109 La “violenza morale” (termine caro ai francesi e agli italiani) nei

MOBBING. LA VIOLENZA MORALE NEI POSTI DI LAVORO. RIFLESSI
SULL’INFORTUNISTICA SOCIALE
G. Di Mizio*, T. Crudo**, A. Lambardi*, P. Ricci*
La “violenza morale” (termine caro ai francesi e agli italiani) nei luoghi di
lavoro è problematica ormai attuale e concreta anche nel nostro paese: la profonda e rapida trasformazione dello stesso mondo del lavoro, fenomeni di globalizzazione, recessione, rapida evoluzione tecnologica ed organizzativa, motivati
timori di licenziamento con difficoltà di reinserimento stanno sicuramente favorendo la diffusione del Mobbing.
Numerose sono le definizioni di questa “patologia dei luoghi di lavoro”,
dalla originaria dell’etologo Konrad Lorenz del 1982 riferita al comportamento
di alcune specie di uccelli per allontanare dal gruppo un elemento non desiderato, a quella di Hainz Leymann del 1986, a quella di Harald Ege che, nel 1990,
definiva il mobbing come “forma di terrore psicologico sul posto di lavoro”.
Riteniamo ancora oggi valida ed esaustiva quella dell’Ente Nazionale per la
salute e la sicurezza svedese del 21 settembre 1993: “... per persecuzioni si intendono ricorrenti azioni riprovevoli o chiaramente ostili intraprese nei confronti di
singoli lavoratori, in modo offensivo, tali da determinare l’allontanamento di
questi lavoratori dalla collettività che opera nei luoghi di lavoro”.
Quanto alla durata minima di una condizione di Mobbing in grado di produrre effetti significativi sullo stato di salute, sulla base dei primi rilievi svedesi e
secondo Leymann, è non meno di sei mesi. I più recenti dati della Clinica del
Lavoro di Milano deporrebbero per un più lungo periodo, mediamente di due anni.
Alle prime richieste di risarcimento del danno alla salute del lavoratore in
sede civile, alle ripercussioni in sede penale (vedi casi ILVA Taranto e Genova),
c’è da aggiungere il recente coinvolgimento anche dell’ambito assicurativo - previdenziale e quindi dell’INAIL con le prime domande di riconoscimento quale
* Medico legale, Cattedra di Medicina Legale - Università Magna Graecia di Catanzaro
** Direttore Cattedra Medicina Legale - Università Magna Graecia di Catanzaro
*** Medico legale, Sede Provinciale INAIL - Catanzaro
109
malattia professionale. Questi i dati dell’Istituto Assicuratore Nazionale al
30/05/2002: novantadue casi denunciati; un caso ammesso a tutela INAIL quale
malattia professionale non tabellata; molti i casi ancora in esame.
In Calabria le domande per “Mobbing” avanzate all’INAIL al 30/06/2002
sono cinque, con un caso per provincia. Il caso denunciato a Catanzaro riguarda
il dipendente di una ditta di servizi che, a seguito di crisi aziendale, si è venuto a
trovare senza lavoro (così come buona parte dei suoi colleghi) e con un grave
stato depressivo quale estrinsecazione clinica, patologica del licenziamento.
Il caso è stato definito per mancanza dei requisiti assicurativi, in particolare
un rischio tutelato, in mancanza di “comportamenti” persecutori verso il singolo.
Non si hanno ancora nell’anno 2002, per la novità del fenomeno nell’ambito della infortunistica sociale, dati sul contenzioso giudiziario.
Le slide che seguono, schematizzano “status” e dati numerici del fenomeno
nell’Unione Europea e nel Nostro Paese, le basi giuridiche della tutela sociale
delle malattie professionali, la delibera del Consiglio d’Amministrazione INAIL
n° 473 del 26/7/2001 con la quale l’Istituto ha deciso di affrontare le problematiche sollevate dalla sempre più complessa realtà delle patologie professionali e,
nello specifico, delle malattie psico-somatiche da stress e disagio lavorativo,
compreso il Mobbing.
Le patologie invalidanti riconducibili al Mobbing sono soprattutto psichiatriche ed inquadrabili, nella maggior parte dei casi, fra i “disturbi dell’adattamento” con le varie manifestazioni cliniche: ansia, depressione, reazione mista,
disturbi emozionali o somatiformi, oppure, nei casi in cui l’evento lavorativo
assume connotati eccezionalmente minacciosi, estremi, nel “disturbo post traumatico da stress” (Bradey Wilson; DSM IV). Si tratta in entrambi i casi di danno
alla persona indennizzabile, quando sussistono i requisiti giuridico assicurativi e
medico legali, dall’Istituto Assicuratore Nazionale nell’ambito del relativo sistema di tutela sociale previsto dal recente D.Lvo 38/2000 che accoglie i ripetuti
inviti della Corte Costituzionale (Sentenze del 1991 n° 87, 356 e 485).
