LE RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE
NEL CONDOMINIO
INCONTRO RIVOLTO AD AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO,
AGENZIE IMMOBILIARI E TECNICI DEL SETTORE
A CURA DI ARES E ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI
arch. Angela Sanchini
ARES Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile
società in house della Regione Friuli Venezia Giulia
LE RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE NEL
CONDOMINIO
Programma:
L’importanza della diagnosi energetica
Interventi possibili e relativi risparmi ottenibili
Possibilità di finanziamento delle opere
Tecnici ARES e altri professionisti in collaborazione con Ordini e Collegi professionali
La ripartizione delle spese prima e dopo l’introduzione della norma
tecnica UNI 10200: 2013. Cosa cambia realmente?
Ing. Alberto Toso
INQUADRAMENTO
IL PROBLEMA ENERGETICO-AMBIENTALE
Fonte: Luca Lombroso - Convegno CasaKyoto®
Fonte: Luca Lombroso - Convegno CasaKyoto®
EVOLUZIONE LEGISLATIVA
Dicembre 2002
DIRETTIVA 2002/91/CE Rendimento energetico
edifici
Ricetta:
 Definizione di una metodologia di
calcolo integrata
 Applicazione di requisiti minimi per le
nuove costruzioni e ristrutturazioni
 Certificazione energetica degli edifici
 Ispezioni periodiche agli impianti
Recepimento Direttiva 2002/91/CE
IL DECRETO LEGISLATIVO
192 / 2005
DPR 75/2013
Recepimento Direttiva 2010/31/CE
Legge n.90/2013
Art. 4 -bis . (Edifici ad energia quasi zero)
1. A partire dal 31 dicembre 2018, gli edifici di nuova
costruzione occupati da pubbliche amministrazioni e di
proprietà di queste ultime, ivi compresi gli edifici scolastici,
devono essere edifici a energia quasi zero.
Dal 1° gennaio 2021 la predetta disposizione è estesa a
tutti gli edifici di nuova costruzione.
Recepimento Direttiva 2008/28/UE
IL DECRETO LEGISLATIVO
28 / 2011
Recepimento Direttiva 2008/28/UE
Il Decreto Legislativo n. 28,
pubblicato in Gazzetta Ufficiale
il
28/03/2011,
introduce
importanti novità riguardanti
l’obbligo alla produzione di
energia rinnovabile.
Recepimento Direttiva 2008/28/UE
Recepimento Direttiva 2008/28/UE
Rinnovabile termico
Il punto 1 dell’Allegato 3 specifica che gli impianti di produzione di
energia termica devono garantire il
rispetto della copertura, tramite il ricorso a fonti rinnovabili, del:
• 50% EPacs + 20% (EPi + EPe+ EPacs) dal 31/05/2012 al 31/12/2013
• 50% EPacs + 35% (EPi + EPe+ EPacs) dal 01/01/2014 al 31/12/2016
• 50% EPacs + 50% (EPi + EPe+ EPacs) dal 01/01/2017
Dove:
EPacs = fabbisogno di energia primaria per la produzione di acqua calda
sanitaria (calcolo in accordo con
UNI TS 11300-2 e 4)
EPi = fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento (calcolo in
accordo con UNI TS 11300-1, 2 e 4)
EPe = fabbisogno di energia per il raffrescamento (calcolo in accordo con
UNI TS 11300-1 e 3)
tale limite è incrementato del 10% per edifici pubblici (Allegato 3, punto 6)
Recepimento Direttiva 2008/28/UE
Rinnovabile elettrico
È obbligatoria l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili
installati sopra o all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze, di
potenza elettrica [kW]:
Dove S è la superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno, misurata
in m2, e K è un coefficiente (m²/kW) che assume i seguenti valori:
• K = 80 dal 31/05/2012 al 31/12/2013
• K = 65 dal 01/01/2014 al 31/12/2016
• K = 50 dal 01/01/2017
In caso di utilizzo di pannelli solari termici o fotovoltaici disposti sui tetti
degli edifici, i predetti componenti devono essere aderenti o integrati nei
tetti medesimi, con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della
falda.
Gli obblighi precedenti sono incrementati del 10% per gli edifici pubblici.
Recepimento Direttiva 2008/28/UE
7. L’impossibilità tecnica di ottemperare, in tutto o in parte, agli obblighi
di integrazione di cui ai precedenti paragrafi deve essere evidenziata
dal progettista nella relazione tecnica di cui all’articolo 4, comma 25,
del decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 e
dettagliata esaminando la non fattibilità di tutte le diverse opzioni
tecnologiche disponibili.
8. Nei casi di cui al comma 7, è fatto obbligo di ottenere un indice di
prestazione energetica complessiva dell’edificio (I) che risulti inferiore
rispetto al pertinente indice di prestazione energetica complessiva reso
obbligatorio ai sensi del decreto legislativo n. 192 del 2005 e successivi
provvedimenti attuativi(I192) nel rispetto della seguente formula:
Recepimento Direttiva 2012/27/UE
IL DECRETO LEGISLATIVO
102 / 2014
Decreto Legislativo 102/2014
Decreto Legislativo 102/2014
Decreto Legislativo 102/2014
Decreto Legislativo 102/2014
Decreto Legislativo 102/2014
La contabilizzazione
5. Per favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la
contabilizzazione dei consumi individuali e la suddivisione delle spese
in base ai consumi effettivi di ciascun centro di consumo individuale:
a) omissis
b) nei condomini e negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte di
riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di
teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che
alimenta una pluralità di edifici, è obbligatoria l’installazione entro il
31 dicembre 2016 da parte delle imprese di fornitura del servizio di
contatori individuali per misurare l’effettivo consumo di calore o di
raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità immobiliare,
nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in termini di
costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali.
LA LEGISLAZIONE ITALIANA
E LE NORME TECNICHE
SULLA CERTIFICAZIONE
ENERGETICA DEGLI EDIFICI
Definizioni
 ‘prestazione energetica di un edificio’:
quantità annua di energia primaria effettivamente
consumata o che si prevede possa essere necessaria per
soddisfare, con un uso standard dell’immobile,
i vari bisogni energetici dell’edificio:
• la climatizzazione invernale e estiva,
• la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari,
• la ventilazione
• e, per il settore terziario, l’illuminazione, gli impianti
ascensori e scale mobili…
Definizioni
“ristrutturazione importante di un edificio”:
un edificio esistente è sottoposto a ristrutturazione importante quando i
lavori in qualunque modo denominati (a titolo indicativo e non esaustivo:
manutenzione ordinaria o straordinaria, ristrutturazione e risanamento
conservativo) insistono su oltre il 25 per cento della superficie dell’involucro
dell’intero edificio, comprensivo di tutte le unità immobiliari che lo
costituiscono, e consistono, a titolo esemplificativo e non esaustivo, nel
rifacimento
di
pareti
esterne,
di
intonaci
dell’impermeabilizzazione delle coperture.
esterni,
del
tetto
o
Definizioni
“attestato di prestazione energetica dell’edificio”:
documento, redatto nel rispetto delle norme contenute nel presente decreto
e rilasciato da esperti qualificati e indipendenti che attesta la prestazione
energetica di un edificio attraverso l’utilizzo di specifici descrittori e fornisce
raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica;
I nuovi decreti dovranno definire un attestato di prestazione energetica che comprende tutti i
dati relativi all’efficienza energetica dell’edificio che consentano ai cittadini di valutare e
confrontare edifici diversi. Tra tali dati sono obbligatori:
…. le raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio con le proposte
degli interventi più significativi ed economicamente convenienti, separando la previsione di
interventi di ristrutturazione importanti da quelli di riqualificazione energetica
Definizioni
 “attestato di qualificazione energetica”:
il documento predisposto ed asseverato da un professionista abilitato, non
necessariamente estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla
realizzazione dell’edificio, nel quale sono riportati i fabbisogni di energia
primaria di calcolo, la classe di appartenenza dell’edificio, o dell’unità
immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, ed i
corrispondenti valori massimi ammissibili fissati dalla normativa in vigore per
il caso specifico o,ove non siano fissati tali limiti, per un identico edificio di
nuova costruzione
Il direttore dei lavori che omette di presentare al comune l’asseverazione di conformità
delle opere e l’attestato di qualificazione energetica, di cui all’articolo 8, comma 2, prima
del rilascio del certificato di agibilità, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore
a 1000 euro e non superiore a 6000 euro. Il comune che applica la sanzione deve darne
comunicazione all’ordine o al collegio professionale competente per i provvedimenti
disciplinari conseguenti.
