O O C HO C Fattori biologici che influenzano la velocità di acidificazione in matrici alimentari H CH3 Nei processi lattiero-caseari, la velocità di acidificazione in latte delle biomasse microbiche, rappresenta un parametro molto importante sia per quanto riguarda il processo tecnologico, sia per quanto riguarda l’aspetto economico. Dal punto di vista tecnologico, l’acidità gioca un ruolo fondamentale durante la fase di coagulazione nel processo di caseificazione. L’acidificazione operata dai batteri lattici coadiuva l’azione degli enzimi del caglio nel favorire la formazione di un coagulo caseinico. Nello specifico, l’abbassamento di pH provoca una destabilizzazione della carica superficiale delle micelle caseiniche e, a valori inferiori a quelli naturali del latte ( ≤ 6.6), si ha coagulazione anche quando la lisi enzimatica della caseina non ha raggiunto i livelli massimi. Inoltre, livelli bassi di pH migliorano l’azione degli enzimi del caglio che hanno un optimum di attività a pH 5.5. Di contro, un eccessivo abbassamento del pH provoca una eccessiva demineralizzazione e la formazione di un coagulo poco compatto. Per quanto riguarda la preparazione di latti fermentati (yogurt e similari), l’acidificazione del latte è il fattore più importante per la corretta riuscita del prodotto. In questo caso, poiché le specie di batteri lattici coinvolte (Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus e Streptococcus thermophilus) sono termofile, il processo di fermentazione è condotto a temperature di 37-42 °C. Il processo di fermentazione a queste temperature comporta costi non trascurabili (riscaldamento di centinaia di litri di latte) e di conseguenza la velocità di acidificazione è un importante parametro tecnologico per la selezione e dei ceppi batterici. Oltre al settore lattiero-caseario, i batteri lattici intervengono attivamente in altri processi produttivi come la panificazione e la preparazione di prodotti da forno (impasti acidi). Spesso, in questi casi l’eccessiva acidificazione è, al contrario di quanto prima descritto, un carattere negativo sia perché altera le caratteristiche sensoriali del prodotto finito, sia perché influisce negativamente sulla vitalità di popolazioni di batteri lattici che sono importanti per la produzione di aromi che caratterizzano il prodotto finale. Per le ragioni suddette, tutti quei fattori che influenzano la velocità di acidificazione sono estremamente importanti ai fini tecnologici. Tra di essi i più importanti sono la capacità di fermentare il lattosio, l’attività ureasica, l’attività proteasica e l’attività dell’arginina deaminasi. 1 Attivazione di geni gal silenti in Streptococcus thermophilus Organizzazione dei geni gal e lac in S. thermophilus galR galK galT galE galM lacS Operone lattosio Leloir pathway enzymes Galattosio Lattosio EIIgal EIIC ? EIIB Lattosio (H+) Galattosio (H+) lacP galattosio (H+) Lattosio (H+) lacP galP H+ Lattosio lat -6P Galattosio (H+) Lattosio β-gal P- β - galattosidasi β - galattosidasi (β-gal) Glucosio Galattosio ATP ADP D-gal -6P G -6P G -P ATP uridil transferasi UDPgal UDPglu ADP D-Tag -6P UDP glucosio 4 - epimerasi F -6P ATP ATP ADP ADP TDP lacZ Via di LELOIR Gal -P galR = regolatore, (attivatore trascrizionale dei geni gal e lac) galK = galattosio kinasi galT = galattosio1 - P uridiltransferasi galE = UDPglucosio 4 epimerasi galM = mutarotase, aldoso 1 epimerasi lacS = lattosio permeasi lacZ = β-galattosidasi F 1-6P tdp aldolase fdp aldolase DHAP GA -3P trioso-P isomerase Via del D-TAGATOSIO -6P Lattato Nonostante la presenza dei geni codificanti gli enzimi del pathway di Leloir, S. thermophilus non è in grado di utilizzare il galattosio. Solo (?) in alcune condizioni colturali, cioè in presenza di elevate concentrazioni di galattosio e basse concentrazioni di lattosio, è possibile selezionare ceppi Gal+. Le analisi trascrizionali condotte sui ceppi Gal+ e sui ceppi Gal- hanno messo in luce come in questi ultimi i livelli di trascrizione dei geni gal fossero estremamente bassi e tali da giustificare l’assenza della via di Leloir. 