LE RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE NEL CONDOMINIO INCONTRO RIVOLTO AD AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO, AGENZIE IMMOBILIARI E TECNICI DEL SETTORE A CURA DI ARES E ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI arch. Angela Sanchini ARES Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile società in house della Regione Friuli Venezia Giulia LE RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE NEL CONDOMINIO Programma: L’importanza della diagnosi energetica Interventi possibili e relativi risparmi ottenibili Possibilità di finanziamento delle opere Tecnici ARES e altri professionisti in collaborazione con Ordini e Collegi professionali La ripartizione delle spese prima e dopo l’introduzione della norma tecnica UNI 10200: 2013. Cosa cambia realmente? Ing. Alberto Toso INQUADRAMENTO IL PROBLEMA ENERGETICO-AMBIENTALE Fonte: Luca Lombroso - Convegno CasaKyoto® Fonte: Luca Lombroso - Convegno CasaKyoto® EVOLUZIONE LEGISLATIVA Dicembre 2002 DIRETTIVA 2002/91/CE Rendimento energetico edifici Ricetta: Definizione di una metodologia di calcolo integrata Applicazione di requisiti minimi per le nuove costruzioni e ristrutturazioni Certificazione energetica degli edifici Ispezioni periodiche agli impianti Recepimento Direttiva 2002/91/CE IL DECRETO LEGISLATIVO 192 / 2005 DPR 75/2013 Recepimento Direttiva 2010/31/CE Legge n.90/2013 Art. 4 -bis . (Edifici ad energia quasi zero) 1. A partire dal 31 dicembre 2018, gli edifici di nuova costruzione occupati da pubbliche amministrazioni e di proprietà di queste ultime, ivi compresi gli edifici scolastici, devono essere edifici a energia quasi zero. Dal 1° gennaio 2021 la predetta disposizione è estesa a tutti gli edifici di nuova costruzione. Recepimento Direttiva 2008/28/UE IL DECRETO LEGISLATIVO 28 / 2011 Recepimento Direttiva 2008/28/UE Il Decreto Legislativo n. 28, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28/03/2011, introduce importanti novità riguardanti l’obbligo alla produzione di energia rinnovabile. Recepimento Direttiva 2008/28/UE Recepimento Direttiva 2008/28/UE Rinnovabile termico Il punto 1 dell’Allegato 3 specifica che gli impianti di produzione di energia termica devono garantire il rispetto della copertura, tramite il ricorso a fonti rinnovabili, del: • 50% EPacs + 20% (EPi + EPe+ EPacs) dal 31/05/2012 al 31/12/2013 • 50% EPacs + 35% (EPi + EPe+ EPacs) dal 01/01/2014 al 31/12/2016 • 50% EPacs + 50% (EPi + EPe+ EPacs) dal 01/01/2017 Dove: EPacs = fabbisogno di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria (calcolo in accordo con UNI TS 11300-2 e 4) EPi = fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento (calcolo in accordo con UNI TS 11300-1, 2 e 4) EPe = fabbisogno di energia per il raffrescamento (calcolo in accordo con UNI TS 11300-1 e 3) tale limite è incrementato del 10% per edifici pubblici (Allegato 3, punto 6) Recepimento Direttiva 2008/28/UE Rinnovabile elettrico È obbligatoria l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili installati sopra o all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze, di potenza elettrica [kW]: Dove S è la superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno, misurata in m2, e K è un coefficiente (m²/kW) che assume i seguenti valori: • K = 80 dal 31/05/2012 al 31/12/2013 • K = 65 dal 01/01/2014 al 31/12/2016 • K = 50 dal 01/01/2017 In caso di utilizzo di pannelli solari termici o fotovoltaici disposti sui tetti degli edifici, i predetti componenti devono essere aderenti o integrati nei tetti medesimi, con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda. Gli obblighi precedenti sono incrementati del 10% per gli edifici pubblici. Recepimento Direttiva 2008/28/UE 7. L’impossibilità tecnica di ottemperare, in tutto o in parte, agli obblighi di integrazione di cui ai precedenti paragrafi deve essere evidenziata dal progettista nella relazione tecnica di cui all’articolo 4, comma 25, del decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 e dettagliata esaminando la non fattibilità di tutte le diverse opzioni tecnologiche disponibili. 8. Nei casi di cui al comma 7, è fatto obbligo di ottenere un indice di prestazione energetica complessiva dell’edificio (I) che risulti inferiore rispetto al pertinente indice di prestazione energetica complessiva reso obbligatorio ai sensi del decreto legislativo n. 192 del 2005 e successivi provvedimenti attuativi(I192) nel rispetto della seguente formula: Recepimento Direttiva 2012/27/UE IL DECRETO LEGISLATIVO 102 / 2014 Decreto Legislativo 102/2014 Decreto Legislativo 102/2014 Decreto Legislativo 102/2014 Decreto Legislativo 102/2014 Decreto Legislativo 102/2014 La contabilizzazione 5. Per favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la contabilizzazione dei consumi individuali e la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi di ciascun centro di consumo individuale: a) omissis b) nei condomini e negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici, è obbligatoria l’installazione entro il 31 dicembre 2016 da parte delle imprese di fornitura del servizio di contatori individuali per misurare l’effettivo consumo di calore o di raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità immobiliare, nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in termini di costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali. LA LEGISLAZIONE ITALIANA E LE NORME TECNICHE SULLA CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI Definizioni ‘prestazione energetica di un edificio’: quantità annua di energia primaria effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare, con un uso standard dell’immobile, i vari bisogni energetici dell’edificio: • la climatizzazione invernale e estiva, • la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari, • la ventilazione • e, per il settore terziario, l’illuminazione, gli impianti ascensori e scale mobili… Definizioni “ristrutturazione importante di un edificio”: un edificio esistente è sottoposto a ristrutturazione importante quando i lavori in qualunque modo denominati (a titolo indicativo e non esaustivo: manutenzione ordinaria o straordinaria, ristrutturazione e risanamento conservativo) insistono su oltre il 25 per cento della superficie dell’involucro dell’intero edificio, comprensivo di tutte le unità immobiliari che lo costituiscono, e consistono, a titolo esemplificativo e non esaustivo, nel rifacimento di pareti esterne, di intonaci dell’impermeabilizzazione delle coperture. esterni, del tetto o Definizioni “attestato di prestazione energetica dell’edificio”: documento, redatto nel rispetto delle norme contenute nel presente decreto e rilasciato da esperti qualificati e indipendenti che attesta la prestazione energetica di un edificio attraverso l’utilizzo di specifici descrittori e fornisce raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica; I nuovi decreti dovranno definire un attestato di prestazione energetica che comprende tutti i dati relativi all’efficienza energetica dell’edificio che consentano ai cittadini di valutare e confrontare edifici diversi. Tra tali dati sono obbligatori: …. le raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio con le proposte degli interventi più significativi ed economicamente convenienti, separando la previsione di interventi di ristrutturazione importanti da quelli di riqualificazione energetica Definizioni “attestato di qualificazione energetica”: il documento predisposto ed asseverato da un professionista abilitato, non necessariamente estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla realizzazione dell’edificio, nel quale sono riportati i fabbisogni di energia primaria di calcolo, la classe di appartenenza dell’edificio, o dell’unità immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, ed i corrispondenti valori massimi ammissibili fissati dalla normativa in vigore per il caso specifico o,ove non siano fissati tali limiti, per un identico edificio di nuova costruzione Il direttore dei lavori che omette di presentare al comune l’asseverazione di conformità delle opere e l’attestato di qualificazione energetica, di cui all’articolo 8, comma 2, prima del rilascio del certificato di agibilità, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 1000 euro e non superiore a 6000 euro. Il comune che applica la sanzione deve darne comunicazione all’ordine o al collegio professionale competente per i provvedimenti disciplinari conseguenti. IL BILANCIO ENERGETICO DI UN EDIFICIO Fabbisogno energetico dell’involucro Energia termica utile Apporti interni Apporti solari EDIFICIO Livello temperatura di progetto Dispersioni per trasmissione Dispersioni per ventilazione Energia fornita ηP ηD ηE ηC P D E C Energia termica utile LIMITI DI LEGGE E INDICATORI ENERGETICI I LIMITI DI LEGGE EPi Verificare: Energia Primaria riscaldamento EPi Rendimento globale medio stagionale ηg Trasmittanza termica strutture U Fabbisogno estivo dell’involucro Epe, inv Epe, inv ηg U GLI INDICATORI DELLA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA DM 26/6/09: Linee guida nazionali EPgl ACS EPacs Fab.energ. per la climatiz. invernale EPi Fabbisogno energ. per acs EPacs Fabbisogno energ. globale EPgl Prestazione energ. Involucro estiva Epe, inv EPi Epe, inv