IL BILANCIO ENERGETICO
DI UN EDIFICIO
Fabbisogno
energetico
dell’involucro
Energia
termica utile
Apporti interni
Apporti solari
EDIFICIO
Livello temperatura
di progetto
Dispersioni per
trasmissione
Dispersioni per
ventilazione
Energia fornita
ηP
ηD
ηE
ηC
P
D
E
C
Energia
termica
utile
LIMITI DI LEGGE E INDICATORI ENERGETICI
I LIMITI DI LEGGE
EPi
Verificare:
Energia Primaria riscaldamento EPi
Rendimento globale medio stagionale ηg
Trasmittanza termica strutture U
Fabbisogno estivo dell’involucro Epe, inv
Epe, inv
ηg
U
GLI INDICATORI DELLA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA
DM 26/6/09: Linee guida nazionali
EPgl
ACS
EPacs
Fab.energ. per la climatiz. invernale EPi
Fabbisogno energ. per acs EPacs
Fabbisogno energ. globale EPgl
Prestazione energ. Involucro estiva Epe, inv
EPi
Epe, inv
GLI INDICATORI DELLA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA
La rappresentazione a “cruscotto”
GLI INDICATORI DELLA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA
La rappresentazione con l’etichetta energetica
LA CLASSIFICAZIONE SECONDO LE LINEE GUIDA NAZIONALI
Le classi di EPi (riscaldamento)
LA CLASSIFICAZIONE SECONDO LE LINEE GUIDA NAZIONALI
Le classi di EPACS (acqua calda sanitaria)
LA CLASSIFICAZIONE SECONDO LE LINEE GUIDA NAZIONALI
Le classi di EPgl (globale)
150 kWh/m2 anno corrispondono circa a
 15 litri di gasolio/m2 anno
 15 mc di metano/m2 anno
Per un appartamento di 100 mq
150 kWh/m2 anno corrispondono quindi
ad un consumo annuo di
15 * 100 =
1500 litri di gasolio = circa 1,4 €/lt x 1500 lt = 2100 €
oppure
1500 mc di metano = circa 1 €/mc x 1500 mc = 1500 €
IL CERTIFICATO VEA
Certificazione VEA
Legge Regionale
18 agosto 2005 n.23
Disposizioni in materia di edilizia sostenibile
così come modificata
dalla L.R.16/2008, dalla L.R.24/2009,
dalla Legge di manutenzione del 2010,
dalla legge finanziaria 2012
La certificazione VEA degli edifici
La certificazione VEA di sostenibilità energetica e
ambientale degli edifici è la certificazione introdotta
dalla Regione Friuli Venezia Giulia tramite la Legge
Regionale n.23/2005, per misurare le prestazioni
energetiche e ambientali degli edifici.
La certificazione VEA, sistema di procedure univoche e
normalizzate che utilizza le modalità e gli strumenti di
valutazione previsti dal Protocollo VEA, sostituisce e
completa l’attestato di qualificazione e di
certificazione energetica previsto dalla normativa
nazionale.
Certificazione VEA
1. La presente legge si applica alle unità immobiliari e agli edifici
soggetti ai seguenti interventi edilizi, come definiti dall'articolo 4 della
legge regionale 11 novembre 2009, n. 19 (Codice regionale
dell'edilizia):
a) nuova costruzione, nel caso in cui la superficie netta totale sia
superiore a 50 metri quadrati;
b) ampliamento, nel caso in cui il volume a temperatura controllata
della nuova porzione di costruzione risulti superiore al 20 per cento
rispetto a quello esistente e, comunque, nei casi in cui la superficie
netta dell'ampliamento sia superiore a 50 metri quadrati;
c) ristrutturazione edilizia;
La certificazione VEA entra in vigore dal 31 ottobre 2011 con
un'applicazione graduale rispetto alle indicazioni della Legge Regionale
23/2005:
applicazione, per gli interventi di cui all’articolo 1 bis lettere a), b) e c)
della legge regionale 23/2005 e limitatamente alle destinazioni d’uso
direzionale e residenziale , alle nuove domande di rilascio del titolo
abilitativo edilizio presentate a partire dal 31 ottobre 2011;
Certificazione VEA
2. La certificazione VEA è un sistema di procedure univoche e
normalizzate che utilizza le modalità e gli strumenti di valutazione di
cui all'articolo 6, riferendosi sia al progetto dell'edificio, sia all'edificio
realizzato.
Come viene esplicitato il punteggio della Certificazione
VEA?
Il punteggio finale della Certificazione VEA è indicato
da:
- una lettera che rappresenta la classe energetica,
calcolata secondo la metodologia di calcolo nazionale e
attraverso i software accreditati dal CTI, che va da G
(consumo energetico elevato) ad A+ (basso consumo
energetico);
- un numero con una cifra decimale dopo la virgola, che
rappresenta le prestazioni energetico ambientali
dell'edificio e che va da -1 (prestazione peggiore) a +5
(prestazione migliore). Il numero è ottenuto attraverso
la pesatura dei punteggi delle singole schede del
Protocollo VEA.
A 3,5
LA DIAGNOSI
ENERGETICA
Tipologie di valutazione
La diagnosi energetica ha lo scopo di far conoscere all’utente, che
desidera effettuare interventi di riqualificazione energetica:
•
lo stato dell’insieme edificio - impianto;
•
gli eventuali elementi “malati”, sui quali intervenire:
•
il risparmio energetico ottenibile, rispetto alla situazione di
partenza, al fine di effettuare le verifiche dell’efficacia sotto il profili
dei costi dell’intervento.
Per diagnosi energetica si intende dunque una procedura
sistematica volta a fornire una adeguata conoscenza dei
fabbisogni energetici e la individuazione e quantificazione delle
opportunità di miglioramento della prestazione energetica sotto il
profilo costi - benefici.
La diagnosi energetica
dà un valore aggiunto ai proprietari di patrimoni edilizi:
fornisce loro indicazioni su come destinare in modo più opportuno
e redditizio eventuali risorse disponibili
è un supporto di grande importanza nella redazione di tutte le
tipologie contrattuali che si basano su prestazioni energetiche
(finanziamento tramite terzi, linee di credito agevolate, contratti
gestione calore con garanzia dei risultati ecc.)
consente ai proprietari e agli energy manager di raggiungere
una conoscenza dei consumi energetici degli edifici che risulta
essenziale per individuare le modalità di intervento possibili e
quelle più efficienti.
Norma UNI CEI EN 16247
UNI CEI EN 16247-1:2012 Diagnosi energetiche – Parte 1: requisiti
generali
UNI CEI EN 16247-2:2014 Diagnosi energetiche – Parte 2: Edifici
UNI CEI EN 16247-3:2014 Diagnosi energetiche – Parte 3: Processi
UNI CEI EN 16247-4:2014 Diagnosi energetiche – Parte 4: Trasporto
prEN 16247-5 Energy audits – Part 5: Qualification of Energy Auditors
pubblicazione, prevista per la primavera 2015
Norma UNI CEI EN 16247:5
La futura UNI CEI EN 16247-5 “Auditor
energetici” declina competenze e
capacità che i REDE «REsponsabili
delle Diagnosi Energetiche» devono
avere.
E’ importante sottolineare che REDE e
EGE sono due figure ben distinte, così
come è distinto da questi il “certificatore”
delle prestazioni energetiche degli
edifici, per cui è evidente l’esigenza di
avere norme di riferimento diverse.
Solo con la pubblicazione del testo
finale della EN 16247-5 sarà possibile
definire
uno
schema
certificativo
appropriato riconosciuto da ACCREDIA.
Norma UNI CEI/TR 11428
La norma UNI CEI/TR 11428 “Gestione dell’energia - Diagnosi
energetiche - Requisiti generali del servizio di diagnosi energetica” è
stata pubblicata a ottobre 2011 sotto forma di Rapporto Tecnico.
Per tale norma scopo della diagnosi energetica è il raggiungimento
di una conoscenza approfondita del reale comportamento (e del
consumo) energetico di un sistema che usa e consuma energia al
fine di individuare le più efficaci modifiche a tale comportamento
per:
• migliorare l’efficienza energetica;
• ridurre i costi della bolletta energetica;
• migliorare la sostenibilità ambientale nella scelta e nell‘utilizzo delle
fonti energetiche;
• riqualificare, ove necessario, il sistema energetico.
Norma UNI CEI/TR 11428
La norma UNI CEI/TR 11428 definisce i requisiti e una metodologia
comune per l‘esecuzione delle diagnosi energetiche nel settore
terziario, industriale, residenziale e nelle organizzazioni pubbliche.
La diagnosi energetica deve essere
la diagnosi deve interessare tutto il sistema energetico
concordato con il committente
i dati relativi ai consumi devono essere reali e di qualità
deve essere possibile ricostruire il percorso logico e
tecnico seguito dal responsabile della diagnosi
al termine della diagnosi il committente deve poter
verificare che le misure proposte e adottate portino
effettivamente a dei miglioramenti di efficienza
energetica in linea con quanto preventivato
gli interventi proposti a chiusura della diagnosi devono
essere valutati anche sotto il profilo costi/benefici al
fine di essere realmente utili per il committente
Raccolta dati storici e di aggiustamento
Per ogni utilizzo del quale sono disponibili dati storici di
consumo energetico (contatori Gas, POD energia elettrica,
sub-contatori energia elettrica), vengono raccolti i dati
relativi a un periodo sufficientemente lungo (2/3 anni), in
modo da ottenere indici di prestazione energetici e dati
storici sufficientemente affidabili, modelli energetici statistici
e relativi drivers.
Accanto ai dati energetici ricavati dai misuratori di energia,
devono essere raccolte informazioni relative ai fattori di
aggiustamento routinari che determinano i consumi
energetici e per quelli non routinari.
Raccolta dati storici e di aggiustamento
Al contorno dei dati energetici e dei fattori di
aggiustamento si devono aggiungere i profili di utilizzo:
la caratterizzazione degli orari di funzionamento, le
abitudini degli utilizzatori, le modalità generali e
particolari d’utilizzo del sistema.
Per ogni categoria di dato raccolto è richiesto di
rendicontare le modalità seguite e specificare l’origine
dei dati, fornendo i riscontri necessari ad una
successiva rielaborazione o validazione di parte terza.
