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ETIOPIA
Nel Sud tra i popoli primitivi della valle dell’Omo
Tra i paesaggi, i mercati e le popolazioni più arcaiche dell’Africa Orientale
Viaggio di 11 giorni
Un viaggio ora reso confortevole grazie ai recenti bungalow di Turmi nel profondo Sud,
ma da affrontare sempre con spirito di adattamento. Uno scenario sempre vario
accompagna la discesa dall’altopiano verso sudovest. I laghi della Rift Valley, oasi con
milioni di uccelli, ippopotami e coccodrilli, immersi tra le estese savane che ricordano il
Kenya. Un’esperienza forte e unica tra le popolazioni più primitive dell’Africa che a
causa di un isolamento geografico-ambientale hanno mantenuto, ancora per ora, usi e
costumi tradizionali vivendo in villaggi sperduti e incontaminati. I Mursi, gli Hammer, i
Konso, i Nyangatom, i Dassanech, i Karo, gli Tsemay … un concentrato di etnie, il più
denso di tutto il continente. I loro semplici mercati e i caratteristici villaggi, le
fantasiose acconciature di bellissime donne, le decorazioni e le scarificazioni corporee
praticate da altissimi guerrieri, la vita legata a usi e abitudini ancestrali. Straordinari
gli incontri “on the road” con pastori vestiti di pelli e con corpo e viso dipinti come
fossero appena usciti da una foto del secolo scorso. I pittoreschi mercati del sud dove
vari gruppi etnici confluiscono, ciascuno dal proprio villaggio, distante anche alcune
ore a piedi, per vendere o barattare semplici mercanzie. Un colpo d’occhio unico!
Come unici e indimenticabili sono poi gli incontri con le donne Mursi che praticano
ancora l’uso dei piattelli labiali, residuo di antiche tradizioni. I villaggi Konso, coi loro
terrazzamenti (Patrimonio Unesco), e la lussureggiante regione del Kaffa, dove ancora
cresce il caffè selvatico, e il Monte Wonchi, un cratere vulcanico con un bellissimo lago
incastonato sul fondo. Un viaggio vario, non solo etnografico ma anche naturalistico,
attraverso un mondo destinato purtroppo a sparire. Il gruppo è accompagnato da un
nostro esperto tour leader.
PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenza del 29 Dicembre 2016
1° giorno (29 Dic) / Italia – Addis Abeba
Partenza da Milano Malpensa al mattino per Addis Abeba con voli di linea, con scalo
intermedio. Arrivo alla sera, disbrigo delle formalità doganali, accoglienza da parte dello
staff locale e trasferimento all’Hotel Intercontinentale (5*). Eventuale cena libera e
pernottamento in hotel.
2° giorno / Addis Abeba – i laghi della Rift Valley – Shashemene – Arba Minch
(circa 490 km)
Prima colazione e partenza verso sud per una bella tappa di trasferimento, tutta su
strada asfaltata. In fuoristrada lungo una delle più importanti arterie dell’Africa, che
arriva fino in Kenya. Si attraversa la regione dei grandi laghi posizionati sul fondo di
antichi vulcani: il lago Ziway, i laghi gemelli Shala e Abyata, i quali costituiscono un
Parco Nazionale, e il lago Langano. La strada è costeggiata da campi coltivati a orzo,
grano e “teff”, un tipo di cereale locale utilizzato per preparare la n’gera (il pane
etiope). Siamo nella Rift Valley, la grande spaccatura della crosta terrestre che corre
nell’Africa orientale da sud a nord. Si transita dalla cittadina di Shashemene,
importante crocevia lungo la “TransAfrican Highway”, da cui partono anche le strade
di collegamento con l’est del paese, verso l’altopiano del Bale, e con l’ovest, verso la
regione di Gambela. Con un po’ di fortuna potremo trovare qualche improvvisato
mercato locale lungo il ciglio della strada: ogni occasione è buona per vendere le
proprie mercanzie, anche quando c’è da attendere per pochi minuti che arrivi il taxibrousse o per qualche ora che passi la giusta corriera. Simpatici e colorati i
numerosissimi tuk-tuk, tutti dipinti seguendo fantasiose ispirazioni e non sono
infrequenti quelli dedicati a Bob Marley, il leggendario cantante rasta. Infatti
Shashemene accoglie una delle più grandi comunità rasta del mondo al di fuori della
Giamaica, da quando il negus Hailè Selassie (il cui nome di battesimo era per
l’appunto Ras Tafari Makonnen) donò delle terre intorno alla cittadina affinché la
diaspora degli africani nelle Americhe potesse ritrovare nell’Etiopia la ‘terra
promessa’. Pranzo lungo la strada.