Le voci tabellari di riferimento per la valutazione medico legale del danno
biologico permanente nella infortunistica sociale (Decreto Ministero del Lavoro
e della Previdenza Sociale 12 luglio 2000 - Gazz.Uff. 25/7/2000) sono quelle del
disturbo post traumatico da stress, cui sono riconducibili anche i disturbi dell’adattamento.
Il Comitato Scientifico di cui alla Delibera del C.d.A. INAIL del 26/7/2001 è,
alla data in cui si svolge il Congresso, già insediato; si attendono, pertanto,
ulteriori istruzioni sull’argomento anche in relazione ad un più preciso inquadramento delle cosiddette situazioni di “costrittività organizzativa”.
Per quel che concerne il panorma Europeo, la Svezia è il primo paese ad
avere adottato una legge che riconosca il “mobbing” come malattia professionale fin dal 1993 (21 settembre). In Germania i danni da mobbing rientrano nella
casisistica delle malattie professionali (il sistema misto è entrato in vigore qualche anno prima che nel nostro Paese, non presenta scompensi, fa riferimento alla
110
“causa essenziale” - adeguata e proporzionata all’evento secondo la teoria di Von
Kries (fine ‘800).
In Spagna il problema rappresenta un problema emergente: il termine utilizzato per l’identificazione del fenomeno è “acosar”. Derecho Civil: art. 1089
(simile al nostro art. 2043 CC - responsabilità extracontrattuale) Derecho
Penal: art 147. (delito de lesiones). Art. 172: delito de coacciones (assimilabile
alla nostra “violenza privata”). In realtà, non esiste in Spagna una Legge specifica.
Per qual che concerne la realtà francese, nel 2000 è stata varata la prima
Legge specifica sul mobbing, in cui il fenomeno viene definito come un “insieme di azioni ripetute di violenza morale che hanno per oggetto e per effetto ... di
alterare la sua salute psicologica o mentale e compromettere il suo avvenire professionale”. La Legge si qualifica per l’introduzione dell’Istituto della inversione dell’onere della prova. Infatti è il “mobber” a dover dimostrare l’estraneità da
qualsiasi forma di responsabilità.
Il Parlamento Europeo ha approvato, il 20 settembre 2001, la risoluzione sul
Mobbing “A5-0283/2001” contro la violenza e le molestie sui luoghi di lavoro,
al fine di riconsiderare un generale principio di “umanizzazione” del mondo del
lavoro, all’insegna della dignità umana e del diritto di ogni individuo all’integrità psichica.
In Italia (fonte ISPEL del giugno 2000) circa 1.500.000 di lavoratori (8,2%)
hanno ... Per quel che riguarda l’ambito INAIL, l’attuale ordinamento giuridico
prevede le MP il cosiddetto sistema “misto”: ossia sia le malattie professionali
indicate nella tabella ... le quali siano contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni specificate nella tabella del DPR 1124/65); ultima lista nel D.P.R.
13/4/1994 n. 336 (tabellate), che le malattie diverse da quelle comprese nelle
tabelle o da qualle causate da una lavorazione specificata o da un agente patogeno indicato nelle tabelle stesse ex sentenza Corte Cost. 179/88 (non tabellate).
Appare necessario, inoltre ricordare la tutela ex sentenza 179/88 (non tabellate):
ammissione a tutela di ogni “malattia da lavoro”: la tecnopatia rappresenta ogni
condizione di menomazione della validità lavorativa della persona di cui sia
dimostrata la causa di lavoro. Ciò è ribadito, inoltre, nel comma 4 art. 10 L. Lgco
n. 38 del 23/2/2000. A tutto il 30/6/02 i casi denunciati in Calabria sono stati 5,
di cui 1 nella Città di Catanzaro. In Italia sono state presentate 92 denuncie al
baglio della Sovrintenenza Medica Generale: 12 il VA di Genova, 14 presso il VA
di Taranto, 66 casi di tipologia varia.
Un solo caso è stato attualmente riconosciuto.
Appare utile ricordare, inoltre, la delibera C.d.A. dell’INAIL n. 473 del
29/7/2001, ove si rileva l’apertura alla tematica delle malattie psichiche e psicosomatiche da “disagio lavorativo”, con la nomina di un Comitato Scientifico cui
affidare la realizzazione della suddetta iniziativa: cinque esperti in medicina del
lavoro, medicina legale, psicologia del lavoro, psichiatria forense, e responsabili INAIL per le funzioni centrali interessate.
111
Le prime indicazioni operative per la trattazione delle denunce di Mobbing
sono così schematizzate:
- l’assicurato deve produrre ampia documentazione su elementi di fatto del
rapporto casuale (rischio e malattia - onere della prova storica);
- elemento probatorio della denuncia del datore di lavoro ex art. 53 D.P.R.
1124/65 5° comma;
- riscontri oggettivi di quanto asserito dall’assicurato sotto il profilo del
rischio anche attraverso accertamenti ispettivi;
- istruttoria medico legale.
