CAPITOLO I IMPATTO AMBIENTALE, ONDE ELETTROMAGNETICHE E ANTENNE 1.1 IL CONCETTO DI IMPATTO AMBIENTALE E VIA La definizione concetto di generale impatto a cui si ambientale può è fare la riferimento seguente: “per per il impatto ambientale si intende l’insieme di tutti gli aspetti, positivi e negativi, diretti determinata ed opera indiretti, genera temporanei e sull’ambiente, permanenti inteso che come una sistema complesso delle risorse umane e naturali”. Il progresso tecnologico e scientifico conduce in ogni campo ad una migliore qualità comporta una della serie di vita dell’uomo, ma contemporaneamente rischi aggiuntivi per la salute e per l’ambiente nel suo complesso. Si manifesta quindi la necessità di trovare un giusto equilibrio tra la possibilità di sfruttare tutti i potenziali vantaggi che possono conseguire da un razionale sviluppo tecnologico, economico e sociale, e la salvaguardia dell’ambiente. La valutazione dell’impatto ambientale (VIA) nasce dalla constatazione che il metodo scientifico non è in grado da solo di risolvere i diversi problemi ambientali legati alle attività umane. L’obiettivo fondamentale di tale procedura consiste nell’analizzare e valutare la compatibilità tra un progetto e l’ambiente tenendo in considerazione tutti gli aspetti legati alla realizzazione dell’opera, compresi i pareri delle diverse componenti sociali (Enti Statali, regionali, o semplici cittadini) e di eventuali organizzazioni private interessate. Il principio fondamentale su cui si basa il VIA è la prevenzione di tutte le possibili cause di impatto ambientale fin dalla fase di progetto, in modo tale da non dover far fronte agli effetti una volta completata la realizzazione. Al processo decisionale partecipano inoltre anche varie componenti sociali oltre che gli 4 organi istituzionali preposti: ciò rappresenta un ulteriore aspetto innovativo del VIA. La procedura di Valutazione di impatto ambientale nasce all’inizio degli anni settanta in USA, dove prima che in Europa, hanno dovuto regolare lo sviluppo e gli interventi sull’ambiente. In Europa la Direttiva CEE del 27/6/85 (85/337/CEE) stabilisce le linee generali per la procedura di VIA ed impone il recepimento entro il 1988 di tale direttiva da parte di tutti gli Stati membri della Comunità sottoforma di leggi nazionali. Il VIA si traduce in un’analisi complessa ed interdisciplinare il cui obiettivo è pesare le scelte e renderle trasparenti in modo tale che ai processi decisionali e alle responsabilità possano prendere parte tutti i soggetti coinvolti. Esso ricerca, considerando tutte le componenti del problema, non un compromesso, ma la migliore soluzione possibile. Secondo le normative di legge vigenti in molti paesi del mondo una corretta VIA deve comprendere: - Una dettagliata descrizione dell’opera che si intende realizzare, con informazioni e dati tecnici idonei a consentire una adeguata previsti nella analisi fase degli di effetti costruzione sanitari ed ed ambientali esercizio dell’opera stessa; - Una discussione degli impatti su ogni componente ambientale; - L’indicazione di ogni effetto negativo che non può essere evitato; - Lo studio delle alternative all’opera proposta che permettono di ottenere lo stesso risultato finale; - Uno studio degli effetti totali a lungo termine; - Ogni utilizzo irreversibile o irrecuperabile di risorse naturali che l’opera potrebbe richiedere; - Il contributo derivante dalle azioni di consultazione delle componenti sociali coinvolte; 5 - Una verifica del rispetto di tutti gli atti pianificatori con cui l’opera potrebbe interferire. 