SCOMPENSO CARDIACO: ruolo infermieristico ed esperienza di Home Care Verona, 21 gennaio 2006 CPSE Laura Plebani INFLUENZA AVIARIA Epidemiologia nel mondo: dal 1997 ad oggi meno di 100 decessi uman …solo 2 italiani su 100 conosce i sintomi e solo il 30% la considera una malattia grave SCOMPENSO CARDIACO Epidemiologia in Italia un milione di persone = 2% della popolazione entro un anno: 100 mila ne morirà SCOMPENSO CARDIACO: Medici di base: 50% non utilizza i farmaci raccomandati dalle linee guida Medici specialisti: sottoutilizzano le opzioni terapeutiche dati pubblicati dall’European Heart Journal Gruppo Shape (Study on heart failure awareness and perception in Europe) è tempo di: -diffondere e integrare le informazioni in modo capillare nel nostro sistema sanitario - > condivisione delle linee guida (settembre 2005) - > maggiore sensibilizzazione dei cittadini DRG. 127 (insufficienza cardiaca e shock) = 1° posto per frequenza tra le malattie cardiovascolari Rischio di riospedalizzazioni nei 6 mesi successivi ad un primo ricovero è ancora elevato (44%) ed particolarmente frequente nei pazienti più anziani L‘interesse è quindi tale da imporre una riqualificazione della assistenza ospedaliera unitamente allo sviluppo di una sensibilità più attenta agli aspetti qualitativi e una integrazione con il territorio che consenta il proseguimento delle cure a domicilio E’ ormai documentato da più esperienze anche italiane come….la ricerca di nuove soluzioni gestionali che prevedano l’estensione dell’assistenza specialistica cardiologica anche dopo la dimissione, incidano efficacemente: < sensibilmente le riospedalizzazioni > migliorando la qualità di vita del paziente Obiettivo degli infermieri della Clinica Cardiologica di Novara: prendersi carico del paziente scompensato non solo durante il ricovero ma consapevoli dell’intero percorso clinico assistenziali che questi percorrono Riqualificare l’assistenza infermieristica al paziente scompensato Fase I: formazione del sapere comune -diffusione delle linee guida - condivisione del ragionamento/percorso - elaborazione di un piano assistenziale standard Fase II: progettazione del fare integrazione nuovi strumenti per elaborare piani di assistenza personalizzati: - scheda infermieristica istituzione ambulatorio infermieristico dedicato: - identificazione delle risorse necessarie - individuazione componente medica di riferimento - deversificazione dell’agire professionale mediante un follw-up telefonico; Fase II: progettazione del fare Follow-up telefonico ai pazienti scompensati per favorire: -La permanenza dell’assistito nell’ambito del proprio contesto sociale -La riduzione dei tempi di degenza ospedaliera e di recidive di ricoveri - il coinvolgimento attivo del paziente e dei suoi famigliari nella gestione della malattia Fase III: integrazione figure professionali psicologo, assistente sociale, dietologo, cardiologo-riabilitatore, medico di base, ADI Follow-up telefonico -arruolati pazienti in classe NYHA III-IV -utilizzate apposite schede report -monitorizzazione dei parametri vitali, sintomi e aderenza farmacologica Esempi di follow-up telefonico di due pazienti per tre mesi Sig. M.A. data entrata data dimissione reparto modalità ricovero NYHA III anni 59 25.06.02 03.07.02 urgente Utic/cardiol. Commento: il paziente dopo un primo ricovero d’urgenza (dovuto a un problema di programmazione dell’ICD) nonha più avuto riospedalizzazioni. Senza il follow-up telefonico avrebbe dovuto eseguire ricoveri programmati per il controllo clinico Sig. V.G. data entrata data dimissione reparto modalità ricovero NYHA IV anni 72 22.07.02 13.08.02 01.08.02 15.08.02 C.ria/cardiol. Urgente cardiologia ordinario Commento: il paziente era in una fase instabile della malattia; ha avuto u ricovero d’urgenza e uno da noi consigliato. Quest’ultimo, senza il follow-up telefonico, sarebbe avvenuto quasi sicuramente in regime d’urgenza in una terapia intensiva dall’esempio di follow-up telefonico di questi due pazienti si è potuto dimostrare: - nelle fasi di stabilità della malattia è possibile diminuire le riospedalizzazioni - nelle fasi instabili della malattia è possibile prevenire crisi acute che esitano in ricoveri in terapie intensive con pericolo di vita del paziente e costi aggiuntivi … a fronte di questi risultati incoraggianti il progredire nella realizzazione di un ambulatario infermieristico dedicato è stato lento, difficoltoso e solo da poco si è riusciti ad identificare un’unità infermieristica dedicata che continui questo lavoro… Traguardi infermieristici raggiunti: -Opuscolo informativo per pazienti e famigliari -Organizzazione in un’unica seduta dei controlli programmabili: eco, six minute walk, controllo PM/ICD, QoL, ecc -Definizione QoL Qualità di vita (QoL) del paziente scompensato - La QoL viene rilevata dal personale infermieristico del DH, ambulatorio e controllo PN/ICD ad ogni controllo - Per la valutazione della QoL viene utilizzato il questionario Kansas City Cardiomyopathy (KCCQ). Le infermiere di Novara hanno eseguito una ricerca (1) che ha documentato come il questionario Minnesota, pur essendo il più utilizzato, non è adatto alla cultura italiana ed è inefficace perchè più mirato a documentare le variazioni dei parametri di parametri clinici soprattutto in relazione dello sforzo fisico. (1) “Aspetti psicologici e qualità di vita nei pazienti con ICD: quali strumenti adottare per una corretta valutazione?” Venice Arrthythmias 2005, giornata infermieristica C.P.S. Patrizia Locatelli – C.P.S.E. Laura Plebani Considerazioni sul Home Care -Rapporto che deve intercorrere tra ospedale e territorio per un’assistenza integrata - P.S.S. : approccio alla salute che valorizzi gli interventi domiciliari al pari di quelli ospedalieri La deospedalizzazione e il potenziamento delle cure domiciliari richiedono però una volontà e una flessibilità organizzativa che non può essere confinata alle pur lodevoli iniziative di singole unità operative ospedaliere L’assistenza integrata domiciliare ai pazienti scompensati necessita di: interventi appropriati, sostenibili nel tempo che soddisfino criteri di gradimento dei cittadini e qualità professionale La complessità dei bisogni assistenziali richiede anche a domicilio delle competenze professionali specialistiche, con una conoscenza della storia clinico-assistenziale di ogni ammalato Limiti del percorso clinico-assistenziale -si fermano all’atto della dimissione ospedaliera - non sono il “miglior percorso di cura possibile” Limiti dell’ADI -non copre tutto il territorio -fornisce un unico livello assistenziale -assistenza non specialistica, -non continuativa, -scollegata dall’ass. ospedaliera 22 gennaio festa del patrono di Novara: SAN GAUDENZIO Esperienze di Home Care, come quelle di Novara, sono da perseguire ed incentivare con però la consapevolezza che per una visione olistica del paziente scompensato sono necessari modelli assistenziali più completi