GLI INDICATORI DELLA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA La rappresentazione a “cruscotto” GLI INDICATORI DELLA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA La rappresentazione con l’etichetta energetica LA CLASSIFICAZIONE SECONDO LE LINEE GUIDA NAZIONALI Le classi di EPi (riscaldamento) LA CLASSIFICAZIONE SECONDO LE LINEE GUIDA NAZIONALI Le classi di EPACS (acqua calda sanitaria) LA CLASSIFICAZIONE SECONDO LE LINEE GUIDA NAZIONALI Le classi di EPgl (globale) 150 kWh/m2 anno corrispondono circa a 15 litri di gasolio/m2 anno 15 mc di metano/m2 anno Per un appartamento di 100 mq 150 kWh/m2 anno corrispondono quindi ad un consumo annuo di 15 * 100 = 1500 litri di gasolio = circa 1,4 €/lt x 1500 lt = 2100 € oppure 1500 mc di metano = circa 1 €/mc x 1500 mc = 1500 € IL CERTIFICATO VEA Certificazione VEA Legge Regionale 18 agosto 2005 n.23 Disposizioni in materia di edilizia sostenibile così come modificata dalla L.R.16/2008, dalla L.R.24/2009, dalla Legge di manutenzione del 2010, dalla legge finanziaria 2012 La certificazione VEA degli edifici La certificazione VEA di sostenibilità energetica e ambientale degli edifici è la certificazione introdotta dalla Regione Friuli Venezia Giulia tramite la Legge Regionale n.23/2005, per misurare le prestazioni energetiche e ambientali degli edifici. La certificazione VEA, sistema di procedure univoche e normalizzate che utilizza le modalità e gli strumenti di valutazione previsti dal Protocollo VEA, sostituisce e completa l’attestato di qualificazione e di certificazione energetica previsto dalla normativa nazionale. Certificazione VEA 1. La presente legge si applica alle unità immobiliari e agli edifici soggetti ai seguenti interventi edilizi, come definiti dall'articolo 4 della legge regionale 11 novembre 2009, n. 19 (Codice regionale dell'edilizia): a) nuova costruzione, nel caso in cui la superficie netta totale sia superiore a 50 metri quadrati; b) ampliamento, nel caso in cui il volume a temperatura controllata della nuova porzione di costruzione risulti superiore al 20 per cento rispetto a quello esistente e, comunque, nei casi in cui la superficie netta dell'ampliamento sia superiore a 50 metri quadrati; c) ristrutturazione edilizia; La certificazione VEA entra in vigore dal 31 ottobre 2011 con un'applicazione graduale rispetto alle indicazioni della Legge Regionale 23/2005: applicazione, per gli interventi di cui all’articolo 1 bis lettere a), b) e c) della legge regionale 23/2005 e limitatamente alle destinazioni d’uso direzionale e residenziale , alle nuove domande di rilascio del titolo abilitativo edilizio presentate a partire dal 31 ottobre 2011; Certificazione VEA 2. La certificazione VEA è un sistema di procedure univoche e normalizzate che utilizza le modalità e gli strumenti di valutazione di cui all'articolo 6, riferendosi sia al progetto dell'edificio, sia all'edificio realizzato. Come viene esplicitato il punteggio della Certificazione VEA? Il punteggio finale della Certificazione VEA è indicato da: - una lettera che rappresenta la classe energetica, calcolata secondo la metodologia di calcolo nazionale e attraverso i software accreditati dal CTI, che va da G (consumo energetico elevato) ad A+ (basso consumo energetico); - un numero con una cifra decimale dopo la virgola, che rappresenta le prestazioni energetico ambientali dell'edificio e che va da -1 (prestazione peggiore) a +5 (prestazione migliore). Il numero è ottenuto attraverso la pesatura dei punteggi delle singole schede del Protocollo VEA. A 3,5 LA DIAGNOSI ENERGETICA Tipologie di valutazione La diagnosi energetica ha lo scopo di far conoscere all’utente, che desidera effettuare interventi di riqualificazione energetica: • lo stato dell’insieme edificio - impianto; • gli eventuali elementi “malati”, sui quali intervenire: • il risparmio energetico ottenibile, rispetto alla situazione di partenza, al fine di effettuare le verifiche dell’efficacia sotto il profili dei costi dell’intervento. Per diagnosi energetica si intende dunque una procedura sistematica volta a fornire una adeguata conoscenza dei fabbisogni energetici e la individuazione e quantificazione delle opportunità di miglioramento della prestazione energetica sotto il profilo costi - benefici. La diagnosi energetica dà un valore aggiunto ai proprietari di patrimoni edilizi: fornisce loro indicazioni su come destinare in modo più opportuno e redditizio eventuali risorse disponibili è un supporto di grande importanza nella redazione di tutte le tipologie contrattuali che si basano su prestazioni energetiche (finanziamento tramite terzi, linee di credito agevolate, contratti gestione calore con garanzia dei risultati ecc.) consente ai proprietari e agli energy manager di raggiungere una conoscenza dei consumi energetici degli edifici che risulta essenziale per individuare le modalità di intervento possibili e quelle più efficienti. Norma UNI CEI EN 16247 UNI CEI EN 16247-1:2012 Diagnosi energetiche – Parte 1: requisiti generali UNI CEI EN 16247-2:2014 Diagnosi energetiche – Parte 2: Edifici UNI CEI EN 16247-3:2014 Diagnosi energetiche – Parte 3: Processi UNI CEI EN 16247-4:2014 Diagnosi energetiche – Parte 4: Trasporto prEN 16247-5 Energy audits – Part 5: Qualification of Energy Auditors pubblicazione, prevista per la primavera 2015 Norma UNI CEI EN 16247:5 La futura UNI CEI EN 16247-5 “Auditor energetici” declina competenze e capacità che i REDE «REsponsabili delle Diagnosi Energetiche» devono avere. E’ importante sottolineare che REDE e EGE sono due figure ben distinte, così come è distinto da questi il “certificatore” delle prestazioni energetiche degli edifici, per cui è evidente l’esigenza di avere norme di riferimento diverse. Solo con la pubblicazione del testo finale della EN 16247-5 sarà possibile definire uno schema certificativo appropriato riconosciuto da ACCREDIA. Norma UNI CEI/TR 11428 La norma UNI CEI/TR 11428 “Gestione dell’energia - Diagnosi energetiche - Requisiti generali del servizio di diagnosi energetica” è stata pubblicata a ottobre 2011 sotto forma di Rapporto Tecnico. Per tale norma scopo della diagnosi energetica è il raggiungimento di una conoscenza approfondita del reale comportamento (e del consumo) energetico di un sistema che usa e consuma energia al fine di individuare le più efficaci modifiche a tale comportamento per: • migliorare l’efficienza energetica; • ridurre i costi della bolletta energetica; • migliorare la sostenibilità ambientale nella scelta e nell‘utilizzo delle fonti energetiche; • riqualificare, ove necessario, il sistema energetico. Norma UNI CEI/TR 11428 La norma UNI CEI/TR 11428 definisce i requisiti e una metodologia comune per l‘esecuzione delle diagnosi energetiche nel settore terziario, industriale, residenziale e nelle organizzazioni pubbliche. La diagnosi energetica deve essere la diagnosi deve interessare tutto il sistema energetico concordato con il committente i dati relativi ai consumi devono essere reali e di qualità deve essere possibile ricostruire il percorso logico e tecnico seguito dal responsabile della diagnosi al termine della diagnosi il committente deve poter verificare che le misure proposte e adottate portino effettivamente a dei miglioramenti di efficienza energetica in linea con quanto preventivato gli interventi proposti a chiusura della diagnosi devono essere valutati anche sotto il profilo costi/benefici al fine di essere realmente utili per il committente Raccolta dati storici e di aggiustamento Per ogni utilizzo del quale sono disponibili dati storici di consumo energetico (contatori Gas, POD energia elettrica, sub-contatori energia elettrica), vengono raccolti i dati relativi a un periodo sufficientemente lungo (2/3 anni), in modo da ottenere indici di prestazione energetici e dati storici sufficientemente affidabili, modelli energetici statistici e relativi drivers. Accanto ai dati energetici ricavati dai misuratori di energia, devono essere raccolte informazioni relative ai fattori di aggiustamento routinari che determinano i consumi energetici e per quelli non routinari. Raccolta dati storici e di aggiustamento Al contorno dei dati energetici e dei fattori di aggiustamento si devono aggiungere i profili di utilizzo: la caratterizzazione degli orari di funzionamento, le abitudini degli utilizzatori, le modalità generali e particolari d’utilizzo del sistema. Per ogni categoria di dato raccolto è richiesto di rendicontare le modalità seguite e specificare l’origine dei dati, fornendo i riscontri necessari ad una successiva rielaborazione o validazione di parte terza. Accanto alle informazioni di carattere energetico è necessario raccogliere le informazioni di carattere economico, ovvero le strutture dei costi dei vettori energetici. Correlazione tramite modello Correlazione statistica Ci sono degli strumenti e delle tecniche statistiche che forniscono importanti indicazioni su come si possa correlare un determinato consumo energetico ad uno o più drivers. Tali tecniche statistiche consentono di costruire modelli energetici detti “Black box” costituiti da relazioni matematiche, che nulla hanno a che vedere con i principi fisici che stanno alla base del comportamento energetico del sistema: sono modelli che legano una o più variabili indipendenti