Si devia per Sodo, situata sul margine del rift africano e cittadina più importante della
regione dei Wolayta. Immense vallate si aprono lungo il percorso e dall’alto è facile
intuire la frattura del rift e le sue diramazioni. La strada prosegue lungo le sponde del
lago Abaya. L’ambiente circostante è caratterizzato da paesaggi dolci e sono frequenti
gli incontri con la gente che a piedi carica di merci o al seguito di mandrie di animali,
cammina lungo il ciglio della strada, un perenne flusso ‘migratorio’. La vista del lago
Chamo preannuncia l’arrivo ad Arba Minch. Sistemazione presso lo Swaynes Hotel,
da cui si gode una stupenda vista sui laghi Chamo e Abaya. Cena e pernottamento.
3° giorno / Arba Minch – Konso – il mercato di Dimeka – Turmi (circa 280 km)
Partenza al mattino in direzione sud, sempre immersi in un ambiente di montagna,
verso la cittadina di Konso che prende il nome dall’etnia che popola queste terre e che
visiteremo sulla via del ritorno. Proseguendo lungo il tragitto gradualmente si scende
di quota e la temperatura diventa più alta. Anche la vegetazione cambia e cominciano ad
apparire le acacie ombrellifere che caratterizzano le grandi pianure del Sud. Superato
Key Afer si incontrano i primi villaggi della tribù Arbore, pastori nomadi di ceppo
Borana e discendenti dagli Oromo, che vivono in tukul costruiti con steli di papiro,
una tecnica costruttiva che mantiene fresco l’ambiente grazie a scambi di aria. Le
donne Arbore si vestono con lunghe gonne e s’impreziosiscono con collane di perline
di varie dimensioni. Si raggiunge Dimeka dove si tiene il caratteristico mercato del
sabato, principalmente frequentato dal popolo Hamer, di ceppo omotico. Questa etnia
vive ancora con tradizioni e un abbigliamento primitivo. Le donne, molto belle, con i
capelli a caschetto e lunghe treccioline ingrassate e colorate, sono vestite con pelli di
capra e raggiungono il mercato agghindate nelle loro acconciature più scenografiche
per far mostra di sé e contrattano indisturbate le mercanzie in esposizione, povere e di
uso quotidiano: miele, bucce di caffè, qualche cereale, polvere color ocra che viene
mescolata con grasso animale per decorarsi il corpo. Pranzo a picnic. Nel pomeriggio si
raggiunge quindi Turmi, grosso villaggio abitato dagli Hamer. Sistemazione in
bungalows al semplice e funzionale Evangadi Lodge, nei pressi di Turmi, in camere
dotate di zanzariere e servizi privati. Cena e pernottamento.
4° giorno / Turmi – villaggi Karo e il fiume Omo – etnia Nyangatom (circa 90 km)
Attraverso la savana si raggiunge il territorio delle tribù Karo, che si sviluppa lungo le
sponde dell’Omo, popolazione di ceppo omotico che vive in minuscoli villaggi di
capanne di forma circolare divise in due zone separate da un grande spiazzo centrale. I
granai per la conservazione del miglio e del sorgo poggiano su un ripiano in legno che
li isola dal suolo. Il tetto conico copre i muri circolari costruiti con frasche intrecciate
con molta cura. Ormai ridotti ad alcune centinaia di individui, i Karo hanno una
struttura atletica con un’altezza media di un metro e novanta. Gli uomini hanno una
cura tutta particolare per quanto riguarda l'acconciatura che viene studiata nei minimi
dettagli con pettinature stravaganti. I capelli impastati di grasso animale mescolato con
l'argilla e le decorazioni del volto e del corpo che vengono create con calce bianca,
minerali polverizzati e con disegni che riproducono il piumaggio di uccelli della
savana. Pranzo a picnic.