1.2 PROTEZIONE SANITARIA ED AMBIENTALE La protezione sanitaria è la disciplina che si interessa degli effetti di agenti potenzialmente nocivi alla salute dell’uomo ed ha come obiettivo l’identificazione delle concentrazioni degli agenti nocivi che non provochino significativi danni sulla salute degli individui esposti. identificati Essa dall’ si basa “International su alcuni principi Commission for generali Radiological Protection (ICRP)”, in particolare per le radiazioni ionizzanti. I principi della radioprotezione sono tre e, dato che il loro carattere è estremamente generale, possono essere applicati anche a molti altri settori della protezione sanitaria. La prima considerazione da fare comunque è che qualsiasi attività umana e persino le condizioni naturali comportano rischi non nulli per la salute umana: quindi il rischio zero non esiste. Il primo principio è detto di giustificazione: ogni sorgente di esposizione deve essere giustificata in relazione ai benefici che da essa si attendono. Il bilancio rischi - benefici deve essere a favore di un beneficio netto positivo. L’ottimizzazione è il secondo principio e si basa sul concetto ALARA (As Low as Reasonably Achievable), ossia il valore della dose di esposizione deve raggiungibile. essere Esso si il attua più basso valore confrontando i ragionevolmente benefici che si ottengono riducendo le dosi alla popolazione con l’incremento del costo degli impianti. Il “limite delle dosi individuali”, terzo principio, stabilisce che le dosi di esposizione di ogni individuo non devono superare determinati limiti fissati da apposite normative. Essi peraltro devono garantire il rispetto del primo e secondo principio. Dall’approccio proposto dai radioprotezionisti emerge che il soggetto principale della radioprotezione risulta l’uomo. In materia 6 di protezione ambientale viene proposto di fissare i limiti di impatto sulla base della cosiddetta “ricettività ambientale”, che rappresenta la massima perturbazione di una variabile ambientale che può essere introdotta nell’ambiente senza che l’equilibrio del sistema si modifichi al di là delle sue fluttuazioni ambientali. L’inquinamento, riferibile a svariate componenti ambientali, costituisce un tipo frequente di impatto. “L’inquinamento ambientale è una modificazione delle caratteristiche fisiche, chimiche o biologiche dell’aria, dell’acqua o del suolo causata dall’immissione nell’ambiente di materia o energia, con conseguenti effetti negativi misurabili, immediati o differiti.” Si parla di inquinamento considerazione sostanze chimico quando organiche ed vengono prese inorganiche in (inquinanti chimici); di inquinamento biologico quando microrganismi (inquinanti biologici) vengono scaricati in dosi dannose. L’inquinamento fisico è caratterizzato allo scarico (inquinamento dall’immissione in aria o termico) acqua oppure di di energia una alla nell’ambiente corrente propagazione di di dovuta fluido onde caldo sonore (inquinamento acustico) o di onde elettromagnetiche (inquinamento elettromagnetico). Gli Standard di Qualità Ambientale (SQA) sono il riferimento per gli interventi contro l’inquinamento ambientale: essi pongono i limiti di accettabilità intensivo delle conveniente) concentrazioni e dei livelli di (o di altro esposizione parametro dei diversi inquinanti. 