_______________________________EFSA Journal 2012;10(5):2669 Parere Scientifico sul benessere dei bovini tenuti in sistemi d’allevamento per la produzione di carne e sul benessere nei sistemi intensivi d’allevamento dei vitelli 14 maggio 2012 SINTESI In seguito a una richiesta della Commissione Europea, al Gruppo di esperti scientifici sulla salute e il benessere degli animali (Gruppo AHAW) è stata demandata la formulazione di un parere scientifico sul benessere dei bovini tenuti in sistemi d’allevamento per la produzione di carne e dei vitelli in sistemi intensivi d’allevamento. La Commissione Europea sta valutando la politica dell’Unione Europea sul benessere degli animali, tenendo presenti gli aspetti socio-economici e commerciali. L’obiettivo complessivo è il miglioramento del benessere degli animali. A questo fine, la Commissione ha chiesto all’EFSA di esprimere un punto di vista indipendente sui parametri basati sugli animali, ai fini della valutazione del benessere nei bovini, nei suini e negli avicoli. Prima dello svolgimento di questo lavoro per i bovini da carne e i vitelli, la Commissione ha richiesto un aggiornamento delle evidenze scientifiche riguardanti il benessere dei bovini tenuti in sistemi di allevamento per la produzione di carne e dei vitelli nei sistemi di allevamento intensivi, in particolare di valutare fino a che punto le conclusioni e le raccomandazioni contenute in due precedenti Pareri Scientifici, sono ancora valide. I pareri sono “Benessere dei bovini allevati per la produzione di carne” (SCAHAW, 2001) e “I rischi dello scarso benessere nei sistemi intensivi di allevamento dei vitelli” (EFSA, 2006). Il parere dello SCAHAV “Benessere dei bovini allevati per la produzione di carne” (2001) si differenziava dai pareri dell’EFSA, in quanto non comprendeva una valutazione formale del rischio riguardante il benessere. Più della metà del parere consisteva in una descrizione dei sistemi di produzione, della struttura dei ricoveri e del comportamento naturale dei bovini. Erano analizzati in dettaglio gli effetti della stabulazione, della gestione e dell’ambiente sul comportamento e su alcuni aspetti del benessere. Tuttavia, molti fattori che presentano un impatto sul benessere, come il miglioramento genetico e la genetica, l’alimentazione e i disturbi di origine alimentare, le interazioni fra gestione, malattie infettive e benessere, erano passati in rassegna solo sommariamente o per niente. Mentre il parere dello SCAHAW (2001) era a vasto raggio (per esempio, comportamento, mutilazioni), il presente parere esamina solamente nuove acquisizioni e corregge solo le conclusioni e le raccomandazioni in base a queste nuove evidenze. Mentre il parere dello SCAHAW (2001) contiene poche o nessuna evidenza, è stato necessario inserire riferimenti anteriori al 2001 e presentare nuove conclusioni e raccomandazioni. In questo parere sono stati presi in considerazione tutti i sistemi di allevamento dei bovini per la produzione di carne, da quelli intensivi, in cui gli animali sono stabulati nel corso di tutta la vita, a quelli semi- estensivi, in cui il finissaggio degli animali avviene al pascolo. Il parere dello SCAHAW non aveva preso in considerazione il benessere delle vacche allattanti e dei tori da riproduzione e, conformemente all’ambito del mandato, tale aspetto non è affrontato in questa sede. Tuttavia si raccomanda che sia approfondito in un mandato futuro. La parte riguardante il benessere dei vitelli nei sistemi di allevamento intensivi segue un approccio simile a quello del precedente Parere (EFSA, 2006). Aggiorna l’analisi delle evidenze scientifiche e l’approccio alla valutazione del rischio, da quando questi aspetti sono stati sviluppati e consolidati nel Parere Scientifico dell’EFSA (2012) “Linea guida sulla valutazione del rischio nel benessere animale”. Il sistema di produzione preso in esame si riferisce ai