01/02/2015
Ersilia Menesini
Dipartimento di Scienze della
Formazione e Psicologia
Università degli studi di Firenze
La prevenzione dei disturbi del
comportamento in ambito
scolastico
Prato 31 gennaio 2015 – Convegno AIDAI Toscana
Overview della
presentazione
• Che cos’è il disturbo del comportamento
• Andamento evolutivo del problema
• Fattori di rischio e di protezione – eziopatogenesi
del disturbo
• Come intervenire ?
• Modelli di prevenzione e contrasto e livelli
dell’intervento
• Gli interventi a scuola e i modelli ecologici
• Gli interventi sul bullismo – modelli di UNIFI
• KiVa, Noncadiamointrappola….
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Definizione e
inquadramento
nosografico
Aggressività
• Aggressività diretta [quei comportamenti sia fisici che verbali, che
sono rivolti esplicitamente verso un’altra persona o un target] vs
aggressività indiretta [comportamenti che non avvengono in
presenza della vittima o del target ma sono comunque tesi a nuocere la sua
reputazione]
• Aggressività overt (es. picchiare, lanciare oggetti), aggressività
covert (furti, atti di vandalismo)
• Aggressività proattiva vs aggressività reattiva
-Aggressività usata
per dirigere gli altri,
per acquisire
dominio e affermare
le proprie idee
-E’ strategica ed
usata in modo
proattivo per
gestire, dirigere e
controllare
-Reazioni esplosive,
-Aggressività
impulsiva,
incontrollata,
caratterizzata da
rabbia intensa, e
manifestata come
reazione a
situazioni viste
come provocatorie
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Modello di Frick et al. 1993
L’evoluzione nosografica
DSM II (1968):
Modalità reattive a
contesti
svantaggiati/familiari
negativi
Condotte di fuga
Condotte aggressive non socializzate
Condotte delinquenziali di gruppo
•Studi osservazionali/analisi cluster sintomatologici minori giustizia
minorile
DSM III (1980): disturbo con comportamento dirompente:
Patologie non solo
reattive:
interazione
caratteristiche
endogene X fattori
ambientali
favorenti
Disturbo Oppositivo Provocatorio DOP
Disturbo della condotta DC
Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività DDAI
•Disturbi psichiatrici che insorgono nell’infanzia e nell’adolescenza
DSM IV (1995) e DSM IV R (2000)
Stessa categorizzazione del DSM III
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La nuova concezione del DSM V
• Grande variabilità nell’espressione sintomatologica, ancora più
vera in età evolutiva
Criterio dimensionale
• Gradiente secondo età di insorgenza
• La maggior parte dei disturbi psichiatrici in età adulta possono
presentare un esordio precoce in età evolutiva ND Disturbi del
neurosviluppo in cui rimane buona parte dei disturbi che nel DSM
IV erano dist. Dell’infanzia e adolescenza
Prospettiva di
sviluppo
Inclusione di vari
disturbi in una stessa
categoria diagnostica
• secondo caratteristiche comuni (fattori di rischio genetici,
familiari, ambientali, markers biologici, temperamento, anomalie
processazione informazione, decorso evolutivo, risposta al
trattamento)
Disturbi del
neurosviluppo (ND)
•entità cliniche che hanno insorgenza in età evolutiva e che son
caratterizzate da una rilevante alterazione dell’evoluzione del normale
sviluppo del SNC + condivisione di fattori di rischio, sintomatologia,
deficit processi cognitivi, insorgenza precoce e decorso cronico
Stabilità/cambiamento:
i modelli teorici criminologici
• Assetto di personalità di base
Modello
deterministico • Propensione al crimine carriera
deviante
di Gottfredson e • Continuità eterotipica di un fattore
Hirshi (1990)
latente
Laub e
Sampson (1993)
Farrington
(1989)
• Criminologi MA più probabilistici
• Impatto degli eventi della vita
• Impatto dei fattori sociali e
interpersonali sulla cronicizzazione
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Stabilità/cambiamento:
i modelli teorici clinici/evolutivi
Modello
gerarchico di
Loeber (1994)
Patterson
(1982)
Moffitt (1993)
•Concetto di esordio e di continuità
•Esordio oppositivo da piccoli DC
precocestabilizzazione nel tempo + gravità
•Esordio e continuità
•Esordio precoce, Aggravamento delle condotte:
scenario familiare
•Esordio adolescenza: scenario dei pari
•Continuità/discontinuità
•Comportamenti antisociali persistenti VS
comportamenti antisociali limitati all’adolescenza
Il ciclo della violenza : il modello evolutivo di
Patterson e collaboratori
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Teorie evolutive - Moffitt, 1993
Le traiettorie evolutive
• Pattern di sviluppo condiviso da un gruppo di
individui che si differenzia da quello di altri gruppi
rispetto a un determinato fenomeno.