in ingresso (i drivers) con una variabile dipendente, il fabbisogno energetico. Correlazione statistica Una volta ottenuto il modello Black box esso può essere utilizzato per prevedere quanta energia consumerà il sistema descritto al verificarsi di un determinato valore del driver (o quanto avrebbe consumato, se il sistema fosse stato modificato a seguito di un intervento di efficienza) e anche per costruire, grazie a calcoli ingegneristici, un nuovo modello che descriva il comportamento del sistema dopo una determinata azione di efficienza. Ad esempio, se abbiamo costruito un modello che descrive la risposta di un chiller raffreddato ad acqua, al variare dell’energia frigorifera richiesta dall’impianto e della temperatura di ritorno, potremo trovare la risposta che avrebbe un chiller con efficienza diversa. Misurazioni e monitoraggi “non puoi migliorare ciò che non misuri” ma è ancor più vero che se non sai cosa misurare e come interpretare le misure che prendi, butti via tempo e denaro, se ti va bene, altrimenti fai gravi danni. Analisi del rischio Si immagini che per un determinato intervento, dall’ipotetico costo di 100.000 euro, venga fornita la stima di risparmio pari a 50.000 euro annui. Il payback quindi è di due anni, il Van è a posto, l’Irr (tasso interno di rendimento) molto buono. Ma siamo sicuri di procedere con l’investimento? Assolutamente no! Manca infatti un parametro fondamentale: l’analisi del rischio; analisi che deve tenere conto di diversi possibili scenari di evoluzione dei costi energetici ma, ancor prima e più importante, della precisione della stima. Analisi del rischio Se la previsione fosse stata presentata come segue: “Risparmio = 50.000 euro ± 10 % al livello di confidenza del 60%” avrebbe significato che c’è un rischio del 40% che il risparmio non rientri nell’intervallo 45-55.000 euro. L’investimento è ancora così allettante? Ciò non significa che lo si debba definitivamente scartare ma solo che è necessario passare ad una fase di diagnosi più approfondita, per lo specifico intervento, acquisendo maggiori dati in modo da poter fare la previsione di risparmio (50k€ ± 5k€) con la precisione del 95% (ossia con il rischio del 5% che sia sbagliata). Tutt’altra musica non è vero? POSSIBILI INTERVENTI NEI CONDOMINI I consumi di energia nel settore residenziale Nel nostro paese i consumi energetici del Settore Civile (che comprende il settore residenziale e quello terziario) ammontano a circa un terzo del totale. Circa il 75% delle abitazioni risalgono a un epoca in cui non vi era alcun tipo di norma prescrittiva in ambito di rendimento energetico dell’edilizia. La diagnosi energetica è un’attività tecnica la quale, tramite l’analisi dei consumi energetici, individua una serie di interventi i quali, attuati, concorrono: • alla riqualificazione di impianti e strutture edilizie. • alla minimizzazione degli esborsi per acquisto di fonti energetiche Il costo energetico è dato, a parte gli oneri fissi, da: Ei = quantità delle varie fonti energetiche ritirate Ci = costo medio delle varie fonti energetiche Le direttrici logiche lungo cui è diretta l’analisi sono due: 1) Minimizzare l’energia ritirata 2) Agire sul prezzo unitario dell’energia, individuando le migliori condizioni di fornitura Alcuni approcci al risparmio … Per esempio pulizia dei corpi illuminanti, manutenzione della caldaia,…. Ottimizzazione dei contratti di fornitura energetica COERENZA DEGLI INTERVENTI • L’applicazione di un cappotto esterno, riduce sensibilmente le dispersioni, ma ... • Un intervento coerente prevede di affiancare all’applicazione del cappotto l’installazione di un sistema di regolazione dell’impianto termico, quindi: • - installazione di un cappotto esterno; e • - installazione di valvole termostatiche. 81 COERENZA DEGLI INTERVENTI • La riduzione della domanda di energia dovuta al migliore isolamento delle strutture normalmente richiede una potenza inferiore dell’attuale generatore. • Un intervento coerente quindi prevedrebbe : • - l’adeguamento della potenza termica del generatore. 82 COERENZA DEGLI INTERVENTI • Con la sostituzione di vecchi serramenti non a tenuta d’aria, con nuovi serramenti posati in modo corretto, potremmo ottenere un’aumento della concentrazione dell’umidità sulle altre strutture non adeguate. • Per un intervento coerente: • - con la sostituzione di serramenti ad altre prestazioni; • - prevedere un aumento della ventilazione manuale; • - meglio ancora prevedere installazione di un impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore. 83 COERENZA DEGLI INTERVENTI • La sostituzione di un generatore di calore richiede un’attenta verifica della potenza termica necessaria. • I vecchi generatori spesso non venivano dimensionati sulla base di un calcolo analitico e talvolta risultavano sovradimensionati. • Senza contare che le successive eventuali sostituzioni avvenivano con generatori ancora più potenti. • Quindi un sovradimensionamento a catena, portando a potenze pari almeno al doppio e conseguente peggioramento dei rendimenti. 84 COERENZA DEGLI INTERVENTI • Intervento di sostituzione di un generatore di calore tradizionale con generatori a condensazione, ma senza la sostituzione dei radiatori o la modifica del sistema di emissione. • Per un intervento coerente sarebbe utile: - l’installazione di pompe a portata variabile; - e installazione di valvole termostatiche sui radiatori. • Oppure utilizzare radiatori a bassa temperatura Solo così si riesce a mantenere il più possibile bassa la temperatura dell’acqua di ritorno per sfruttare le caratteristiche dei generatori a condensazione. 85 CONSIGLI E VALUTAZIONI VARIE • Non si devono trascurare altre possibili indicazioni come: Piccoli interventi di miglioria dell’efficienza come gestione climatica, sonde, cronotermostati, termostati proporzionali ed integrali, pannelli riflettenti sul retro dei radiatori….. 86 • Sostituzione di scaldacqua elettrico con scaldacqua a metano a camera stagna e accensione piezoelettrica • Installazione di caldaia unifamiliare a 4 stelle di efficienza alimentata a gas naturale e di potenza termica nominale non superiore a 35 kW • Sostituzione di scaldacqua a gas, a camera aperta e fiamma pilota con scaldacqua a gas, a camera stagna e accensione piezoelettrica • Isolamento delle pareti e delle coperture • Impiego di impianti fotovoltaici di potenza elettrica inferiore a 20 kW • Installazione di collettori solari per la produzione di acqua calda sanitaria • Installazione di pompe di calore elettriche ad aria esterna in luogo di caldaie in edifici residenziali di nuova costruzione o ristrutturati • Installazione di condizionatori ad aria esterna ad alta efficienza con potenza frigorifera inferiore a 12 kWf • Isolamento termico delle pareti e delle coperture per il raffrescamento estivo in ambito domestico e terziario • Applicazione nel settore civile di piccoli sistemi di cogenerazione per la climatizzazione invernale ed estiva degli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria • Installazione di sistemi centralizzati per la climatizzazione invernale e/o estiva di edifici ad uso civile La scheda è applicabile a due tipologie di intervento relative a soli sistemi idronici che producano energia termica e frigorifera esclusivamente per utente civili: a) l’installazione di nuovi generatori di calore/freddo, accompagnata o meno da sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore, nell’ambito di edifici di nuova costruzione o di edifici esistenti; b) la sola installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore zona per zona nell’ambito di edifici esistenti. • Installazione di pompa di calore elettrica per produzione di acqua calda sanitaria in impianti nuovi ed esistenti • Nuova installazione di impianto di riscaldamento unifamiliare alimentato a biomassa legnosa di potenza 35 kW termici. • Installazione di sistema di automazione e controllo del riscaldamento negli edifici residenziali (Building Automation and Control System, BACS) secondo la norma UNI EN 15232 …UN PO’ DI CONFRONTI TRA ISOLANTI ESTATE - INVERNO PMDI = Polydiphenylmethanediisocyanate LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Comunemente noto come “cappotto” consiste nell’applicazione, sull’intera superficie esterna verticale dell’edificio, di pannelli isolanti che vengono poi coperti da uno spessore sottile, protettivo, di finitura realizzato con particolari intonaci. Sistema “a cappotto” 102 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” E’ un sistema che non va sottovalutato, troppo spesso si ascolta la classica frase: “Ma ho sempre fatto così!”. Installare sistemi certificati - ETICS ETICS è l’abbreviazione comunemente utilizzata a livello internazionale per External Thermal Insulation Composite System. L’autorità competente europea, l’EOTA (European Organization for Technical Approval) ha ricevuto dalla Commissione Europea il compito di redigere le linee guida per l’approvazione tecnica dei sistemi ETICS a livello europeo: così è nata la Linea Guida Tecnica ETAG 004 (European Technical Approval Guideline), per sistemi ETICS su supporti in muratura e calcestruzzo. 