Accanto alle informazioni di carattere energetico è
necessario raccogliere le informazioni di carattere
economico, ovvero le strutture dei costi dei vettori
energetici.
Correlazione tramite modello
Correlazione statistica
Ci sono degli strumenti e delle tecniche statistiche che
forniscono importanti indicazioni su come si possa
correlare un determinato consumo energetico ad uno o più
drivers.
Tali tecniche statistiche consentono di costruire modelli
energetici detti “Black box” costituiti da relazioni
matematiche, che nulla hanno a che vedere con i principi
fisici che stanno alla base del comportamento energetico
del sistema: sono modelli che legano una o più variabili
indipendenti in ingresso (i drivers) con una variabile
dipendente, il fabbisogno energetico.
Correlazione statistica
Una volta ottenuto il modello Black box esso può essere
utilizzato per prevedere quanta energia consumerà il
sistema descritto al verificarsi di un determinato valore del
driver (o quanto avrebbe consumato, se il sistema fosse
stato modificato a seguito di un intervento di efficienza) e
anche per costruire, grazie a calcoli ingegneristici, un
nuovo modello che descriva il comportamento del sistema
dopo una determinata azione di efficienza.
Ad esempio, se abbiamo costruito un modello che descrive la risposta
di un chiller raffreddato ad acqua, al variare dell’energia frigorifera
richiesta dall’impianto e della temperatura di ritorno, potremo trovare la
risposta che avrebbe un chiller con efficienza diversa.
Misurazioni e monitoraggi
“non puoi migliorare ciò
che non misuri”
ma è ancor più vero che
se non sai cosa misurare e come interpretare
le misure che prendi,
butti via tempo e denaro, se ti va bene,
altrimenti fai gravi danni.
Analisi del rischio
Si immagini che per un determinato intervento,
dall’ipotetico costo di 100.000 euro, venga fornita la stima
di risparmio pari a 50.000 euro annui.
Il payback quindi è di due anni, il Van è a posto, l’Irr (tasso
interno di rendimento) molto buono.
Ma siamo sicuri di procedere con l’investimento?
Assolutamente no!
Manca infatti un parametro fondamentale: l’analisi del
rischio; analisi che deve tenere conto di diversi possibili
scenari di evoluzione dei costi energetici ma, ancor prima e
più importante, della precisione della stima.
Analisi del rischio
Se la previsione fosse stata presentata come segue:
“Risparmio = 50.000 euro ± 10 % al livello di confidenza del
60%”
avrebbe significato che c’è un rischio del 40% che il risparmio
non rientri nell’intervallo 45-55.000 euro. L’investimento è
ancora così allettante?
Ciò non significa che lo si debba definitivamente scartare ma
solo che è necessario passare ad una fase di diagnosi più
approfondita, per lo specifico intervento, acquisendo maggiori
dati in modo da poter fare la previsione di risparmio (50k€ ±
5k€) con la precisione del 95% (ossia con il rischio del 5% che
sia sbagliata).
Tutt’altra musica non è vero?
POSSIBILI INTERVENTI
NEI CONDOMINI
I consumi di energia nel settore residenziale
Nel nostro paese i consumi energetici del Settore Civile
(che comprende il settore residenziale e quello terziario)
ammontano a circa un terzo del totale.
Circa il 75% delle abitazioni risalgono a un epoca in cui
non vi era alcun tipo di norma prescrittiva in ambito di
rendimento energetico dell’edilizia.
La diagnosi energetica è un’attività tecnica la quale, tramite
l’analisi dei consumi energetici, individua una serie di
interventi i quali, attuati, concorrono:
• alla riqualificazione di impianti e strutture edilizie.
• alla minimizzazione degli esborsi per acquisto di fonti
energetiche
Il costo energetico è dato, a parte gli oneri fissi, da:
Ei = quantità delle varie fonti energetiche ritirate
Ci = costo medio delle varie fonti energetiche
Le direttrici logiche lungo cui è diretta l’analisi sono due:
1) Minimizzare l’energia ritirata
2) Agire sul prezzo unitario dell’energia, individuando le
migliori condizioni di fornitura
Alcuni approcci al risparmio …
Per esempio pulizia dei corpi illuminanti,
manutenzione della caldaia,….
Ottimizzazione dei contratti di fornitura energetica
COERENZA DEGLI INTERVENTI
• L’applicazione di un cappotto esterno,
riduce sensibilmente le dispersioni, ma ...
• Un intervento coerente prevede di
affiancare all’applicazione del cappotto
l’installazione di un sistema di regolazione
dell’impianto termico, quindi:
• - installazione di un cappotto esterno;
e
• - installazione di valvole
termostatiche.
81
COERENZA DEGLI INTERVENTI
• La riduzione della domanda di energia dovuta al
migliore isolamento delle strutture normalmente
richiede una potenza inferiore dell’attuale
generatore.
• Un intervento coerente quindi prevedrebbe :
• - l’adeguamento della potenza termica del
generatore.
82
COERENZA DEGLI INTERVENTI
• Con la sostituzione di vecchi serramenti non a tenuta
d’aria, con nuovi serramenti posati in modo corretto,
potremmo ottenere un’aumento della concentrazione
dell’umidità sulle altre strutture non adeguate.
• Per un intervento coerente:
•
- con la sostituzione di serramenti ad altre
prestazioni;
• - prevedere un aumento della ventilazione
manuale;
• - meglio ancora prevedere installazione di un
impianto di ventilazione meccanica controllata
con recupero di calore.
83
COERENZA DEGLI INTERVENTI
• La sostituzione di un generatore di calore
richiede un’attenta verifica della potenza termica
necessaria.
• I vecchi generatori spesso non venivano
dimensionati sulla base di un calcolo analitico e
talvolta risultavano sovradimensionati.
• Senza contare che le successive eventuali
sostituzioni avvenivano con generatori ancora
più potenti.
• Quindi un sovradimensionamento a catena,
portando a potenze pari almeno al doppio e
conseguente peggioramento dei rendimenti.
84
COERENZA DEGLI INTERVENTI
• Intervento di sostituzione di un generatore di calore
tradizionale con generatori a condensazione, ma
senza la sostituzione dei radiatori o la modifica del
sistema di emissione.
• Per un intervento coerente sarebbe utile:
- l’installazione di pompe a portata variabile;
- e installazione di valvole termostatiche sui
radiatori.
• Oppure utilizzare radiatori a bassa temperatura
Solo così si riesce a mantenere il più possibile
bassa la temperatura dell’acqua di ritorno per
sfruttare le caratteristiche dei generatori a
condensazione.
85
CONSIGLI E VALUTAZIONI VARIE
• Non si devono trascurare altre possibili indicazioni
come:
Piccoli interventi di miglioria dell’efficienza come
gestione climatica, sonde, cronotermostati, termostati
proporzionali ed integrali, pannelli riflettenti sul retro dei
radiatori…..
86
• Sostituzione di scaldacqua elettrico con scaldacqua a
metano a camera stagna e accensione piezoelettrica
• Installazione di caldaia unifamiliare a 4 stelle di efficienza
alimentata a gas naturale e di potenza termica nominale
non superiore a 35 kW
• Sostituzione di scaldacqua a gas, a camera aperta e
fiamma pilota con scaldacqua a gas, a camera stagna e
accensione piezoelettrica
• Isolamento delle pareti e delle coperture
• Impiego di impianti fotovoltaici di potenza elettrica
inferiore a 20 kW
• Installazione di collettori solari per la produzione di acqua
calda sanitaria
• Installazione di pompe di calore elettriche ad aria esterna
in luogo di caldaie in edifici residenziali di nuova
costruzione o ristrutturati
• Installazione di condizionatori ad aria esterna ad alta
efficienza con potenza frigorifera inferiore a 12 kWf
• Isolamento termico delle pareti e delle coperture per il
raffrescamento estivo in ambito domestico e terziario
• Applicazione nel settore civile di piccoli sistemi di
cogenerazione per la climatizzazione invernale ed estiva
degli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria
• Installazione di sistemi centralizzati per la climatizzazione
invernale e/o estiva di edifici ad uso civile
La scheda è applicabile a due tipologie di intervento relative a soli sistemi idronici
che producano energia termica e frigorifera esclusivamente per utente civili:
a)
l’installazione di nuovi generatori di calore/freddo, accompagnata o meno da
sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore, nell’ambito di edifici
di nuova costruzione o di edifici esistenti;
b)
la sola installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del
calore zona per zona nell’ambito di edifici esistenti.
• Installazione di pompa di calore elettrica per produzione
di acqua calda sanitaria in impianti nuovi ed esistenti
• Nuova installazione di impianto di riscaldamento
unifamiliare alimentato a biomassa legnosa di potenza
35 kW termici.
• Installazione di sistema di automazione e controllo del
riscaldamento negli edifici residenziali (Building
Automation and Control System, BACS) secondo la
norma UNI EN 15232
…UN PO’ DI CONFRONTI
TRA ISOLANTI
ESTATE - INVERNO
PMDI = Polydiphenylmethanediisocyanate
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Comunemente noto come “cappotto”
consiste nell’applicazione, sull’intera
superficie esterna verticale dell’edificio, di
pannelli isolanti che vengono poi coperti da
uno spessore sottile, protettivo, di finitura
realizzato con particolari intonaci.
Sistema “a cappotto”
102
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
E’ un sistema che non va sottovalutato,
troppo spesso si ascolta la classica frase:
“Ma ho sempre fatto così!”.
