzione) Sub Subappaltatore
BIBLIOGRAFIA IEAAnnex 40. 2004 Results of IEA ECBCS Annex 40 lEAAnnex 47. 2010/a Final Report 1 Commissioning Overview lEAAnnex 47. 2010/b Final Report 3 - Commissioning Cost-Benefit and Persistence
of Savings Belviglieri F. 2012. Building Systems Commissioning e Retro Commissioning. Il processo calato
nella realtà italiana: testimonianze del suo fondamentale contributo all'efficienza. AICARR29" Convegno di
Bologna. Atti Belviglieri F. 2012. Il Commissioning e la taratura dei modelli di simulazione energetica per il
controllo degli impianti: la raccolta e l'analisi dei dati all'avvio dell'impianto. AICARR 29° Convegno di Padova.
Atti ASHRAE Guideline 0-2013 "The Commissioning Process" ANSI/ASHRAE/IES Standard 202-2013
"Commissioning Process for Buildings and Systems" ASHRAE Guideline 1.1-2007 "HVACEtR Technical
requirement for The Commissioning Process" LEED US 2009 LEED Italia 2009 Portland Energy
Conservation (www.peci.org) US Dept Of Energy (DOE) (http://cx.lbl.gOv/l) CaCx California Commissioning
Collaborative (http:// www.cacx.org) Sito WEB Fluke Calibration (http:/Iwww. flukecal.com)
Foto: ICPMP-ASHRAE)
Foto: Planex S.r.L. Società di Engineering - Verona
Foto: L'analisi dei dati all'avvio dell'impianto
Foto: Verifica, calibrazione e bilanciamento degli impianti
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Il Nuovo Cantiere - 5 ottobre 2014
Pag. 12
(diffusione:7146, tiratura:9026)
Grandi tamponamenti per la scuola ad alta efficienza energetica
A Isola Vicentina, nella nuova area di espansione urbanistica in località Vallorcola, è stata ultimata una nuova
scuola secondaria di primo grado, che per le sue caratteristiche in termini di efficienza energetica costituisce
un esempio virtuoso in vista dell'applicazione del piano di edilizia scolastica approvato lo scorso luglio,
destinato a interessare oltre ventimila plessi scolastici. Commissionato dal comune di Isola vicentina e dalla
provincia di Vicenza allo Studio Teco+Partner di Bologna in collaborazione con l'arch. Giovanna Ruggieri e
Nier Ingegneria Spa, il nuovo edificio è stato realizzato dall'Impresa Costruzioni Edili Parpajola Sps di
Padova. Nella concezione del nuovo manufatto si è tenuto conto delle esigenze dell'attività scolastica e sono
state privilegiate scelte architettoniche che permettessero di ottenere un'ampia illuminazione agli ambienti e
una funzionale articolazione degli spazi. L'organismo si compone di quattro blocchi funzionali (che accolgono
le aule, gli spazi comuni, gli uffici amministrativi e i locali di servizio) dislocati a crociera e convergenti nel
nodo centrale, costituito dall'ampio atrio multifunzionale a doppia altezza, su cui è stata realizzata una
copertura inclinata dall'andamento curvo sia in senso longitudinale che in quello trasversale. L'illuminazione è
consentita da grandi lucernari di forma circolare. La conformazione dell'edificio è calibrata sulla
iinterpretazione funzionale delle attività scolastiche, in chiave di efficienza, semplicità e dinamicità. Proprio su
questi paradigmi si è riflettuto per sciogliere il nodo legato alla scelta del materiale per la realizzazione delle
murature. La doppia altezza dell'atrio ha creato l'esigenza di realizzare grandi tamponamenti esterni con
diverse esposizioni, che fossero in grado di raggiungere i valori di isolamento utili a perseguire gli obiettivi
energetici della nuova costruzione. Questi ultimi implicavano il ricorso a differenti tipologie di materiali, isolanti
sia dal punto di vista termico che acustico. La scelta di blocchi in calcestruzzo aerato autoclavato ha
permesso di semplificare la stratigrafia delle pareti con l'impiego di un unico elemento e razionalizzare le fasi
di progettazione, realizzazione e gestione dell'edificio. Per le pareti sono stati impiegati 825 mq di blocchi
Ytong Clima da 40 cm e 253 mq di Ytong Clima da 30 cm, per un totale di circa 1080 mq di murature
realizzate con lo stesso sistema, la cui ecocompatibilità è assicurata dall'origine naturale del materiale. La
trasmittanza della parete comp'ensiva di intonaco è di 0,2 VV/mqK, senza la necessità di adottare ulteriori
materiali iso anti quali pannelli in Eps o lana di roccia, e con una considerevole riduzione dei tempi di posa.
L'indice di prestazione energetica globale dell'edificio risulta pari a 18,49 kWh/mca, corrispondente alla classe
C, mentre per la sola climatizzazione invernale l'indice di prestazione energetica Epi è 15,11 kWh/mca.
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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ITALIA | EDILIZIA SCOLASTICA IN COSTRUZIONE | DOVE E COME
28/10/2014
Il Nuovo Cantiere - 5 ottobre 2014
Pag. 18
(diffusione:7146, tiratura:9026)
Edifici «intelligenti» con prestazioni antisismiche
Corrado Colombo
IL CONTRACTOR Società Italiana per Condotte d'Acqua Spa, fondata nel 1880, con lo scopo di «fornire
acqua per usi civici, agricoli e industriali», oggi è in grado di realizzare grandi progetti «chiavi in mano» e si
propone per operazioni di project financing per grandi opere nel mondo. La società opera in diversi settori nei
quali ha realizzato dighe, impianti idroelettrici, strade e autostrade, ferrovie e metropolitane, porti e opere
marittime, opere idrauliche e progetti d'irrigazione, aeroporti, opere in sotterraneo, opere civili per centrali
termiche e nucleari, interventi di edilizia residenziale, direzionale, sportiva, industriale, e ospedaliera, opere di
salvaguardia ambientale e monumentale che, per qualità e impegno tecnico, hanno spesso raccolto unanimi
consensi a livello internazionae. Nel settore marittimo sono molteplici le opere di rii evo realizzate in tutto il
mondo: complessi portuali civili e industriali, bacini di carenaggio e darsene, noli e dighe foranee,
sistemazioni costiere di protezione. IL PROGETTISTA Professore a contratto presso le Facoltà di Architettura
dell'Università di Napoli Federico II e del Politecnico di Milano, l'architetto Alessandro Gubitosi ha realizzato il
nuovo Quartier Generale Nato Jfc Napoli e curato l'organizzazione di diverse mostre e convegni di
architettura, fra cui quella dedicata a «Richard Meier-Architetture/Projects 1986-1990» al Palazzo Reale di
Napoli (1991 ) e della relativa monografia retrospettiva (Centro D, Firenze). 11 Quartier generale regionale
forze alleate Europa meridionale, denominato Afsouth 2000, occupa un'area di circa 327.47 mq, posti
nell'area principale del Ricevitore Satellitare in località Lago Patria nel comune di Giugliano in Campania
(Napoli). All'interno di quest'area, 17.522 mq sono occupati da strutture già esistenti: 12.028 mq dalla
stazione ricezione satellitare e 5.494 mq da un magazzino e piazzale circostante). Per la realizzazione del
nuovo fabbricato principale Afsouth 2000 vi era a disposizione un'area di 309.948 mq di cui 13.781 mq
dedicati per una successiva espansione. Il complesso risulta suddiviso in 11 aree funzionali, che
comprendono i manufatti principali e le diverse altre strutture tecniche e di servizio minori. Il complesso di
edifici, denominati attraverso le lettere dell'alfabeto, di compone di: il complesso principale dove verranno
collocati il quartier generale Afsouth e i comandi principali subordinati (fabbricato A); il centro comunitario
(fabbricato C) ; le officine di manutenzione, magazzino, e il deposito materiali (fabbricato D) ; il fabbricato che
include il cancello di accesso principale e un centro conferenze stampa (fabbricato E); il fabbricato per la
centrale termica ed elettrica, con vasca per l'accumulo di ghiaccio per l'impianto di raffreddamento, serbatoio
interrato per l'acqua potabile e per l'acqua antincendio con relative sale pompe (fabbricato H); l'edificio per il
supporto nazionale italiano (fabbricato I); la struttura per spogliatoti e docce a supporto del campo di calcio e
della pista di atletica (fabbricato M); i sotto-servizi e tunnel impianti, incluse le sottostazioni stazioni elettriche
esterne e i punti di consegna utenze, due vasche di compensazione dell'impianto dì scarico acque
meteoriche, e accessori (fabbricato N e O). PROGETTAZIONE ARCHITETTONICASTRUTTURALE Durante
e immediatamente dopo l'espletamento della gara d'appalto sono intervenuti due innova ni normative che
hanno comportato la necessità per la Committenza di adeguare il progetto esecutivo di contratto.
Precisamente: la riclassificazione sismica effettuata dalla Regione Campania, che ha elevato da 3° a 2° la
zona sismica dell'area; la presenza, nell'Ordinanza n.3274 del 20/03/2003, degli allegati 2, 3 e 4 che hanno
sostanzialmente modificato la normativa antisismica italiana allineandola alla più moderna normativa europea
(Ec8). La Committenza, allo scopo di contenere i tempi richiesti per la revisione progettuale, ha chiesto che si
scegliesse una soluzione strutturale tale da minimizzare gli eventuali cambiamenti richiesti all'architettura e
agli impianti, concentrando le eventuali variazioni unicamente sul progetto strutturale. Anche al progetto
strutturale è stata richiesta l'aderenza al progetto originario, soprattutto in termini di dimensioni attribuite ai
vari elementi strutturali e di tipologie strutturali adottate. Alla richiesta precedente è stata poi affiancata
l'istanza di adottare soluzioni costruttive che consentissero una maggiore rapidità esecutiva, permettendo
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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EDILIZIA PUBBLICA | NUOVO QUARTIER GENERALE REGIONALE FORZE ALLEATE EUROPA
MERIDIONALE, NAPOLI
28/10/2014
Il Nuovo Cantiere - 5 ottobre 2014
Pag. 18
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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così un parziale recupero dei tempi accumulati conseguenti alle variazioni legislative intervenute in corso
d'opera. Di conseguenza sono state condotte le analisi necessarie per determinare il comportamento sismico
delle strutture nel passaggio dal Dm 96 all'Ordinanza e dalla zona sismica 3° alla 2°. Si è rilevato che nelle
nuove ipotesi di progetto l'incidenza dei carichi orizzontali cresceva significativamente (da 3 a 4 volte a
seconda del livello di duttilità adottato), mentre l'incidenza dei carichi verticali, da considerare agenti
contemporaneamente ai carichi orizzontali, si riduceva significativamente (carichi verticali più piccoli di un
fattore 1,5 circa ). Con tali differenze in termini di azioni, la possibilità di mantenere sostanzialmente immutati
il progetto architettonico e il progetto strutturale non presentava più efficacia alle variazioni necessarie per il
progetto strutturale. Si è pertanto deciso di intraprendere una nuova strada strutturale, tralasciando le
soluzioni antisismiche di carattere tradizionale basate sulla duttilità, e ricorrere a soluzioni antisismiche
innovative, basate sulle tecniche dell'isolamento alla base e della dissipazione d'energia. Al fine di contenere
al massimo la risposta dell'edificio all'azione sismica riconducendo tale risposta a valori molto prossimi a
quelli per i quali l'edificio era stato originariamente progettato, si è utilizzato un sistema accoppiato isolatoridissipatori realizzati in elastomero armato in grado di offrire il vantaggio di una facile installazione e di una
elevata affidabilità, provata dall'estensivo uso che se ne è fatto fino a oggi e dalla grande quantità di prove
effettuate su di essi. Gli isolatori sono costituiti da strati alternati di gomma e acciaio, questi ultimi con lo
scopo di confinare la gomma in modo da evitare l'eccessiva deformabilità laterale della gomma stessa sotto
carichi verticali e da garantire quindi l'opportuna rigidezza in direzione verticale. Essi hanno inoltre una
significativa capacità ricentrante dopo il terremoto e un comportamento sostanzialmente elasto-viscoso.
FABBRICATO A - IL COMPLESSO PRINCIPALE L'edificio principale è stato progettato e realizzato come un
complesso compatto di quattro corpi edilizi con quattro livelli fuori terra. Questi corpi lineari sono
interconnessi, definendo una corte interna quasi rettangolare, oltre a una corte di ingresso parzialmente
aperta sul lato a nord. L'orientamento longitudinale dell'edificio è prossimo all'allineamento nord-sud,
ottimizzando l'irraggiamento solare sulle facciate più lunghe. Il complesso è altresì dotato di livello interrato
che si estende anche parzialmente a un secondo livello interrato -2. L'edificio è costruito con struttura mista:
calcestruzzo armato per l'interrato ed nuclei verticali, e struttura in acciaio per i piani fuori terra.
Complessivamente 8 aree funzionali, che corrispondono pressappoco allo stesso numero di elementi
tìsicamente indipendenti. La circolazione tipica di piano è realizzata nella maggior parte delle sezioni
dell'edificio attraverso gallerie illuminate naturalmente dall'alto. Il pavimento del corridoio di distribuzione di
ogni piano include numerose aperture orizzontali, che consentono l'interazione visuale fra i quattro livelli.
Inoltre, questi elementi permettono la diffusione della luce proveniente dall'alto, e sono proporzionati alo
spessore trasversale dell'edificio. La circolazione verticale normale e di emergenza, scale e ascensori, sono
localizzate razionalmente nelle connessioni di ogni blocco edilizio. Tutte le scale e i gruppi di ascensori sono
dotati di filtri a tenuta di fumo e setti verticali antincendio, che separano i blocchi in compartimenti
antincendio. STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO La struttura portante del piano terra e dei due
livelli inferiori del fabbricato principale (livello 0, livello -1 e livello -2)è in calcestruzzo armato. La struttura si
estende sulla superficie in forma all'inarca rettangolare e di dimensioni approssimativamente pari a 155x104
m che, priva di giunti, raccoglie e sostiene tutte le strutture metalliche provenienti dall'elevazione dei vari
edifici costituenti il complesso, tra i quali sono presenti dei giunti. Gli elementi verticali sono costituiti dai
nuclei scala e servizi (provenienti dall'elevazione dei singoli edifici), pareti singole e pilastri; gli elementi
verticali trasferiscono in fondazione i carichi, attraverso un reticolo di travi in calcestruzzo armato di altezza e
geometria variabile. I solai sono costituiti, per tutti i livelli, da pannelli alveolari estrusi tipo spirali di altezza 25
cm o 30 cm con ssovrastante soletta in calcestruzzo armato dello spessore di 5 cm armata con rete
elettrosaldata §8/20x20, a esclusione della copertura del cento operativo che, data la luce e i carichi notevoli,
è realizzata con elementi prefabbricati di altezza pari a 70 cm con sovrastante soletta in calcestruzzo armato
di 5 cm di spessore. Le travi del livello 0 nonché quelle del livello -1 che non poggiano direttamente sugli
isolatori sono realizzate con cassaforme di tipo tradizionale, con rientranze della sezione trasversale per
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Il Nuovo Cantiere - 5 ottobre 2014
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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consentire l'appoggio dei solai. Il reticolo di travi ai livelli -2, nonché quelle del livello -1 poggianti sugli
isolatori, sono state gettate all'interno di gusci prefabbricati autoportanti, in grado quindi di limitare le
operazioni di casseratura e puntellatura, e presentano, nella maggioranza dei casi, geometria variabile con
riduzione dell'altezza nella mezzeria al fine di consentire il passaggio di personale per l'ispezionabilità e
manutenzione dei suddetti isolatori-dissipatori sismici. Tanto gli isolatori quanto i dissipatori sono stati disposti
in modo tale che il loro centro di rigidezza fosse collocato in corrispondenza del centro di massa dell'edificio
così da evitare la comparsa, nel sistema di isolamento, di momenti torcenti parassiti. Per evitare spostamenti
orizzontali differenziali tra i vari elementi verticali, al di sopra degli isolatori è stato realizzato un grigliato di
travi in calcestruzzo armato dotate di grande rigidezza, così da assicurare un funzionamento a diaframma
rigido del solaio immediatamente sovrastante gli isolatori. Al disotto degli isolatori è stato realizzato un
sistema di plinti in calcestruzzo armato collegati tra loro mediante travi di sezione opportuna. Gli isolatori e i
dissipatori risultano compresi tra il sistema plinti-travi collegamento e il sistema grigliato di travi e sono
collegati ad ambedue i sistemi mediante bulloni dal diametro di 30 mm, in numero necessario a trasmettere i
necessari sforzi di taglio. Sia gli isolatori che i dissipatori sono ispezionabili e, se necessario, sostituibili; il
grigliato di travi superiore è dimensionato per resistere alle sollecitazioni conseguenti all'interposizione dei
martinetti finalizzati a consentire l'eventuale sostituzione dell'isolatore o dissipatore. Al sostanziale
scollegamento tra edificio e terreno che il sistema di isolamento assicura, corrispondono significativi
spostamenti relativi tra edificio e terreno in caso di sisma. Per consentire un corretto funzionamento degli
isolatori si è reso necessario isolare il perimetro dell'edificio dal terreno circostante, in modo che il sistema
isolato si possa muovere liberamente rispetto al terreno. A tal fine si è prevista la realizzazione di un muro di
sostegno del terreno circostante totalmente autoportante e separato dall'edificio con un giunto di 30 cm di
ampiezza. Agli elementi verticali principali (nuclei scale e ascensori, nuclei servizi, pareti) è stato demandato
il compito di resistere alle azioni orizzontali e in particolare a quella sismica agenti sul fabbricato. Questo
avviene a mezzo del solaio che, grazie alla sua elevata rigidezza nel piano orizzontale, è in grado di
raccogliere e trasferire alle strutture sismo-resistenti la totalità delle forze orizzontali e di conseguire un
comportamento generale del tipo «a piano rigido». Strutture in acciaio Le strutture in elevazione del
fabbricato A sono costituite interamente da carpenteria metallica, prodotta assemblando in opera,
esclusivamente tramite giunzioni bullonate, profili laminati commerciali lavorati in officina. Ad eccezione di
alcuni elementi secondari non strutturali (lamierini ferma-getto di bordo), non è stata prevista alcuna saldatura
in opera. Sono presenti nove fabbricati, separati da giunti di ampiezza crescente con la quota, pari ad h/100.
La struttura portante dei fabbricati, nel caso generale, è costituita da una serie di telai principali a tre campate
a quattro piani disposti secondo la direzione planimetricamente minore. Per limitare al massimo i tempi di
esecuzione e segnatamente per le strutture (le carpenterie metalliche) già per loro natura sostanzialmente
prefabbricate, sono state utilizzate soluzioni costruttive che facilitassero il montaggio. Si è pertanto fatto
ricorso a una disposizione costruttiva che prevedesse colonne di sezione costante sull'intera altezza e sulle
quali fossero già saldati i tronchetti di attacco delle travi, e travi cernierate a tali tronchetti. Il collegamento a
livello di piano tra i vari telai principali e secondari e tra questi e gli elementi rigidi in calcestruzzo armato è
ottenuto a mezzo del solaio che, grazie alla sua elevata rigidezza nel piano orizzontale, è in grado di
raccogliere e veicolare verso le strutture sismo-resistenti in calcestruzzo armato la totalità delle forze
orizzontali e di realizzare un comportamento generale del tipo «a piano rigido». I pannelli di lamiera sono
interrotti in corrispondenza delle ali delle travi a causa delle presenza dei connettori, talché nella fase di
realizzazione del solaio la lamiera stessa risulta semplicemente appoggiata ed è in grado di sopportare il
peso del getto e delle maestranze, una volta posizionata, li fissa alle travi mediante chiodatura o viti
autofilettanti. Facciate Le facciate dell'edificio sono state disegnate secondo il principio di minimizzare la
superficie di vetro delle facciate esposte verso il perimetro della base massimizzando, d'altra parte,
l'infiltrazione di luce naturale verso il centro delle ali dell'edificio lungo il cortile interno. Le facciate esterne
(tipo A) sono costituite da finestre a nastro incassate e da un rivestimento di pannelli prefabbricati in
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
alluminio. I pannelli e le finestre sono state montate mediante un controtelaio in acciaio zincato su pannelli
prefabbricati di calcestruzzo leggero fissati alla struttura principale di acciaio. I moduli finestra tipici sono
larghi 1500 mm e alti 2000 mm. Questo è un sistema integrato che include una striscia orizzontale alta 500
mm in pannelli di alluminio in corrispondenza della quale sono realizzati dei cassonetti sporgenti. Il telaio
delle finestre è in alluminio e l'interno, degli elementi del montante verticale sono configurati per ospitare un
divisorio acustico, che si connette al sistema di divisione modulare interno. La struttura del telaio delle finestre
è a taglio termico, includendo un isolamento in politermide o poliammide, per garantire un valore di
trasmissione termico in conformità al Din 4108. Le finestre sono provviste di un frangisole in alluminio,
montato tra i cassonetti esterni. Le facciate lungo il cortile interno (tipo B), a eccezione di piccole porzioni,
sono costituite da pareti continue. Anche questo sistema è basato su un modulo 1S00 mm. La parete
continua è composta da elementi principali verticali di alluminio con connessioni trasversali. Mentre gli
elementi verticali sono posti regolarmente ogni 1500 mm, il numero delle connessioni trasversali varia a
seconda dello schema di facciata, per formare varietà e interesse visivo, pur rimanendo un concetto
costruttivo unico. Dove la frequenza dell'elemento trasversale è alta, forniscono essi stessi una protezione
per il sole. Dove questi elementi mancano, è previsto un sistema di frangisole continuo in alluminio. Il vetro
per le facciate, sia di tipo A che di tipo B, è del tipo a vetrocamera, con vetro esterno a bassa emissione da 6
mm, 16 mm di camera d'aria, e vetro interno stratificato 4 + 4 mm con strato di Pvb. Tutte le coperture piane
sono completate con un pacchetto formato da uno strato di barriera al vapore, un massetto per pendenze,
una membrana impermeabilizzante in materiale elastomerico termosaldato, uno strato di isolante, e
pavimento in lastre di cemento o zavorra in ghiaia. I tetti sui corridoi di circolazione, così come in altre aree
speciali quali la copertura dello snack bar, sono composti da uno strato superficiale di pannelli di alluminio
posizionati su uno strato impermeabile, costituito da pannelli prefabbricati metallici con interposto strato
isolante. Finlture interne I divisori interni per tutti gli uffici sono formati da elementi prefabbricati modulari: al
75 % pannelli modulari e al 25% unità speciali e di accesso. I pannelli modulari sono di tre tipi: interamente in
vetro, vetrati per 1/3, e opachi. Il Centro Operazioni al livello -1 del Complesso Principale ha parte delle mura
perimetrali in calcestruzzo strutturale e parte in blocchi di calcestruzzo cellulare colorato. Tutte le altre
divisioni al livello -1 sono in calcestruzzo armato di spessore 250 mm, con una resistenza al fuoco di due ore.
Anche i livelli da 0 a 3 sono divisi in sezioni antincendio per mezzo di muri taglia fuoco in blocchi di
calcestruzzo cellulare. EDIFICIO C - CENTRO COMUNITARIO II centro comunitario è l'edificio che raccoglie
tutti 1 servizi di supporto alla vita quotidiana del personale Afsouth. Esso è organizzato su tre piani fuori terra
e un livello interrato. I piani sono disposti in modo da consentire la massima esposizione a sud e per formare
un prisma diagonale scalettato. L'edificio nel suo complesso è diviso in 3 corpi (quello centrale è considerato
il corpo principale) realizzati con struttura in calcestruzzo armato e presenta un'altezza variabile tra 4.80 e
12.62 m. Il corpo principale si sviluppa su più piani e ospita le funzioni del centro comunitario; il secondo
edificio è costituto da un piano interrato che ospita servizi e magazzini ubicato a nord del corpo principale;
infine il terzo edificio, posizionato a ovest tra l'edificio e la piscina, ospita i locali tecnici. Il piano terra (livello 0)
include un grande atrio, a più livelli e provvisto di un lucernario, da cui si accede a tutti i servizi dell'edificio: la
mensa intemazionale, il super/mercato e gli spazi di vendita dei concessionari. Il livello 1 è provvisto di un
grande terrazzo che corrisponde al tetto della mensa internazionale, che connette la struttura di ricevimento
Cincsouth all'area sottostante riservata alla piscina all'aperto. Una scala esterna consente tale collegamento.
Questo livello include anche spazi di vendita e l'auditorium principale/teatro, con 350 posti a sedere. Il terzo
piano è dedicato alla biblioteca e alla sezione formazione che si avvale della luce naturale proveniente
dall'ultimo livello per mezzo di una copertura a lucernario trasparente. Strutture Le dimensioni totali
dell'edificio sono di circa 126 x 36.6 m. Strutturalmente il corpo principale dell'edificio comunitario è costituito
da tre blocchi realizzati con struttura in calcestruzzo armato e diverse tipologie di orizzontamenti in funzione
delle diverse luci da coprire: • il 1 ° blocco (sulla sinistra della pianta detto corpo basket) ha la struttura
portante verticale in calcestruzzo armato e strutture orizzontali realizzate con tegoli prefabbricati in
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calcestruzzo armato precompresso; • il 2° blocco (che occupa la parte centrale della pianta) ha la struttura
principale in calcestruzzo armato sia per i pilastri che per le travi e al suo interno si diramano delle scale
interne in acciaio per raggiungere i vari livelli; • il 3° blocco (sulla destra della pianta detto corpo teatro) ha la
struttura portante verticale in calcestruzzo armato e strutture orizzontali sempre in calcestruzzo armato e
tegoli prefabbricati in calcestruzzo armato precompresso. I solai, sono stati realizzati in lastre prefabbricate di
calcestruzzo armato di tipo alveolare. All'interno del corpo principale vi è una zona di vuoto attraversata da
una passerella in acciaio di collegamento. I solai sono precompressi di tipo alveolare di altezza 20 cm, con
una soletta di 4 cm (armata con rete 98 20x20) avente la funzione principale di dare elevata rigidezza agli
impalcati nel proprio piano, in tal modo realizzando il vincolo di diaframma rigido e, dunque, determinando
una efficace distribuzione delle azioni sismiche tra i diversi elementi resistenti verticali. Le zone di confine tra i
diversi corpi sono collegate da solette piene in calcestruzzo armato dello spessore di 20 cm, in modo da
conferire elevata rigidezza e resistenza al collegamento e, dunque, uniformare il comportamento dinamico di
strutture aventi caratteristiche di rigidezza alquanto diverse. La maglia strutturale del corpo principale ha
dimensioni in pianta pari a circa 7x7 m, mentre le luci libere coperte dalle travi in calcestruzzo armato
precompresso sono dell'ordine dei 21 m all'interno del corpo basket, e dei 17 m per il corpo ospitante il teatro.
La sottostruttura in calcestruzzo armato, posizionata al di sotto del piano di isolamento costituita dalla
fondazione e dal piano di appoggio dei dispositivi di isolamento, consiste in una platea dello spessore di 50
cm irrigidita da travi emergenti alte 60 cm e larghe 70 cm. Le colonne su cui poggiano i dispositivi di
isolamento sono di dimensione 110x170 cm. La struttura già progettata secondo la precedente normativa
sismica è stata trattata alla stregua di una struttura esistente, senza cambiare le dimensioni degli elementi
strutturali ed, in particolare, dei pilastri che hanno mantenuto le loro dimensioni (a es. al primo livello 60x60
cm, 70x70 cm, 70x60 cm e 80x70 cm). L'incremento di protezione sismica richiesto dalla nuova norma
sismica è stato pertanto ottenuto essenzialmente mediante l'inserimento del sistema di isolamento alla base.
Il primo livello del corpo principale e del teatro è alto 5.7 m, mentre per il campo da basket è pari a circa 8.5
m. Le elevate altezze di interpiano, determinando una consistente deformabilità propria della struttura in
elevazione (considerata fissa alla base), hanno richiesto la realizzazione di un sistema di isolamento molto
spinto dal punto di vista sia dell'aumento del periodo di vibrazione che della capacità di dissipazione di
energia. Solo in tal modo le caratteristiche dinamiche della struttura isolata consentivano di ottenere l'idonea
riduzione delle sollecitazioni di calcolo per la sicurezza al collasso (verifica allo stato limite ultimo) e degli
spostamenti interpiano per la salvaguardia degli elementi non strutturali (verifica allo stato limite di danno). Il
sistema di isolamento è realizzato mediante l'interposizione di isolatori elastomerici armati e di isolatori a
scorrimento tra la struttura in elevazione e la fondazione. Gli isolatori elastomerici armati sono dotati di
notevole deformabilità ed elevate capacità dissipative per spostamenti in direzione orizzontale, e di bassa
deformabilità in direzione verticale. Facciate Le facciate dell'edificio sono disegnate per offrire aperture di
diverse dimensioni e posizioni, data la varietà del programma funzionale. Il sistema di facciata è composto da
aree di parete continua circoscritte da una superficie rivestita in pannelli di alluminio. Le pareti contìnue
includono finestre apribili di varie dimensioni e pannelli fissi di vetro opaco. La copertura dei pannelli di
alluminio è sostenuta da una struttura di metallo zincato su pannelli di calcestruzzo alleggerito prefabbricato.
