DIARIO
VENERDÌ 11 GENNAIO 2008
DI REPUBBLICA
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SCIENTOLOGY E GLI ALTRI GRUPPI: PERCHÉ PROSPERANO
Egbert van Heemskerk il
vecchio: “Riunione di quaccheri”
(XVIII secolo)
GABRIELE ROMAGNOLI
om Cruise? Quello
che ha fatto il top
gun e le missioni
impossibili, ha sposato Nicole Kidman
e l’unica volta che
ha indossato i panni del predicatore (Magnolia) sembrava un
pazzo? Possibile che uno così
sia al vertice di una setta (Scientology)? E, ancor più, che migliaia di persone si dedichino,
ciononostante, a questo culto?
La risposta è: ovviamente sì. A
rendere ovvia l’affermazione è,
alla lettera, lo spirito dei tempi.
Si sono modificate la natura e la
ragione sociale della setta, la
formazione del guru e la motivazione dell’adepto. In principio era la religione. Oggi è politica, economia, ma soprattutto
spettacolo. Da organizzazione
segreta anche la setta è diventata non soltanto un movimento
alla luce del sole, ma bisognoso
T
SETTE
di visibilità, dotato perfino di
strategie mediatiche. Una volta
le attività di questi gruppi erano
clandestine, ora i raeliani, per
fare un esempio, indicono conferenze stampa a scadenze ravvicinate per annunciare progetti ogni volta più avventurosi (loro il primo, mai mostrato al
mondo, esperimento di clonazione umana). Il proselitismo si
attua andando in prima pagina.
E se un attore può diventare governatore o addirittura presidente degli Stati Uniti, perché
non anche leader spirituale? Il
Dietro il fascino dell’esoterico
vimenti. Che da questi funerali
ci si trasferisca al gioioso battesimo di qualche devozione dall’oggetto vago e misterioso è
una conseguenza che la storia
ha reso scontata. Chiusa l’esperienza del ‘77, uno dei fondatori di Lotta Continua, Mauro Rostagno, parte, come molti dei
suoi compagni non schiantati
dalla droga, per l’India. Conosce Osho (seconda incarnazione sulla Terra di un guru già finito nei guai per corruzione e
abuso di minorenni) e si converte. Tornato in Italia fonda
una comunità (Saman) e muore
ammazzato in circostanze ancora da chiarire. Che poi anche
Lotta Continua avesse una vaga
passo era breve e necessario. Gli
eventi lo annunciavano: in fondo anche Rael era stato una piccola celebrità (prima dell’illuminazione era un giornalista televisivo, esperto di automobilismo). E il mitico Do, quella che
indusse altre 38 persone in California a vestirsi di nero, ingoiare pillole e partire per il vascello
stellare nascosto dietro la cometa Hale Bopp era noto, quando si chiamava Marshall Applewhite, come cantante di musical.
Continuare a pensare alle sette come carboneria delle anime
è superato, vale tutt’al più per
qualche satanismo di provincia. Il resto sono strutture politico-economiche. E la loro forma ha influenzato quelle dei più
moderni e originali casi di partito e azienda nonché, inevitabilmente, di partito-azienda.
È arrivato il momento di sbarazzarsi di alcuni luoghi comuni. Il primo è che le sette prosperino sulla crisi delle religioni. Non ci sono mai stati tanti
adepti a culti e le fedi tradizionali non sono mai state tanto
forti come ora. Non è morto
Dio, sono morti i profeti delle
idee, di quelle terrene, sociali.
Riposano in pace le ideologie,
agonizzano i partiti, vengono
concepiti ma poi abortiti i mo-
A PITTI IMMAGINE UOMO - FIRENZE - FORTEZZA DA BASSO - 9/12 GENNAIO 2008
Il caso di Tom
Cruise che sarebbe
ai vertici della
“chiesa” fondata
da Hubbard
connotazione settaria e qualche morte da spiegare è una delle tante connessioni poco accidentali tra situazioni solo apparentemente distanti.