Installare sistemi certificati - ETICS
ETICS è l’abbreviazione comunemente utilizzata a livello
internazionale per External Thermal Insulation Composite
System.
L’autorità competente europea, l’EOTA (European Organization for Technical Approval) ha ricevuto dalla
Commissione Europea il compito di redigere le linee guida per l’approvazione tecnica dei sistemi ETICS a livello
europeo: così è nata la Linea Guida Tecnica ETAG 004 (European Technical Approval Guideline), per sistemi
ETICS su supporti in muratura e calcestruzzo.
103
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Secondo la ETAG 004 le parti costitutive di un ETICS sono:
Malta di incollaggio e rasatura;
Materiale isolante;
Tassello;
Rete di armatura (in fibra di vetro o nylon);
Rivestimento a spessore con adeguata preparazione del supporto;
Accessori come ad es. reti angolari, profili di partenza e raccordo,
profili per giunti di dilatazione, profili per zoccolatura.
Secondo ETAG 004 il detentore del sistema:
è responsabile della funzionalità dell’ETICS;
deve definire tutti i componenti del proprio sistema.
104
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Il tassello
Le categorie di applicazione sono riportate all’interno
dell’ETA del tassello e sulla testa del tassello stesso
Se il supporto non rientra tra quelli classificati ETA
vanno eseguite prove di tenuta allo strappo in cantiere
105
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
La posa a cordolo perimetrale e punti
La posa a tutta superficie
106
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Schema a T per EPS e altri isolanti
particolarmente sensibili alle variazioni
igrotermiche
Schema a W per isolanti fibrosi, quali lana
di roccia o di vetro
107
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
108
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
L’importanza della cura dei particolari: es. pannello d’angolo,
rinforzi con rete degli angoli.
109
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
•Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
L’importanza della cura dei particolari
110
111
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
L’importanza della cura dei particolari
112
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Curare l’attacco di eventuali scuretti;
Valutare il fissaggio degli impianti esterni.
113
LE STR<UTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
114
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
115
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Gli errori e le cose da non
fare
Fessure, giunti non complanari
possono peggiorare anche del 1520% la prestazione globale
116
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Gli errori e le cose da non fare
117
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Gli errori e le cose da non fare
118
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Gli errori e le cose da non fare
119
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Gli errori e le cose da non fare
120
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
L’importanza di una posa corretta, altrimenti ….
Immagini tratte da EJOT s.a.s. Di EJOT Tecnolgie di fissaggio S.r.l
121
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Misure antincendio
122
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Misure antincendio
123
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Misure antincendio
124
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Misure antincendio
125
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Misure antincendio
126
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Misure antincendio
127
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’esterno – sistema “a cappotto”
Misure acustiche
128
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
•Isolamento dall’esterno – facciata ventilata
La facciata ventilata sfrutta la ventilazione di
una camera d’aria creata fra l’isolante ed il
rivestimento esterno.
Quest’ultimo può essere costituito da
elementi di varia natura: lapidei, terrecotte,
metallici, plastici, conglomerati cementizi
fibrorinforzati, ceramici.
Le pareti ventilate sono progettate e
realizzate per dar luogo, nell’intercapedine,
ad un flusso d’aria ascendente azionato
dalla prevalenza naturale dovuta alla
differenza di temperatura fra l’aria presente
nell’intercapedine e quella presente in
ingresso della stessa, detto “effetto camino”.
Sistema ventilato
129
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
•Isolamento delle intercapedini
Il sistema di isolamento termo-acustico in
Intercapedine, conosciuto col nome di “muro
a cassetta, consta di due pareti dello stesso
o di diverso materiale, di differenti
dimensioni, separate da una camera d’aria
continua.
E’ possibile isolare l’intercapedine della
muratura attraverso l’insufflaggio di
materiale isolante.
Occorre prestare attenzione affinché i
materiali utilizzati garantiscano una buona
areazione ed evitino la formazione della
condensa tra l’isolante e la struttura muraria.
Insuflaggio materiale isolante
130
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento delle intercapedini
Si possono utilizzare isolanti a base di roccia
vulcanica silicatica perlite, che ha la capacità di
espandere il proprio volume fino a 20 volte rispetto
a quello originale.
L’ espansione avviene a temperature comprese tra
850 e 1000°C ed è legata alla presenza di acqua
rimasta chiusa nella roccia.
La roccia si espande per la vaporizzazione
dell’acqua: in questo processo si generano delle
cavità all’interno dei granuli che le conferiscono
ottime proprietà termo-isolanti e un’eccezionale
leggerezza.
Insuflaggio, il materiale isolante
131
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento delle intercapedini
Altro materiale utilizzabile è la fibra di
cellulosa al 92,5%, miscelata con
acidoborico e borpentaidratofosfato di
ammonio.
Insuflaggio materiale isolante
132
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
•Isolamento dall’interno
L’isolamento dall’interno è la soluzione per
mantenere le facciate a vista. Le principali
tipologie di isolamento interno sono:
•il cappotto interno;
•la controparete su struttura metallica;
•la controparete accoppiata.
Quest’ultima è costituita da lastre di cartongesso
incollate sullo strato isolante.
E’ largamente usata nelle ristrutturazioni dei
locali: a fronte di una piccola riduzione di spazio
abitativo si ha un notevole aumento di comfort
termico e acustico, con una spesa ridotta e con
una assoluta facilità di messa in opera.
Isolamento dall’interno
133
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’interno
L’isolamento dall’interno è però una soluzione
molto delicata in relazione alla gestione della
condensa interstiziale.
Si dovrà fare molta cura nella scelta dei teli e
nella collocazione di barriere al vapore o freni a
vapore.
UNI EN ISO 13788:2003
Isolamento dall’interno
134
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
•Isolamento dall’interno – Cappotto interno
Il cappotto interno deve essere
posato con la stessa cura del
cappotto esterno.
In commercio esistono alcuni
pannelli che attraverso
l’accoppiamento di strati diversi,
aiutano il controllo della formazione
della condensa.
135
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’interno - Controparete
Controparete in pannelli di argilla e riempimento
in sughero.
136
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento dall’interno - Controparete
Controparete in pannelli fibrosi e pannelli in
cartongesso.
137
LE STRUTTURE OPACHE
•Isolamento delle coperture – isolamento dell’ultimo solaio
Questa è una soluzione per tutti i tipi di ultimo
solaio. E’ un rivestimento in estradosso di solaio
su spazi aperti, realizzato con feltri isolanti termoacustici appoggiati sulla soletta dove la
pedonabilità non è richiesta o è limitata ai soli fini
manutentivi.
138
LE STRUTTURE OPACHE
•Isolamento delle coperture – isolamento dell’ultimo solaio
I problemi dei feltri:
Garanzia delle prestazioni nel tempo
139
LE STRUTTURE OPACHE VERTICALI
Isolamento delle coperture – isolamento dell’ultimo solaio
E’ utilizzabile anche la fibra di cellulosa al 92,5%, miscelata con acidoborico e
borpentaidratofosfato di ammonio.
140
LE STRUTTURE OPACHE
•Isolamento delle coperture a falde – sistema ventilato - isolamento all’estradosso
Caratterizzato da un’intercapedine d’aria al di
sotto del manto di tegole, dove si crea una
corrente d’aria continua che favorisce lo
smaltimento di quantità eccessive di vapore
acqueo.
La ventilazione è attivata attraverso la
realizzazione di due aperture sottotegola, una in
gronda e una al colmo.
Le condizioni ideali per la ventilazione di una
copertura inclinata sono l’inclinazione della falda
di 30 e uno spessore dello strato d’aria di 8-10
cm.
Schema di una copertura ventilata
141
LE STRUTTURE OPACHE
•Isolamento delle coperture a falde – sistema ventilato
142
I TELI
E’ entrata in vigore la norma UNI 11470-2013:
“Coperture discontinue – Schermi e membrane
traspiranti sintetiche – Definizione, campo di
applicazione e posa in opera”
• La prima classificazione – la traspirabilità –
considera il valore Sd con il quale si indica la
proprietà di trasmissione del vapore acqueo.
•
•
I risultati portano alla definizione di 4 classi :
membrane altamente traspiranti Sd < 0,1 m
membrane traspiranti 0,1 m < Sd < 0,3 m
manti freno al vapore 2 m < Sd < 20 m
La barriera al vapore e gli errori
teli barriera al vapore Sd > 100 m
Il valore Sd in metri è pari al
valore µ per lo spessore del materiale
143
I TELI
•Teli igrovariabili, con prestazioni diverse a secondo delle condizioni ambientali.
144
I TELI
145
LE STRUTTURE OPACHE
•Isolamento delle coperture a falde – isolante nell’intercapedine
146
LE STRUTTURE OPACHE
Isolamento dei tetti piani o solai di sottotetto – intradosso con isolante
Per isolare un tetto piano o un solaio di sottotetto è
possibile apporre uno strato di isolante all’intradosso
del solaio, nascondendo l’operazione con un
controsoffitto da realizzare in materiale leggero come
il cartongesso.
E’ possibile utilizzare il vano tecnico che si viene a
creare come vano per il passaggio di cavi e per una
illuminazione con faretti.
E’ importante fare attenzione a mantenere l’altezza
utile nel vano oggetto di riqualificazione.