Il vetro è del tipo a vetrocamera, con vetro esterno a bassa emissione da 6 mm, 16 mm di camera d'aria, e
vetro interno stratificato formato da due lastre di vetro 4 + 4 e uno strato di Pvb. Coperture Tutte le coperture
piane sono completate con un pacchetto formato da uno strato di barriera al vapore, uno strato di isolante,
massetto per pendenze, una membrana impermeabilizzante in materiale elastomerico termosaldato, e
pavimento in lastre di cemento o zavorra in ghiaia. Una copertura di vetro fornisce luce naturale all'area
dell'atrio. Finlture interne La maggior parte delle partizioni interne è realizzata con blocchi di calcestruzzo
cellulare colorato. Le pareti sono anche in cemento a faccia vista e in pareti mobili modulari per le aree di
ufficio. L'area di formazione è attrezzata con pannelli divisori mobili scorrevoli e modulari, per permettere di
disporre agevolmente di varie configurazioni delle aule. Le aree di vendita sono separate dall'area di
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circolazione per mezzo di pareti vetrate continue. • IL CANTIERE Localizzazione: via Madonna del Pantano,
Giugliano in Campania (Napoli) Committente: Ministero della Difesa drezione generale dei lavori e del
demanio piazza della marina 4, Roma Rup: Cen. Mauro Becherelli Responsabile dei lavori: Col. Raffaele aggiano; T. Col. Giovanni Tota Coordinatore per la sicurezza e il coordinamento durante la progettazione
dell'opera: dott. arch. Alessandro Gubitosi Coordinatore per la sicurezza e la salute durante l'esecuzione
dell'opera: Tenente Colonnello ing. Antonio Bencivenga Importo finale netto opere strutturati: 30.229.165,99 €
Importo totale opera ultimata al netto del ribasso: 149.835.770,71 € Imprese esecutrici: Ati Società Italiana
per Condotte d'Acqua (mandataria) e Sirti spa (mandante)
L'officina di manutenzione racchiude 3 diverse attività raggruppate in un singolo edificio: l'officina veicoli; le
officine di manutenzione generiche; il magazzino. L'officina centrale è uno spazio a doppia altezza, mentre lo
spazio rimanente a est e a ovest è organizzato su due livelli, Un piccolo fabbricato realizzato con una
struttura in calcestruzzo armato per l'immagazzinamento di materiali a rischio è posto sul piazzale esterno a
sud-est. L'edificio nel suo complesso è diviso in 3 settori presentando un'altezza pari a 9.80 m. L'officina di
manutenzione dei veicoli è dotata di 10 baie di manutenzione ognuna delle quali dotata della sua porta
d'accesso, risultando una doppia fila di porte su due lati opposti dell'edificio. Le ali a due piani, poste ai lati est
e ovest dell'area di manutenzione, forniscono spazio per uffici, spogliatoi con armadietti e docce servizi
sanitari. STRUTTURE L'edificio presenta una pianta rettangolare allungata costituita da due corpi giuntati di
cui il primo, di dimensioni in asse 48.08 x 43.2 m, è per i la maggior parte della superficie a doppia altezza; il
secondo, di dimensioni 23.74 x 43.2 m si sviluppa su due piani. La copertura è a falde controventate,
caratterizzata da tre pendenze. Le strutture di fondazione sono costituite da plinti su pali di diametro 60 cm
collegati da cordoli in calcestruzzo armato aventi sezione 40x70 cm. I pali disposti ai vertici di un triangolo
all'interno del plinto sono distanziati di 180 cm. Ai fini dell'adeguamento sismico, sono presenti setti in
calcestruzzo armato di spessore 40 cm fondati su una zattera di altezza 90 cm. La struttura portante del
fabbricato, presenta connessione tra i telai realizzata con giunzioni bullonate assimilabili a cerniere fisse, così
come assimilabili a cerniere sono le giunzioni tra le travi e le colonne dei telai principali e tra le travi e le pareti
in calcestruzzo armato. Ne deriva un schema statico generale di tipo pendolare che demanda
interamente alle strutture in calcestruzzo armato in elevazione, cui è rigidamente collegato, il compito di
resistere alle azioni orizzontali di qualunque origine (in particolare quella sismica)agenti sul fabbricato. Il
solaio intermedio è realizzato con una lamiera grecata completato con un getto di calcestruzzo; all'interno
della soletta è stata inserita una rete elettrosaidata. A sostegno della lamiera è stata prevista una orditura di
profili Hea 320, connessi alle travi dei telai principali. MATERIALI, TECNOLOGIE E FINITURE Questa
struttura di tipo industriale è una costruzione economica realizzata con struttura in acciaio per le grandi
campate richieste dall'area di manutenzione. Le pareti perimetrali e la copertura sono rivestiti con pannelli in
doppia lamiera d'acciaio con interposto isolamento poliuretanico, di tipo prefabbricato e autoportanti. È
prevista un'alta fila di finestre su tutti i lati per ottenere un'illuminazione interna naturale non abbagliante. Il
tetto dell'area di manutenzione veicoli è fornito di una serie di aperture coperte da lucernari a cupolino alcuni
dei quali fungono come dispositivi d'emergenza contro il fumo. Questi elementi aggiungeranno luce naturale
all'area di lavoro. Nell'officina di manutenzione è ubicato lo spazio per l'istallazione di una cabina
prefabbricata di verniciatura. Speciali portoni di servizio sono installati in corrispondenza delle baie veicoli
nell'area manutenzione. Le colonne d'acciaio presenti nell'area centrale dell'officina principale di
manutenzione e nello spazio-magazzino sono protette dal rischio di urto dei veicoli per mezzo di un cilindro di
calcestruzzo del diametro di 1 m di base gettato intorno alle colonne stesse. Le porte e i pilastri delle aree
veicolari e del magazzino sono protette da paracarri in acciaio. La maggior parte dei tramezzi interni è
realizzata con blocchi di calcestruzzo cellulare colorato.
L'edifìcio E costituisce l'ingresso principale alla base e ospita, essenzialmente, il posto di guardia, l'ufficio
rilascio Pass/ld temporanei, un'area di ricevimento per il pubblico e una piccola sala conferenze. Esso è
composto da un edificio monopiano la cui copertura si estende a formare una grande pensilina al di sopra
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degli accessi carrabili tra cui è posta una garitta. Il centro conferenze stampa (parte dell'ufficio informazione al
pubblico) è qui posizionato per permettere l'organizzazione di conferenze stampa in un'area di pubblico
accesso. A questo scopo è previsto un parcheggio nelle vicinanze dotato di un collegamento interrato per i
cavi di telecamere e trasmettitori satellitari da utilizzare all'interno della sala conferenze. Il collegamento è
costituito da un cunicolo interrato con 6 tubi pvc all'interno del quale saranno sistemati, di volta in volta, i cavi
necessari nel loro percorso dai veicoli alla pedana per telecamere ubicata all'interno della sala conferenze.
STRUTTURE II fabbricato presenta forma rettangolare allungata di dimensioni 64.08 x 10.70 m ed è costituito
da due corpi di fabbrica strutturalmente indipendenti tra loro, caratterizzati da una fondazione comune a
platea dello spessore di 80 cm. I corpi sono classificabili come strutture sismo-resìstenti del tipo «a telaio». II
1° corpo (sulla sinistra della pianta) ha la struttura portante verticale e orizzontale completamente in acciaio,
con una unica trave che funge anche da copertura dell'ingresso. Il 2° corpo (a destra della pianta) ha struttura
principale in calcestruzzo armato e solaio di copertura in soletta piena con armatura a piastra. Le strutture di
fondazione constano di una platea con nervature parallele alle direttrici principali della pianta; dalle nervature
spiccano i pilastri a sezione circolare o rettangolare e un setto di spessore pari a 20 cm a costituire il guscio
che caratterizza la parte in calcestruzzo armato. La parte disposta lungo l'ingresso è sormontata da una
copertura in acciaio con travi reticolari. Tutto l'esterno dell'edificio è rivestito in pannelli d'alluminio. La
maggior parte delle partizioni interne è realizzata con blocchi di calcestruzzo cellulare colorato.
IL VALORE DELLE COMPETENZE I CONDOTTE Duccio Astaldi, presidente «L'esecuzione della Base Nato,
nuovo centro nevralgico per il controllo delle attività del Medio Oriente, ha rappresentato una sfida importante
per la nostra società, che è riuscita a garantire, in maniera tempestiva e brillante, gli elevati standard
internazionali di esecuzione richiesti. La collaborazione tra la committente, la direzione dei lavori e l'impresa,
con la regia del Ministero della Difesa, è risultata particolarmente efficace e sempre condotta con spirito
fattivo di collaborazione, pur nel rispetto dei differenti ruoli. Questo è un aspetto da evidenziare nell'ambito di
un panorama italiano in cui purtroppo, alcune volte, accade di dimenticarsi dell'obiettivo comune». nIng. And
rea Polli responsabile progettazione costruttiva ™ 1 è stata un grande esercizio di sintesi interdisciplinare,
reso ancor più complesso dalle differenti funzioni degli edifici presenti. È stata anche una palestra
ingegnerìstica dove sono state messe a punto soluzioni tecniche innovative che hanno comportato la
realizzazione di prototipi per un'adozione estensiva della prefabbricazione, riuscendo in tal modo a ottenere
anche un altissimo livello realizzativo». Ing. Gabriele Nati direttore ufficio tecnico «Per l'adempimento delle
alte prestazioni richieste per quest'opera, basti pensare che l'edificio del main complex con i sui 403
dispositivi antisismici è stato l'edificio isolato alla base più grande al mondo, la nostra società ha costituito una
squadra multidisciplìnare di propri tecnici di altissimo livello che ha messo in campo tutta la sua esperienza e
il suo know how, fin dalle prime battute legate alla redazione del progetto esecutivo dì dettaglio». Ing.
Raffaele Coraggio project manager «Le innovative soluzioni strutturali, le tecnologie e le tecniche costruttive
specifiche di ciascun edificio hanno richiesto da parte della nostra società un'attenta e puntuale definizione
delle complesse fasi esecutive e l'impiego di molteplici risorse, per numero e competenze che grazie a una
efficace azione di integrazione e coordinamento hanno consentito di conciliare la richiesta unicità
organizzativa con l'elevata specializzazione delle stesse determinando il ragguardevole risultato finale».
Foto: LA STRUTTURA è stata realizzata in carpenteria metallica, con • limici d'irrigidimento in c.a. gettato in
opera. Le dimensioni dell'edificio A sono imponenti: la cantierizzazione del fabbricato, oltre a esser suddivisa
per settori, ha comportato uno studio più approfondito nella scansione delle lavorazioni. LE FACCIATE sono
di tipo strutturale e offrono prestazioni elevate per il contenimento energetico; sono differenti a seconda della
loro esposizione e della loro funzione e sono tutte accomunate dall'utilizzo di pannellature in alluminio, con le
superfici in vetro minimizzate.
Foto: GLI SMORZATORI ANTISISMIC! e il telaietto di aggancio per la struttura portante del fabbricato. IL
CASSERO a perdere delle strutture è stato re con pannellature in calcestruzzo prefabbricato.
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Foto: I PLINTI DI FONDAZIONE sono stati ricavati all'interno del getto di magrone precedentemente gettato.
Per velocizzare la cantierizzazione del fabbricato molte parti sono state realizzate con tecnologia
prefabbricata. I LA STRUTTURA PORTANTE è stata realizzata in parte con calcestruzzo gettato in opera e in
parte con elementi prefabbricati. Vista la luce e i carichi progettuali dei solai, la tecnologia predalles è risultata
I la migliore per la velocità di cantierizzazione e presenta un'altezza variabile tra 4.80 e 12.62 m.
Foto: LA COPERTURA PIANA viene sfruttata in parte per il posizionamento dell'impiantistica. Parte di essa è
stata utilizzata per il posizionamento di una piscina. FABBRICATO COMPLETATO. Il centro comunitario
raccoglie tutti i servizi di supporto alla vita quotidiana del personale ed è organizzato su tre piani fuori terra e
un livello interrato, disposti in modo da consentire la massima esposizione a sud, a per formare un prisma
diagonale scalettato.
Foto: PER VELOCIZZARE la realizzazione si è impiegato acciaio sagomato in officina e tecnologia
pretaDDricata. PER L'ESTERNO è stata impiegata carpentena leggera.
Foto: LA FACCIATA ESTERNA, una volta completate le strutture, è stata rivestita con pannellature
d'alluminio.
Foto: LA COPERTURA CENTRALE, vista la luce, è stata realizzata con il varo ai travi tipo virendel
metalliche. COMPLETATE LE MURATURE, si è realizzato il pacchetto di facciata dalle prestazioni termiche
elevate. LA FINITURA SUPERFICIALE è il medesimo tipo di pannello in alluminio utilizzato all'interno di tutto
il sito Nato.
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Casa Hoval monltora l'efficienza energetica
Nella costruzione di Casa Hoval a Zanica, in provincia di Bergamo, la sfida di ottenere un edificio ad alta
efficienza energetica con il coinvolgimento di aziende specializzate in edilizia sostenibile ; si è accompagnata
a quella di rispettare una tempistica molto rigida, ?i attraverso una
Bruno Clemente
Sono stati completati in pochi mesi i lavori per la costruzione di Casa Hoval, la nuova sede aziendale ad alta
efficienza energetica realizzata a Zanica, in provincia di Bergamo. Organizzato secondo un cronoprogramma
molto dettagliato e a cadenza settimanale, il cantiere di Casa Hoval ha preso il via il 4 marzo scorso, con il
coinvolgimento di aziende specializzate in edifici efficienti e dunque ritenute in sintonia con la filosofia
aziendale del committente, incentrata sulla sostenibilità in edilizia: Alpi Fenster per serramenti e porte di
ingresso in legno e pvc, Biral per le pompe a basso consumo di energia, Sto per facciate, interni, ripristino del
calcestruzzo e rivestimenti per pavimenti, Termigas per impianti tecnologici, meccanici ed elettrici speciali,
Trabis come impresa di costruzione, Wolfsystem per le strutture prefabbricate in legno e acciaio. Scopo della
realizzazione, oltre a quello di creare un nuovo quartier generale, magazzino e sala prove per la società, era
quello di ottenere un modello esemplare di edificio in classe energetica A. L'iniziativa è partita nel 2011,
quando alla Hoval, azienda di Bolzano che produce sistemi per il raffrescamento e la ventilazione meccanica
ad alta efficienza, si è presentata l'esigenza di ampliare i propri spazi. Sono state prese quindi in
considerazione tre possibili strade diverse: riqualificare e ampliare la sede preesistente a Grassobbio, in
provincia di Bergamo (le altre due sono a Bolzano e all'Aquila), acquistarne una nuova, oppure acquistare un
terreno per costruirla secondo le proprie esigenze. Dopo una lunga ricerca e una valutazione dei differenti
costi e benefici, si è optato per la terza soluzione: l'acquisto di un terreno con la possibilità di costruire ex
novo una sede energeticamente efficiente. IL CONCEPT DELL'EDIFICIO Tra le quattro proposte che nel
2011 hanno partecipato alla gara per la realizzazione di Casa Hoval, è risultato vincitore il concept proposto
dallo Studio Solarraum di Bolzano, caratterizzato da una struttura mista in acciaio e legno e giudicato il più
vicino agli obiettivi dell'azienda. L'edificio è improntato a criteri di efficienza energetica e certificato
CasaClimaA. Rispetto a un metodo di lavoro tradizionale, che parte dall'architettura di un edificio per
approdare in un secondo tempo all'analisi degli impianti, in questo caso il percorso si è svolto in sinergia, fin
dai primi passaggi. Anche la scelta e l'analisi del sito, come il clima e microclima, l'orientamento e le
ombreggiature, sono stati curati in rapporto alle esigenze di elevata efficienza energetica e microclima interno
individuate per Casa Hoval. Prima che si passasse alla parte impiantistica, lo Studio Solarraum, responsabile
per il progetto architettonico, l'interior design e il project management, ha scelto di orientare l'edificio in modo
da ottimizzare il rapporto tra temperatura e umidità sia in inverno che in estate, prevenendo i possibili disagi
derivanti dalle basse temperature invernali, ma anche dal surriscaldamento estivo. A livello tecnico, si sono
bilanciati apporti solari e perdite per trasmissione nella fase invernale e in quella estiva. PROGETTAZIONE
ARCHITETTONICA Solarraum è uno studio di Bolzano che sì occupa di ricercare una sinergia tra
architettura, energia e mobilità, creando luoghi sostenibili per abitare e lavorare, per il turismo e il tempo
libero. I servizi offerti comprendono progettazione architettonica, direzione lavori, interior design, consulenze,
calcoli e pianificazione con qualità certificata, project management, blower door test e termografie. Il team
dello studio è composto da cinque professionisti: i Ceo arch. Barbara Wòrndle e ing. Oscar Stuffer, affiancati
nella progettazione dai collaboratori geom. Simon Gasser, geom. Erich Stuffer e arch. dipi. ing. Daniela
Wendlandt. Le realizzazioni più importanti, oltre a Casa Hoval, comprendono il Nordic Center ad Alpe di Siusi
(Bz) e una casa passiva a Castelrotto (Bz). STRUTTURE MISTE Wolf System Italia ha avviato la sua attività
nel 1986, con l'arrivo di Robert Stafler a Mules, in Alto Adige. Da oltre vent'anni l'azienda produce e installa in
tutta Italia costruzioni industriali, agricole, civili, contenitori e impianti biogas. La sede di Campo di Trens si è
progressivamente ampliata e attualmente comprende oltre 340 collaboratori, di cui 105 nel settore
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EDILIZIA INDUSTRIALE NUOVA SEDE AZIENDALE A ZANICA
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amministrativo, 40 ai servizi commerciali esterni, 22 alla produzione e 175 suddivisi su 35 squadre di
montaggio. Grazie alla posizione strategica, posta sull'asse europeo nord-sud, direttamente connessa alla
rete autostradale e ferroviaria, la sede dell'azienda è attrezzata per penetrare ulteriormente nel mercato
nazionale, dove opera in particolare nei settori delle case prefabbricate, con un aumento di oltre il 30% nel
2011, della costruzione di vasche di contenimento per l'innevamento artificiale, con impianti realizzati nelle
maggiori località turistiche invernali, e della realizzazione di impianti produzione biogas, con una potenza
installata complessiva di circa 200 megawatt. L'IMPRESA EDILE Trabis Costruzioni è un'azienda con sede
legale a Bergamo e sede operativa ad Alzano Lombardo. Attiva sia nell'esecuzione diretta dei lavori che
comprendono opere specialistiche, sia nella realizzazione di lavori come generai contractor, l'impresa
gestisce tutte le fasi che riguardano la realizzazione dell'opera, dalla progettazione fino alla consegna. Dotata
di certificazioni Iso 9001 e Soa, Trabis rivolge un'attenzione particolare a tre aspetti della pratica costruttiva:
qualità, ambiente e sicurezza. Tra le opere realizzate figurano la sede Hp a Cemusco sul Naviglio (Mi), la
sede Acerbis Italia Spa a Cene (Bg) e l'Hotel Winter Garden a Grassobbio (Bg). Per questo motivo l'edificio
presenta pochi serramenti esposti a sud. L'orientamento prevalente è infatti verso nord, est e in parte ovest
(in quest'ultimo caso con un'accurata scelta di sistemi ombreggianti) , allo scopo di ottenere un ridotto
apporto solare, riducendo così i fabbisogni energetici di raffrescamento estivo. In caso contrario si sarebbe
creato un notevole fabbisogno di climatizzazione e deumidificazione, gravante sul sistema impiantistico e
dunque sulle spese generali. L'edificio è stato dunque concepito in modo tale che gli impianti venissero
realizzati per produrre la minima energia realmente necessaria, e non per coprire le lacune della soluzione
architettonica. Elemento connotante dell'intervento è la sala formazione, concepita come una sala climatica
multimediale, in grado di riproporre le sei zone climatiche italiane e di ospitare proiezioni sulle pareti, sul
soffitto e sul pavimento. All'interno sarà possibile passare da una zona all'altra, con graduali variazioni della
temperatura e dell'umidità, per ricostruire il microclima ambientale ottimale. Questa parte dell'edificio è stata
volutamente concepita con orientamento a nord. MATERIALI E STRUTTURE I materiali scelti per le strutture
sono il legno e l'acciaio. Pilastri e travi sono realizzati in acciaio, il tetto del capannone è in legno lamellare, e
il cubo a sbalzo che ospita la sala formazione è in legno. Le pareti laterali del blocco aggettante di circa 7 m
sono costituite nella parte bassa da profilati in acciaio dell'altezza di 1,2 m, che svolgono la funzione portante
principale, mentre nella parte superiore è impiegata una struttura più leggera in legno. Per le pareti è stato
adottato il sistema Wolf Megawand di Wolfsystem/Wolfhaus, azienda che aveva già alle spalle una
collaborazione con Hoval nel progetto Case a L'Aquila. Per le facciate esterne è invece stato utilizzato un
cappotto in Eps intonacato. Come avviene solitamente in ambito residenziale, anche questo edificio è stato
concepito tenendo presenti le esigenze del fruitore finale, dunque il benessere degli occupanti. L'attenzione
alla salubrità del microclima interno è un requisito fondamentale per poter aggiungere alla certificazione Casa
Clima A il sigillo Work&Life. I vari uffici sono disposti in modo da ottimizzare i processi di lavoro. L'area
interna verde diventa spazio ricreativo per dipendenti e visitatori e può anche essere utilizzata per le riunioni
o come lounge. Il magazzino è costituito in una struttura acciaio - legno con un rivestimento in pannelli
sandwich. Per l'edificio amministrativo, in cui il target energetico è la classe A sia per il protocollo Casa Clima
che per quello Cened, è stato previsto il ricorso a pannelli prefabbricati in legno. IL CANTIERE La
realizzazione degli scavi, della struttura in cemento armato, degli esterni e dei massetti interni è stata
compiuta dall'impresa Irabis Costruzioni, sempre presente in cantiere con una squadra composta da
personale altamente specializzato. Per preparare il sottofondo della pavimentazione industriale, in accordo
con la direzione lavori di Solarraum, si è deciso di utilizzare i materiali di risulta prodotti negli scavi per le
fondazioni. Anche il terreno di coltura è stato lasciato in sito per essere riutilizzato come recinzione dell'area.
La pavimentazione del magazzino è stata realizzata in cemento armato levigato con sabbia al quarzo, una
soluzione studiata per poterne aumentare la resistenza e consentire il passaggio dei mezzi di
movimentazione. Si è passati successivamente alla posa dei massetti alleggeriti e del piano di calpestio. Tale
«pacchetto» è stato accuratamente studiato per ottenere un buon isolamento acustico, e ha rappresentato
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
l'intervento più delicato, perché era richiesta un'applicazione perfetta, fino ai minimi dettagli, per garantire il
rispetto dei requisiti acustici. L'ultima fase è invece dedicata alla preparazione di un sottofondo stabilizzato di
colore grigio per le parti carraie del traffico automezzi e di colore giallo per i parcheggi delle auto. Per quanto
riguarda la parte impiantistica, si è iniziato dalla posa delle reti che transitano dall'esterno all'interno
dell'edificio, per l'adduzione del gas metano, gli scarichi e l'alimentazione elettrica, gli impianti relativi alla
dispersione delle acque meteoriche, le fosse perdenti e tutte le reti che convogliano le acque dei tetti.
Successivamente si è passati agli interventi di predisposizione per l'installazione degli impianti a soffitto
radiante. L'INVOLUCRO EDILIZIO Nell'elaborazione del concetto energetico, la scelta è stata di optare per
un sistema che fosse il più semplice ed efficiente possibile. L'involucro edilizio compatto e l'alto grado di
isolamento, associati a un sistema di ventilazione centrale con recupero di calore ad alta efficienza, creano le
condizioni per il raggiungimento di elevati standard energetici e costi di gestione molto ridotti. Il cubo vetrato
del locale caldaia è concepito come una sorta di vetrina dove mostrare i sistemi prodotti dall'azienda nel loro
funzionamento effettivo. L'edificio verrà anche sfruttato come un vero e proprio laboratorio di studio,
monitorando nel tempo il comportamento termo-igrometrico delle pareti, tramite una serie di sensori collocati
al loro interno. L'involucro è stato concepito con una particolare attenzione all'efficienza energetica sia sulle
pareti che sulle superfici a vetri, per le quali sono state selezionate tre diverse tipologie di finestre e vetrature,
a seconda dell'orientamento dell'edificio. Nel magazzino, invece di termoisolare il tetto, le pareti e tutta la
platea contro terra (il che avrebbe portato a un grande dispendio economico, vista l'ampiezza dell'intervento),
è stata creata una «minigonna»: una sorta di schermo che, prolungato in profondità nel sottosuolo, lungo
l'intera parete perimetrale del magazzino, consente di ottenere un bacino termico per raffrescare l'ambiente
interno in modo naturale d'estate, anche in presenza di temperature esterne fra i 35 e i 40°, senza dover
ricorrere a impianti di condizionamento. Anche i serramenti sono funzionali al risparmio energetico. La scelta
è caduta in questo caso su una soluzione composita e di sistema, risultante dalla combinazione di più
componenti: il controtelaio, il serramento, gli elementi di protezione e gli elementi di sicurezza. Il sistema di
installazione sviluppato da Alpi Fenster, che conserva intatta la continuità dell'involucro e risolve l'interfaccia
tra muro e serramento, è parte integrante della soluzione di sistema: alla base del processo, volto a garantire
una perfetta integrazione della soluzione di sistema nell'involucro, c'è il controtelaio perimetrale in materiale a
isolamento termoacustico, che serve a interrompere il ponte termico e viene installato a regola d'arte,
collegandolo saldamente al muro con viti e tasselli. Tra muro e controtelaio rimane uno spazio di pochi
millimetri, che viene riempito con materiale isolante autoespandente, studiato per garantire tenuta termica e
all'aria. LE SOLUZIONI IMPIANTISTICHE Le soluzioni impiantistiche concepite dallo Studio Castelli sono
state considerate già in una fase iniziale dell'iter, con una sinergia tra studio di architettura e strutturista che
ha consentito di avviare il cantiere con una dettagliata pianificazione delle varie lavorazioni. Due erano i
requisiti principali di cui si è dovuto tenere conto: la massima riduzione dei consumi energetici e una
particolare attenzione al comfort ambientale. Allo scopo di ottenere questi due risultati, sono state utilizzate
caldaie ad alto rendimento, pompe di calore e pompe elettroniche per la circolazione dei fluidi vettori, insieme
a un sistema di isolamento avanzato per quanto riguarda la tipologia di materiale e i relativi spessori. Per
creare le condizioni migliori di comfort ambientale, è stato studiato per la palazzina uffici un sistema di soffitto
radiante, che soprattutto nella fase estiva di condizionamento offre il vantaggio di produrre una sensazione di
raffrescamento soddisfacente senza muovere masse d'aria. All'interno del soffitto radiante è presente una
parte di aria di rinnovo che sottrae dall'ambiente l'aria viziata e la sostituisce con aria proveniente dall'esterno.
L'azienda Termigas ha seguito il progetto impiantistico fin dall'inizio, con la verifica del posizionamento delle
apparecchiature e dei locali tecnici, e ha realizzato le reti di distribuzione. Gli impianti installati sono prodotti
dalla stessa Hoval e assolvono contemporaneamente a tre funzioni: climatizzazione degli ambienti,
esposizione in una sorta di vetrina permanente e utilizzo per la parte pratica del percorso di formazione che
l'azienda offre ai professionisti del settore. Per garantire il ricambio d'aria sono state installate sei unità di
ventilazione meccanica controllata, con un'unità di trattamento aria per controllare l'umidità in ambiente. Per
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
la produzione di acqua calda sanitaria è stata prevista l'installazione dei collettori Hoval UltraSol, e
parallelamente, per il trasporto dell'energia all'interno dell'edificio, le pompe di circolazione ad alta efficienza
Biral. Al livello della copertura, un impianto fotovoltaico coprirà in parte la produzione di energia. In
magazzino sono stati installati sei apparecchi industriali di ventilazione Dhv. Il concept della centrale termica
ha portato alla creazione di un ambiente che è allo stesso tempo sede degli impianti di riscaldamento, sala
espositiva e punto didattico-formativo per la gestione degli impianti Hoval. Per la sala climatica è stata
prevista l'installazione di pompe di calore Belaria Twin Ar ad altissima efficienza, in modo da poter
raggiungere in tempi molto brevi temperature oscillanti tra 0°C e 40°C, con qualsiasi grado di umidità, per
riprodurre le condizioni delle varie zone climatiche italiane. RESISTENZA AL FUOCO E ANTISISMICA
Realizzando l'involucro con il sistema prefabbricato in legno impiegato per Casa Hoval, certificato a livello
europeo, è stato possibile garantire la presenza di uno schermo costruttivo altamente resistente al fuoco, con
pareti certificate Rei 60. Anche l'antisismica riveste un ruolo chiave nella concezione dell'edificio, per cui è
stata adottata una struttura mista, ovvero, ai fini sismici, una struttura nella quale elementi strutturali a
tecnologia diversa concorrono a portare l'azione sismica lavorando in parallelo, essendo disposti
altimetricamente sullo stesso piano. Questo tipo di soluzioni sono considerate un punto di forza da Wolf
System, che ha curato la progettazione strutturale e ha risolto il blocco uffici del nuovo intervento in modo
molto simile a quello della propria sede. I fattori importanti da cui si è partiti sono tre: individuazione degli
elementi resistenti, individuazione delle zone dissipative, scelta del fattore di struttura (tra i due possibili fattori
viene scelto quello più basso). Si è cercato di alleggerire il più possibile lo scheletro dell'edificio, realizzando
un macrotelaio in acciaio, pareti controventanti in legno e vano ascensore in cemento armato, a cui è stata
fissata la struttura. Sono presenti sia unioni bullonate che chiodate. L'utilizzo di un solaio con soletta
collaborante ha inoltre consentito di coprire grandi luci, aumentare la resistenza e ridurre peso e spessore
dell'elemento. Il ruolo di questo elemento strutturale è molto importante, perché al fine di consentire la
ripartizione adeguata delle forze sismiche a tutti gli elementi, in base alla loro rigidezza, il solaio deve essere
infinitamente rigido. II risultato ottenuto è un sistema altamente iperstatico, che ha permesso di ottenere
sezioni particolarmente ridotte. • © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CANTIERE CASA HOVAL Collocazione geografica: Zanica (Bg) Committente: Hoval srl Progettazione
architettonica, direzione lavori, concetto e calcolo energetico: Studio Solarraum Partner architettura: arch.
Vera Leitner Progettazione strutturale: ing. Simon Keller - Wolf System Italia Progettazione impiantistica:
Studio Castelli Statica, sicurezza, elettro, antincendio, acustica, geologia: studio rinnova Consulenza
logistica: Mag. (Fh) Josef Bamhakl Impresa edile: Trabìs Costruzioni srl Superficie: 1.530 m Volume: 13.700
m
Foto: RENDER DI PROGETTO. Nell'elaborazione del concetto energetico, la scelta è stata di optare per un
sistema che fosse il più semplice ed efficiente possibile. L'edificio verrà anche sfruttato come un vero e
proprio laboratorio di studio, monitorando nel tempo il comportamento termo-igrometrico delle pareti, tramite
una serie di sensori collocati al loro interno.
Foto: I MATERIALI SCELTI per le strutture sono il legno e l'acciaio. Pilastri e travi sono realizzati in acciaio, il
tetto del capannone è In legno lamellare e il cubo a sbalzo che ospita la saia formazione è in legno. IL CUBO
a sbalzo che ospita la sala formazione è in legno. Le pareti laterali del blocco aggettante di circa 7 m sono
costituite nella parte bassa ca profilati in acciaio dell'altezza di 1,2 m, che svolgono la funzione portante
principale, mentre nella parte superiore è impiegata una struttura più leggera in legno.
Foto: ELEMENTO CONNOTANTE è la sala formazione, concepita come una sala climatica multimediale, che
ripropone le sei zone climatiche italiane e ospita proiezioni sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento.
ALL'INTERNO sarà possibile passare da una zona all'altra, con graduali variazioni della temperatura e
dell'umidità, per ricostruire il microclima ambientale ottimale. Questa parte dell'edificio è stata volutamente
concepita con orientamento a nord.
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Il Nuovo Cantiere - 5 ottobre 2014
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Foto: SI È CERCATO di alleggerire lo scheletro dell'edifìcio, con un macrotelaio in acciaio, pareti
controventanti in legno e vano ascensore in cemento armato. NEL MAGAZZINO, invece di termoisolare il
tetto, le pareti e tutta la platea contro terra è stato creato uno schermo che, prolungato nel sottosuolo, lungo
la parete perimetrale, consente di ottenere un bacino termico per raffrescare l'ambiente interno in modo
naturale d'estate.
Foto: TRA MURO e controtelaio rimane uno spazio di pochi millimetri, che viene riempito con materiale
isolante autoespandente, studiato per garantire tenuta termica e all'aria. ANCHE 1 SERRAMENTI sono
funzionali al risparmio energetico. La scelta è caduta in questo caso su una soluzione composita e di sistema,
risultante dalla combinazione di più componenti: il controtelaio, il serramento, gli elementi di protezione e gli
elementi di sicurezza.
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GESTIONE INTEGRATA DEL PROCESSO
Dal progetto fino al cantiere, la realizzazione di una costruzione in acciaio si articola in una serie di fasi che
nel Bim trovano un supporto di continuità e condivisione progettuale. Vediamo come i vantaggi di tale
strumento si evidenziano nel caso dell'azienda Stahlbau Pichler, la cui attività è rivolta allo sviluppo di progetti
che ruotano attorno a complesse strutture in acciaio e facciate continue.
