Tech
Gallery
Blog
La Sicilia.it
Giornale in edicola
Annunci
Per la Pubblicità
meteo
necrologie
LIBRI
Store
Nasce l'Archivio
27/06/2016
TORNA ALLA HOME / Salute
Giu 27, 2016 COMMENTI
Debutta il reality sui viaggi del ritocco, i 6 'no' dell'Aicpe
Milano, 27 giu. (AdnKronos Salute) - Debutto fra le
polemiche in Nuova Zelanda per 'Beauty and the Beach',
il primo reality show sui viaggi del ritocco estetico. Il
format, in onda da giovedì 30 giugno sul canale TVNZ,
seguirà 17 donne australiane e neozelandesi nella loro
avventura di aspiranti 'rifatte in trasferta'. Il timore di
molti è che il programma possa incentivare i cosiddetti
'bisturi trip', e a guidare il partito dei no sono i parenti di
alcuni pazienti morti dopo interventi di chirurgia plastica
low-cost eseguiti in Malesia. Ma anche dall'Italia si
levano voci critiche e l'Aicpe, Associazione italiana di
chirurgia plastica estetica, mette in guardia sui 6 rischi del turismo sanitario sempre più diffuso nel
nostro Paese.
"Il fenomeno è presente anche in Italia, in particolare per gli interventi di chirurgia plastica, e non è
esente da rischi - avverte Pierfrancesco Cirillo, segretario Aicpe - Il trend, nato negli anni '80, è
diventato più florido grazie a Internet. Molti pensano di poter unire l'utile al dilettevole, ossia una
vacanza di piacere con un intervento, e si fanno convincere dal prezzo più basso. Oltretutto - riflette
lo specialista - il viaggio è spesso un ottimo pretesto per chi non vuol far sapere a colleghi e amici
del ritocchino: si parte per una vacanza e si torna ringiovaniti o dimagriti, senza dover dare troppe
spiegazioni. In realtà le incognite di farsi operare all'estero sono numerose", ammoniscono i
chirurghi italiani: "Si rischia non solo di non raggiungere il risultato desiderato, ma anche di trovarsi
a fronteggiare un lungo calvario per porre rimedio alle complicazioni".
Ecco i motivi del 'no' al turismo sanitario low-cost espresso dall'Aicpe:
1) Comunicazione. "Uno degli aspetti più critici della chirurgia plastica - spiega Cirillo - è capire
quali aspettative ha il paziente sull'intervento: la visita accurata è un elemento fondamentale e non
sempre è facile capirsi tra paziente e dottore già quando si parla la stessa lingua. Se a questo si
aggiungono i problemi linguistici e di differenze culturali, la situazione è ancora più complicata e
cresce il rischio del paziente di non raggiungere il risultato desiderato";
2) Rischi sanitari. "Nei Paesi in cui la chirurgia plastica è low-cost non si può avere la sicurezza che
siano rispettati tutti gli standard garantiti in Italia - precisano gli esperti della Penisola - Non si ha la
certezza che i requisiti richiesti per una chirurgia sicura siano rispettati, che il materiale utilizzato, ad
esempio le protesi, non sia di qualità scadente, ma anche che il sangue sia sottoposto ai necessari
controlli. Si rischia così di contrarre infezioni o malattie come l'epatite B";
3) Assistenza pre e post-operatoria. "Il paziente ha poco tempo per valutare i pro e i contro
dell'operazione o per fare eventuali accertamenti pre-operatori - continua l'Aicpe - L'assistenza 'post',
invece, si interrompe con la partenza che di solito avviene un paio di settimane dopo l'intervento. Di
solito i chirurghi plastici includono nel costo dell'operazione una serie di visite successive, per
accertarsi che la delicata fase post operatoria proceda per il meglio e non ci siano complicazioni".
4) Chirurgo plastico e assicurazione. "Quando si sceglie un medico in Italia è possibile verificarne le
credenziali, la formazione e l'aggiornamento e giudicare dopo una prima visita se è la persona a cui
ci si vuole affidare, nonché ci si può accertare circa la sua assicurazione professionale - prosegue
l'Aicpe - La chirurgia plastica italiana, tra l'altro ha raggiunto un livello tra i più elevati al mondo,
che non ha nulla da invidiare ad altri Paesi occidentali, come dimostrano gli scambi reciproci con
società scientifiche straniere";
5) Costi. Il prezzo è sicuramente un elemento importante per decidere a quale chirurgo plastico
affidarsi, ma non deve essere l'unico criterio, puntualizzano gli specialisti. "Un intervento di chirurgia
estetica non è come un vestito o una borsa, che se sono di cattiva qualità si possono buttare via senza
grosse conseguenze - osserva Cirillo - Qui si rischia non solo un intervento deludente dal punto di
vista estetico, ma anche complicanze gravi. Bisogna considerare che un secondo intervento per
rimediare al primo non solo non è sempre possibile, ma sicuramente avrà un costo più elevato e non
sarà sempre risolutivo";
6) Vacanze. "Inutile scegliere località esotiche per pensare di godersi il mare dopo l'operazione conclude il segretario Aicpe - In realtà non è così perché non ci sono operazioni che consentono di
andare in spiaggia o in un museo dopo 24-48 ore".
COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tags: