Il Paginone pag.sedici «Trasformeremo la tv in protagonista digitale» ha detto Ballmer, Microsoft, firmando un contratto col gruppo indiano media Reliance. N°20. 19novembre-2dicembre2007 I l trend è in atto da circa 18 mesi: tutte le grandi emittenti tv americane si sono alleate con Internet consapevoli di quale enorme bacino di utenti possa offrire. Ma quest’anno, e in particolare la stagione autunnale, ha segnato la svolta per Abc, Cbs, Nbc e Fox. Che cosa è cambiato? Più programmi vengono trasmessi su Internet - e non sono solo trailer e clip, ma spesso puntate intere e a volte vere anteprime. Inoltre, gli show sono trasmessi non solo sui siti delle emittenti, ma anche su altri, grazie agli accordi siglati con i maggiori player del settore. I network vedono enormi potenziali guadagni da questo tipo di broadcasting: James McQuivey, analista della Forrester Research, dice che il revenue dai download e dal video streaming sostenuto da pubblicità potrebbe raggiungere circa 800 milioni di dollari quest’anno. Secondo Adams Media Research la cifra potrebbe arrivare a 6 miliardi di dollari entro il 2011. La parabola compiuta dalla Abc (gruppo Walt Disney) è l’emblema della nuova strategia online adottata dai maggiori network americani. A maggio dell’anno scorso, Abc è stata la prima delle grandi emittenti a offrire i suoi show più popolari gratuitamente e in versione completa sul web. Abc si è messa d’accordo con Aol della Time Warner per far rivedere le puntate dei suoi nuovi programmi il giorno dopo su Internet, nonché le repliche delle vecchie serie. Ha aperto la strada a tutte le altre grandi emittenti, che sono poi andate oltre con strategie spesso aggressive: accordi con i maggiori portali per una distribuzione capillare dei contenuti e messa online delle premiere degli show della nuova stagione, ovvero passaggio su Internet ancor prima che in tv. Uno stacco netto con la politica delle emittenti europee, per esempio la Bbc col canale i-Player, o la Rai con il suo sito Internet: si limitano a mettere online alcuni dei programmi già mandati in onda più qualche contenuto esclusivo. La scelta del- L’ Il revenue dai download e dal video streaming potrebbe raggiungere 800 mln di dollari quest’anno E 6 mld entro il 2011 la premiere è ardua e controversa, ma alcune aziende Usa l’hanno seguita con decisione, a cominciare dalla Nbc. A settembre ha offerto, gratuitamente, il download dei primi episodi delle serie “Chuck,” “Life” e “Journeyman” su Amazon.com, prima di trasmetterli in tv. Dopo la messa in onda, i download sono stati resi disponibili su iTunes. La strategia, come spiegano gli executive della Nbc, cerca di coinvolgere lo spettatore facendolo diventare in prima persona marketer del programma: se l’ha visto su Internet e gli è piaciuto, ne parlerà agli amici e nuovi spettatori si aggiungeranno. La stessa strategia di offrire un “assaggio” del programma su Internet ha già contribuito l’anno scorso al successo della serie “Heroes” della Nbc, quando circa 350.000 persone hanno visto in streaming la prima puntata su Yahoo. La strategia della Nbc prevede anche altre iniziative. Innanzitutto la venture online con la Fox, chiamata Hulu, che dovrebbe partire proprio questo mese e che permetterà agli spettatori di rivedere i programmi Nbc e Fox su Aol, Msn (Microsoft), MySpace DIETROFRONT Michael Benson (Abc Entertainment) si è piegato alla logica del Web L’apripista è stata Abc che ha anticipato sul web i suoi show più popolari L’hanno seguita tutti i big dell’emittenza americana Perché dall’incrocio rete-tv proviene un forte odore di dollari anteprima su Internet è un buon modo di farsi pubblicità o di perdere spettatori? Un interrogativo di fronte al quale anche le emittenti più scettiche hanno dovuto cedere. Abc, che pure qualche mese fa dichiarava di non credere nella trasmissione delle premiere su Internet (“Non vogliamo bruciarci la premiere”, parola di Michael Benson, executive vp marketing della Abc Entertainment) è dovuta tornare sui suoi passi: non solo ha trasmesso le prime puntate dei suoi show autunnali su Aol il giorno dopo la messa in onda, ma è in trattative