147
LE STRUTTURE OPACHE
Isolamento dei solai di sottotetto – intradosso con isolante
Esempio di posa in opera di un controsoffitto e isolante in feltri di lino
148
LE STRUTTURE OPACHE
•Isolamento dei pavimenti – intradosso con isolante
149
I PONTI TERMICI
150
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Sostituzione del serramento
E’ possibile sostituire i serramenti poco prestanti
con serramenti la cui trasmittanza, media di telaio
e vetro, risulti tale da essere a norma di legge o
magari ancora più prestante, ottimizzando gli
apporti gratuiti invernali ed impedendo
dispersioni per trasmissione e ventilazione.
151
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Aggiunta di un serramento esterno
Una soluzione per altro molto utilizzata un tempo,
consiste nell’aggiungere al serramento esistente
un serramento a filo esterno della muratura.
La trasmittanza verrà calcolata sommando le
resistenze dei due strati vetrati e della camera
d’aria interposta.
Attenzione alla possibilità che si formi la
condensa…
152
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Sostituzione del solo vetro
La sostituzione del solo vetro è fattibile quando lo
spessore del nuovo vetro da inserire corrisponde
con quello precedente e l’infisso è ancora in
buone condizioni e con prestazioni energetiche
discrete.
Inoltre in caso di telai in legno il calcolo della
trasmittanza globale, telaio e vetro, è facilitata.
153
LE STRUTTURE TRASPARENTI
Telaio in legno
I serramenti in legno hanno notevoli capacità isolanti,
tuttavia necessitano di manutenzione costante per
poter essere protetti dal vento e dalla pioggia.
Telaio in legno http://www.kneer-suedfenster.de
154
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Telaio in legno e sughero
155
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Telaio in alluminio taglio termico
Le finestre con profilati in alluminio possiedono
una elevata resistenza alle intemperie, una
durata elevata e richiedono poca manutenzione.
Per contro il materiale ha un’elevata conducibilità
termica per cui onde evitare ponti termici e la
formazione di condensa si utilizzano telai
composti da differenti profilati tra i quali è
interposta una membrana isolante.
Questa tipologia di serramento è detta a taglio
termico.
Taglio termico
156
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Telaio in alluminio - legno
Le caratteristiche legate al legno e all’alluminio
hanno portato alla realizzazione di finestre
combinate.
Questi serramenti sono composti da due telai
fissati l’uno all’altro; il legno posto all’interno degli
ambienti svolge la funzione di elemento estetico
anche se con buone caratteristiche termoisolanti,
mentre quello esterno ha funzioni portanti e
ottime caratteristiche di resistenza alle intemperie.
Telaio in legno - alluminio
157
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Telaio in alluminio - legno
Il mercato propone vari abbinamenti di legno-alluminio.
158
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Telaio in alluminio - PVC
Le normative per gli incentivi fiscali e la richiesta di
elementi costruttivi sempre più performanti ha spinto il
mercato a produrre serramenti anche in PVC.
Telai in PVC
159
LE STRUTTURE TRASPARENTI
160
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Vetri basso – emissivi
Sono così denominate le lastre di vetro per l'edilizia
che presentano una faccia trattata (in genere
depositi di metalli e/o ossidi di metalli) per ottenere
una riflessione, verso l'interno dell'ambiente del
calore irraggiato dagli elementi riscaldanti.
In commercio esistono molti tipi di vetri basso
emissivi diversi tra loro per il processo tecnologico di
produzione, per le caratteristiche fisico-tecniche ed
energetiche. Vengono impiegati per contenere al
minimo le dispersioni termiche dovute alla differenza
di temperatura fra interno ed esterno.
Schema di funzionamento di un
vetrocamera bassoemissivo
161
LE STRUTTURE TRASPARENTI
162
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Vetri selettivi
Lastra di vetro ricotto chiaro resa riflettente e
bassoemissiva mediante deposito di più strati di
ossidi metallici e metalli ottenuto per
polverizzazione catodica sotto vuoto spinto in
campo elettromagnetico di elevate densità.
Sono vetri che servono a ottimizzare la
climatizzazione degli edifici.
163
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Isolamento del cassonetto
I cassonetti sono solitamente dei ponti termici
non corretti e tralasciati.
Una delle soluzioni per evitare inutili
dispersioni e che porta notevoli benefici
consiste nella posa di un isolamento all’interno
del cassonetto.
Isolamento del cassonetto
164
LE STRUTTURE TRASPARENTI
Schermature
•DPR 59/09
165
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Schermature
Soluzioni di schermatura, imposte dalla
normativa, permettono il controllo delle
radiazioni solari in periodo estivo, aiutando il
bilancio energetico di climatizzazione estiva.
166
LE STRUTTURE TRASPARENTI
•Schermature
Dotato di lamelle regolabili, il frangisole esterno offre un'ottima protezione dal sole,
possono essere orientate a piacimento, consentendo di regolare l’apporto solare
passivo in estate ed inverno.
167
GLI IMPIANTI
Impianti tecnologici
Gli impianti per la climatizzazione invernale ed
estiva degli edifici devono essere progettati e
realizzati per assicurare e mantenere:
il benessere termoigrometrico;
la qualità dell’aria;
con i seguenti vincoli;
minimo consumo di energia;
minimo impatto ambientale;
minor costo economico.
174
GLI IMPIANTI
Impianti tecnologici
Il risparmio legato agli impianti per la climatizzazione
invernale ed estiva degli edifici può essere ottenuta
attraverso:
uso ed ottimizzazione delle migliori tecnologie esistenti;
regolazione intelligente;
caldaie a condensazione;
pompe di calore;
co o tri -generazione;
uso di tecnologie per il controllo della qualità dell’aria
ventilazione meccanica controllata;
minimo impatto ambientale;
minor costo economico.
175
GLI IMPIANTI
Impianti tecnologici
introduzione delle fonti rinnovabili di energia
per
produzione acqua calda sanitaria;
riscaldamento;
raffrescamento.
176
PICCOLI INTERVENTI
• Norma UNI TS 11300 parte 2
Prospetto 20
177
GLI IMPIANTI - REGOLAZIONE
Le valvole termostatiche
Le valvole termostatiche consentono di regolare
la temperatura di ogni singolo ambiente per
sfruttare anche gli apporti gratuiti di energia,
quelli dovuti, ad esempio, alla presenza di molte
persone nei locali, ai raggi del sole che filtrano
attraverso le finestre, agli elettrodomestici.
Valvola termostatica
178
GLI IMPIANTI - REGOLAZIONE
Le valvole termostatiche
Il risparmio di energia indotto dall'uso delle valvole
termostatiche può arrivare fino al 20%. Proprio per
questa ragione, salvo poche eccezioni, ne è fatta
obbligatoria l'installazione negli edifici di nuova
costruzione e nelle ristrutturazioni.
Nei modelli più recenti di radiatori, la valvola è già
predisposta per ricevere una "testa" termostatica. In
questo caso l'installazione è più semplice e costa circa
40 euro per ogni radiatore. Se invece è necessario
sostituire l'intera valvola, il costo si aggira sui 50/80 euro,
mano d'opera compresa. I tempi di ritorno risultano molto
brevi: una stagione invernale o circa due nel caso di
installazione più onerose (ad esempio valvole
termostatiche con programmazione elettronica
settimanale).
179
GLI IMPIANTI - REGOLAZIONE
Le valvole termostatiche
In ciascun radiatore, in sostituzione della valvola manuale,
è possibile installare valvole termostatiche che regolino
automaticamente l'afflusso di acqua calda in base alla
temperatura scelta ed impostata su una apposita manopola
graduata.
La valvola si chiude mano a mano che la temperatura
ambiente, misurata da un sensore, si avvicina a quella
desiderata, consentendo di "deviare"il restante flusso di
acqua calda verso gli altri radiatori ancora aperti.
Le versioni più recenti sono a controllo digitale e di tipo
wireless.
Valvola termostatica WiFi
180
PICCOLI INTERVENTI
Diminuire le perdite al mantello, inserendo i generatori
in centrali termiche o in locali coibentati.
Generatore installato in idonea centrale termica
70% perdite non recuperabili
30% è recuperato sotto forma di riscaldamento dell’aria
comburente.
181
CAMBIO DI COMBUSTIBILE
•
Una buona soluzione con la
sostituzione del generatore e per un
risparmio economico, è prevedere il
cambio di tipologia di combustibile.
Tipico esempio il passaggio da gasolio
a gas metano.
•Ma attenzione alla:
effettiva presenza della rete del gas
metano;
valutazione dei costi della bonifica
del serbatoio del combustibile non
più necessario.
182
GLI IMPIANTI
Caldaia a condensazione
Le caldaie tradizionali utilizzano solo una
parte dell'energia del combustibile, il
cosiddetto potere calorifico inferiore; il
resto viene disperso dal camino sotto
forma di vapore acqueo.
La tecnologia a condensazione, al
contrario, restituisce l'energia inutilizzata:
raffredda il vapore acqueo trasformandolo
in acqua e, nel corso di questo processo
denominato "condensazione", recupera
calore: il calore di condensazione.
Rendimento di una caldaia a
condensazione
183
GLI IMPIANTI
Caldaia a condensazione
La temperatura dei fumi è tipicamente 50-60°C, contro 120-180°C per una
caldaia standard.
184
GLI IMPIANTI
Caldaia a condensazione
La caldaia a condensazione condensa solo se
la si fa funzionare con temperature di ritorno (e
mandata) basse !
Necessità di terminali a bassa temperatura
Altrimenti funziona come una normale caldaia
standard!