103 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Secondo la ETAG 004 le parti costitutive di un ETICS sono: Malta di incollaggio e rasatura; Materiale isolante; Tassello; Rete di armatura (in fibra di vetro o nylon); Rivestimento a spessore con adeguata preparazione del supporto; Accessori come ad es. reti angolari, profili di partenza e raccordo, profili per giunti di dilatazione, profili per zoccolatura. Secondo ETAG 004 il detentore del sistema: è responsabile della funzionalità dell’ETICS; deve definire tutti i componenti del proprio sistema. 104 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Il tassello Le categorie di applicazione sono riportate all’interno dell’ETA del tassello e sulla testa del tassello stesso Se il supporto non rientra tra quelli classificati ETA vanno eseguite prove di tenuta allo strappo in cantiere 105 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” La posa a cordolo perimetrale e punti La posa a tutta superficie 106 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Schema a T per EPS e altri isolanti particolarmente sensibili alle variazioni igrotermiche Schema a W per isolanti fibrosi, quali lana di roccia o di vetro 107 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” 108 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” L’importanza della cura dei particolari: es. pannello d’angolo, rinforzi con rete degli angoli. 109 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI •Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” L’importanza della cura dei particolari 110 111 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” L’importanza della cura dei particolari 112 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Curare l’attacco di eventuali scuretti; Valutare il fissaggio degli impianti esterni. 113 LE STR<UTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” 114 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” 115 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Gli errori e le cose da non fare Fessure, giunti non complanari possono peggiorare anche del 1520% la prestazione globale 116 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Gli errori e le cose da non fare 117 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Gli errori e le cose da non fare 118 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Gli errori e le cose da non fare 119 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Gli errori e le cose da non fare 120 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” L’importanza di una posa corretta, altrimenti …. Immagini tratte da EJOT s.a.s. Di EJOT Tecnolgie di fissaggio S.r.l 121 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Misure antincendio 122 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Misure antincendio 123 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Misure antincendio 124 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Misure antincendio 125 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Misure antincendio 126 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Misure antincendio 127 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto” Misure acustiche 128 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI •Isolamento dall’esterno – facciata ventilata La facciata ventilata sfrutta la ventilazione di una camera d’aria creata fra l’isolante ed il rivestimento esterno. Quest’ultimo può essere costituito da elementi di varia natura: lapidei, terrecotte, metallici, plastici, conglomerati cementizi fibrorinforzati, ceramici. Le pareti ventilate sono progettate e realizzate per dar luogo, nell’intercapedine, ad un flusso d’aria ascendente azionato dalla prevalenza naturale dovuta alla differenza di temperatura fra l’aria presente nell’intercapedine e quella presente in ingresso della stessa, detto “effetto camino”. Sistema ventilato 129 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI •Isolamento delle intercapedini Il sistema di isolamento termo-acustico in Intercapedine, conosciuto col nome di “muro a cassetta, consta di due pareti dello stesso o di diverso materiale, di differenti dimensioni, separate da una camera d’aria continua. E’ possibile isolare l’intercapedine della muratura attraverso l’insufflaggio di materiale isolante. Occorre prestare attenzione affinché i materiali utilizzati garantiscano una buona areazione ed evitino la formazione della condensa tra l’isolante e la struttura muraria. Insuflaggio materiale isolante 130 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento delle intercapedini Si possono utilizzare isolanti a base di roccia vulcanica silicatica perlite, che ha la capacità di espandere il proprio volume fino a 20 volte rispetto a quello originale. L’ espansione avviene a temperature comprese tra 850 e 1000°C ed è legata alla presenza di acqua rimasta chiusa nella roccia. La roccia si espande per la vaporizzazione dell’acqua: in questo processo si generano delle cavità all’interno dei granuli che le conferiscono ottime proprietà termo-isolanti e un’eccezionale leggerezza. Insuflaggio, il materiale isolante 131 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento delle intercapedini Altro materiale utilizzabile è la fibra di cellulosa al 92,5%, miscelata con acidoborico e borpentaidratofosfato di ammonio. Insuflaggio materiale isolante 132 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI •Isolamento dall’interno L’isolamento dall’interno è la soluzione per mantenere le facciate a vista. Le principali tipologie di isolamento interno sono: •il cappotto interno; •la controparete su struttura metallica; •la controparete accoppiata. Quest’ultima è costituita da lastre di cartongesso incollate sullo strato isolante. E’ largamente usata nelle ristrutturazioni dei locali: a fronte di una piccola riduzione di spazio abitativo si ha un notevole aumento di comfort termico e acustico, con una spesa ridotta e con una assoluta facilità di messa in opera. Isolamento dall’interno 133 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’interno L’isolamento dall’interno è però una soluzione molto delicata in relazione alla gestione della condensa interstiziale. Si dovrà fare molta cura nella scelta dei teli e nella collocazione di barriere al vapore o freni a vapore. UNI EN ISO 13788:2003 Isolamento dall’interno 134 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI •Isolamento dall’interno – Cappotto interno Il cappotto interno deve essere posato con la stessa cura del cappotto esterno. In commercio esistono alcuni pannelli che attraverso l’accoppiamento di strati diversi, aiutano il controllo della formazione della condensa. 135 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’interno - Controparete Controparete in pannelli di argilla e riempimento in sughero. 136 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento dall’interno - Controparete Controparete in pannelli fibrosi e pannelli in cartongesso. 137 LE STRUTTURE OPACHE •Isolamento delle coperture – isolamento dell’ultimo solaio Questa è una soluzione per tutti i tipi di ultimo solaio. E’ un rivestimento in estradosso di solaio su spazi aperti, realizzato con feltri isolanti termoacustici appoggiati sulla soletta dove la pedonabilità non è richiesta o è limitata ai soli fini manutentivi. 138 LE STRUTTURE OPACHE •Isolamento delle coperture – isolamento dell’ultimo solaio I problemi dei feltri: Garanzia delle prestazioni nel tempo 139 LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI Isolamento delle coperture – isolamento dell’ultimo solaio E’ utilizzabile anche la fibra di cellulosa al 92,5%, miscelata con acidoborico e borpentaidratofosfato di ammonio. 140 LE STRUTTURE OPACHE •Isolamento delle coperture a falde – sistema ventilato - isolamento all’estradosso Caratterizzato da un’intercapedine d’aria al di sotto del manto di tegole, dove si crea una corrente d’aria continua che favorisce lo smaltimento di quantità eccessive di vapore acqueo. La ventilazione è attivata attraverso la realizzazione di due aperture sottotegola, una in gronda e una al colmo. Le condizioni ideali per la ventilazione di una copertura inclinata sono l’inclinazione della falda di 30 e uno spessore dello strato d’aria di 8-10 cm. Schema di una copertura ventilata 141 LE STRUTTURE OPACHE •Isolamento delle coperture a falde – sistema ventilato 142 I TELI E’ entrata in vigore la norma UNI 11470-2013: “Coperture discontinue – Schermi e membrane traspiranti sintetiche – Definizione, campo di applicazione e posa in opera” • La prima classificazione – la traspirabilità – considera il valore Sd con il quale si indica la proprietà di trasmissione del vapore acqueo. • • I risultati portano alla definizione di 4 classi : membrane altamente traspiranti Sd < 0,1 m membrane traspiranti 0,1 m < Sd < 0,3 m manti freno al vapore 2 m < Sd < 20 m La barriera al vapore e gli errori teli barriera al vapore Sd > 100 m Il valore Sd in metri è pari al valore µ per lo spessore del materiale 143 I TELI •Teli igrovariabili, con prestazioni diverse a secondo delle condizioni ambientali. 144 I TELI 145 LE STRUTTURE OPACHE •Isolamento delle coperture a falde – isolante nell’intercapedine 146 LE STRUTTURE OPACHE Isolamento dei tetti piani o solai di sottotetto – intradosso con isolante Per isolare un tetto piano o un solaio di sottotetto è possibile apporre uno strato di isolante all’intradosso del solaio, nascondendo l’operazione con un controsoffitto da realizzare in materiale leggero come il cartongesso. E’ possibile utilizzare il vano tecnico che si viene a creare come vano per il passaggio di cavi e per una illuminazione con faretti. E’ importante fare attenzione a mantenere l’altezza utile nel vano oggetto di riqualificazione. 