LUCA ALBERTARIO
Lf attività di Stahlbau Pichler, con sede principale a Bolzano e una presenza localizzata nelle sedi estere di
Austria, Germania, Russia e Svizzera, si articola su due divisioni che sviluppano soluzioni per l'edilizia,
attraverso la realizzazione di strutture in acciaio e facciate continue. «Con una storia di oltre trent'anni e
un'organizzazione che prevede due uffici tecnici interni specialistici e due officine» precisa l'ingegner Luca
Benetti, direttore commerciale dell'azienda «Stahlbau Pichler svolge due tipologie di attività parallele che,
partendo dalla progettazione di un'opera, continuano con la produzione dei componenti e terminano con la
sua realizzazione in cantiere». La produzione dei componenti, siano essi destinati a strutture in acciaio o a
facciate continue, è distribuita su un processo che coinvolge sia reparti d'officina interni che fornitori esterni.
«Edifici civili, complessi industriali e opere infrastnitturali compongono il quadro di un mercato che» sottolinea
Benetti «si rivolge soprattutto al settore privato». Per competenza e affidabilità, l'organizzazione tecnica di
Stahlbau Pichler viene scelta come partner esecutivo da architetti di fama internazionale e da importanti
gruppi industriali per la realizzazione di grandi opere d'architettura contemporanea. Soluzioni architettoniche
di rilievo internazionale figurano dunque fra quelle realizzate dall'azienda attraverso un percorso che inizia
dalla progettazione strutturale e si conclude con l'assemblaggio dei componenti in cantiere, fino alla verifica
dell'opera finale. La completezza e la molteplicità di operazioni che caratterizzano il processo produttivo
dell'azienda impongono uno stretto coordinamento delle varie fasi di sviluppo e delle persone che vi
partecipano. L'approccio Bim già adottato da alcuni anni da Stahlbau Pichler consente di supportare tale
coordinamento e fare in modo che la realizzazione di ogni progetto risponda ai requisiti architettonici del
committente, nel pieno rispetto dei vincoli strutturali e delle tempistiche, a beneficio dell'economicità del
progetto stesso. LE FASI DEL PROCESSO Ogni progetto inizia con una proposta architettonica,
generalmente presentata attraverso uno o più modelli digitali della struttura, che l'ufficio tecnico deve
innanzitutto analizzare per approvarla in termini di fattibilità. In questa fase la proposta architettonica viene
analizzata per stabilire come essa possa tradursi in una struttura reale, coerente con i requisiti formali e
dimensionali richiesti dal committente. «Si tratta spesso» sottolinea Benetti «di strutture complesse, per le
quali è necessario eseguire analisi accurate, prima di procedere alla progettazione di dettaglio dei singoli
componenti». Una volta definita la strategia da seguire si passa all'elaborazione del progetto vero e proprio,
con il supporto degli strumenti Bim per lo sviluppo dei modelli digitali relativi alle strutture d'assieme e dei
singoli elementi. Il software Tekla Structures, fornito dal partner tecnologico Harpaceas, è stato adottato
dall'ufficio tecnico di Stahlbau Pichler per le potenzialità che esso offre nella modellazione tridimensionale di
strutture complesse, la cui definizione geometrica beneficia dell'interfacciabilità con specifici software di
calcolo ingegneristico. Tekla Structures rappresenta una piattaforma fondamentale nell'ottica Bim, perché
consente di gestire tutte le fasi del processo, dalla modellazione al calcolo strutturale, dagli acquisti alla
produzione, favorendo il rapporto collaborativo con clienti e fornitori esterni. «Da parecchi anni il nostro
processo si avvale di una piattaforma Bim» afferma Benetti «per integrare tutte le fasi operative e beneficiare
dei vantaggi che tale integrazione consente a livello economico perché, in fondo, i veri vantaggi di uno
strumento si misurano, dal punto di vista aziendale, in termini di riduzione dei costi finali». Disegni d'assieme
e dei singoli componenti, fondamentali per un'efficace rappresentazione virtuale dell'opera prima di passare
alla sua esecuzione, vengono automaticamente derivati dai modelli digitali. L'immediata disponibilità di
distinte e tavole 2D accelera la fase produttiva, semplificando l'interfaccia con i centri di lavorazione
automatica in officina. Gli stessi disegni facilitano la costruzione di particolari da parte dei fornitori esterni
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COSTRUZIONI IN ACCIAIO / UN ACSO APPLICATIVO
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coinvolti nel progetto, con la certezza di mantenere la precisione dimensionale richiesta dai livelli qualitativi e
di affidabilità del componente. Questa modalità operativa semplifica anche le eventuali modifiche in corso
d'opera, garantendone la corretta distribuzione sulle varie operazioni produttive. Essa stabilisce inoltre un
collegamento bidirezionale fra aree interne all'azienda ed entità esterne. In particolare, ogni revisione
progettuale determina un aggiornamento dei lotti di produzione e, parallelamente, quelli di cantiere,
rispondendo a una specifica caratteristica dei progetti, quella di essere funzionali alla costruzione. Infatti,
trattandosi di dati digitali, essi possono venire facilmente utilizzati dal responsabile di cantiere per conoscere
la situazione aggiornata dei lotti e reperire informazioni utili all'assemblaggio della struttura. Il formato digitale
delle informazioni progettuali, produttive e costruttive è alla base di un'integrazione stretta fra le varie funzioni
che operano nel processo, fino alla realizzazione in cantiere, dove ogni informazione, aggiornata in tempo
reale, può essere acquisita e visualizzata su un personal computer o un tablet, per guidare il responsabile
verso un corretto svolgimento delle operazioni. È evidente come tale approccio conduca a benefici
economici, grazie all'ottimizzazione non solo dei componenti, ma anche dei loro lotti, dall'area di produzione a
quella di cantiere. • ©RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PROGETTO di recupero del Palazzo dell'ex Unione Militare a Roma ha coinvolto Stahlbau Pichler nella
realizzazione di una struttura architettonica in acciaio. Dalle verifiche strutturali alla gestione delle lavorazioni
d'officina e degli assemblaggi in cantiere (in una logistica particolarmente complessa per gli stretti spazi
operativi a disposizione), ogni fase del percorso realizzativo è stata supportata da un approccio Bim,
attraverso il modello virtuale sviluppato in ambiente Tekla Structures di Harpaceas.
Un progetto di recupero I Palazzo dell'ex Unione Militare a Roma In linea con la strategia Bim si
collocano tutti i progetti realizzati negli ultimi anni da Stahlbau Pichler, fra ì più recenti dei quali citiamo quello
del recupero del Palazzo dell'ex Unione Militare, sito nella zona centrale di Roma. Firmata dall'architetto
Massimiliano Fuksas e di proprietà di Benetton Properties, l'opera prevede una struttura centrale in acciaio
che, partendo dal basso dell'edifìcio, si innalza e attraversa quattro piani, emergendo nella parte superiore
con la copertura di una terrazza panoramica. Delimitati da una cascata in acciaio e vetro, troviamo all'interno
della struttura gli spazi utili distribuiti sui vari piani. La combinazione di acciaio e vetro conferisce le doti di
trasparenza, leggerezza ed eleganza che contraddistinguono questo esempio di moderna architettura. Le
tecniche innovative messe a punto da Stahlbau Pichler consentono di perseguire tali risultati, garantendo una
lunga durata e una riduzione della manutenzione, a beneficio dell'economicità della costruzione. La moderna
struttura ideata dall'architetto Fuksas si colloca nel contesto di un edifìcio storico, integrandone le funzionalità
in un'inedita impostazione architettonica. Il processo Bim, così come delineato nell'impostazione di Stahlbau
Pichler, inizia con le verifiche di fattibilità, basate sul modello architettonico fornito dallo studio Fuksas e sui
dettagliati rilievi topografici dell'area destinata al cantiere. Particolari complessità geometriche della struttura e
una logistica di cantiere vincolata da ridotti spazi operativi caratterizzano questo progetto e valorizzano
l'impiego dell'approccio Bim su tutto il percorso, dal progetto alla realizzazione. Partendo da un modello
virtuale realizzato in ambiente tridimensionale Tekla Structures, vengono eseguite le verifiche formali e
strutturali dell'assieme, arrivando all'approvazione che precede la fase di produzione. Molto importanti, oltre
alle verifiche strutturali, sono quelle relative all'interferenza con l'impiantistica dell'edificio, per evitare criticità
in fase realizzativa e ridurre quindi i costi dell'intervento complessivo. Con queste cautele, ogni dettaglio viene
messo a punto in ambiente software, ottenendo tutto quanto serve alla produzione dei componenti e
all'assemblaggio di cantiere. «La realizzazione del modello virtuale in ambiente 3D e le verifiche strutturali
tramite gli applicativi software con i quali Tekla Structures si interfaccia» sottolinea Benetti «sono
fondamentali per accelerare l'intero processo e ridurne i costi. Disegni dei particolari da produrre, liste
materiali e disegni costruttivi per il cantiere sono automaticamente prodotti dal software, con la precisione e
coerenza che esso consente». I vantaggi del Bim si concretizzano, nell'ambito di questo progetto, non solo
nella precisione dimensionale di ogni elemento strutturale, ma anche nell'ottimizzazione delle operazioni
costruttive. Nonostante i ristretti spazi di lavoro, esse possono essere eseguite beneficiando di un preciso
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
coordinamento delle operazioni logistiche, attraverso una gestione dei lotti che rende tempestiva la
disponibilità dei componenti da assemblare. A questi vantaggi si aggiungono quelli derivanti da una drastica
riduzione dei costi di non conformità, sia a livello di costruzione che di montaggio. Risultati e tempistica di
questo progetto, completato nell'arco di soli due anni, testimoniano la validità di un approccio Bim integrato
che, grazie alla completezza delle funzioni software, permette di accelerare ogni fase operativa e garantirne
la coerenza con il progetto d'assieme.
Luca Benetti direttore commerciale Stahlbau Pichler «Da parecchi anni il nostro processo si avvale di una
piattaforma Bim per integrare tutte le fasi operative e beneficiare dei vantaggi che tale integrazione consente
a livello economico perché, in fondo, i veri vantaggi di uno strumento si misurano, dal punto di vista
aziendale, in termini di riduzione dei costi finali».
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Resistenza a sisma e riduzione dei costi
II P-Lam, un sistema di connessione brevettato per costruzioni multipiano in legno non a vista, consente di
ottenere una resistenza sismica e al vento ottimale per mezzo dell'impiego di una resina bicomponente
epossidica e di un reticolo di tiranti in acciaio.
Matteo Ferrano
L'azienda piemontese Wood System ha brevettato un innovativo sistema realizzato in pannelli di legno a
strati paralleli denominato P-Lam. Concepito per l'applicazione nel settore delle costruzioni multipiano per uso
residenziale, per uffici, centri commerciali, alberghi, scuole e ospedali, è utilizzabile anche in grattacieli a
varia destinazione, con doppio nucleo centrale in calcestruzzo e costruzione delle celle abitative (pareti e
solai] integralmente in legno. Il P-Lam consente di realizzare una struttura a più piani in cui pareti, solai e tetto
sono costituiti da pannelli in legno a strati paralleli, con un sistema di connessione già brevettato in
precedenza dall'azienda e adattato alle nuove esigenze per fornire resistenza al sisma e alla pressione del
vento, combinata con elevate performance strutturali, ottimizzazione dei materiali e dei tempi di posa.
DIMENSIONAMENTO E COMPORTAMENTO DELLA STRUTTURA Come avviene con ogni tecnica
costruttiva, anche le strutture realizzate con P-Lam devono essere dimensionate in relazione ai carichi di
esercizio e alle luci di progetto. Sul piano teorico, non esistono limiti veri e propri alla dimensione delle
campate realizzabili, dunque è possibile anche l'applicazione in ampi spazi open-space privi di pilastri o pareti
intermedie. Per quanto riguarda il numero di piani, l'altezza massima realizzabile con questa tecnologia è da
ricondurre alle dimensioni in pianta e alla deformata elastica che ne deriva, anche in relazione ai carichi
applicati. Nella presentazione del brevetto, l'azienda ha eseguito una comparazione con i sistemi attualmente
in uso, impiegando a titolo di esempio il caso di un grattacielo con core centrale e una pianta circolare da 40
m di diametro, altezza interpiano pari a 3,40 m al grezzo, ossia altezza interna netta di circa 3 m. L'altezza
complessiva dell'edificio è di circa 153 m, con 45 piani. Costruzioni di questo tipo vengono realizzate
solitamente con strutture in profili metallici (Hea) intorno a un nucleo centrale di cemento armato, che si
estende in verticale dalle fondazioni fino all'ultimo piano. Sempre partendo da un doppio nucleo in cemento
armato, col P-Lam è possibile utilizzare elementi portanti in legno insieme al sistema di connessione
brevettato anche in un grattacielo con le caratteristiche sopra elencate. Oltre al comportamento in presenza
del sisma o del vento, un altro vantaggio dell'impiego dei pannelli in legno lamellare combinati con il «core»
centrale in cemento armato è rappresentato dal minore abbassamento per schiacciamento rispetto a una
struttura analoga in travi d'acciaio, cemento armato o muratura, dovuto alla maggiore leggerezza. Il peso
specifico del legno è infatti di 500 kg/m contro i 2500 kg/m' del cemento armato, mentre l'efficienza
prestazionale E/f per le strutture è pari a quella dell'acciaio. La problematica legata al peso è da considerare
non soltanto durante l'iter progettuale, ma anche nell'organizzazione dei tempi di posa delle pannellature di
facciata in vetro, poiché in presenza di strutture e tecnologie tradizionali è necessario terminare la
realizzazione dell'intera struttura per evitare che l'abbassamento impedisca il corretto fissaggio dei pannelli o,
addirittura, ne comprometta l'integrità. Sempre sul caso esemplificativo del grattacielo da 45 piani è stata
eseguita una dettagliata analisi dei carichi, necessaria ai fini del calcolo, ed è stato possibile osservare che,
alle condizioni verificate dall'azienda in edifici di questo tipo, era decisamente preponderante l'effetto del
vento rispetto a un eventuale sisma. Nella simulazione di calcolo si è verificato che il grattacielo, sottoposto a
una spinta del vento pari a 200 km/h, fosse conforme alle regole della scienza delle costruzioni. Le condizioni
di esercizio da adottare nell'analisi dei carichi sono comunque dipendenti dal luogo di installazione, quindi è
necessaria la sua esecuzione ogni volta che si concepisce un nuovo edificio, per ottenere il dimensionamento
degli elementi strutturali del singolo fabbricato e della sua altezza. Le dimensioni dei solai e delle pareti
corrispondono a una larghezza massima di 2,3 m per una lunghezza massima di 12 m. Tali misure
consentono, sia per la produzione che per i trasporti, l'utilizzo di macchine di produzione già esistenti in tutto il
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lateriali e sistemi STRUTTURE MULTIPIANO IN LEGNO | SISTEMA MULTIPIANO I
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mondo e l'impiego di mezzi di trasporto normalmente utilizzati per il trasferimento delle merci su strada (Tir
standard), su rotaia, via mare o aerea con impiego di container. Il sistema prevede l'impiego di una resina
bicomponente epossidica e di un reticolo di tiranti in acciaio ad alta resistenza (barre Gewi della Dywit) nelle
tre direzioni x, y, z dell'edificio. Posizionati sulla base della geometria di progetto e bloccati di piano in piano
tramite piastre metalliche, i tiranti sono in grado di assorbire tutti i carichi di trazione generati dagli eventi
sismici e dall'azione del vento, rendendo la struttura monolitica e iperstatica. Operando in quello che in
termini tecnici viene definito «campo elastico», il sistema brevettato, che a differenza di quanto avviene in altri
sistemi attualmente in uso non sfrutta la duttilità delle connessioni, consente dunque la realizzazione di edifici
che si comportano come scatole rigide, composte da elementi orizzontali e verticali integralmente in legno
lamellare. I risultati di calcolo mostrano infatti che il comportamento della struttura rimane scatolare e gli
spostamenti sono contenuti. COSTI DI TRASPORTO E REALIZZAZIONE, TEMPI DI POSA In
considerazione del fatto che nel P-Lam gli elementi lignei non sono del tipo «a vista» a manufatto finito, nelle
applicazioni del sistema è possibile utilizzare del legno lamellare a produzione di tipo industriale, con un
risparmio di circa il 20-25% a livello di costi del materiale. Essendoci la possibilità di utilizzare mezzi standard
invece di veicoli o contenitori eccezionali, i costi di trasporto sono certi e facilmente definibili. I tempi di posa
in opera corrispondono al 25% di quelli previsti per la realizzazione dello stesso manufatto con sistemi
tradizionali in muratura e cemento armato. Se si considerano invece i costi generali di realizzazione delle
opere, che comprendono la produzione, la posa e i trasporti, è possibile una riduzione oscillante tra il 20 e il
40% rispetto a un edificio con caratteristiche analoghe realizzato con tecnologie tradizionali. Tale forbice è
determinata dall'altezza dell'edificio, dal livello di rischio sismico e dal carico della pressione del vento della
località in cui la costruzione deve essere realizzata. CARATTERISTICHE TERMICHE E ACUSTICHE,
COMPORTAMENTO AL FUOCO Partendo dall'assunto di base che il materiale da costruzione impiegato ha
un'ottima inerzia termica ed è un cattivo conduttore di calore, gli edifici multipiano proposti a titolo di esempio
per l'applicazione del sistema sono caratterizzati da una struttura portante in pannelli di legno P-Lam, di cui è
necessario prevedere un rivestimento esterno costituito da pannellature esistenti in commercio, in grado di
conferire alle pareti e ai solai le caratteristiche ricercate in termini di finltura, isolamento termico e iso lamento
acustico. Si tratta in sostanza di impiegare pareti e solai con un'anima in legno, completati con una
stratigrafia variabile a seconda delle esigenze tecniche e funzionali, sempre impiegando materiali certificati
nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia. Diversamente da quanto avviene con l'acciaio, il legno ha
anche una naturale resistenza al fuoco, anche in questo caso dovuta alla sua inerzia termica, quindi
dipendente dalle dimensioni dei pannelli e dei solai, e dal fatto che grazie al fenomeno della carbonizzazione
il processo di incendio viene rallentato, garantendo così la salvaguardia delle strutture e l'incolumità degli
occupanti. Tutte le parti metalliche sono protette all'interno del legno lamellare, che le preserva dal collasso
dovuto alle alte temperature. Il fatto che il pannello non venga impiegato a vista, oltre a consentire diverse
varianti a livello termoacustico, lascia infine la possibilità di realizzare ulteriori strati con materiali dalle
caratteristiche specifiche, come il cartongesso ignifugo. CARATTERISTICHE AMBIENTALI DEL SISTEMA
11 sistema P-Lam presenta un'elevata eco-sostenibilità in virtù delle caratteristiche del principale materiale da
costruzione impiegato, ovvero il legno, che richiede livelli più bassi di emissioni di anidride carbonica in
atmosfera nel processo costruttivo, e dopo la sua messa in opera possiede la peculiarità di trattenere CO La
stessa produzione di legno lamellare per impieghi nel campo delle costruzioni civili e industriali è riconosciuta
a livello mondiale come un processo dall'alto tasso di eco-sostenibilità, in quanto le politiche di
rimboschimento adottate dalle nazioni ricche di questa materia prima, quali per esempio Stati Uniti, Canada,
Russia e paesi nordeuropei, prevedono che per ogni albero abbattuto ne vengano ripiantati due. In questo
modo è possibile garantire l'approvvigionamento del legname per le industrie e un riequilibrio della CO senza
recare danno all'ambiente boschivo. Durante il processo produttivo, il legno subisce appositi trattamenti antimuffa e anti-parassitari, mantenendo comunque tutte le caratteristiche di riciclabilità del legno massello. Altro
fattore che viene considerato positivamente nell'ambito delle problematiche ambientali e contribuisce a
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elevare il comfort abitativo è il forte abbattimento, fino all'azzeramento totale, della creazione di campi
magnetici all'interno dell'organismo edilizio. Gli elementi metallici di tiranteria che fanno parte del sistema
costruttivo, infatti, non sono mai collegati tra loro, e trovandosi all'interno del legno risultano protetti.
L'insorgenza di tali fenomeni è in questo modo inibita. RIPRODUZIONE RISERVATA
WOOD SYSTEM L'azienda pieTiontese con sede a Moncalieri (To) opera da oltre trent'anni nella
progettazione, produzione e realizzazione di costruzioni in legno lamellare. Per anni Wood System ha
operato principalmente nel settore dell'impiantistica sportiva, con coperture leggere per aree destinate alla
pratica di sport come tennis, calcio a 5, volley, basket, bocciodromi, piscine e palestre polifunzionai, con
alcune eccezioni riguardanti luoghi di culto, abitazioni e locali di aggregazione collettiva. Verso la fine degli
anni Novanta l'azienda ha sviluppato un nuovo sistema di connessione legno-acciaio, che ha consentito la
riduzione del consumo di materia prima e dei tempi di posa, oltre all'ottimizzazione del trasporto. Questo
sistema, denominato Spacewood e protetto da un brevetto internazionale, è una soluzione reticolare spaziale
tuttora in use, composta da travature dritte in legno lamellare e nodi di connessione in acciaio di tipo sferico
radiale o piastriformi. Fra le applicazioni figurano le s:rutture spaziali realizzate per un'area commerciale da
3000 mq a Marina di Pietrasanta (Lu), un centro sportivo a Torino, un'area commerciale a Locorotondo (Ba) e
coperture per tribune di vari campi sportivi.
WOOD STRUCTURE STEEL STRUCTURE
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Rilanciare l'investimento di risparmio previdenziale nell'economia reale
Arpinge spa è il primo esempio in Italia di società d'investimento nel settore infrastrutturaleimmobiliare
fondata da Cipag, Eppi, Inarcassa, gli enti pensionistici privatizzati di geometri, periti industriali, ingegneri e
architetti. Permette la ripartenza entro l'anno di 15 opere infrastnitturale di medie dimensioni con un
investimento di 140 milioni di euro.
Giuseppe Santoro e Federico Merola, rispettivamente presidente
In occasione della conferenza stampa di presentazione di Arpinge sono state subito chiarite le motivazioni
che hanno spinto i soci fondatori a dar vita a questa società d'investimento in infrastnitture e in specifiche
categorie immobiliari, con l'obiettivo preciso di «rilanciare l'investimento di risparmio previdenziale
nell'economia reale». CASSE PREVIDENZIALI Benché realtà aperta anche ad altri investitori istituzionali che
ne volessero condividere gli scopi (ed in particolare aperta agli investitori previdenziali) Arpinge ha avuto
origine da tre specifiche casse di previdenza di professioni tecniche operanti sul territorio: la Cipag dei
Geometri (presieduta da Fausto Amadasi), Eppi dei Periti Industriali (presidente è Valerio Bignami) e
PInarcassa di Ingegneri e Architetti (presieduta da Paola Muratorio) . Il nome Arpinge, come si può notare, è
l'acronimo di queste professioni. FORMULA SOCIETARIA E SETTORI Come hanno spiegato Giuseppe
Santoro e Federico Merola, rispettivamente presidente e Ad di Arpinge, l'idea di fondo in un momento di forte
crisi permanente che attanaglia il Paese è stata quella di «operare con concretezza» sull'economia nazionale
favorendo l'occupazione e il lavoro, destinando al territorio l'investimento di capitali privati. L'impiego di
risparmio privato in capitale fisico (leggi beni immobili, infrastnitture...) rappresenta una significativa
opportunità d'investimento e per il risparmio previdenziale, caratterizzato da «un orizzonte temporale
d'impiego medio-lungo significa investire in valore reale di lungo termine e flussi di cassa stabili, variabili non
correlate alla volatilità dei mercati finanziari cosi che i benefici per la crescita e la competitivita di un Paese ne
sono la conseguenza», hanno evidenziato i vertici di Arpinge. La formula societaria ha origine dalla necessità
di conseguire operatività snella, adattabile alle esigenze, anche diverse, che possano derivare dall'intervento
in diversi settori con strumenti e modalità differenti. Costruita come società per azioni, ha tra le sue peculiarità
quella di riportare a un unico soggetto interventi in infrastrutture e nell'immobiliare: infrastrutture di tutti i tipi, a
rete o puntuali quali reti gas, parcheggi, porti, logistica e immobiliare dove la gestione, anche in concessione,
è elemento qualificante del valore (campus, Rsa...), legata a processi innovativi e di riqualificazione urbana
anche nel caso di privatizzazioni e valorizzazione dei beni pubblici, e nel caso di infrastrutture impiantistiche
legate all'innovazione industriale e aU'efficientamento energetico. SCOUTING DI 8 MESI Negli 8 mesi
precedenti la conferenza di presentazione il vertice e lo staff di Arpinge hanno lavorato per sperimentare
«l'innovativo modello di business e sondare il mercato verificando i risultati dell'attività di scouting basatasi su
progetti solidi, con cantieri bloccati da crisi finanziarie e da carenze di finanza per lo sviluppo». Cantieri di
medie dimensioni (tra i 10 e i 45 milioni di euro) con impegni diretti tra i 3 e i 15 milioni e un volano su altre
risorse compreso tra 3 e 6 volte l'investimento diretto di Arpinge. Il 50% di queste iniziative è in formula di
partenariato pubblico-privato. In questi mesi sono dunque stati analizzati: • 133 progetti per investimenti
complessivi di circa 3,8 mld di euro, dei quali 700 min di possibile impegno diretto della società; • 115 progetti
sono ancora in fase di valutazione, per investimenti complessivi di 3,3 mld di euro, dei quali 560 min di diretta
competenza della società; • 51 sono i progetti «caldi», per investimenti nel triennio 2014-2016 di 340 min di
euro, dei quali 160 min di euro rappresentano i possibili investimenti diretti di competenza della società.
Spiega Federico Merola che «se si considera il moltiplicatore degli investimenti in cantieri stimato da Ance e
Istat sulla base dei parametri di contabilità nazionale (3,3x), il contributo alla crescita del Paese da parte di
Arpinge è stimabile in un massimo di 1 miliardo di euro di maggior Pii in 2-3 anni. Nell'immediato, con 15
progetti in fase più avanzata di analisi e trattativa, equamente ripartiti tra infrastrutture e immobiliare e con
una rilevante quota greenfield, è attivabile un investimento complessivo di 140 min di euro, di cui 50 min di
euro di competenza Arpinge, con la possibilità di sbloccare i primi cantieri entro la fine dell'anno». • ©
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CASSE PREVIDENZIALI DEI PROFESSIONISTI UNO SBLOCCA CANTIERI PRIVATO Imprese
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Investimenti e cantieri 2014-15 Effetti sul Pii Con impegni diretti, da erogare in 2-3 anni fino a l O U milioni
di euro che attivano investimenti complessivi fino a j n l i milioni di euro, si può stimare un potenziale beneficio
in termini di Pii fino a l I J U milioni di euro. I risultati della ricerca Ance-lstat «II settore delle costruzioni nel
nuovo schema intersettoriale delle tavole delle risorse e degli impieghi» evidenziano come gli investimenti in
cantieri abbiano importanti effetti moltiplicativi sull'economia e sull'occupazione: una spesa aggiuntiva di I
miliardo nelle costruzioni genera una ricaduta complessiva nell'intero sistema economico di 3
Investimenti e cantieri 2014-2015 (al 31 agosto 2014). Investimenti complessi^ DIVERSIFICAZIONE
SETTORIALE ASSET ALLOCATION PER TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO *ll dato non tiene conto de!
valore complessivo del project bond del Passante di Mestre (600 Milioni €), ma del solo potenziale intervento
di Arping DIVERSIFICAZIONE PER AREA GEOGRAFICAequity Arpinge LISTA PROGETTI PER AREA
GEOGRAFICA PIL PER AREA GEOGRAFICA (2012)
Investimenti 2014-2015. Ripartizione per area geografica. La ripartizione dei progetti in esame riflette la
ripartizione del Pii.
Focus 2014. dosino @ Sett. - Die. 20U Parcheggi 18% Valorizzazioni/j Prìvatizzazio 12% Generazione
Energia 25% Efficienza Energetica 25% Cantieri 2014: Investimenti Arpinge [%] i progetti di interes Eff.
Impianti sportivi Eff. Energetica GDO 92% ' 11 potenziale MJOMC IMPEGNI Arpinge I Gli INVESTIMENTI
complessivi VUHÌ (capitale e debito)
ÀRPINGE I LA GUIDA GIUSEPPE SANTORO, PRESIDENTE In parallelo con l'attuale responsabilità in
Arpinge, ricopre il ruolo di vicepresidente in Inarcassa, l'Ente di previdenza di Ingegneri e Architetti. Ha svolto
e continua a svolgere incarichi di rilievo in organi consultivi e deliberativi importanti per la vita dell'Ente quali il
ruolo di presidente del Comitato consultivo Comparto 1 Fondo Inarcassa Re, e di Consigliere della giunta
esecutiva. Ha fatto parte in qualità di segretario della Commissione di Congruità valutazione immobili e del
Comitato ristretto statuto. Accanto all'attività in Inarcassa, continua a esercitare l'attività di libero
professionista, occupandosi soprattutto di importanti e innovative opere sul territorio locale. Tra le più
significative nel comune di Priolo Gargallo l'Istituto Comprensivo A. Manzoni, il Complesso parrocchiale
Angelo Custode per la Cei, gli Uffici impianto Sud e Nord della Raffineria Isab del Gruppo Erg, l'Area riserva e
il Mulino nella riserva saline di Priolo gestita dalla Lipu, dove ha curato anche la sistemazione paesaggistica e
architettonica, il centro visite e foresteria Ex Espesi sempre per la Lipu, l'attivazione di Agenda 21, il Piano di
risanamento ambientale e riqualificazione Penisola Magnisi, il progetto di ristrutturazione della torre
dell'acquedotto comunale, la riqualificazione del collegamento viario extraurbano Sp 95. FEDERICO
AAEROLA, AMMINISTRATORE DELEGATO Prima di assumere l'attuale responsabilità in Arpinge, ha
ricoperto il ruolo di direttore generale dell'Ance, l'associazione nazionale costruttori edili (2010-2012). Nel
2007-2010, in qualità di senior partner di F2i Sgr, ha contribuito alla strutturazione del più grande fondo
chiuso di private equity italiano (1,8 mld di euro) e tra i maggiori fondi infrastrutturali a livello internazionale,
ricoprendo tra le altre cose il ruolo di responsabile della gestione delle partecipate del Fondo.