con diversi siti per creare una vasta piattaforma di distribuzione digitale per i suoi programmi, esattamente come ha fatto la Cbs con la Cbs Interactive Audience Network o Fox ed Nbc con la loro venture per la distribuzione digitale Hulu. Allearsi con altri siti significa attrarre più spettatori online e generare più entrate pubblicitarie. La Cbs dice che la sua Interactive Audience Network piace agli advertiser: in quattro mesi, ha prodotto milioni di dollari di entrate pubblicitarie. I maggiori marketer sono d’accordo: “Le abitudini dei consumatori stanno cambiando”, dice Bob Dees, della divisione corporate marketing and media North America di Procter & Gamble. “Il nostro piano di comunicazione non si può limitare alla tv, il video online ha un ruolo sempre maggiore per raggiungere i consumatori”. Le emittenti stanno ancora cercando di capire se il mo- Al MediaGuardian Edinburgh International Television Festival, Vint Cerf, alias il “padrino di Internet”, uno dei ricercatori che ha contribuito alla nascita della rete negi anni ’70, ha parlato del futuro della televisione. La sua visione è chiara: il piccolo schermo è destinato a grandi trasformazioni. E anche la tv tradizionale potrebbe dover rivedere profondamente i propri modelli. Adottando uno slogan, Cerf ha detto che la tv sta attraversando l’era iPod o “iPod moment”. “L’85% di tutti i video che guardiamo sono pre-registrati, per cui si può programmare un sistema per scaricarli in qualunque momento”, ha detto. “Si avrà ancora bisogno della televisione per alcuni servizi, come i notiziari, gli eventi sportivi e le emergenze, ma il piccolo schermo si trasformerà sempre più in una sorta di iPod, dove si scaricano contenuti che si guardano in un momento successivo”. La fase seguente sarà il passaggio dalla tv a Internet: la maggior parte dei contenuti televisivi si guarderanno online, un cambiamento che potrebbe segnare la fine delle emittenti tradizionali a favore dei servizi interattivi. Fase Beta. La carica dei siti che offrono social networking anche sui video Il suo miglior nemico Break,” “Bones,” “American Dad” e “KVille”. Prison Break e K-Ville sono andati in onda su Internet (senza pubblicità; sono rimasti online solo un numero limitato di giorni) e su altri siti: oltre ai portali della News Corp. Fox.com e IGN.com, anche su AOL.com, Yahoo, TVGuide.com e altri, parte della joint venture Hulu. “Questo approccio sottolinea l’importanza del coinvolgimento degli spettatori che E MySpace lancia il net-telefilm Entertainment a micro-puntate concepite ad hoc per il Web Quando lo sceneggiatore passa dalla tv a Internet. È successo per due grandi nomi della tv americana, Marshall Herskovitz (foto) ed Edward Zwick, vincitori dell’Emmy, che hanno deciso di produrre telefilm per il web. Si tratta di 36 episodi da otto minuti di una serie chiamata “Auarterlife” trasmessa su MySpaceTV.com. La serie è la più costosa mai prodotta per la Rete, anche se Herskovitz non ha voluto dire quanto spenderà. Tratta di sei personaggi creativi, giovani, e l’intreccio include un “realissimo” video blog. Prima di questa, MySpace aveva trasmesso un’altra serie, intitolata “Afterworld”, storia animata di un uomo che si sveglia e scopre che la maggior parte della popolazione mondiale è scomparsa. Creata dalla società di Santa Monica Electric Farm Entertainment, la serie si svolge in 130 puntate, ciascuna di due-tre minuti; è visibile gratuitamente e finanziata con le entrate pubblicitarie. “È un esperimento interessante nello sviluppo dell’intrattenimento online”, secondo Mike McGuire, analista dei media digitali della Gartner. MONDI IN DIALOGO Si sta diffondendo rapidamente il fenomeno di osmosi fra contenuti per Internet e per la tv aiutano col passa-parola e con i forum di discussione su Internet,” ribadisce William Bradford, che dirige le strategie di contenuto alla Fox. Un po’ meno aggressivo l’approccio della Cbs, che offre un mix di puntate intere e clip di serie come “Csi” o di spettacoli come il “Late Show With David Letterman” o le notizie presentate da Katie Couric attraverso la sua Cbs Interactive Audience Network, rete