LICEO STATALE “A. Meucci”
Anno Scolastico 2016/2017
DIPARTIMENTO DI SCIENZE
PROGRAMMAZIONE ANNUALE
Classi terze
Materia: Chimica
UNITÀ
Come sono fatti gli
atomi
OBIETTIVI
conoscenze
MEDIAZIONE DIDATTICA
abilità
contenuti
1. Protoni, elettroni,
-Le forze elettriche: la carica Spiegare l’origine delle forze elettriche e
neutroni
elettrica e la legge di
applicare la legge di Coulomb.
2.
Numero atomico e
Coulomb.
Illustrare le caratteristiche delle principali
di massa.
particelle subatomiche e la loro disposizione
-I primi modelli atomici: gli
3. Gli isotopi
reciproca.
elettroni e il modello atomico
4. La luce e lo spettro
Illustrare come la composizione del nucleo
di Thomson, il modello
elettromagnetico
consente di individuare l’identità chimica
atomico nuclearedi
5.
Orbite e orbitali
dell’atomo e di spiegare l’esistenza di
Rutherford, le particelle
6. Principio di
isotopi.
subatomiche.
indeterminazione;
Descrivere le reazioni nucleari distinguendo
-La carta d’identità degli
7. I numeri quantici
tra fissione e fusione.
atomi: il numero atomico, il
principali
8. Principio di esclusione di
numero di massa e gli isotopi, Descrivere le prove sperimentali che hanno
determinato l’evoluzione dei modelli
Pauli
le reazioni nucleari.
9. regola di Hund.
atomici.
-I modelli atomici: il modello
10. Livelli energetici e
Spiegare come attraverso lo studio delle
di Bohr, le transizioni
configurazione
energie di ionizzazione è possibile
elettroniche, il modello a
elettronica
individuare livelli e sottolivelli di energia
orbitali.
11. Regola dell’Aufbau




metodi
Lezioni frontali
Schemi riassuntivi
Ricerche individuali
Uso di piattaforme multimediali
e/o social forum
-Un modello per la struttura
elettronica: l’energia di
ionizzazione, livelli di energia
per gli elettroni, livelli e
sottolivelli.modello
quantomeccanico
La tavola periodica
UNITÀ
I legami
chimici
Il sistema periodico: la tavola
periodica di Mendeleev, la
struttura elettronica a livelli e
la tavola periodica attuale.
La tavola periodica e la
classificazione degli
elementi: elementi naturali e
artificiali; metalli, non
metalli e semimetalli.
Famiglie chimiche e proprietà.
Come variano le proprietà:
periodicità delle proprietà
chimiche, il raggio atomico
per gli elettroni..
Descrivere come Mendeleev ordinò gli
elementi a partire dalla periodicità delle
proprietà chimiche degli elementi.
Spiegare la relazione tra la struttura
elettronica e la disposizione degli elementi
nella tavola periodica in gruppi e periodi.
Classificare un elemento in base alla
posizione che occupa nella tavola periodica
Illustrare la classificazione degli elementi
sulla base delle principali proprietà fisiche.
Elencare le famiglie chimiche e illustrare
alcuneproprietà chimiche che le identificano
3.
. Distinguere e confrontare i
diversi legami chimici (ionico,
covalente, metallico)
o
r
e
Volume atomico
4. Carattere metallico
5. L’elettronegatività
OBIETTIVI
conoscenze
6
I gruppi e i periodi
dellatavola
periodica
2. Raggio atomico
1.
MEDIAZIONE DIDATTICA
abilità
Spiegare che cosa si intende in generale per
legame chimico e utilizzare la regola
dell’ottetto per prevedere la formazione dei
legami tra gli atomi.