Precedentemente, tra il 2005 e il 2007, è responsabile del lancio di Ream Sgr in veste di amministratore
delegato. Nel periodo 2004-2007 ha lavorato, in qualità di project manager/advisor, a vari progetti di private
equity e alla realizzazione del Fondo Immobiliare per la Città di Torino (130mln di euro) e del Fiprs (Regione
Sicilia - 263mln di euro). In veste di Direttore di Fimit Sgr (20002002), è stato responsabile dello start up della
Sgr, della strutturazione e del lancio del primo fondo immobiliare italiano ad apporto di beni pubblici («Fondo
Alpha» - 250 min di euro). Dopo una breve parentesi iniziale al Mediocredito del Lazio, nel 1991 è passato al
Mediocredito Centrale, in staff alla presidenza, lavorando alla trasformazione dell'istituto in banca di credito
industriale. Dal 1993 al 1999 ha assunto, nel diparti- mento di project finance, la responsabilità delle attività di
origination, structuring ed execution di importanti operazioni internazionali di project financing, con particolare
focus nel settore oil & gas, quali per esempio la costruzione di due impianti di liquefazione gas naturale in
Oman (Oman Lng, Usd 2 mld) e due gasdotti in Russia (Yamal-Europe e Blue Stream, complessivamente
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Usd 4,5 mld). Durante la permanenza nel dipartimento di project finance, ha passato un anno in secondment
presso J.H. Schroders a Londra, banca d'affari di primario standing internazionale nel settore del project
financing, advisor del tesoro inglese per le operazioni di pfi. Altri incarichi istituzionali: membro del Gruppo di
esperti istituito dalla Commissione Europea a Bruxelles per l'armonizzazione della normativa degli stati
membri sui fondi immobiliari (2007-2008); Membro del Club di Francoforte per conto di Mediocredito
Centrale, inerente la rinegoziazione del debito dell'ex Urss verso privati (1997-1998); membro di vari comitati
scientifici e think-tanks, inclusi Nomisma e Assoimmobiliare; segretario generale dell'Istituto per la Nuova
Finanza sul Territorio, associazione fondata da personalità del mondo della finanza e dell'impresa per
promuovere il finanziamento privato delle infrastrutture in Italia (1989-1993).Project Bond 3% Potenziale
Impegni Arpinge
Investimenti e cantieri 2014-2015 per filiera. Cantieri 2014-2015: Investimenti Arpinge [%] Eff. Impianti sportivi
2014-2015i INVESTIMEN • COMPLESSA ! (capitale e | debito) per MftJOMC
Investimenti complessivi Project Bond Logistica IH Cantieri 2014-2015: Investimenti complessivi Eff. Impianti
sportivi Eff. Energetica GDO *ll dato non tiene conto del valore complessivo del project bond del Passante di
Mestre (600 Milioni €), ma del solo potenziale intervento di Arpinge
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La rigenerazione urbana tra le sfide e le opportunità per le costruzioni
Per generare innovazione, traghettando il prodotto nel mercato futuro delle costruzioni è fondamentale
conoscere e capire le evoluzioh del mercato stesso e i nuovi stili di vita: f le parole chiave che guideranno le
scelte di acquisto future saranno qualità, connessione green, socialità, condivisione. Riqualificare «La sfida
sarà anche quella della riqualificazione del patrimonio esistente dove è necessario puntare non solo sulla
riduzione dei consumi di energia ma anche, e prima di tutto, sul rinnovamento
Claudio De Albertis presidente Assimpredil Ance
II settore delle costruzioni è, oggi più che mai, chiamato a interpretare le dinamiche di un mercato che sta
profondamente cambiando. A livello europeo, le politiche dell'Unione sono rivolte al consumo «zero» di suolo
e temi quali la rigenerazione e la riqualificazione delle nostre città sono direttamente collegati a tale obiettivo.
Le direttive europee hanno ormai tracciato una strada a senso unico; sull'onda di uno slogan trasversale a
livello politico, che sposa il principio che non si può consumare più suolo inedificato, il legislatore nazionale e
alcuni legislatori locali si stanno muovendo di conseguenza, elaborando provvedimenti che rischiano di
congelare il mercato, generando, in un momento di scarso interesse a nuovi investimenti immobiliari, una
evidente criticità. La tutela di una risorsa esauribile come il suolo inedificato è una questione che non si può
certo discutere, ma le azioni che ne conseguono ci penalizzano senza una ragionevole utilità per la
sostenibilità futura dello sviluppo. Al fine della loro reale efficacia, è necessario che le politiche messe in atto
valorizzino la componente di riqualificazione del territorio, consapevoli del fatto che, in contesti urbanizzati
come quello italiano, servono strategie e regole che facilitino la rigenerazione dei siti inquinati e delle realtà
dismesse, fattori tipici delle aree urbane metropolitane e dense. In particolare, sono necessarie leggi e norme
in grado di definire le «priorità del riuso» e le misure urbanistico/amministrative, finanziarie, fiscali in grado di
migliorare la realizzabilità degli interventi di riqualificazione urbana, che attualmente scontano numerosi
problemi legati soprattutto al rispetto degli standard urbanistici previsti dal dm 1444/1968 (limiti di distanza,
altezza degli edifici e quantità minima di aree da riservare per servizi pubblici, quali parcheggi, aree a verde,
strade, scuole, ecc). In un'ottica di sviluppo sostenibile va affrontata la sfida di ridurre i consumi energetici
degli edifici, attraverso la riduzione del fabbisogno energetico con interventi sull'involucro, integrare l'uso delle
fonti rinnovabili, mettere in sicurezza le costruzioni nelle zone sismiche. Un'area strategica per il settore delle
costruzioni è quella legata al prodotto che deve innovarsi per proporre al mercato uno stimolo alla ripresa
della domanda, intercettando i bisogni futuri e interpretando i nuovi stili di vita: la domanda è cambiata e i
consumi sono ridotti e selettivi. Il clima culturale evolve verso la sostenibilità in senso lato e oggi dobbiamo
iniziare a costruire per il futuro, per un mercato che non è quello che conosciamo poiché i nostri clienti
saranno diversi e diverse saranno le regole del gioco. Il settore deve aumentare il livello di innovazione e
bisogna ritornare a parlare di nuovi prodotti e di processi. Bisogna accompagnare il sistema delle imprese
verso un processo di reale qualità. Il risultato atteso è quello di generare un diffuso confronto nella filiera delle
costruzioni per costruire alleanze tra progettazione, forniture, materiali per affermare un nuovo standard
qualitativo nell'offerta immobiliare. Per generare innovazione, traghettando il prodotto nel mercato futuro delle
costruzioni, è fondamentale conoscere e capire le evoluzioni del mercato stesso e i nuovi stili di vita: le parole
chiave che guideranno le scelte di acquisto future saranno qualità, connessione, green, socialità,
condivisione. Innovare per il settore delle costruzioni, da sempre uno dei settori più conservativi, vuoi dire
cambiare approccio al mercato; l'industria delle costruzioni vuole proporre soluzioni innovative che siano
realmente in grado di migliorare la qualità delle realizzazioni. Sappiamo tutti, però, che il tempo di gestazione
dell'innovazione è molto lungo. L'innovazione è lenta anche perché l'introduzione di cambiamenti nelle
tecniche e nei materiali richiede non solo la valutazione prestazionale del singolo elemento, ma anche
l'interazione nel complesso dell'edificio. Bisogna misurare la durabilità dei suoi effetti e la compatibilita con gli
altri materiali e soluzioni. Il prodotto edilizio è inscindibile dal territorio e le aspettative della domanda sono di
una qualità integrale, la somma di vari fattori su cui l'edilizia deve riprendere in mano la capacità di costruire
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ATTUALITÀ In evidenza
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un'offerta realmente rispondente al bisogno. Non si potrà prescindere in futuro da principi ormai diventati
cultura diffusa del vivere. La Commissione Europea ha destinato all'edilizia un ruolo centrale, individuando
l'edilizia sostenibile come uno dei mercati con grandi potenzialità di sviluppo anche in termini di occupazione
e nuove figure professionali, insieme alle energie rinnovabili e al riutilizzo dei materiali. Le potenzialità
«green» del settore delle costruzioni riguardano in primo luogo le nuove costruzioni, in cui da una parte
occorre muoversi nella direzione degli «edifici a energia quasi zero», dall'altra è necessario favorire l'utilizzo
di materiali costruttivi il cui impatto sull'ambiente sia sempre più ridotto, anche attraverso la pratica del riciclo
dei materiali da costruzione e demolizione. Ma la sfida del futuro sarà anche quella della riqualificazione del
patrimonio esistente dove è necessario puntare non solo sulla riduzione dei consumi di energia ma anche, e
prima di tutto, sul rinnovamento qualitativo del patrimonio immobiliare per ridurre il fabbisogno di energia
agendo sull'involucro e sulla « bonifica» del degrado strutturale. Un ulteriore ambito di intervento è
rappresentato dalle città in senso lato, perché la sfida della sostenibilità e dell'economia verde deve essere
affrontata con una visione d'insieme, mirando a efficientare non solo le case ma anche i centri urbani nel loro
complesso, con una particolare attenzione al recupero delle aree industriali dismesse che sono la risposta
urbana all'obiettivo del consumo zero di suolo.
27/10/2014
L Installatore Italiano - N.9 - settembre 2014
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S0STEN1BILE DALLA A ALLA Z
Attenzione al consumo delle risorse energetiche e idriche, utilizzo di materiali ecocompatibili, qualità nella
gestione intelligente dell 'edificio: questi i principi guida del complesso residenziale Solarla. Il progetto
sperimentale pugliese, realizzato per favorire la diffusione di interventi di edilizia verde, rappresenta un
esempio virtuoso per l'intero comparto italiano delle costruzioni
A cura di Camilla Previtali
Solaria è un progetto pilota ai fini della sperimentazione del "Protocollo ITACA Puglia 2011 - Residenziale", il
nuovo sistema di certificazione della sostenibilità energetico-ambientale degli edifici a uso residenziale che
recepisce i criteri del sistema nazionale. Il complesso, costruito dal Gruppo Stolfa Edilizia, è stato selezionato
per essere un modello concreto di riferimento a seguito del protocollo d'intesa sottoscritto il 31 gennaio 2012
tra la Regione Puglia e il Comune di Capurso, con l'obiettivo di recepire in maniera ottimale le nuove direttive
sull'"Abitare Sostenibile", in base alle disposizioni di legge n. 13 del 10 giugno 2008. «Con Solaria - ha
dichiarato Antonio Stolfa, amministratore unico del Gruppo - abbiamo dimostrato che l'edilizia sostenibile,
oltre che a livello ambientale, lo è anche a livello sociale ed economico. La realizzazione è stata sin da subito
apprezzata dal mercato, tanto che quasi tutti gli appartamenti sono stati venduti nel primo anno e mezzo, tra il
2011 e il 2012, in piena crisi del settore edile. I clienti hanno subito compreso i vantaggi di un'abitazione in
classe energetica A+ rendendosi disponibili a investire il 10 -15% in più con la consapevolezza di rientrare
dell'extra costo in massimo sei anni, grazie ai risparmi energetici dell'80% circa rispetto a un edificio costruito
con metodi tradizionali».
Il progetto
L'area su cui sorge l'edificio è localizzata a sud-ovest della città di Capurso, a pochi passi dal centro:
la zona è completamente urbanizzata, in prossimità di una linea di trasporto pubblico locale ed è
servita da rete fognaria ed elettrica, rete acqua potabile e gas metano. Il complesso si trova su un
lotto di forma quadrata e si sviluppa su quattro piani fuori terra adibiti a residenziale e due interrati
adibiti a box auto e cantinole. L'edificio, costruito in classe energetica A+ e livello di sostenibilità 3, è
costituito da 25 unità abitative suddivise tra sei tipologie di differente taglio e distribuzione che
coprono una superficie di 2.045 m
2
2
mentre la superficie destinata a parcheggio è di 2.420 m
e quella esterna di pertinenza dell'edificio
è di 1.280 m
, destinati a posti auto scoperti, zona verde e rampa di accesso ai piani interrati. II progetto è ispirato a criteri
e sistemi costruttivi quali innovazione, materiali sostenibili e certificati. L'elaborazione formale non ricerca
effetti estetici spettacolari ma si traduce in forme concrete di spazi ben distribuiti. L'estremo rigore e la
semplicità della composizione architettonica definiscono i volumi dell'edificio come un organismo compatto,
che mira a restituire leggibilità ai segni. «La progettazione di Solaria - ha affermato l'architetto Daniela
Petrone, esperta in progettazione ecosostenibile e vicepresidente ANIT - ci ha impegnato nel rispetto di
precisi criteri di costruzione individuati all'interno di cinque macro-aree di valutazione. Abbiamo, infatti,
considerato la qualità dell'area edificabile, il consumo delle risorse quali energia, acqua e materiali di
costruzione, con particolare attenzione alla progettazione esecutiva e al dettaglio dei nodi architettonici ma
anche l'uso di materiali riciclati e riciclabili, quali fibra di poliestere e pneumatici riciclati. Abbiamo esaminato i
carichi ambientali e quindi le emissioni di CO
, valutando anche la qualità interna dell'aria, le vernici e l'acustica; per finire con la
qualità del servizio, dal piano di manutenzione alla gestione dell'edificio, fino al controllo da remoto».
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Gli impianti
II fabbisogno energetico globale dell'edificio è estremamente basso: si stima una riduzione di oltre
l'80% rispetto agli standard normativi di costruzione e una diminuzione delle emissioni di CO
nella mede- 2 sima percentuale. Il fabbisogno energetico per ogni singola unità immobiliare, calcolato sulla
base della normativa tecnica UNI TS 11300:2008, è mediamente pari a 12KWh/mq anno per la sola
climatizzazione invernale. La climatizzazione dell'edificio è realizzata mediante un impianto centralizzato
alimentato da pompe di calore a tecnologia inverter e distribuzione mediante impianti a pavimento. Sono
presenti due tipologie di pompe di calore: una con tecnologia multiscroll a inverter per riscaldamento e
raffrescamento e l'altra ad alta temperatura che sfrutta l'aria esterna riscaldata dal sole per ottenere, con la
massima efficienza, temperature di mandata fino a 80°C sia per riscaldamento sia per la produzione di ACS.
L'obiettivo, raggiunto grazie alla specifica conformazione degli accumuli termici, è quello di offrire, inoltre, il
massimo contributo da rinnovabile con il connubio della tecnologia della pompa di calore inverter a bassa e
alta temperatura con il solare termico. Il sistema a svuotamento integra o sostituisce (tipicamente in estate) la
pompa di calore nel mantenimento della temperatura dell'acqua d'accumulo a una temperatura idonea al
fabbisogno di acqua calda sanitaria. Il sistema è composto da collettori solari piani ad alta efficienza con
superficie captante altamente selettiva; tubazioni in multistrato; gruppo pompe e regolazione che gestisce e
visualizza tutte le funzioni dell'impianto solare, accumulatore. L'impianto è un sistema non in pressione e a
svuotamento (drain back), il fluido termovettore è la stessa acqua tecnica dell'accumulo che viene pompata
direttamente attraverso i collettori solari solo quando questi raggiungono una temperatura utile.
Conseguentemente non sono necessari elementi comuni agli impianti solari in pressione quali vaso di
espansione, glicole, valvola di sicurezza e valvola di sfiato in quanto non ci sono rischi di gelo e di ebollizione.
L'assenza di glicole, inoltre, aumenta la capacità di scambio del fluido termovettore (acqua di accumulo). La
stima della quantità prodotta dall'impianto solare è di circa 42000 kWt annui, maggiore del 50%. L'impianto
fotovoltaico ha una capacità totale installata di 20 kWp; i moduli sono del tipo silicio policristallino con potenza
di picco di 250 Wp. Tutta la parte impiantistica, a meno dei pannelli FV, è disposta all'interno di un vano
tecnico in copertura dell'edificio e perciò nascosta e protetta dagli agenti metereologici. L'impianto è in grado
di erogare circa 34.000 kWh/anno. Comfort a 360 gradi Nella stagione invernale il sistema risponde a
esigenze di riscaldamento e acqua calda sanitaria con grande efficienza ed efficacia. Il sistema HPSU Flex
LT inverter, infatti, opera il riscaldamento e, in assenza di irraggiamento solare, il preriscaldo dei primi
accumuli termici senza mai staccarsi dal riscaldamento e con mandata gestibile con climatica. In questo
modo viene preriscaldata l'acqua calda sanitaria con un COP elevato, riscaldamento che verrà poi completato
nei successivi accumuli termici. Il sistema HPSU HT, grazie al doppio circuito frigorifero inverter in cascata e
alla capacità di operare con elevate temperature di mandata (fino a 80°C), opera il riscaldamento finale degli
accumuli termici destinati alla produzione di acqua calda sanitaria e supporta il sistema HPSU Flex LT in
riscaldamento ambiente (BackUp) quando eventualmente si verificano condizioni esterne di freddo intenso.
Le due batterie di accumuli (i primi per preriscaldo solare e integrazione solare al riscaldamento, i secondi per
l'innalzamento ad alta temperatura dell'ACS) sono interconnesse tra loro da un sistema di trasferimento
energia. Questo, nei momenti di forte soleggiamento, provvede a scaldare la seconda batteria di accumuli
con il calore prodotto dai collettori solari nella prima batteria di accumuli. In questo modo viene massimizzato
l'intervento del sistema solare termico e quindi il contributo rinnovabile è gratuito alla produzione di ACS.
Nella stagione primaverile ed estiva il sistema risponde a esigenze di raffrescamento e acqua calda sanitaria
con grande efficienza. Il sistema HPSU Flex LT inverter, infatti, opera il raffrescamento con possibile gestione
climatica. Il solare termico opera la produzione di acqua calda sanitaria avvalendosi del sostegno dell'HPSU
HT quando l'apporto solare non sia sufficiente. Nella mezza stagione il contributo può coprire buona parte
della richiesta termica anche grazie alla combinazione con un sistema HPSU Flex LT con capacità di
parzializzazione della potenza ottimale. Per quanto riguarda il comfort acustico, l'edificio è oggetto di
classificazione ai sensi della norma volontaria UNI 11367:2011; in particolare ci si è prefissati di raggiungere
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L Installatore Italiano - N.9 - settembre 2014
Pag. 32
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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la classe acustica IL Sistemi di monitoraggio La centrale termica è dotata di un sistema centralizzato con
duplice funzione di controllo e monitoraggio. Il controllo gestisce la logica di funzionamento di tutto il sistema
di generazione al fine di ottimizzarne l'esercizio e quindi l'efficienza. In ogni istante le unità in pompa di calore
inverter vengono attivate con logica sequenziale e gestione climatica della temperatura di mandata per
rispondere con la massima efficienza all'andamento dei carichi termici. Lo stesso controllore mantiene
equilibrate le ore di esercizio delle diverse unità con una logica di rotazione finalizzata a ottimizzare la vita
utile dei componenti. Il controllo consente di centralizzare tutte le informazioni sul funzionamento puntuale
delle unità al fine di poter monitorare l'efficienza di esercizio reale, i consumi di sistema e poter disporre di
eventuali segnalazioni di errore o malfunzionamento delle diverse unità. Il sistema centralizzato di controllo e
monitoraggio è quindi collegato alla rete in modo da poter variare i parametri e visualizzare le informazioni di
funzionamento comodamente da remoto su portale dedicato. Anima green L'attenzione quotidiana ai consumi
delle fonti primarie (petrolio, metano), ha indotto ad adottare sistemi e criteri costruttivi ecosostenibili ai fini di
un rilevante risparmio economico sulla gestione domestica, che si traduce in una riduzione dei costi fino
all'85% rispetto alla media delle case oggi sul mercato, garantendo tutela dell'ambiente, del clima e della
salute; assenza di difetti costruttivi e rivalutazione dell'immobile; minor consumo di energie non rinnovabili e
di materie prime; diminuzione degli scarichi inquinanti e ricorso a risorse locali. Nell'ottica del recupero, riuso
e del reciclo è stata realizzata una cisterna per la raccolta dell'acqua meteorica per usi irrigui; il verde
preesistente, inoltre, è stato recuperato e ripiantumato; c'è il ricorso a materiali riciclati e riciclabili come la
gomma o la fibra di poliestere.
Rispetto agli standard normativi di costruzione, Solaria ha ridotto di oltre U80% i consumi energetici e
le immissioni di CO
La centrale termica collegata a pannelli solari
L'edificio presenta un impianto di riscaldamento invernale e di raffrescamelo estivo centralizzato e
alimentato da pompe di calore inverter, con monitoraggio e controllo da remoto ,_ Identikit Partecipante: Gruppo Stolfa Edilizia sas, Capurso, Bari Progetto: Complesso Residenziale Solaria
Anno di progettazione: 2010 Anno di realizzazione: 2014 Classe energetica raggiunta: A+, livello di
sostenibilità 3 Certificazioni ottenute (LEED, BREEM, ITACA) IMPIANTI Pompe di calore, pannelli solari
termici, accumulatori acqua, piastre radianti, collettori: Rotex Daikin Contabilizzatori: Caletti Pannelli
fotovoltaici: El. Ital S.P.A. Impianti aspirazione polveri domestiche: Aertecnica
Sostenibilità premiata Collettore complanare ai mandala e di ritorno Grazie all'impiego di tecniche
estremamente innovative nel campo della bioedilizia, Solaria ha ricevuto il prestigioso premio per il
Sustainable Urban Building Contest, organizzato dalla Piattaforma Europea dell'Edilizia Sostenibile
Construction21. Il concorso, finalizzato a premiare gii edifici ad alta efficienza energetica in Europa, ha
decretato vincitore tra gli oltre cento casi di studio anche il complesso Solaria (unico progetto italiano
premiato) perché ha risposto pienamente alla sfida che l'edilizia contemporanea si pone in tema di sviluppo
urbano e qualità ambientale.
L'impianto fotovoltaico contribuisce alla climatizzazione e a soddisfare più della metà del fabbisogno
energetico delle utenze condominiali comuni
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QualEnergia - N.4 - set/ott 2014
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L'EDILIZIA CHE SI EVOLVE
Nella sostenibilità in edilizia dall'architettura senza architetti si passa allo Smart Building
Mario fiuterà
La maggior parte dei manuali recentemente pubblicati in diverse parti del mondo, che dovrebbero fornire le
"regole" per una progettazione energeticamente corretta, altro non sono che una riedizione - adeguata ai
tempi - di una parte di un manuale scritto duemila anni fa da un architetto romano, Marco Vitruvio Pollione.
L'architettura sostenibile, sempre più diffusa, si basa sulla riscoperta di criteri progettuali che Vitruvio, non
definendoli ovviamente sostenibili, affermava già allora. Per esempio ciò che Vitruvio chiama «temperamento
dei luoghi» e «aspetti del cielo» corrisponde a ciò che noi oggi potremo definire caratteristiche climatiche di
un'area e genius loci ossia rispetto dei caratteri e delle risorse locali. L'ambiente confinato, concepito
inizialmente solo come riparo e/o difesa, si evolve, nei millenni, guadagnando funzioni sempre più complesse
e sofisticate. Se consideriamo come punto di partenza una lettura "biologica" dell'edificio, implicitamente
assumiamo che lo sviluppo tecnologico della specie umana possa essere visto come una forma di
evoluzionismo exosomatico. Invece di "aspettare" la mutazione che facesse crescere la pelliccia, la specie
umana ha conquistato nuovi territori, più freddi, proteggendosi con pelli di altri animali, con il fuoco e
costruendosi un rifugio. Pelli animali, fuoco e rifugio sono pure "protesi" tecnologiche che rendono l'uomo più
adatto all'ambiente in cui vive. L'evoluzione exosomatica è molto più rapida e ha portato la specie uomo a
essere più forte di qualsiasi altro animale grazie alle macchine, più veloce grazie agli aerei, di udito più fine e
di vista più acuta grazie a sistemi di . riproduzione audio-visivi di ogni genere, di memoria più estesa grazie ai
computer, ecc. Procedendo in questo modello interpretativo, la casa può essere vista come una seconda
pelle che garantisce alcune condizioni ambientali richieste dalla prima pelle. Questa seconda pelle si evolve
assumendo caratteristiche diverse in relazione all'ambiente fisico in cui l'uomo vive, esattamente come si
evolvono per adattamento le specie biologiche. Questa evoluzione, che va dalla caverna alla cabina di un
modulo orbitante, può essere analizzata da numerosi punti di vista; fra questi ce n'è uno piuttosto insolito, ma
utile ed efficace. Si tratta di quello che vede l'ambiente confinato come un sistema aperto. Un sistema, cioè, i
cui confini sono attraversati da materia, energia e informazione. Possiamo allora distinguere due fasi
abbastanza ben delineate, successive a quella primordiale di rifugio. Nella prima la costruzione ha la funzione
di "filtro" delle condizioni esterne non desiderate. È la fase chiamata dell'"architettura spontanea". Il riparo che
l'uomo si costruisce filtra le condizioni climatiche esterne, cioè lascia passare quello che serve e intercetta
quello che non serve, in relazione alla domanda di benessere ambientale, al livello tecnologico e ai materiali
disponibili. Il tipo di conoscenza utilizzata è relativa al comportamento dei materiali soggetti a sollecitazioni
esterne, quali luce, temperatura, vento, umidità, ecc. Tale conoscenza è utilizzata per ottenere le prestazioni
volute attraverso un "intelligente" impiego della forma, degli spessori, della esposizione, e così via. Per lunghi
secoli questo è il principale tipo di intelligenza che viene posto nella realizzazione degli ambienti confinati, e
mediante questa intelligenza i flussi di energia, materia e informazione che attraversavano l'involucro
venivano modulati per renderli più adatti alle esigenze di chi in questo involucro viveva. Poi vengono le
macchine. Il controllo dei flussi di materia/energia/informazione viene effettuato con un uso sempre più
massiccio di "protesi" dell'involucro. Così la fine del XIX secolo vede affermarsi una nuova visione
dell'ambiente confinato, che viene costruito con materiali nuovi e si arricchisce di servizi e di macchine.
Fanno il loro ingresso pompe per il sollevamento dell'acqua, motori elettrici per gli ascensori, caldaie per il
riscaldamento, frigoriferi e ventole per il raffrescamento. Cento anni L'ambiente costruito dell'ultima parte del
secolo scorso, e il modo di viverlo e abitarlo, è, per molti aspetti, poco confrontabile con quella di soli cento
anni fa. Basti pensare alla presenza degli elettrodomestici che, se da una parte costituiscono sorgenti interne
di calore, dall'altra riducono l'attività fisica casalinga, provocando come conseguenza la necessità di
temperature più alte o più basse - in funzione delle stagioni affinchè si realizzino le condizioni di benessere
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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I trasformazioni
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termico. Un'altra sostanziale differenza sta nel fatto che l'edilizia non residenziale aveva un ruolo del tutto
marginale nelle società del passato o - nel presente - nelle società rurali. L'edilizia non residenziale cresce al
crescere della terziarizzazione del nostro sistema sociale, e assorbe sempre più risorse, a parte il fatto che
ormai ciascuno di noi spende almeno un terzo della sua giornata in un edificio diverso dalla "casa". In origine
l'ufficio, l'ospedale, il magazzino, il negozio, venivano costruiti con criteri non molto diversi - per quanto
riguarda le tecnologie utilizzate - da quelli impiegati per costruire le abitazioni. Oggi ciò non è più possibile: la
specializzazione di ogni singolo edificio lo ha sempre più allontanato dal suo archetipo originario, del quale
non è più parente. L'edificio è una somma di sistemi, ciascuno dei quali diventa sempre più sofisticato, ma
chiuso in se stesso. L'intelligenza se c'è - è tutta nei sottosistemi tecnologici, e non pervade il sistema nel suo
complesso. Questa mancanza di integrazione si riflette in tutta la sua evidenza nello spazio-ufficio, al servizio
del quale tutti i marchingegni sono stati pensati, costruiti e installati. Lo Smart Building, ultimo stadio di questa
storia evolutiva, nasce dalla necessità di gestire e controllare enormi strutture edilizie piene di tecnologia
(basti pensare alla complessità di un grattacielo a uso terziario) e dalla possibilità di creare una sovrastruttura
informatica per controllare il sistema edificio-impianti tecnologici. L'intelligenza si evolve Riprendendo la
metafora biologica, la teoria generale dei sistemi e la cibernetica mostrano che i sistemi capaci di mantenere
condizioni interne costanti, o poco variabili, quando immersi in un ambiente variabile, richiedono di essere
attraversati da un flusso continuo di energia e di materia. Inoltre, se questi sono sottosistemi di un sistema più
grande, essi trasformano materia, energia e informazione (input) in un output utilizzabile da un altro
sottosistema. Questo output può essere ancora energia, materia o/e informazione. La prima analogia fra gli
edifici (intendendo qui il sistema edificio, che include quindi anche gli uomini e la loro organizzazione) e i
sistemi biologici si riscontra nella comune necessità di alimentarsi di energia, materia e informazione allo
scopo non solo di mantenere o migliorare la propria organizzazione interna, ma anche per migliorare
l'integrazione nell'ambiente (mercato/ecosistema), attraverso l'occupazione di una nicchia sempre più grande.
La seconda analogia si può trovare nella comune capacità di mantenere l'ordine interno pur sollecitati da un
ambiente variabile. Un sistema che presenta questa capacità viene chiamato omeostatico. Affinchè si abbia
l'omeostasi attraverso retroazioni negative il sistema deve essere dotato di sensori, stati o valori di
riferimento, algoritmi decisionali e meccanismi capaci di apportare cambiamenti, detti effettori o attuatori. I
sensori forniscono informazioni sullo stato del sistema e dell'ambiente; queste informazioni vengono
confrontate con lo stato di riferimento. Se lo stato interno del sistema si allontana dallo stato di riferimento, gli
algoritmi decisionali attivano gli attuatori, che operano nella direzione di riportare il sistema allo stato di
riferimento. Nei casi più semplici gli stati di riferimento sono costanti, più spesso e in generale sono invece
funzione dell'ambiente e della storia del sistema. Una terza analogia si può identificare nell'involucro che, sia
negli individui biologici sia negli edifici, ha la funzione di "membrana semi-permeabile", che circoscrive
selettivamente il sistema nell'ambiente in cui è immerso. Una quarta si può trovare nella capacità di
apprendimento, cioè la capacità di modificare il proprio comportamento a seguito dell'accumulo
dell'esperienza/informazione. È ovvio che un sistema con questa articolazione e complessità non può fare a
meno di un'intelligenza che governi i processi, in uno smart building queste funzioni sono gestite da software
programmati per garantire la gestione e il controllo. Informatica e Smart Building I sistemi di monitoraggio e
controllo - nei più grandi ed evoluti edifici per ufficio - già da qualche anno sono protagonisti della gestione
degli impianti. In quest'area, il software gestionale svolge diverse funzioni: • riceve informazioni dai
componenti degli impianti; • converte le informazioni in forma adatta al successivo uso; • confronta
continuamente le informazioni ricevute con valori di riferimento; • genera segnali di controllo in risposta a
programmi predefiniti; • verifica che i segnali siano stati trasformati in azione dai componenti a cui erano
diretti; • genera segnali per l'interfaccia uomomacchina; • riceve comandi e informazioni dall'interfaccia; •
accumula informazioni; • attraverso algoritmi di interpretazione dei dati invia comandi al sistema.
L'articolazione di tutte queste funzioni permette così un controllo centralizzato e integrato sulle condizioni
ambientali (comfort termoigrometrico, luminoso, ambientale); sui sistemi di sicurezza e protezione; sui sistemi
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QualEnergia - N.4 - set/ott 2014
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
di comunicazione, informazione e trasporto, sui sistemi anti-incendio, sulle operazioni di manutenzione
programmata e sull'individuazione di manutenzioni straordinarie e sulla gestione dei costi delle singole aree
funzionali dell'edificio. La progettazione Sia i progettisti sia i committenti spesso non sono in grado di
conoscere e/o riconoscere tutte le esigenze degli occupanti e tutte le funzioni da controllare in un edificio.
