Testimonianze A Mahajenga in Madagascar ospiti di don Abel Andramihaya Insieme per la promozione e l’educazione dei giovani P er alcuni anni don Abel Andramihaya è stato ospite e collaboratore nella nostra diocesi di Vicenza come responsabile del Centro pastorale per gli Africani di lingua francese a Creazzo. Ha inoltre intessuto legami con l’Unità pastorale di Creazzo e delle “Valli Beriche”, e al tempo dei suoi studi a Roma, aveva avuto molti contatti con la parrocchia di Arzignano. Al suo ritorno in Madagascar, quasi due anni fa, è stato incaricato dal suo vescovo di una parrocchia molto popolosa (50. 000 abitanti) della periferia povera di Mehajenga, città costiera del Nord-ovest. Qui ha trovato una esigenza particolare, la scuola secondaria per i giovani. Nel suo Consiglio Pastorale e con i genitori dei ragazzi è nata l’idea di costruire una scuola secondaria. Con l’aiuto degli amici di Vicenza e anche di Susa (To), ha realizzato una prima parte di questa scuola; ora c’è bisogno di pensare a proseguire il progetto. Il problema è la mancanza di terreno disponibile e di soldi. Nel gennaio scorso, siamo stati suoi ospiti – Mons. Alfredo Badini Confalonieri, Vescovo di Susa, don Francesco Frigo parroco dell’unità pastorale di Creazzo ed io – a Mahajenga e gli ho posto alcune domande: Don Abel, perchè ci tieni tanto a questa scuola? È un’esigenza delle famiglie di questo quartiere povero, che, finita la scuola primaria, non possono mandare i loro figli alla scuola secondaria: è molto lontana, costosa e, a piedi, diventa impossibile per loro andarvi Ma com’è la situazione dell’educazione della scuola qui in Madagascar? Vi sono tante scuole pubbliche e anche private, ma la qualità dell’insegnamento è scarsa. La Scuola cattolica è molto apprezzata; in essa c’è l’insegnamento previsto dai programmi del Ministero, ma noi diamo molto di più in educazione umana e cristiana; offriamo ai ragazzi anche il tempo pieno e abbiamo ottimi risultati. Come guarda lo Stato alle vostre scuole? Lo Stato permette le scuole cattoliche, anzi è favorevole, anche perchè sanno che danno ottimi risultati. Anzi molti de- gli alti funzionari e anche ministri sono usciti dalle nostre Scuole Cattoliche. Come vedi la situazione del tuo paese dal punto di vista politico, sociale ed economico, brevemente? Il nostro paese è in pace per fortuna. Non ci sono mai state guerre tra di noi. Ma siamo in un momento di transizione dal punto di vista politico: c’è un presidente provvisorio da tre anni, che non si decide, per svariati motivi, ad indire le elezioni, come ci si aspetta da tempo. Questa situazione di crisi politica pesa fortemente anche sulla situazione economica. Molte delle nostre risorse sono in mano di multinazionali e questo non aiuta il nostro Paese. C’è una situazione di povertà diffusa; non c’è gente che muore da fame, ma manca lavoro per tanti giovani e questo favorisce la criminalità. C’è la presenza poi a diversi livelli della corruzione. In questo contesto come si colloca la Chiesa cattolica all’interno del paese? La Chiesa Cattolica è la più numerosa, ad essa appartiene il 30% della popolazione; altri 30% appartengono alle varie Chiese protestanti (Evangelici, Calvinisti, Pentecostali..), 7% sono mussulmani e il resto segue la Religione tradizionale o nessuna religione. La Chiesa cattolica, con le sue scuole, i suoi centri di salute, le attività di promozione umana, aiuta molto la crescita umana del Paese. Per questa ragione è molto stimata dalla popolazione e un po’ temuta dalle Autorità, per la sua presenza popolare e la sua autorevolezza. Qual è l’impegno del Chiesa? Si impegna su due versanti: quello dell’evangelizzazione che avviene attraverso la testimonianza dei cristiani e i contatti personali. Esiste il catecumenato ed ogni anno qui in parrocchia abbiamo 70/100 battesimi di giovani e adulti. Il secondo versante dell’impegno della chiesa è quello della promozione umana che avviene attraverso la scuola – come quella che inauguriamo in que- sti giorni – e l’educazione delle giovani generazioni; la formazione ed educazione sanitaria attraverso molti dispensari e ospedali cattolici; la promozione femminile con attività di cucito, educazione igenico-sanitaria e gestione. Quale le sfide più importanti per voi e per la vostra Chiesa? Credo che sia la formazione umana e cristiana dei laici, dei molti laici che lavorano nella chiesa, ma anche la formazione dei laici per una testimonianza e un impegno responsabile e forte nella vita sociale. L’altra sfida mi pare sia ancora l’evange- lizzazione, sia per chi già è stato battezzato e anche per una buona parte della popolazione che non è stata ancora raggiunta dal Vangelo. Tu hai lavorato tre e più in mezzo a noi, in Italia. Quali differenze noti? La Chiesa Italiana è viva e dinamica, anche se c’è una certa diminuzione dei fedeli. Ho apprezzato molto il fatto che i laici partecipano alla vita ecclesiale, soprattutto nelle Unità Pastorali. Mi ha molto impressionato tutto il mondo del volontariato che, da voi, è un’enorme ricchezza. Forse c’è bisogno che le vostre liturgie diventino un po’ più vivaci e dinamiche e che la gente abbia meno fretta, quando viene a messa e anche nella vita quotidiana. Vedo un grande impegno della vostra Chiesa vicentina per la Missione e me ne congratulo. don Lorenzo Zaupa gennaio 2013 9