di partner che permette di vedere i programmi dell’emittente non solo sul sito della Cbs ma anche su molti altri, compresi Joost, Bebo e Sling Media. Non basta. Sempre più spesso le emittenti allegano alle clip contenuti originali pensati appositamente per il web: si va dai video musicali associati alle anteprime di Csi ai videogiochi online proposti da CW in connessione con la serie “Reaper”, cui si accede tramite le sue pubblicità su siti come Yahoo, Aol, Gamespot e Ign. CW ha persino creato una copia virtuale dell’Upper East Side di Manhattan, dove è ambientato il telefilm “Gossip Girl”: i navigatori possono crearsi degli avatar e recarsi negli stessi luoghi frequentati dai personaggi della serie. “È un modo ancora confuso con cui le aziende dell’entertainment cercano di entrare nel futuro della distribuzione dei video”, commenta Tim Hanlon, executive Vp della Denuo, società di consulenza del gruppo Publicis. “Ma anche una tacita ammissione che il classico metodo di distribuzione dei network tv non soddisfa più il modo in cui le persone guardano la televisione”. «Con questo sistema anche un film per pochi appassonati può conquistare una platea di centinaia di milioni di utenti» rebbero un canale di distribuzione, come quelli del Soho Shorts Film Festival di Londra o del FiberFib Music Festival di Benicassim in Spagna o del nostro Giffoni. “Produzioni che un tempo non trovavano uno sbocco, su Internet possono essere più facilmente portate al pubblico”, continua Zingarelli. “Siccome l’audience di Internet è vastissima, anche un filmato per pochi appassionati può conquistare un’audience di centinaia di milioni di persone”. Un modello estremamente interessante per tutti i produttori di contenuti (ai quali Babelgum propone un semplice contrattoquadro di condivisione degli introiti pubblicitari, il cosiddetto “revenue sharing”), ma anche per gli inserzionisti, che hanno di fronte la platea mondiale del web. “Il modello cui facciamo riferimento è quello dell’erogazione gratuita di contenuti, finanziata con la pubblicità”, dice Zingarelli. Ma non ci sarà il tradizionale U n numero importante di persone sta utilizzando blog, podcast, wiki e social network per esprimersi e per condividere competenze nell’interesse collettivo, dando vita a nuove forme di opinione pubblica e a sistemi innovativi di mediazione tra le visioni del mondo di ciascuno. Il libro guida il lettore in un giro turistico dentro la parte “abitata” di Internet, in un percorso che abbina analisi degli strumenti e delle opportunità a panoramiche teoriche. Emerge un sistema di relazioni e di produzione di contenuti che ha nella partecipazione spontanea degli individui il suo motore. DI SERGIO MAISTRELLO 240 PAGINE, 14,90 EURO TECNICHE NUOVE L Zingarelli, Babelgum:«Con i produttori contratti di revenue sharing sugli introiti pubblicitari» on è la tv portata su Internet. È un modo completamente nuovo di fare televisione. Così parla di sé Babelgum, la web tv fondata da Silvio Scaglia e guidata dall’ad Valerio Zingarelli. “Siamo ancora nella fase beta, ovvero sperimentale, della nostra applicazione. Ma a primavera 2008 prevediamo il lancio ufficiale con tutti quegli strumenti di interattività e social networking cui gli internauti sono abituati, anche quando guardano i video”, spiega Zingarelli. Ma cosa si può vedere su Babelgum? Potenzialmente, tutto. Al momento si può accedere a circa 2.000 ore di contenuti video sia tramite un bouquet di nove canali tematici (sport, animazione, fiction, documentari, news, musica...) sia tramite la creazione di canali personalizzati, creati dall’utente per soddisfare proprie passioni. “È questo il vantaggio della proposta di siti come Babelgum”, spiega Zingarelli. “La televisione come la conosciamo finora è da un lato dominata dai grossi network, che influenzano la selezione delle produzioni da mandare in onda, dall’altro condizionata dai limiti del palinsesto. Internet rivoluziona l’idea stessa di palinsesto: l’utente va sul computer, sceglie cosa vuole vedere in un’offerta immensa, e lo guarda nel momento in cui gli è più comodo”. Per esempio, Babelgum offre già i film che