le acque dei monti della maddalena

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Comunità Montana
Vallo di Diano
Unione Europea
POR CAMPANIA 2000 - 2006 MISURA 1.9 - PROGETTI MONOSETTORIALI
“Recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio storico, culturale, archeologico,
naturale, etnografico e dei centri storici delle aree protette”
SIC IT8050034 “Monti della Maddalena”
PERCHÉ È STATO REALIZZATO UNO STUDIO IDROGEOLOGICO?
Le acque sotterranee costituiscono circa l’85% delle risorse destinate al consumo umano in Italia,
per cui la protezione di queste riserve strategiche, al fine di prevenire il loro degrado quantitativo
e qualitativo, è una delle finalità principali delle politiche di settore. In tale contesto diviene un
obiettivo primario la conoscenza e la valutazione del sistema che contribuisce alla formazione
della risorsa acqua. Pertanto la valutazione dell’acquifero e la ricerca della sua vulnerabilità
all’interno del sistema territoriale dei Monti della Maddalena sono stati posti come strumenti
necessari per avanzare ipotesi di gestione del SIC e del sistema territoriale di riferimento
all’interno del progetto di “Recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio storico,
culturale, archeologico, naturale, etnografico e dei centri storici delle aree protette” - SIC IT
8050034 – Monti della Maddalena della Comunità Montana Vallo di Diano.
La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi si definisce come la loro suscettibilità ad
assorbire e diffondere nello spazio e nel tempo un potenziale inquinante, responsabile di impatto
sulla qualità dell’acqua sotterranea; la vulnerabilità dipende, sostanzialmente, da almeno tre
principali processi che si producono all’interno del sistema sottosuolo esistente:
• lo spostamento dell’acqua attraverso l’insaturo, sino a raggiungere la superficie piezometrica
dell’acquifero soggiacente;
• la dinamica del flusso sotterraneo nella zona di saturazione dell’acquifero soggiacente;
• la concentrazione residua al suo arrivo nella zona di saturazione rispetto a quella iniziale, che
determina la capacità di attenuazione di eventuali impatti del sistema acquifero.
Ne consegue che la valutazione della vulnerabilità di un acquifero dovrebbe essere effettuata caso
per caso, tenendo conto delle caratteristiche fisiche e chimiche di eventuali inquinanti, del tipo di
fonte (puntuale, diffusa), dei quantitativi, dei modi e dei tempi di sversamento.
Scorci dei Monti della Maddalena All’eterogeneità del territorio dei
Monti della Maddalena corrispondono diversi livelli di vulnerabilità dei
suoi acquiferi.
IDROGEOLOGIA DEI MONTI DELLA MADDALENA
L’area dei Monti della Maddalena ha caratteri di notevole complessità geologico-strutturale legati
principalmente all’effetto della tettonica traslativa che ha portato le formazioni carbonatiche di
piattaforma a sovrascorrere sulle unità lagonegresi.
Dal punto di vista idrogeologico il territorio costituisce una interessante idrostruttura delimitata,
a nord, dalla faglia ad andamento antiappenninico che separa i calcari della piattaforma
carbonatica dalle dolomie. La discontinuità è interpretata come uno spartiacque idrogeologico
chiuso (Celico et alii, 1979). Il limite meridionale della idrostruttura è marcato dal contatto
tettonico dei terreni della piattaforma carbonatica con le Unità lagonegresi che costituiscono un
impermeabile relativo per l’acquifero carbonatico. I limiti idrogeologici, occidentale ed orientale,
sono dati dal contatto con i sedimenti alluvionali quaternari, rispettivamente del Vallo di Diano e
dell’Alta Val d’Agri.
Il complesso quadro geologico-strutturale caratterizzato da
una grande frammentazione e dalla conseguente presenza
di numerosi spartiacque idrogeologici di tipo fisso,
tamponanti e/o parzialmente aperti, ha consentito il
costituirsi di un acquifero “multisistema”, di non semplice
interpretazione, in cui è possibile riconoscere diversi bacini
sotterranei a circolazione autonoma o parzialmente
autonoma, aventi come recapito principale le sorgenti più
importati dell’area.
La seconda carta intermedia — Carta delle
pendenze
La carta delle pendenze contiene informazioni relative al
deflusso superficiale e presenta il territorio dei Monti
della Maddalena come caratterizzato da tre principali
classi di pendenze (alta, media, bassa); ad esse è
possibile associare un livello di rischio correlato alla
presenza di un deflusso rispettivamente consistente,
moderato e assente.
La presenza di un deflusso assente è da associare ad un
livello di rischio più elevato. Difatti nei terreni
pianeggianti l’acqua che defluisce tende a fermarsi e la
sua presenza crea più possibilità di infiltrazione nel
terreno proseguendo poi il suo percorso verso le falde e
gli acquiferi.
Essendo l’acqua un veicolo di inquinanti e sostanze
potrebbe, in caso di maggiore possibilità di infiltrazione,
trasferire questi composti alle realtà sottostanti la
superficie morfologica. Tale condizione aggraverebbe lo
stato di salute dell’acquifero e delle acque sotterranee.