1.3 ONDE ELETTROMAGNETICHE La luce emessa dal elettromagnetiche: sole essa fa parte raggiunge la della categoria terra attraverso delle lo onde spazio vuoto. Nel XVII secolo per spiegare la propagazione della luce si postulò l’esistenza dell’etere cosmico, mezzo cosmico impalpabile ed onnipresente. Maxwell, fisico e matematico inglese, vissuto nel XIX 7 secolo, con i suoi studi diede la definitiva spiegazione scientifica delle onde elettromagnetiche. Attorno ad un conduttore percorso da corrente che varia nel tempo si genera un campo magnetico che varia con la stessa legge, seguendo le variazioni con un ritardo che dipende dalla distanza. La teoria di Maxwell afferma che il campo magnetico varia, allontanandosi dal conduttore, con la legge di un’onda che si propaga con velocità pari a quella della luce e si manifesta con linee di forza chiuse, che seguono le variazioni indotte dal generatore. Se si considera una carica elettrica variabile nel tempo applicata ad una linea, per il campo elettrico che essa produce possono essere fatte le stesse valutazioni relative al campo magnetico, deducendo l’esistenza di un’onda campo elettrico. Come postulato da Maxwell e verificato sperimentalmente, un campo elettrico in variazione nel tempo origina un campo magnetico, le cui linee di forza sono chiuse e concatenate con le linee di forza elettriche; un campo magnetico che varia nel tempo genera un campo elettrico, che ha linee di forza chiuse e concatenate fenomeno con che le linee origina di onde forza magnetiche. elettriche o Qualsiasi magnetiche, sia queste il non possono esistere separatamente, poiché sono vicendevolmente causa ed effetto del mutuamente e fenomeno. viaggiano Esse alla coesistono stessa sempre, velocità, si supportano rappresentando aspetti diversi di un unico fenomeno l’onda elettromagnetica. 8 due Figura 1 Campo elettrico generato da un campo magnetico variabile. Le onde elettromagnetiche materiale, ma caratteristiche solo di non un hanno generico dielettriche; inoltre bisogno di spazio le nessun libero, migliori supporto che abbia condizioni di propagazione si verificano nello spazio vuoto, dove la velocità è c=299792458 [m/s]. La propagazione è rettilinea e valgono le leggi dell’ottica geometrica (riflessione, rifrazione, diffrazione). Ogni fenomeno elettromagnetico, nell’ambito macroscopico, è descrivibile per mezzo di un gruppo di equazioni, ”equazioni di Maxwell”, la cui validità è data come postulato: ∇⋅D = ρ (1.1) ∇⋅B = 0 (1.2) ∇× E = − ∂B ∂t ∇× H = J + D (1.3) ∂D ∂t induzione elettrica (1.4) D=ε⋅E [C/m2] (1.5) ε=ε0⋅εr costante dielettrica (o spostamento dielettrico) ε0 =8.854⋅10-12 [F/m] costante dielettrica nel vuoto εr costante dielettrica relativa B induzione magnetica B=μ⋅H 9 [Wb/m2] (1.6) μ=μ0⋅μr permeabilità magnetica μr permeabilità magnetica relativa μ0=4⋅π⋅10-7 [henry/m] permeabilità magnetica nel vuoto E campo elettrico [V/m] ρ densità di carica elettrica [C/m3] J densità di corrente elettrica [A/m2] H campo magnetico [A/m] La densità di carica ρ e la densità di corrente campo elettromagnetico, non sono tra J, loro sorgenti del completamente indipendenti, poiché soggette alla condizione di conservazione di carica formalizzata attraverso l’equazione di continuità: ∇ ⋅J + La ∂ρ = 0. ∂t (1.7) connessione esplicitata tra (nel elettromagnetismo vuoto) attraverso e azioni l’espressione meccaniche della forza è di Lorentz: F = ρ⋅E+ J ×B F (1.8) [N/m3] densità di forza Le onde elettromagnetiche sono descritte da equazioni differenziali di tipo iperbolico: ∇ 2 E − εμ ∂2 E =0 ∂t 2 (1.9) ∇ 2 B − εμ ∂2 B =0 ∂t 2 (1.10) La configurazione delle condizioni al contorno cui corrisponde l’espressione più semplice per le soluzioni è una configurazione piana (ad esempio ortogonale all’asse x). L’equazione diventa: ∂2 f ∂2 f − εμ =0 ∂x 2 ∂t 2 la cui soluzione generale è: 10 (1.11) ⎛ ⎞ ⎜v = 1 ⎟ . ⎜ εμ ⎟⎠ ⎝ ϕ (x, t ) = f1 ( x − vt ) + f 2 ( x + vt ) (1.12) Cioè la soluzione generale è la somma di un’onda progressiva e di una regressiva propagantesi con velocità v lungo l’asse x. In questo caso (onda piana) tutte le componenti dei campi indipendenti da y e z: ad ogni istante E e B E e B sono hanno lo stesso valore in tutti i punti di ogni piano ortogonale all’asse x. Fisicamente questa condizione non si verifica mai esattamente nella pratica: tuttavia ci si approssima ad essa in molti casi, in particolare quando si è interessati al campo in una porzione di spazio piccola, molto lontana dalla sorgente. Un’onda elettromagnetica piana può essere rappresentata attraverso un sistema di riferimento su tre piani tra loro ortogonali come mostrato in figura 2: E nel piano yz, ed è orientato lungo l’asse y; E xz ed è orientato lungo x. direzione di propagazione ed H H è contenuto è contenuto nel piano sono inoltre ortogonali alla dell’onda z, costituendo un sistema tridimensionale a tre assi nello spazio. Il piano xy rappresenta il fronte d’onda che si sposta nella direzione di z con velocità c. Questo tipo parallele al di onda le sistema cui di componenti riferimento, rimangono possiede indefinitamente per definizione polarizzazione lineare. Si può introdurre una rappresentazione matematica mediante una funzione di x e t considerando il caso particolare di oscillazioni armoniche: z (x, t ) = z M ⋅ sin (ω ⋅ t − k ⋅ x + ϕ ) (1.13) zM ampiezza o valore di picco della funzione armonica ω=2⋅π⋅ν pulsazione della funzione armonica ϕ fase (valore dell’argomento della funzione seno per t=0) κ=2⋅π/λ numero d’onda 11 Figura 2 – Caratteristiche di propagazione di un’onda piana. Nel caso in cui le condizioni al contorno e la configurazione delle sorgenti siano tali da imporre simmetria sferica si ha che l’espressione per l’onda sferica sarà del tipo: F (r , t ) = 1 ⋅ [ f 1 (r − vt ) + f 2 (r + vt )] r ( v= 1 εμ ) (1.14) Si osserva che se si considera una piccola porzione di spazio molto distante dal centro dell’onda sferica, il fattore 1/r può essere considerato praticamente costante e l’onda sferica può essere approssimata con un’onda piana. Un’onda sferica può essere rappresentata attraverso un’espressione matematica delle coordinate spaziali e di quelle temporali: a (r , t ) = AM ⋅ sin[(ω ⋅ t − κ ⋅ r ) + ϕ ] r (1.15) dove AM, ω, k, ϕ hanno lo stesso significato che nel caso dell’onda piana; r indica la distanza del generico punto P dal centro O delle superfici d’onda, nel quale può pensarsi localizzata la sorgente dell’onda medesima. 