Nel vuoto delle ideologie
cambiano le motivazioni che
spingono a diventare adepto o
guru. Sgombriamo laicamente
il campo dalle ipotesi dell’illuminazione o della chiamata e
accettiamo piuttosto l’idea dello smarrimento dei fini. Analizzando le biografie dei suicidi
della Setta del Sole, che negli anni Novanta si diedero fuoco in
tempi diversi in Svizzera, Canada e Francia, si scoprono percorsi umani di ogni genere. C’è
chi ha aderito alla setta dopo un
trauma e chi al culmine di una
vita che, altro luogo comune,
definiamo felice. Chi l’ha fatto
sbucando dalla solitudine e chi
tenendo per mano moglie e figli
fino al momento finale del fuo-
SILLABARIO
SETTE
co “purificatore”. Quasi tutti
erano persone di successo: dirigenti d’azienda, professionisti
affermati, un notissimo musicista. Mancava soltanto un attore
(ma in fondo ogni guru lo è). Il
minimo denominatore comune era la mancanza di uno scopo. Esistenza fallita o esistenza
riuscita, pari sono: che fare, dopo? La soluzione più semplice è
mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro che sembri
avere le risposte.
Diventare adepto o diventare
guru sono due percorsi inversi
e, necessariamente, speculari.
Il guru, depurato degli intenti
spirituali, va alla ricerca di potere e denaro. L’adepto se ne spoglia. Uno s’inebria del piacere di
manipolare, l’altro trova
conforto (e lo scambia per grazia) nell’essere, finalmente,
manovrato senza più dover soffrire nel processo decisionale e
MAX WEBER
na “setta” nel senso sociologico non è una
“piccola” comunità religiosa, né una comunità scissa da qualche altra comunità e
perciò da essa “non riconosciuta” o perseguitata o
considerata eretica: i Battisti, una delle tipiche
“sette” in senso sociologico, costituiscono una delle maggiori denominazioni protestanti della terra.
La setta è invece una comunità che nel suo senso e
nella sua essenza deve necessariamente rinunciare all’universalità, e fondarsi necessariamente su
una stipulazione del tutto libera dei suoi membri.
Essa deve far ciò perché è una formazione aristocratica, cioè un’unione di persone pienamente
qualificate in senso religioso, e vuole essere soltanto ciò e non già, come una chiesa, un’istituzione di grazia che emana la sua luce sui giusti e sugli
ingiusti, e che vuol soprattutto sottomettere proprio i peccatori alla disciplina del comando divino.
U
F R E E
M O B I L I T Y
nella galera dei successivi rimorsi o rimpianti. Uno accumula beni, l’altro se ne libera
con francescana gioia e beata
ingenuità. Il patto è stretto, la
militanza dovuta, il ritorno sui
propri passi precluso. Dalle sette, come dall’islam, non è ammessa conversione o resipiscenza. Non occorrono leggi
per impedirlo. È una conseguenza delle azioni. Un dentista scampato per caso all’automassacro della Setta del Sole
raccontava di essersi accorto,
una sera d’estate, che le apparizioni ultraterrene evocate dal
suo guru davanti ai seguaci
estasiati erano in realtà ologrammi sapientemente proiettati. A quel punto non aveva fatto le valigie e se n’era tornato a
casa semplicemente perché,
spiegò: “Era troppo tardi”. La
casa era stata venduta, i rapporti familiari troncati. Si era tagliato i ponti alle spalle per devolversi a una diapositiva. Non l’aveva forse saputo fin dall’inizio?
Non è questo che cercava?
Dietro il paravento della ricerca di sé si nasconde il desiderio di punirsi per l’incapacità di
accettare la propria vita. Dietro
la volontà di ascesa, quella di
autodistruzione. Sennò perché
continuare la commedia? Perché non riprendere quella della
vita quotidiana, dei mille impegni che sanciscono la resa alla
ricerca di un Senso che non c’è?