. Stabilire in base alla
Illustrare i modelli fondamentali di legame:
configurazione elettronica esterna legame ionico, legame metallico, legame
il numero e il tipo di legami che
covalente puro, polarizzato e dativo.
un atomo può formare
Associare le proprietà macroscopiche dei
composti ionici, delle sostanze molecolari e
. Definire la natura di un legame
dei metalli ai diversi modi di legarsi degli
sulla base della differenza di
atomi.
elettronegatività
Prevedere, in base alla posizione nella tavola
periodica, il tipo di legame che si può
contenuti
1. legami chimici;
2. lunghezza di
legame;
3. energia di legame;
4. simboli di Lewis;
5. configurazione a
ottetto;
6. regola dell’ottetto;
7. legame ionico;
8. legame covalente;
9. teoria del legame di
valenza;
10. legame σ;




metodi
Lezioni frontali
Schemi riassuntivi
Ricerche individuali
Uso di piattaforme multimediali
e/o social forum
formare tra due atomi.
11. legame π;
12. legame covalente
omopolare;
13. legame covalente
eteropolare;
14. dipolo;
15. legame covalente
dativo;
16. struttura di Lewis
delle molecole;
17. legame metallico;
Le forze
intermolecola
ri e le
proprietà
delle sostanze
La forma delle molecole: la
geometria molecolare, il
modello VSEPR, la struttura
tetraedrica, struttura lineare e
struttura triangolare, strutture
più complesse.
Sostanze polari e sostanze
apolari: le molecole polari e le
molecole apolari.
Forze intermolecolari e stati di
aggregazione delle sostanze
covalenti: forze dipolo-dipolo,
forze di dispersione di London,
il legame a idrogeno.
1. La teoria VSEPR
Individuare se una molecola è polare o
2. Ibridazione degli
apolare, dopo averne stabilito la forma in
orbitali
base alle regole del modello VSEPR.
3. • interazioni di Van
Illustrare le forze che si stabiliscono tra le
derWaals
molecole e correlare le proprietà fisiche
delle sostanze molecolari con l’intensità di
tali forze.
Spiegare che cosa si intende per legame a
idrogeno e indicare tra quali atomi può
formarsi.
Interpretare i processi di dissoluzione in base
alle forze intermolecolari che si possono
stabilire tra le particelle di soluto e di
solvente.
Descrivere e rappresentare in modo
simbolico i processi di dissociazione e di
ionizzazione che portano alla formazione di
soluzioni elettrolitiche
Rappresentare le reazioni tra ioni in
soluzione che portano alla formazione di un
precipitato.
Classi,
formule e
nomi dei
composti
La valenza e il n° di ossidazione: Spiegare che cosa si intende per valenza e n° 1. La valenza e il n° di
ossidazione
la capacità di combinarsi degli
di ossidazione.
2.
Composti binari e
atomi, valenza, in n° di
Differenziare gli ossidi dei metalli da quelli
8
o
r
ossidazione e tavola periodica.
dei non-metalli
ternari
La nomenclatura IUPAC e quella Definire le principali classi di composti
3. Nomenclatura
tradizionale dei composti:
inorganici e, data la formula di un
tradizionale e
formule e nomi di ossidi, idruri,
composto, riconoscere la classe di
IUPAC
4.
La regola di Stock
idrossidi, acidi, sali.
appartenenza.
5.
Ossidi;ossidi
Utilizzare la valenza e il n° di ossidazione
acidi;ossidi basici;
degli elementi per scrivere le formule dei
a. idracidi;
composti.
b. idruri;
Rappresentare le reazioni che, a partire da un
c. perossidi;
dato elemento, portano alla formazione
d. sali binari;
delle varie classi di composti.
e. idrossidi;
Applicare le regole di nomenclatura IUPAC
6. ossoacidi;
e tradizionale per assegnare il nome ai
a.
radicali acidi;
composti e viceversa.
b. sali ternari;
Spiegare come la relazione tra struttura
7. • sali acidi
elettronica e periodicità delle proprietà
chimiche consente di individuare il concetto
di elettroni di valenza.
