DIARIO VENERDÌ 11 GENNAIO 2008 DI REPUBBLICA ■ 33 SCIENTOLOGY E GLI ALTRI GRUPPI: PERCHÉ PROSPERANO Egbert van Heemskerk il vecchio: “Riunione di quaccheri” (XVIII secolo) GABRIELE ROMAGNOLI om Cruise? Quello che ha fatto il top gun e le missioni impossibili, ha sposato Nicole Kidman e l’unica volta che ha indossato i panni del predicatore (Magnolia) sembrava un pazzo? Possibile che uno così sia al vertice di una setta (Scientology)? E, ancor più, che migliaia di persone si dedichino, ciononostante, a questo culto? La risposta è: ovviamente sì. A rendere ovvia l’affermazione è, alla lettera, lo spirito dei tempi. Si sono modificate la natura e la ragione sociale della setta, la formazione del guru e la motivazione dell’adepto. In principio era la religione. Oggi è politica, economia, ma soprattutto spettacolo. Da organizzazione segreta anche la setta è diventata non soltanto un movimento alla luce del sole, ma bisognoso T SETTE di visibilità, dotato perfino di strategie mediatiche. Una volta le attività di questi gruppi erano clandestine, ora i raeliani, per fare un esempio, indicono conferenze stampa a scadenze ravvicinate per annunciare progetti ogni volta più avventurosi (loro il primo, mai mostrato al mondo, esperimento di clonazione umana). Il proselitismo si attua andando in prima pagina. E se un attore può diventare governatore o addirittura presidente degli Stati Uniti, perché non anche leader spirituale? Il Dietro il fascino dell’esoterico vimenti. Che da questi funerali ci si trasferisca al gioioso battesimo di qualche devozione dall’oggetto vago e misterioso è una conseguenza che la storia ha reso scontata. Chiusa l’esperienza del ‘77, uno dei fondatori di Lotta Continua, Mauro Rostagno, parte, come molti dei suoi compagni non schiantati dalla droga, per l’India. Conosce Osho (seconda incarnazione sulla Terra di un guru già finito nei guai per corruzione e abuso di minorenni) e si converte. Tornato in Italia fonda una comunità (Saman) e muore ammazzato in circostanze ancora da chiarire. Che poi anche Lotta Continua avesse una vaga passo era breve e necessario. Gli eventi lo annunciavano: in fondo anche Rael era stato una piccola celebrità (prima dell’illuminazione era un giornalista televisivo, esperto di automobilismo). E il mitico Do, quella che indusse altre 38 persone in California a vestirsi di nero, ingoiare pillole e partire per il vascello stellare nascosto dietro la cometa Hale Bopp era noto, quando si chiamava Marshall Applewhite, come cantante di musical. Continuare a pensare alle sette come carboneria delle anime è superato, vale tutt’al più per qualche satanismo di provincia. Il resto sono strutture politico-economiche. E la loro forma ha influenzato quelle dei più moderni e originali casi di partito e azienda nonché, inevitabilmente, di partito-azienda. È arrivato il momento di sbarazzarsi di alcuni luoghi comuni. Il primo è che le sette prosperino sulla crisi delle religioni. Non ci sono mai stati tanti adepti a culti e le fedi tradizionali non sono mai state tanto forti come ora. Non è morto Dio, sono morti i profeti delle idee, di quelle terrene, sociali. Riposano in pace le ideologie, agonizzano i partiti, vengono concepiti ma poi abortiti i mo- A PITTI IMMAGINE UOMO - FIRENZE - FORTEZZA DA BASSO - 9/12 GENNAIO 2008 Il caso di Tom Cruise che sarebbe ai vertici della “chiesa” fondata da Hubbard connotazione settaria e qualche morte da spiegare è una delle tante connessioni poco accidentali tra situazioni solo apparentemente distanti. Nel vuoto delle ideologie cambiano le motivazioni che spingono a diventare adepto o guru. Sgombriamo laicamente il campo dalle ipotesi dell’illuminazione o della chiamata e accettiamo piuttosto l’idea dello smarrimento dei fini. Analizzando le biografie dei suicidi della Setta del Sole, che negli anni Novanta si diedero fuoco in tempi diversi in Svizzera, Canada e Francia, si scoprono percorsi umani di ogni genere. C’è chi ha aderito