Arrivo a Kangate, villaggio sul fiume Omo, unico immissario del lago Turkana, dove
un ponte di recentissima costruzione unisce le due sponde. Su quella opposta ai Karo
vi sono stanziati i Nyangatom (o Bume, di ceppo nilo-sahariano), anche essi molto
“pittoreschi” per le loro particolari acconciature. Ritorno a Turmi in serata, cena e
pernottamento.
5° giorno / Omorate e l’etnia Dassanech – il mercato di Turmi – i villaggi Hamer e
la cerimonia rituale del ‘salto del toro’ (circa 130 km)
Partenza al mattino per Omorate, sulle rive del fiume Omo, percorrendo una pista che,
punteggiata da acacie, attraversa le sterminate pianure che proseguono verso il vicino
Kenya, il cui confine è all’orizzonte. Lungo queste savane poco abitate non è raro
incontrare mandrie di bovini condotti da pastori nomadi spesso completamente nudi o
vestiti solo con un perizoma e donne con pesanti carichi e con il corpo dipinto. Si
raggiunge il fiume Omo che scorre placido (a seconda delle piogge) col suo colore
marrone e dopo un percorso di circa 1.000 km sfocia nel lago Turkana. Fu la
spedizione dell’esploratore italiano Vittorio Bottego che nel 1895 scoprì il corso di
questo fiume misterioso. Omorate è un grosso villaggio dove vivono i Dassanech
(chiamati anche Galeb, di ceppo omotico), una etnia con usanze e tradizioni simili a
quelle di popoli vissuti migliaia di anni fa sulle medesime terre.
Rientro a Turmi in tarda mattinata per assistere all’interessantissimo mercato del
lunedì delle etnie Hamer, Karo e Dassanech.
Qui si ha la sensazione di trovarsi nel passato più lontano, assistendo alla
compravendita e al baratto di mercanzie che ciascuno ha portato a piedi dal proprio
villaggio, a volte lontano anche decine di chilometri. Oltre a ortaggi, latte, burro,
spezie e pelli, si trovano in vendita anche il tabacco in foglie, molto apprezzato, e le
tipiche zucche intagliate e decorate, utilizzate dalle donne come contenitori. Come in
tutti i mercati la contrattazione è d’obbligo, sebbene non troverete praticamente
nessuno che parli una lingua a voi conosciuta…ma anche questo è il bello della
contrattazione. Dopo pranzo si trascorrerà il pomeriggio visitando alcuni insediamenti
del popolo Hamer, tra i più interessanti della valle dell’Omo e si andrà alla ricerca di
qualche villaggio in cui, con un po’ di fortuna, poter assistere alla famosa cerimonia
del “salto del toro”. E’ una prova di abilità e coraggio che una volta superata decreta
il passaggio di un giovane allo status di adulto, consentendogli di poter prender moglie
e crearsi una famiglia, e che consiste nel saltare completamente nudo sopra la schiena
di una fila di tori affiancati e tenuti fermi per le corna dagli altri adulti del villaggio e
ripetendo la prova più volte. Un eventuale insuccesso sancirebbe l’allontanamento del
giovane dal villaggio, con disonore e – soprattutto – senza la possibilità di potersi
costruire una famiglia. Rientro a Turmi, cena e pernottamento. E se in cielo non ci
sono nuvole, preparatevi ad ammirare una incredibile notte stellata.