vengono presentati ai festival del cinema cosiddetti minori, che altrimenti non trove- A cura di LUDOVICA RICCIARDI La parte abitata di internet Guida turistica alla Rete che cresce Il modello è free content nelle nuove web tv P2P N dello di business da seguire è vendere i download dei programmi su Internet, senza pubblicità, o lasciare invece che i programmi possano essere scaricati gratuitamente, ma siano accompagnati da consigli commerciali. Si discute anche sul posizionamento e format degli eventuali spot: se inserirli nel mezzo di un filmato (interruption) o all’inizio (pre roll) o come dei banner, con la possibilità di essere istradati con un iper link ai siti degli inserzionisti. LIBRI Cerf: la tv servirà solo alle news Cos’è Internet per la tv? e Yahoo. Inoltre, tramite Nbc Direct, gli utenti possono scaricare gratuitamente (ma sono compresi gli spot pubblicitari) dal sito Nbc.com le serie tv del network. Simile la strategia della Fox (proprietà di News Corp): ha trasmesso a settembre le prime puntate di sette nuovi programmi sul negozio virtuale iTunes. L’accordo con la Apple ha permesso il download gratuito delle prime puntate di serie come “Prison pag.diciassette Download a pagamento o gratuiti con pubblicità? Lo sciopero dei creativi di Hollywood contagia l’Europa. Gli sceneggiatori svedesi chiedono nuove quote nella tech-distribuzione. Mercati di frontiera. L’industria dell’entertainment cerca nuovi modelli PATRIZIALICATA Il Paginone N°20. 19novembre-2dicembre2007 spot di 30 secondi: “Su Internet non può funzionare; la comunicazione pubblicitaria deve essere molto più veloce, anche solo di 5 secondi”, secondo l’ad. Ma il servizio piacerà al pubblico? Anche agli italiani? “Gli utenti di Internet chiedono sempre più video online”, risponde Zingarelli: il mercato è maturo per guardare filmati sul computer, siano essi news, film o documentari. Anche gli italiani sicuramente apprezzano un servizio del genere. “Tuttavia sentiamo che il solo mercato italiano non sarebbe sufficiente a garantirci dei ritorni; per questo abbiamo scelto la sede londinese e di lanciarci innanzitutto con contenuti in inglese, che raggiungono un’audience veramente mondiale”. Ad ogni modo, i film e le fiction sono lasciati in lingua originale e sottotitolati in inglese su Babelgum per cui è già possibile trovare qualcosa in italiano. E nel corso dell’anno prossimo arriverà l’offerta in altre lingue. “Non siamo rivali della tv. Non possiamo competere con la televisione generalista quando trasmette eventi mediatici di massa, sportivi e non, specialmente se dal vivo. Siamo qualcosa di nuovo e diverso, fondamentalmente di rivoluzionario perché basato su un’offerta potenzialmente infinita di contenuti per appassionati”, sottolinea Zingarelli. Accedere è semplice: bastano un computer e 650 kilobit/secondo per una definizione quasi televisiva. P.L. a tecnologia digitale rende il singolo consumatore il principale protagonista del processo d’acquisto e ne aumenta il grado di soddisfazione. In questo contesto è strategico ripensare il modo in cui è possibile creare valore per il consumatore, sfruttando le opportunità della rete web e dell’informatizzazione dei processi per generare un vantaggio competitivo. Il volume raccoglie alcuni esempi come: il modello di eBay, forse difficilmente replicabile e i risultati di alcune sperimentazioni, realizzate da Cefriel, centro di innovazione del Politecnico di Milano. Il retail nell’era digitale Opportunità ed esperienze DI ALESSANDRO DI CORTÀ 128 PAGINE, 14 EURO FRANCO ANGELI L a storia della scienza viene affrontata a partire da racconti di vita vissuta, da personaggi come Nikola Tesla che “giocando con i fulmini” ha realizzato il primo sistema industriale di produzione e trasporto della corrente alternata, a Alan Turing che ha sviluppato il modello concettuale dei moderni calcolatori. Linguaggio semplice, adatto a un pubblico non specializzato che può così avvicinarsi alla storia sociale del cyberspazio. Hacker, scienziati e pionieri Storia sociale del cyberspazio e della comunicazione elettronica DI CARLO GUBITOSA 240 PAGINE, 13 EURO NUOVI EQUILIBRI