147 LE STRUTTURE OPACHE Isolamento dei solai di sottotetto – intradosso con isolante Esempio di posa in opera di un controsoffitto e isolante in feltri di lino 148 LE STRUTTURE OPACHE •Isolamento dei pavimenti – intradosso con isolante 149 I PONTI TERMICI 150 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Sostituzione del serramento E’ possibile sostituire i serramenti poco prestanti con serramenti la cui trasmittanza, media di telaio e vetro, risulti tale da essere a norma di legge o magari ancora più prestante, ottimizzando gli apporti gratuiti invernali ed impedendo dispersioni per trasmissione e ventilazione. 151 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Aggiunta di un serramento esterno Una soluzione per altro molto utilizzata un tempo, consiste nell’aggiungere al serramento esistente un serramento a filo esterno della muratura. La trasmittanza verrà calcolata sommando le resistenze dei due strati vetrati e della camera d’aria interposta. Attenzione alla possibilità che si formi la condensa… 152 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Sostituzione del solo vetro La sostituzione del solo vetro è fattibile quando lo spessore del nuovo vetro da inserire corrisponde con quello precedente e l’infisso è ancora in buone condizioni e con prestazioni energetiche discrete. Inoltre in caso di telai in legno il calcolo della trasmittanza globale, telaio e vetro, è facilitata. 153 LE STRUTTURE TRASPARENTI Telaio in legno I serramenti in legno hanno notevoli capacità isolanti, tuttavia necessitano di manutenzione costante per poter essere protetti dal vento e dalla pioggia. Telaio in legno http://www.kneer-suedfenster.de 154 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Telaio in legno e sughero 155 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Telaio in alluminio taglio termico Le finestre con profilati in alluminio possiedono una elevata resistenza alle intemperie, una durata elevata e richiedono poca manutenzione. Per contro il materiale ha un’elevata conducibilità termica per cui onde evitare ponti termici e la formazione di condensa si utilizzano telai composti da differenti profilati tra i quali è interposta una membrana isolante. Questa tipologia di serramento è detta a taglio termico. Taglio termico 156 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Telaio in alluminio - legno Le caratteristiche legate al legno e all’alluminio hanno portato alla realizzazione di finestre combinate. Questi serramenti sono composti da due telai fissati l’uno all’altro; il legno posto all’interno degli ambienti svolge la funzione di elemento estetico anche se con buone caratteristiche termoisolanti, mentre quello esterno ha funzioni portanti e ottime caratteristiche di resistenza alle intemperie. Telaio in legno - alluminio 157 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Telaio in alluminio - legno Il mercato propone vari abbinamenti di legno-alluminio. 158 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Telaio in alluminio - PVC Le normative per gli incentivi fiscali e la richiesta di elementi costruttivi sempre più performanti ha spinto il mercato a produrre serramenti anche in PVC. Telai in PVC 159 LE STRUTTURE TRASPARENTI 160 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Vetri basso – emissivi Sono così denominate le lastre di vetro per l'edilizia che presentano una faccia trattata (in genere depositi di metalli e/o ossidi di metalli) per ottenere una riflessione, verso l'interno dell'ambiente del calore irraggiato dagli elementi riscaldanti. In commercio esistono molti tipi di vetri basso emissivi diversi tra loro per il processo tecnologico di produzione, per le caratteristiche fisico-tecniche ed energetiche. Vengono impiegati per contenere al minimo le dispersioni termiche dovute alla differenza di temperatura fra interno ed esterno. Schema di funzionamento di un vetrocamera bassoemissivo 161 LE STRUTTURE TRASPARENTI 162 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Vetri selettivi Lastra di vetro ricotto chiaro resa riflettente e bassoemissiva mediante deposito di più strati di ossidi metallici e metalli ottenuto per polverizzazione catodica sotto vuoto spinto in campo elettromagnetico di elevate densità. Sono vetri che servono a ottimizzare la climatizzazione degli edifici. 163 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Isolamento del cassonetto I cassonetti sono solitamente dei ponti termici non corretti e tralasciati. Una delle soluzioni per evitare inutili dispersioni e che porta notevoli benefici consiste nella posa di un isolamento all’interno del cassonetto. Isolamento del cassonetto 164 LE STRUTTURE TRASPARENTI Schermature •DPR 59/09 165 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Schermature Soluzioni di schermatura, imposte dalla normativa, permettono il controllo delle radiazioni solari in periodo estivo, aiutando il bilancio energetico di climatizzazione estiva. 166 LE STRUTTURE TRASPARENTI •Schermature Dotato di lamelle regolabili, il frangisole esterno offre un'ottima protezione dal sole, possono essere orientate a piacimento, consentendo di regolare l’apporto solare passivo in estate ed inverno. 167 GLI IMPIANTI Impianti tecnologici Gli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici devono essere progettati e realizzati per assicurare e mantenere: il benessere termoigrometrico; la qualità dell’aria; con i seguenti vincoli; minimo consumo di energia; minimo impatto ambientale; minor costo economico. 174 GLI IMPIANTI Impianti tecnologici Il risparmio legato agli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici può essere ottenuta attraverso: uso ed ottimizzazione delle migliori tecnologie esistenti; regolazione intelligente; caldaie a condensazione; pompe di calore; co o tri -generazione; uso di tecnologie per il controllo della qualità dell’aria ventilazione meccanica controllata; minimo impatto ambientale; minor costo economico. 175 GLI IMPIANTI Impianti tecnologici introduzione delle fonti rinnovabili di energia per produzione acqua calda sanitaria; riscaldamento; raffrescamento. 176 PICCOLI INTERVENTI • Norma UNI TS 11300 parte 2 Prospetto 20 177 GLI IMPIANTI - REGOLAZIONE Le valvole termostatiche Le valvole termostatiche consentono di regolare la temperatura di ogni singolo ambiente per sfruttare anche gli apporti gratuiti di energia, quelli dovuti, ad esempio, alla presenza di molte persone nei locali, ai raggi del sole che filtrano attraverso le finestre, agli elettrodomestici. Valvola termostatica 178 GLI IMPIANTI - REGOLAZIONE Le valvole termostatiche Il risparmio di energia indotto dall'uso delle valvole termostatiche può arrivare fino al 20%. Proprio per questa ragione, salvo poche eccezioni, ne è fatta obbligatoria l'installazione negli edifici di nuova costruzione e nelle ristrutturazioni. Nei modelli più recenti di radiatori, la valvola è già predisposta per ricevere una "testa" termostatica. In questo caso l'installazione è più semplice e costa circa 40 euro per ogni radiatore. Se invece è necessario sostituire l'intera valvola, il costo si aggira sui 50/80 euro, mano d'opera compresa. I tempi di ritorno risultano molto brevi: una stagione invernale o circa due nel caso di installazione più onerose (ad esempio valvole termostatiche con programmazione elettronica settimanale). 179 GLI IMPIANTI - REGOLAZIONE Le valvole termostatiche In ciascun radiatore, in sostituzione della valvola manuale, è possibile installare valvole termostatiche che regolino automaticamente l'afflusso di acqua calda in base alla temperatura scelta ed impostata su una apposita manopola graduata. La valvola si chiude mano a mano che la temperatura ambiente, misurata da un sensore, si avvicina a quella desiderata, consentendo di "deviare"il restante flusso di acqua calda verso gli altri radiatori ancora aperti. Le versioni più recenti sono a controllo digitale e di tipo wireless. Valvola termostatica WiFi 180 PICCOLI INTERVENTI Diminuire le perdite al mantello, inserendo i generatori in centrali termiche o in locali coibentati. Generatore installato in idonea centrale termica 70% perdite non recuperabili 30% è recuperato sotto forma di riscaldamento dell’aria comburente. 181 CAMBIO DI COMBUSTIBILE • Una buona soluzione con la sostituzione del generatore e per un risparmio economico, è prevedere il cambio di tipologia di combustibile. Tipico esempio il passaggio da gasolio a gas metano. •Ma attenzione alla: effettiva presenza della rete del gas metano; valutazione dei costi della bonifica del serbatoio del combustibile non più necessario. 182 GLI IMPIANTI Caldaia a condensazione Le caldaie tradizionali utilizzano solo una parte dell'energia del combustibile, il cosiddetto potere calorifico inferiore; il resto viene disperso dal camino sotto forma di vapore acqueo. La tecnologia a condensazione, al contrario, restituisce l'energia inutilizzata: raffredda il vapore acqueo trasformandolo in acqua e, nel corso di questo processo denominato "condensazione", recupera calore: il calore di condensazione. Rendimento di una caldaia a condensazione 183 GLI IMPIANTI Caldaia a condensazione La temperatura dei fumi è tipicamente 50-60°C, contro 120-180°C per una caldaia standard. 