“Troppo tardi”. Troppo tardi
per tornare a occuparsi di sé,
della famiglia o della società,
quando si è arrivati a dialogare
con gli “eloim”, dalle loro astronavi che aspettano di atterrare
davanti al tempio (appena raccolti i soldi per costruirlo).
Quando l’immenso caos ha trovato un ordine, senza neppure
la complessità delle trinità e
delle reincarnazioni.
Il rischio che sia davvero troppo tardi si concretizza quando
la vita (o la sessualità) del guru
sfioriscono. Venute meno le sue
aspettative, se la setta non è ormai così estesa da non poter essere estinta, sorge la tentazione
di farla finire con sé. Jo Di Mambro (anima nera della Setta del
Sole) si era ammalato di cancro
Spesso gestite
come un partitoazienda, mescolano
religione, politica
ed economia
quando decretò giunto il momento di salire in massa sul carro di fuoco. Il mitico Do ebbe l’idea di una strage nel sonno, nei
lettini a castello, dopo essersi
fatto castrare.
A differenza delle religioni
tradizionali i culti di questo genere possono finire. Resta l’idea
di fondo, che non è l’oggetto
della fede, ma la struttura dell’organizzazione: un leader che
dà la linea, seguaci a testa bassa
che eseguono, tutti che si vestono alla stessa maniera, ripetono
parole d’ordine, per lo più improbabili, ma che acquistano
credibilità ai loro occhi proprio
per la ripetizione ossessiva.
Chiudete gli occhi e, senza che
vi appaia il logo o lo stemma,
provate a pensare a qualche
convention aziendale di una
moderna industria, o anche solo ai suoi luoghi di lavoro, o a
una riunione ristretta, in località marittima, del gotha di un
partito-azienda e chiedetevi se
non ricordano una setta, ma
con l’oggetto sociale più determinato. Nel metodo, non nel
messaggio, è la modernità di
queste organizzazioni. Tom
Cruise non è un leader, è un testimonial. Ma lo spot, spesso, è
anche tutto quel che hanno da
venderci.
Repubblica Nazionale
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R2 DIARIO
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IL MEDIOEVO IV-XII SEC. D. C.
PURITANI E QUACCHERI XVI-XVII SEC.
I ROSACROCE XVII SEC.
Già nei primi secoli del Cristianesimo si
diffondono sette ereticali dissidenti rispetto
alla linea “ufficiale” della Chiesa. Tra le più
antiche: pelagiani, manichei, donatisti e
poi, a partire dall’XI secolo, catari e valdesi
Dopo l’“Atto di Supremazia” di Elisabetta I
(1559), i puritani inglesi sbarcano nel
Nuovo Mondo. Nel ’600 si diffonde la setta
dei quaccheri, fondata da George Fox,
che raggiunge la cifra di 60 mila convertiti
La Confraternita della Rosacroce nasce
nell’Europa del 1600, richiamandosi al
Cristianesimo delle origini e fa adepti in
tutto il mondo. Nel 1924, nasce in Olanda
l’associazione “Lectorium Rosicrucianum”
Le tappe
La presenza di movimenti marginali ma importanti nella storia del cristianesimo
SETTARI, ANZI ERETICI
COSÌ LA CHIESA LI BOLLAVA
GIOVANNI FILORAMO
LIBRI
CATERINA
BOSCHETTI
Il libro nero delle
sette in Italia
Newton
Compton 2007
EUGENIO
FIZZOTTI
(a cura di)
Sette e nuovi
movimenti
religiosi
Paoline Libri
2007
MAX WEBER
Economia e
società
Donzelli 2005
RODNEY
STARK,
MASSIMO
INTROVIGNE
Dio è tornato
Piemme 2003
CECILIA
GATTO
TROCCHI
I nuovi
movimenti
religiosi
Queriniana
2000
J. GORDON
MELTON
La Chiesa di
Scientology
Elledici 1998
MASSIMO
INTROVIGNE
Le sette
cristiane
Mondadori
1997
ENZO PACE
Le sette
Il Mulino 1997
RON
HUBBARD
Scientology
New Era 1986
JEAN
FRANCOIS
MAYER
Le sette
Effedieffe 1989
GIOVANNI
FILORAMO
I nuovi
movimenti
religiosi:
metamorfosi