Rendimento di una caldaia a
condensazione
185
GLI IMPIANTI
Pompa di calore
La pompa di calore è una macchina in
grado di trasferire calore da un fluido a
temperatura più bassa ad un altro a
temperatura più alta.
La pompa di calore deve il suo nome al
fatto che essa provvede a trasportare
del calore da un livello inferiore a un
livello superiore di temperatura,
invertendo il flusso naturale del calore
che in natura, come noto, fluisce da un
livello (temperatura) più alto ad uno più
basso.
Schema della pompa di calore
186
GLI IMPIANTI
Pompa di calore
187
GLI IMPIANTI
Pompa di calore geotermiche - terra - acqua
188
GLI IMPIANTI
Pompa di calore geotermiche - terra - acqua
Circuito chiuso con scambiatori
orizzontali. Qualche limite nella
temperatura.
189
GLI IMPIANTI
Pompa di calore geotermiche - acqua - acqua
Circuito chiuso o aperto. Con
emungimento diretto nella falda
o attraverso uno scambiatore
intermedio immerso.
190
GLI IMPIANTI
Pompa di calore aria- aria
Sono le macchine con il più basso coefficiente
di prestazione (COP) ma con il minor costo di
installazione ed il minor impatto progettuale.
Trovano migliore applicazione in climi non
particolarmente rigidi, né particolarmente
caldi.
Le installazioni più recenti sono connesse
All’autoproduzione di energia elettrica
attraverso un impianto fotovoltaico.
191
GLI IMPIANTI
Impianto di poligenerazione
192
GLI IMPIANTI
Impianti a bassa temperatura
Gli impianti di riscaldamento basati sui pannelli
radianti a parete e a pavimento forniscono un
medesimo comfort interno a bassi consumi
d'energia. L'irraggiamento del calore proviene dal
pavimento o dalle pareti. Il calore si propaga
pertanto soprattutto entro i due metri di altezza,
ovvero laddove serve. In questo modo la caldaia
potrà lavorare ad un minore impiego di energia per
garantire lo stesso livello di comfort. Il riscaldamento
dell'ambiente interno è uniforme grazie
all'irraggiamento dal basso richiedendo una
temperatura dell'acqua nell'impianto di soli 30-40°
rispetto ai 70-80° necessari in un tradizionale
impianto di riscaldamento.
193
GLI IMPIANTI
Strisce/pannelli radianti a soffitto
Il sistema di distribuzione del calore è
dato da circuiti di tubi percorsi da fluido
caldo disposti sul soffitto (strisce radianti
ad ampia estensione).
Pannelli radianti a soffitto
194
GLI IMPIANTI
Pannelli radianti a pavimento
Sistemi di distribuzione calore sono dati da
circuiti di tubi percorsi da fluido caldo che
possono essere allocati nel pavimento.
Inoltre si deve avere cura alla corretta
distribuzione dei circuiti scaldanti e all’isolamento
del pavimento lateralmente e sul fondo, prima di
stendere il massetto.
Attenzione alla tipologia della pavimentazione.
Sistema radiante a pavimento
195
GLI IMPIANTI
Pannelli radianti a parete
Sistemi di distribuzione calore sono dati da
circuiti di tubi percorsi da fluido caldo allocati
all’interno di placche metalliche (o di altro
materiale) disposte su una o più pareti.
Pannelli radianti a parete
Radiatore
Pannello radiante a parete
196
VENTILAZIONE MECCANICA
La ventilazione naturale degli edifici normalmente si
attua sfruttando le aperture dell’involucro edilizio:
finestre o aperture su tetto, sfruttando l’effetto camino,
le differenze di temperatura e pressione,
l’irraggiamento solare differenziato, la presenza di
camini, atri aspiranti o torri di ventilazione.
La ventilazione consente di controllare i parametri
relativi alla temperatura dell’aria, dell’umidità relativa e
la concentrazione di inquinanti,
197
VENTILAZIONE MECCANICA
•La ventilazione meccanica controllata a doppio flusso
con recupero di calore, è una delle tre tipologie. Con
questo sistema è possibile recuperare l’aria espulsa
mediante uno scambiatore di calore e grazie a questa scelta,
l’abitazione può raggiungere il più alto livello di classe
energetica.
•La ventilazione meccanica controllata a semplice flusso
igroregolabile è il secondo sistema che permette un
particolare adattamento dell’impianto in base alle reali
necessità dell’abitazione e al suo tasso di umidità,
permettendo di mantenere un’ottima qualità dell’aria.
•Infine la ventilazione meccanica controllata a semplice
flusso autoregolabile permette di garantire la ventilazione
costante degli ambienti secondo un processo di aspirazione
e re immissione dell’aria negli ambienti.
198
VENTILAZIONE MECCANICA
199
FONTI RINNOVABILI PER L’EDILIZIA
200
FONTI RINNOVABILI PER L’EDILIZIA
201
GLI IMPIANTI
•Impianti solari fotovoltaici
La tecnologia fotovoltaica consente di trasformare
direttamente in energia elettrica l'energia associata
alla radiazione solare. Essa sfrutta il cosiddetto
effetto fotovoltaico, basato sulle proprietà di alcuni
materiali semiconduttori (fra cui il silicio) che,
opportunamente trattati ed interfacciati, sono in
grado di generare elettricità una volta colpiti dalla
radiazione solare.
Il dispositivo più elementare capace di operare una
conversione dell'energia solare è la cella
fotovoltaica, in grado di produrre una potenza di
circa 1,5 Watt in condizioni standard. Vale a dire
quando essa si trova ad una temperatura di 25°C ed
è sottoposta ad una potenza della radiazione pari a
1.000 W/m².
Impianto solare fotovoltaico
202
GLI IMPIANTI
•Impianti solari termici
Un impianto solare termico è un sistema in grado
di trasformare l’energia irradiata dal sole in
energia termica, ossia calore, che può essere
utilizzato negli usi quotidiani, quali ad esempio il
riscaldamento dell’acqua calda sanitaria (ACS) o
il riscaldamento degli ambienti.
Può essere anche utilizzato per riscaldare
l'acqua delle piscine esterne nei mesi estivi e
delle piscine coperte nell’arco dell’anno solare.
All'interno del collettore solare circola un fluido
che, riscaldato dal sole, passa in uno
scambiatore di calore e cede calore all'acqua di
un circuito secondario, che viene accumulata in
un serbatoio (boiler).
203
GLI IMPIANTI
Impianto solare non vetrato per piscine
204
GLI IMPIANTI
205
GLI IMPIANTI
Il combustibile pellet
La norma EN 14961:2 introduce tre classi di qualità:
Classe A1, qualità più elevata con un contenuto di ceneri massimo dello 0,7%
Classe A2, caratterizzata da un contenuto di ceneri pari a 1,5%
Classe B, caratterizzata da un contenuto di ceneri massimo pari a 3,5%
206
LE VERIFICHE DEL
DPR 59/2009
CASISTICA DEGLI INTERVENTI
Livelli d’applicazione:
LE CATEGORIE DEGLI EDIFICI IN BASE ALL’UTENZA
COME FINANZIARE GLI
INTERVENTI
LE DETRAZIONI FISCALI
Le detrazioni fiscali per la ristrutturazione
• Detrazione Irpef del 50% delle spese sostenute fino al
31 dicembre 2015, con un limite massimo di 96.000
euro per ciascuna unità immobiliare
• MANUTENZIONE ORDINARIA per le parti comuni. La
detrazione spetta ad ogni condomino in base alla quota
millesimale.
• MANUTENZIONE STRAORDINARIA, RESTAURO E
RISANAMENTO CONSERVATIVO,
RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA effettuati sulle singole
unità immobiliari residenziali
Le detrazioni fiscali per la riqualificazione
energetica
• Fino al 31 dicembre 2015, detrazione fiscale del 65%
per gli interventi di riqualificazione energetica degli
edifici .
• Sia per interventi sulle parti comuni degli edifici
condominiali che per quelli che riguardano tutte le unità
immobiliari di cui si compone il singolo condominio .
Le detrazioni fiscali per la riqualificazione
energetica
I CERTIFICATI BIANCHI
LE E.S.CO
ENERGY SERVICE COMPANY
D.Lgs. 115/2008
definisce una Energy Service Company
“Persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici
ovvero altre misure di miglioramento dell'efficienza
energetica nelle installazioni o nei locali dell'utente e ciò
facendo, accetta un certo margine di rischio finanziario.
Il pagamento dei servizi forniti si basa, totalmente o
parzialmente, sul miglioramento dell'efficienza energetica
conseguito e sul raggiungimento di altri criteri di
rendimento stabiliti”.
“Persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero
altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica….”
I servizi forniti da una ESCO comprendono:
• Studi di fattibilità e diagnosi energetiche degli edifici e degli impianti
• Progettazione esecutiva dei vari interventi di ottimizzazione
energetica
• Realizzazione di interventi sull’involucro degli edifici, sugli impianti e
installazione di fonti rinnovabili
• Individuazione e attivazione delle modalità previste dalla legge per la
valorizzazione dell’efficienza energetica (Certificati Verdi, Certificati
Bianchi, Conto Energia, …)
«Persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre
misure di miglioramento dell'efficienza energetica nelle installazioni o
nei locali dell'utente e ciò facendo, accetta un certo margine di
rischio finanziario….»