2 galR galK galT galE galM lacS lacZ L’analisi della sequenza della regione del promotore di galK in diversi ceppi Gal + e Gal ha messo in luce la presenza di mutazioni puntiformi in prossimità delle regioni -10 e - 35. Queste mutazioni, che conferiscono il fenotipo Gal+ attivando la trascrizione dei geni gal, sono di tre distinte tipologie I, II e III. La misurazione dell’attività di GalK ha evidenziato che le mutazioni della tipologia II erano quelle che conferivano il miglior grado di attivazione trascrizionale dei geni gal. I ceppi Gal+sono potenzialmente più veloci nel processo di acidificazione. 3 Impiego di ceppi di Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus β-gal nella preparazione dello yogurt Nella preparazione dello yogurt S. thermophilus e L. delbrueckii subsp. bulgaricus crescono come una popolazione mista utilizzando il lattosio del latte e abbassando il pH fino a valori di 4.5 - 4.2. Durante la commercializzazione e la conservazione, che avvengono a temperature comprese fra 4 e 12 °C, il pH dello yogurt può subire un ulteriore decremento raggiungendo valori di circa 4.0. Questo fenomeno di post-acidificazione provoca un aumento del sapore acido spesso associato a un sapore amaro del prodotto che ne altera le caratteristiche organolettiche. Sia lo sviluppo della componente aromatica amara (proteolisi) che il fenomeno di post-acidificazione sono causati da L. delbrueckii . Questa problematica è stata superata attraverso all’utilizzo di mutanti spontanei β-gal -. In questo contesto, la crescita di L. delbrueckii β-gal - in latte può essere possibile solo in associazione con S. thermophilus. Per ridurre anche il fenomeno dell’amaro, determinato da peptidi contenenti amminoacidi idrofobici (Leu, Phe, Pro), sono stati impiegati mutanti spontanei proteasi -. L’utilizzo di questi mutanti nei processi industriali di produzione di yogurt è protetto da brevetto dal 1996. Delezione spontanea all’interno del gene codificante la β-galattosidasi di L. delbrueckii subsp. bulgaricus. (Mollet et. al., 1990, Journal of Bacteriology 172: 5670-5676) La stabilità del locus genico della operone lattosio di L. delbrueckii è stata analizzata in un elevato numero di mutanti spontanei β-gal - . Questi mutanti sono stati selezionati a partire da colture cresciute a 43 °C in terreno MRS opportunamente piastrate in MRS/XGal (MRS + 5-bromo-4-cloro-3-indolilbetagalattopiranoside) per lo screening bianco/blu) (β-gal - colonie bianche β-gal + colonie blu). I mutanti spontanei β-gal - sono stati analizzati per RFLP cromosomale e Southern utilizzando come sonda il gene β-gal. Sono stati individuate 10 differenti mutazioni originate da piccole delezioni nella regione terminale della β-gal. 4 Le delezioni variavano da meno di 200 bp a 933 bp, in un caso la delezione si estendeva per 4.5 kb a valle del gene. Modello teorico del meccanismo molecolare che porta alle delezioni descritte sopra 5 Influenza dell’attività ureasica sulla velocità di acidificazione in latte Ureasi batteriche (urea amide-idrolasi; E.C. 3.5.1.5.) Famiglia di metallo-enzimi, in cui lo ione Ni2+ è presente nel sit, che catalizzano l’idrolisi dell’urea con produzione di 2 molecole di ammoniaca e ad una di acido carbonico. O H2 N C NH 2 + H2 O Ure a s i O NH 3 + H2 N C OH O H2 N C OH + NH 3 + H2 CO 3 H2 O H2 CO 3 2NH 3 + 2H 2 O H+ + HCO 3 2NH 4 + + OH- L’ureasi è un metallo-enzima che contiene Nichel nel sito attivo Oltre all’ureasi gli altri metallo-enzimi noti per contenere Ni sono: Methyl-CoM reduttasi (metanogenesi), hydrogenase (idrogeno come substarto o come prodotto), superossido