del sacro
Laterza 1986
ERNST
TROELTSCH
Le dottrine
sociali delle
chiese e dei
gruppi cristiani
La Nuova Italia
1969
l termine “setta” getta le
sue radici nelle origini cristiane. In Atti 24, 5 Paolo è
accusato da rappresentanti delle autorità ebraiche
davanti al governatore romano Felice perché «fomenta
continue rivolte tra tutti i Giudei
che sono nel mondo ed è a capo
della setta dei Nazorei». “Setta”
traduce il greco hairesis, che all’epoca indicava una scuola,
un gruppo di seguaci di un determinato maestro o leader;
quanto alla vulgata, essa lo rende con il termine latino corrispondente secta. A partire dalla
metà del II secolo, in seguito alla
lotta contro gli gnostici, “eresia” si
carica di una valenza negativa, assumendo il significato tecnico di
movimento anticristiano, di origine diabolica, che rompe l’unità
della Chiesa. Anche il latino secta
segue questo destino negativo:
nella legislazione degli imperatori cristiani esso indica i seguaci di
un’eresia, in quanto tali passibili
delle condanne più dure.
Le due spiegazioni etimologiche di secta, lungi dal contraddirsi, si completano, rimandando ai
due aspetti principali della setta.
Essa indica sia coloro che hanno
“tagliato “ (dal latino seco) i ponti
con la chiesa madre sia il modo
più diffuso in cui questa rottura
avviene: per aver “seguito” (dal
latino sector, rafforzativo di sequor “seguo”) un leader carismatico portatore di un nuovo messaggio religioso di salvezza. La
rottura con la tradizione reca seco
quel (pre)giudizio negativo da
parte della maggioranza e delle
autorità della religione dominante che accompagna la storia del
termine, rivelando i meccanismi
sociali di rigetto dell’avversario o
dell’eretico attraverso il silenzio,
il disprezzo e la lotta contro gli
aspetti più significativi del gruppo che si distacca. Le stesse denominazioni sono opera degli avversari, che in modo derisorio
tendono a sottolineare un aspetto identificante in negativo il
gruppo da condannare. Tutto ciò
ha caricato il termine di una valenza negativa, rendendone delicato l’utilizzo da parte degli studiosi.
Un cordone ombelicale lega
dunque la setta alla Chiesa: senza
setta non si dà Chiesa, e viceversa.
Questo legame è stato ben visto
da Max Weber ed Ernst Troeltsch,
i sociologi che all’inizio del Novecento hanno messo in luce la
straordinaria importanza del fenomeno nella storia del cristianesimo. Per uscire dal circolo vizioso della definizione (negativa) di
tipo teologico, essi si sono concentrati sia sulle modalità di adesione, attirando come Weber l’attenzione sull’interazione tra la
nuova organizzazione religiosa e
il contesto socio-culturale, il
“mondo”, verso il quale la setta vive un grado di tensione più o meno alto a seconda della natura del
suo messaggio salvifico; sia sulle
caratteristiche che distinguono la
setta dalla Chiesa. Mentre la seconda è un’istituzione che comprende necessariamente giusti e
ingiusti («La Chiesa mescola in
qualche modo l’acqua del religioso e l’olio del sociale»), la setta è la
comunità di coloro che personalmente credono e sono rinati: si
nasce, di conseguenza, nella
I
Il pregiudizio
“Secta” indica sia coloro che hanno “tagliato” i ponti
con la Chiesa madre, sia coloro che hanno “seguito” un leader
carismatico, portatore di un nuovo messaggio di salvezza
GLI ALBIGESI
A destra, un
gruppo di
Thugs, la
setta indiana
di adoratori di
Kali; in alto, la
cacciata degli
Albigesi in
una miniatura
medievale
Chiesa, mentre l’ingresso nella
setta è frutto di una scelta individuale.