6° giorno / Turmi – il mercato di Alduba – incontri nella valle dell’Omo (i popoli
Tsemay, Ari e Benna) – Jinka (circa 110 km)
Al mattino, dopo la prima colazione, si lascia Turmi e ci si dirige verso nord in direzione
di Jinka. Sono molte le etnie che abitano il territorio che si attraverserà e le più
rappresentative che si incontreranno durante la giornata sono gli Tsemay, i Benna e gli
Ari. Gli Tsemay sono un’etnia dedita all’agricoltura e alla pastorizia. Gli uomini sono
riconoscibili per via della lancia di legno a punta di foglia mentre le donne s’adornano il
capo di treccioline, impomatate con il burro e poi colorate con una polvere rossa, e
indossano dei costumi a forma triangolare di pelli d’animale con le code penzolanti. I
Benna (o Bana) sono allevatori semi-nomadi che nei periodi stanziali coltivano sorgo,
sesamo e grano per la scorta annuale della famiglia. Gli uomini sono poligami, possono
sposare più donne ma solo se appartenenti alla stessa tribù e in base a quanto bestiame, o
altri beni, può dare in dote alla famiglia di ciascuna nuova moglie. Gli antropologi
ritengono che i Benna siano un sottogruppo degli Hamer, con cui condividono alcuni riti
e tradizioni. Spesso gli uomini si adornano il capo con delle piume mentre le donne
utilizzano soventemente le perline colorate per le loro acconciature.
Gli Ari vivono principalmente lungo i margini settentrionali del Mago National Park. E’
una etnia molto numerosa e stanziale, e in virtù del territorio fertile su cui vivono - il
loro è il più grande territorio di tutte le tribù della zona - sono sia coltivatori sia
allevatori. Le donne si decorano con una moltitudine di bracciali e di collane di perline
coloratissime intorno al collo, le braccia e in vita e tradizionalmente indossano dei
gonnellini ricavati da foglie di banano, anche se oramai vengono sfoggiati solo nelle
occasioni speciali. A differenza di altre tribù, gli Ari non vivono in capanne ma
costruiscono delle belle case dalle pareti e dai pavimenti intonacati con fango e argilla e
successivamente affrescate con bellissimi decori o begli abbinamenti di colori naturali.
Così, mentre gli uomini di giorno lavorano nei campi o conducono le mandrie al
pascolo, le donne si dedicano al mantenimento della casa e alla produzione di vasellame
in terracotta, di cui sono particolarmente abili.
Sosta al villaggio di Alduba, dove ogni martedì si tiene il mercato settimanale,
principalmente frequentato – oltre che dagli Hamer – dai Benna e dagli Tsemay.
Gironzolando per il piccolo mercato si assiste a degli interessanti momenti di vita
quotidiana perché il mercato non è semplicemente il luogo di baratto o compravendita di
prodotti di ogni genere ma è soprattutto un luogo di incontro e di confronto per gli adulti
e terreno di crescita per i bambini e gli adolescenti, che stanno scoprendo un mondo
nuovo fuori dal loro villaggio e conoscendo altri popoli così vicini geograficamente di
ma così lontani per costumi e usanze.
Pranzo a pic-nic. Nel pomeriggio si giunge a Jinka e sistemazione all’Eyob, semplice
hotel locale, in camere con servizi privati. Cena e pernottamento.
N.B. Questi piccoli e semplici hotel del sud, oltre ad avere talvolta un livello di pulizia
basso, ricevono anche una scarsa manutenzione. Noi cerchiamo di garantire tra le
migliori strutture disponibili sebbene lo standard sia più o meno lo stesso.
7° giorno / Mago National Park – popolazione Mursi – Jinka (circa 80 km)
Si attraversa una parte del Mago National Park, vasta area protetta dove si potranno
ammirare in particolare le timide scimmie colubus dal pelo nero frangiato di bianco,
che saltano di ramo in ramo, una delle specie endemiche del paese, ma anche antilopi,
gazzelle e bufali (piuttosto rari gli altri animali come elefanti e leoni). Percorrendo una
tortuosa pista attraverso la parte nord del parco, si raggiungono gli isolati villaggi
Mursi. L'incontro con questa popolazione (di ceppo linguistico nilo-sahariano) è
estremamente interessante anche se, proprio per la loro primitiva integrità e rudezza,
l'approccio non sempre è facile. Si viene attorniati dagli abitanti del villaggio che, con
una certa insistenza, chiedono i “birr”, la moneta etiope, per essere fotografati. Sono
decisamente imponenti e impressionanti con i loro corpi e visi dipinti, le scarificazioni
e le fantasiose acconciature che portano sul capo. Spesso sono anche armati, più per
costume che per un uso vero e proprio, con vecchi fucili o kalashnikov. Le donne,
sempre a seno nudo, e anch’esse con numerose scarificazioni corporee, usano portare
piattelli di argilla posizionati nel labbro inferiore, un’usanza unica e decisamente
interessante anche se le rende un po’ “mostruose”.