alla setta dopo un trauma e chi al culmine di una vita che, altro luogo comune, definiamo felice. Chi l’ha fatto sbucando dalla solitudine e chi tenendo per mano moglie e figli fino al momento finale del fuo- SILLABARIO SETTE co “purificatore”. Quasi tutti erano persone di successo: dirigenti d’azienda, professionisti affermati, un notissimo musicista. Mancava soltanto un attore (ma in fondo ogni guru lo è). Il minimo denominatore comune era la mancanza di uno scopo. Esistenza fallita o esistenza riuscita, pari sono: che fare, dopo? La soluzione più semplice è mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro che sembri avere le risposte. Diventare adepto o diventare guru sono due percorsi inversi e, necessariamente, speculari. Il guru, depurato degli intenti spirituali, va alla ricerca di potere e denaro. L’adepto se ne spoglia. Uno s’inebria del piacere di manipolare, l’altro trova conforto (e lo scambia per grazia) nell’essere, finalmente, manovrato senza più dover soffrire nel processo decisionale e MAX WEBER na “setta” nel senso sociologico non è una “piccola” comunità religiosa, né una comunità scissa da qualche altra comunità e perciò da essa “non riconosciuta” o perseguitata o considerata eretica: i Battisti, una delle tipiche “sette” in senso sociologico, costituiscono una delle maggiori denominazioni protestanti della terra. La setta è invece una comunità che nel suo senso e nella sua essenza deve necessariamente rinunciare all’universalità, e fondarsi necessariamente su una stipulazione del tutto libera dei suoi membri. Essa deve far ciò perché è una formazione aristocratica, cioè un’unione di persone pienamente qualificate in senso religioso, e vuole essere soltanto ciò e non già, come una chiesa, un’istituzione di grazia che emana la sua luce sui giusti e sugli ingiusti, e che vuol soprattutto sottomettere proprio i peccatori alla disciplina del comando divino. U F R E E M O B I L I T Y nella galera dei successivi rimorsi o rimpianti. Uno accumula beni, l’altro se ne libera con francescana gioia e beata ingenuità. Il patto è stretto, la militanza dovuta, il ritorno sui propri passi precluso. Dalle sette, come dall’islam, non è ammessa conversione o resipiscenza. Non occorrono leggi per impedirlo. È una conseguenza delle azioni. Un dentista scampato per caso all’automassacro della Setta del Sole raccontava di essersi accorto, una sera d’estate, che le apparizioni ultraterrene evocate dal suo guru davanti ai seguaci estasiati erano in realtà ologrammi sapientemente proiettati. A quel punto non aveva fatto le valigie e se n’era tornato a casa semplicemente perché, spiegò: “Era troppo tardi”. La casa era stata venduta, i rapporti familiari troncati. Si era tagliato i ponti alle spalle per devolversi a una diapositiva. Non l’aveva forse saputo fin dall’inizio? Non è questo che cercava? Dietro il paravento della ricerca di sé si nasconde il desiderio di punirsi per l’incapacità di accettare la propria vita. Dietro la volontà di ascesa, quella di autodistruzione. Sennò perché continuare la commedia? Perché non riprendere quella della vita quotidiana, dei mille impegni che sanciscono la resa alla ricerca di un Senso che non c’è? “Troppo tardi”. Troppo tardi per tornare a occuparsi di sé, della famiglia o della società, quando si è arrivati a dialogare con gli “eloim”, dalle loro astronavi che aspettano di atterrare davanti al tempio (appena raccolti i soldi per costruirlo). Quando l’immenso caos ha trovato un ordine, senza neppure la complessità delle trinità e delle reincarnazioni. Il rischio che sia davvero troppo tardi si concretizza quando la vita (o la sessualità) del guru sfioriscono. Venute meno le sue aspettative, se la setta non è ormai così estesa da non poter essere estinta, sorge la tentazione di farla finire con sé. Jo Di Mambro (anima nera della Setta del Sole) si era ammalato di cancro Spesso gestite come un partitoazienda, mescolano religione, politica ed economia