12 Figura 3 Rappresentazione di un’onda sferica Se si considera una superficie chiusa S di forma costante all’interno della quale ci sia un campo elettromagnetico non ovunque nullo ed eventualmente della materia, l’espressione dell’energia U posseduta dal campo elettromagnetico contenuta in S, derivata rispetto al tempo, con dτ elemento del volume τ contenuto in S è: − ( ) ∂U = P ∗ d S + ∫ E ∗ d S dτ ∂t ∫S S P = E⋅H = (1.16) E⋅B (1.17) μ P è detto vettore di Poynting e si misura in [J/m2⋅s]. La diminuzione per unità di tempo − ∂U ∂t è pari alla somma della potenza dissipata per effetto Joule nella materia contenuta in τ e del flusso attraverso la superficie di contorno S del vettore di Poynting P= E⋅B μ ; esso rappresenta l’energia elettromagnetica che l’onda trasporta nell’unità di tempo attraverso dS. Quando si ha a che fare con una grandezza periodica a(t), una quantità di uso comune è il valor medio efficace A, definito dalla seguente relazione: 13 T A= 1 ⋅ ∫ a 2 (t ) ⋅ dt T 0 (1.18) Per una grandezza sinusoidale, il valor quadratico medio del modulo o valore efficace calcolato su un periodo si indica con E eff = il campo elettrico, Beff = B0 per il campo 2 rappresentano l’ampiezza o valore massimo). 14 magnetico E0 (E0 per 2 e B0 1.3.1 SPETTRO DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE L’intervallo di frequenza entro cui le onde elettromagnetiche sono oggetto di applicazioni e di studio è molto vasto: varia tra il migliaio di Hertz e circa 1025 Hertz. Le onde elettromagnetiche, in base alla loro frequenza, sono originate da sorgenti diverse, hanno caratteristiche differenti, distinte modalità di interazione con la materia e nomi diversi. Tabella 1 Banda di Lunghezza d’onda Designazione Servizi e applicazioni tipiche frequenza 3 - 30 Hz 30 - 300 Hz 100 - 10 Mm 10 - 1 Mm ELF (Extremely Low Sondaggi magnetotellurici della Frequency) struttura della terra SLF (Super Low Frequency) Rivelazione di oggetti metallici sotterrati, distribuzione di potenza elettrica 300 - 3000 Hz 1 - 0.1 Mm ULF (Ulta Low Frequency) Sondaggi ionosferici, comunicazioni sottomarine 3 - 30 kHz 100 - 10 km VLF (Very Low Frequency) Segnali audio di telefonia 300 - 3000 kHz 1 - 0.1 km MF (Medium Frequency) Radiodiffusione a modulazione di 3 - 30 MHz 100 - 10 m HF (High Frequency Radiodiffusione a onde corte 30 - 300 MHz 10 -1 m VHF (Very High Frequency) Radiodiffusione di segnali ampiezza (AM) televisivi e a modulazione di frequenza (FM), radiocomunicazioni mobile, controllo traffico aereo 300-3000 MHz 1 - 0.1 m UHF (Super High Frequency) Radiodiffusione di segnali televisivi, sistemi radar, forni a microonde, telefonia cellulare. 3-30 GHz 10 - 1 cm SHF (Ultra High Frequency) Sistemi radar, sistemi di telecomunicazione via satellite, sistemi di localizzazione geografica satellitare (GPS), radio-navigazione aerea, radioastronomia, telerilevamento ambientale a microonde, applicazioni bio-medicali 30-300 GHz 1 - 0.1 cm EHF (Extremely High Sistemi radar, sistemi di Frequency) telecomunicazione via satellite avanzati, radioastronomia, telerilevamento ambientale a onde millimetriche. 