Rientro a Jinka e visita del piccolo ma interessante museo etnografico che accoglie una
buona collezione di oggetti tradizionali appartenenti a molteplici etnie del sud. Cena e
pernottamento in hotel.
8° giorno / Jinka – mercato di Key Afer – il popolo Konso – Arba Minch (250 km)
Partenza al mattino per l’ultima traversata delle grandi pianure del sud, nuovamente
fino all’insediamento di Key Afer per assistere al mercato del giovedì dei popoli
Tsemay e Arbore. Nell’assistere a scene di contrattazione di povere mercanzie (ortaggi,
tabacco, burro…) si apprezzeranno sia gli Tsemay sia gli Arbore nei loro costumi
migliori, tra cui spiccano le donne Arbore che si distinguono per vestire una sola gonna
di cotone, per la tipica acconciatura di treccine molto sottili che lasciano in evidenza una
linea laterale sul capo e per indossare monili d’alluminio e grandi e lunghe collane di
perline coloratissime. Lasciamo le vaste e aride distese del sud per risalire verso
l’ambiente rigoglioso e quasi montano dell’altopiano.
Siamo nuovamente nel territorio del popolo Konso e sembra di esser tornati alla
civiltà. I Konso, appartenenti al gruppo linguistico cuscitico, sono agricoltori stanziali
che coltivano i campi a terrazzamento, sfruttando e contenendo le piogge. Essi furono i
primi in Africa a praticare con ingegno questo metodo di coltivazione e i loro
terrazzamenti e le pratiche agricole sono state riconosciute dall’UNESCO come
Patrimonio dell’Umanità. Grazie anche alla loro abilità di tessitori, vasai e ottimi
artigiani forniscono ai Borana alcuni prodotti e utensili indispensabili per le loro
attività quotidiane. I villaggi Konso sono arroccati sull'alto delle falesie oppure attorno
a picchi dominanti le valli circostanti: essi costituiscono un esempio di architettura
primitiva tra i più interessanti per accuratezza di finiture e concezione distributiva dei
recinti familiari, comprendenti le diverse unità-capanne divise per funzioni (granai,
depositi, cucina, abitazioni). Per entrare nel villaggio il percorso è obbligato: ciascun
ingresso è caratterizzato dalla presenza di una capanna con volta enorme che è il
centro della vita sociale, la casa dove gli anziani si riuniscono per prendere tutte le
decisioni della comunità. Ogni villaggio dispone di uno spiazzo che funge da luogo
per incontri o le feste. Pranzo nella cittadina di Konso.
Si prosegue per Arba Minch. Risalendo di quota il paesaggio e la vegetazione cambiano
gradualmente e anche la temperatura diventa più fresca. La strada costeggia il versante
occidentale della Rift Valley fino al lago Chamo. Tutta la zona, grazie all’abbondante
presenza di acqua, è un habitat ideale per molte specie di animali e uccelli. Proprio la
ricchezza d’acqua e l’elevato numero di falde sorgive hanno dato il nome alla città di
Arba Minch, che significa letteralmente “quaranta sorgenti”. Esse non solo costituiscono
l’approvvigionamento idrico della città ma regolano anche l’equilibrio dell’ecosistema.
Arrivo nel tardo pomeriggio allo Swaynes hotel, cena e pernottamento.