Tale tipo di informazione è solitamente di costoso e difficile reperimento; diventa un importante sotto-prodotto
quasi automatico di un edificio informatizzato. Grazie all'informatizzazione è infatti possibile seguire nel
dettaglio l'evolversi delle esigenze e le soluzioni adottate relativamente alla modifica dei sottosistemi. I sistemi
tecnologici e il sistema organizzativo dovrebbero essere integrati in modo da creare un ambiente adatto alla
realizzazione del "comfort" fisiologico e psicologico. Uno Smart Building è un sistema formato
dall'integrazione di tre sottosistemi-base: l'ambiente (interno ed esterno); l'organizzazione delle funzioni e i
sistemi tecnologici. La sua progettazione, quindi, vede coinvolte discipline quali: ergonomia, psicologia,
fisiologia, sociologia, fisica, informatica, elettrotecnica; oltre a quelle "tradizionali" (architettura, ingegneria ed
economia). L'edificio informatizzato, quindi, integrato in quello che è stato chiamato Smart Building, sembra
proprio non abbia difetti, ma come per qualsiasi innovazione, anche in questo caso vale la regola secondo la
quale la diffusione è favorita dalla possibilità di introdurre il nuovo a piccole dosi, in modo da non sconvolgere
improvvisamente il consolidato sistema precedente. Nelle nuove costruzioni, soprattutto nei grandi edifici del
terziario e in tutta l'architettura hightech, la gestione informatica integrata dell'edificio è una esigenza
riconosciuta, la difficoltà sta nel diffondere la cultura della progettazione integrata e non subire l'installazione
di un gadget tecnologico per quanto "intelligente". Questo, forse, è l'ostacolo più consistente che si presenta
alla trasformazione dell'edificio da meccanico a organico, e che fa presupporre che l'intelligenza degli edifici
(soprattutto nell'enorme patrimonio edilizio già esistente), si diffonderà prima in quelli in cui i sottosistemi sono
già evoluti e quindi nelle nuove costruzioni. Del resto anche il processo evolutivo biologico è prima passato
attraverso la formazione di un sistema nervoso rudimentale che sovrintendeva a riflessi condizionati "di
settore". Il cervello è nato per ultimo, con lo scopo di integrare il tutto, e facendo fare un salto di qualità a
ciascun sottosistema controllato, per il solo fatto che ha cominciato a operare all'interno di un sistema più
complesso ed efficiente. Basti pensare alle evoluzioni che l'impianto elettrico di qualsiasi edificio deve subire
per adattarsi a un sistema informatizzato per rendersi conto della complessità dell'evoluzione. V
Tutti i limiti della "spontaneità" II progresso tecnologico dell'umanità ha modificato nel corso degli ultimi tre
secoli l'approccio intuitivo/artigianale e legato alle risorse e alle possibilità locali della costruzione
architettonica. Durante la prima crisi energetica (inizio anni 70) si è sviluppata una categoria di studiosi che
promuovevano una architettura a basso consumo energetico, quella architettura che gli americani hanno
chiamato "passiva" e i francesi "bioclimatica ". Si scoprì che la cosiddetta architettura senza architetti
conosceva e rispettava da sempre le regole magiche del costruire un involucro confortevole utilizzando
sapientemente la conoscenza delle caratteristiche climatiche del luogo e dei materiali disponibili. È facile però
- ed è già avvenuto - scadere nell'imitazione acritica di soluzioni costruttive tipiche dell'architettura spontanea
e del tutto inadatte alle esigenze contemporanee. "Spontaneo è bello" non può essere accettato come
filosofia, anche se è vero che molti degli insegnamenti che si possono derivare dall'analisi dell'architettura
senza architetti sono trasferibili - con i dovuti adattamenti - alle metodologie e ai modelli progettuali di oggi. Lo
sviluppo di questa corrente di pensiero ha preso diverse strade che possono essere tutte racchiuse all'interno
della definizione "architettura sostenibile". Dentro questa definizione, che potrebbe essere definita meglio
come un approccio progettuale, coesistono diverse filosofie di progettazione e di "soluzione del problema" dal
no-tech all'high-tech. Lo Smart Building rappresenta una di queste soluzioni nell'abito dell'approccio
tecnologico all'architettura.
Foto: * Responsabile Tecnico Exalto
SCENARIO ECONOMIA
21 articoli
28/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 1
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gufi o allocchi? c'è una terza via
Antonio Polito
P er anni politici e banchieri ci hanno garantito che il nostro sistema bancario era il più solido di tutti. La
smentita arrivata dall'esame della Bce si può dunque spiegare in due modi: o i problemi delle banche italiane
sono stati sottovalutati qui, o sono stati sopravvalutati dall'Europa. Oppure tutte e due le cose insieme. Delle
nostre colpe parlano i numeri: siamo la maglia nera, con due grandi istituti chiamati a rafforzare il loro
capitale; un terzo dei miliardi che mancano sono addebitabili a noi; la più antica banca del mondo, Monte dei
Paschi, è oggi la più debole d'Europa. Avessimo ricapitalizzato prima, invece di sbandierare ottimismo, forse
avremmo anche avuto più credito disponibile in questi anni. E quando mai i governi italiani si sono occupati
dei criteri di questi test di cui oggi ci lamentiamo?
D'altra parte è fuor di dubbio che l'esaminatore è stato particolarmente severo con noi. E non può trattarsi di
un pregiudizio etnico, visto che il presidente della Bce è un italiano, alla guida della Banca d'Italia fino al
2011. Ma ogni volta che finisce in un sistema di valutazione internazionale, l'Italia sconta la debolezza
intrinseca della sua economia e del suo sistema Paese. Giudicare la solidità di banche in una nazione che ha
perso un decimo del suo Pil in sette anni è infatti cosa ben diversa che giudicare le banche tedesche. Contro
di noi gioca sempre un sospetto in più. Come diceva l'apertura del Financial Times di ieri: «L'Italia finisce
sotto pressione dopo che nove banche falliscono gli stress test».
Siamo sempre sotto pressione. È un po' quello che accade anche ai nostri conti pubblici. Renzi ha dovuto
strappare quasi con la forza a Bruxelles uno sconticino dello 0,2% (la Commissione voleva lo 0,5%, ieri il
governo ha accettato lo 0,3%). Ma la vicenda delle banche ci ricorda che non è solo l'energia e neanche la
statura del leader a fare il peso specifico di un Paese; che si calcola con altri criteri, crescita economica,
credibilità internazionale, proiezione estera, forza militare. Ogni debolezza amplifica le altre: l'economia reale
condiziona i test sulle banche, questi provocano il crollo della Borsa di ieri, che a sua volta influenza
l'economia reale. È una lezione da tener presente. Per uscire dalla nostra crisi non basterà gettare il cuore
oltre l'ostacolo: bisognerà farci passare l'intero corpo di un'Italia oggi molto gracile. Questo richiede un
sistema Paese forte e coeso, dove non brilli solo la stella di un capo, tanto più forte quanto più solitario. E una
classe dirigente consapevole della perdurante gravità dei nostri problemi: una terza via tra i gufi e gli allocchi,
per i quali va sempre tutto bene.
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Il giudizio sul sistema Paese
28/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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Perché ancora non riusciamo ad avere credito
Salvatore Bragantini
pagelle bancarie testé distribuite van commentate evitando sia il vittimismo, sia la supina accettazione; siamo
a un passo storico per l'Europa. Sarebbe strano che, avendo noi perso l'11 per cento del Prodotto interno
lordo dal 2008, le banche italiane fossero promosse con lode, ma la nostra fragilità politico-sociale attira i
fulmini degli esaminatori.
u n alunno svogliato ma ben instradato in famiglia se la cava meglio di un altro che nessuno segue. Banca
Mps paga, incolpevole, l'essere agli inizi di una complessa ristrutturazione, ma le banche «peggiori» sono
tutte nell'area euro, che vive una fase incerta e confusa. Le violente critiche tedesche all'azione della Bce
tarpano la risposta dell'eurozona nel suo insieme alla crisi.
Se si ha la febbre, è sciocco prendersela con il termometro. L'esame ha usato criteri razionali, evitando però
di dare adito ad altre accuse sulla nazionalità del presidente Bce che, ex governatore di Bankitalia, sa pregi e
difetti delle nostre banche. Chiediamoci allora se sia sano trattare chi fa credito all'economia con categorie
valide per chi investe in titoli così complessi da essere invalutabili. Scrive Marco Onado ( Il Sole 24 Ore ) che
grazie alla magia dei modelli interni Deutsche Bank passa avendo solo il 2,4% del totale attivo, contro il 6,2%
di Intesa. I titoli complessi rendono più del credito, nel quale le nostre sono più impegnate; difatti il loro
rendimento sul capitale è metà di quello dell'eurozona, pur insufficiente per gli investitori.
Se però le banche non guadagnano abbastanza, non fanno credito: onde la necessità che sia il mercato a
finanziare l'economia, supplendo alle carenze di quelle. Tanto più che ora le banche minori, non interessate
dai test ma soggette agli stessi problemi delle grandi, capiranno l'antifona.
Pesa la difficoltà di realizzare le garanzie in Italia, anche per cause trascurate, come i ricatti delle banche
prive di garanzie a chi ne ha, o il peso della criminalità nel Sud. Ne soffre il giudizio sulla robustezza delle
nostre banche: paghiamo l'essere Stato debole, con cittadini refrattari all'agire (e battersi assieme) come una
comunità d'interessi. Un Paese serio, anziché piangere, deve prenderne nota, per cambiare.
Salvatore Bragantini
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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le debolezze nascoste
28/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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(diffusione:619980, tiratura:779916)
Mps perde il 21%, Carige cede il 17%. Piazza Affari chiude la giornata in ribasso del 2,4% Gli operatori
scommettono sulle aggregazioni. Il caso Popolari. Lo spread risale a 168 punti Due settimane di stop La
Consob ha vietato per due settimane le vendite allo scoperto su Mps e Carige
S.Ta.
ROMA È stata una giornata di tempesta, ieri, a Piazza Affari che ha chiuso con una perdita del 2,40%, a
19.028 punti. A trascinarla in basso il calo dei titoli bancari ed in particolare il crollo delle quotazioni di Mps e
di Carige. Le due banche hanno pagato pesantemente la bocciatura subita agli esami condotti dalla Bce in
vista dell'avvio della Vigilanza unica il prossimo 4 novembre. Mps, sospesa a più riprese dalle contrattazioni,
è arrivata a perdere il 21,5%, mentre Carige è caduta del 17%. Le vendite, e i ribassi, però non hanno
coinvolto solo gli istituti di Siena e Genova, ma hanno colpito un po' tutti i titoli bancari, anche quelli di banche
come Ubi Banca (-5,15%), Intesa Sanpaolo (-3,14%) e Unicredit (-2,55%), uscite a testa alta, registrando
importanti eccedenze di capitali, dai test di Francoforte.
Evidentemente la reazione degli investitori ha registrato il fatto che l'Italia, anche per la comunicazione a
gradi degli esiti del Comprehensive assestment che all'inizio indicava 9 banche - nella gran parte Popolari del nostro Paese in difficoltà sulle 15 che si erano sottoposte alla verifica, ha dato l'impressione di non uscire
bene dall'esame europeo. Nonostante le rassicurazioni date dalla Banca d'Italia sulla solidità del sistema e
anche dai principali analisti che hanno sottolineato l'esito complessivamente positivo dei test, visto che tutte e
15 banche hanno superato lo scoglio della verifica degli attivi di bilancio, e - ma non più di 2 - sono state
messe in difficoltà solo dalle prove di resistenza (stress test) rispetto ad uno scenario economico tanto
disastroso quanto improbabile.
In ogni caso ieri Piazza Affari è stata la peggiore in Europa - seguita da Madrid (-1,39%, Francoforte (0,95%), Parigi (-0,78%) e Londra (-0,40%) - e la Consob è intervenuta due volte, la prima, in mattinata per
vietare le vendite allo scoperto per i titoli Mps e Carige così da frenarne il crollo e la seconda in serata per
annunciare il prolungamento del divieto, reso più ampio, fino al 10 novembre, data entro la quale le due
banche dovranno presentare il piano di rafforzamento del capitale da realizzare entro luglio.
Il mood negativo sull'esito degli stress test si è propagato anche sul mercato secondario facendo risalire i
tassi dei titoli di Stato italiano, in controtendenza con il trend della giornata, il rendimento del Btp decennale è
salito al 2,55% e lo spread con il bund tedesco di pari durata è tornato ad ampliarsi a 168 punti base,
distanziandosi in modo marcato dai Bonos spagnoli dai quali ora sono divisi da 42 punti base, per la prima
volta dal febbraio 2012. Sul mercato però i principali analisti - anche a dispetto della stampa straniera che ieri
da Ft a WSJ per non parlare dei quotidiani tedeschi ha puntato l'indice sulla debolezza del sistema bancario
del nostro Paese - sono convinti che la tempesta non durerà molto.
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Gli esami
Gli stress test effettuati dalla Bce sono valutazioni sulla tenuta delle banche
in caso di forte deterioramen-to del quadro economico nel bienni 2014-1016 Oltre a Mps e Carige, gli istituti
italiani sotto esame erano Credito Valtellinese, Bper, Bpm, Pop Sondrio, Pop Vicenza; Banco Popolare,
Credito emiliano, Iccrea holding, Intesa Sanpaolo, Mediobanca Unicredit, Ubi, Veneto banca La valutazione
complessiva della Bce ha preso in considerazione anche la qualità degli attivi, la cosiddetta asset quality
review Il percorso si conclude il 4 novembre con l'assunzione da parte della Bce del ruolo di Authority di
vigilanza del sistema bancario Ue
Foto: Andrea Enria presidente Eba, l'autorità Ue di supervisione bancaria
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Le banche bocciate tirano giù la Borsa
28/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 33
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«Municipalizzate? Prima le micro fusioni»
Tommasi di Vignano (Hera): noi guardiamo ad Aimag di Modena. Poi le integrazioni dei big come Iren-A2A
Francesca Basso
MILANO Non è ancora tempo di maxi aggregazioni, la strada giusta è quella del passo dopo passo. Lo dice il
presidente di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano. Ma lo dicono anche gli analisti. Hera, la multiutility
dell'Emilia Romagna, con ramificazioni in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche, è considerata un modello di
governance perché i Comuni azionisti seppero fare un passo indietro al tempo dell'aggregazione nata il primo
novembre di dodici anni fa. Se nel loro complesso i soci pubblici del territorio di riferimento - 124 legati da un
patto di sindacato, tra cui Bologna, Padova, Trieste, Udine, Modena, Imola e Ravenna - sono oltre 200, con
una quota complessiva di circa il 57,3% del capitale sociale, singolarmente ciascuno non supera il 10%.
L'ultimo «importante», il Comune di Bologna, è sceso di recente al 9,9%.
E pensare che prima della quotazione, nel giugno del 2003, Bologna aveva il 37,6%. «All'epoca i sindaci
ebbero un'intuizione corretta e visionaria. C'era bisogno di consolidare le diverse realtà e i Comuni capirono
che per supportare lo sforzo infrastrutturale era necessario che le municipalizzate crescessero di
dimensioni», ricorda il presidente, alla guida di Hera dal novembre 2002. «In questi anni la crescita del
gruppo è stata per il 47% legata alle acquisizioni e per il 53% organica. Il margine operativo lordo è passato
da un po' meno di 200 milioni a 810 a fine 2013».
La maggior parte dei Comuni è restia a cedere le proprie quote, tanto che la legge di Stabilità prevede degli
incentivi per favorire le aggregazioni tra multiutility.
«Il tema è aperto. Nel nostro Paese, rispetto all'Europa occidentale, c'è un elevato numero di utility. Si tratta
di una filiera che può diventare più importante quanto più grandi sono i gruppi. È necessario stimolare un
percorso che vada verso un consolidamento ulteriore».
Cosa cambia per voi con la legge di Stabilità?
«Stiamo parlando in termini di giudizio più che di operatività. Il nostro piano industriale al 2018, definito prima
della legge di Stabilità, prevede già ogni anno e mezzo un'operazione che ci faccia allargare il perimetro. E
abbiamo già individuato due aziende target oltre ad Amga. Con la legge di Stabilità potrebbero maturare
condizioni aggiuntive che potrebbero portare a un'accelerazione».
Avete messo gli occhi su Aimag, la multiutility della provincia di Modena?
«È oggetto del nostro interesse. È naturale visto che abbiamo già il 25% ma non abbiamo sottoscritto nulla».
Iren e A2A hanno detto che affronteranno il dossier per un'eventuale fusione. La strada giusta è quella delle
aggregazioni tra big?
«Ci vorrà ancora qualche anno per le grandi multiutility, prima è necessario raggiungere un livello di
consolidamento adeguato. Mi riferisco ad Hera ma anche alle altre. La prima fase da affrontare è quella di
una crescita come abbiamo fatto finora, per piccole e medie aggregazioni. La priorità è che ognuno
contribuisca al consolidamento della filiera nel Paese».
Hera ha presentato un'offerta vincolante per il pacchetto clienti di E.on Italia. Se ve li aggiudicaste quale sarà
l'impatto?
«Hera ha 2 milioni di clienti elettricità e gas. Con gli 800 mila di E.on faremmo un salto rilevante».
Com'è il rapporto tra il management e le centinaia di soci pubblici?
«I ruoli sono stati chiari fin dall'inizio anche se c'era il rischio di una certa complessità, ma alla fine la
numerosità degli azionisti ha aiutato a rispettarli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il gruppo
La multiutility Hera è nata il primo novembre del 2002 e si è quotata nel giugno 2013 Se nel loro complesso i
soci pubblici del territorio di riferimento - 124 legati da un patto di sindacato, tra cui Bologna, Padova, Trieste,
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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INTERVISTA
28/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 33
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Udine, Modena, Imola e Ravenna - sono oltre 200, che detengono una quota complessiva di circa il 57,3%
del capitale, singolarmente ciascuno non supera il 10% Il piano industriale al 2018 prevede investimenti per
2,1 miliardi
Foto: La crescita del gruppo è stata del 47% per acquisizioni e per il 50% organica
Foto: L'Ebitda è passato da un po' meno di 200 milioni a oltre 830 a fine 2013
Foto: La priorità è che ognuno contribuisca al consoli-damento della filiera nel Paese
28/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 37
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Il mito di Silicon Valley e l'avanzata delle start-up cinesi
smarteconomy.corriere.it
(m.sid.) Oltre alle mezze stagioni non ci sono più nemmeno le certezze della Silicon Valley: se difatti si
prendono in considerazione le start up degli ultimi dieci anni che hanno superato il miliardo di dollari di valore
«solo» il 40% viene dall'area californiana. È questo il risultato di uno studio di Atomico, venture capital
londinese famoso per essere stato fondato da un tal Niklas Zennström - uno dei due fondatori di Skype - ma
anche per avere investito in Supercell, la società che ha sviluppato Clash of Clans, valutata 3 miliardi. Su 134
compagnie, 52 vengono dalla Silicon Valley, 27 da altre aree degli Stati Uniti, 26 dalla Cina (questa è una
notizia finora sottovalutata) e 21 dall'Europa. Quella di Zennström è una battaglia personale. Qualche mese
fa aveva ricordato sul Ft : «Dieci anni fa quando stavo sviluppando Skype dalla Svezia, un potenziale
investitore mi disse che avrebbe messo dei soldi a condizione che mi spostassi nella Silicon Valley». Lui non
cedette. E Skype funzionò lo stesso.
Morale: non è obbligatorio essere nella Valle del Silicio. E ora c'è la prova statistica.
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Ei Tower con Unicredit per le torri Wind
( d.pol. ) Entra in manovra anche Ei tower, partecipata al 40% da Mediaset, in vista della scadenza di lunedì
10 novembre, stabilita dalla russa Vimpelcom per il deposito delle offerte non vincolanti propedeutiche alla
vendita delle torri di trasmissione della controllata Wind. Secondo fonti di mercato, la società gestita da Guido
Barbieri ( foto ) sarebbe già affiancata da Unicredit che entrerà formalmente in partita sia come consulente
sia come banca finanziatrice. L'asset è un bel boccone. La valutazione delle 6 mila torri Wind sarebbe attorno
500-600 milioni e l'impegno economico dipenderà dalla quota che Wind metterà in vendita. Intanto Ei towers
approfitta delle opportunità sul mercato. In dirittura d'arrivo è infatti l'acquisto di 200 torri nel Centro Sud Italia
con un investimento poco sotto i 20 milioni. L'operazione porterà così a 2.900 il numero di siti.
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Luxottica e gli occhiali intelligenti, prima Google ora Garmin
( f.d.r. ) Da Google ai «goggle». L'accordo di collaborazione con Sergey Brin e Larry Page per lo sviluppo di
una nuova serie di Google Glass ha aperto una strada che Luxottica ritiene ricca di possibilità. E che va oltre
Internet e le mirabolanti possibilità degli occhiali intelligenti di Mountain View. Il marchio americano del
gruppo di Leonardo Del Vecchio, Oakley, ha annunciato ieri la firma di un accordo con Garmin, tra i leader
mondiali nei terminali per la navigazione satellitare, per lo sviluppo di tecnologia da applicare agli occhiali da
sci (in inglese «goggle»). Oakley produce già una «maschera» intelligente, la Airwave, dotata di un
microprisma che riflette sull'interno delle lenti meteo, velocità, distanza. Con Garmin studierà l'estensione
delle funzionalità del software e l'integrazione negli occhiali da sci della Garmin Virb Elite, una microcamera
studiata appositamente per le attività sportive.
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Sussurri & Grida
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
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La foto che inganna
di Isabella Bufacchi
di Isabella Bufacchi
Le fotografie scattate alle banche tra il 31 dicembre 2013 e l'ottobre 2014 nell'Aqr-stress test di Bce e Banca
d'Italia non catturano i 474 miliardi di aiuti ai sistemi bancari di Germania, Spagna, Olanda, Irlanda, Austria,
Belgio, Portogallo e Francia e i 4 dell'Italia.
Le fotografie non sempre rendono giustizia. A volte sono sfocate, a volte hanno più ombre che luci, altre
volte possono nascondere la verità o esaltare i particolari meno importanti o creare un'illusione. Non è
sempre così, possono essere dei veri e propri capolavori, ma la fotografia può ingannare. Ed è comunque
limitata a un preciso istante.
Gli AQR e gli stress test hanno fotografato le 130 banche europee in più occasioni. Per gli AQR, la prima foto
di gruppo è stata scattata il 31 dicembre 2013: in quel caso 9 banche italiane su 15 presentavano
«potenziali» carenze di capitale ma il ritratto non era completo. A seguire le banche sono state immortalate
tra il gennaio e il settembre 2014 per rilevare gli aumenti di capitale fatti in corsa prima della pubblicazione dei
risultati della "valutazione approfondita": in questa foto di gruppo nessuna delle 15 banche italiane risultava
carente di capitale in base all'AQR. Sono state poi scattate altre fotografie che oltre a tenere conto delle
ulteriori misure di rafforzamento patrimoniale straordinarie decise nel corso dell'anno 2014, hanno anche
mostrato le banche sotto stress per un arco di tempo triennale, in due prove di resistenza lunghe dal 2014 al
2016 con un doppio scenario, di base e avverso: in questa immagine finale, Mps e Carige sono risultate le
uniche due banche italiane carenti di capitale, per un importo complessivo elevato quando rapportato a quello
delle altre banche europee sottocapitalizzate per affrontare le avversità degli stress test. La foto conclusiva
ha fatto un'istantanea al sistema bancario italiano tra i peggiori d'Europa.
Peccato che in questo esercizio si siano perse altre fotografie, tra passato e futuro, tra il 2009 e il 2016, che
avrebbero reso giustizia al sistema Italia.
Per prima cosa, il confronto tra banche di Paesi diversi avrebbe potuto fotografare sullo sfondo anche il Pil e
il rendimento dei titoli di Stato dei rispettivi Paesi al 31 dicembre 2013: questo avrebbe aiutato la lettura dello
stress test con scenario avverso perchè in quella prova di resistenza l'Italia è entrata con un handicap
rilevante rispetto, per esempio, alla Germania (che non è in recessione e i cui titoli di Stato hanno rendimenti
ben più bassi).
Altre fotografie che si sono perse sono quelle degli interventi pubblici a sostegno delle banche europee
effettuati negli anni passati dai principali stati membri dell'eurozona (Italia esclusa) per 474 miliardi, che
salgono a 610 se si aggiungono i 136 miliardi del Regno Unito e a valgono 478 se si aggiungono i 4 miliardi
dell'Italia al 31 dicembre 2013 (1 ad oggi).
Gli AQR e gli stress test hanno fotografato 2,9 miliardi di carenze potenziali di capitale per MPS e Carige
«interamente riconducibili allo scenario avverso» e tenuto conto di 4 miliardi di intervento pubblico dello Stato
italiano. La Germania è passata a pieni voti, ma al netto di 247 miliardi di interventi degli anni passati e che
Eurostat ha classificato come aumento del debito pubblici ai fini dei calcoli di Maastricht: ricapitalizzazioni
dirette e due bad banks, i "veicoli di salvataggio" EAA e FMS-WM.
La fotografia di Mps e Carige crollate in Borsa ieri resterà stampata nella memoria di molti. Il fatto che le due
banche debbano ricapitalizzarsi, a in fretta, è una cruda realtà. E' quello che è. Ma AQR e stress test nella
valutazione approfondita della Bce e delle banche centrali nazionali e organi di vigilanza bancaria, che
avevano l'obiettivo principale di rassicurare i mercati, garantire la solidità del sistema bancario europeo e la
capacità di prevenire ed evitare rischi sistemici bancari futuri, assicurando l'apertura del canale del credito
bancario all'economia, non hanno convinto con questo nuovo album della famiglia bancaria europea.
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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AIUTI DI STATO
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
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@isa_bufacchi
© RIPRODUZIONE RISERVATA Germania 247,465 Regno Unito 136,381 Spagna 56,008 Olanda 51,213
Irlanda 48,468 Austria 26,069 Belgio 18,867 Portogallo 17,622 Francia * 11,452 Italia 4,071 *Al
dicembre2008 Fonte:Eurostat
Foto: Gli interventi Impatto sul debito pubblico ai fini dei calcoli di Maastricht degli interventi pubblici per le
banche. In mld di euro al 31/12/2013
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Viola e Profumo al Mef sui Monti bond
Marco Ferrando
Marco Ferrando u pagina 4
Il giorno dopo la pagella della Bce e dell'Eba, il vertice del Monte dei Paschi si è presentato in Banca d'Italia
e al Ministero dell'Economia. Per fare il punto sui risultati, ma soprattutto sul piano che ora la banca dovrà
mettere a punto entro il 10 novembre per recuperare i 2,1 miliardi di capitale necessari a far fronte a
un'eventuale situazione di stress.
Poco prima che sulla vicenda si esprimesse anche il premier Matteo Renzi («Siamo pronti a fare di tutto per
far si che il sistema economico funzioni ma sono convinto che Mps e Carige troveranno le risposte da dare»),
secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, ieri nel pomeriggio il presidente Alessandro Profumo e il ceo Fabrizio
Viola, avrebbero incontrato i vertici della Vigilanza. Da Via Nazionale non sono arrivate conferme al riguardo,
ma è probabile che all'incontro abbia preso parte anche il Governatore, Ignazio Visco. Al centro del confronto,
si diceva, non solo i risultati del comprehensive assessment - su cui sarebbero stati commessi anche alcuni
errori, con la Bce costretta a rimuoverli brevemente dal proprio sito dopo averli pubblicati, come riporta il Wall
Street Journal - ma anche la strada da seguire nei prossimi mesi. La pessima giornata di ieri, che ha visto la
banca perdere il 21,5% in Borsa e veder bruciato in un giorno un miliardo di capitale, ha dimostrato che non
c'è tempo da perdere. Secondo quanto si apprende, la strategia che a Siena si starebbe mettendo a punto
insieme ai due advisor, Ubs e Citigroup, sarebbe in due fasi: da un lato, le azioni sul breve periodo per
portare a casa i 2,1 miliardi, dall'altro il monitoraggio del mercato europeo (e non solo) del credito per capire
se ci sono le premesse per un'aggregazione.
Il nodo Monti bond
Al vertice in Via XX Settembre, invece, si sarebbe approfondito in particolare il tema dei Monti Bond. Come
noto, il Monte dei Paschi oltre due anni fa ne ha incassati per circa 4 miliardi: a inizio luglio, forte dell'ultimo
aumento, ne ha rimborsati per 3 miliardi, e oggi ne resta in pancia uno solo. L'ipotesi che venga rimborsato
entro il 2016, cioè nel triennio preso in esame dagli stress test, ha contribuito per 760 milioni a creare lo
shortfall di capitale stigmatizzato dalla Bce: al vertice di ieri, si sarebbero esaminate le possibilità alternative,
cioè il mantenimento in essere del prestito obbligazionario oppure la conversione in azioni. Resterebbe
ferma, comunque, la volontà di non ricorrere a ulteriori aiuti pubblici, come dichiarato ieri nell'intervista a Il
Sole 24 Ore da Fabrizio Viola.
Le altre contromisure
Il nodo dei Monti bond non è da poco. Se sciolto a proprio favore, Rocca Salimbeni si troverà alle prese con
un deficit patrimoniale ridotto a 1,35 miliardi. Più facile da colmare attraverso le contromisure cui stanno
lavorando gli advisor della banca: la cessione di asset (a partire da Consum.it, per cui é in stato avanzato una
trattativa che vede in campo Apollo e Deutsche Bank, e di non performing loans per 1,2 miliardi), il ricorso al
mercato con un'emissione ibrida del tipo additional Tier 1 (anche se il contributo non potrà eccedere gli 830
milioni), la vendita di alcuni pacchetti di filiali. Sullo sfondo, l'ipotesi di un nuovo aumento di capitale; anche se
si farà di tutto per evitarlo, visto che sarebbe il quarto dal 2008: secondo Mediobanca Securities, che ieri si è
esercitata sul tema, la raccolta di risorse fresche dai soci può essere evitata. Se sul contenuto del piano resta
l'incertezza, quel che è certo è che andrà approvato dal cda, in preallerta prima della prossima seduta già
fissata a metà novembre per l'approvazione della trimestrale.
L'aggregazione
Mentre si lavora a puntellare i conti sul breve-medio periodo, gli advisor continueranno a sondare i grandi
gruppi per un'eventuale aggregazione, ipotesi che ieri i vertici non hanno escluso. A meno di improbabili
soluzioni "di sistema" (UniCredit si è chiamata fuori, con il ceo Federico Ghizzoni che ha ribadito «nessun
interesse» anche solo per singoli asset del Monte), la pista italiana sembra assolutamente fuori portata; per
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PIANO PER SIENA
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
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questo, tra le porte a cui torneranno a bussare Ubs e Citi ci saranno quelle dei grandi trionfatori del
comprehensive assessment. Dal Santander, protagonista nei panni del venditore dell'ultimo grande deal del
Monte, Antonveneta, fino alle francesi, con particolare riferimento al Crédit Agricole e Bnp-Paribas. Ipotesi,
per ora: in particolare questi ultimi, contattati dal Sole, hanno fatto notare «che quando lo stesso rumor ritorna
ogni tre mesi vuol dire che non è vero». Come a suggerire che per il momento non c'è nulla.
