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Meditazioni filosofiche
I
TRA SILENZIO E STUPORE: L’ESPERIENZA FILOSOFICA IN
WITTGENSTEIN E FLORENSKIJ
potizzare o proporre un confronto tra il pensiero, le posizioni
speculative di Wittgenstein e di Florenskij alla ricerca di
convergenze, affinità o posizioni comuni sembra, a prima vista,
un'operazione poco plausibile, forse incompatibile con i canoni di una
«La mia tendenza e, io ritengo, la tendenza di tutti coloro che hanno mai cercato di
scrivere o di parlare di etica o di religione, è stata di avventarsi contro i limiti del linguaggio.
letteratura rigorosa. L'evidenza sembra, nell'immediato,
suggerire il
Quest'avventarsi contro le pareti della nostra gabbia è perfettamente, assolutamente
contrario, prospettare un'incolmabile distanza e mettere
in luce le
disperato. L'etica, in quanto sorga dal desiderio di dire qualcosa sul significato ultimo della
differenze di orizzonti, di contenuti e di stile degli autori in questione.
vita, il bene assoluto, l'assoluto valore non può essere una scienza […]. ma è un documento
Sono diversi, prima di tutto, il clima e i territori del pensiero che i due
di una tendenza dell'animo umano che io personalmente non posso rispettare profondamente
autori esplorano all'inizio della loro ricerca: per Wittgenstein decide il
e che non vorrei davvero mai, a costo della vita, porre in ridicolo.»
confronto con Frege e Russel, con le correlative ricerche sui fondamenti
Ludwig Wittgenstein, Lezioni e conversazioni sull'etica, l'estetica, la psicologia e la
cedenza religiosa, Adelphi, Milano, 2005, p.18
logici della matematica,
per
Florenskij
l'interesse scientifico curva,
da subito, in una prospettiva multidisciplinare in cui trovano spazio la
letteratura, le scienze dello spirito e la teologia. Sono diverse, inoltre, le
«Le stesse percezioni del mondo che generano la Scienza e la filosofia sono inconciliabili
istanze di fondo che motivano l'avvicinarsi dei due filosofi all'attività
l'una con l'altra, sebbene nascano dalla stessa pulsione, la pulsione della realtà. Da tale
speculativa: in Wittgenstein domina un'esigenza di chiarezza, il tentativo
pulsione colpita, però, la filosofia, accoglie il movimento, quell'acuto sentimento di apertura al
di rendere trasparenti le possibilità del linguaggio, delimitando gli ambiti
novum che chiameremo stupore e, compresolo come desiderato, opera per vivere in esso. La
delle sue pretese di verità; in Florenskij è determinante una prospettiva
filosofia è il fiore che mai avvizzisce della meraviglia, essa è la meraviglia ordinata.»
metafisica che si
Pavel Florenskij, Stupore e dialettica, Quodlibet, Macerata, 2011, p.52
traduce nel
recupero del
platonismo
e
nell'elaborazione di una philosofia prima in cui la dimensione del
sovrasensibile comprende quella del sensibile.
Anche lo stile dei due sembra prestarsi a facili contrapposizioni: da
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un lato la prosa scabra e definitiva, al limite dell'aforisma, di
solo nel 1965 e situato all'origine di quella fase della ricerca speculativa
Wittgenstein, dall'altro la lingua ricchissima di Florenskij, fitta di
del filosofo viennese che culmina nelle Ricerche filosofiche. Nel testo in
rimandi, digressioni e citazioni.
questione- una conferenza pronunciata davanti a un' associazione
Se, tuttavia, si guarda ad alcuni contenuti specifici del loro pensiero
studentesca tra il 1929 e il 1930- Wittgenstein pone in evidenza un dato
con una particolare attenzione a certe sfumature, non è impossibile
caratteristico delle nostre abitudini linguistiche. Quando parliamo di
rintracciare qualche punto di convergenza nelle traiettorie originate dalla
etica, utilizziamo termini come giusto, bene/buono e valore in un senso del
loro riflessione.
tutto diverso da quello corrente. Questi termini, nel contesto etico
Se non si può parlare di una vera e propria aria di famiglia tra
hanno un senso assoluto, mentre, nel linguaggio corrente hanno un
Wittgenstein e Florenskij, si può cogliere la condivisione di una certa
senso relativo.
tonalità del pensiero rispetto allo statuto epistemico della filosofia, al
La ragione – o, per usare le parole di Wittgenstein- l'essenza di tale
rapporto tra filosofia e scienza e, più in generale, al senso dell'esperienza
differenza ha a che fare con l'oggetto delle nostre asserzioni: nei giudizi
filosofica. In particolare, nella riflessione di Wittgenstein e Florenskij,
di valore relativi, nel linguaggio ordinario, ci riferiamo a dei fatti. Questo
aldilà dei diversi orizzonti speculativi, c'è un dato che emerge ed è la
non accade quando ci occupiamo di etica.
convinzione che la filosofia rappresenti un'esperienza conoscitiva in
Per chiarire la propria posizione a sostegno della distanza tra le
grado di rendere conto, o quantomeno, di fare chiarezza su quegli
proposizioni etiche e il mondo dei fatti, Wittgenstein porta un esempio
aspetti dell'umano sui quali la scienza non può pronunciarsi. Il sapere
tanto chiaro quanto suggestivo: se in un ipotetico libro universale in
filosofico, inoltre, nella riflessione dei due autori in questione, si pone
grado di contenere la descrizione di tutti i fatti del mondo , trovassimo
come un sapere integrale e complesso capace di tenere insieme il
la descrizione di un delitto , completa di tutti i particolari che riguardano
profilo razionale della parola e del discorso con quello metarazionale del
gli aspetti fisici e psicologici, non ci troveremmo di fronte ad alcun
sentire, degli affetti e dei comportamenti. .
giudizio o proposizione etica.