L’istruttoria medico legale è strutturata secondo le seguenti “fasi”:
- esame e valutazione della documentazione sanitaria prodotta per un primo
inquadramento della patologia;
- raccolta anamnestica: anamnesi lavorativa, familiare, personale fisiologica patologica remota e prossima;
- esame obiettivo;
- visita neurologica;
- visita psichiatrica con eventuali indagini in psico-diagnostiche;
- parere medico legale;
- invio del caso alla Sovrintendenza Medica Generale.
Per quel che concerne la diagnosi, si ritiene di focalizzare i seguenti punti:
- valutazione del rischio lavorativo: mediante un questionario standardizzato compilato e sottoscritto dal soggetto, ove si evidenziano eventuali comportamenti violenti per almeno 6 mesi (media 2 anni secondo la casistica
C.d.L. Milano - 5,5 dati ISPESL) con frequanza almeno settimanale degli
episodi di violenza; assenza di una reazione collettiva;
- valutazione dello stato anteriore del soggetto: accurata anamnesi familiare, personale patologica remota e prossima con la indicazione di una
anamnesi psichiatrica negativa;
- valutazione clinica: certificazione prodotta, esame obiettivo, accertamenti
specialistici.
Per la valutazione del danno biologico, si farà riferimento all’art. 13 del D.
L.vo 38/2000: la tutela di tale danno definito come “... la lesione alla integrità
psico-fisica, suscettibile di valutazione medico legale, della persona ...”.
La valutazione INAIL (D.M. 12/7/2000) Bradey Wilson: Arizona DSM IV:
reazioni ad eventi; Tabelle Danno Biologico indennizabile dall’INAIL.
180
Disturbo post traumatico da stress cronico moderato, a seconda della
efficacia della psicoterapia
Fino a 6
181
Disturbo post traumatico da stress cronico severo, a seconda della
efficacia della psicoterapia
Fino a 15
112
Il mobbing, pertanto, può effettivamente causare malattie psichiche e psicosomatiche di differente gravità. Queste possono essere denunciate all’INAIL
come malattie professionali “non tabellate”. L’onere della prova è a carico del
lavoratore; l’INAIL è inequivocabilmente parte attiva, così come indicato nella
delibera del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto, n. 473 del 26 luglio 2001.
Bibliografia
AA. VV. (a cura di A. Viscomi), Mobbing tra ragionevolezza e probabilità scientifica, Atti del
Congresso di Montepaone Lido 16-17 novembre - UNICZ Catanzaro 2002.
M. Bona. G. Monateri, U. Oliva, Mobbing: vessazioni sul lavoro, Giuffrè Editore, 2000.
S. Carrettin - N. Recupero, Il mobbing in Italia. Terrorismo psicologico nei rapporti di lavoro,
Edizioni Dedalo, Bari, 2001.
A. Casilli, Stop Mobbing. Resistere alla violenza psicologica sul luogo di lavoro, Derive Approdi,
Roma, 2000.
CGIL ,CISL, UIL Lombardia - ISPESL, Rischio Mobbing - Guida per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, ISPESL, Roma, 2001.
G. Cimaglia, Il mobbing: quale tutela assicurativa, Il (INAIL), n° 3 maggio/giugno 2002.
H. Ege, Mobbing. Che cos’è il terrore psicologico sul posto di lavoro, Pitagora Editrice, Bologna,
1996.
H. Ege, Il Mobbing in Italia. Introduzione al Mobbing culturale, Pitagora Editrice, Bologna, 1997.
H. Ege, M. Lancioni, Stress e Mobbing, Pitagora Editrice, Bologna, 1998.
H. Ege, I numeri del Mobbing. La prima ricerca italiana, Pitagora Editrice, Bologna, 1998.
P. Fucci, P. Rossi, La medicina legale degli infortuni e delle malattie professionali, Giuffrè Editore,
1999.
D. Gallotti, E. Cusmai, Mobbing, Editrice Ianua, Roma, 2001.
A. Giglioli, R. Giglioli, Cattivi capi cattivi colleghi, Mondadori, Milano, 1999.
R. Giglioli et Al., Documento di consenso. Un nuovo rischio all’attenzione della Medicina del
Lavoro: le molestie morali (Mobbing), in Med. Lav., n° 92, pp.1 e ss., 2001.
M.F. Hirigoyen, Molestie morali: la violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, Einaudi, 2000.
H. Leymann, The content and development at work, in European Journal of Work and
Organizational Psychology, 5/2, p. 165-184, 1996.
E. Ligi, Il mobbing in agguato, Data Ufficio Editrice, Roma, 2001.
A. Menelao, M. Della Porta, G. Rindonone (a cura di), Mobbing: la faccia impresentabile del
mondo del lavoro, Franco Angeli, Milano, 2001.
B. Rupprecht-Stroell, Mobbing: no grazie!, Tea Pratica, Milano, 2001.
P. Saolini, Mobbing. In costi umani dell’impresa, Edizioni Lavoro, Roma, 2001.
113