e
Materia: Biologia
UNITÀ
La struttura del
materiale
genetico
OBIETTIVI
MEDIAZIONE DIDATTICA
competenze
abilità
– Acquisire una visione
d’insieme dei diversi livelli
dell’organizzazione
strutturale gerarchica del
corpo degli animali
– Comprendere la
correlazione tra le
peculiarità cellulari e le
rispettive funzioni dei
diversi tipi di tessuti
Saper spiegare perché furono i batteriofagi
gli organismi scelti da Hershey e Chase
per il loro esperimento
– Saper ripercorrere le tappe del lavoro
sperimentale di Hershey e Chase
motivandone le scelte
– Saper descrivere la struttura degli acidi
nucleici quali polinucleotidi complessi
– Saper spiegare le differenze strutturali
tra le molecole del DNA e dell’RNA
contenuti
Procedura e risultati
dell’esperimento di Hershey
e Chase
-Nucleotidi e basi azotate
La struttura degli acidi
nucleici quale polimeri
formati dall’unione di
molti nucleotidi
Il lavoro degli scienziati
Watson e Crick e le




metodi
Lezioni frontali
Schemi riassuntivi
Ricerche individuali
Uso di piattaforme multimediali
e/o social forum
La duplicazione
del DNA, e il
trasferimento
delle
informazioni
genetiche dal
DNA all’RNA e
alle proteine
La trasmissione
dei caratteri
ereditari
–
Acquisire le
informazioni di base sulle
funzioni svolte dai sistemi che
insieme costituiscono il corpo
umano
-Comprendere il meccanismo
di duplicazione del DNA
sapendo motivare l’azione
degli specifici enzimi
-Acquisire il concetto che i
caratteri genetici si esprimono
mediante la formazione di
proteine
-Comprendere il significato
dei processi di trascrizione e
traduzione
-Capire l’importanza della
decifrazione del codice
genetico
Capire che la sintesi delle
proteine dipende dalla
corrispondenza tra ogni
codone della molecola
dell’mRNA e il rispettivo
anticodone del tRNA
– Capire il significato
genetico delle mutazioni
– Saper ricostruire il lavoro di Watson e
Crick motivandone l’importanza
Saper spiegare perché nella doppia elica
del DNA una purina si affianca sempre
a una pirimidina
-La duplicazione del DNA: separazione
dei due filamenti, inserimento dei
nucleotidi complementari e formazione di
due molecole identiche tra loro
-I punti d’origine della duplicazione e gli
enzimi coinvolti
Saper spiegare la relazione che c’è tra un
gene e una proteina
-Saper descrivere i processi che portano a
copiare le informazioni del DNA e a
convertirle in una precisa sequenza di
amminoacidi
-Saper spiegare che cosa si intende per
codice genetico
-Saper spiegare perché le triplette sono in
numero notevolmente maggiore
rispetto al numero degli amminoacidi
– Saper spiegare il significato del
processo di traduzione
– Descrivere la funzione dell’RNApolimerasi e dell’RNA messaggero
nella sintesi proteica
– Saper spiegare come il trascritto
primario viene modificato dal processo
di splicing per ottenere l’mRNA
maturo
– Acquisire nozioni sulla
storia del pensiero
Saper ricostruire, ponendole nell’enell’esatto contesto storico, le
intuizioni che hanno portato
alla costruzione del modello
1. Descrivere la modalità
di progressiva
duplicazione di un
segmento di DNA a
filamento doppio
2. Saper spiegare come il
modello di Watson e
Crick giustifichi il
perfetto meccanismo di
duplicazione
3. Saper spiegare la funzione
delle bolle di
duplicazione e degli
enzimi coinvoltiI
contributi di Garrod,
Beadle e Tatum
4. Le ipotesi “un gene-un
enzima”, “un gene-una
proteina”, “un gene-un
polipeptide”
5. Concetto di trascrizione e
traduzione
dell’informazione
genetica
6. Il codice genetico
7. Funzione dell’enzima
