IASMA Notizie
ORTOFLOROFRUTTICOLTURA
Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
27 agosto 2010
n.
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IASMA Notizie n. 37 - Anno IX - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002
DIFESA DALL’OZIORRINCO
Descrizione
Questo insetto appartiene alla famiglia dei coleotteri
curculionidi, di cui in Trentino esistono ben 11 specie;
le più frequenti sono:
O. apenninus: lungo 8-13 mm, ovale, nero con peli
fini e gialli, con zampe nere. Questa specie non riesce a
creare danni a livello radicale, ma solo rosure sulle foglie da parte degli adulti che sono attivi anche in pieno
giorno.
O. sulcatus: lungo 8-10 mm, nero, poco lucido con numerose macchie dorate sul dorso; gli adulti sono attivi
dal tramonto mentre le larve si approfondiscono nel
suolo, decorticano le piccole radici e scavano solchi su
quelle più grandi.
O. apenninus
O. sulcatus
O. armadillo: lungo 6-11 mm, ovale, nero con le zampe
generalmente rossastre; quasi tutte le larve svernano in
età avanzata.
O. ovatus: lungo 4-5 mm, nero-bruno, molto lucido, di
solito è la specie che infesta maggiormente la fragola e il lampone; anche in questo caso sono le larve a
creare i problemi principali.
Danno
Le tipiche rosure (vedi foto) a mezza luna, provocate
dagli adulti di tutte le specie, sono un danno trascurabile. I danni più preoccupanti sono invece quelli arrecati dalle popolazioni larvali sulle radici: infatti possono
portare anche alla moria delle piante.
Danno
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Ciclo (vedi tabella)
adulti sono presenti da maggio a ottobre, ovidepongono
da maggio a settembre (50-200 uova per femmina). Le
larve si iniziano a trovare da giugno e svernano nel terreno nutrendosi delle radici fino alla primavera successiva.
Tutte le specie hanno un ciclo di sviluppo molto simile:
generalmente compiono una generazione all’ anno. Gli
Difesa
L’oziorrinco è un insetto notturno (esce al crepuscolo) e
si arrampica sui sostegni (è un pessimo volatore). Quindi, allo scopo di evitare la salita sulle strutture verticali
dell’impianto, può essere utile utilizzare colla o vischio
sulle stesse.
Non esistono trappole attrattive in grado di catturare
l’oziorrinco ed inoltre i trattamenti chimici risultano poco
efficaci. Contro gli adulti si può solo effettuare un controllo manuale tramite battiture serali delle piante con
raccolta e allontanamento degli individui catturati.
Anche sulle larve il controllo chimico è inutile perché
è difficile raggiungerle nel terreno. Si è osservato che
esse sono in grado di approfondirsi ulteriormente in
presenza di sostanze chimiche nei primi strati di terreno. Importante è l’allontanamento dei substrati del
ciclo precedente, possibile ricovero delle larve.
Larva
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Una buona soluzione è la lotta biologica alle larve utilizzando dei NEMATODI ENTOMOPATOGENI. (Vedi grafico della
prova effettuata dai tecnici e sperimentatori Iasma Ctt)
Essi ricercano attivamente (emissione CO2 e calore), le
larve di Oziorrinco e vi penetrano all’interno. Qui rilasciano i batteri simbionti (Photorhabdus spp.) che portano la larva alla morte nel giro di 2-3 giorni; in seguito i nematodi si riproducono sul corpo della vittima in
via di decomposizione. Quando sono maturi ricercano
nuove larve.
Ci sono due diversi tipi di nematodi da impiegarsi a
seconda della temperatura del suolo al momento del
trattamento:
- Heterorhabditis megidis o bacteriophora: è attivo
con una T° del terreno superiore ai 10 °C e T° massima
di 25 °C; ha bisogno di un velo d’acqua per muoversi
Nematode
ma è in grado di ricercare attivamente la preda.
- Steinernema kraussei: è attivo con una T° del terreno superiore ai 6 °C e aspetta la preda senza il bisogno di un velo d’acqua.
Devono essere applicati al terreno nelle zone in cui vivono le larve (gli stadi giovanili).
I nematodi hanno il vantaggio che: non creano ceppi
resistenti, non hanno tempo di carenza,
non sono pericolosi per l’operatore e il consumatore e
la loro azione è duratura.
L’impiego del nematode Heterorhabditis risulta più efficace per la sua ricerca attiva della preda rispetto allo
Steinernema
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Per ottenere un buon risultato è necessario utilizzarli secondo le seguenti indicazioni:
GESTIONE DEL SUBSTRATO
- Corretta bagnatura del substrato iniziando 2 giorni
prima fino a 2 settimane dopo il trattamento
- Per evitare di inzuppare la torba durante la fase di radicazione delle fragola si consiglia di eseguire il trattamento durante gli ultimi stacchi.
PREPARAZIONE DELLA MISCELA
- Utilizzare nei vari passaggi acqua tiepida leggermente acida e poco calcarea
- Diluire in 10 lt di acqua una confezione da 50 milioni
di larve, lasciare riposare per 10-15 minuti (separare
eventuale inerte) e poi miscelare per mantenere i nematodi in sospensione
- Portare i 10 lt a 20 lt e miscelare bene
- Diluire la soluzione ben miscelata al dosaggio di 2 litri
in 40 litri di acqua
- La soluzione và utilizzata ENTRO le 10 ore dalla preparazione.
DOSI DI IMPIEGO
Le dosi di utilizzo sulla fragola in fuori suolo sono 1 confezione da 50 milioni di individui per mille metri quadrati
(300 cc di soluzione finale x vaschetta se utilizzata siringa
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o doccia); nel caso di coltura in suolo si consiglia 2-4 confezioni da 50 milioni di individui per mille metri.
MODALITÀ DI DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO
- A seguito di prove effettuate dai tecnici dell’ Istituto
Agrario risulta più costante la distribuzione dei nematodi tramite “doccia” o siringa grande rispetto all’uso
dell’impianto di fertirrigazione che spesso, per difetti
costruttivi, non apporta le giuste quantità di nematodi
- Se la distribuzione viene effettuata con impianto
fertirriguo o con atomizzatore evitare filtri sotto i 50
mesh e ugelli inferiori a 0,5 mm e continuare ad agitare la soluzione
- Non superare 3-4 bar di pressione d’esercizio.
Dopo 15 giorni circa dal trattamento le larve infestate
dovrebbero aver assunto una
colorazione giallastra o rossastra (a seconda del tipo di
nematode impiegato). Vedi foto.
AVVERTENZE
- Non dilavare troppo per non eliminarli;
- T° minima suolo 10-13°C Max 25°C;
- evitare i trattamenti nelle ore più soleggiate della
giornata;
- i nematodi sono sensibili a diversi fitofarmaci. (aliette
radicale ecc).