• A differenza di aziende che realizzano semplicemente interventi
chiavi in mano, la ESCO condivide con il cliente rischi e
vantaggi associati alle tipologie di intervento proposto.
• In molti casi anzi, grazie all’utilizzo del Finanziamento Tramite
Terzi, è la stessa ESCO a farsi carico totalmente del margine di
incertezza associato agli investimenti in efficienza energetica,
sollevando il cliente finale da ogni responsabilità.
FORME CONTRATTUALI
Contratti di fornitura energia
Si possono distinguere due forme basilari di contrattualistica:
• I
Contratti di Fornitura di Energia (Energy Supply
Contracting), chiamati anche, nelle forme più evolute,
“servizio
calore”3
o
“servizio
energia”:
riguardano
principalmente la Conduzione e la Manutenzione (O&M) di un
impianto di generazione di energia da parte di un Contraente
che lo gestisce a suo completo rischio, sulla base di un
contratto di medio-lungo termine.
Contratti di fornitura energia
Gli aspetti prestazionali del contratto riguardano:
• la riqualificazione degli impianti,
• la gestione degli impianti ,
• l’approvvigionamento del combustibile,
• la vendita finale di “energia utile”.
La remunerazione del servizio consiste nel
pagamento, da parte del Cliente, dell’energia
utile fornita all’edificio o alle singole unità
immobiliari, misurata con dei contabilizzatori di
calore, detti in gergo “conta-calorie” .
Il campo di applicazione include sia gli edifici
esistenti sia quelli nuovi di ogni genere.
4
Contratti di prestazione
energetica
• I Contratti di Prestazione Energetica (Energy Performance
Contracting EPC), detti anche contratti per il risparmio
energetico: affrontano la riqualificazione di sistemi edificioimpianti e la conseguente gestione da parte di un Contraente
nella forma di una cooperazione basata sul partenariato.
La finalità è di conseguire un risultato migliorativo garantito in
termini di risparmio energetico, risparmio economico,
valorizzazione patrimoniale dell’immobile.
La principale differenza con i contratti di fornitura è il
finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica
con i risparmi energetici futuri ottenuti e garantiti in termini
contrattuali.
Gli aspetti prestazionali del contratto riguardano il
finanziamento, la riqualificazione dei sistemi edificio-impianti e
la loro gestione.
CONTRATTI DI
FORNITURA ENERGIA
Contratto a Grado Giorno
Contratti di fornitura energia
Ci sono diversi tipi di contratto di fornitura energia:
• Contratto a Grado Giorno
Per Gradi Giorno si intende la somma, estesa a tutto il periodo di riscaldamento,
della differenza tra la temperatura di consegna degli ambienti, convenzionalmente
fissata a 20°C, e la temperatura media giornaliera dell’aria esterna.
I Gradi Giorno sono rilevati quotidianamente dagli osservatori meteorologici e
pubblicati alla fine della stagione di riscaldamento.
Con questo contratto, il costo del riscaldamento tiene conto
della variabilità stagionale, aumentando o diminuendo in
funzione della stagione più o meno rigida.
La manutenzione ordinaria e gli obblighi sulla sicurezza sono a
carico della Società che fornisce il servizio, mentre tutte le spese
di manutenzione straordinaria, quali guasti, sostituzioni,
adeguamenti normativi, sono in genere a carico del Cliente.
Contratto Calore
Contratti di fornitura energia
• Contratto Calore
Con questa formula contrattuale, sviluppatasi con l’entrata
in vigore della legge 10/1991, il Cliente paga
esclusivamente il calore erogato alla rete di
distribuzione
dello
stabile
misurato
con
un
contabilizzatore posto a valle del generatore di calore.
Come nei contratti a “Gradi Giorno” è interesse delle Società
che offrono questo contratto mantenere in efficienza il
generatore di calore, in modo da minimizzare il consumo di
combustibile e quindi offrire sconti sul costo del
calore
erogato.
La conduzione, la manutenzione ordinaria dell’impianto termico
e gli obblighi sulla sicurezza sono a carico della Società
fornitrice, mentre le spese di manutenzione straordinaria, quali
guasti, sostituzioni, adeguamenti normativi, sono in genere a
carico del Cliente.
Contratto Servizio Energia
Contratti di fornitura energia
• Contratto Servizio Energia
Disciplinato dal D.Lgs. n. 115/2008, allegato 2, è l’evoluzione del
contratto di “servizio calore”. Esso tuttavia non contiene nessun
impegno vincolante da parte del Contraente a ridurre i consumi
se non l’interesse a mantenere in buona efficienza il
generatore di calore.
Unico elemento interessante contenuto tra i requisiti è “la presenza
di un attestato di certificazione energetica dell’edificio” … con
… “l’espressa indicazione degli interventi da effettuare per
ridurre i consumi, migliorare la qualità energetica dell'immobile e
degli impianti o per introdurre l'uso delle fonti rinnovabili di energia,
valutati singolarmente in termini di costi e di benefici connessi,
anche con riferimento ai possibili passaggi di classe dell'edificio nel
sistema di certificazione energetica vigente”.
Contratto Servizio Energia Plus
Contratti di fornitura energia
• Contratto Servizio Energia Plus
Disciplinato dal D.Lgs. n. 115/2008, prevede come prestazione
aggiuntiva, rispetto al contratto di “Servizio Energia”, “la riduzione
dell'indice di energia primaria per la climatizzazione invernale di
almeno il 10% rispetto al corrispondente indice riportato
sull'attestato di certificazione” … e da redigersi con le modalità
previste dal “Servizio Energia”, quindi a carico del cliente …
“attraverso la realizzazione degli interventi strutturali di riqualificazione
energetica degli impianti o dell'involucro edilizio indicati nell'attestato di
cui sopra e finalizzati al miglioramento del processo di trasformazione
e di utilizzo dell'energia”.
Contratto Servizio Energia Plus
Contratti di fornitura energia
• L’indice di energia primaria per la climatizzazione invernale”
riportato sull’attestato di certificazione non è il “Consumo Reale”
dell’edificio, ma il suo “Fabbisogno”, ossia la quantità di energia
necessaria a mantenere la temperatura interna di un edificio o di un
appartamento alla “temperatura di consegna”, tipicamente 20°C,
indipendentemente dall’occupazione dei locali e dal reale regime di
funzionamento degli impianti.
• È dunque conveniente porre attenzione ai valori riportati negli
Attestati di prestazione energetica (APE) e alla corrispondenza
fra fabbisogno e consumo
Contratti di fornitura energia
Problematiche
• Questi contratti “fondono” insieme:
• la fornitura del combustibile,
• la gestione degli immobili
• l’eventuale riqualificazione energetica.
• La maggior parte delle Società che offrono questa tipologia di contratto,
sono in grado di approvvigionarsi di combustibile a prezzi favorevoli e
non necessariamente conosciuti ai Clienti finali.
• È complesso per i Clienti conoscere i consumi reali degli edifici e i
prezzi praticati.
• Ne consegue che i Clienti che stipulano tali contratti avranno difficoltà
a valutare se eventuali riduzioni nei costi di riscaldamento siano
dovute all’efficacia degli interventi di riqualificazione, a un’effettiva
buona gestione degli impianti o a uno sconto sul combustibile
fornito. Il risultato sarà comunque positivo, ma questo aspetto può
suggerire di mantenere distinte tali voci considerando offerte
separate per conseguire i massimi benefici.
CONTRATTI DI PRESTAZIONE
ENERGETICA
«EPC»
Contratti di prestazione energetica
I Contratti di Prestazione Energetica EPC, detti anche Contratti per il
risparmio energetico, comportano:
• il finanziamento,
• la riqualificazione dei sistemi edificioimpianti,
• la loro gestione.
Di solito i contratti di prestazione includono la formazione degli utenti in
termini di campagne di sensibilizzazione.
• Caratteristica principale del Contratto di Prestazione Energetica è il
recupero degli investimenti effettuati per ridurre i consumi
attraverso i risparmi conseguiti e in cui i pagamenti a fronte di
detti investimenti sono proporzionali al livello di risparmio
raggiunto.
• Il combustibile viene acquistato separatamente dal Cliente oppure
dallo stesso Contraente, ma con separazione contabile e
remunerazione disgiunta.
Contratti di prestazione energetica
Le prestazioni rese dal Contraente comprendono:
• la progettazione degli interventi,
• la realizzazione delle opere di riqualificazione energetica edile
e impiantistica,
• la loro conduzione e la manutenzione (Operation &
Maintenance – O&M).
• di solito anche l’attuazione di programmi di formazione e di
modifica comportamentale degli utenti.
Contratti di prestazione energetica
La principale caratteristica di un Contratto di
prestazione è che il
Contraente è obbligato, in forza al contratto, ad assumersi il rischio
della costruzione e della gestione delle opere a valenza energetica e
nello stesso tempo gli viene riconosciuta la possibilità di ottenere il
proprio profitto se il miglioramento previsto in termini di efficienza
energetica è effettivamente raggiunto.
Contratti di prestazione energetica
La remunerazione per i servizi resi consiste in un Canone che è
determinato in funzione dei risparmi ottenuti, per cui se il risparmio
non raggiunge il livello garantito, il contratto prevede che il Canone
venga ridotto della quota parte di sforamento del livello garantito
contrattualmente.
Per contro, nel caso il risparmio superi il livello garantito
contrattualmente, i maggiori benefici economici sono ripartiti in forma
prestabilita tra il Cliente e il Contraente.