Troeltsch in particolare ha indagato la fortuna delle sette nella
storia del cristianesimo, sottolineandone alcuni caratteri distintivi: l’ispirazione comunitaria e
idealista, centrata sull’amore, sul
modello del Discorso della mon-
tagna; l’indifferenza radicale o
l’ostilità nei confronti dell’ordine
sociale; la tendenza a realizzare
l’ideale d’amore all’interno di
piccoli gruppi; il reclutamento
dei suoi membri tra gli emarginati sociali; il carattere storico di una
protesta laica contro la gerarchia
ecclesiastica. La storia delle sette
cristiane comincia per lui con il
montanismo nella seconda metà
del II secolo, continuando con il
donatismo, movimento che difese una particolare concezione di
Chiesa dei puri: l’archetipo di un
fenomeno destinato a ripetersi
continuamente, anche se questa esigenza di restaurare la forma primitiva e pura della comunità delle origini anche attraverso una rigida disciplina
morale non sempre si tradusse
in vere e proprie sette, ma talora, come nel monachesimo e
negli ordini religiosi, fu dialetticamente riassorbita dall’istituzione. Il basso medioevo conobbe un fiorire di movimenti
religiosi laicali, che talora, come
nel caso dei catari, dei valdesi o
degli hussiti, trasformati in eresie,
assunsero i tratti tipici delle sette.
Il mondo ortodosso, che non ha
conosciuto queste divisioni, si è
però ben presto dovuto confrontare con l’islam, che Giovanni Damasceno, considerandolo una
variante dell’arianesimo, inserì
come setta cristiana nel suo schema eresiografico, introducendo
un principio che verrà accettato
dal Concilio di Costantinopoli nel
787.
Con l’avvento della modernità
il panorama cambia. Con la Riforma, che segna il trionfo del principio settario, si inaugura una fase
nuova, in cui si assiste al moltiplicarsi di denominazioni che o tendono a trasformarsi in Chiese o
scompaiono. L’individualismo
religioso, infine, mette progressivamente in crisi il vincolo societario tipico delle sette, dando origine a una nuova forma, che Troeltsch propone di chiamare mistica
e che la letteratura sociologica
contemporanea ha in genere definito “culto”.
Forma sociologica tipica delle
minoranze che esprimono in
chiave religiosa un dissenso verso
la società dominante, la setta è un
fenomeno presente anche in altre
tradizioni religiose. Il giudaismo
del tempo di Gesù era caratterizzato da una molteplicità di “sette”, scuole e gruppi che si differenziavano nell’interpretazione
di aspetti significativi della Torah
AMISH
Un gruppo di
Amish,
fotografati
negli
anni
Cinquanta
Questa
comunità
rifiuta la
tecnologia
moderna in
qualsiasi
forma
fino a costituire, come i settari di
Qumran, una comunità separata.
L’islam, da gruppo minoritario,
definibile come una setta o un
gruppo religioso nuovo e perciò
deviante, in certa misura mal tollerato e marginale, anche per la
sua critica aspra ad altre credenze
allora presenti (si pensi alla polemica contro il politeismo), con lo
spostamento di Muhammad da
Mecca a Yatrib/Medina diventa
maggioranza, dunque legge e governo. Come insegna poi il caso
tragicamente attuale della divisione tra sunniti e sciiti, nell’islam
è stata importante la divergenza
di tipo politico, anche se in realtà
la sua storia conosce una pluralità
di tipi settari. Il buddismo delle
origini, infine, rappresenta anch’esso un movimento di separazione di tipo settario, anche se
non vi troviamo all’opera la contrapposizione fondamentale con
una Chiesa, quanto il principio
della compresenza di scuole filosofico-religiose diverse tipico
dell’induismo.