quando decretò giunto il momento di salire in massa sul carro di fuoco. Il mitico Do ebbe l’idea di una strage nel sonno, nei lettini a castello, dopo essersi fatto castrare. A differenza delle religioni tradizionali i culti di questo genere possono finire. Resta l’idea di fondo, che non è l’oggetto della fede, ma la struttura dell’organizzazione: un leader che dà la linea, seguaci a testa bassa che eseguono, tutti che si vestono alla stessa maniera, ripetono parole d’ordine, per lo più improbabili, ma che acquistano credibilità ai loro occhi proprio per la ripetizione ossessiva. Chiudete gli occhi e, senza che vi appaia il logo o lo stemma, provate a pensare a qualche convention aziendale di una moderna industria, o anche solo ai suoi luoghi di lavoro, o a una riunione ristretta, in località marittima, del gotha di un partito-azienda e chiedetevi se non ricordano una setta, ma con l’oggetto sociale più determinato. Nel metodo, non nel messaggio, è la modernità di queste organizzazioni. Tom Cruise non è un leader, è un testimonial. Ma lo spot, spesso, è anche tutto quel che hanno da venderci. Repubblica Nazionale VENERDÌ 11 GENNAIO 2008 R2 DIARIO ■ 34 IL MEDIOEVO IV-XII SEC. D. C. PURITANI E QUACCHERI XVI-XVII SEC. I ROSACROCE XVII SEC. Già nei primi secoli del Cristianesimo si diffondono sette ereticali dissidenti rispetto alla linea “ufficiale” della Chiesa. Tra le più antiche: pelagiani, manichei, donatisti e poi, a partire dall’XI secolo, catari e valdesi Dopo l’“Atto di Supremazia” di Elisabetta I (1559), i puritani inglesi sbarcano nel Nuovo Mondo. Nel ’600 si diffonde la setta dei quaccheri, fondata da George Fox, che raggiunge la cifra di 60 mila convertiti La Confraternita della Rosacroce nasce nell’Europa del 1600, richiamandosi al Cristianesimo delle origini e fa adepti in tutto il mondo. Nel 1924, nasce in Olanda l’associazione “Lectorium Rosicrucianum” Le tappe La presenza di movimenti marginali ma importanti nella storia del cristianesimo SETTARI, ANZI ERETICI COSÌ LA CHIESA LI BOLLAVA GIOVANNI FILORAMO LIBRI CATERINA BOSCHETTI Il libro nero delle sette in Italia Newton Compton 2007 EUGENIO FIZZOTTI (a cura di) Sette e nuovi movimenti religiosi Paoline Libri 2007 MAX WEBER Economia e società Donzelli 2005 RODNEY STARK, MASSIMO INTROVIGNE Dio è tornato Piemme 2003 CECILIA GATTO TROCCHI I nuovi movimenti religiosi Queriniana 2000 J. GORDON MELTON La Chiesa di Scientology Elledici 1998 MASSIMO INTROVIGNE Le sette cristiane Mondadori 1997 ENZO PACE Le sette Il Mulino 1997 RON HUBBARD Scientology New Era 1986 JEAN FRANCOIS MAYER Le sette Effedieffe 1989 GIOVANNI FILORAMO I nuovi movimenti religiosi: metamorfosi del sacro Laterza 1986 ERNST TROELTSCH Le dottrine sociali delle chiese e dei gruppi cristiani La Nuova Italia 1969 l termine “setta” getta le sue radici nelle origini cristiane. In Atti 24, 5 Paolo è accusato da rappresentanti delle autorità ebraiche davanti al governatore romano Felice perché «fomenta continue rivolte tra tutti i Giudei che sono nel mondo ed è a capo della setta dei Nazorei». “Setta” traduce il greco hairesis, che all’epoca indicava una scuola, un gruppo di seguaci di un determinato maestro o leader; quanto alla vulgata, essa lo rende con il termine latino corrispondente secta. A partire dalla metà del II secolo, in seguito alla lotta contro gli gnostici, “eresia” si carica di una valenza negativa, assumendo il significato tecnico di movimento anticristiano, di origine diabolica, che rompe l’unità della Chiesa. Anche il latino secta segue questo destino negativo: nella legislazione degli imperatori cristiani esso indica i seguaci di un’eresia, in quanto tali passibili delle condanne più dure. Le due spiegazioni etimologiche di secta, lungi dal contraddirsi, si completano, rimandando ai due aspetti principali della setta. Essa indica sia coloro che hanno “tagliato “ (dal latino seco) i ponti con la chiesa madre sia il modo più diffuso in cui questa rottura avviene: per aver “seguito” (dal latino sector, rafforzativo di sequor “seguo”) un leader carismatico portatore di un nuovo messaggio religioso di salvezza. La rottura con la tradizione reca seco quel (pre)giudizio negativo da parte della maggioranza e delle autorità della religione dominante che accompagna la storia del termine, rivelando i meccanismi sociali di rigetto dell’avversario o dell’eretico attraverso il silenzio, il disprezzo e la lotta contro gli aspetti più significativi del gruppo che si distacca. Le stesse denominazioni sono opera degli avversari, che in modo derisorio tendono a sottolineare un aspetto identificante in negativo il gruppo da condannare. Tutto ciò ha caricato il termine di una valenza negativa, rendendone delicato l’utilizzo da parte degli studiosi. Un cordone ombelicale lega dunque la setta alla Chiesa: senza setta non si dà Chiesa, e viceversa. Questo legame è stato ben visto da Max Weber ed Ernst Troeltsch, i sociologi che all’inizio del Novecento hanno messo in luce la straordinaria importanza del fenomeno nella storia del cristianesimo. Per uscire dal circolo vizioso della definizione (negativa) di tipo teologico, essi si sono concentrati sia sulle modalità di adesione, attirando come Weber l’attenzione sull’interazione tra la nuova organizzazione religiosa e il contesto socio-culturale, il “mondo”, verso il quale la setta vive un grado di tensione più o meno alto a seconda della natura del suo messaggio salvifico; sia sulle caratteristiche che distinguono la setta dalla Chiesa. Mentre la seconda è un’istituzione che comprende necessariamente giusti e ingiusti («La Chiesa mescola in qualche modo l’acqua del religioso e l’olio del sociale»), la setta è la comunità di coloro che personalmente credono e sono rinati: si nasce, di conseguenza, nella I Il pregiudizio “Secta” indica sia coloro che hanno “tagliato” i ponti con la Chiesa madre, sia coloro che hanno “seguito” un leader carismatico, portatore di un nuovo messaggio di salvezza GLI ALBIGESI A destra, un gruppo di Thugs, la setta indiana di adoratori di Kali; in alto, la cacciata degli Albigesi in una miniatura medievale Chiesa, mentre l’ingresso nella setta è frutto di una scelta individuale. Troeltsch in particolare ha indagato la fortuna delle sette nella storia del cristianesimo, sottolineandone alcuni caratteri distintivi: l’ispirazione comunitaria e idealista, centrata sull’amore, sul modello del Discorso della mon- tagna; l’indifferenza radicale o l’ostilità nei confronti dell’ordine sociale; la tendenza a realizzare l’ideale d’amore all’interno di piccoli gruppi; il reclutamento dei suoi membri tra gli emarginati sociali; il carattere storico di una protesta laica contro la gerarchia ecclesiastica. La storia delle sette cristiane comincia per lui con il montanismo nella seconda metà del II secolo, continuando con il donatismo, movimento che difese una particolare concezione di Chiesa dei puri: l’archetipo di un fenomeno destinato a ripetersi continuamente, anche se questa esigenza di restaurare la forma primitiva e pura della comunità delle origini anche attraverso una rigida disciplina morale non sempre si tradusse in vere e proprie sette, ma talora, come nel monachesimo e negli ordini religiosi, fu dialetticamente riassorbita dall’istituzione. Il basso medioevo conobbe un fiorire di movimenti religiosi laicali, che talora, come nel caso dei catari, dei valdesi o degli hussiti, trasformati in eresie, assunsero i tratti tipici delle sette. Il mondo ortodosso, che non ha conosciuto queste divisioni, si è però ben presto dovuto confrontare con l’islam, che Giovanni Damasceno, considerandolo una variante dell’arianesimo, inserì come setta cristiana nel suo schema eresiografico, introducendo un principio che verrà accettato dal Concilio di Costantinopoli nel 787. Con l’avvento della modernità il panorama cambia. Con la Riforma, che segna il trionfo del principio settario, si inaugura una fase nuova, in cui