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I.T.I.S. “ Basilio Focaccia” – Salerno
Progetto “ Percorsi musicali nel Melodramma” – Anno scolastico 2009 - 2010
Gioacchino Rossini- breve biografia
Nato a Pesaro nel 1792, Gioacchino Rossini entrò al Conservatorio di Bologna all'età di quattordici
anni. Nel 1810 debuttò a Venezia con "La cambiale di matrimonio", farsa in un atto su libretto di G.
Rossi, accolta con successo, cui seguì il trionfo alla Scala di Milano nel 1812 con "La pietra del
paragone", opera giocosa in due atti su libretto di L. Romanelli: forma, questa, in cui espresse
pienamente il proprio talento, nonostante l'esordio, ancora da studente nel 1806, fosse stato
"Demetrio e Polibio", opera di genere serio, messa in scena a Roma solo nel 1812.
E proprio con un'opera seria, il "Tancredi", rappresentata nel 1813, Rossini - appena ventenne e già
famoso in Italia - conquistò le platee di Vienna. Nello stesso anno compose anche una delle sue più
grandi opere comiche, "L'italiana in Algeri", su libretto di A.Anelli, messa in scena a Venezia.
Con "Elisabetta, regina d'Inghilterra", presentata a Napoli nel 1815, inizia il periodo napoletano del
compositore, alla guida dei teatri reali della città fino al 1817.
Nel 1816, in meno di tre settimane, Rossini scrisse "Il barbiere di Siviglia" per il teatro Argentina di
Roma, su libretto di Cesare Stermini, ispirato a quello già musicato da Paisiello, tratto dall'omonima
commedia del 1775 di Pierre Augustin Beaumarchais. I tempi stretti portarono inevitabilmente ad un
fiasco della prima, accentuato anche dall'invidia degli ammiratori di Paisiello (che mal accettavano la
sfida del giovane Rossini di comporre la stessa opera del maestro), ma le rappresentazioni
successive confermarono il valore della composizione, che otterrà il plauso di Verdi: " Non posso che
credere 'Il Barbiere di Siviglia', per abbondanza di idee, per verve comica e per verità di
declamazione, la più bella opera buffa che esista".
Nel 1817 il compositore torna all'opera comica con "La Cenerentola", su libretto di Jacopo Ferretti,
presentata a Roma, e, nello stesso anno, compone la semiseria "La gazza ladra", su libretto di G.
Gherardini, messa in scena a Milano. Intanto a Napoli Rossini aveva presentato l'"Otello", su libretto
di F. Berio di Salsa, tratto dal modello shakespeariano. Più gradita al pubblico conservatore
partenopeo, l'opera seria fu il genere che in quegli anni Rossini rinnovò con il "Mosé in Egitto", su
libretto di A.L. Tottola (1818), "La donna del lago", ancora su libretto di Tottola, tratto da Walter
Scott, "Maometto II" (1820), su libretto di C. Della Valle, tratto da Voltaire. Nel 1822, invece, alla
conclusione della sua attività in Italia, il compositore tornò alla tradizione settecentesca con
"Semiramide", su libretto di G. Rossi, tratto da Voltaire, rappresentata a Venezia nel 1823.
Trasferitosi a Parigi nel 1824, Rossini iniziò con il rielaborare in francese il "Maometto II" e il "Moisé"
e, dopo qualche anno di silenzio, compose, direttamente in lingua, il "Comte Ory", su libretto di
Eugène Scribe e C.G. Delestre-Poirson, in scena all'Opéra nel 1828.
All'apice del successo, il musicista dette il proprio addio al teatro con un'ultima opera, il "Guglielmo
Tell", su libretto d'Etienne de Jouy e Hippolyte Bis, ispirato alla tragedia "Wilhelm Tell" di Friedrich
Schiller, rappresentata all'Académie Royale de Musique di Parigi nel 1829, capolavoro di perfezione,
destinato ad influenzare il teatro francese e quello italiano, di cui Donizetti scrisse "Rossini ha
composto il primo ed il terzo atto, Dio il secondo....".
Il silenzio compositivo di Rossini fu interrotto da lavori sporadici, tra cui lo "Stabat Mater" del 1841,
la "Petite messe solennelle" del 1863 e un gruppo di pezzi da camera, per pianoforte, e per voce e
pianoforte, raccolti sotto il nome di "Péchés de vieillesse" (Peccati di vecchiaia).
Gioacchino Rossini morì a Parigi nel 1868.
Realizzazione Prof.ssa Galdi Biondina – Referente del progetto
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