• Importanza delle differenze interindividuali
• Approccio ai gruppi nell’ambito degli studi
longitudinali
• Differenze nelle traiettorie delle diverse forme di
esternalizzazione, in particolare tra le traiettorie di
aggressività overt e covert
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I processi e i meccanismi della
psicopatologia
•
•
Linee e traiettorie evolutive
Continuità omotipica ed eterotipica
I fattori di rischio – 1 (Farrington, 2004;
Eisner e Malti, 2012 )
• A livello individuale: caratteristiche atipiche nel
funzionamento cognitivo, nella regolazione o nel
profilo neurobiologico
• A livello di genitorialità: stile di parenting punitivo,
e/o scarsa supervisione
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I fattori di rischio – 2 (Farrington, 2004;
Eisner e Malti,2012)
• A livello relazionale e familiare: pattern di
attaccamento insicuri e disorganizzati separazioni
precoci, maltrattamento…
• A livello sociale: influenza dei pari, della scuola e
della comunità
Il modello bio-psicosociale di Dodge
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Developmental Psychopatology
nella spiegazione del DC e DOP
•
•
•
•
Prospettiva multifattoriale
Prospettiva probabilistica
Prospettiva interazionale
Fattori di rischio e di protezione rintracciabili in specifici ambiti:
Caratteristiche
neurobiologiche e
temperamentali del
bambino
Variabili ecologiche
e ambientali
DC e
DOP
Parenting/qualità
attaccamento
Mediatori sociocognitivi
Vulnerabilità
temperamentale
Regolazione
della
reattività
agli stimoli
esterni
• Sensibilità alle punizioni
• Sensibilità ai rinforzi
Regolazione
capacità
controllo
• Capacità di controllo involontario del
comportamento e emozioni
• Capacità di controllo volontario del
comportamento e emozioni
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Vulnerabilità relativa ai processi di
mediazione socio-cognitiva
• Processi di elaborazione delle informazioni attribuzioni
• Moral disengagement
• Controllo/regolazione emotiva
Parenting: DCD e il quadro familiare tipico
Psicopatologia dei
genitori: madre depressa e
padre delinquenziale
sviluppo DC
Metodologie incoerenti ed
inefficaci mantenimento
del DOP o del DDAI
DC
D
Padre con dist. Personalità
antisociale DC se madre
con coinvolgimento basso
La psicopatologia dei genitori rappresenta un fattore di
rischio che può essere mediato dal parenting (qualità delle
cure parentali) e dalla qualità della relazione
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Parenting – regole educative e modeling
socio-relazionale
• Parenting si intendono tutti quei comportamenti del
caregiver che possono costruire una condizione
sufficientemente buona per la crescita e il
benessere psicosociale dei bambini.
• Le diverse dimensioni del parenting costituiscono
l’elemento cardine per lo sviluppo di diverse abilità
e competenze nel bambino quali: socializzazione,
regolazione emotiva e comportamentale.
• Una delle componenti del parenting è lo stile
educativo adottato dai genitori.
•
Il ruolo della scuola e dei
pari
• LA QUALITA’ DELLE RELAZIONI TRA PARI COME
INDICATORE DI RISCHIO O DI ADATTAMENTO
• La qualità delle relazioni tra coetanei risulta un segnale
frequente in un vasto arco di disturbi psichiatrici ( Rutter
e Rutter, 1992).