vitelli, provenienti dalle mandrie da latte e allevati per la produzione del vitello a carne bianca, a carne rosa o antecedentemente all’introduzione in unità produttive per la produzione di carne rossa. Nel Parere Scientifico dell’EFSA (2006) sul benessere dei vitelli nei sistemi intensivi non era stato affrontato l’aspetto riguardante il benessere dei vitelli giovanissimi (bobby calves) non desiderati, abbattuti poco dopo la nascita, e ancora una volta, per rientrare nell’ambito del mandato, non è preso in considerazione. Tuttavia, si raccomanda di analizzarlo in un successivo mandato. L’impatto dello stress da caldo e da freddo sul benessere dei bovini da carne non era stato preso in esame nel parere dello SCAHAV (2001), per cui è stato esaminato in dettaglio. Il bestiame da carne può tollerare e adattarsi a un intervallo ampio di temperature dell’aria e la produzione di calore metabolico aumenta con l’incremento dell’ingestione di alimenti. Di conseguenza, gli animali con le razioni più alte sono i meno sensibili al freddo e i più sensibili al caldo. Lo stress da freddo può essere ridotto rendendo disponibili ripari appropriati e un’area asciutta per il decubito. Si raccomanda, quindi, che agli animali tenuti in ricoveri chiusi o in sistemi di recinti all’aperto siano rese disponibili strutture e attrezzature per ridurre gli effetti di fattori che contribuiscono allo stress termico, quali correnti d’aria, precipitazioni, umidità relativa e insolazione. A condizione che queste siano efficaci, non è necessario provvedere al controllo della temperatura dell’aria. I bovini da carne allevati su pavimenti grigliati presentano una maggiore incidenza d’infortuni rispetto agli animali mantenuti su paglia o in aree inclinate, coperte parzialmente di paglia. La gommatura o l’utilizzazione di materassini di gomma su pavimenti di calcestruzzo, specialmente per le aree di riposo, riducono la prevalenza di lesioni podali e articolari. Tuttavia, ove possibile, i bovini stabulati su pavimenti di calcestruzzo fessurati dovrebbero avere accesso a un’area con lettiera. Per evitare la scivolosità, dovrebbe essere prestata particolare attenzione al tipo di materiale utilizzato per i fessurati. Nuovi risultati fanno ritenere che la castrazione effettuata solo mediante anello di gomma sia meno dolorosa rispetto all’impiego combinato della Burdizzo e degli anelli di gomma. La castrazione mediante anelli di gomma dovrebbe essere praticata solo in animali sotto i due mesi di età e lo scroto dovrebbe essere reciso dopo 8-9 giorni dall’applicazione dell’anello. E’ stato dimostrato che l’immunocastrazione riduce il comportamento aggressivo e sessuale nei tori. La castrazione chirurgica può generare complicazioni, come emorragia, infezione, infiammazione grave e tetano. Circa il 35% dei bovini da carne in Europa è castrato e circa il 15% è decornato mediante amputazione. Comunque, la castrazione o la decornazione con la sola sedazione determinano grave dolore e stress. Perciò, ai bovini di ogni età dovrebbe essere sempre praticata un’anestesia locale o regionale al momento delle mutilazioni chirurgiche, seguita da un trattamento analgesico sistemico per due giorni o più. La genomica e le tecnologie collegate offrono nuove opportunità di utilizzazione della variabilità genetica esistente per migliorare diversi caratteri importanti correlati al benessere, come la resistenza alle malattie, la fertilità, la tolleranza al caldo e il temperamento. Sono stati sviluppati con successo strumenti di selezione per identificare i portatori di geni deleteri e per controllare molte malattie genetiche e indotte dall’ambiente. Nella categoria delle malattie associate a patogeni, è in atto un rapido progresso verso l’attuazione della raccolta di dati, l’identificazione di marcatori del DNA e lo sviluppo di test che possono essere utilizzati nella selezione assistita da marcatori. Si