Voltaire
Ogni setta, di qualunque genere, è il centro
di raccolta del dubbio e dell’errore.
Scotisti, tomisti, realisti, nominalisti,
papisti non sono che nomi di guerra
Dizionario filosofico
1764
Alexis de Tocqueville
Negli Stati Uniti le sette cristiane variano
all’infinito, ma il cristianesimo in sé è
un fatto stabile che nessuno pensa
di attaccare o sente il bisogno di difendere
La democrazia in America
1835-’40
Repubblica Nazionale
@
VENERDÌ 11 GENNAIO 2008
PER SAPERNE DI PIÙ
www.scintology.org
www.astori.it/religione/Sette/dossier/settemovime
nti.html
I TESTIMONI DI GEOVA 1870
IL REVERENDO MOON 1954-1984
SCIENTOLOGY 1950-OGGI
Il movimento cristiano nasce nel 1870 in
Pennsylvania, fondato da Charles Taze
Russell, all’interno della tradizione
millenarista avventista. Il nome di Testimoni
di Geova verrà adottato solo nel 1931
Fondata nel 1954 in Corea, la setta
dell’Unificazione del reverendo Moon è
nota per i matrimoni di massa tra giovani
coreane date in sposa a uomini occidentali.
Negli anni ’80, la setta si afferma negli Usa
Nel 1950 lo scrittore di fantascienza Ron
Hubbard pubblica Dianetics. Nel ’54 fonda
a Los Angeles la prima chiesa di Scientolgy.
Oggi, secondo il biografo Andrew Morton,
Tom Cruise sarebbe il vice-capo della setta
■ 35
Cosa spinge un individuo a entrare in un gruppo nel quale rischia di cancellarsi
QUELLI CHE SOGNANO
LE PICCOLE CITTÀ DI DIO
FRANCO LA CECLA
difficile staccare
l’idea di settarismo, di setta, da un
giudizio di parte.
Sicuramente per
chiunque si creda
nell’ortodossia di una pratica
religiosa tutte le devianze sono
settarie. I catari, i valdesi erano
delle sette eretiche per la Chiesa di Roma. E non è che le cose
siano tanto cambiate oggi. È facile che l’attributo di setta colpisca tutti coloro che non accettano di rientrare nel grande
grembo di un’unica chiesa, sia
questa il Vaticano con i suoi
problemi nei confronti della
creatività africana o latinoamericana in questo campo,
sia l’islam nei confronti delle
pratiche estatiche dei sufi di
Zanzibar o della Siria. Insomma il giudizio di settarismo parte in genere da chi si pone per
principio fuori di esso.
I primi cristiani apparivano
una setta al mondo romano
multiculturale e sincretico della fine dell’Impero, quanto più
pretendevano di essere l’unica
religione possibile. Nei caratteri del settarismo oggi abbiamo
una serie di attributi psicologici che potrebbero essere ampliati a qualunque fede, comunitarismo, leader carismatici,
proselitismo, una buona dose
di segreto e una buona dose di
millenarismo. Ci si dice di stare
attenti alle sette che bussano
alle nostre porte. In parte è vero che la nostra epoca è percorsa da fremiti settari, da adesioni irrazionali a guru, a preti invasati, a guaritori e a santoni.
Siamo capaci di dare del settario a David Lynch perché fa meditazione con lo stesso guru che
affascinò i Beatles trent’anni
fa?
Sono settari i tantrici tibetani, è settaria la religione Fualong Gong, sono settari i tolleranti e sincretici ba’ahai, massacrati in maniera spietata oggi
in Iran (e nessuno ne parla)? Sono settari i zoroastriani dell’India, i parsi che sono al top del
potere economico nel subcon-
È
Gli autori
IL SILLABARIO di Max Weberè tratto da
Economia e società (Edizioni Di Comunità). Giovanni Filoramo insegna Storia
del Cristianesimo all’Università di Torino.