184 GLI IMPIANTI Caldaia a condensazione La caldaia a condensazione condensa solo se la si fa funzionare con temperature di ritorno (e mandata) basse ! Necessità di terminali a bassa temperatura Altrimenti funziona come una normale caldaia standard! Rendimento di una caldaia a condensazione 185 GLI IMPIANTI Pompa di calore La pompa di calore è una macchina in grado di trasferire calore da un fluido a temperatura più bassa ad un altro a temperatura più alta. La pompa di calore deve il suo nome al fatto che essa provvede a trasportare del calore da un livello inferiore a un livello superiore di temperatura, invertendo il flusso naturale del calore che in natura, come noto, fluisce da un livello (temperatura) più alto ad uno più basso. Schema della pompa di calore 186 GLI IMPIANTI Pompa di calore 187 GLI IMPIANTI Pompa di calore geotermiche - terra - acqua 188 GLI IMPIANTI Pompa di calore geotermiche - terra - acqua Circuito chiuso con scambiatori orizzontali. Qualche limite nella temperatura. 189 GLI IMPIANTI Pompa di calore geotermiche - acqua - acqua Circuito chiuso o aperto. Con emungimento diretto nella falda o attraverso uno scambiatore intermedio immerso. 190 GLI IMPIANTI Pompa di calore aria- aria Sono le macchine con il più basso coefficiente di prestazione (COP) ma con il minor costo di installazione ed il minor impatto progettuale. Trovano migliore applicazione in climi non particolarmente rigidi, né particolarmente caldi. Le installazioni più recenti sono connesse All’autoproduzione di energia elettrica attraverso un impianto fotovoltaico. 191 GLI IMPIANTI Impianto di poligenerazione 192 GLI IMPIANTI Impianti a bassa temperatura Gli impianti di riscaldamento basati sui pannelli radianti a parete e a pavimento forniscono un medesimo comfort interno a bassi consumi d'energia. L'irraggiamento del calore proviene dal pavimento o dalle pareti. Il calore si propaga pertanto soprattutto entro i due metri di altezza, ovvero laddove serve. In questo modo la caldaia potrà lavorare ad un minore impiego di energia per garantire lo stesso livello di comfort. Il riscaldamento dell'ambiente interno è uniforme grazie all'irraggiamento dal basso richiedendo una temperatura dell'acqua nell'impianto di soli 30-40° rispetto ai 70-80° necessari in un tradizionale impianto di riscaldamento. 193 GLI IMPIANTI Strisce/pannelli radianti a soffitto Il sistema di distribuzione del calore è dato da circuiti di tubi percorsi da fluido caldo disposti sul soffitto (strisce radianti ad ampia estensione). Pannelli radianti a soffitto 194 GLI IMPIANTI Pannelli radianti a pavimento Sistemi di distribuzione calore sono dati da circuiti di tubi percorsi da fluido caldo che possono essere allocati nel pavimento. Inoltre si deve avere cura alla corretta distribuzione dei circuiti scaldanti e all’isolamento del pavimento lateralmente e sul fondo, prima di stendere il massetto. Attenzione alla tipologia della pavimentazione. Sistema radiante a pavimento 195 GLI IMPIANTI Pannelli radianti a parete Sistemi di distribuzione calore sono dati da circuiti di tubi percorsi da fluido caldo allocati all’interno di placche metalliche (o di altro materiale) disposte su una o più pareti. Pannelli radianti a parete Radiatore Pannello radiante a parete 196 VENTILAZIONE MECCANICA La ventilazione naturale degli edifici normalmente si attua sfruttando le aperture dell’involucro edilizio: finestre o aperture su tetto, sfruttando l’effetto camino, le differenze di temperatura e pressione, l’irraggiamento solare differenziato, la presenza di camini, atri aspiranti o torri di ventilazione. La ventilazione consente di controllare i parametri relativi alla temperatura dell’aria, dell’umidità relativa e la concentrazione di inquinanti, 197 VENTILAZIONE MECCANICA •La ventilazione meccanica controllata a doppio flusso con recupero di calore, è una delle tre tipologie. Con questo sistema è possibile recuperare l’aria espulsa mediante uno scambiatore di calore e grazie a questa scelta, l’abitazione può raggiungere il più alto livello di classe energetica. •La ventilazione meccanica controllata a semplice flusso igroregolabile è il secondo sistema che permette un particolare adattamento dell’impianto in base alle reali necessità dell’abitazione e al suo tasso di umidità, permettendo di mantenere un’ottima qualità dell’aria. •Infine la ventilazione meccanica controllata a semplice flusso autoregolabile permette di garantire la ventilazione costante degli ambienti secondo un processo di aspirazione e re immissione dell’aria negli ambienti. 198 VENTILAZIONE MECCANICA 199 FONTI RINNOVABILI PER L’EDILIZIA 200 FONTI RINNOVABILI PER L’EDILIZIA 201 GLI IMPIANTI •Impianti solari fotovoltaici La tecnologia fotovoltaica consente di trasformare direttamente in energia elettrica l'energia associata alla radiazione solare. Essa sfrutta il cosiddetto effetto fotovoltaico, basato sulle proprietà di alcuni materiali semiconduttori (fra cui il silicio) che, opportunamente trattati ed interfacciati, sono in grado di generare elettricità una volta colpiti dalla radiazione solare. Il dispositivo più elementare capace di operare una conversione dell'energia solare è la cella fotovoltaica, in grado di produrre una potenza di circa 1,5 Watt in condizioni standard. Vale a dire quando essa si trova ad una temperatura di 25°C ed è sottoposta ad una potenza della radiazione pari a 1.000 W/m². Impianto solare fotovoltaico 202 GLI IMPIANTI •Impianti solari termici Un impianto solare termico è un sistema in grado di trasformare l’energia irradiata dal sole in energia termica, ossia calore, che può essere utilizzato negli usi quotidiani, quali ad esempio il riscaldamento dell’acqua calda sanitaria (ACS) o il riscaldamento degli ambienti. Può essere anche utilizzato per riscaldare l'acqua delle piscine esterne nei mesi estivi e delle piscine coperte nell’arco dell’anno solare. All'interno del collettore solare circola un fluido che, riscaldato dal sole, passa in uno scambiatore di calore e cede calore all'acqua di un circuito secondario, che viene accumulata in un serbatoio (boiler). 203 GLI IMPIANTI Impianto solare non vetrato per piscine 204 GLI IMPIANTI 205 GLI IMPIANTI Il combustibile pellet La norma EN 14961:2 introduce tre classi di qualità: Classe A1, qualità più elevata con un contenuto di ceneri massimo dello 0,7% Classe A2, caratterizzata da un contenuto di ceneri pari a 1,5% Classe B, caratterizzata da un contenuto di ceneri massimo pari a 3,5% 206 LE VERIFICHE DEL DPR 59/2009 CASISTICA DEGLI INTERVENTI Livelli d’applicazione: LE CATEGORIE DEGLI EDIFICI IN BASE ALL’UTENZA COME FINANZIARE GLI INTERVENTI LE DETRAZIONI FISCALI Le detrazioni fiscali per la ristrutturazione • Detrazione Irpef del 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2015, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare • MANUTENZIONE ORDINARIA per le parti comuni. La detrazione spetta ad ogni condomino in base alla quota millesimale. • MANUTENZIONE STRAORDINARIA, RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO, RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali Le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica • Fino al 31 dicembre 2015, detrazione fiscale del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici . • Sia per interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali che per quelli che riguardano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio . Le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica I CERTIFICATI BIANCHI LE E.S.CO ENERGY SERVICE COMPANY D.Lgs. 115/2008 definisce una Energy Service Company “Persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica nelle installazioni o nei locali dell'utente e ciò facendo, accetta un certo margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa, totalmente o parzialmente, sul miglioramento dell'efficienza energetica conseguito e sul raggiungimento di altri criteri di rendimento stabiliti”. “Persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica….” I servizi forniti da una ESCO comprendono: • Studi di fattibilità e diagnosi energetiche degli edifici e degli impianti • Progettazione esecutiva dei vari interventi di ottimizzazione energetica • Realizzazione di interventi sull’involucro degli edifici, sugli impianti e installazione di fonti rinnovabili • Individuazione e attivazione delle modalità previste dalla legge per la valorizzazione dell’efficienza energetica (Certificati Verdi, Certificati Bianchi, Conto Energia, …) «Persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica nelle installazioni o nei locali dell'utente e ciò facendo, accetta un certo margine di rischio finanziario….» • A differenza di aziende che realizzano semplicemente interventi chiavi in mano, la ESCO condivide con il cliente rischi e vantaggi associati alle tipologie di intervento proposto. • In molti casi anzi, grazie all’utilizzo del Finanziamento Tramite Terzi, è la stessa ESCO a farsi carico totalmente del margine di incertezza associato agli investimenti in efficienza energetica, sollevando il cliente finale da ogni responsabilità. FORME CONTRATTUALI Contratti di fornitura energia Si possono distinguere due forme basilari di contrattualistica: • I Contratti di Fornitura di Energia (Energy Supply Contracting), chiamati anche, nelle forme più evolute, “servizio calore”3 o “servizio energia”: riguardano principalmente la Conduzione e la Manutenzione (O&M) di un impianto di generazione di energia da parte di un Contraente che lo gestisce a suo completo rischio, sulla base di un contratto di medio-lungo termine. Contratti di fornitura energia Gli aspetti prestazionali del contratto riguardano: • la riqualificazione degli impianti, • la gestione degli impianti , • l’approvvigionamento del combustibile, • la vendita finale di “energia utile”. La remunerazione del servizio consiste nel pagamento, da parte del Cliente, dell’energia utile fornita all’edificio o alle singole unità immobiliari, misurata con dei contabilizzatori di calore, detti in gergo “conta-calorie” . Il campo di applicazione include sia gli edifici esistenti sia quelli nuovi di ogni genere. 