raccomanda, pertanto, di condurre nuove ricerche finalizzate a sviluppare strumenti necessari per l’attuazione della selezione assistita da marcatori ai fini del miglioramento della resistenza generale alle malattie. I bovini da carne alimentati in modo intensivo con razioni ad alto contenuto di cereali (<15% di fibra efficiente dal punto di vista fisico) sono ad alto rischio di disturbi digestivi, specialmente acidosi ruminale subacuta (SARA,Sub-Acute Ruminal Acidosis). I bovini che vanno incontro a episodi ripetuti di SARA sono a rischio di paracheratosi ruminale, ascessi a carico del fegato e laminite. I provvedimenti per il controllo della SARA comprendono la somministrazione di sostanze tampone, di farmaci per stimolare la salivazione e di antibiotici (non consentiti nell’UE). Le razioni per il finissaggio dei bovini dovrebbero contenere almeno il 15% di fibra efficace dal punto di vista fisico, per ridurre il rischio di gonfiore, di SARA e sue conseguenze. Gli integratori alimentari per il controllo della SARA dovrebbero essere limitati a quelli che stabilizzano il pH ruminale tramite tamponamento naturale. La maggior parte delle malattie dei bovini da carne ha un’eziologia multi-fattoriale. Oltre agli agenti patogeni e alle condizioni legate all’animale, altri elementi comprendono fattori ambientali di stress che perturbano l’omeostasi nell’animale. Queste malattie possono diventare croniche se gli animali infetti non sono segnalati e trattati precocemente. La polmonite cronica si traduce in un benessere molto scarso, con dolore, asfissia e debilitazione. I vitelli che presentano una grave insufficienza respiratoria dopo trattamenti ripetuti dovrebbero essere abbattuti in allevamento. Per favorire un controllo efficace delle malattie infettive multifattoriali, i bovini dovrebbero essere mantenuti in ambienti che minimizzino lo stress fisiologico ed emotivo. Se i vitelli sono allevati per la produzione di carne bianca, è essenziale somministrare alimenti solidi contenenti quantità adeguate di fibra efficace dal punto di vista fisico, allo scopo di favorire lo sviluppo di un rumine sano e funzionale, di stimolare una ruminazione normale e prevenire comportamenti orali anomali. Le conclusioni del Parere dell’EFSA (2006) riguardanti il fabbisogno di ferro e l’anemia clinica nei vitelli allevati per la carne bianca sono ampiamente confermate da nuove ricerche. Tuttavia, sintomi clinici di anemia da carenza di ferro, comprendenti la soppressione del comportamento normale, possono già manifestarsi prima che si verifichi un’effettiva diminuzione dei livelli ematici di emoglobina. Nei vitelli allevati per la carne bianca l’integrazione orale con ferro può migliorare l’ingestione e la digestione di latte in animali che presentano livelli normali di emoglobina. Dovrebbero essere inseriti altri parametri clinici e biochimici, oltre ai livelli ematici di emoglobina, come indicatori di anemia, allo scopo di tutelare il benessere dei vitelli a carne bianca sottoposti a una limitazione dell’apporto di ferro con la dieta. Tuttavia, quest’aspetto necessita di ulteriori ricerche. La riduzione della disponibilità di spazio di decubito per animale da 1,25 m2 a 0,75 m2 per i vitelli con peso vivo fino a 100 kg e da 1,5 m2 a 1,00 m2 per quelli fino a 150 kg determinava una diminuzione del riposo simultaneo e della possibilità di decubito in posizione rilassata. L’aggiunta di un’area arricchita dal punto di vista ambientale a un sistema automatico di alimentazione liquida (distributori di latte) può ridurre significativamente la suzione incrociata (cross-sucking) in vitelli a carne bianca allevati in gruppo. La ricerca dovrebbe essere concentrata maggiormente sulla configurazione dei box, allo scopo di migliorare il comfort dei vitelli e di ottenere un arricchimento ambientale che migliori il benessere. Esistono risultati limitati riguardanti il rapporto