• Tra questi un ruolo importante viene assunto da
• comportamenti aggressivi e di disturbo, comportamenti
di rifiuto, isolamento dei compagni…
• Modello incidentale e modello causale (Parker e Asher,
1987; Kupersmidt et al. 1993)
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Variabili ecologiche e del
macro-sistema
• Livello socio-economico mancanza formazione
scolastica adeguata per i figli, molto lavoro dei
genitori e minore tempo per figli
• Quartieri di residenza con bassa offerta di
socializzazione e alta criminalità
• Stress genitoriale: basso self-efficacy
Modelli di spiegazione : individuo X
ambiente
Interventi complessi
Interventi sulla
famiglia
Interventi sulla
scuola o altri
contesti significativi
del bambino
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Interventi di
prevenzione –
contrasto
• ‘‘Before appropriate treatments can be developed
and evaluated, there must be a clear
understanding of the mechanisms and processes
that initiate and maintain the developmental
pathways to disease.’’ (Cicchetti and Roth, 2006)
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Evidence-based Intervention
(Fly et al. 2005)
GOING TO
SCALE
EFFICIENZA
EFFICACI
A
Tipologia di intervento
Interventi di
prevenzione
Interventi
terapeutici
rivolti a soggetti a cui non
è stata fatta una diagnosi
secondo uno dei criteri di
classificazione
diagnostica previsti dal
DSM IV o dall’ICD10.
rivolti a soggetti per i quali
è stata fatta una chiara
diagnosi secondo uno dei
criteri di classificazione
diagnostica previsti dal
DSM IV o dall’ICD10.
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Modelli di interventi preventivi
Caplan (1964):
Prevenzione
Primaria
• destinata a tutta la
popolazione
Prevenzione
Secondaria
•destinata ad una
popolazione che già
presenta alcuni sintomi
della malattia
Prevenzione
Terziaria
•riduce la durata e la
gravità del disturbo (si
può confondere con la
terapia e la riabilitazione).
Criterio: tempo di insorgenza del sintomo
Tipologia di interventi preventivi
Institute of Medicine (1994)
- “universali”, ovvero gli interventi considerati
desiderabili per l’intera popolazione;
- “selettivi”, auspicabili solo quando un individuo
appartiene ad un sottogruppo della popolazione il cui
rischio di sviluppare un qualsiasi disturbo risulta
significativamente maggiore rispetto alla media;
- “indicati”, applicabili cioè a persone che sono state identificate come
portatrici di chiari segni o sintomi prodromici, tali da doverli
considerare ad alto rischio per quanto riguarda lo sviluppo futuro di un
determinato disturbo
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Livelli dell’intervento
Gruppi selezionati
Universale
Selettiva
Indicata
Comunità
Gli interventi centrati sul contesto, invece, cercano di influenzare il
comportamento indirettamente, manipolando l’ambiente all’interno del
quale sono inseriti.
Micro-livello: programmi che si pongono l’obiettivo di migliorare la qualità
degli ambienti relazionali delle persone (es. PT)
Macro-livello: agiscono sull’ambiente inteso in senso più ampio,
Scuola
Coetanei
Famiglia
I programmi focalizzati sull’individuo hanno l’obiettivo di
indurre un cambiamento nel livello informativo o di
incrementare competenze ed abilità
Individuo
Multi-sistemico
Gli interventi multi-sistemici cercano di intervenire in
diversi contesti: individuo, famiglia, scuola…..
Interventi di prevenzione
universale selettiva
Indicata
PT
Pari
Quartiere
Scuola
Insegnanti
Singolo
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01/02/2015
Quali direzioni per la prevenzione
primaria – universale ?
Lavorare sui processi di mediazione sociocognitiva
Lavorare sul contesto
Modelli di prevenzione/riduzione dei
comportamenti negativi
Modelli di potenziamento / promozione della
competenza sociale
I programmi per il poteziamento delle
competenze socio-emozionali - SEL
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Lavorare sui processi di mediazione sociocognitiva – approcci SEL
• Elias et al. (1997) hanno definito SOCIO-EMOTIONAL
LEARNING PROCESS (SEL) come il processo di
acquisizione di competenze di base per:
riconoscere e gestire le emozioni,
fissare e raggiungere obiettivi positivi,
apprezzare le prospettive degli altri,
stabilire e mantenere relazioni positive,
prendere decisioni responsabili,
gestire le situazioni interpersonali in modo costruttivo.
La meta-analisi di Durlak, Weissberg et al.