si assiste al moltiplicarsi di denominazioni che o tendono a trasformarsi in Chiese o scompaiono. L’individualismo religioso, infine, mette progressivamente in crisi il vincolo societario tipico delle sette, dando origine a una nuova forma, che Troeltsch propone di chiamare mistica e che la letteratura sociologica contemporanea ha in genere definito “culto”. Forma sociologica tipica delle minoranze che esprimono in chiave religiosa un dissenso verso la società dominante, la setta è un fenomeno presente anche in altre tradizioni religiose. Il giudaismo del tempo di Gesù era caratterizzato da una molteplicità di “sette”, scuole e gruppi che si differenziavano nell’interpretazione di aspetti significativi della Torah AMISH Un gruppo di Amish, fotografati negli anni Cinquanta Questa comunità rifiuta la tecnologia moderna in qualsiasi forma fino a costituire, come i settari di Qumran, una comunità separata. L’islam, da gruppo minoritario, definibile come una setta o un gruppo religioso nuovo e perciò deviante, in certa misura mal tollerato e marginale, anche per la sua critica aspra ad altre credenze allora presenti (si pensi alla polemica contro il politeismo), con lo spostamento di Muhammad da Mecca a Yatrib/Medina diventa maggioranza, dunque legge e governo. Come insegna poi il caso tragicamente attuale della divisione tra sunniti e sciiti, nell’islam è stata importante la divergenza di tipo politico, anche se in realtà la sua storia conosce una pluralità di tipi settari. Il buddismo delle origini, infine, rappresenta anch’esso un movimento di separazione di tipo settario, anche se non vi troviamo all’opera la contrapposizione fondamentale con una Chiesa, quanto il principio della compresenza di scuole filosofico-religiose diverse tipico dell’induismo. Voltaire Ogni setta, di qualunque genere, è il centro di raccolta del dubbio e dell’errore. Scotisti, tomisti, realisti, nominalisti, papisti non sono che nomi di guerra Dizionario filosofico 1764 Alexis de Tocqueville Negli Stati Uniti le sette cristiane variano all’infinito, ma il cristianesimo in sé è un fatto stabile che nessuno pensa di attaccare o sente il bisogno di difendere La democrazia in America 1835-’40 Repubblica Nazionale @ VENERDÌ 11 GENNAIO 2008 PER SAPERNE DI PIÙ www.scintology.org www.astori.it/religione/Sette/dossier/settemovime nti.html I TESTIMONI DI GEOVA 1870 IL REVERENDO MOON 1954-1984 SCIENTOLOGY 1950-OGGI Il movimento cristiano nasce nel 1870 in Pennsylvania, fondato da Charles Taze Russell, all’interno della tradizione millenarista avventista. Il nome di Testimoni di Geova verrà adottato solo nel 1931 Fondata nel 1954 in Corea, la setta dell’Unificazione del reverendo Moon è nota per i matrimoni di massa tra giovani coreane date in sposa a uomini occidentali. Negli anni ’80, la setta si afferma negli Usa Nel 1950 lo scrittore di fantascienza Ron Hubbard pubblica Dianetics. Nel ’54 fonda a Los Angeles la prima chiesa di Scientolgy. Oggi, secondo il biografo Andrew Morton, Tom Cruise sarebbe il vice-capo della setta ■ 35 Cosa spinge un individuo a entrare in un gruppo nel quale rischia di cancellarsi QUELLI CHE SOGNANO LE PICCOLE CITTÀ DI DIO FRANCO LA CECLA difficile staccare l’idea di settarismo, di setta, da un giudizio di parte. Sicuramente per chiunque si creda nell’ortodossia di una pratica religiosa tutte le devianze sono settarie. I catari, i valdesi erano delle sette eretiche per la Chiesa di Roma. E non è che le cose siano tanto cambiate oggi. È facile che l’attributo di setta colpisca tutti coloro che non accettano di rientrare nel grande grembo di un’unica chiesa, sia questa il Vaticano con i suoi problemi nei confronti della creatività africana o latinoamericana in questo campo, sia l’islam nei confronti delle pratiche estatiche dei sufi di Zanzibar o della Siria. Insomma il giudizio di settarismo parte in genere da chi si pone per principio fuori di esso. I primi cristiani apparivano una setta al mondo romano