@marcoferrando77
© RIPRODUZIONE RISERVATA La chiusura di ieri di indici e titoli bancari LE BANCHE EUROPEE -2,49%
SPAGNA Banco Santander -1,25% FRANCIA Bnp Paribas -1,99% REGNO UNITO Barclays -1,45%
GERMANIA Deutsche Bank -3,14% ITALIA Intesa Sanpaolo -21,50% Mps -17,19% Carige -2,55% Unicredit
Parigi -0,78% Cac40 Madrid -1,39% Ibex 35 Milano -2,40% Ftse Mib Francoforte -0,95% Obiettivi. Dati in
miliardi di euro IL PIANO INDUSTRIALE Dati in % I GRANDI SOCI E I NUMERI IL CROLLO DEL TITOLO
L'ANDAMENTO ORA PER ORA DI IERI Valore 2012 Obiettivo 2017 -4 -2 0 2 4 6 +1,0% Totale ricavi 5,2 5,0
Crescita media annua ponderata -4 -2 0 2 4 6 -5,0% Costi operativi 3,3 2,6 -4 -2 0 2 4 6 -18,0% Rettifiche
nette su crediti -1,0 -2,7 -4 -2 0 2 4 6 N.S. Utile netto 0,9 -3,2 0 50 100 150 200 250 -4,0% Totale attivo 218,9
180,7 0 50 100 150 200 250 -1,0% Raccolta diretta 133,4 125,7 0 2 4 6 8 10 +1,1P.P. Dati in % I GRANDI
SOCI E I NUMERI IL CROLLO DEL TITOLO L'ANDAMENTO ORA PER ORA DI IERI Valore 2012 Obiettivo
2017 -4 -2 0 2 4 6 +1,0% Totale ricavi 5,2 5,0 Crescita media annua ponderata -4 -2 0 2 4 6 -5,0% Costi
operativi 3,3 2,6 -4 -2 0 2 4 6 -18,0% Rettifiche nette su crediti -1,0 -2,7 -4 -2 0 2 4 6 N.S. Utile netto 0,9 -3,2
0 50 100 150 200 250 -4,0% Totale attivo 218,9 180,7 0 50 100 150 200 250 -1,0% Raccolta diretta 133,4
125,7 0 2 4 6 8 10 +1,1P.P. Core Tier 1 Common equity ratio 10,0% 8,9% York Capital 5,02 Ubs 2,87 Axa
2,05 Fintech (Messico) 4,50 Btg Pactual (Brasile) 2,00 Fondazione Mps La Fondazione comunica la cessione
del 6,5% a Btg Pactual e Fintech 31 Marzo Marcello Clarich viene eletto nuovo presidente della Fondazione
11 Agosto Fintech e Btg entrano in Cda 9 Ottobre Si chiude con successo l'aumento della banca 27 Giugno
Titolo sotto pressione in vista dei risultati Bce 20 Ottobre Pubblicazione risultati comprehensive assessment 2
Settembre La Fondazione comunica la cessione del 6,5% a Btg Pactual e Fintech 31 Marzo Marcello Clarich
viene eletto nuovo presidente della Fondazione 11 Agosto Fintech e Btg entrano in Cda 9 Ottobre Si chiude
con successo l'aumento della banca 27 Giugno Titolo sotto pressione in vista dei risultati Bce 20 Ottobre
Pubblicazione risultati comprehensive assessment 26 Ottobre 0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 0,775 0,80 0,825 0,85
0,875 Chiusura di venerdì 1,00 0,785 Chiusura di ieri Antonella Mansi viene eletta presidente della
Fondazione Mps LA PAROLA CHIAVE Monti bond Sono strumenti subordinati convertibili in azioni Mps, che
sono stati emessi dall'istituto senese e sottoscritti dal Tesoro. Servirono per rafforzare il patrimonio della
banca con intervento pubblico. I Monti bond sono titoli ibridi perché mettono insieme caratteristiche
obbligazionarie e azionarie.
Foto: La fotografia
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
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Quei passi falsi di Bce e Fed
di Donato Masciandaro
di Donato Masciandaro
In un momento di forte incertezza le banche centrali dovrebbero evitare di aumentare la confusione, che
accentua la volatilità dei mercati. Invece la Bce, con gli annunci sugli stress test, e la Fed, con le parole in
libertà sulla politica monetaria, hanno compiuto grossi passi falsi.
Concentriamoci sull'Europa. Ieri i mercati finanziari sono stati investiti dall'onda d'urto provocata
dall'annuncio della Bce con i risultati della valutazione sulla qualità dei bilanci delle maggiori banche europee.
Il problema è che difficilmente si sarebbe potuta immaginare una politica di annuncio più inefficace. In primo
luogo esiste una oggettiva difficoltà a definire l'oggetto della misurazione in un momento in cui nasce un
sistema europeo di vigilanza unico in cui però i soggetti rilevanti sono almeno tre: la Bce, l'autorità bancaria
europea (Eba) e le autorità bancarie nazionali, banche centrali e non - ove quest'ultima entità a sua volta
rappresenta un insieme eterogeneo di attori istituzionali. Per cui le banche europee rilevanti sono 120 se si
considerano quelle che verranno direttamente sorvegliate dalla Bce a partire dal 4 novembre, diventano 130
se invece si contano quelle che la Bce ha sottoposto alla valutazione dei bilanci, passano a 123 se invece il
campione è quello utilizzato dall'Eba, in cui vi sono banche di Paesi membri e non membri dell'Unione. Solo
92 istituti appartengono a tutti e tre gli insiemi. Questo fatto è oggettivamente un motore di confusione, che
non dipende però dalle autorità di vigilanza.
Ma la confusione aumenta nel momento in cui la Bce decide di comunicare per ogni banca nello stesso
giorno tre risultati diversi: una valutazione di bilancio, il risultato di una simulazione di base (stress test di
base) e il risultato di una simulazione estrema (stress test avverso). Era necessario? In primo luogo, mentre
l'effetto di una politica di annuncio sulla valutazione dei bilanci bancari è sicuramente positivo in termini di
maggiore trasparenza nei confronti dei mercati, lo stesso non si può dire degli stress test. Due sono almeno
le ragioni. Da un lato gli stress test non sono delle previsioni; per cui essi rischiano di nascere morti, nel
momento in cui i dati effettivi o quelli più probabili già smentiscono le assunzioni su cui gli stress test si
basano. È quello che ieri è accaduto su alcune assunzioni base degli stress test Bce legate alla dinamica
della crescita, dei prezzi e dei tassi. Dall'altro lato - e di conseguenza - le assunzioni sono assolutamente
soggettive e quindi fisiologicamente opinabili, soprattutto se il campione di analisi è eterogeneo, come è il
caso di banche che appartengono a classi dimensionali e a regioni economiche diverse. Anche questo ieri è
accaduto, se pensiamo alle critiche e perplessità che le simulazioni hanno sollevato in termini di disparità nel
grado di severità delle stesse.
Dunque gli stress test hanno tutte le caratteristiche per aumentare - non per ridurre - la volatilità delle
informazioni. Un effetto che andrebbe evitato, soprattutto nella fase storica - unica e delicata - di avvio di una
nuova architettura di vigilanza, in più nel bel mezzo di una fase congiunturale di estrema fragilità. Ma
assumiamo pure di essere convinti dell'utilità degli stress test, perché comunque annunciarli in
contemporanea alle valutazioni di bilancio? Tre pagelle aumentano l'informazione o la confusione?
Ma non basta. Le pagelle della Bce erano datate, fermandosi alla fine dello scorso anno. Intanto le banche
europee non sono state con le mani in mano, in termini di rafforzamento patrimoniale. Del rafforzamento
patrimoniale si è tenuto doverosamente conto nelle valutazioni formulate dalla Bce. Questo significa però che
le pagelle da tre diventano sei. La confusione aumenta; l'effetto è divenuto vieppiù evidente con le
comunicazioni e/o le osservazioni offerte dai vigilanti nazionali. Nel caso dell'Italia vi è stato un circostanziato
documento della Banca d'Italia, che ha aiutato a comprendere che - a seconda della pagella considerata - le
banche cosiddette bocciate erano 9, oppure 8, oppure 4, oppure due, oppure zero. Per amor di completezza,
la cifra meno aleatoria è zero, in quanto e quella che corrisponde alla valutazione di bilancio con dati
aggiornati. Ma questa giostra di cifre aumenta l'informazione o la confusione?
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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BANCHE CENTRALI
28/10/2014
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Per ora propenderemmo per la seconda ipotesi, almeno alla luce di due prime, elementari osservazioni. La
prima evidenza è legata a quel che è avvenuto durante la conferenza stampa a Francoforte. Di fronte a una
precisa domanda di una giornalista che chiedeva ragione delle discrasie nella comunicazione tra Francoforte
e Roma, i responsabili della Bce hanno prima eluso la domanda, e poi offerto - con malcelata insofferenza una non risposta. La seconda evidenza si trae dal modo in cui i media hanno trattato la notizia. Limitandosi
alla carta stampata, sui quotidiani le banche italiane bocciate erano due o nove, a seconda del grado di
comprensione e/o dell'intonazione che si voleva dare all'informazione sullo stato di salute del sistema
bancario italiano. Sulla stampa internazionale l'informazione è stata invece un coro solo: le banche italiane
bocciate sono nove, a dimostrazione della cattiva salute del sistema bancario italiano, della sua vigilanza,
nonché del suo sistema-Paese, per non parlare dello stato precario dell'euro. Domanda finale: a chi giova
una cattiva politica di annuncio sullo stato di salute delle banche italiane ed europee? Certo non è
nell'interesse di un avvio sano e credibile della nuova vigilanza europea.
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28/10/2014
Il Sole 24 Ore
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Penalizzato chi fa credito
di Morya Longo e Fabio Pavesi
di Morya Longo e Fabio Pavesi
Gli stress test della Bce raggiungono un risultato quasi paradossale: se da un lato sono stati eseguiti per
rafforzare le banche in modo da permettere loro di tornare a erogare credito, dall'altro penalizzano proprio
quelle che più si sforzano di sostenere le imprese.
Morya Longo
e Fabio Pavesi
Iparametri su cui sono stati tarati gli stress test, a giudicare dai risultati, sembrano battere più duro
sull'economia reale che sulla finanza. Se l'Italia esce sconfitta rispetto ad altri Paesi, è anche (non solo,
ovvio) per questo: le nostre banche hanno la "colpa" di essere troppo esposte su un'economia reale che si
deteriora. Se Paesi come la Germania escono vittoriosi, invece, è per il motivo opposto: l'economia è ben più
forte di quella italiana - il che costituisce un indubbio vantaggio -, ma soprattutto le grandi banche tedesche
sono poco esposte sull'economia reale e molto più sui mercati finanziari.
I risultati comunicati dalla Bce domenica, infatti, sono in parte influenzati dalla scelta e dal peso dei
parametri. Quando la Bce e l'Eba hanno immaginato lo scenario avverso su cui testare la sopportazione dei
bilanci bancari, hanno ipotizzato un marcato calo del Pil (-6,1% per l'Italia nel triennio 2014-2016, -7,6% per
la Germania e -6% per la Francia), un aumento della disoccupazione, un drastico calo dei prezzi degli
immobili, una riduzione dell'inflazione. Questo ha avuto un impatto negativo, negli stress test, sul portafoglio
crediti delle banche. Gli "esami sotto sforzo" hanno certamente tenuto in conto anche parametri finanziari, ma
su questo fronte lo "stress" è stato minore: anche nello scenario avverso, infatti, le banche europee sul fronte
della finanza avrebbero addirittura ben 6 miliardi di ricavi.
Questo, inevitabilmente, ha condizionato i risultati finali. Perché le banche di certi paesi sono più sbilanciate
sull'economia reale e quelle di altri Stati più sui mercati. Secondo i dati di R&S Mediobanca, relativi ai bilanci
2013, le banche italiane, spagnole e dei Paesi bassi sono le più impegnate a sostenere l'economia reale: i
crediti verso la clientela sono pari al 56,3% del totale attivo per le principali banche italiane, al 58,4% per le
spagnole e al 58,2% per le olandesi. Per intenderci: per ogni 100 euro impiegato dalle italiane, nonostante il
credit crunch degli ultimi anni, 56 sono stati utilizzati per erogare credito a famiglie e imprese. Ovvio che se si
ipotizza una nuova pesante recessione, dopo quella già vissuta, queste sono le banche che soffrono di più:
sicuramente più delle tedesche (che hanno crediti alla clientela pari al 30,5% dell'attivo), delle francesi
(36,1%) o delle inglesi (44,4%).
Peccato che le banche tedesche e francesi siano piene zeppe di derivati: le big in Germania ne hanno per il
26,7% del totale attivo e quelle francesi per il 15,5%, mentre le italiane si fermano al 6,6%. Peccato che la
maggior parte di questi derivati (l'89,9% in Germania) sia utilizzata per fare "trading" e non per fini di
copertura dei rischi. Peccato, inoltre, che le banche tedesche e francesi siano ancora piene di titoli "tossici",
quelli impossibili da valutare perché non hanno alcun valore di mercato: ammontano al 48% del patrimonio
netto tangibile in Germania e al 27% in Francia, contro il 16,7% in Italia. Tutta questa finanza nei bilanci
cambia in maniera sensibile il totale degli «attivi ponderati per i rischi» (Rwa), cioè il parametro chiave su cui
si calcola il fabbisogno di capitale: le banche tedesche riescono a ridurli artificialmente più delle italiane
perché la finanza pesa meno dell'economia reale nei bilanci (non solo negli stress test). Dunque riescono ad
avere un livello di solidità patrimoniale più elevato.
E la differenza si vede bene guardando le singole banche. Le tedesche (Landesbank comprese) hanno tutte
superato gli esami. Anche la traballante Commerzbank, la seconda banca tedesca che per stare in piedi ha
dovuto chiedere pesantemente aiuto allo Stato tedesco e ha fatto un aumento di capitale a maggio. I crediti
sono meno della metà dell'attivo di bilancio. Il resto è trading finanziario. È poco più piccola come totale di
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PARADOSSI DEI TEST
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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bilancio di Intesa Sanpaolo ma le bastano poco più di 25 miliardi di capitale per superare gli stress test,
quando Intesa aveva a fine 2013 capitale netto tangibile per 37 miliardi. Il colosso francese Societé Générale
ha un bilancio doppio (1.141 miliardi) di Intesa Sanpaolo, ma ha prestiti all'economia per solo il 29% del
bilancio contro il 52% di Intesa. Il resto - circa 800 miliardi - sono attività finanziare: titoli, derivati e quanto
altro. SocGen si è presentata agli esami (superati) con soli 37 miliardi di capitale primario.
Intesa che paga l'esposizione doppia all'economia reale, pur avendo un bilancio che è la metà della francese
ha bisogno degli stessi livelli di patrimonio per superare gli esami sotto sforzo. E che dire delle banche inglesi
che pur sono fuori dall'euro? Tutte promosse, anche quella Royal Bank of Scotland che ha costretto il
Governo britannico alla sua nazionalizzazione pena il default. La banca inglese (che ha cumulato perdite per
45 miliardi di sterline dal crac Lehman) stava in piedi con solo 56 miliardi di euro di capitale netto tangibile
(dati R&S Mediobanca di fine 2013) su un attivo totale di bilancio che vale 1.232 miliardi. Siamo a poco più
del 4% di capitale a garanzia della solidità finanziaria della banca che più ha patito la crisi.
Qual è il punto di forza della banca? Ha crediti per soli 530 miliardi, poco più di UniCredit che ha un bilancio
totale più piccolo di oltre il 30%. E che deve supplire alla sua esposizione a famiglie e imprese dovendo
mettere in cascina (in proporzione) molto più capitale della banca inglese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Regno Unito Francia Paesi Bassi Italia Germania Spagna Europa Derivati
attivi su totale attivo Dati % Maggiori banche europee: crediti dubbi In % del Pil Impieghi/ clienti In % sul
totale attivo Titoli e azioni In % del totale attivo Attivi di "livello 3"/ patrimoni netto tang Dati in %
Fonte:R&SMediobanca
Foto: I diversi sistemi bancari - Fonte: R&S Mediobanca
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
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Quel confronto impari tra Nord e Sud Europa
Fabio Pavesi
Fabio Pavesi u pagina 2 Il capitale? Dipende da come lo calcoli e soprattutto riferito a quale parametro.
Sappiamo che il capitale richiesto dalle Autorità è rapportato non a tutto il bilancio, ma solo a quella classe di
attivi considerati a rischio. Ed è noto a tutti che l'attività tradizionale bancaria, cioè prestare denaro, è
considerata più rischiosa che scommettere sull'andamento di Borse, bond, valute e quant'altro. Giusto o
sbagliato che sia, questo è un vulnus per chi fa banca tradizionale, che si trova penalizzata (dovendo
detenere in proporzione più patrimonio), rispetto alle grandi banche d'affari che guadagnano (e a volte
perdono) comprando e vendendo titoli, derivati, prodotti finanziari. Fare l'hedge fund paradossalmente
conviene. Ma i rischi sistemici vengono proprio da lì, come Lehman insegna. Una lezione che la grande lobby
finanziaria del Nord Europa ha finto di ignorare. Dopo il crac Lehman, passata la grande paura, tutti gli asset
finanziari hanno ripreso a correre e le grandi banche d'affari hanno fatto montagne di profitti semplicemente
con il trading. Se invece eroghi principalmente credito in Paesi come l'Italia in stagnazione profonda, non solo
perdi soldi (leggi il cumulo di sofferenze nei bilanci) ma devi accantonare in proporzione più capitale che non
la grande banca d'affari. Solo per esemplificare sorprende vedere come Deutsche Bank operi su un bilancio
totale di quasi 1.700 miliardi (più del Pil italiano) con un capitale netto tangibile di soli 47 miliardi, mentre
UniCredit pur essendo più piccola della metà (poco più di 800 miliardi) sia costretta a detenere lo stesso
livello di capitale del gigante tedesco. Vale anche per Intesa che con soli 626 miliardi di attivo è costretta a
cumulare capitale quasi quanto Deutsche. Quando si parla di regole omogenee si parla di questa evidente
discrepanza.
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MODELLI BANCARI
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Il Sole 24 Ore
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Europa «miope» su riforme italiane
Fabrizio Galimberti
di Fabrizio Galimberti
«Specchio, specchio delle mie brame, qual è la finanza pubblica più sana del reame?».
Se la regina matrigna dell'Eurozona - buona o cattiva che sia - ponesse questa domanda, la risposta dello
specchio potrebbe sorprenderla. Ma prima di rivelare la "finanza più sana" bisogna sottolineare come
l'ortodossia bruxellese - quella complicata ragnatela di regole, adempimenti e sanzioni che recinge le finanze
pubbliche dei Paesi membri - soffra di miopia nello spazio e nel tempo.
L'incapacità di guardarsi intorno, se non verso i Paesi mediterranei, è evidente nel fatto - (vedi il Sole-24 Ore
dell'11 ottobre) - che delle "regole" si pretende un rigoroso rispetto solo per quanto riguarda le finanze
pubbliche. Quando si guardi a sbilanci dell'economia diversi da quelli del bilancio, il paraocchi è d'obbligo.
Così la Germania, il cui modello di sviluppo porta a privilegiare l'export, accumula avanzi correnti della
bilancia dei pagamenti e non spinge a sufficienza la domanda interna. Se ogni Paese facesse lo stesso,
all'Europa verrebbe a mancare la capacità di sostenere la crescita. Per questo l'Unione Europea si è data
un'altra regola, la "Macroeconomic Imbalance Procedure" che stabilisce come un Paese non debba superare
il limite del 6% del Pil nell'avanzo corrente. Regola che da sette anni la Germania trasgredisce, senza che
venga messa sotto accusa.
Ma è la miopia nel tempo la più importante. Per spiegare questo punto cruciale bisogna spiegare dapprima il
"debito previdenziale" (DP). Per proiettare nel tempo gli andamenti della finanza pubblica, bisogna prevedere
anche contributi e pensioni: i primi dipendono da Pil e aliquote, le seconde dal numero di pensionati, dalla
loro speranza di vita e dai parametri di calcolo). Se viene fuori che il sistema in futuro presenterà dei
disavanzi, cosa bisogna fare? Questi disavanzi, accumulandosi, vanno a costituire un debito: appunto, il DP.
Un debito che tende a crescere in ogni Paese, dato che nell'Occidente (e non solo) è in corso un
invecchiamento della popolazione che metterà a dura prova, per l'aumento delle spese per pensioni e sanità,
gli equilibri della finanza pubblica.
Il DP è diverso dal debito pubblico propriamente detto: non dipende, come quest'ultimo, dal passato e dal
presente. Dipende dal futuro: è un debito che emergerà negli anni a venire, ma è scritto già oggi nei
parametri attuali di contributi e prestazioni. Speriamo che questi vengano cambiati. Ma, come ha
recentemente detto Mario Draghi in un altro contesto, «la speranza non è una strategia». Ed è bene quindi
che il DP venga evidenziato in ogni analisi della fragilità - o robustezza - della situazione di finanza pubblica
di ogni Paese. Cosicché nelle "raccomandazioni" dirette ai Paesi membri si tenga conto anche di questa
cruciale dimensione della finanza pubblica.
Come cambia la situazione delle finanze pubbliche europee quando si traguardino i conti di ogni Paese
attraverso la lente della finanza previdenziale? Cambia, e di molto. Talché la risposta dello "specchio delle
mie brame" installerebbe l'Italia al primo posto del podio. Come si arriva a questa sorprendente conclusione?
Guardiamo ai due grafici. Il primo, tratto dal «Rapporto sulla stabilità finanziaria» pubblicato dalla Banca
d'Italia (maggio 2014) e basato sul Fiscal Sustainability Report della Commissione europea (dicembre 2012),
riporta gli indici di sostenibilità: questi sono calcolati come la variazione del saldo primario necessaria per
rispettare il vincolo intertemporale (in pratica, tutte le spese future devono essere eguali alle entrate - niente
deficit). Dato che tutte le spese future includono quelle - pesanti - legate all'invecchiamento, è molto difficile
rispettare quel vincolo. Ma l'Italia passa l'esame a pieni voti: è l'unico Paese che si potrebbe permettere
addirittura di diminuire il saldo primario. La ragione è presto detta. Il combinato disposto di alti contributi
sociali e di una crescente età effettiva di pensionamento fa sì che il problema previdenziale sia stato
praticamente risolto. Una conclusione supportata anche da uno studio tedesco dell'Università di Friburgo del
dicembre 2013 (vedi l'altro grafico) che dà - udite udite - all'Italia un debito previdenziale negativo; associato
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I COMMENTI
28/10/2014
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al debito pubblico tradizionale, lo abbassa fino a portare questa misura di debito complessivo al di sotto
dell'analoga misura del debito tedesco.
Beninteso, questi calcoli hanno sempre un margine di aleatorietà perché riguardano il futuro: differenti ipotesi
su crescita e altri parametri possono portare a risultati diversi. Il Rapporto appena citato della Banca d'Italia
riporta anche un indice di sostenibilità calcolato dal Fmi con ipotesi diverse, che tuttavia conferma la
robustezza della nostra situazione: l'Italia rimane sul podio anche se al secondo e non al primo posto (ci
contentiamo).
Insomma, quando a Bruxelles si litiga sugli "zero virgola" di correzione dei nostri saldi, quando si tira in ballo
la nostra affidabilità, quando si dubita della nostra capacità di realizzare riforme strutturali, ci si dimentica che
abbiamo fatto delle riforme: la riforma del sistema delle pensioni, da Amato a Dini, da Prodi a Monti ha inciso
in una misura che altri Paesi non si sognano nemmeno. Il problema dell'Italia non è nella sostenibilità delle
finanze pubbliche. Sta nella qualità della spesa, nella farragine dei tributi, nella pesantezza degli adempimenti
burocratici, nelle ruggini del mercato del lavoro e della giustizia civile: sono queste le "riforme strutturali" di cui
abbiamo bisogno per riprendere a crescere.
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Italia 73 154 258 449 473 574 640 644 672 Fonte: Stiftung Marktwirtschaft e Univ. di Friburgo - Dicembre
2013 Fonte: Rapporto stabilità finanziaria - Banca d'Italia 1/14 lgio Paesi Bassi Finlandia Regno Unito
Spagna Austria Eurozona Francia Germania Italia -2,3 1,4 1,6 2,1 4,1 4,8 5,2 5,8 5,9 7,4
Foto: Gli effetti della riforma previdenziale L'INDICATORE DI SOSTENIBILITÀ In % del Pil - Fonte: Rapporto
stabilità finanziaria - Banca d'Italia 1/14 IL DEBITO PUBBLICO ESTESO In % del Pil
28/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 4
(diffusione:556325, tiratura:710716)
La lettera di Padoan a Bruxelles conferma la correzione di 4,5 miliardi: 3,3 saranno sottratti alla riduzione
della pressione fiscale Impegni su riforme e privatizzazioni. Katainen commenta: "Risposta costruttiva".
Anche la Francia cede alla Ue Il Tesoro rafforza la manovra e riscrive il Def. Ridotti i cofinanziamenti dei fondi
Ue, estesa la reverse charge dell'Iva
ROBERTO PETRINI
ROMA. L'Italia rafforza la manovra. Dopo il braccio di ferro con Bruxelles il ministro dell'Economia Pier Carlo
Padoan ieri mattina ha inviato una lettera (regolarmente pubblicata sul sito del Tesoro) al vicepresidente della
Commissione Katainen dove accetta di mettere in atto una correzione ulteriore del deficit di 4,5 miliardi pari
all'0,3 per cento del Pil strutturale. Meno di quanto chiesto da Barroso (0,5 per cento) ma più di quanto
previsto nella "Stabilità" attualmente in Parlamento (0,1 per cento). "Bene l'Italia, atteggiamento costruttivo",
ha commentato Bruxelles.
L'intervento, che dovrà trasformarsi in un emendamento al testo e forse (come chiedono le opposizioni
anche al Def), costerà l'utilizzo della riserva da 3,3 miliardi (2,2 per cento del Pil) prudentemente già
considerata nella "Finanziaria": un "tesoretto" tuttavia che, se non fosse sopraggiunta la contestazione di
Bruxelles, avrebbe potuto essere impiegato per la riduzione delle tasse. Il restante 0,8 per cento si otterrà
rafforzando la misura di lotta all'evasione dell'Iva, il reverse charge, mediante l'allargamento alla grande
distribuzione organizzata (oltre ai servizi di mensa e pulizia): in tutto si otterranno 730 milioni. L'altro
intervento, pari 500 milioni, riduce il cofinanziamento dei fondi strutturali Ue. In tutto 1 miliardo e 230 milioni.
Nell'accettare il diktat europeo il ministro Padoan non rinuncia tuttavia a ribadire le difficoltà in cui versa
l'economia italiana afflitta «da una delle più gravi e lunghe recessioni della sua storia» che ha comportato dal
2008 una perdita del 9 per cento del Pil. L'Italia, dice Via Venti Settembre, è "nel terzo anno di recessione" e
ha di fronte a se "un serio rischio di deflazione e di stagnazione". Dobbiamo evitare "ad ogni costo" - è
l'appello del Tesoro - il quarto anno di recessione. La risposta dell'Italia giunge in contemporanea con la
"capitolazione" di Parigi: ieri il ministro delle Finanze Michel Sapin, che aveva ricevuto una analoga
reprimenda da parte di Bruxelles per aver posizionato il deficit-Pil al 4,3 per cento nel 2015, ha annunciato
"ulteriori misure" per 3,6 miliardi di euro.
Sul piano della struttura della manovra, che resta come conferma il Tesoro di 36,2 miliardi, bisognerà rifare i
conti, almeno per quanto riguarda l'aspetto espansivo che faceva perno sull'intenzione del governo di
spostare il deficit dal 2,2 al 2,9 per cento. Coni nuovi tagli e la rinuncia al fondo riduci-tasse, il depuò crescere
più di quanto ci attribuisce Bruxelles perché deve essere considerato il nostro piano di riforme; inoltre il paese
prima della crisi ha dimostrato di poter raggiungere tassi più alti di quelli che ci vengono oggi attribuiti. Per
questo motivo lo scostamento tra il Pil reale e quello "possibile" (il cosiddetto output gap) è più alto di quanto
valuta la Commissione e dunque saremmo anche nel 2015 intorno alla barriera del4 per cento: soglia che ci
farebbe accedere alle "circostanze eccezionali" valide ai fini del rinvio del pareggio di bilancio.
ficit-Pil nel prossimo anno dovrebbe scendere, secondo prime valutazioni, al 2,6 per cento.
Una percentuale che suona meglio ai fini dei conti ma che riduce la spesa in deficit dai circa 11,5 miliardi
iniziali a soli 6 miliardi. Il Tesoro assicura anche un 0,7 per cento di Pil all'anno con le privatizzazioni per
arginare il debito.
Non è un caso che Padoan non rinunci nella lettera a Katainen a sottolineare il punto tecnico che divide
Roma da Bruxelles ormai da settimane: la valutazione del Pil potenziale dell'Italia (variabile cruciale perché
più è alto più cresce lo "sconto" sul deficit strutturale).
L'Italia, spiega sostanzialmente la lettera, I PUNTI E CIRCOSTANZE ECCEZIONALI Nel rinvio del pareggio
nel 2017 Padoan si richiama alle circostanze eccezionali: il rallentamento dell'economia MISURE DA 4,5
MILIARDI Salirà da 0,1 a 0,3 punti percentuali la correzione strutturale del deficit 2015: 4,5 miliardi GIÙ IL
FONDO PER RIDURRE LE TASSE Di questi 4,5 miliardi di correzione, 3,3 miliardi saranno presi dal fondo
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Deficit ridotto con il fondo taglia-tasse
28/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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per la riduzione delle tasse NVESTIMENTI E STRETTA SULL'IVA Altri 0,5 miliardi verranno dai
cofinanziamenti dei fondi strutturali Ue, e 0,7 miliardi dalla lotta all'evasione Iva IFORME E
PRIVATIZZAZIONI Nel 2015 avanti con le riforme del lavoro e della giustizia e con le privatizzazioni, con una
media annua dello 0,7% del Pil PER SAPERNE DI PIÙ www.tesoro.it ec.europa.eu
Foto: LO SFORZO AGGIUNTIVO Gran parte dello sforzo aggiuntivo per correggere il deficit, come si legge
nella lettera di Padoan, è realizzato togliendo 3,3 miliardi dal fondo per la riduzione delle tasse. A sinistra,
Pier Carlo Padoan e Jyrki Katainen
Foto: LA LETTERA
28/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 26
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Atlantia scommette: il governo di Parigi farà retromarcia sull'ecotassa dei
Tir In palio 900 milioni
La società italiana attiva oltralpe nella gestione del settore autostrade spera di incassare la penale
dell'appalto
CARLOTTA SCOZZARI
MILANO. È questione di giorni e Atlantia saprà come scrivere la parola "fine" sulla complessa questione,
aperta da più di un anno, dell'ecotassa francese sui mezzi pesanti. La società delle autostrade della famiglia
Benetton guida con la quota di maggioranza il consorzio Ecomouv che ha seguito il progetto per il
pedaggiamento.
Peccato però che l'ecotassa sui tir dei cugini francesi non sia mai partita: progettata per l'inizio del 2014
dall'ex governo di François Fillon, non è mai entrata in vigore. Colpa delle proteste dei camionisti, che ancora
a inizio ottobre hanno minacciato scioperi spingendo l'esecutivo di Manuel Valls ad annunciare la
sospensione sine die della tassa. Che perciò, dopo numerosi tentativi di trovare un accordo, pare sia stata
accantonata. A questo punto, si tratta di capire come l'esecutivo di oltralpe gestirà la rottura. Come spiega il
documento appena diramato da Atlantia per l'acconto sul dividendo, gli accordi siglati a giugno stabiliscono
che il governo francese abbia tempo fino al 31 ottobre, e quindi fino a venerdì, per «notificare a Ecomouv la
volontà di abbandonare il progetto attraverso una risoluzione consensuale». Se questa dovesse essere la
strada (a ieri non risultava arrivata una simile comunicazione), il governo francese dovrebbe corrispondere
una indennità di quasi 900 milioni, 650-700 dei quali finirebbero alle banche finanziatrici, tra cui le italiane
Intesa, Unicredit, Mediobanca e Crédit Agricole come unica francese. Se invece il governo non dovesse farsi
sentire entro venerdì, il contratto, nonostante la sospensione della tassa, «resterebbe pienamente efficace»,
fermo restando, avverte Atlantia, che «non possono escludersi scenari diversi, anche di contenzioso, rispetto
ai quali la posizione di Ecomouv è molto solida». Se la strada non dovesse essere la separazione
consensuale, insomma, si potrebbe andare allo scontro. E a quel punto Ecomouv potrebbe presentare al
governo francese un conto che, comprendendo i danni, salirebbe oltre il miliardo.
