Chapter 7 Business organization and behaviour

Capitolo 6
Introduzione alla teoria dell’offerta
David Begg, Stanley Fischer e Rudiger Dornbusch, Economia,
McGraw-Hill, 2008
Lucidi realizzati da Angela Besana e Valeria Bricola
La teoria dell’offerta
Le imprese costituiscono l’offerta di un mercato.
L’insieme di imprese omogenee e interdipendenti - per
tipo di produzione - fanno parte di un settore.
L’analisi delle caratteristiche strutturali di un settore dalle barriere all’entrata/uscita alla perfezione o
imperfezione dell’informazione - consente di
classificare il monopolio, la concorrenza perfetta, la
concorrenza monopolistica, l’oligopolio, ecc.
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6.1
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La teoria dell’offerta
La decisione dell’impresa circa il quanto produrre
dipende sia dai costi di produzione sia dai ricavi che si
possono ottenere dalla vendita dei prodotti
Costi di
produzione
Ricavi
L’impresa sceglie
quanto produrre
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6.2
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Forme giuridiche ed organizzative
delle imprese

Società individuali
–

Società di persone
–
–

possedute da un unico soggetto che ne ottiene i
profitti ma che ne è anche responsabile
posseduta da due o più persone
responsabilità illimitata
Società di capitali
–
–
–
–
la proprietà è divisa tra i possessori delle quote
(azionisti)
soggetto giuridico autonomo che ha la possibilità di
produrre e commerciare
responsabilità limitata
le azioni delle società quotate vengono scambiate in
borsa
6.3
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Le rilevazioni contabili
dell’impresa
Le imprese registrano due insiemi di
rilevazioni contabili relative alla
gestione:
–
–
le variabili FLUSSO, riferite a un
determinato periodo di tempo
le variabili STOCK, riferite ad un
particolare istante, o data
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Le variabili flusso

Ricavi
–

Costi
–

spese sostenute per produrre il bene o il
servizio durante il periodo
Profitti
–

le entrate dell’impresa derivanti dalla vendita
del bene o del servizio, durante un periodo
l’eccesso dei ricavi rispetto ai costi
Queste tre variabili sono sintetizzate nel
conto economico – o conto profitti e
perdite – di un’impresa
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6.5
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Le variabili stock





Attività
– il patrimonio di una società
Passività
– i debiti di una società
Capitale netto
– il saldo tra attività e passività
Queste variabili stock sono sintetizzate nello stato
patrimoniale – o conto delle attività e passività – di
un’impresa
Lo stato patrimoniale ed il conto economico costituiscono i
documenti fondamentali del bilancio dell’impresa.
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6.6
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L’economista ed i costi

I costi contabili
–

Il costo opportunità
–

spese effettivamente sostenute dall’impresa in
un periodo
ciò cui si è rinunciato (mancato guadagno) per
il fatto di non avere utilizzato le risorse nel
migliore degli usi alternativi
Extra-profitto
–
–
profitto ricavato in eccedenza rispetto a ciò
che si sarebbe ottenuto impiegando le risorse
al tasso di interesse del mercato
Gli economisti includono il costo opportunità
tra i costi totali dell’impresa
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Finanziamento e controllo
dell’impresa


Il finanziamento di un’impresa avviene
attraverso canali differenti: profitto non
distribuito, emissione di azioni,
accensione di prestiti, etc.
Il controllo di un’impresa è esercitato dal
soggetto che ne assume le decisioni
strategiche
–
Nel caso di separazione tra proprietà e
gestione dell’impresa, si può configurare il
problema principale-agente
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La scelta del volume di
produzione





Per qualsiasi livello di output, l’impresa cerca di
minimizzare i propri costi
Ipotizziamo che l’impresa cerchi di massimizzare i
profitti
I profitti dipendono sia dai COSTI sia dai RICAVI
– ognuno dei due varia al variare dell’output
Il costo marginale (MC) è la variazione del costo
totale conseguente alla produzione di una unità
addizionale
Il ricavo marginale (MR) è la variazione del ricavo
totale conseguente alla vendita di una unità
addizionale
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MC, MR
La massimizzazione dei
profitti
MC
Se MR > MC, un aumento
dell’output comporta un
aumento dei profitti.
Se MR < MC, una diminuzione
dell’output comporta un
aumento dei profitti
E
MR
0
Q1
Quantità prodotta ed offerta
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I profitti sono allora massimi
in Q1, dove MR = MC
(se l’impresa copre i propri
costi variabili)
6.10
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Le imprese cercano di
massimizzare i profitti?

Le grandi imprese sono guidate da manager
che non sono i proprietari
–

I manager potrebbero avere differenti obiettivi
–

separazione tra proprietà e controllo
ad esempio: la dimensione o la crescita
Ma le imprese che non massimizzano i profitti
sono più facili da scalare
–
oppure si potrebbero dare ai manager delle quote
azionarie ai fini di incentivarli al profitto
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Approfondimento: Non di solo profitto!
di Angela Besana
Già nei lucidi relativi al Capitolo terzo si è accennato al fatto che oggi gli
economisti non studiano soltanto il mercato, bensì anche il terzo settore o
settore no profit.
Le imprese non hanno come esclusivo obiettivo la massimizzazione del
profitto. Le imprese del settore no profit hanno come obiettivo di
massimizzare le entrate - dalla vendita del bene o servizio e dalla raccolta
fondi - e coprire i costi. Se il conto economico registra un profitto, le
imprese del terzo settore hanno l’obbligo di reinvestire l’intero profitto
nell’attività no profit.
Accanto ai manager lavorano i fundraiser, professionisti della raccolta fondi
che tramite tecniche come il mailing o la membership, come il click and
give o lo shopping to give - queste due ultime, tecniche web di
sollecitazione alle erogazioni online - cercano di massimizzare le
donazioni, le sponsorizzazioni, i contributi di diritto pubblico, privato e/o
internazionale.
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