Contratti di prestazione energetica
Nel caso molto frequente in cui un’Amministrazione Pubblica o un
privato non abbia le risorse finanziarie necessarie a sostenere gli
investimenti per la riqualificazione energetica dei propri edifici e
impianti è possibile ricorrere al cosiddetto Finanziamento Tramite
Terzi (FTT) o “Third Party Financing – TPF”.
La Direttiva 2006/32/CE, all’art. 3 lettera k) definisce il Finanziamento
Tramite Terzi come “accordo contrattuale che comprende un terzo,
oltre al fornitore di energia e al beneficiario della misura di
miglioramento dell'efficienza energetica, che fornisce i capitali per tale
misura e addebita al beneficiario un canone pari a una parte del
risparmio energetico conseguito avvalendosi della misura stessa. Il
terzo può essere o no una ESCO”.
Contratti di prestazione energetica
Questo terzo può essere
• un Istituto finanziario che mette a disposizione le risorse per realizzare
gli investimenti di risparmio energetico,
• la stessa ESCO,
• più frequentemente, una parte del finanziamento viene fornito da un
Istituto finanziario (debito) e una parte viene allocata dalla ESCO
(equity).
Le ESCO anticipano così gli investimenti richiesti dall’intervento e
traggono profitto dall’effettivo risparmio ottenuto, mantenendo in
genere la gestione degli edifici e degli impianti e diventando l’unico
soggetto responsabile verso il Cliente finale, occupandosi di tutte le fasi in
cui si compone lo schema FTT:
Contratti di prestazione energetica
• diagnosi energetica e fattibilità economica e finanziaria;
• progettazione degli interventi di riqualificazione energetica;
• copertura finanziaria;
• realizzazione degli interventi;
• conduzione e manutenzione degli edifici e degli impianti.
In questo modo, il rischio a totale carico della ESCO riguarda sia
l’aspetto finanziario relativo all’investimento, sia il mancato
raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico.
Le ESCO anticipano gli investimenti richiesti dall’intervento e traggono
profitto dall’effettivo risparmio ottenuto. La gestione dell’impianto assume
un ruolo determinante e viene svolta dalla ESCO (salvo alcuni gradi di
controllo lasciati talvolta al committente e regolati contrattualmente), che ha
l’interesse a curarla al meglio.
Contratti di prestazione energetica
I vantaggi per il Cliente sono molteplici:
• non è richiesto alcun investimento di mezzi propri;
• può usufruire di tecnologie innovative che le consentono di ottenere
vantaggi economici mediante l’incremento dell’efficienza energetica;
• alla fine del contratto, tutti i risparmi sono del Cliente;
• In caso di Amministrazione pubblica non deve iscrivere a bilancio il
debito per gli investimenti realizzati dalla ESCO, in quanto non sono
violati i parametri imposti dal “Patto di stabilità” .
TIPOLOGIE DI CONTRATTI
DI PRESTAZIONE ENERGETICA
Tipologie di contratto
Contratti di prestazione energetica
• Per prima cosa è opportuno che i Clienti valutino l’opportunità
di commissionare delle diagnosi energetiche a Società o
professionisti indipendenti su tutto il proprio patrimonio
edilizio, anche per raggruppare diversi edifici e/o interventi.
Tipologie di contratto
Contratti di prestazione energetica
I contratti di prestazione energetica possono essere suddivisi,
fondamentalmente, in differenti categorie a seconda
dell’attribuzione del risparmio energetico e della durata
contrattuale.
Le più comuni tipologie di contratto sono:
• - il Contratto a Cessione Globale Limitata;
• - il Contratto a Risparmio Condiviso.
contratto a Cessione Globale Limitata rappresenta la formula
Tipologie di contratto
Contratti di prestazione energetica
Chiamato anche “First Out” nella dizione anglosassone, il
più semplice, utilizzabile soprattutto in tutte quelle situazioni in
cui gli interventi di riqualificazione energetica sono limitati, o
basati sulle singole misure
Questa tipologia contrattuale prevede che il Cliente destinatario
degli interventi riconosca alla ESCO la totalità dei risparmi
per un numero limitato di anni stabilito contrattualmente (di
solito non si superano i 5- 7 anni).
Tipologie di contratto
Contratti di prestazione energetica
il Risparmio Garantito coincide con il canone che il Cliente
corrisponderà per tutta la durata del contratto comprensivo dei
costi di O&M e dell’utile della ESCO.
Qualora gli impianti realizzati non offrano le prestazioni
previste e non abbiano ripagato il costo del progetto nei termini
preventivati, la perdita è a carico della ESCO.
Viceversa, in caso di Over-performance, ovvero se la ESCO
risparmia di più di quanto pattuito, i risparmi economici vengono
suddivisi in base a quote da prestabilire contrattualmente.
Tipologie di contratto
Contratti di prestazione energetica
• Il
rischio d'impresa assunto dalla ESCO è costituito
dall'impegno a cedere al Cliente tutto il risparmio che verrà
conseguito dopo la scadenza stabilita nel
contratto, a
prescindere dal fatto che siano avvenuti o meno il rimborso e
la remunerazione previsti.
• La ESCO conserva la proprietà degli impianti installati fino
alla scadenza del contratto; trascorso tale termine la proprietà
è trasferita al cliente
Tipologie di contratto
Contratti di prestazione energetica
• Con il Contratto a Risparmio Condiviso o Shared Saving il
Cliente partecipa fin dall’inizio ai benefici economici indotti
dagli interventi di risparmio energetico effettuati dalla ESCO.
• La ripartizione dei ricavi corrispondenti al risparmio
energetico è espressa da una coppia di percentuali che
insieme ammontano a cento: ad esempio una ripartizione al
90/10 implica che la ESCO riceve il 90% della quota di
risparmio e il Cliente il 10%.
Tale frazione percentuale di risparmio può essere
costante per tutto il periodo del contratto oppure può
essere soggetta a variazioni.
Tipologie di contratto
Contratti di prestazione energetica
• I Contratti con Risparmio Condiviso hanno una durata
superiore ai contratti di “First Out” in quanto alla ESCO
occorre più tempo per recuperare gli investimenti.
• La ESCO conserva la proprietà degli impianti realizzati fino
alla scadenza del contratto.
• Anche in questo caso tutti i rischi connessi al recupero del
capitale investito sono a carico della ESCO.
• Con questa formula contrattuale, anche il Cliente è
incentivato a concorrere alla riduzione degli sprechi,
massimizzando così i benefici economici indotti.
Tipologie di contratto
Contratti di prestazione energetica
• Ambedue le formule contrattuali impongono
tuttavia, che ad ogni fine stagione vengano
verificati puntualmente i risparmi ottenuti e
di
conseguenza
venga
determinato
l’ammontare del Canone e vengano ripartiti gli
eventuali
maggiori
risparmi
economici
secondo le quote pattuite.
LA CONTABILIZZAZIONE
DEL CALORE
La contabilizzazione
5. Per favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la
contabilizzazione dei consumi individuali e
la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi di ciascun centro
di consumo individuale:
a) omissis
b) nei condomini e negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte
di riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di
teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che
alimenta una pluralità di edifici, è obbligatoria l’installazione entro
il 31 dicembre 2016 da parte delle imprese di fornitura del servizio di
contatori individuali per misurare l’effettivo consumo di calore o di
raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità immobiliare,
nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in termini di
costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali.
Consumo volontario ed involontario
Il consumo volontario è soggetto alla libera azione degli
utenti (dispositivi di termoregolazione)
Il consumo involontario, legato alle dispersioni della rete di
distribuzione, non dipende dalla volontà degli utenti bensì
da come è stato dimensionato l’impianto.
E’ inoltre importante sottolineare che ciò che si ripartisce è
l’energia in uscita dal generatore ed immessa nella rete di
distribuzione (al netto dunque delle perdite di generazione
e dell’eventuale contributo di fonti rinnovabili, che incidono
solo sul costo dell’energia).
Quota a consumo e quota fissa
Corrispondentemente alle due componenti del consumo si
definiscono due componenti di spesa:
• la quota a consumo, da ripartire in base ai prelievi delle
singole utenze (misurati attraverso i dispositivi di
contabilizzazione),
• la quota fissa (comprendente le dispersioni e le spese
gestionali), da ripartire in base alla potenziale capacità di
consumare (millesimi di fabbisogno).
Diagnosi energetica
La diagnosi energetica dell’edificio è il presupposto per l’esecuzione di qualsiasi opera di
risparmio energetico, la prima delle quali consiste sempre, al fine di predisporre l’edificio
a ricevere ulteriori opere, nell’installazione di dispositivi di termoregolazione e
contabilizzazione.
Il calcolo delle prestazioni energetiche dell’edificio è inoltre rilevante ai fini della
ripartizione delle spese in quanto da esso si traggono i dati necessari per il calcolo dei
millesimi (valutazione standard) e la formulazione dei prospetti previsionale ed a
consuntivo (valutazione adattata all’utenza).
Progetto
degli
impianti
di
termoregolazione e contabilizzazione
L’impianto di termoregolazione e contabilizzazione costituisce parte integrante
dell’impianto di climatizzazione invernale (Legge 10/91, art. 26, comma 6) e, come tale,
deve essere adeguatamente progettato, ad opera di un tecnico competente ed abilitato.
ARES
Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile
Arch. Angela Sanchini
Responsabile tecnico
www.aresfvg.it
[email protected]
Tel. 0427.709326 0432.555159