Nelle zone collinari, a causa della loro morfologia e
pendenza, è presente un deflusso classificabile come
medio. Lo scorrimento dei flussi d’acqua superficiali ha
una capacità di infiltrazione minore rispetto alle zone
pianeggianti ma risulta responsabile della loro ricarica
diretta e quindi dell’aggravarsi delle situazioni di
stagnazione. Le aree collinari con presenza di deflusso
moderato possono quindi essere classificate come aree
a rischio medio.
Il rischio associato ai deflussi presenti nelle aree con
pendenza maggiore è da considerarsi basso. Tale
considerazione deriva dal fatto che la velocità dei
deflussi elevata, caratteristica di tali aree, non permette
una rilevante infiltrazione nel sottosuolo.
La terza carta intermedia — Carta della
permeabilità
Il terzo input utilizzato per elaborare la carta della
vulnerabilità è la carta della permeabilità, prodotta
elaborando i dati forniti dalla carta geologica, dall’analisi
del reticolo idrografico, dalla classificazione dei suoli in
base alla loro capacità di permeabilità, dai dati relativi
alle sorgenti e alle frane presenti nell’area. Le
informazioni ricavate dalla carta geologica sono state
associate a quelle relative alla classificazione delle
tipologie dei suoli.
Tale elaborazione ha permesso di ottenere dei dati
relativi alla porosità e alla permeabilità della copertura
superficiale della morfologia dell’area di studio. La
permeabilità è definita come la proprietà di rocce e
terreni di essere attraversati dai fluidi. Tale caratteristica
è quindi direttamente correlata al rischio di
inquinamento a cui è soggetto l’acquifero. I suoli aventi
una permeabilità elevata risultano quindi avere una
criticità maggiore per lo stato di salute dell’acquifero e
delle acque sotterranee.
Dall’analisi della carta geologica sono emerse quattro
tipologie di suolo con caratteristiche di permeabilità
riconducibili a tre classi: grado di permeabilità elevato
(cui si associa il livello di criticità più alto), grado di
permeabilità intermedio (cui si associa il livello di
criticità medio) ed infine il grado di permeabilità
inferiore (cui si associa il livello di criticità basso).
Paesaggi dei Monti della Maddalena
Carta delle pendenze (in rosso aree a bassa
pendenza, in giallo aree a media pendenza, in
verde aree ad alta pendenza)
Carta della permeabilità (in rosso aree ad alta
permeabilità, in giallo aree a media
permeabilità, in verde aree ad bassa
permeabilità)
Schema del ciclo idrogeologico
Come è stata elaborata la carta della vulnerabilità degli acquiferi?
La metodologia utilizzata per la redazione della Carta della vulnerabilità ha previsto la
sovrapposizione di tre diversi tematismi:
• la Carta dell’uso del suolo;
• la Carta delle pendenze;
• la Carta della permeabilità.
Alle tre carte intermedie è stato attribuita una pesatura in base al loro contributo al livello di
rischio di inquinamento dell’acquifero.
La prima carta intermedia — Carta dell’uso del suolo
La carta dell’uso del suolo elaborata nel 2000 CORINE Landcover è stata utilizzata quale strumento
per l’analisi delle tre diverse tipologie di copertura presenti sul territorio: tessuto urbano, aree
agricole e aree naturali. A queste tre classi di uso del suolo sono stati associati tre livelli di criticità
in base al grado di impatto esercitato sui sistemi ambientali.
La carta finale — Carta della vulnerabilità degli
acquiferi
La carta della vulnerabilità dell’acquifero è stata
prodotta dalle elaborazioni di tre file di input: la carta
dell’uso del suolo, la carta delle pendenze e la carta della
permeabilità. Le informazioni presenti all’interno delle
tabelle dei tre tematismi sono state omogeneizzate al
fine di ottenere una più facile analisi dei dati e delle
informazioni per la produzione dell’elaborato finale.
Attraverso un’operazione di overmapping sono state
sovrapposte le tre carte intermedie. Alle aree di
sovrapposizione generate è stato associato un livello di
criticità dell’acquifero secondo una metodologia che
utilizza il seguente ordine di priorità:
1. carta dell’uso del suolo
2. carta delle pendenze
3. carta della permeabilità
Ai livelli di criticità dell’acquifero sono infine state
associate le seguenti 4 classi di vulnerabilità
dell’acquifero:
• Alto
• Medio alto
• Medio basso
• Basso
Carta della vulnerabilità (in rosso aree ad alta
vulnerabilità, in arancione aree a vulnerabilità medio-alta, in giallo aree a media vulnerabilità, in verde aree a bassa vulnerabilità)
Tabella illustrativa dei contenuti della
carta dell’uso del suolo
LE ACQUE DEI MONTI DELLA MADDALENA
COMUNITA’ MONTANA “VALLO DI DIANO”
Viale Certosa, 1
www.montvaldiano.it
84034 PADULA (SA)
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Business Unit Servizi per il Territorio
Via Savelli, 56 - Padova
www.infracom.it
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