Franco La Cecla insegna Antropologia
culturale all’università IUAV di Venezia.
I Diari online
TUTTI i numeri del “Diario” di Repubblica sono consultabili sul sito www.repubblica.it, cliccando dalla homepage sul
menu Supplementi. Qui i lettori troveranno tutte le uscite con le pagine comprensive delle illustrazioni.
Un’epoca di guru
Le sette rispondono a un bisogno tradito dalle religioni maggiori,
dalle pratiche ortodosse. Che non hanno più la capacità
di offrire un rifugio comunitario e dei rituali coinvolgenti
MORMONI
A destra, una
famiglia
mormone in
una foto
d’epoca; la
chiesa
mormone fu
fondata da
Joseph Smith
negli Stati
Uniti, nella
prima metà
dell’Ottocento
tinente indiano? Non saprei. Se
essere settari significa essere
una minoranza endogamica,
allora gli ebrei lo sono sempre
stati.
Vediamo di essere più precisi. Oggi noi intendiamo per setta qualunque gruppo cancelli
l’individualità del singolo in
nome del bene della collettività, qualunque pratica che
espropri i membri che ne fanno
parte del controllo delle proprie azioni, qualunque comunità che predichi in maniera feroce e ossessiva la propria differenza e superiorità. Certo, tutti
ne abbiamo una qualche esperienza, dall’ossessività dei
Sokka Gakai che cercano di
convincerci che basta ripetere
Namionghiorenchekkiò per ottenere qualunque cosa desideriamo - e che è organizzata in
maniera quasi militare - alla
Scientology, frutto delle esperienze americane, dell’Oss (che
divenne poi la Cia) di lavaggio
collettivo del cervello. Ci ricor-
diamo che intere sette si sono
suicidate per seguire il loro leader, che spesso le sette hanno
un aspetto che sconfina nella
magia nera e nelle messe nere.
In Congo, in Camerun, ondate di stregoneria percorrono le
campagne e provocano accuse
incrociate, stermini di intere
famiglie, e spesso sono i bambini i primi che si autoaccusano di essere stregoni. È difficile
tracciare un confine. Lo sa bene il temuto vescovo Milingo
che è adorato in Africa perché
tutti sono convinti che lui davvero guarisce la gente. Ed è per
questo che la Chiesa di tanto in
tanto lo scomunica pur sapendo di mettere in pericolo la propria già fragile presenza nel
continente. Il problema è che le
sette, se vogliamo così chiamarle, rispondono a un bisogno tradito dalle religioni maggiori, dalle pratiche ortodosse.
Queste si sono allontanate dalla capacità di offrire un rifugio
comunitario, dei rituali coin-
Robert Hughes
In tutti i settori della vita politica
americana al di fuori di Washington,
il settarismo evangelico si rafforza
e continuerà a rafforzarsi
La cultura del piagnisteo
1993
Anthony Giddens
Le sette mirano di solito a scoprire
e seguire la “vera via” e tendono a ritirarsi
dalla società circostante e a chiudersi
in comunità autonome
Fondamenti di sociologia
2000
NATIONAL GEOGRAPHIC VIDEO
UOMO
UOMO,
LA MACCHINA PERFETTA
Il funzionamento
della “macchina”
più straordinaria
che esista
al mondo:
il corpo umano.
IN EDICOLA IL DVD A € 9,90
volgenti, una liturgia fatta di
forti trasformazioni nel corpo
con la danza, la trance, il canto.