multiculturale e sincretico della fine dell’Impero, quanto più pretendevano di essere l’unica religione possibile. Nei caratteri del settarismo oggi abbiamo una serie di attributi psicologici che potrebbero essere ampliati a qualunque fede, comunitarismo, leader carismatici, proselitismo, una buona dose di segreto e una buona dose di millenarismo. Ci si dice di stare attenti alle sette che bussano alle nostre porte. In parte è vero che la nostra epoca è percorsa da fremiti settari, da adesioni irrazionali a guru, a preti invasati, a guaritori e a santoni. Siamo capaci di dare del settario a David Lynch perché fa meditazione con lo stesso guru che affascinò i Beatles trent’anni fa? Sono settari i tantrici tibetani, è settaria la religione Fualong Gong, sono settari i tolleranti e sincretici ba’ahai, massacrati in maniera spietata oggi in Iran (e nessuno ne parla)? Sono settari i zoroastriani dell’India, i parsi che sono al top del potere economico nel subcon- È Gli autori IL SILLABARIO di Max Weberè tratto da Economia e società (Edizioni Di Comunità). Giovanni Filoramo insegna Storia del Cristianesimo all’Università di Torino. Franco La Cecla insegna Antropologia culturale all’università IUAV di Venezia. I Diari online TUTTI i numeri del “Diario” di Repubblica sono consultabili sul sito www.repubblica.it, cliccando dalla homepage sul menu Supplementi. Qui i lettori troveranno tutte le uscite con le pagine comprensive delle illustrazioni. Un’epoca di guru Le sette rispondono a un bisogno tradito dalle religioni maggiori, dalle pratiche ortodosse. Che non hanno più la capacità di offrire un rifugio comunitario e dei rituali coinvolgenti MORMONI A destra, una famiglia mormone in una foto d’epoca; la chiesa mormone fu fondata da Joseph Smith negli Stati Uniti, nella prima metà dell’Ottocento tinente indiano? Non saprei. Se essere settari significa essere una minoranza endogamica, allora gli ebrei lo sono sempre stati. Vediamo di essere più precisi. Oggi noi intendiamo per setta qualunque gruppo cancelli l’individualità del singolo in nome del bene della collettività, qualunque pratica che espropri i membri che ne fanno parte del controllo delle proprie azioni, qualunque comunità che predichi in maniera feroce e ossessiva la propria differenza e superiorità. Certo, tutti ne abbiamo una qualche esperienza, dall’ossessività dei Sokka Gakai che cercano di convincerci che basta ripetere Namionghiorenchekkiò per ottenere qualunque cosa desideriamo - e che è organizzata in maniera quasi militare - alla Scientology, frutto delle esperienze americane, dell’Oss (che divenne poi la Cia) di lavaggio collettivo del cervello. Ci ricor- diamo che intere sette si sono suicidate per seguire il loro leader, che spesso le sette hanno un aspetto che sconfina nella magia nera e nelle messe nere. In Congo, in Camerun, ondate di stregoneria percorrono le campagne e provocano accuse incrociate, stermini di intere famiglie, e spesso sono i bambini i primi che si autoaccusano di essere stregoni. È difficile tracciare un confine. Lo sa bene il temuto vescovo Milingo che è adorato in Africa perché tutti sono convinti che lui davvero guarisce la gente. Ed è per questo che la Chiesa di tanto in tanto lo scomunica pur sapendo di mettere in pericolo la propria già fragile presenza nel continente. Il problema è che le sette, se vogliamo così chiamarle, rispondono a un bisogno tradito dalle religioni maggiori, dalle pratiche ortodosse. Queste si sono allontanate dalla capacità di offrire un rifugio comunitario, dei rituali coin- Robert Hughes In tutti i settori della vita politica americana al di fuori di Washington, il settarismo evangelico si rafforza e continuerà a rafforzarsi La cultura del piagnisteo 1993 Anthony Giddens Le sette mirano di solito a scoprire e seguire la “vera via” e tendono a ritirarsi dalla società circostante e a chiudersi in comunità autonome Fondamenti di sociologia 2000 NATIONAL GEOGRAPHIC VIDEO UOMO