4 Contratti di prestazione energetica • I Contratti di Prestazione Energetica (Energy Performance Contracting EPC), detti anche contratti per il risparmio energetico: affrontano la riqualificazione di sistemi edificioimpianti e la conseguente gestione da parte di un Contraente nella forma di una cooperazione basata sul partenariato. La finalità è di conseguire un risultato migliorativo garantito in termini di risparmio energetico, risparmio economico, valorizzazione patrimoniale dell’immobile. La principale differenza con i contratti di fornitura è il finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica con i risparmi energetici futuri ottenuti e garantiti in termini contrattuali. Gli aspetti prestazionali del contratto riguardano il finanziamento, la riqualificazione dei sistemi edificio-impianti e la loro gestione. CONTRATTI DI FORNITURA ENERGIA Contratto a Grado Giorno Contratti di fornitura energia Ci sono diversi tipi di contratto di fornitura energia: • Contratto a Grado Giorno Per Gradi Giorno si intende la somma, estesa a tutto il periodo di riscaldamento, della differenza tra la temperatura di consegna degli ambienti, convenzionalmente fissata a 20°C, e la temperatura media giornaliera dell’aria esterna. I Gradi Giorno sono rilevati quotidianamente dagli osservatori meteorologici e pubblicati alla fine della stagione di riscaldamento. Con questo contratto, il costo del riscaldamento tiene conto della variabilità stagionale, aumentando o diminuendo in funzione della stagione più o meno rigida. La manutenzione ordinaria e gli obblighi sulla sicurezza sono a carico della Società che fornisce il servizio, mentre tutte le spese di manutenzione straordinaria, quali guasti, sostituzioni, adeguamenti normativi, sono in genere a carico del Cliente. Contratto Calore Contratti di fornitura energia • Contratto Calore Con questa formula contrattuale, sviluppatasi con l’entrata in vigore della legge 10/1991, il Cliente paga esclusivamente il calore erogato alla rete di distribuzione dello stabile misurato con un contabilizzatore posto a valle del generatore di calore. Come nei contratti a “Gradi Giorno” è interesse delle Società che offrono questo contratto mantenere in efficienza il generatore di calore, in modo da minimizzare il consumo di combustibile e quindi offrire sconti sul costo del calore erogato. La conduzione, la manutenzione ordinaria dell’impianto termico e gli obblighi sulla sicurezza sono a carico della Società fornitrice, mentre le spese di manutenzione straordinaria, quali guasti, sostituzioni, adeguamenti normativi, sono in genere a carico del Cliente. Contratto Servizio Energia Contratti di fornitura energia • Contratto Servizio Energia Disciplinato dal D.Lgs. n. 115/2008, allegato 2, è l’evoluzione del contratto di “servizio calore”. Esso tuttavia non contiene nessun impegno vincolante da parte del Contraente a ridurre i consumi se non l’interesse a mantenere in buona efficienza il generatore di calore. Unico elemento interessante contenuto tra i requisiti è “la presenza di un attestato di certificazione energetica dell’edificio” … con … “l’espressa indicazione degli interventi da effettuare per ridurre i consumi, migliorare la qualità energetica dell'immobile e degli impianti o per introdurre l'uso delle fonti rinnovabili di energia, valutati singolarmente in termini di costi e di benefici connessi, anche con riferimento ai possibili passaggi di classe dell'edificio nel sistema di certificazione energetica vigente”. Contratto Servizio Energia Plus Contratti di fornitura energia • Contratto Servizio Energia Plus Disciplinato dal D.Lgs. n. 115/2008, prevede come prestazione aggiuntiva, rispetto al contratto di “Servizio Energia”, “la riduzione dell'indice di energia primaria per la climatizzazione invernale di almeno il 10% rispetto al corrispondente indice riportato sull'attestato di certificazione” … e da redigersi con le modalità previste dal “Servizio Energia”, quindi a carico del cliente … “attraverso la realizzazione degli interventi strutturali di riqualificazione energetica degli impianti o dell'involucro edilizio indicati nell'attestato di cui sopra e finalizzati al miglioramento del processo di trasformazione e di utilizzo dell'energia”. Contratto Servizio Energia Plus Contratti di fornitura energia • L’indice di energia primaria per la climatizzazione invernale” riportato sull’attestato di certificazione non è il “Consumo Reale” dell’edificio, ma il suo “Fabbisogno”, ossia la quantità di energia necessaria a mantenere la temperatura interna di un edificio o di un appartamento alla “temperatura di consegna”, tipicamente 20°C, indipendentemente dall’occupazione dei locali e dal reale regime di funzionamento degli impianti. • È dunque conveniente porre attenzione ai valori riportati negli Attestati di prestazione energetica (APE) e alla corrispondenza fra fabbisogno e consumo Contratti di fornitura energia Problematiche • Questi contratti “fondono” insieme: • la fornitura del combustibile, • la gestione degli immobili • l’eventuale riqualificazione energetica. • La maggior parte delle Società che offrono questa tipologia di contratto, sono in grado di approvvigionarsi di combustibile a prezzi favorevoli e non necessariamente conosciuti ai Clienti finali. • È complesso per i Clienti conoscere i consumi reali degli edifici e i prezzi praticati. • Ne consegue che i Clienti che stipulano tali contratti avranno difficoltà a valutare se eventuali riduzioni nei costi di riscaldamento siano dovute all’efficacia degli interventi di riqualificazione, a un’effettiva buona gestione degli impianti o a uno sconto sul combustibile fornito. Il risultato sarà comunque positivo, ma questo aspetto può suggerire di mantenere distinte tali voci considerando offerte separate per conseguire i massimi benefici. CONTRATTI DI PRESTAZIONE ENERGETICA «EPC» Contratti di prestazione energetica I Contratti di Prestazione Energetica EPC, detti anche Contratti per il risparmio energetico, comportano: • il finanziamento, • la riqualificazione dei sistemi edificioimpianti, • la loro gestione. Di solito i contratti di prestazione includono la formazione degli utenti in termini di campagne di sensibilizzazione. • Caratteristica principale del Contratto di Prestazione Energetica è il recupero degli investimenti effettuati per ridurre i consumi attraverso i risparmi conseguiti e in cui i pagamenti a fronte di detti investimenti sono proporzionali al livello di risparmio raggiunto. • Il combustibile viene acquistato separatamente dal Cliente oppure dallo stesso Contraente, ma con separazione contabile e remunerazione disgiunta. Contratti di prestazione energetica Le prestazioni rese dal Contraente comprendono: • la progettazione degli interventi, • la realizzazione delle opere di riqualificazione energetica edile e impiantistica, • la loro conduzione e la manutenzione (Operation & Maintenance – O&M). • di solito anche l’attuazione di programmi di formazione e di modifica comportamentale degli utenti. Contratti di prestazione energetica La principale caratteristica di un Contratto di prestazione è che il Contraente è obbligato, in forza al contratto, ad assumersi il rischio della costruzione e della gestione delle opere a valenza energetica e nello stesso tempo gli viene riconosciuta la possibilità di ottenere il proprio profitto se il miglioramento previsto in termini di efficienza energetica è effettivamente raggiunto. Contratti di prestazione energetica La remunerazione per i servizi resi consiste in un Canone che è determinato in funzione dei risparmi ottenuti, per cui se il risparmio non raggiunge il livello garantito, il contratto prevede che il Canone venga ridotto della quota parte di sforamento del livello garantito contrattualmente. Per contro, nel caso il risparmio superi il livello garantito contrattualmente, i maggiori benefici economici sono ripartiti in forma prestabilita tra il Cliente e il Contraente. Contratti di prestazione energetica Nel caso molto frequente in cui un’Amministrazione Pubblica o un privato non abbia le risorse finanziarie necessarie a sostenere gli investimenti per la riqualificazione energetica dei propri edifici e impianti è