dismutase (2O2-+2H+Æ H2O2 + O2), monossido di carbonio deidrogenasi (CO + H2O Æ CO2 + 2 H) e acetil coenzima A sintetasi, 6 7 Geni coinvolti nella biosintesi delle ureasi batteriche e loro organizzazione Proteus mirabilis Klebsiella aerogenes Yersinia enterocolitica Helicobacter pylori Bacillus sp regolatore accessori accessori strutturali Organizzazione genica dell’operone ureasi di Streptococcus thermophilus e di S. salivarius mRNA ureI ureA ureB ureC ureE ureF ureG ureD (18.9) (11.3) (11.5) (61.8) (16.9) (26.9) (22.9) (32.3) accessori strutturali accessori 8 U re A U re B U re A Ur e C U re C U re A Me m b ra n a c it o p la s m a t ic a ( U r e AB C ) 3 U re B U re C Ap o U re AB C U re B U re D U re B U re A U re B U re A U re A U re C U re C U re D U re C Ap o U re AB C- D U re G U re B U re F U re A U re B U re F Ap o U re AB C- D - F- G U re B U re A U re E N i2 + N ixA , U re H , a ltri? N i2 + Tra s p o rt a t o ri d i m e m b ra n a d e l n ic h e l U re A U re C U re C U re D U re C U re G U re D U re B U re E U re F U re G U re E U re A N i2 + CO 2 U re B (N i2 + )2 U re B (N i2 + )2 U re A U re A U re C U re C (N i2 + )2 U re C U re B Ap o U re AB C Rappresentazione grafica di un modello descrittivo del processo di attivazione dell’apoenzima ureasi (Apo-URE) da parte delle proteine accessorie. Apo-URE viene assemblato a partire da tre copie di ciascuna delle seguenti subunità funzionali (UreA, UreB, e UreC) secondo la seguente stechiometria: (UreA-B-C)3. L’attivazione in vivo dell’apoproteina richiede la presenza di 6 ioni Ni2+, anidride carbonica, e la presenza dei geni accessori dell’ureasi. Nella figura è mostrato il possibile ruolo delle proteine accessorie. UreD potrebbe funzionare come una proteina chaperon legandosi ad Apo-URE a formare il complesso Apo-URE-D che interagirà successivamente con UreF ed UreG costituendo il nuovo aggregato ApoURE-D-F-G che presumibilmente grazie all’intervento di UreE permetterebbe un ottimale assemblaggio degli ioni Ni2+ all’interno del sito attivo dell’apoenzima. UreE potrebbe quindi essere coinvolto nel trasporto citoplasmatico di Ni2+. Dopo l’attivazione di Apo-URE, le proteine accessorie si separano dall’enzima attivo per essere riciclate e poter interagire con la successiva molecola di apoenzima o con un’altra unità “UreABC” sulla stessa molecola (Mobley et al., 1995). 9 Ð Ruolo fisiologico delle ureasi batteriche Il ruolo fisiologico delle ureasi in molti batteri può essere duplice. In alcuni casi la degradazione dell’urea ha un ruolo “nutrizionale” poiché libera ioni ammonio che rappresentano una fonte di azoto assimilabile. In altri casi può anche essere un sistema efficace per il controllo del pH dell’ambiente (ecosistema) in cui vive il microrganismo. L’attività ureasica è sicuramente un ottimo sistema di controllo del pH a livello gastrico per Helicobacter pylori che grazie all’attività di una ureasi periplasmatica riesce a creare un microambiente neutro all’interno di un sistema estremamente acido. Analogamente anche S. salivarius, riesce a mantenere un pH vicino alla neutralità nelle regioni della cavità orale dei mammiferi che rappresentano il suo naturale habitat. Durante l’ingestione di cibo nel cavo orale si ha una forte diminuzione del pH che S. salivarius controlla idrolizzando l’urea a ammoniaca e CO2. Contemporaneamente, può utilizzare parte dell’ammoniaca generata dall’attività ureasica come fonte di azoto. Influenza dell’attività ureasica di S. salivarius sul livello di sopravviivenza a pH neutri o acidi . 