UOMO, LA MACCHINA PERFETTA Il funzionamento della “macchina” più straordinaria che esista al mondo: il corpo umano. IN EDICOLA IL DVD A € 9,90 volgenti, una liturgia fatta di forti trasformazioni nel corpo con la danza, la trance, il canto. Oggi i monoteismi vogliono dimostrare di essere la cosa più lontana possibile dalla “superstizione”, e questo vale sia per il cattolicesimo e per tutte le chiese protestanti della riforma, sia per l’islam con la ferocia del nuovo fondamentalismo wahabbita che è per una religione razionale iconoclasta nella maniera più totale: i fondamentalisti in Egitto come in Pakistan distruggono le tombe dei santi e dei marabut, ne devastano i luoghi sacri, sono contro l’estasi e la trance. La Chiesa cattolica ha nel suo passato eliminato tutto ciò che nelle chiese era danza, festa estatica, umore collettivo, estasi comunitaria. Lasciando oggi un piccolo margine ai carismatici e ai pentecostali. Ma una religione che non opera sui corpi e che non dà l’estasi è molto poco convincente e lascia sola un’umanità che vede nella pietà e nel culto della divinità una capacità personale di trascendenza e di riscatto. I mistici sanno bene quanto hanno dovuto lottare per non essere considerati pazzi, dei pazzi settari ed eretici. Lo stesso vale per il buddismo e per l’induismo, anche se queste due costellazioni nel loro pluralismo rischiano meno la schizofrenia a cui sono sottoposti oggi i monoteismi. Certo, se i nostri figli cominciano a parlare per frasi fatte, si infervorano per cose che a noi appaiono solo deliri e si danno a pratiche ripetitive ci dobbiamo preoccupare. Il meccanismo della setta è oggi però sempre di più un meccanismo che ha preso in prestito dalla politica, da un lato e dalla psicanalisi dall’altro le proprie armi. C’è una maniera politica della religione che conosciamo bene, un leninismo del gruppo dei credenti che in Italia di tanto in tanto rinasce - Comunione e Liberazione è stata la cosa più vicina a un gruppo troskista che il cattolicesimo ha saputo inventare con la sua buona dose di regole endogamiche, la propria dose di segreti e di regole solo per iniziati. Per non parlare dell’Opus Dei e di quanto sia stata una religione delle classi medie con la voglia di diventare dirigenti, una religione di appartenenze strette e di segreti. In tutto questo non c’è nulla di particolarmente scandaloso, le comunità si costituiscono con un principio di esclusione e di auto-esclusione. Il pericolo è quando si scambia tutto questo per una fede. L’altra caratteristica è il linguaggio. Chi ha fatto parte di una setta o di un movimento religioso sa bene che il linguaggio diventa lo strumento principale dell’iniziazione, il linguaggio va violentato, va reso sibillino, allusivo, emotivo, efficace per provocare conversioni, cambiamenti, pentimenti. Siamo animali con un bisogno estremo di conversione perché ci pare che la nostra strada individuale sia troppo stretta. Per questo le sette hanno un grande successo oggi. FILM ROSEMARY’S BABY Trasferitisi in un elegante comprensorio newyorchese, i coniugi Woodhouse si imbattono presto nei troppo zelanti vicini di casa. Rosemary, rimasta incinta, scoprirà troppo tardi il complotto ordito alle sue spalle. Di Roman Polanski, 1968 THE VILLAGE Un centinaio di persone vive di sola agricoltura in un villaggio americano dove il tempo sembra essersi fermato. Non ci sono inimicizie, né rancori, solo il divieto e la paura di uscire all’esterno della comunità. Di M. Night Shyamalan, 2004 IL PRESCELTO Uno sceriffo indaga sulla scomparsa di una ragazzina da una piccola isola e scopre che dietro c’è un mistero, molto più grande, che riguarda una comunità neopagana. Remake, con Nicolas Cage, di The Wicker Man, diretto da Antony Schaffer nel 1973. Di Neil LaBute, 2006 IL CODICE DA VINCI L’incrocio di sette e misteri immaginati da Dan Brown dietro all’arte di Leonardo portato al cinema con Tom Hanks protagonista. Di Ron Howard, 2006 Repubblica Nazionale