2011
• I risultati di una meta-analisi di 213 programmi di
apprendimento scolastico, universale con approccio
SEL che hanno coinvolto 270.034 dalla scuola materna
fino agli studenti delle scuole superiori
• Nel confronto tra studenti SEL e controllo emergono :
• Migliori abilità sociali e emozionali
• Migliori comportamenti e prestazioni scolastiche
• Gli insegnanti sono in grado di portare avanti questi
programmi
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01/02/2015
Fast track:
La prevenzione di severe condotte
antisociali a scuola
Un modello integrato e complesso
The Conduct Problems Prevention
Research Group (CPPRG)
FAST TRACK
Current Age
of Sample
YEAR (1991-1993)
Grade
1-3
ASSESSMENT
(2005-2007)
4-5
6-7
8-9
10
11-12
20
22
AGE
Screening
Implementation
Outcome/Mediators
INTERVENTION
School-Entry Transition
Continuing Support
Middle School Transition
Continuing Support
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CAMPIONE
(4 CITTA’ E 3 COORTI)
CAMPIONE AD ALTO RISCHIO (n = 891)
445 Intervento/446 Controllo
Randomizzazione casuale per scuola
47% Caucasici, 51% Afro-Americani, 3%
altro
69% maschi, 31% femmine
CAMPIONE NORMATIVO DI CONFRONTO (n = 387)
AREE DI INTERVENTO
(scuola elementare)
Academic
Achievement
Child Coping/
Problem
Solving
Peer
Relations
Home-School
Partnership
Parenting &
Socialization
Classroom
Atmosphere
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01/02/2015
COMPONENTI DELL’INTERVENTO
(scuola elementare)
Family
School: PATHS
Enrichment Program
Fast Track: evidence
based
• Sperimentale VS controllo: minori comp. aggressivi a
scuola, a casa e in contesti extrascolastici
• Alla fine del 3° grade: 37% del gruppo sperimentale
non ha più problemi di condotta, VS il 27% del gruppo
di controllo
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01/02/2015
Fast Track: evidence
based
• Il ricorso alla special education alla fine della scuola
elementare è più basso circa un ¼ nel gruppo
sperimentale rispetto al controllo
• I records legali: alla fine del grade 8, il 38% dei maschi
sperimentali ha avuto arresti, VS il 42% nel gruppo di
controllo.
• Colloqui psichiatrici alla fine del 9 grade: il Fast Track
program intervention ha ridotto il DC più severi di
circa un terzo, dal 27% al 17%.
La prevenzione universale
ed indicata a scuola: il
caso del bullismo
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01/02/2015
Lavorare sul contesto: il caso del bullismo
•
•
•
•
•
Il bullismo è definito come un comportamento aggressivo che
presenta caratteristiche peculiari:
Intenzionalità
Ripetitività
Squilibrio di potere (Farrington 1993; Olweus 1993; Fonzi, 1996;
Menesini 2000).
Il bullismo può avvenire a scuola, nel tragitto da casa a scuola
e ora anche in contesti virtuali come i social network, i blog, i
siti web e la messaggistica istantanea.
Tipi di bullismo
fisico: prendere a pugni o calci,
prendere o maltrattare gli
oggetti personali della vittima;
verbale: insultare, deridere,
offendere;
indiretto: fare pettegolezzi,
isolare, escludere dal gruppo
cyberbullismo: attacchi online o
con nuove tecnologie
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01/02/2015
L’architettura sociale del bullismo
• I partecipanti alla situazione di bullismo
(Salmivalli et al., 1996)
20%
Sostenitore del bullo
24%
8% bulli
esterni
12% vittime
Assistenti del bullo
7%
17%
Difensori della vittima
47
47
Bullismo - fattore di rischio per
successivi reati
• Meta-analisi di 28 studi longitudinali (Ttofi,
Farrington, Losel e Loeber, 2011)
• La probabilità di reati successivi è 2,5 volte
maggiore nei bulli rispetto ai non bulli.
• Tale probabilità rimane elevata anche quando
si controlla per altri fattori di rischio - 1.82
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01/02/2015
Conseguenze per le vittime (Sheryl
et al. 2011)
Dati dall’Australia e da
Washington DC in USA –
bullismo e vittimizzazione effetti nell’XI classe
Detenzione di
armi
furti
Vittimizzazione a 13
anni (VII grado)
Comportament
o violento
Depressione
Modelli di intervento per
la prevenzione e il
contrasto del bullismo
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01/02/2015
Il KiVa – Salmivalli et al. 2010
• Un modello finlandese molto efficace nel:
• Prevenire il bullismo azioni universali
• Interventi nei casi di bullismo e vittimizzazione
già avvenuti azioni indicate
• Minimizzare gli effetti negativi del bullismo in
termini di sintomi esternalizzanti, internalizzanti,
rendimento scolastico...
51
Le componenti del KIVA
Siamo una scuola KiVa !