Oggi i monoteismi vogliono dimostrare di essere la cosa più
lontana possibile dalla “superstizione”, e questo vale sia per il
cattolicesimo e per tutte le
chiese protestanti della riforma, sia per l’islam con la ferocia
del nuovo fondamentalismo
wahabbita che è per una religione razionale iconoclasta
nella maniera più totale: i fondamentalisti in Egitto come in
Pakistan distruggono le tombe
dei santi e dei marabut, ne devastano i luoghi sacri, sono
contro l’estasi e la trance. La
Chiesa cattolica ha nel suo passato eliminato tutto ciò che nelle chiese era danza, festa estatica, umore collettivo, estasi comunitaria. Lasciando oggi un
piccolo margine ai carismatici
e ai pentecostali. Ma una religione che non opera sui corpi e
che non dà l’estasi è molto poco convincente e lascia sola
un’umanità che vede nella
pietà e nel culto della divinità
una capacità personale di trascendenza e di riscatto. I mistici sanno bene quanto hanno
dovuto lottare per non essere
considerati pazzi, dei pazzi settari ed eretici. Lo stesso vale per
il buddismo e per l’induismo,
anche se queste due costellazioni nel loro pluralismo rischiano meno la schizofrenia a
cui sono sottoposti oggi i monoteismi. Certo, se i nostri figli
cominciano a parlare per frasi
fatte, si infervorano per cose
che a noi appaiono solo deliri e
si danno a pratiche ripetitive ci
dobbiamo preoccupare.
Il meccanismo della setta è
oggi però sempre di più un
meccanismo che ha preso in
prestito dalla politica, da un lato e dalla psicanalisi dall’altro
le proprie armi. C’è una maniera politica della religione che
conosciamo bene, un leninismo del gruppo dei credenti
che in Italia di tanto in tanto rinasce - Comunione e Liberazione è stata la cosa più vicina a
un gruppo troskista che il cattolicesimo ha saputo inventare con la sua buona dose di regole
endogamiche, la propria dose
di segreti e di regole solo per iniziati. Per non parlare dell’Opus
Dei e di quanto sia stata una religione delle classi medie con la
voglia di diventare dirigenti,
una religione di appartenenze
strette e di segreti.
In tutto questo non c’è nulla
di particolarmente scandaloso, le comunità si costituiscono
con un principio di esclusione
e di auto-esclusione. Il pericolo
è quando si scambia tutto questo per una fede. L’altra caratteristica è il linguaggio. Chi ha fatto parte di una setta o di un movimento religioso sa bene che il
linguaggio diventa lo strumento principale dell’iniziazione, il
linguaggio va violentato, va reso sibillino, allusivo, emotivo,
efficace per provocare conversioni, cambiamenti, pentimenti. Siamo animali con un
bisogno estremo di conversione perché ci pare che la nostra
strada individuale sia troppo
stretta. Per questo le sette hanno un grande successo oggi.
FILM
ROSEMARY’S
BABY
Trasferitisi in
un elegante
comprensorio
newyorchese, i
coniugi
Woodhouse si
imbattono
presto nei
troppo zelanti
vicini di casa.
Rosemary,
rimasta incinta,
scoprirà
troppo tardi il
complotto
ordito alle sue
spalle.
Di Roman
Polanski, 1968
THE VILLAGE
Un centinaio di
persone vive di
sola
agricoltura in
un villaggio
americano
dove il tempo
sembra essersi
fermato. Non ci
sono
inimicizie, né
rancori, solo il
divieto e la
paura di uscire
all’esterno
della comunità.
Di M. Night
Shyamalan,
2004
IL
PRESCELTO
Uno sceriffo
indaga sulla
scomparsa di
una ragazzina
da una piccola
isola e scopre
che dietro c’è
un mistero,
molto più
grande, che
riguarda una
comunità
neopagana.
Remake, con
Nicolas Cage,
di The Wicker
Man, diretto da
Antony
Schaffer nel
1973.
Di Neil LaBute,
2006
IL CODICE
DA VINCI
L’incrocio di
sette e misteri
immaginati da
Dan Brown
dietro all’arte di
Leonardo
portato al
cinema con
Tom Hanks
protagonista.
Di Ron
Howard, 2006
Repubblica Nazionale