15 1.4 ANTENNE Le antenne sono strutture metalliche su cui vengono attivate correnti che vengono utilizzate come sorgenti per la trasmissione dell’informazione (antenne in trasmissione). Tuttavia, esse possono anche servire come supporto per far scorrere le correnti indotte indispensabili per la ricezione delle informazioni (antenne in ricezione). Figura 4 Schema di un sistema di ricetrasmissione Si consideri un campo generato da una corrente variabile che scorre su un’antenna filiforme. La corrente che varia sull’antenna è costituita dagli elettroni del metallo di cui è fatta la struttura: questi cominciano a fluire lungo l’antenna stessa, alternativamente verso il basso e verso l’alto. Come conseguenza vengono originati effetti variabili con lo stesso ritmo sulle eventuali cariche circostanti: tale fenomeno si rappresenta con un campo variabile che si propaga alla velocità della luce e si attenua con la distanza. Il campo nel propagarsi mantiene la frequenza delle oscillazioni: quindi i sistemi riceventi oscillano ad un ritmo uguale a quello dei sistemi inducono trasmittenti. correnti che Sulle antenne hanno la riceventi, stessa dell’antenna trasmittente. 16 frequenza ad esempio, della si corrente Figura 5 Linee di campo elettrico e magnetico prodotte da un’antenna lineare e andamento del campo elettrico sul piano orizzontale lungo una coordinata radiale In figura 5 propagativo è generato (rappresentazione generatore rappresentata di la attorno idealizzata forza configurazione ad di un un conduttore un’antenna elettromotrice di fa lineare) scorrere campo filiforme su una cui un corrente elettrica i, variabile sinusoidalmente con la frequenza f. Le linee del campo magnetico hanno la forma di cerchi centrati su un asse coincidente con l’antenna (in figura 5 ne sono rappresentati alcuni limitatamente al piano “equatoriale”) mentre le linee di campo elettrico si avvolgono su quelle di campo magnetico in spire chiuse, delle quali la figura mostra (in tratteggio) quelle adiacenti su un piano meridiano (il piano del foglio). Alle oscillazioni della corrente nel tempo corrispondono oscillazioni dei campi nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda lo spazio, ciascuno le dei alternanze quali è si succedono uguale alla ad intervalli distanza λ regolari, percorsa dalla perturbazione elettromagnetica nel periodo di oscillazione T; cioè c⋅T=λ, oppure essendo T=1/f: λ⋅f=c. 17 1.4.1 CAMPI ELETTROMAGNETICI A GRANDE DISTANZA DALL’ANTENNA Se si utilizza la elettromagnetico notazione a dei vettori componenti complessi, un monocromatiche campo variabili sinusoidalmente nel tempo con frequenza ν0 [Hz] e pulsazione ω0=2⋅π⋅ν0 si rappresenta: ( ) r r E r , t = Re E (r , ω 0 ) ⋅ e − j⋅ω0 ⋅t { } (1.19) E(r,ω0) Dove r è il vettore posizione e è il vettore complesso rappresentativo nel dominio delle frequenza. Il campo elettromagnetico irradiato a grande distanza dall’antenna (ovvero a distanze molto maggiori della dimensione dell’antenna e della lunghezza d’onda di lavoro) in coordinate sferiche (r,θ,φ) con sistema di versori fondamentali (r0,θ0,φ0) e notazione complessa si rappresenta con il vettore complesso: () E ∞ r = E ∞ (r , θ , ϕ ) = E (r → ∞,θ , ϕ , ω 0 ) [V/m] (1.20) originato da un’antenna posta nel sistema di riferimento come in figura 6. Figura 6 Campo generato da un’antenna posta nel sistema di riferimento in coordinate sferiche Si nota che: - in coordinate cartesiane (x,y,z) con sistema dei fondamentali (x0,y0,z0): r=x⋅x0+y⋅y0+z⋅z0; - in coordinate sferiche r=r·sinθ⋅cosφ⋅x0+r⋅sinθ⋅sinφ⋅y0+r⋅cosθ⋅z0. 