Foto: IL MANAGER L'ad di Atlantia e di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci
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IL PUNTO
28/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 28
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Gruppo Cir, utile a 5,4 milioni lieve calo dei ricavi: -1,5%
Ebitda in crescita del 9,5% grazie alla capogruppo e a Espresso e Kos
MILANO. Tengono i ricavi complessivi del gruppo Cir e cresce la redditività nei primi nove mesi del 2014.
Mentre l'utile netto si attesta a 5,4 milioni e si confronta con l'analogo periodo dell'anno scorso, quando i
profitti erano stati pari a 10,7 milioni ma negativi per 16,2 milioni escludendo le componenti straordinarie.
Sono gli elementi principali della trimestrale approvata ieri dal cda del gruppo Cir, la holding della famiglia De
Benedetti. Al 30 settembre, il fatturato della società ammontaa 1,776,6 milioni, in calo dell'1,5% rispetto a
1.804,5 milioni dello stesso periodo di un anno fa. «La lieve riduzione - si legge in una nota - è riconducibile ai
minori ricavi del gruppo Espresso, penalizzato dalla complessa situazione del settore editoriale e
dall'andamento ancora critico dell'economia, che ha provocato un'ulteriore riduzione degli investimenti
pubblicitari». Per le altre controllate di Cir, Sogefi ha ricavi stabili mentre Kos ha avuto una crescita del 4,7%.
L'ebitda dei primi nove mesi è pari a 154,1 milioni, in aumento del 9,5%.
La crescita è dovuta «al miglioramento dei margini della capogruppo che nel 2013 aveva sostenuto oneri non
ricorrenti legati al Lodo Mondadori e al lieve incremento registrato da Espresso e Kos. Tali fattori hanno più
che compensato il calo registrato da Sogefi».
Riguardo all'utile netto, le controllate Espresso e Kos hanno realizzato profitti in linea con quelli del
corrispondente periodo dell'esercizio precedente, mentre Sogefi ha registrato una perdita di 5,8 milioni, a
fronte di un utile di 23,8 milioni nei primi nove mesi del 2013. «L'andamento è dovuta all'evoluzione negativa
del mercato sudamericano, al leggero calo dei margini in Europa e a oneri non ricorrenti per ristrutturazione».
Nell'esame dei conti va tenuto conto dell'accordo sottoscritto tra Cir e le banche nel luglio scorso sulla
ristrutturazione del debito di Sorgenia. L'accordo prevede un aumento di capitale da 400 milioni che sarà
interamente sottoscritto dalle banche finanziatrici. Al termine dell'operazione, Cir non deterrà più azioni
Sorgenia. In forza di ciò, ricavi, ebidta e risultato operativo di Cir non includono il contributo di Sorgenia che è
invece compreso nel risultato netto. Sempre ieriè stata approvata la trimestrale di Cofide, controllante di Cir.I
ricavi sono ammontatia 1.776,6 milioni (-1,5%), l'ebitda a 152,6 milioni, in crescita del 9,6%, l'utile netto è pari
a 1,6 milioni.
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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I CONTI/ I PRIMI NOVE MESI 2014
28/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 1
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Si compra online ma sui siti stranieri
GIUSEPPE BOTTERO
In milioni acquistano sulla rete. Le nostre imprese sono indietro: pochi incentivi e tasse troppo alte Giuseppe
Bottero A PAGINA 13 GIUSEPPE BOTTERO TORINO Gl i i t a l i a n i s o n o pronti, le imprese non ancora.
Nonostante i numeri in crescita, nel commercio elettronico restiamo tra le cenerentole d'Europa: con un
valore complessivo che supera di poco i 13 miliardi l'anno, le vendite realizzate dai siti di casa nostra
guardano da lontano Francia, Germania e soprattutto Gran Bretagna, dove il mercato digitale corre verso
quota 80 miliardi. Eppure qualcosa sta cambiando. A inizio dicembre arriverà Italydock, una cyber-vetrina per
distribuire nei Paesi Ue i prodotti di 60, selezionatissime, piccole aziende: voluto con forza dal governo e
realizzato dall'agenzia Ice in collaborazione con Poste, il portale è considerato un tassello importante per il
rilancio delle esportazioni. Pochi giorni prima, l'11 novembre, un altro test: sul sito cinese Alibaba debutterà
un'area dedicata ai nostri marchi. Si tratta di due iniziative d i v e r s e , m a l 'o b i e t t i v o è l o stesso:
recuperare terreno. Perché a sorridere grazie all'e commerce, in Italia, finora sono stati soprattutto gli
stranieri. I 16 milioni che nel corso dell'ultimo anno hanno fatto acquisti via web, infatti, si sono affidati in larga
parte ai colossi statunitensi, le «dot-com»: 20 grandi gruppi, da Amazon in giù, che stanno monopolizzando il
mercato. Secondo un'indagine di Netcomm, consorzio del commercio elettronico italiano, i giganti
internazionali pesano per il 54% delle vendite, un numero che sfonda il 70% se si considerano solo i prodotti
e non i servizi (dal turismo alle assicurazioni). «Una percentuale che mette in luce le debolezze degli
operatori tradizionali. Ancora stentano a i n t e r p re t a re l'online come un reale canale alternativo e per
questo non riescono a giocare un ruolo da protagonisti», dice Alessandro Perego, responsabile scientifico
dell'Osservatorio e-commerce B2C del Politecnico di Milano. Eppure la Banca Mondiale lo ripete da anni: per
le Pmi la via della crescita è lastricata di byte. Spese basse, magazzini più snelli, un miliardo di potenziali
consumatori. Per non sprecare l'occasione all'Italia serve una scossa. «Abbiamo un problema culturale, di
visione: le imprese che vendono online sono solo il 4% del totale, e l'accesso alla banda larga rimane
carente», ammette il presidente di Netcomm Roberto Liscia, che pure vede spiragli positivi, soprattutto da
parte di chi acquista: «C'è un nuovo tipo di cliente, il "Superconsumatore" col pieno controllo del processo di
acquisto. Compra online e usa Internet per fare acquisti tradizionali e consapevoli». In sostanza: chi si
avvicina a una vetrina, ormai, conosce il vero prezzo di un prodotto e le sue caratteristiche. «Il 40% degli
acquisti tradizionali è influenzato da quanto visto online», prosegue Liscia, che all'inizio del 2015 lancerà un
marchio europeo per aumentare la fiducia dei clienti. «Ora il digitale vale solo il 3,5% delle vendite retail, c'è
spazio per crescere». Una boccata d'ossigeno è arrivata dalla diffusione dei dispositivi mobili: gli affari via
smartphone nel 2014 hanno fatto registrare un incremento del 100%, superando gli 1,2 miliardi di euro. S e si
aggiungono le transazioni via tablet, l'incidenza delle vendite da mobile raggiunge il 20% del totale. «Anche
se le aziende riconoscono le potenzialità della trasformazione d i g i t a l e, s o n o a n co ra p o c h e quelle
che le stanno già impiegando come leva di crescita effettiva», dice Mike Sutcliff, numero uno di Accenture
Digital. Il governo, oltre ad accelerare sulla promozione, si sta muovendo anche sugli incentivi: nei giorni
scorsi è stato sbloccato il voucher per la digitalizzazione delle Pmi. La misura prevede un massimo di
diecimila euro che le aziende possono incassare e spendere in hardware, software o servizi che favoriscano
l'innovazione tecnologica. Una goccia nel mare, forse, ma anche un tentativo di contrastare la
«delocalizzazione 2.0»: la Svizzera, infatti, ha iniziato a sedurre anche gli imprenditori digitali. E un colosso
Usa come Guess, per la sede europea del sito di e-commerce, ha scelto Berna: ad attirarlo una tassazione
più bassa e regolamenti più snelli per chi vende e per chi acquista. E per gli scontrini sotto i 150 euro, dalla
Svizzera all'Italia, non si applicano dazi sulle spedizioni.
Il confronto con i principali mercati internazionali Stati Uniti 329 CRESCITA 2013/2014 PENETRAZIONE
ONLINE (2014) +10% 11% VALORE E-COMMERCE (miliardi di euro, 2014)
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Il mercato digitale in Italia
28/10/2014
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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L'e-commerce in Italia VALORI DELLE VENDITE DA SITI ITALIANI Milioni di euro Crescita rispetto anno
precedente
La distribuzione delle vendite per comparto merceologico
Altro Editoria Grocery 9% Informatica ed elettronica Assicurazioni
Foto: MARTINO LOMBEZZI/CONTRASTO La sede di Yoox, storia di successo dell'e-commerce italiano
28/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 22
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Meridiana addio, mobilità confermata
Pronte 1634 lettere: i lavoratori avranno per due anni l'80% dello stipendio, poi scatterà il licenziamento Della
compagnia rimangono il marchio, la sede e poco meno di 400 lavoratori Resta in piedi AirItaly che ha
ereditato le rotte più redditizie e ha costi più bassi
NICOLA PINNA OLBIA
Rimarrà il marchio. E anche la sede. Poi, della seconda compagnia aerea italiana, si conserverà soltanto lo
scheletro: i muscoli si sono già sgonfiati. La forza di Meridiana, vanto cinquantennale della Costa Smeralda e
del principe Aga Khan, è già una pagina di storia con verbi al passato. Il futuro, invece, è scritto in un
documento redatto ieri pomeriggio, a tre ore dall'ennesimo (e infruttuoso) vertice ministeriale. Trentatré
pagine, quindici con gli indirizzi dei destinatari, per annunciare che il licenziamento di 1634 dipendenti è già
scattato. Da oggi non si torna indietro. La procedura durerà 75 giorni ma sotto l'albero di Natale i dipendenti
di Meridiana potrebbero trovare un regalo poco gradevole. «Non ci stancheremo di ripetere che non abbiamo
alternative - fanno sapere dai piani alti della palazzina dirigenziale di Olbia - Capiamo l'ira dei dipendenti, ma
tutti devono capire che non lo stiamo facendo per mettere sulla strada le famiglie». Di Meridiana, poi, rimarrà
AirItaly, una specie di figliastra che ha già ereditato le rotte più redditizie e che in futuro gestirà i voli con la
famosa livrea creata per sostituire quella originaria di Alisarda. I dipendenti di AirItaly, approdata a Olbia
quando il suo fondatore Giuseppe Gentile è diventato amministratore di Meridiana, ha un organico di circa
400 persone. Tutti giovani e con contratti di lavoro molto meno onerosi. E per l'azienda (ma non per i
passeggeri) è diventata una sorta di low cost. L'operazione è tutta lecita? La Guardia di finanza indaga: gli
uomini del Gico sono partiti da alcuni esposti e su ordine del procuratore di Tempio hanno già interrogato
hostess e steward. Quello studiato dall'amministratore Roberto Scaramella, sostengono i sindacati, è il più
ampio piano di licenziamenti collettivi mai attuato in Italia, almeno nella storia recente. Si parte da 1634
contratti da annullare e al massimo si potrà arrivare a 1366. Da queste cifre i manager della compagnia non
si schiodano. E lo scrivono nel documento recapitato ieri pomeriggio a tutti i rappresentanti dei lavoratori: «La
revisione del modello industriale si può attuare con l'ottimizzazione dei processi operativi e con il
ridimensionamento delle attività di trasporto aereo, la chiusura di tutte le basi, esclusa quella di Olbia, per la
quale l'attività sarà ridimensionata». Di mezzo ci sono i licenziamenti. Nella lista compaiono 262 piloti, 896
assistenti di volo, 320 impiegati e 156 tecnici dell'hangar che però risultano dipendenti di Meridiana
Maintenance. Due anni di mobilità con l'80 per cento dello stipendio e poi a casa. Per selezionare nomi e
cognomi ci sarà ancora da trattare. Ma metter tutti d'accordo non sarà facile. E le tensioni delle ultime 48 ore
sono una pericolosa premessa. Il vertice di ieri al Ministero del Lavoro era fissato da venerdì mattina. Ma già
dalla sera si era capito che non sarebbe servito a nulla. La mediazione del ministro Giuliano Poletti
prevedeva altri due anni di cassa integrazione, lo stop alla mobilità e l'avvio della procedura solo per i
dipendenti vicini alla pensione e i volontari. Ma l'azienda, su ordine diretto del principe Aga Khan, ha risposto
picche, soprattutto perché le richieste dei sindacati contenevano anche l'unificazione di Meridiana con AirItaly
e la creazione di una lista unica di dipendenti. Persa questa battaglia, il fronte sindacale sembra stremato ma
il pilota e l'assistente di volo che da 2 settimane vivono su una torre-faro continuano la protesta a 40 metri e
ieri hanno cominciato lo sciopero della fame. A terra, si pensa al blocco dell'aeroporto.
Foto: ANSA
Foto: La protesta dei lavoratori Meridiana
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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IERI L'ULTIMO VERTICE AL MINISTERO. L'AZIENDA CONFERMA I TAGLI: «CAPIAMO LA RABBIA DEI
DIPENDENTI, MA NON CI SONO ALTERNATIVE»
28/10/2014
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Le italiane partivano a handicap
I risultati confermano il buono stato di salute del settore: tutti gli istituti hanno superato l' Aqr, la parte più
oggettiva dell'esame, senza aiuti di Stato. Le fusioni? Ok se ispirate a logica di redditività
Jole Saggese C
«Aqr e stress test hanno confermato la solidità e la robustezza del settore bancario italiano; in particolare, se
consideriamo il dato dell'Asset quality review, per effetto delle ricapitalizzazioni fatte nel corso del 2014 e
degli ulteriori accantonamenti effettuati a fronte dei crediti deteriorati, tutte le banche italiane hanno superato
la prova e, anzi, hanno evidenziato un eccesso di capitale di 25 miliardi. E l'Asset quality review era la parte
più oggettiva dell'esame, quella basata sull'analisi dei portafogli di credito delle banche italiane e non sugli
scenari super negativi dello stress test». Il direttore dell'Abi, Giovanni Sabatini, non guarda alla reazione
scomposta dei mercati e sottolinea i progressi esibiti dagli istituti italiani. Domanda. Eppure l'interpretazione
dei media internazionali è quasi disfattista. Risposta. Guardiamo al punto di partenza: le banche italiane
vengono da sette anni di crisi, due recessioni, che hanno portato l'Italia a perdere quasi 9 punti percentuali di
pil e, durante questi sette anni, non hanno ricevuto aiuti di Stato. Non un centesimo del risparmiatore e del
contribuente italiano è stato utilizzato per supportare il mondo del credito nel processo di ricapitalizzazione.
Non è il caso delle banche tedesche. E neppure quello delle banche spagnole. Hanno assorbito miliardi dal
meccanismo europeo di stabilità, parte dei quali - circa 20 miliardi - è stata pagata dai contribuenti italiani.
Quindi direi che la nostra prova di resistenza è stata superiore a quella di banche che in alcuni Paesi sono
state nazionalizzate. D. È vero che per le caratteristiche interne la prova è stata più dura per le italiane? R.
Assolutamente sì. Le ipotesi di scenario di base e scenario di stress non sono particolarmente differenti da
quelle applicate in altri Paesi ma il problema è il punto di partenza: se lei considera un'ipotesi di riduzione del
pil del 5% per un Paese che cresce a tassi del 10% il risultato sarà comunque sempre una crescita del 5%,
se lei applica la stessa variazione negativa del 5% a un Paese che ha una crescita zero, avrà una decrescita
del 5% e i risultati saranno diversi. D. Veniamo a Mps e a Carige. Che cosa accadrà? R. Come Abi possiamo
solo osservare nuovamente che la carenza di capitale emerge soltanto a fronte di uno scenario
estremamente negativo, che entrambe hanno passato la fase di valutazione degli attivi e che quindi questo
shortfall sarà gestibile nell'ambito dell'utilizzo di misure di mercato. D. Vi aspettate soluzioni che possano
includere fusioni, matrimoni tra banche? R. L'intero settore delle banche commerciali in Europa soffre di una
carenza di redditività che deriva da molteplici fattori, non solo quelli regolamentari, ma dalla rivoluzione
digitale e, ovviamente, dal contesto di bassa crescita, che poi si traduce in un livello di tassi di interesse molto
basso. Questo significa che il settore in Europa, ma ancora di più in Italia, deve passare attraverso una fase
di ristrutturazione e riorganizzazione con l'obiettivo di recuperare redditività: ridurre i costi, aumentare
l'efficienza e la produttività. Operazioni di aggregazioni o di fusioni credo possano rientrare nella logica delle
cose. D. Quanto durerà la punizione dei mercati per i titoli bocciati e anche per quelli promossi, stando
all'andamento di ieri? R. La volatilità sui mercati riflette una prima reazione a possibili aumenti di capitali che
potrebbero avere effetti diluitivi. Credo che questa volatilità perdurerà ancora per qualche tempo ma ad
esempio vediamo anche che lo spread è rimasto stabile e dunque non c'è stato un incremento del rischio
Paese. D. La prossima settimana scatterà la vigilanza unica bancaria. R. Questa è la vera rivoluzione cui
andiamo incontro. Significherà avere non soltanto regole identiche ma anche prassi di vigilanza uguali in tutti i
Paesi dell'Unione e questo contribuirà a integrare realmente il mercato dei capitali in Europa, a garantire una
circolazione dei capitali fluida e quindi anche una maggiore efficacia della politica monetaria. Credo che
questo comporti anche per i legislatori nazionali una riflessione su tutte quelle norme nazionali che oggi
vedono l'Italia disallineata rispetto al contesto europeo. D. Che cosa potrebbe rendere le banche italiane più
competitive in relazione e soprattutto quale potrebbe essere la ricetta per aumentare la redditività? R.
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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INTERVISTA SABATINI (ABI) LE NOSTRE BANCHE VENGONO DA SETTE ANNI DI CRISI E DUE DI
RECESSIONE
28/10/2014
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Sicuramente in questa fase le banche devono aumentare l'efficienza e continuare l'opera di contenimento dei
costi; su questo punto anche la negoziazione col sindacato sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro
giocherà un effetto importante. Sicuramente un tema delicato è quello della fiscalità che oggi ci vede
completamente disallineati rispetto ai nostri competitor europei e che si traduce anche in minore capacità di
aumentare il patrimonio, che è poi la risorsa essenziale, dato il nuovo quadro regolamentare, per aumentare
anche la quantità di credito per l'economia reale. (riproduzione riservata)
Foto: Giovanni Sabatini
28/10/2014
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Nessuno è bocciato senza appello
L'alto funzionario: siamo partiti dalla fine del 2013 per avere una base certa e coerente. La redditività
rappresenta un problema, ma non solo italiano. E comunque l'esame non sarà stato un esercizio vano
Andrea Cabrini e Valeria Patanè
«Ho sentito parlare di bocciature. In questo esercizio nessuno è bocciato senza appello così come non ci
sono promozioni senza qualificazione. Lo afferma Ignazio Angeloni, responsabile dell'ufficio Stabilità
finanziaria della Bce, in questa intervista a Class Cnbc (la tv del gruppo Class Editori, che pubblica MFMilano Finanza ). Domanda. Come giudica la salute delle banche italiane? Risposta. Le analisi sono state
condotte sui dati a fine 2013, perché era necessaria una base certa come punto di partenza. Dopodiché sono
stati considerati anche i rafforzamenti patrimoniali fatti nei nove mesi del 2014. Su questa base risulta per
quattro banche italiane una carenza netta, come evidenziato dai nostri rapportie dal comunicato stampa della
Banca d'Italia. Per Banca Carige e Mps la carenza netta è più consistente; per le altre due, la Popolare di
Vicenza e la Popolare di Milano, è più limitata e abbiamo indicazione che siano state decise altre operazioni
per colmarla. Credo che in complesso il sistema bancario italiano sia solido, come detto anche dalla Banca
d'Italia. Le eccedenze sui minimi di capitale superano ampiamente le carenze. Certo le banche carenti di
capitale vanno seguite con attenzione. Naturalmente è contato molto, in particolare per le banche italiane, il
punto di partenza, cioè quanto si trovavano, all'inizio dell'esercizio in prossimità dei limiti minimi. Il sistema
italiano ha patito negli ultimi anni un'economia più debole che in altri Paesi. Ciò si è tradotto per l'Italia in un
numero superiore di banche che evidenziavano una carenza di capitale, ma l'esercizio è stato rigoroso, le
metodologie sono state coerenti e, ripeto, non ci sono bocciature senza appello. D. Forse i metodi adottati
sono troppo concentrati sul rischio di credito a scapito di quello di liquidità. Questo potrebbe avere
svantaggiato le banche italiane? R. Non credo. Va fatta una premessa. C'è una legge europea, la quarta
Direttiva sui requisiti di capitale, già in vigore, e quindi esiste una base giuridica più chiara per valutare i
requisiti di capitale di quanto ci sia per altri profili, per esempio la liquidità. Su questa, il Comitato di Basilea è
arrivato di recente a un orientamento che va trasferito nella legislazione europea italiana. Quindi gli altri
profili, la liquidità in particolare, su cui abbiamo raccolto informazioni nel corso della review, andranno
considerati nell'azione successiva del supervisore. Ma nelle perplessità e dubbi espressi negli ultimi mesia
proposito delle banche europee, soprattutto dagli investitori globali, era prevalente l'aspetto della solvibilità.
D. Ritenete, come fa Banca d'Italia, che si vada verso nuove aggregazioni bancarie? R. Noi vogliamo come
conseguenza di questo esercizio un rafforzamento dei bilanci bancari e del sistema nel complesso. Il
rafforzamento può avvenire in tanti modi: cessioni di attività, aumenti di capitale presso gli azionisti esistenti o
sul mercato, aggregazioni. L'esercizio che stiamo facendoe che adesso entra in fase di applicazione, prevede
che entro pochi giorni le banche carenti di capitale, e sono quattro per il sistema italiano, presentino i loro
piani di azione sul patrimonio. Aspettiamo di vederli per valutarne le varie componenti. D. Due banche si sono
rimesse in linea all'ultimo minuto, è per questo che la Bce parla di quattro istituti in difficoltà? R. La Banca
d'Italia, e il nostro rapporto, chiariscono che una volta tenuto conto dei di rafforzamenti patrimoniali dei nove
mesi, le banche italiane ancora carenti sono Mps, Carige, BP Vicenza e BP Milano. Per le ultime due la
carenza è minima. Banca d'Italia segnala che ci sono operazioni già decise che però non rientrano nella
metodologia comune, e dovranno far parte dei piani d'azione sul capitale. D. Ma c'è sempre il nodo redditività.
C'è chi teme che l'esercizio sarà stato vano se le banche non riusciranno ad aumentare gli utili. Come
pensate che questa sfida possa essere affrontata, dalle banche italiane in particolare? R. Non sarà stato
vano perché dà informazioni molto importanti agli investitori, alle banche e a noi. Il problema della redditività è
di respiro europeo, non solo italiano. Dipende dai tassi molto bassi, dai margini risicati che gli si
accompagnano, dal deterioramento della qualità degli attivi. Tutto ciò si lega al contesto dell'economia
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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INTERVISTA ANGELONI, DIRETTORE DELL'UFFICIO STABILITÀ FINANZIARIA DELLA BCE, DIFENDE IL
TEST
28/10/2014
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Pag. 7
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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europea e italiana. Ci aspettiamo che l'esercizio compiuto, aiutando a sbloccare l'offerta di credito, inneschi
un circolo virtuoso, quando l'economia si riprenderà, e quindi anche la redditività si normalizzi. D. L'esame
sarà la base della Vigilanza unica che parte tra pochi giorni. Come cambierà la situazione in Europa? R. Sarà
molto più semplice per le banche, soprattutto quelle attive in diversi Paesi, interloquire con un singolo
supervisore invece che con entità diverse a seconda di dove risiedono le varie filiali. Il supervisore europeo
ha regole molto chiare sulla trasparenza delle sue operazioni: abbiamo pubblicato un manuale della
supervisione, metodologie molto stringenti di reporting al pubblico e al Parlamento Europeo. Quindi per le
banche la presenza di un supervisore europeo che lavorerà insieme ai supervisori nazionali sarà di grande
aiuto. D. Il nuovo schema di Vigilanza aiuterà a non trovarsi più in situazioni critiche come quelle viste in
passato? R. Non c'è dubbio,e per due motivi. Anzitutto l'Unione bancaria ruota attorno a un supervisore
singolo, che prevede anche un meccanismo europeo di risoluzione delle crisi. Una rete di sicurezza molto più
robusta di prima. Il secondo motivo è che il nuovo supervisore ha a disposizione strumenti che possono
contribuire a tenere sotto controllo i rischi macroeconomici che promanano dal sistema finanziario.
(riproduzione riservata)
Foto: Ignazio Angeloni
28/10/2014
MF - Ed. nazionale
Pag. 22
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Più che una Bad occorre un'Opportunity Bank se si vogliono salvare le
pmi italiane
Andrea Ferretti*
Non c'è dubbio che, nell'attuale scenario, uno dei circoli viziosi più pericolosi è quello che instauratosi tra
banche ed imprese (si veda «quei circoli viziosi che ci impediscono di uscire dalla crisi» su MF-Milano
Finanza del 15/5/2014. I bilanci delle aziende, devastati dalla crisi, generano masse di crediti deteriorati che
le banche sono chiamate a fronteggiare con accantonamenti e nuovo patrimonio. Il risultato ultimo di questa
spirale perversa è che si drenano risorse destinabili alle aziende stesse rallentando così l'uscita dalla crisi.
Rimane da capire, a questo punto, perché non si riesce a spezzare questo circolo vizioso e qual è il fattore
che continua a ostacolare la ripresa degli impieghi bancari presso le aziende italiane. La risposta può essere
condensata in pochi dati: oltre 300 miliardi di credito deteriorato (in crescita) di cui, a luglio 2014, 172 di
sofferenze lorde (+23% su base annua). Il primo aspetto su cui bisogna soffermarsi è che tale trend non
deriva affatto da nuove operazioni di cattiva qualità, piuttosto dallo stock di prestiti problematici già esistente
che continuano a trasformarsi in crediti deteriorati. In effetti a ben vedere tutta l'attenzione di banche e
Vigilanza si è fino a oggi correttamente concentrata sulla necessità assoluta di non aumentare le masse di
crediti deteriorati. Invece, non si è ritenuto urgente intervenire su quelli accumulati in 6 anni di crisi nella
convinzione che questi, non più alimentati, sarebbero stati comunque assorbiti nel tempo grazie a un
progressivo miglioramento dello scenario economico. Oggi, probabilmente, essendo ormai chiaro che non si
può contare su una rapida uscita dalla crisi, s'impone un coraggioso cambio di strategia. Da notare, oltretutto,
che il problema descritto assume in Italia contorni particolarmente delicati in quanto storicamente gli impieghi
delle banche italiane sono più rivolti alle aziende rispetto a quelli delle banche anglosassoni, che privilegiano
la finanza. Di conseguenza un rallentamento di questo supporto, connesso alla mole di credito deteriorato, ha
generato un effetto rimbalzo che ha colpito le piccole e medie imprese italiane più duramente rispetto ai
competitor europei, da sempre abituati a far poco affidamento sul credito bancario. E allora in questo
scenario, la creazione di un soggetto pubblico che non chiamerei più Bad Bank, ma Opportunity Bank (di
seguito OB) in grado di assorbire il fardello dei crediti deteriorati e liberare risorse per le aziende, andrebbe
preso in seria considerazione. Anche perché, forse, i tempi sono più maturi rispetto al passato. Qualche anno
fa la sola idea di creare un simile veicolo sarebbe stata considerata un salvataggio da sottoporre a pesanti
dictat o all'intervento della temuta Troika. Oggi, dopo sei anni di crisi, questo progetto potrebbe invece essere
visto come parte integrante della nuova impalcatura bancaria europea in stretta connessione con la nuova
normativa di vigilanza, l'Asset quality review, la Vigilanza unica affidata alla Bce e gli interventi innovativi di
quest'ultima volti a garantire liquidità al sistema a sostegno delle aziende (Tltro). Nell'ambito di questo
meccanismo, ad esempio, la risonanza magnetica effettuata dalla Bce sulla reale consistenza del credito
deteriorato in capo alle principali banche potrebbe ridurre molto quell'incertezza che costituisce uno dei
principali ostacoli alla cessione dei crediti a un soggetto terzo (per esempio la Opportunity Bank).
Parallelamente, la nuova normativa di vigilanza e l'attenta sorveglianza della Bce dovrebbero essere, da una
parte, in grado di evitare che lo stock di crediti deteriorati ceduto alla OB si rigeneri come l'araba fenice a
causa di nuovi impieghi di cattiva qualità. Dall'altra, spetterebbe alla Bce stessa e alle banche centrali
nazionali attivare un monitoraggio per assicurarsi che gli istituti, liberi dal fardello di crediti deteriorati,
sostengano le imprese, sempre nel rispetto di una sana politica creditizia. Quanto alla forma tecnica da far
assumere alla OB, se proprio scarseggiassero le idee su come farla funzionare basterebbe chiedere consiglio
ai tedeschi, che da anni sistemano senza clamore, attraverso l'agenzia federale Fmsa, il fondo Soffin e varie
Bad Bank pubbliche, i bilanci di Sparkassen e Landesbanken. Per inciso, chissà se questo c'entra con la
decisione di alcune banche tedesche di affrontare gli incontri con la Bce portandosi dietro i propri avvocati.
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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COMMENTI & ANALISI
28/10/2014
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(riproduzione riservata) * docente di Gestione delle Imprese familiari - Università di Verona
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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28/10/2014
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L'Eni rischia di diventare troppo piccola
Edoardo Narduzzi
Irumor moscoviti raramente si sbagliano. Su questo giornale, lo scorso marzo, avevamo anticipato il
consolidamento di Bashneft, la società petrolifera della Bashkiria di proprietà dell'oligarca Vladimir
Yevtushenko (finito anche agli arresti domiciliari) che produce 16 milioni di tonnellate di greggio l'anno, nella
Gazprom guidata da Igor Sechin. Un mese fa, le azioni dell'oligarca sono state sequestrate da una corte
moscovita e realisticamente saranno espropriate visto che Yevtushenko, un sodale dell'ex sindaco di Mosca,
Yuri Luzhkov, che da anni vive in esilio a Vienna, è accusato di riciclaggio nel processo di privatizzazione
della compagnia. Ora nel mirino di GazpromNeft è finita Lukoil, la più grande compagnia petrolifera privata
russa, di proprietà del più giovane ex viceministro sovietico dell'Energia, l'azero Vagit Alekperov. Lukoil, fino
al 1993, era totalmente posseduta dallo Stato russo, che la privatizzò durante l'opaca stagione della
presidenza di Boris Yeltsin. Oggi, producendo circa 90 milioni di tonnellate all'anno, è la seconda più grande
società quotata al mondo dopo la ExxonMobil. Un colosso quindi, investito appieno dalla nuova stagione della
politica internazionale. Gaz e petrolio sono asset centrali nella contesa per il nuovo o r d i n e mondiale, p e r
c h é solo chi può bruc i a r e c o m bustib i l e fossile è nelle condizioni di accrescere il pil. S e n za un' a d e
guata fornitura di energia, il miracolo asiatico si sgonfia e la corsa cinese al primato economico rallenta.