RNA-polimerasi e
dell’RNA messaggero
8. Il processo di splicing
1. La storia del pensiero
scientifico relativo
scientifico relativo
all’ereditarietà
– Comprendere le fasi e i
risultati del lavoro
sperimentale di Mendel
– Cogliere le relazioni tra le
leggi di Mendel e la meiosi
– Comprendere l’utilità dei
quadrati di Punnet per
prevedere le combinazioni
alleliche della prole
–
Acquisire dati sulle
principali malattie ereditarie
umane determinate da un
unico gene, in modo da
prevederne la frequenza nei
discendenti
principali tappe del pensiero scientifico
relativo all’ereditarietà
– Saper spiegare il significato del lavoro
sperimentale di Mendel, descrivendo il
metodo con cui attuò impollinazioni
incrociate
– Saper impostare quadrati di Punnet per
la definizione dei fenotipi e dei
genotipi negli incroci tra linee pure
– Saper collegare la legge della
segregazione al processo meiotico di
separazione dei cromosomi omologhi
– Saper costruire quadrati di Punnet
relativi a incroci di ibridi, per uno o più
caratteri, per prevedere le proporzioni
dei genotipi e dei fenotipi della prole
– Saper ricavare, mediante un testcross, il
genotipo ignoto di un fenotipo che
mostra il carattere dominante
–
Saper mettere in relazione gli
esperimenti di Mendel con le leggi della
probabilità
all’ereditarietà
2. Il lavoro sperimentale di
Mendel
3. Le linee pure e gli ibridi
4. Le leggi della
dominanza, della
segregazione e
dell’assortimento
indipendente
5. Il testcross
6. Mendel e le leggi della
probabilità
7. Caratteri genetici umani
che rispettano le leggi
di Mendel
8. Alcune malattie
ereditarie umane
determinate da un allele
dominante o da uno
recessivo
9. Saper costruire un albero
genealogico di caratteri
genetici di persone anche
affette da malattie
ereditarie quali:
albinismo, fibrosi cistica,
galattosemia,
fenilchetonuria, anemia
falciforme e morbo di
Tay-Sachs,
acondroplasia, morbo di
Alzheimer, corea di
Huntington e
ipercolesterolemia
Oltre le leggi di
Mendel
Comprendere come si possono
manifestare negli eterozigoti
fenotipi intermedi tra quelli
dei due genitori
Capire il fenomeno della
codominanza e il problema
della compatibilità dei gruppi
sanguigni
Capire le conseguenze della
pleiotropia e dell’eredità
poligenica
Le basi
cromosomiche
dell’ereditarietà,
i cromosomi
sessuali e i
caratteri legati al
sesso
Comprendere il significato
della teoria cromosomica
dell’ereditarietà
Capire le conseguenze
ereditarie del crossing-over e
della presenza di geni associati
Acquisire informazioni sulle
tecniche di mappatura dei geni
Comprendere come si
determina il sesso nella specie
umana e in altre specie
Capire le modalità di
trasmissione di caratteri umani
legati al sesso
– Saper spiegare perché dall’incrocio di
due linee pure può nascere una prole
eterozigote con un fenotipo intermedio
tra quello dei genitori
– Saper prevedere l’ereditarietà
dell’ipercolesterole-mia
– Saper spiegare le regole di compatibilità nelle trasfu- sioni di sangue facendo riferimento ai genotipi dei
diversi gruppi sanguigni
– Saper spiegare perché l’anemia
falciforme è particolarmente frequente
nella popolazione africana
– Saper distinguere tra pleiotropia ed
ereditarietà poligenica
– Saper costruire un quadrato di Punnet e
leggere i fenotipi risultanti in un caso
di ereditarietà di un carattere
determinato da tre geni
Saper mettere in relazione gli eventi della
meiosi I e II con le leggi di Mendel
Saper spiegare le anomalie
nell’ereditarietà dei geni associati rispetto
alle leggi di Mendel