18 versori (1.21) (r,θ,φ) è (1.22) 1.4.2 REGIONI DI CAMPO IRRADIATE DALLE ANTENNE Le regioni di campo irradiate da un’antenna (D dimensione massima dell’antenna tale che D>λ) si distinguono in: 1. Regione di campo vicino reattivo: “regione del campo immediatamente circostante l’antenna in cui prevalgono i campi reattivi”. Le linee di forza del campo elettrico non si richiudono in anelli attorno alle linee di campo magnetico, ma partono dalle cariche di un segno e terminano su quelle di segno opposto. L’energia immagazzinata nei campi reattivi non abbandona mai la sorgente, cioè non viene irradiata Analogamente correnti il che ma emessa campo e magnetico percorrono i riassorbita è continuamente. localizzato vari elementi intorno alle metallici che costituiscono il radiatore e le sue linee di forza si avvolgono in anelli attorno alle correnti come per i campi magnetici statici. I campi reattivi presentano un comportamento molto simile a quello dei campi statici, da cui si diversificano unicamente per il fatto che la loro intensità oscilla nel tempo, perciò sono chiamati anche quasi-statici. Nella regione di campo vicino, le ampiezze del campo elettrico e magnetico non sono legate da un rapporto costante, né possono essere ricavate in maniera semplice le une dalle altre. 2. Regione di campo vicino (radiativo di Fresnel): r < 2⋅(D2/λ) (r vettore posizione). “regione del reattivo e campo di di campo un’antenna lontano tra dove i la regione campi di di campo radiazione predominano e la distribuzione angolare del campo è dipendente dalla distanza dall’antenna. Se l’antenna ha una dimensione massima molto più piccola della lunghezza d’onda, tale regione può non esistere”. 3. Regione di campo lontano (radiativo di Fraunhofer): r>(2⋅D2/λ) 19 “regione del campo di un’antenna dove la distribuzione angolare del campo è essenzialmente indipendente dalla distanza dall’antenna”. In tale regione il campo elettrico e magnetico hanno ampiezze legate tra loro che variano con 1/r. Il confine superiore di questa regione in spazio libero è rappresentato dal raggio della sfera all’infinito. Tabella 2 Zona di campo Zona di campo Zona di campo vicino vicino lontano reattivo Limite Zona di campo Zona di campo Reattivo/radiativo Radiativo 0 λ 3⋅λ Max(3⋅λ,2⋅D2/λ) λ 3⋅λ Max(3⋅λ,2⋅D2/λ) ∞ inferiore Limite superiore 1.4.3 CARATTERISTICHE DEL CAMPO IRRADIATO A GRANDE DISTANZA DALL’ANTENNA Oltre a proprietà caratteristiche di rice-trasmittenti, direzionalità, le amplificazione antenne possiedono della radiazione elettromagnetica in alcune direzioni e riduzione della stessa in altre. Figura 7 Fronti d’onda del campo EM di radiazione. 20 A grande distanza dall’antenna il campo elettrico si propagano come un’onda sferica che E∞ e magnetico H∞ direzione di nella propagazione può venire rappresentata localmente come un’onda piana e uniforme (trasversa elettromagnetica: TEM rispetto alla direzione di propagazione radiale r0). Le superfici equifase del campo irradiato sono sferiche con centro nell’origine (in cui si individua il centro di fase dell’antenna) e la direzione di propagazione è radiale secondo r0. Il campo elettrico E∞ e magnetico H∞ sono tra loro perpendicolari ad ogni istante alla direzione radiale r0 ed hanno componenti (Eθ,Eφ) e (Hθ,Hφ). I moduli di E∞ e H∞ decrescono con la distanza come 1/r e sono in rapporto costante pari all’impedenza caratteristica del mezzo η = μ ε (η=377Ω). Il campo minimi e E∞ è in fase con zeri nello stesso H∞, ossia i campi presentano massimi, istante e l’onda TEM è polarizzata ellitticamente sul piano traverso, perpendicolare a r0. 