9° giorno / Arba Minch – Chencha e il popolo Dorze – i Guraghe e la regione del
Kaffa – Giyon (circa 390 km)
Prima colazione e al mattino presto una deviazione di pochi chilometri dalla strada
principale, salendo su per una bella strada di montagna, conduce nel cuore del
territorio freddo e brumoso del popolo Dorze. Si giunge al villaggio di Chencha, a
oltre 2.000 metri di altitudine. I villaggi del popolo Dorze sono caratterizzati da grandi
e alte capanne (hanno un altezza media di 7-8 mt), di fattura accurata, costituite da una
intelaiatura di bambù e ricoperte da foglie di banano. Sono facilmente riconoscibili dal
loro profilo, con l’ingresso a forma di naso. Questa etnia si occupa prevalentemente
della filatura e della tessitura a mano del cotone, tant’è che qui è possibile acquistare
alcuni dei migliori tessuti di cotone di tutto il paese, completamente bianchi o con
coloratissimi motivi. Tutte le capanne hanno un piccolo giardino attiguo e tutt’attorno
si coltiva il falso banano, albero dalle cui radici i Dorze estraggono una polpa che
viene macerata e utilizzata per preparare il kotcho, il loro pane tradizionale, o per
essere fermentata, dando luogo a una bevanda fortemente alcolica.
Si riprende la strada principale verso nord fino a Sodo da cui si imbocca
successivamente la deviazione per Hosaena, necessaria per raggiungere Giyon, la
nostra destinazione nella regione del Kaffa. Si approfondirà la conoscenza del popolo
Guraghe, di origine semitico-cuscitica, che in questa regione vive in piccoli e graziosi
villaggi di capanne circolari costruite quasi interamente con tronchi, corteccia e foglie
del falso banano (ensete) che qui abbonda e che rappresenta anche l’alimento
principale della loro dieta. I Guraghe non sono tradizionalmente legati a una
particolare religione, praticano sia la fede musulmana sia la fede cristiana, e sono
rinomati per essere infaticabili lavoratori. Pranzo lungo il tragitto.
Si prosegue sull’altopiano, tra paesaggi spettacolari e ampie vallate, e giunti
all’incrocio con la grande strada che collega la capitale con Jimma, si svolta verso
Giyon (chiamata anche Weliso), località nota per la sua prossimità a delle sorgenti
calde di acque minerali. Sistemazione nei bungalows del grazioso e molto
confortevole Negash Lodge, immerso nel verde di un rigoglioso giardino che ospita
tanti animali e uccelli e con una piscina alimentata da una sorgente termale (non
sempre operativa, ndr). cena e pernottamento in lodge.
10° giorno / Giyon – il lago vulcanico di Monte Wenchi – Ambo – Addis Abeba –
partenza (circa 190 km)
Attraversiamo la regione più verde d’Etiopia che, grazie al suo mite clima e alla
laboriosità dei Guraghe, ha la più alta resa agricola ed è in grado di soddisfare non solo
il mercato locale ma anche di contribuire al fabbisogno nazionale. Qui si coltivano
principalmente mais, tè, legumi, cotone e la pregiata qualità arabica del caffè, oltre a
crescere spontaneamente il caffè selvatico. La leggenda vuole che fu proprio un
pastore etiope che avendo notato che ogni volta che i suoi animali masticavano e
ingerivano quelle “strane” bacche divenendo più agitate, decise di provarle lui stesso.
Nel XV° secolo i chicchi di caffè passarono dal Corno d’Africa ai paesi arabi, da qui
in Turchia e poi in Italia e…oggi è forse la bevanda più consumata al mondo.
Attraversando bellissimi paesaggi di montagna, in parte terreni agricoli e in parte
coperti da foreste naturali, si raggiunge il Monte Wenchi (3.220 mt), un vulcano
spento nel cui bellissimo e impressionante cratere si è formato un profondo lago. Si
scende lungo un ripido sentiero (circa 30m di cammino) fino al piccolo villaggio sorto
sulle sponde del lago. Qui gli abitanti coltivano i fertili campi all’interno della caldera.