In questa prospettiva è collocato un testo di Wittgenstein pubblicato
Le nostre parole – prosegue Wittgenstein seguendo la direzione
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mmmm
MIL, UN’AMOROSA QUIETE
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inaugurata nel Tractatus- non sono in grado di formulare giudizi di valore
prive di significato, ma, dall'altro, rappresentano una tendenza
assoluto perché non si danno stati di cose come il bene assoluto che
dell'animo umano che l'autore non vorrebbe mai, a costo della vita, porre in
chiunque dovrebbe necessariamente conseguire. La nostra esperienza,
ridicolo.
tuttavia, mostra continuamente la tendenza a esprimere giudizi di questo
Le considerazioni del filosofo formulate nel testo della conferenza
tipo soprattutto nelle affermazioni a contenuto etico e religioso. In tale
testimoniano il rispecchiarsi delle sue tensioni personali nella
prospettiva
procedimento
dimensione teoretica: in una fase iniziale della propria riflessione
argomentativo con ulteriori esemplificazioni in riferimento a due
Wittgenstein sembra riconoscere come significativo il solo discorso delle
modalità del sentire che appartengono all'esperienza di ciascuno e alla
scienze, che opera nel mondo dei fatti, per orientare successivamente la
loro declinazione assertiva: il sentimento di meraviglia e la sensazione di
propria indagine alla pluralità delle forme di vita e alla coerenza interna
essere completamente al sicuro. La scelta non è casuale: si tratta di stati
dei linguaggi che la descrivono. Cambia, in questa prospettiva, anche il
emotivi cui il filosofo attribuiva un'estrema importanza nel proprio
ruolo della filosofia: da garante del silenzio su quanto nel mondo dei
vissuto e che, più in generale, costituiscono , come tonalità emotive, i
fatti non si può affermare ad apertura del pensiero e del linguaggio che
presupposti di posizioni speculative filosofiche e religiose.
mostra la complessità dell'umano anche dove rinuncia alla descrizione.
Wittgenstein
rafforza
il
proprio
Non è difficile intravvedere, nel meravigliarsi per l'esistenza del
Una modalità simile di concepire la peculiarità ed i limiti del
mondo quell'atteggiamento di stupore che una tradizione immemorabile
conoscere filosofico è ravvisabile in un breve scritto di Pavel Florenskij
collega alla nascita della filosofia e, allo stesso modo, non è inopportuno
del 1918, Stupore e dialettica, in cui l'autore mette a confronto l'indagine
rintracciare le affinità tra il sentirsi assolutamente al sicuro di cui parla
filosofica e quella scientifica.
Wittgenstein e il radicale sentimento di dipendenza dall'infinito in cui un
La scienza -osserva Florenskij deve necessariamente lottare contro
autore come Scheleiermacher ravvisa l'origine del sentimento religioso.
l'assenza di metodo che abita il senso comune – la visione comune del
Le traduzioni linguistiche di tali aspetti emotivi sono considerate da
mondo – cercando di dare ordine, e forma a un discorso, quello del
Wittgenstein in una duplice prospettiva: sono, da un lato, espressioni
linguaggio ordinario, in cui non c'è chiarezza. Nel suo processo di
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continua ridefinizione dei propri ambiti, il pensiero scientifico rischia di
rivelarsi inadeguato ed immobile rispetto a quella che il filosofo russo
chiama “la pienezza e il movimento del vivere”.
La filosofia, diversamente, riesce a restituire nella comprensione tale
pienezza poichè è un linguaggio costruito da una pluralità di descrizioni
che si fonda sul continuo movimento delle proprie strutture simboliche.
In una parola- afferma perentoriamente Florenskij- la filosofia è
dialettica, relazione viva con la realtà, esperimento ininterrotto su di essa
per giungere a comprendere I suoi strati più profondi.
La radicale diversità dell'esperienza filosofica rispetto a quella
scientifica riguarda, secondo il pensatore russo, anche le fonti. Seppure
la scienza e la filosofia nascano dalla stessa pulsione a comprendere, la
filosofia si pone come sentimento di apertura al nuovo , come stupore ,
come meraviglia ordinata.
Ed è proprio nella definizione della filosofia come apertura al non
ancora detto e all'indicibile che i destini speculativi di Wittgenstein e
Florenskij finiscono per incontrarsi, nell'idea comune che il compito
della filosofia risieda nel confronto interminabile ed inesauribile con la
vita e la sua complessità.
LIVIO RABBONI
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