Saper individuare nel crossing-over il
processo responsabile della
ricombinazione dei geni associati
Saper spiegare l’importanza degli studi
sulla mappatura dei geni, esponendo
anche alcune tecniche utilizzate nella sua
realizzazione
Saper spiegare come avviene la
determinazione del sesso nella specie
umana e in altre specie
Saper costruire quadrati di Punnet che
illustrino le diverse conseguenze, nel
1. La dominanza
incompleta
2. Gli alleli multipli, la
codominanza e i gruppi
sanguigni umani
3. La pleiotropia e
l’anemia falciforme
4. L’ereditarietà poligenica e
la variazione continua
1. La teoria cromosomica
dell’ereditarietà:
distribuzione dei
cromosomi durante la
meiosi e la fecondazione
2. Il caso dei geni associati e
le modalità della loro
trasmissione
3. Il crossing-over e le sue
conseguenze. Importanza
delle mappe geniche e
modalità della loro
costruzione
4. I cromosomi sessuali e la
determinazione
5. del sesso
6. Le modalità di




Lezioni frontali
Schemi riassuntivi
Ricerche individuali
Uso di piattaforme multimediali
e/o social forum
maschio e nella femmina, della
trasmissione dei geni
trasmissione di geni legati ai cromosomi
legati al sesso
sessuali
7. Alcune malattie
Saper illustrare le modalità di trasmissione
ereditarie umane
delle più importanti malattie umane legate
determinate da un allele
al sesso
dominante o da uno
recessivo
8. Saper costruire un albero
genealogico di caratteri
genetici di persone anche
affette da malattie
ereditarie quali:
albinismo, fibrosi cistica,
galattosemia,
fenilchetonuria, anemia
falciforme e morbo di
Tay-Sachs,
acondroplasia, morbo di
Alzheimer, corea di
Huntington e
ipercolesterolemia.
Alcune malattie causate
da geni posti sul
cromosoma X:
daltonismo, emofilia e
distrofia muscolare di
Duchenne
La regolazione
dell’espressione
genica
Saper individuare nel
meccanismo di attivazione
e disattivazione dei geni la
causa di una diversità delle
funzioni cellulari in cellule
eucariote appartenenti allo
stesso individuo
Comprendere il valore degli
studi sull’operone nelle
Spiegare il significato del termine
“espressione” genica.
Descrivere i vantaggi dell’espressione
genica.
Mettere in relazione un genoma con i
relativi proteomi.
Descrivere le diverse funzioni relative ai
differenti geni presenti nelle cellule
batteriche.
1. L’importanza della
regolazione genica
2. L’espressione genica.
3. Genoma e proteoma.
4. Geni attivi e inattivi. Il
controllo genico nei
procarioti
5. I diversi tipi di geni nel
DNA batterico: geni
ricerche relative
all’espressione genica
Saper comprendere le
complesse strategie messe
in atto dalle cellule
eucariote per controllare
con precisione
l’espressione dei suoi geni.
Evidenziare l’importanza di
un controllo genico anche
dei prodotti derivanti dalla
trascrizione.
Da Darwin alla
sintesi moderna:
variabilità e
selezione
naturale
Spiegare la struttura e il meccanismo di
azione di un operone; distinguere tra la
funzione di un induttore e di un
corepressore.
Mettere in relazione il grado di
condensazione di un cromosoma con la
sua capacità di esprimersi.
Spiegare la presenza dei corpi di Barr nei
nuclei delle cellule eucariote.
Descrivere come agiscono in modo
coordinato le varie componenti del
promotore eucariote.
Descrivere la funzione dei fattori di
trascrizione mettendoli a confronto con gli
induttori procarioti.
Sottolineare le differenze tra l’azione di
enhancer e silencer e il ruolo svolto dal
mediatore.
Spiegare l’utilità in campo medico della
tecnologia basata sui microarray.
Descrivere le diverse modalità del
controllo dell’espressione genica a
livello di traduzione
Comprendere le novità dal
Saper spiegare perché la teoria sintetica
punto di vista evolutivo
dell’evoluzione è considerata
fornite dalla genetica delle un’applicazione moderna della teoria di
popolazioni
Darwin
– Capire quali possono essere Saper definire con precisione i termini
i fattori che influiscono
specie e pool genico
sulla microevoluzione
Saper spiegare l’equilibrio di HardyComprendere lo stretto
Weinberg in termini di frequenza degli
rapporto esistente tra
alleli nel pool genico
variabilità genetica ed
Saper dimostrare come la deriva genetica
evoluzione
può provocare cambiamenti nella
– Capire le tre modalità
frequenza allelica nel pool genico
d’azione della selezione
Saper spiegare che il flusso genico e le
regolatori, strutturali e
costitutivi.
6. Componenti e regolazione
dell’operone batterico
7. Regolazione della
trascrizione negli
eucarioti
8. Eucromatina ed
eterocromatina.
9. I corpi di Barr.
10. Struttura e funzione del
promotore genico delle
cellule eucariote.
11. Funzione degli elementi
regolatori enhancer e
silencer
12. Regolazione genica
successiva alla
trascrizione
13. Repressori della
traduzione
1. La genetica delle
popolazioni e il pool
genico
2. L’equilibrio di HardyWeinberg
3. La deriva genetica:
l’effetto del fondatore e il
collo di bottiglia
4. Il flusso genico e il ruolo
delle mutazioni
5. La variabilità genetica:
cause e conseguenze
6. I clini




Lezioni frontali
Schemi riassuntivi
Ricerche individuali
Uso di piattaforme multimediali
e/o social forum
naturale
Dalla
microevoluzione
alla
macroevoluzione
: il concetto di
specie.
I meccanismi
della speciazione
Comprendere le cause della
biodiversità
Acquisire il concetto di specie
e le diverse tipologie di
definizione
Capire quali sono i fattori che
mantengono separate le specie
Capire quali sono le cause che
determinano la comparsa di
nuove specie
mutazioni possono essere cause di
7. Rapporto tra selezione
microevoluzione
naturale e variabilità
Saper dimostrare l’importanza della
8. Il successo riproduttivo
variabilità quale materiale di base perché 9. Le selezioni stabilizzante,
possa attuarsi un processo evolutivo
direzionale, divergente e
Saper descrivere le cause del
sessuale
polimorfismo
Saper dimostrare che il processo meiotico,
la fecondazione e le mutazioni sono tra le
cause della variabilità genetica di una
popolazione
Saper spiegare che cosa si intende per
successo riproduttivo (o fitness)
Saper spiegare in che modo la seleziona
naturale può ridurre, ma anche favorire, la
variabilità all’interno di una popolazione
Saper spiegare la differenza tra microevoluzione e macro-evoluzione
Saper spiegare perché non è sufficiente
che due organismi siano molto simili per
far parte della stessa specie
Saper descrivere quali aspetti devono
essere presi in considerazione per poter
affermare che due organismi
appartengono alla stessa specie
Saper distinguere tra isolamento
prezigotico e postzigotico
Saper ipotizzare in che modo la fioritura
delle piante possa essere influenzata da un
isolamento di tipo temporale
Saper spiegare perché la non-vitalità e la
sterilità degli ibridi sono esempi di
isolamento postzigotico
Saper spiegare in che modo due
popolazioni separate geograficamente
1. Concetto di
macroevoluzione
2. La tassonomia quale
sistema di
organizzazione delle
specie
3. Definizione di specie
biologica
1. Le definizioni di specie
morfologica, ecologica e
filogenetica
2. Le barriere riproduttive
prezigotiche e
postzigotiche
3. La speciazione allopatrica
4. L’instaurarsi delle