Al centro c’è un’isoletta su cui è stata eretta la piccola chiesa di Cherkos. Il lago è un
posto davvero speciale, vi regna un’atmosfera di pace e tranquillità, sembra di vivere
fuori dal tempo. Si prosegue poi per la cittadina di Ambo, famosa per la fabbrica che
imbottiglia l’omonima acqua minerale gassata. Pranzo in un ristorante e ripartenza per
Addis Abeba. Nel pomeriggio breve visita della città e, tempo a disposizione
permettendo, possibilità di fare shopping nei caratteristici negozi che vendono oggetti
etnici. Alcune camere a disposizione all’Intercontinental Hotel 5* fino alle ore 18h30
per rinfrescarsi e cambiarsi prima di partire (una camera ogni 4 persone). Cena in un
ristorante e trasferimento in aeroporto, in tempo per i controlli e il successivo imbarco
sui voli di rientro in Italia, con scalo intermedio. Pernottamento a bordo.
11° giorno / Arrivo in Italia
Arrivo a Milano Malpensa in mattinata.
Sistemazioni solitamente previste (o strutture similari):
ADDIS ABEBA Intercontinental Hotel 5*
ARBA MINCH Swaynes Hotel
TURMI Evangadi Lodge (bungalows con servizi privati)
JINKA Eyob Hotel
GYION Negash Lodge
ADDIS ABEBA Intercontinental Hotel 5* (alcune camere)
IMPORTANTE – Facciamo presente che nel sud dell’Etiopia alcune sistemazioni sono
molto modeste, se non basiche, sebbene il grado di pulizia sia mediamente accettabile.
Talvolta la carenza di manutenzione o l’incapacità nella gestione non rendono le
strutture all'altezza delle nostre aspettative di standard, pur se il personale è
solitamente garbato e disponibile.
Nelle località più remote l’acqua corrente a volte può mancare per motivi diversi così
come l’acqua calda non sempre è disponibile. In alcune località la linea elettrica è
inesistente o soggetta a possibili black-out ma tutte le strutture sono dotate di
generatore elettrico. Da tenere presente che le strutture utilizzate sono comunque tra
le migliori disponibili fuori dalla capitale.
Altre informazioni:
Trasporti – Si utilizzano automezzi fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser o similari
(ultimi modelli, dal 2008 in poi) con massimo 4 passeggeri + autista per auto. Minibus
o bus previsti solo in Addis Abeba.
Organizzazione – Per il mezzogiorno si effettuano le soste per il pranzo a pic-nic o in
ristoranti locali. Acqua minerale sia ai pasti sia durante i trasferimenti. Guida o
autista/guida parlante inglese e nostro accompagnatore dall’Italia a partire da 8
partecipanti.
Pernottamenti – Ad Addis Abeba è previsto un hotel 5*, con il pernottamento
all’arrivo e alcune camere a disposizione per cambiarsi l’ultimo giorno, prima della
partenza. Gli hotel fuori Addis Abeba, a parte Arba Minch e Giyon, sono tutti molto
semplici e con grado di pulizia mediamente accettabile. A volte potrebbero avere
problemi con l’acqua corrente e con l’energia elettrica (anche se sono tutti dotati di
generatore elettrico).
Formalità burocratiche – Richiesto il visto d’ingresso, che si ottiene all’arrivo in
aeroporto ad Addis Abeba previo pagamento dei diritti ($ 50 o il corrispettivo in
Euro). Il passaporto, con almeno 2 pagine libere, deve avere validità residua di 6 mesi.
Clima – Nelle regioni dell’Omo temperature calde che oscillano dai 32°-38° di giorni
ai 20°-25° notturni. Stagione delle piogge in tarda primavera e inizio autunno ma
possibili rovesci anche negli altri mesi dell’anno. La stagione ‘secca’ va da Novembre
a Febbraio. Temperature piacevoli ma più fresche, sia diurne che notturne, ad Addis
Abeba e nella regione del Kaffa.
Disposizioni sanitarie – Per l’ingresso in Etiopia non è richiesta alcuna vaccinazione
obbligatoria se si proviene direttamente dall’Europa. Consigliata la profilassi
antimalarica. Informarsi presso l’Ufficio d’Igiene provinciale di propria competenza.
Grado di difficoltà – Viaggio un po’ sportivo, con una sola lunga giornata di
trasferimento, ampiamente ripagato dalla ricchezza paesaggistica ed etnografica dei
contenuti. Alcuni tratti vengono effettuati su piste polverose ma sempre in fuoristrada.