10 Influenza dell’attività ureasica di S. salivarius sulla crescita in terreno colturale a basso contenuto di fonte di azoto . Ð Ruolo tecnologico dell’attività ureasica Influenza dell’attività ureasica di Streptococcus thermophilus sulla velocità di acidificazione in latte. Streptococcus thermophilus è un batterio lattico termofilo ampiamente utilizzato nel settore lattiero-caseario sia per la preparazione di latti fermentati che di formaggi. Il ruolo principale di S. thermophilus nel processo di fermentazione del latte è quello di determinarne una rapida acidificazione in seguito alla produzione di acido Llattico. La velocità di acidificazione è una importante caratteristica tecnologica dei ceppi batterici di impiego lattiero-caseario, poiché ritardi nell’abbassamento del pH possono avere effetti negativi sulla qualità del prodotto finito. Nello specifico, ritardi di acidificazione possono modificare sia le caratteristiche di consistenza (texture) che i livelli di umidità del prodotto fermentato. Inoltre, quando la fermentazione è condotta su latte crudo, ritardi di acidificazione della cagliata possono favorire lo sviluppo di popolazioni batteriche non desiderate (alterative o patogene). Infine, poiché i processi di fermentazione lattica operati da S. thermophilus sono condotti a temperature che oscillano dai 32 ai 42 °C, ritardi di acidificazione possono determinare aumenti dei costi di produzione (riscaldamento della cagliata). In S. thermophilus la velocità del processo di acidificazione può essere modulata da diversi attività metaboliche che riguardano il metabolismo del lattosio, il sistema proteolitico, e l’attività ureasica. Spesso è proprio quest’ultima attività metabolica ad interferire in maniera preponderante sul processo di acidificazione a causa della liberazione di ammoniaca dovuta all’azione idrolitica sulla molecola di urea (presente nel latte in concentrazioni variabili tra 0.2 e 0.4 g/l). In questo caso, il rallentamento della diminuzione di pH sarà più o meno intenso a seconda del contenuto di urea del latte. 11 6,5 Curva di acidificazione in latte magro ricostituito in presenza e in assenza di urea 6 pH attività ureasica 5,5 ritardo di acidificazione 5 4,5 0 5 10 15 20 Tempo (h) = Streptococcus thermophilus DSM 20617T (ureasi-positivo) in latte magro ricostituito addizionato di 0.5 g/l di urea = Streptococcus thermophilus DSM 20617T (ureasi-positivo) in latte magro ricostituito. = Streptococcus thermophilus A16 (ureasi-negativo) in latte magro ricostituito. Valutazione dell’attività ureasica con il metodo conduttimetrico 600 S. thermophilus Aureasi-positivo Conductance (µS) Conduttanza (µS) 500 = latte 400 = latte + 0.1 g/l di urea 300 = latte + 0.5 g/l di urea 200 = latte + 1 g/l di urea 100 0 0 5 10 15 20 Time (h) Tempo (h) 12 La determinazione della variazione conduttimetrica consente di valutare le cinetiche delle molecole cariche presenti in un mezzo durante la fermentazione. Mentre in un latte non fermentato la conducibilità è dovuta principalmente alla frazione di sali solubili naturalmente presenti, durante la fermentazione i cambiamenti di conducibilità sono legati alla produzione di acido lattico, alla solubilizzazione del calcio legato alla caseina e ad altre attività metaboliche coinvolte nella produzione di molecole cariche. In particolare l’idrolisi dell’urea e la conseguente produzione di ioni ammonio esercita una grande influenza sulla conducibilità del mezzo. Valutazione rapida dell’attività ureasica in ceppi batterici Una rapida valutazione dell’attività ureasica di un ceppo batterico può essere effettuata come di seguito descritto. - una sospensione di cellule opportunamente “lavate” in soluzione fisiologica viene addizionata a una soluzione contenente urea e rosso fenolo (indicatore di pH con un intervallo di viraggio tra pH 6.8 e 8.2 , da giallo a fucsia). - segue incubazione a 37 °C per 2 h. Ceppo A ureasi-negativo Ceppo B ureasi-positivo + NiCl2 ? Ceppo A ureasi-positivo Ni dipendente 13 Organizzazione genica dell’operone ureasi di Streptococcus thermophilus mRNA ureI ureA ureB ureC ureE ureF ureG ureD (18.9) (11.3) (11.5) (61.8) (16.9) (26.9) (22.9) (32.3) accessori strutturali 1 61 121 accessori MSFKMDREEYAQHYGPTVGDSVRLGDTNLFAAIEKDFTVYGQESKFGGGKVLRDGM GVSATETRDNPSVVDTIITGATIIDYTGIIKADIGIRDGKIVAIGRGGNPDTMDNV DFVVGASTEAIAAEGLIVTAGGIDLHVHYISADLPEFGLDNGITTLFGGGTGPADG 60 120 180 181 SNATTCTPGKFHITRMLQAVDDMPANFGFLAKGVGSETEVVEEQIKAGAAGIKTHE 240 241 DWGATYAGIDNSLKVADKYDVSFAVHTDSLNEGGFMENTLESFQGRTVHTFHTEGS 300 301 GGGHAPDIMVFAGKENILPSSTNPTNPYTTNAIGELLDMVMVCHHLDPKIPEDVSF 360 361 AESRVRKQTVAAEDVLHDMGALSIMTSDAMAMGRVGEVAMRCWQLADKMKAQRGPL 420 421 EGDSEFNDNNRIKRYVAKYTINPAITNGIADYIGSVEVGKFADLVIWEPAQFGAKP 480 481 KLVLKGGMLTYGVMGDAGSSLPTPQPRIMRKLYGAYGQAVHKTNLTFVSQYAYDHG 540 541 IKEEIGLNKIVLPVKNTRNLTKRDMKLNDYAPKTIRIDPQTFDVFIDDELVTCEPI 600 601 HTTSLSQRYFLF 612 Sequenza amminoacidica della subunità α dell’ureasi di S. thermophilus. Sono indicati in colore rosso i residui amminoacidici conservati e in blu i residui di istidina coinvolti nel legame con il Nichel. Gli amminoacidi del sito catalitico sono evidenziati in grigio. 14 Costruzione di un mutante di S. thermophilus ureasi negativo mediante knock-out del gene ureC regione polylinker ureCf ureCf eryR pGh9 repA(Ts) 3752 bp pMI42 repA(Ts) erm (4403 bp) Trasformazione in S. thermophilus per elettroporazione ricombinazione omologa su ureC ureB ureC * Ts repA erm ** pMI42 (4403 bp) ureCf ** ureC1 ureE * Ts repA erm ureC::pMI42 ureC2 ureE 15 Il nuovo clone di S. thermophilus, denominato Cl19 (ureC::pMI42), è ureasi-negativo. Curva di acidificazione in latte magro ricostituito in presenza di 0.5 g/l di urea 6,5 6,3 6,1 = Streptococcus thermophilus wild-type (ureasi-positivo) 5,9 pH 5,7 ritardo di acidificazione 5,5 5,3 = Streptococcus thermophilus Cl19 (ureC::pMI42) (ureasi-negativo) 5,1 4,9 4,7 4,5 0 5 10 15 20 Tempo (h) Curva di acidificazione in latte magro ricostituito in presenza di 0.1 g/l di urea e di diverse concentrazioni di NiCl2 6,5 6,5 wild-type Cl19(ureC::pMI42) 6 6 50 µM (NiCl2) pH pH 50 µM (NiCl2) 5,5 5,5 0 µM (NiCl2) 0 µM (NiCl2) 5 5 4,5 0 2 4 Tempo (h) 6 8 10 4,5 0 2 4 6 8 10 Tempo (h) La velocità di acidificazione in latte del ceppo ricombinante non è influenzata né dalla presenza di urea né dalla presenza di ioni Ni. 16 Il pathway dell’Arginina deaminasi NH3 H2O Arginina Arginina Citrullina ADI OTC A/O AP Pi Ornitina Carbamoil-P Ornitina ADP CK ATP OUT IN CO2 NH3 Gli enzimi coinvolti nel pathway dell’arginina deaminasi sono i seguenti: - ADI arginina deaminase - OTC ornitina transcarbossilasi - CK carbamato kinase Questa via metabolica è presente in molte specie di batteri lattici e in particolare in quelle che crescono e si sviluppano nel vino o in altre bevande alcoliche. Il pathway dell’arginina deaminasi è inoltre presente in molte specie di Streptococchi orali che sfruttano la produzione di ammoniaca per controllare il pH del loro habitat. Per quanto riguarda i batteri di interesse alimentare, la via di degradazione dell’arginina è presente in Lactococcus lactis, Lactobacillus sakei, Oenococcus oeni, Enterococcus faecalis, Lactobacillus plantarum, Pediococcus acidilactici e L. sanfrancisciensis. Nonostante che la degradazione dell’arginina rappresenti una fonte di energia per alcuni batteri, questo amminoacido non può supportare la crescita batterica in un terreno di coltura privo di fonti di carbonio. Sembrerebbe che gli enzimi del pathway dell’arginina deaminasi siano inducibili e inibiti dalla presenza di fruttosio (solo alcuni ceppi). 