Controllare le fonti di energia è di nuovo un fattore chiave della politica estera e lo è ancora di più per Vladimir
Putin, costretto dalla storia a spiegare agli americani che il mondo non è più quello del 1990 e che l'Ucraina
non più essere un Paese dove poter sperimentare primavere più o meno ispirate dall'Occidente. Così, in
attesa che la Cina, militarmente e sul piano nucleare, diventi un protagonista temibile dello scacchiere
internazionale, tocca ancora allo nuovo zar contenere Washington. E, per farlo, trasformerà Gazprom e
Rosneft nei due colossi dell'energia mondiale, i proprietari di tutti gli asset energetici russi. Esplode, dunque,
la scala dimensionale delle imprese dell'energia a livello globale, perché le decisioni russe innescheranno
sicuramente delle reazioni nel m&a di settore. In questo quadro, Eni, peraltro privata della Libia, rischia di
essere troppo piccola per giocare un ruolo da protagonista. Una visione alla Enrico Mattei torna di attualità,
perché dal secondo dopoguerra, mai come oggi, la politica internazionale e la governance societaria del
petrolio sono stati così intrecciati e così importanti. (riproduzione riservata)
Foto: Claudio Descalzi
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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COMMENTI & ANALISI
28/10/2014
MF - Ed. nazionale
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LA PLASTICA DI BIO-ON DEBUTTANTE DI SUCCESSO TRA TANTE IPO
MANCATE
Produce una bio-plastica brevettata di alta ualità usata in mille declinazioni, dalle scocche dei computer alle
auto sportive. Bio-On, società che ha debuttato venerdì 24 sul segmento Aim di Borsa Italiana a un prezzo di
5 euro, ieri si è attestato come il miglior titolo di Piazza Affari balzando del 31,5% a 8,415 euro. Nei primi due
giorni di contrattazioni, insomma, ha guadagnato il 68%. E in una fase in cui ben più robuste società
intenzionate a quotarsi sul mercato principale di Piazza Affari hanno dovuto fare marcia indietro una dopo
l'altra, l'exploit che sta vivendo la piccola Bio-On sull'Aim è un segnale che qualche investitore capace di
navigare contro corrente c'è ancora. Fondata nel 2007 a Bologna dall'ad Marco Astorri e dal socio Guy
Cicognani, Bio-On ha realizzato e brevettato Minerv Pha, bio-plastica biodegradabile in acqua e al suolo al
100%. Il prodotto nasce trasformando i residui di produzione dello zucchero attraverso un processo naturale
e senza uso di solventi chimici organici. Secondo la società il biopolimero brevettato è in grado di sostituire le
principali famiglie di plastiche tradizionali, ha elevata resistenza termica e meccanica ed è lavorabile con le
normali tecnologie produttive delle comuni plastiche di origine petrolchimica. La sua totale origine biologica è
stata certificata dal dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti. E come ha ricordato Astorri a MF-Milano
Finanza, «siamo un'azienda snella, un'Intellectual Property: questo significa che controlliamo tutte le fasi di
produzione in base al nostro brevetto, ma affidiamo il processo in licenza a terzi. Che sono multinazionali di
tutto il mondo. Questo modello leggero ci ha permesso di abbreviare i tempi sia di quotazione sia di
raggiungimento degli obiettivi, che si sono accorciati da cinque a tre anni». BioOn ha siglato di recente un
importante accordo di cooperazione con Magna International, gruppo tedesco, il maggior fornitore al mondo
delle case automobilistiche. Il titolo, 55esimo debuttante sul segmento Aim di Borsa italiana dedicato alle
piccole e medie imprese, ha una capitalizzazione di 82 milioni di euro. Il flottante per ora è pari al 10,39%. La
quotazione è avvenuta a seguito di un collocamento privato di 1.375.000 azioni ordinarie di cui quasi tutte
(1.237.500) provenienti da un aumento di capitale e 137.500 azioni in vendita. La società, come ha
raccontato Astorri, utilizzerà i proventi dell'ipo per la crescita, anche attraverso acquisizioni, «ed entro un paio
di anni al massimo mira a spostarsi sul mercato principale». Bio-On ha chiuso il 2013 con un valore della
produzione di 1,5 milioni di euro, per il 2014 punta a 2,8 milioni e nel 2015 a 6,5 milioni, 13,9 nel 2016.
L'ebitda dovrebbe passare da 445 mila euro del 2013 a 564 mila del 2014, a 1,47 milioni nel 2015. Cresciamo
in fretta, abbiamo buone prospettive», conclude Astorri, «e non è vero che tutta l'Italia è ferma». BIO-ON
Intraday in euro 4 7 6 5 8 9 24 ott 2014 27 ott 11.40 17.30 9.00 17.30 8,41 € +31,5% IERI
Foto: Gu uy Ci C co gn ani (a (a (a s in is tr a) y g y g e Ma rc rco As torr ri ( )
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 28/10/2014
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CONTRARIAN
SCENARIO PMI
5 articoli
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Il Sole 24 Ore
Pag. 14
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Varese lancia il rating di filiera
Dieci aziende «champions» prestano il loro merito di credito ai fornitori L'INIZIATIVA Brugnoli: «La
competitività è sempre più componente di sistema» De Angelis: «Così ampliamo i canali di accesso al
credito»
Luca Orlando
«Serve senz'altro, perché se si inceppa un ingranaggio il rischio è che si fermi l'intera macchina». Ipotesi del
tutto concreta quella paventata dal presidente di Unindustria Varese Giovanni Brugnoli e in fondo è proprio
questo il motivo principale che spinge l'associazione degli industriali a puntare con forza sul credito di filiera.
Gli «ingranaggi» in questo caso sono i fornitori delle medie aziende del territorio, principali beneficiari
dell'iniziativa varata insieme al Banco Popolare. Una decina di imprese denominate "champions", campioni
locali con grande impatto sull'indotto locale ed elevata propensione all'export e all'innovazione, potranno di
fatto "prestare" il proprio rating ad alcuni fornitori considerati strategici. A queste aziende, senza alcun costo
aggiuntivo per i "campioni", Banco Popolare riconoscerà condizioni di finanziamento ad hoc, garantendo un
merito di credito in linea con quello dell'impresa cliente, mediamente migliore rispetto al voto attribuito alle
aziende della subfornitura. Le sperimentazioni in questo senso in Italia sono appena partite e i casi più noti
sono quelli di Renzo Rosso e Gucci, in entrambi i casi impegnati a offrire condizioni vantaggiose di accesso
al credito alla propria rete di Pmi a monte della catena del valore.
Credito che resta uno dei nodi ancora irrisolti del nostro sistema produttivo, in caduta di altri 21 miliardi negli
ultimi 12 mesi con una frenata dei tassi ancora inferiore rispetto alla riduzione degli spread. Fallimenti a
raffica (40 al giorno nel 2014) e balzo delle sofferenze rendono gli istituti di credito mediamente più severi
nelle scelte di finanziamento, con l'effetto perverso di mettere a rischio non solo le singole Pmi ma anche i
distretti che tali forniture contribuiscono ad alimentare.
Per il credito di filiera a Varese ai blocchi di partenza ci sono già una decina di aziende "champions" ad alta
vocazione internazionale, tra loro due realtà della meccanica strumentale come Comerio Ercole e Imf.
«Avere fornitori con difficoltà finanziarie - spiega il presidente dell'Unione degli Industriali della Provincia di
Varese Giovanni Brugnoli - è un problema che di questi tempi coinvolge più di un'impresa. Realtà che hanno
bisogno di partner competitivi, dalle solide finanze, in grado di investire per lo sviluppo proprio e dei propri
clienti. La competitività è un elemento che sempre meno si gioca nell'ambito delle sole proprie mura
aziendali, ma è una componente di sistema, anche territoriale. La formula del distretto industriale è ancora
uno dei nostri punti di forza. Una carta ancora vincente che molti sostengono a parole, ma che, come Unione
Industriali, eleviamo, invece, nei fatti, a modello da perseguire».
Per questa iniziativa Banco Popolare ha stanziato un plafond di 10 milioni di euro, con un livello massimo per
ogni singola operazione di 300mila euro. I finanziamenti potranno avere le forme tecniche dello smobilizzo del
credito commerciale, dell'anticipazione di cassa, del sostegno chirografario agli investimenti. Il portafoglio
commerciale potrà anche essere smobilizzato nella forma "pro-soluto", liberando l'impresa che presenta lo
sconto da ogni coinvolgimento in termini di rischio per mancato pagamento della fattura.
«L'idea di applicare al credito la struttura di filiera - spiega Domenico De Angelis, condirettore generale del
Banco Popolare - è un'importante innovazione che permette di ampliare i canali di accesso al credito per le
imprese. Le le aziende di successo, le imprese Champions, sono una ricchezza, un vantaggio e un elemento
di forte coesione sia all'interno del sistema produttivo sia in quello creditizio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Dati in % Negazione di nuovi affidamenti Riduzione dei fidi in essere
Richiesta di rientro 7
Foto: TASSI DI INTERESSE
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 28/10/2014
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La questione industriale. Accordo siglato da Unindustria con il Banco Popolare per facilitare l'accesso al
credito LOMBARDIA
28/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 14
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Foto: RESTRIZIONE DEL CREDITO Le imprese che registrano una restrizione del credito
Foto: - Fonte: Unione degli Industriali della Provincia di Varese
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 28/10/2014
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28/10/2014
Il Sole 24 Ore
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«Tornare alla realtà per ritrovare la via della crescita»
IL RICHIAMO Il presidente Cazzani: «Urgenza del momento non compresa da tutti Basta fannulloni e
imboscati, torniamo alla cultura del fare»
Luca Orlando
PAVIA. Dal nostro inviato
«È un buon territorio, adatto alla nostra attività: noi restiamo». Concetto in astratto rassicurante, che diventa
però concretamente fonte di timori visto che ad esprimerlo è appena un terzo del campione. Per il resto, le
imprese di Pavia esprimono varie sfumature di scetticismo, denunciano la scarsa competitività dell'area,
lasciano aperta la strada a possibili delocalizzazioni. È il brusco «ritorno alla realtà» che la locale
Confindustria sceglie come titolo e tema portante dell'assemblea annuale, un segnale di allarme e un monito
ad agire, sia a livello territoriale che nazionale.
La preoccupazione principale - spiega il presidente di Confindustria Pavia Alberto Cazzani - è che la
consapevolezza della gravità dei problemi non sia patrimonio comune. «Le fabbriche chiudono - scandisce - il
lavoro diminuisce ma le rappresentanze istituzionali reagiscono con lentezza». Occorre tornare ai
fondamentali, al manifatturiero, abbandonando guadagni facili, gli eccessi della finanza, le speculazioni.
Torniamo a lavorare duro - chiarisce Cazzani -, non possiamo più permetterci fannulloni e imboscati: se tutti
facessero il proprio dovere di cittadini non avremmo più bisogno di manovre lacrime e sangue». Anche qui a
Pavia la crisi ha picchiato duro, lasciando la produzione industriale oltre 10 punti al di sotto del 2005 e
spingendo verso l'alto il numero di persone in cerca di occupazione, sono ora quasi 60mila, il 15% in più
rispetto al 2012. «Sono un'enormità - spiega Cazzani - e dobbiamo fare di tutto per ridurli». A giudizio delle
imprese gli interventi più immediati necessari per restituire competitività al territorio riguardano principalmente
tre aree: infrastrutture, energia e burocrazia. Sul primo tema - spiega Cazzani - basterebbe un terzo di quanto
speso ad esempio per le province di Varese e Mantova: oggi abbiamo 100 chilometri con un solo ponte
aperto al traffico merci pesante e un nuovo ponte sul Po appare una misura urgentissima».
Cazzani - così come il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ieri ha chiuso il convegno - esprime
un giudizio complessivamente positivo sulla Legge di Stabilità ma invita il governo a procedere sulla strada
delle riforme, a partire da quella del mercato del lavoro.
Pavia da questo punto di vista prova a fare da apripista, almeno per quanto riguarda la lotta all'assenteismo,
dopo aver firmato con i sindacati (Cgil inclusa) un accordo che prevede tra l'altro anche un'azione di contrasto
congiunta ai fenomeni di assenza anomali nelle imprese.
«Un passaggio importante - aggiunge Squinzi -, anche nelle mie aziende ho situazioni variabili, con assenze
che in alcuni casi arrivano al 10%. È un problema che va contrastato con molta più decisione e in modo
concreto». La riforma della Pubblica amministrazione è l'altro capitolo considerato cruciale da parte delle
imprese, un tema particolarmente sentito in un territorio frastagliato in 190 comuni, il doppio rispetto all'intera
Umbria, «inconcepibile - commenta Cazzani - se non vogliamo tornare a vivere nel Duecento, nell'Italia dei
Comuni e del fiorino». Per tracciare la rotta della Pavia del futuro Pavia ha lanciato l'iniziativa Pavia 2020,
un'opera di benchmarking con le migliori esperienze italiane e non in modo da identificare poche priorità su
cui investire tempo e risorse. «E la nostra azione, la nostra progettualità - conclude Cazzani - viene
evidentemente apprezzata dalle imprese, considerando che i nostri associati sono in crescita del 10%. A
maggior ragione in questa fase di crisi la domanda di associazionismo "buono" è in crescita».
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Confindustria. L'allarme di Pavia
28/10/2014
La Repubblica - Bologna
Pag. 3
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GIBERTONI Soldi agli artigiani? Noi intanto ci tagliamo lo stipendio QUINTAVALLA Imprenditori, l'Emilia non
è una mucca da mungere BONACCINI Sui costi della politica si può tagliare ancora FABBRI Finanziamo le
aziende anziché i campi nomadi La platea Cna chiede credito alle imprese, semplificazione burocratica e
appalti accessibili
SILVIA BIGNAMI
PARTE la sfida dei confronti tra i sei candidati alla presidenza della Regione. C'erano tutti ieri pomeriggio,
ospiti della Cna di Paolo Govoni: due ore di dibattito, cinque minuti a testa, qualche scintilla.
Fra loro, ad affondare di piùè Stefano Bonaccini. Il candidato dem, favorito della corsa al dopo Errani, rilancia
tagli alla casta e lotta alla burocrazia. «Voglio arrivare a dimezzare le partecipate in due anni», dice,
allargando poi il discorso anche ai costi della politica, già sforbiciati più volte tra l'abolizione dei vitalizi
cancellatie la riduzione dei rimborsi ai gruppi consiliari. «Ma per me può tagliare ancora», assicura.
È agguerrito il segretario regionale del Pd, in piena campagna elettorale, dopo la vittoria alle primarie.
Appaiono invece ancora in rodaggio gli altri cinque aspiranti a viale Aldo Moro, dal leghista Alan Fabbri alla
grillina Giulia Gibertoni, a Maurizio Mazzanti della lista nata dai ribelli grillini "Liberi cittadini", ad Alessandro
Rondoni (Udc e Ncd). Tutti più disinvolti sulle polemiche nazionali che sui temi locali. Parte a muso duro
invece Maria Cristina Quintavalla, sostenuta dalla lista Tsipras con "L'Altra Emilia Romagna", che a costo di
«dire cose impopolari» ammonisce gli artigiani in salaa «non usare la Regione come una mucca da
mungere».E suscita le proteste della platea e la reprimenda del presidente Govoni: «Rivolgersi così a chi è
qui non va bene. Pensare che questi imprenditori, che dal 2008 vivono una crisi senza precedenti, che hanno
subìto il terremoto del 2012 e che pagano cinque miliardi di costi della burocrazia all'anno, vogliano far
ricadere questi ultimi sul personale, è sbagliato e ingeneroso».
Puntuali del resto le richieste di Cna, che riunita all'Holiday Inn Express, chiede assicurazione su 100 milioni
di credito all'impresa, semplificazione burocratica, certezze sui fondi europei, e appalti accessibili non solo ai
grandi gruppi. Risposte punto su punto da Bonaccini, che trova «ragionevole e sottostimata» la richiesta di
100 milioni sul credito, garantisce una revisione delle norme sugli appalti, e promette di far sentire la sua voce
a Roma anche per ottenere «lo sblocco del 70% dei fondi del patto di stabilità interno per i Comuni
annunciato da Renzi, che qui sarebbero pari a circa 650 milioni». Bonaccini, che alla Leopolda ha difeso i
tagli del governo alle Regioni «perché abbiamo molto da farci perdonare», avverte però il premier che i tagli
non devono essere lineari: «Noi sulla sanità siamo una regione virtuosa». Ma è soprattutto sulla lotta alla
burocrazia che Bonaccini si impegna: «In Regione, su questo, s'è fatto poco.
Creerò un pool di esperti esterni alla pubblica amministrazione per realizzare una regulation review. Entro
due anni tagliamo qualche legge, qualche ufficio e posizione dirigenziale e riduciamo le società partecipate: io
vorrei dimezzarle». Meno tecniche le risposte degli sfidanti del candidato dem. Il leghista Fabbri ricorre
all'ideologia, e sui fondi alle imprese sbotta contro gli immigrati: «Invece che finanziare i campi nomadi, lo
Stato dovrebbe aiutare le imprese».
Soprattutto visto che, aggiunge, sul portale dell'ente, la stessa Regione «scrive che i fondi sono prosciugati
da due anni» perché «il fondo di cogaranzia regionale per l'accesso al credito delle imprese attende un
rifinanziamento da due anni, mai arrivato». Insomma, altro che i 100 milioni chiesti da Cna e garantiti da
Bonaccini. Prova ad andare all'attacco anche la grillina Gibertoni, che ricorda come la difesa delle piccole e
medie imprese «strette come vasi di coccio tra i colossi delle coop che non rendono libero il mercato» sia alla
base delle politiche del Movimento 5 Stelle e promette che parte dello stipendio dei consiglieri grillini finirà
proprio agli artigiani. «Terremo per noi solo 2500 euro netti. Ogni consigliere regionale eletto nel Movimento 5
stelle significherà meno soldi alla casta dei politici e più soldi alle piccole imprese. I nostri parlamentari hanno
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 28/10/2014
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Regione, candidati a confronto Bonaccini attacca le partecipate Fabbri i
rom, Gibertoni il sistema
28/10/2014
La Repubblica - Bologna
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 28/10/2014
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già versato 7,6 milioni». La candidata a 5 Stelle attacca pure sulla mancanza di trasparenza
nell'assegnazione dei fondi europei: «Il problema è sempre la trasparenza dei bandi e dell'allocazione delle
risorse. Non si sa come si accede né a chi vanno i soldi». Più ai margini, infine, gli outsider Rondoni, che
conia lo slogan: «Meno all'ente, più alla gente», chiedendo «il dimagrimento» della macchina pubblica, e
Mazzanti, che ipotizza addirittura una spending review sanitaria: «Gli sprechi ci sono. Il 70% del bilancio
regionale è sulla sanità. Proviamo a spostare risorse su altri capitoli di spesa».
PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.emilia-romagna.it www.pder.it
Foto: IN CAMPO Stefano Bonaccini.
In alto, da sinistra: Bonaccini, Fabbri, Quintavalla, Govoni (Cna), Gibertoni, Mazzanti Rondoni
28/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
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Dalle raffinerie dell'Eni all'acciaieria di Terni 160 crisi e 28 mila esuberi
Si moltiplicano i tavoli al ministero dello Sviluppo economico. Risoluzione positiva per settanta casi
LUCIO CILLIS
ROMA. La crisi che divora posti di lavoro si tocca con mano nelle stanze del ministero dello Sviluppo
economico. Nella sede di via Veneto a Roma, la strada della Dolce Vita (quasi uno scherzo del destino) ci
sono 160 tavoli aperti per cercare di tappare una falla di quasi 28mila persone a rischio del posto di lavoro su
un totale di 155 mila dipendenti. Circa 70 di queste vertenze sono state riportate alla normalità, una volta
superata la fase critica.
Sono aziende "salvate" dall'intervento del ministero. Ma per 70 salvate ce ne sono altre 160 con sopra il
capo un grande punto interrogativo.
I settori più colpiti sono l'automotive e la componentistica auto, con 17 imprese coinvolte, sei di queste
localizzate al Sud. Sedici, invece, i nodi da sciogliere nella chimica (cinque si trovano nel Meridione).
A seguire informatica (dodici aziende quasi tutte del Sud), tessile e moda, elettronica, agroalimentare,
siderurgia.
Insomma, gran parte di queste aziende sono realtà medio-grandi, danno lavoro a centinaia di persone e
sono prevalentemente del Nord Italia, il 50,6 per cento per la precisione. Poco più di 50 (il 35 per cento) sono
del Meridione, il resto sono imprese a livello nazionale (il 14,4 per cento). Quasi la metà hanno oltre 500
dipendenti e sul totale, se si sommano le fasce tra 251 e fin oltre i 500 lavoratori, arrivano al 66 per cento del
totale. Dopo le raffinerie Eni, le acciaierie di Terni, l'ultimo caso, che sta scoppiando in queste ore, riguarda la
Guaber, storico marchio che appartiene al gruppo italo-francese Spotless, acquisito dalla Henkel.
Secondo i sindacati la nuova proprietà ha comunicato l'intenzione di «chiudere la sede di Casalecchio di
Reno, che conta 80 dipendenti, entro il prossimo anno». Un nuovo dossier pronto per entrare nelle stanze del
ministero dello Sviluppo. Per gestire questa piena che rischia di travolgere il sistema manifatturiero italiano è
stata creata alcuni anni fa l'Unità gestione vertenze, il braccio del ministero che quest'anno, si accinge a
superare senza sforzo le 300 riunioni con le parti in causa, senza contare i meeting preparatori (almeno due o
tre per ogni caso). Incontri che servono a mettere a punto ogni vicenda prima di arrivare al "tavolo".
Un tavolo al giorno tutto l'anno. Scorrendo le pagine web di questa task force, si scopre che sono stati scritti
fiumi di parole da quando la crisi è esplosa.
Sono state tentate soluzioni di ogni genere per aziende di ogni tipologia - attive in ogni angolo del nostro
Paese - per sbarrare la strada ai licenziamenti, alle chiusure.
Oltre ai 155mila lavoratori teoricamente coinvolti da crisi aziendali e le 28mila richieste di esuberi pervenuti
complessivamente, sul sito del Ministero per lo Sviluppo economico ci sono 92 pagine di verbali di vertenze,
che fanno un tomo di quasi mille casi: molti risolti, altri ancora appesi a un filo. Da Alcoa a Ideal Standard,
passando per Bridgestone, Esaote, Sgl Carbon, i divani Natuzzi, Iacobucci MK, la Irisbus, Sapa Group, Fgae
Pcma, Vela, le cartiere della Burgo. E questi non sono che gli ultimi casi affrontati al ministero nelle prime tre
settimane di questo ottobre.
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 28/10/2014
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LO SCENARIO
28/10/2014
Europa
Pag. 1
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Quello che abbiamo visto a Pechino
MATTEO ORFINI - ENZO AMENDOLA
La frenata dell'economia cinese, rispetto alla prevista crescita del 7,5% del Pil, non è una notizia che fa
discutere solo la classe dirigente di Pechino ma muove i destini delle principali piazze mondiali a partire da
Wall Street, dove nessuno si sorprende per l'interdipendenza strettissima con le mosse dell'Impero di Mezzo.
Per questo, tutti i riflettori erano puntati nei giorni scorsi sul quarto plenum del comitato centrale del Partito
comunista cinese. Con una delegazione del Pd abbiamo avuto la possibilità di interloquire con dirigenti del
Pcc proprio nelle ore della chiusura del plenum. A sorpresa è stato diramato il comunicato ufficiale dal
conclave segreto e la dichiarazione finale, più che sulla contingenza economica, si è concentrata sullo stato
di diritto e la funzionalità delle istituzioni. Tradotto, la lotta alla corruzione dilagante ai livelli locali dove la
commistione tra potere politico e organi di controllo, ovviamente non autonomi, ha fatto scoppiare una "bolla
corruttiva" preoccupante per i vertici del partito. Sul tema aveva avuto gran eco il processo di Bo Xilai, proprio
all'inizio della presidenza di Xi Jinping, che molti osservatori avevano letto come frutto di una conta interna,
tra le diverse correnti del partito, portata avanti con altri mezzi. In tutti i casi la corruzione, combattuta oggi
anche con "tribunali mobili" di secondo grado, è un tema di conversazione con i visitatori stranieri; una novità
interessante per una classe dirigente che vuole portare la Cina al vertice dell'economia mondiale, non
accontentandosi più di avere il marchio di "fabbrica del mondo" o semplice prestatore di liquidità ma gelosa,
agli occhi esterni, dei suoi meccanismi di funzionamento politico. Ad una prima lettura ci si chiede se magari
la tendenza è verso la divisione dei poteri, esecutivo e giudiziario nel caso, tipico delle democrazie liberali.
Tuttavia appare piuttosto una manovra di contenimento decisa dal comitato permanente dell'ufficio politico, i
7 uomini più potenti della Cina, verso i suoi 83 milioni di iscritti per debellare un virus, commistione tra
governo e affari, che mina l'ascesa impetuosa della Cina. Tutto in linea con le scelte dei precedenti plenum e
della strategia di "riforme e apertura" che non prevede ancora di intaccare il monopartitismo. Questo scenario
scontenta chi si accosta alle vicende del colosso asiatico con il paradigma che alle libertà economiche diffuse
seguano rapidamente riforme istituzionali. Infatti le scelte e l'agenda della politica locale hanno una narrativa
chiara negli incontri, dal ministero degli esteri al Politburo del Pcc, senza diplomatismi di maniera, ma legata
a visioni pragmatiche di chi sta tentando di portare a stabile profitto la rivoluzione avviata da Deng a fine anni
'70. In questa stagione, sotto la guida di Xi Jinping, la priorità è uno "sviluppo di qualità", sostenibile nella
dimensione sociale ed ambientale, con consumi interni sostenuti e non più basato su una manifattura di
bassa qualità tecnologica e bassi salari. Impetuosi sono stati gli investimenti esteri finalizzati anche ad una
crescita di competenze nel mondo della produzione per innervare l'industria cinese di un know-how
tecnologico spesso poco competitivo. «Siamo fieri del rapporto con l'Italia, dello scambio di visite tra Renzi e il
nostro primo ministro Li Keqiang, che ha portato accordi per 10 miliardi di dollari» ci dice Ren Hongbin
all'Accademia del ministero del commercio. Un dato impressionante non solo per la simpatia verso il
Belpaese, salito rapidamente ai vertici dei partner cinesi per investimenti, ma per la conoscenza dettagliata
del nostro sistema di piccole e medie imprese volta al miglioramento delle imprese cinesi. Una analisi che
certamente farebbe rabbrividire i protezionisti di casa nostra ma entusiasmerebbe un ascoltatore non
intimorito dalla chiosa di Hongbin «nel nostro interscambio quello che vorremmo far crescere è la ricerca,
adesso troppo bassa, puntando su università e centri di eccellenza». Infatti la Cina non raffredda i suoi livelli
di produzione interna, stabilizzando il Pil dal 9% del passato al 7,5% previsionale, per un calcolo pessimistico
o perché stretta tra la paura per la possibile bolla immobiliare, figlia di una urbanizzazione scriteriata, e una
corruzione che corrode le leve del potere locale. Piuttosto il timore è quello di aver toccato i vertici
dell'economia mondiale con uno sviluppo carente di coesione sociale e arretrato dal punto di vista del valore
aggiunto rispetto al suo principale rivale ed alleato economico di oltrepacifico, proprio adesso che è partita la
guerra commerciale globale. Non a caso, proprio sul grande scacchiere delle rotte dello scambio, la Cina
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 28/10/2014
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NUOVIE QUI LIBRI GLOBALI
28/10/2014
Europa
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pianifica una "via della seta del Ventunesimo secolo" per via marittima, toccando tutti i continenti, sorretta da
un nuovo canale per solcare gli oceani da costruire in Nicaragua, competitivo rispetto al raddoppio del canale
di Panama. Gli Usa inseguono la supremazia commerciale nel Pacifico con il Tpp ( Transpacific partnership
agreement ) per unire 800 milioni di persone, escludendo la Cina, e nell'Atlantico con il Ttip ( Transatlantic
trade and investment partnership ) per legare Usa e Ue. Dietro queste scelte si staglia il blocco operativo del
Wto, il neoprotezionismo dei Brics e la ripresa necessaria, per aggirare lo stallo, di accordi bilaterali o
multilaterali collegati da geostrategie comuni. Anche la Cina non si fa trovare impreparata sul punto, e mentre
ha aperto a 100 sui 167 settori di servizio richiesti dal Wto, ha siglato più di 20 trattati bilaterali di commercio.
A tutto ciò si aggiunge la sfida moderna per la supremazia nel Pacifico al di là delle rotte commerciali, che si
muove su nuove linee di scontro geopolitico ben più pericolose. Le tensioni sono cresciute visto l'attivismo
cinese nel mare continentale scuotendo i paesi limitrofi con dispute sulle acque territoriali e la ricerca di
materie prime off shore . La reazione Usa non si è fatta attendere frutto della tradizionale politica di
protettorato verso i paesi minacciati dall'egemonismo cinese. In fin dei conti, se dal punto di vista economico
tra gli Usa, con la loro teoria del " pivot to Asia ", e la Cina, con la sua "via della seta", una convivenza è
necessaria, al contempo è ipotizzabile che sul terreno delle alleanze militari si possa sviluppare la " cool war "
di cui parla Noah Feldman. Infatti le relazioni e gli scambi di merce e liquidità hanno saldato in un destino
comune i due giganti, che sul piano della libertà del capitalismo non vivono il muro e le distanze tipiche della
vecchia " cold war ". La partnership competitiva è nei fondamenti della loro relazioni poiché la Cina da
magazzino della produzione del mondo si è trasformata in prestatore di risorse Usa sviluppando una
coesistenza economica evidente tra le prime due economie del globo. Ma i rischi da "guerra fresca" sono
piuttosto su altri versanti geopolitici dove la convivenza tra le due ambizioni possono irrigidire le distanze tra
Washington e Pechino su faglie conflittuali, a partire da quella più esplosiva che è Taiwan. In questo contesto
si intuisce la determinazione verso la nostra insistenza, con i vertici del ministero degli esteri e del
dipartimento esteri del Pcc, sul tema Hong Kong. «Interferenze esterne» oppure «quando Hong Kong era
inglese non si tenevano elezioni», sono le risposte di forma che non spiegano il fenomeno di protesta
giovanile nell'importante autonomo centro finanziario sotto bandiera cinese. La sfida di Hong Kong è
paradigmatica e mette in discussione la tenuta dell'assetto "due sistemi-uno stato", schema istituzionale che
la Cina vorrebbe consolidare se non esportare ad altri stati satellite; un modello che se esplodesse nella ex
colonia britannica avrebbe conseguenze più complicate per l'aspirazione da grande potenza. Ma per sfatare i
pessimismi su una convivenza tra le due superpotenze un ruolo lo potrà avere sicuramente l'Europa unita
che non si rinchiude solo nei benefici dell'interscambio commerciale. Il modello di integrazione europeo,
paradossalmente oggi in crisi tra i 28, è molto apprezzato a Pechino, analizzato nei suoi fondamenti storici,
esaltato poiché si è realizzato con l'aumento graduale di scambi economici e la parallela integrazione di
istituzioni giuridiche che hanno allontanato i rischi di guerra. Un antidoto ad un multilateralismo troppo debole
dinanzi ai nuovi rischi globali. @orfini - @amendolaenzo