UN ESPERIMENTO SIGNIFICATIVO
In questa scheda presentiamo brani tatti da:
 I. P. Pavlov –“I riflessi condizionati” – Giulio Einaudi Editore - 1950
“Un cane privato dei lobi occipitali non sa distinguere un oggetto da un altro, ma
distingue i gradi di luminosità e le immagini più semplici, un cane senza lobi
temporali non distingue i suoni complessi, ecc., ma distingue esattamente i suoni
isolati, ad esempio un tono da un altro.
Quale dimostrazione più chiara dell’importanza capitale della struttura corticale
specifica? Il significato funzionale delle particolarità strutturali delle zone
specifiche è nettamente dimostrato da un interessante esperimento di Eliasson,
riferito nelle mie Lezioni sulla funzione degli emisferi cerebrali.
Con tre toni di una fisarmonica, due estremi e uno medio, distribuiti su tre ottave e
più, e fatti risuonare simultaneamente, si formava uno stimolo condizionato
alimentare complesso, che dava una determinata quantità di saliva. I toni singoli,
sperimentati in seguito, provocavano pure salivazione, ma meno abbondante del
complesso di tre toni, e i toni intervallari fra i tre davano pure salivazione, ma
ancor più scarsa.
Poi furono estirpati da ambo le parti i lobi temporali anteriori (gg. sylviaticus ed
ectosilvius con la parte anteriore, g. coinpositus posterior). Si osservò il fatto
seguente: quando dopo l’operazione ricomparvero tutti i riflessi condizionati (verso
gli stimoli di altri analizzatori), così come il riflesso condizionato all’accordo (e
questo ricomparve anzi un po’ prima di alcuni degli altri), furono sperimentati di
nuovo i riflessi verso i toni singoli dell’accordo. Il tono alto e i toni intervallari più
prossimi avevano perduto la loro azione. Il tono medio e il basso con i loro toni
intervallanti invece l’avevano conservato: anzi il tono basso dava effetto maggiore,
eguale in intensità a quello dell’accordo. Quando però il tono alto da solo si
cominciò ad associare al cibo, esso ben presto (fin dalla quarta volta) ridiventò
stimolo condizionato alimentare raggiungendo un effetto notevole e non minore,
anzi maggiore di prima.
Da questa esperienza si possono trarre alcune precise deduzioni. Prima di tutto,
che i singoli elementi dell’apparato ricevente uditivo sono disposti in diversi punti
della regione specifica uditiva della corteccia; secondariamente, che gli stimoli
complessi interessano proprio questa regione; e infine, che gli elementi
rappresentativi di questo stesso apparato uditivo disseminati per un vasto territorio
della corteccia non hanno alcuna parte nella ricezione di questi stimoli complessi.
Quando si vede, come io ho veduto con la guida dei riflessi condizionati, che un
cane privato della parte posteriore di entrambi gli emisferi si orienta con assoluta
precisione per mezzo dei ricettori cutanei e olfattivi, perdendo solo i rapporti
complessi visivi e uditivi col mondo circostante, tanto che non distingue gli
eccitamenti visivi e uditivi complessi; che un cane privato delle metà superiori degli
emisferi, mantenendo intatti i rapporti complessi (uditivi) con l’ambiente, perde solo
(e isolatamente) la capacità di orientarsi fra i corpi solidi che incontra nello spazio
circostante; e che finalmente un cane privato delle metà anteriori (più piccole) di
entrambi gli emisferi è in apparenza un essere completamente invalido, cioè
incapace sopra tutto di una regolare locomozione e di servirsi dei movimenti
scheletrici, e che tuttavia per mezzo di un altro indicatore, e precisamente della
ghiandola salivare, dimostra di possedere un’attività nervosa complessa; quando si
vede tutto ciò, come non apprezzare il significato preminente della struttura degli
emisferi, che adatta l’animale al suo compito fondamentale, quello di orientarsi e di
equilibrarsi con esso? Com’è possibile dubitare ancora dell’importanza d’ogni
minimo particolare di questa struttura?
Considerando le cose dal punto di vista di…Lashley.. bisognerebbe invitare gli
istologi ad abbandonare il loro lavoro, come opera inutile, superflua. Chi non si
arresterà di fronte a tale deduzione? Ma certo presto o tardi tutti i particolari della
struttura cerebrale scoperti dalla istologia dovranno trovare il loro significato
funzionale. Ed è perciò che accanto allo studio istologico sempre pi approfondito
della sostanza corticale, si deve proseguire lo studio puramente e rigidamente
fisiologico dell’attività degli emisferi e delle regioni adiacenti del cervello, per
potere gradualmente collegare la struttura con la funzione. Ciò costituisce per
l’appunto lo studio dei riflessi condizionati.” ( pag. 235/6/7)