17 Implicazioni enologiche della degradazione batterica dell’arginina Oenococcus oeni, la specie batterica responsabile della fermentazione malolattica, possiede anche la capacità di degradare l’arginina. Questo amminoacido è presente nel mosto d’uva da poche centinaia di mg a 2,4 g/l, quantità che si riducono dopo la fermentazione operata dai lieviti vinari. Il consumo di arginina può avere effetti positivi sulla qualità finale del vino, sia a causa della riduzione di acidità dovuta allo sviluppo di ammoniaca, sia per la formazione di ornitina escreta nel mezzo che ha effetti di inibizione sulla crescita dei lieviti “ selvaggi ” indesiderati (Hansenula minuta). Di conseguenze elevate concentrazioni di ornitina conferiscono una potenziale stabilità biologica al vino. Deve inoltre essere considerato che l’arginina, in concentrazioni elevate, può conferire un sapore amaro al vino, per cui la sua degradazione migliora le caratteristiche organolettiche complessive del prodotto. nel mosto e nel vino 100 mg - 1-2 g/l N N N Sapore amaro N O ADI patway - Arginina Ornitina ? Etil-carbammato R - NH- COO-CH2CH3 + (cancerogeno) Innalzamento del pH del vino NH3 Hansenula minuta La formazione di etil-carbammato, un prodotto secondario dell’ADI pathway, è un aspetto decisamente negativo di questo processo metabolico, poiché si tratta di una sostanza cancerogena la cui concentrazione limite nel vino non dovrebbe eccedere i 15 ng/g. Questa sostanza si può formare spontaneamente in presenza di etanolo e molecole quali l’urea, la citrullina, il carbamoilfosfato e diversi amminoacidi sia ad alte che a basse temperature. 18 Impasti acidi e degradazione batterica dell’arginina Vengono definiti impasti acidi gli le miscele di farina, acqua sale e/o zucchero burro etc. in cui la fermentazione non è esclusivamente dovuta al comune lievito da pane (Saccharomices cerevisiae) ma anche ad una consistente popolazione di batteri lattici. Gli impasti fermentati che si ottengono vengono infatti definiti acidi a causa della presenza di acido lattico di origine batterica. Lactobacillus sanfrancisciensis è una delle specie di batteri lattici maggiormente coinvolte in questi processi fermentativi. Quando l’attività ADI di questa specie microbica si manifesta durante il processo fermentattivo si ha un influenza positiva sulla crescità della coltura, una maggiore tolleranza nei confronti dell’ambiente acido e una significativa produzione di ornitina che migliora le caratteristiche organolettiche del prodotto da forno (l’ornitina è il precursore del 2-acetil 1pirroline, molecola che conferisce il classico aroma di “cotto” ai prodotti da forno, popcorn-like smell). N N nell’impasto 0.5 mM N N O ADI patway Arginina NH3 + 2-acetil 1-pirroline (popcorn-like smell) Ornitina + Innalzamento del pH dell’impasto 19 Il metabolismo dell’acido Citrico (Journal of Bacteriology –1999- 181:1451-1457; -2004- 186: 5649-5660) COOCH2 HO IN OUT COO- COO- CH2 COO- CH2 1 2 HO COOCH2 COO- COO- CH3 COOacetato in E.coli CH2 O COOossalacetato 3 malato fumarato succinato CH3 O COOpiruvato 1 Citrato permeasi 2 Citrato liasi 3 Ossalacetato decarbossilasi Molti batteri utilizzano il citrato utilizzando la via metabolica di cui sopra, in particolare enterobatteri, alcuni patogeni (Klebsiella pneumonie, Vibrio, Salmonella) e diversi batteri lattici tra cui quelli appartenenti al genere Leuconostoc e Lactococcus. 20 In molti ceppi di Leuconostoc e Lactococcus lactis i geni che codificano per le proteine necessarie al trasporto dell’acido citrico (citQRP) sono localizzati plasmidi rispettivamente di 8 e 23 kb. In Lactococcus lactis, sia i geni citQRP plasmidici che quelli cromosomali citM-citDEFXG sono soggetti ad aumenti dei livelli di espressione in risposta a stress acidi. Il ruolo fisiologico del pathway dell’acido citrico in L. lactis è quello di facilitare il cometabolismo del glucosio e dell’acido citrico riducendo attenuando la tossicità dell’acido lattico che si accumula alla fine della fase esponenziale di crescita. + glucosio + glucosio 21 -- Citrato Lattato -- Citrato Lattato - - H+ Glucosio Lattato H ATP Lattato H + ADP CitDEF Lattato Ossalacetato H+ - H+ CitM + CO2 Piruvato citI citC DE F citX citG citM diacetile acetoino butandiolo mRNA mRNA citQ R P 22