AZIONI UNIVERSALI
• Studenti
•
•
•
•
•
Indagine KiVa sugli studenti
Lezioni
Video Giochi KiVa
Lancio del programma
Cartelloni- Poster
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01/02/2015
Le componenti del KIVA
AZIONI UNIVERSALI
• Genitori
•
•
•
Lettera di presentazione ai genitori
Incontro a scuola
Guida per i genitori online
•
•
Staff scolastico
•
•
Incontro con lo staff
Giacchetti o distintivi di riconoscimento
per il controllo della ricreazione
Siamo una scuola KiVa !
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Le componenti del KIVA
AZIONI INDICATE
(team KiVa + insegnanti della classe + le parti
coinvolte nell’episodio di bullismo)
Team KiVa
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01/02/2015
Risultati del primo anno di sperimentazione in
Toscana - scuola primaria (Menesini et al. 2014)
Nelle scuole primarie KiVa il bullismo e la vittimizzazione diminuiscono di circa il 60% e il 54%. I
valori paralleli delle scuole di controllo sono: il 13% per il bullismo e il 9% per la vittimizzazione.
Risultati del primo anno di sperimentazione in
Toscana - scuola media (Menesini et al. 2014)
Nelle scuole secondarie KiVa il bullismo e la vittimizzazione diminuiscono di circa il 53% e il 19%. I
valori paralleli delle scuole di controllo sono: il 16% per il bullismo e un aumento per la
vittimizzazione.
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01/02/2015
B. E. Palladino, A. Nocentini, E. Menesini
Un modello di prevenzione per la scuola secondaria superiore
3a Edizione
2011-2012
2012-2013
2 Edizione
2010/2011
1 Edizione
2009/2010
Pre-sperimentazione
2008/2009
- Definizione del modello
- Sviluppo della componente online
(Menesini, Nocentini, 2012)
-Attività principalmente
(Palladino, Nocentini, Menesini, 2012)
- Introduzione anche delle attività
curriculari
- Effetti su bullismo, vittimizzazione,
cybervittimizzazione
- COPING STRATEGIES VARIABILI DI
MEDIAZIONE
online
-In classe solo sensibilizzazione
- Effetti solo su peer educator
maschi
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01/02/2015
Noncadiamointrappola!
• Ha diversi componenti:
• 1° fase: coinvolgimento della scuola e degli insegnanti
• 2° fase : coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze
attraverso interventi di peer education online e faccia a
faccia
Scuola
3a Edizione
2011-2012
Modifiche e integrazioni al
regolamento scolastico
2012-2013
Insegnanti
Questionario
FormazioneSensibilizzazione
Training peer
educators
Questionari
o
Attività
Questionario
Follow-up
dopo 6
mesi
Studenti
Classi
Faccia a faccia
Peer
education
Emozioni, empatia,
problem solving,
lavoro cooperativo
Peer
support
Online
Moderatori forum +
facebook
Forum:
Gruppo Facebook:
-“luogo” privilegiato di
comunicazione e informazione
con tutti i ragazzi
-Mezzo di comunicazione con i
peer educators
-Anonimato
tramite nickname
-Un ambiente
sempre sicuro e
monitorizzato
EMOZIONI
Vittima/spettatore
COSA FARE..
Vittima/spettatore
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01/02/2015
Noncadiamointrappola è un intervento
“efficace”?
(Fly et al. 2005; Spiel, Strohmeier, 2012)
Sì i vari studi lo hanno dimostrato
Coinvolge campioni diversi definiti a partire da una
popolazione di riferimento?
Presenta un adeguato metodo di campionamento?
Adotta misure di valutazione quantitative, con buone
caratteristiche psicometriche?
•STUDIO 1
•FBCS - CFA di secondo ordine confermata
su due campioni, AFFIDABILITÀ
(Palladino, Nocentini, Menesini, 2012)
Analizza i dati in modo rigoroso e mostra effetti positivi
consistenti senza effetti collaterali di tipo negativo?
•STUDIO 2 a e b
Riporta almeno un follow up significativo con effetti che
perdurino nel tempo
•STUDIO 3
Approfondimento peer educators
• STUDIO 4
Quali meccanismi di mediazione
• Atteggiamenti, disimpegno morale,
strategie di coping..
I PROCESSI
Gli elementi più efficaci degli
interventi antibullismo a scuola
• La capacità di coinvolgere la scuola nel suo
complesso
• Cioè gli insegnanti, il personale non docente, i
bambini , gli studenti e le famiglie, dando loro gli
strumenti educativi per creare un clima positivo e
per intervenire nelle situazioni di emergenza.
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