fra tipo di pavimentazione e salute dei vitelli a carne bianca. Tuttavia, la prevalenza di gonfiore bursale nel ginocchio era significativamente maggiore in vitelli a carne bianca stabulati su pavimento di calcestruzzo (17% circa), rispetto a quelli tenuti su pavimenti fessurati di legno (7% circa) o su gomma o paglia (<1%). Tuttavia, la presenza di piccole quantità di paglia o di materassini di gomma su pavimenti fessurati di legno può tradursi in una situazione di disagio nel caso di umidità e sporcizia, salvo che la lettiera non sia ben gestita. I vitelli che non ricevono colostro di buona qualità dopo la nascita sono più sensibili alle malattie enteriche e respiratorie endemiche. I vitelli provenienti dagli allevamenti da latte devono assumere una quantità adeguata di colostro nel momento più appropriato. I fattori ambientali che predispongono alle malattie respiratorie sono la mancanza di ventilazione, l’alta densità di animali, le temperature estreme, l’umidità relativa e la concentrazione di ammoniaca elevate. La ventilazione dovrebbe essere regolata per mantenere le concentrazioni d’ammoniaca al livello più basso possibile, senza determinare correnti d’aria a livello degli animali. L’allevamento a gruppi dei vitelli si traduceva in un miglior benessere per questa specie sociale, eccetto che nel caso di malattie infettive, enteriche o respiratorie. Allo scopo di rendere minimo il rischio di uno scarso benessere, i vitelli dovrebbero essere gestiti in modo da rendere minima l’esposizione alle infezioni enteriche e respiratorie. In presenza di un forte rischio di infezione incrociata, può essere necessario evitare il contatto diretto fra i vitelli, pur mantenendo il contatto visivo, nelle prime settimane di vita, tenendoli in box o gabbie individuali. La previsione delle malattie comuni dei vitelli nei primi sei mesi di vita, come la diarrea e la sindrome respiratoria bovina, esige un approccio sistematico, consistente nel miglioramento della gestione delle condizioni di stabulazione; specificamente, preparazione della vacca, igiene dell’ambiente in cui avviene il parto, comprese una lettiera asciutta e pulita e un’elevata qualità dell’aria, somministrazione immediata di anticorpi materni, collocazione dei vitelli di provenienza diversa in spazi differenti, nessuna promiscuità con animali più vecchi, come pure attenzione accurata e risposta rapida a ogni sintomo di malattia. L’identificazione precoce degli animali ammalati è un elemento cruciale del successo delle terapie. L’analisi dei pericoli ha identificato i rischi più rilevanti per i bovini da carne e i vitelli in base all’entità e alla probabilità dell’effetto negativo. L’analisi per i bovini da carne ha portato a identificare tre categorie principali di problemi attinenti al benessere, attribuibili ai rischi connessi alla stabulazione e alla gestione: Malattie respiratorie: connesse a sovraffollamento, ventilazione inadeguata, promiscuità degli animali e insuccesso nella diagnosi e nel trattamento precoci. Disturbi digestivi: legati all’alimentazione intensiva con concentrati e alla mancanza di fibra efficace dal punto di vista fisico nella dieta. Disturbi del comportamento: legati a superficie disponibile inadeguata, promiscuità nei recinti e concentrati intensivi. I principali problemi di benessere per i vitelli allevati in sistemi intensivi, attribuibili ai rischi associati alla stabulazione e alla gestione, erano: Anemia da carenza di ferro: conseguenza diretta della limitazione dell’apporto alimentare di ferro adottata per produrre carne bianca. Disturbi digestivi e respiratori: legati a ingestione elevata di alimento liquido e consumo inadeguato di fibra efficace, dal punto di vista fisico, e infezioni incrociate conseguenti alla mescolanza di animali di origine diversa. Disagio e comportamento disturbato nel riposo: legati a pavimenti e spazio disponibile non adeguati.