QUOTAZIONE PER PERSONA con partenza da Milano Malpensa :
€ 2.660 base 11-14 partecipanti, con nostro accompagnatore dall’Italia
€ 2.810 base 8-10 partecipanti, con nostro accompagnatore dall’Italia
Da aggiungere:
- supplemento singola
- supplemento alta stagione aerea
- tasse aeree, security e fuel surcharge
- copertura assicurativa di viaggio
(assistenza sanitaria, rimborso spese mediche, bagaglio,
infortuni, “rischio zero”) incluse spese amministrative
- costo individuale gestione pratica
€ 290
INCLUSO
€ 420
€ 73
€ 80
Facoltative:
- assicurazione annullamento viaggio facoltativa
comprensiva dell’assicurazione integrativa medico/bagaglio
4,5 %
- assicurazione integrativa facoltativa medico/bagaglio
(per aumentare da € 15.000 a € 55.000 il rimborso delle spese
mediche in loco e da € 750 a € 1.500 il rimborso bagaglio)
€ 45
Per le prenotazioni effettuate almeno 90 giorni prima della partenza, confermate
dietro versamento dell’acconto di viaggio, verrà accordata, senza costi aggiuntivi, la
polizza contro le penalità di annullamento viaggio e la polizza integrativa per alzare
i massimali di rimborso per spese medico/bagaglio
Data di partenza:
- (a) da giovedì 29 Dicembre a domenica 8 Gennaio 2017 (alta stagione aerea)
Le quotazioni includono:
voli di linea in classe economica, accoglienza e transfer privati da/per l’aeroporto, tutti i
pernottamenti in camere con servizi privati, pensione completa durante il viaggio, acqua
minerale o un soft drink ai pasti, un litro di acqua minerale per persona al giorno durante
i trasferimenti, trasporto con vetture fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser o similare e
minibus ad Addis Abeba, guida o autista / guida locale e nostro accompagnatore
dall’Italia, gli ingressi nei parchi e nelle varie località di interesse, dossier
informativo/culturale sull’Etiopia.
Le quotazioni non includono:
le bevande extra ai pasti e fuori dai pasti, le eventuali tasse governative in uscita dal
paese, il visto d‘ingresso, mance, extra e spese personali, le polizze contro le penalità di
annullamento viaggio e l’aumento dei massimali di rimborso medico/ bagaglio
(facoltative), tutto quanto non espressamente specificato sul programma.
NOTE IMPORTANTI
• La quotazione è calcolata col rapporto di cambio USD / EUR = 0,87 e con le tariffe
e le tasse aeree in vigore nel mese di Giugno 2016. In caso di oscillazioni del cambio
di +/- 3% a 20gg dalla data di partenza si effettuerà un adeguamento valutario.
• Per ragioni tecnico-organizzative o cause di forza maggiore – in fase di
prenotazione o in corso di viaggio – l’itinerario potrebbe subire modifiche o essere
effettuato in senso inverso, cercando di mantenere il più possibile invariate visite ed
escursioni programmate e cercando di rispettare i vari giorni di mercato.
• Le tariffe aeree prevedono classi di prenotazione dedicate, soggette a disponibilità
limitata di posti. Al momento della prenotazione e solo in caso di indisponibilità
della tariffa utilizzata per la quota del viaggio, verrà comunicato il supplemento.
• Molte compagnie aeree prevedono oramai l’emissione immediata del biglietto. In
tal caso verrà riferita questa informazione contestualmente alla conferma del viaggio,
per poi procedere all’emissione. L'acconto dovrà includere anche l'intero importo del
biglietto, che non sarà rimborsabile, e le penali del viaggio in questione derogheranno
dalle nostre pubblicate.
• L’importo delle tasse aeree dipende dal rapporto di cambio del USD e dal costo del
petrolio, stabilito dalle compagnie aeree. Il valore esatto viene definito all’atto
dell’emissione dei biglietti aerei.
Milano, 4 Luglio 2016 n.1
Organizzazione tecnica:
I Viaggi di Maurizio Levi
Via Londonio, 4 – 20154 Milano (Italia)
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