barriere riproduttive
5. La speciazione simpatrica
6. La radiazione adattativa
possono diventare due specie distinte
Saper spiegare in che
Saper elencare i possibili fattori che
modo due popolazioni
favoriscono l’insorgere di barriere
separate geograficamente
riproduttive tra due popolazioni isolate
possono diventare due
Saper spiegare perché si può instaurare un
specie distinte
isolamento riproduttivo senza che vi sia
7. Saper elencare i possibili
stato un isolamento geografico
fattori che favoriscono
Saper interpretare il caso dei fringuelli
l’insorgere di barriere
delle Galapagos come esempio di
riproduttive tra due
radiazione adattativa
popolazioni isolate
8. Saper spiegare perché si
può instaurare un
isolamento riproduttivo
senza che vi sia stato un
isolamento geografico
9. Saper interpretare il caso
dei fringuelli delle
Galapagos come esempio
di radiazione adattativa
Evoluzionismo
umano: dal
proconsul
all’Homo sapiens
sapiens
Comprendere che la storia
dell’uomo è molto lunga e
prende origine più di 50
milioni di anni fa dalla
comparsa dei primi individui
appartenenti ai primati
Individuare le tendenze
evolutive che hanno
selezionato i primi caratteri
distintivi degli ominidi
Comprendere l’importanza
degli studi di
paleoantropologia nella
ricostruzione della storia
dell’uomo e del lavoro
paziente di molti scienziati
Individuare e descrivere le tendenze
evolutive che sono alla base della
comparsa dei primi mammiferi e dei
primati in particolare
Evidenziare le differenze tra scimmie e
proscimmie.
Illustrare le differenze tra scimmie e
scimmie antropomorfe.
Distinguere tra antropoidei, ominoidei e
ominidi.
Analizzare il grado di parentela tra le
scimmie e gli esseri umani.
Descrivere le caratteristiche che
distinguono gli ominidi dagli altri
antropoidei.
Ricostruire in linee generali la storia dei
1. I nostri antenati più
antichi
2. I primi mammiferi
placentati.
3. Comparsa dei primati e
loro principali
adattamenti evolutivi:
pollice opponibile,
acutezza visiva, cure
parentali e postura eretta.
4. Principali linee evolutive
dei primati
5. Caratteristiche delle proscimmie.
6. Classificazione degli
antropoidei.
condotto in base al
ritrovamento di pochi
frammenti ossei.
Sapersi orizzontare nell’albero
filogenetico del genere Homo
individuando le specie in cui
le innovazioni evolutive hanno
creato le condizioni per
renderle vincenti sulle altre.
primi ritrovamenti fossili di ominidi.
Descrivere le caratteristiche morfologiche
e comportamentali di Homo habilis
confrontandole con quelle degli ominidi
precedenti.
Illustrare l’importanza evolutiva di H.
ergaster anche in relazione alle prime
migrazioni del genere Homo fuori
dall’Africa.
Evidenziare le differenze tra H.erectus e le
specie di ominidi che sono nostre dirette
antenate.
Ricostruire la storia dell’uomo a partire da
1,5 milioni da anni fa.
Evidenziare i diversi gradi di evoluzione
delle principali specie di ominidi
attraverso la complessità degli utensili da
esse usati.
Spiegare le cause della diffusione in
Europa e in Asia di H.
neanderthalensis e illustrare le ipotesi
della sua relativamente rapida
scomparsa
7. Le scimmie
antropomorfe: peculiarità
morfologiche e
comportamentali
8. La comparsa dei primi
ominidi
9. Il bipedismo.
10. I principali ritrovamenti
fossili dei primi ominidi
11. La comparsa del genere
Homo.
12. Gli ominidi più recenti
13. Caratteristiche
morfologiche e
comportamentali di
Homo ergaster, H.
erectus, H.
neanderthalensis e H.
sapiens.
14. Ipotesi sulle prime
migrazioni del genere
Homo fuori dall’Africa.
15. Diffusione in Europa
dell’uomo di Neanderthal
e di H. sapiens