possibile ricorrere al cosiddetto Finanziamento Tramite Terzi (FTT) o “Third Party Financing – TPF”. La Direttiva 2006/32/CE, all’art. 3 lettera k) definisce il Finanziamento Tramite Terzi come “accordo contrattuale che comprende un terzo, oltre al fornitore di energia e al beneficiario della misura di miglioramento dell'efficienza energetica, che fornisce i capitali per tale misura e addebita al beneficiario un canone pari a una parte del risparmio energetico conseguito avvalendosi della misura stessa. Il terzo può essere o no una ESCO”. Contratti di prestazione energetica Questo terzo può essere • un Istituto finanziario che mette a disposizione le risorse per realizzare gli investimenti di risparmio energetico, • la stessa ESCO, • più frequentemente, una parte del finanziamento viene fornito da un Istituto finanziario (debito) e una parte viene allocata dalla ESCO (equity). Le ESCO anticipano così gli investimenti richiesti dall’intervento e traggono profitto dall’effettivo risparmio ottenuto, mantenendo in genere la gestione degli edifici e degli impianti e diventando l’unico soggetto responsabile verso il Cliente finale, occupandosi di tutte le fasi in cui si compone lo schema FTT: Contratti di prestazione energetica • diagnosi energetica e fattibilità economica e finanziaria; • progettazione degli interventi di riqualificazione energetica; • copertura finanziaria; • realizzazione degli interventi; • conduzione e manutenzione degli edifici e degli impianti. In questo modo, il rischio a totale carico della ESCO riguarda sia l’aspetto finanziario relativo all’investimento, sia il mancato raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico. Le ESCO anticipano gli investimenti richiesti dall’intervento e traggono profitto dall’effettivo risparmio ottenuto. La gestione dell’impianto assume un ruolo determinante e viene svolta dalla ESCO (salvo alcuni gradi di controllo lasciati talvolta al committente e regolati contrattualmente), che ha l’interesse a curarla al meglio. Contratti di prestazione energetica I vantaggi per il Cliente sono molteplici: • non è richiesto alcun investimento di mezzi propri; • può usufruire di tecnologie innovative che le consentono di ottenere vantaggi economici mediante l’incremento dell’efficienza energetica; • alla fine del contratto, tutti i risparmi sono del Cliente; • In caso di Amministrazione pubblica non deve iscrivere a bilancio il debito per gli investimenti realizzati dalla ESCO, in quanto non sono violati i parametri imposti dal “Patto di stabilità” . TIPOLOGIE DI CONTRATTI DI PRESTAZIONE ENERGETICA Tipologie di contratto Contratti di prestazione energetica • Per prima cosa è opportuno che i Clienti valutino l’opportunità di commissionare delle diagnosi energetiche a Società o professionisti indipendenti su tutto il proprio patrimonio edilizio, anche per raggruppare diversi edifici e/o interventi. Tipologie di contratto Contratti di prestazione energetica I contratti di prestazione energetica possono essere suddivisi, fondamentalmente, in differenti categorie a seconda dell’attribuzione del risparmio energetico e della durata contrattuale. Le più comuni tipologie di contratto sono: • - il Contratto a Cessione Globale Limitata; • - il Contratto a Risparmio Condiviso. contratto a Cessione Globale Limitata rappresenta la formula Tipologie di contratto Contratti di prestazione energetica Chiamato anche “First Out” nella dizione anglosassone, il più semplice, utilizzabile soprattutto in tutte quelle situazioni in cui gli interventi di riqualificazione energetica sono limitati, o basati sulle singole misure Questa tipologia contrattuale prevede che il Cliente destinatario degli interventi riconosca alla ESCO la totalità dei risparmi per un numero limitato di anni stabilito contrattualmente (di solito non si superano i 5- 7 anni). Tipologie di contratto Contratti di prestazione energetica il Risparmio Garantito coincide con il canone che il Cliente corrisponderà per tutta la durata del contratto comprensivo dei costi di O&M e dell’utile della ESCO. Qualora gli impianti realizzati non offrano le prestazioni previste e non abbiano ripagato il costo del progetto nei termini preventivati, la perdita è a carico della ESCO. Viceversa, in caso di Over-performance, ovvero se la ESCO risparmia di più di quanto pattuito, i risparmi economici vengono suddivisi in base a quote da prestabilire contrattualmente. Tipologie di contratto Contratti di prestazione energetica • Il rischio d'impresa assunto dalla ESCO è costituito dall'impegno a cedere al Cliente tutto il risparmio che verrà conseguito dopo la scadenza stabilita nel contratto, a prescindere dal fatto che siano avvenuti o meno il rimborso e la remunerazione previsti. • La ESCO conserva la proprietà degli impianti installati fino alla scadenza del contratto; trascorso tale termine la proprietà è trasferita al cliente Tipologie di contratto Contratti di prestazione energetica • Con il Contratto a Risparmio Condiviso o Shared Saving il Cliente partecipa fin dall’inizio ai benefici economici indotti dagli interventi di risparmio energetico effettuati dalla ESCO. • La ripartizione dei ricavi corrispondenti al risparmio energetico è espressa da una coppia di percentuali che insieme ammontano a cento: ad esempio una ripartizione al 90/10 implica che la ESCO riceve il 90% della quota di risparmio e il Cliente il 10%. Tale frazione percentuale di risparmio può essere costante per tutto il periodo del contratto oppure può essere soggetta a variazioni. Tipologie di contratto Contratti di prestazione energetica • I Contratti con Risparmio Condiviso hanno una durata superiore ai contratti di “First Out” in quanto alla ESCO occorre più tempo per recuperare gli investimenti. • La ESCO conserva la proprietà degli impianti realizzati fino alla scadenza del contratto. • Anche in questo caso tutti i rischi connessi al recupero del capitale investito sono a carico della ESCO. • Con questa formula contrattuale, anche il Cliente è incentivato a concorrere alla riduzione degli sprechi, massimizzando così i benefici economici indotti. Tipologie di contratto Contratti di prestazione energetica • Ambedue le formule contrattuali impongono tuttavia, che ad ogni fine stagione vengano verificati puntualmente i risparmi ottenuti e di conseguenza venga determinato l’ammontare del Canone e vengano ripartiti gli eventuali maggiori risparmi economici secondo le quote pattuite. LA CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE La contabilizzazione 5. Per favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la contabilizzazione dei consumi individuali e la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi di ciascun centro di consumo individuale: a) omissis b) nei condomini e negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici, è obbligatoria l’installazione entro il 31 dicembre 2016 da parte delle imprese di fornitura del servizio di contatori individuali per misurare l’effettivo consumo di calore o di raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità immobiliare, nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in termini di costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali. Consumo volontario ed involontario Il consumo volontario è soggetto alla libera azione degli utenti (dispositivi di termoregolazione) Il consumo involontario, legato alle dispersioni della rete di distribuzione, non dipende dalla volontà degli utenti bensì da come è stato dimensionato l’impianto. E’ inoltre importante sottolineare che ciò che si ripartisce è l’energia in uscita dal generatore ed immessa nella rete di distribuzione (al netto dunque delle perdite di generazione e dell’eventuale contributo di fonti rinnovabili, che incidono solo sul costo dell’energia). Quota a consumo e quota fissa Corrispondentemente alle due componenti del consumo si definiscono due componenti di spesa: • la quota a consumo, da ripartire in base ai prelievi delle singole utenze (misurati attraverso i dispositivi di contabilizzazione), • la quota fissa (comprendente le dispersioni e le spese gestionali), da ripartire in base alla potenziale capacità di consumare (millesimi di fabbisogno). Diagnosi energetica La diagnosi energetica dell’edificio è il presupposto per l’esecuzione di qualsiasi opera di risparmio energetico, la prima delle quali consiste sempre, al fine di predisporre l’edificio a ricevere ulteriori opere, nell’installazione di dispositivi di termoregolazione e contabilizzazione. Il calcolo delle prestazioni energetiche dell’edificio è inoltre rilevante ai fini della ripartizione delle spese in quanto da esso si traggono i dati necessari per il calcolo dei millesimi (valutazione standard) e la formulazione dei prospetti previsionale ed a consuntivo (valutazione adattata all’utenza). Progetto degli impianti di termoregolazione e contabilizzazione L’impianto di termoregolazione e contabilizzazione costituisce parte integrante dell’impianto di climatizzazione invernale (Legge 10/91, art. 26, comma 6) e, come tale, deve essere adeguatamente progettato, ad opera di un tecnico competente ed abilitato. ARES Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile Arch. Angela Sanchini Responsabile tecnico www.aresfvg.it [email protected] Tel. 0427.709326 0432.555159