1.4.3.1 DENSITÁ DI POTENZA In virtù delle proprietà di onda piana localmente uniforme segue che dall’espressione del vettore di Poynting: P ∞ (r , θ , ϕ ) = P(r → ∞, θ , ϕ ) nel dominio della frequenza a grande distanza dall’antenna: ∗ 1 P ∞ (r ,θ , ϕ ) = ⋅ E ∞ (r ,θ , ϕ ) × H ∞ (r , θ , ϕ ) [W/m2] dove: 2 E∞(r,θ,ϕ)e H∗∞(r,θ,ϕ) coincidono con il campo (1.23) elettrico [V/m] e magnetico [A/m] irradiati dall’antenna a grande distanza; ⎢P∞(r,θ,ϕ)⎢ è la densità di potenza [Wb/m2] irradiata dall’antenna attraverso una superficie ortogonale alla direzione di propagazione r0; 21 Re[P∞(r,θ,ϕ)] è il valore medio nel periodo della densità di potenza irradiata (ipotesi di campi monocromatici). Si rileva che: - il vettore di Poynting P∞ risulta diretto radialmente, cioè ortogonale alle superfici equifase del campo; - il vettore di Poynting P∞ è puramente reale in mezzi non dissipativi. 1.4.3.2 POTENZA TRASMESSA (IRRADIATA) P∞(r,θ,ϕ)=⎢P∞(r,θ,ϕ)⎢, Se il flusso del vettore di Poynting attraverso una sfera di raggio r, con centro nell’origine e normale n0=r0 all’elemento di superficie dS, rappresenta la potenza trasmessa (o irradiata ) dall’antenna data da: WT ≡ ∫ P (r , θ , ϕ ) ⋅ n 0 ⋅ dS = ∫ P (r , θ , ϕ ) ⋅ dS S ∞ S [W] ∞ (1.24) dove WT è la potenza trasmessa (irradiata) dall’antenna. 1.4.3.3 INTENSITÁ DI RADIAZIONE Se P∞(r,θ,ϕ)=⎢P∞(r,θ,ϕ)⎢,si definisce a grande distanza dall’antenna: U (θ , ϕ ) ≡ r 2 ⋅ P∞ (r ,θ , ϕ ) [W/sr] (1.25) dove: U(θ,φ) è l’intensità di radiazione irradiata dall’antenna (o diagramma di radiazione in potenza). U(θ,φ) rappresenta la potenza per unità di angolo solido [W/sr] trasmessa (irradiata) dall’antenna nell’intorno della direzione (θ,φ). L’espressione per la potenza trasmessa diviene: WT = ∫ P S ∞ (r ,θ , ϕ ) ⋅ dS U (θ , ϕ ) =∫ ⋅ dS = ∫ U (θ , ϕ ) ⋅ dΩ = S r2 4π 2π π ∫ ∫ U (θ , ϕ ) ⋅ sin θ ⋅ dθ ⋅ dϕ [W] 0 0 (1.26) Si nota che: - L’intensità di radiazione non dipende dalla distanza r poiché a grande distanza la densità di potenza irradiata varia in modo 22 inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Si noti che ciò non è più vero in zona di campo reattivo; - U(θ,φ) caratterizza le proprietà direzionali dell’antenna. 1.4.4 CARATTERISTICHE DIREZIONALI DI UN’ ANTENNA Un’antenna è isotropica un’“antenna ipotetica avente uguale radiazione in tutte le direzioni.” Un’antenna puntiforme è un’antenna isotropica non fisicamente realizzabile la cui intensità di radiazione Uiso non dipende dalla direzione e che ha la proprietà di distribuire uniformemente in ogni direzione tutta la potenza irradiata. U (θ , ϕ ) = U iso = r 2 ⋅ P∞iso 2π π WT = ∫ U iso ⋅ dΩ = ∫ ∫ sin θ ⋅ dθ ⋅ dϕ = P ∞ iso 4π Un’antenna (1.27) ⋅ r 2 ⋅ 4 ⋅π (1.28) 0 0 è direzionale un’“antenna avente la proprietà di irradiare e ricevere onde elettromagnetiche in modo più efficace in alcune direzioni piuttosto che in altre”. Un’antenna omni-direzionale è un’“antenna avente proprietà radiative non direzionali sul piano azimutale (θ=90°, φ variabile) e direzionali su piani di elevazione (φ = costante, θ variabile). Esempio: dipolo. 1.4.5 SOLIDO DI RADIAZIONE Il solido di “rappresentazione radiazione radiazione grafica (intensità (“radiation pattern”) tridimensionale di radiazione, delle è proprietà ampiezza, fase, una di o polarizzazione del campo) dell’antenna in funzione delle coordinate direzionali” [IEEE Std 145-73]. Si possono ottenere: Un solido di radiazione in campo |E∞(r,θ,φ)| per r = costante 23 ossia una rappresentazione di Un solido di radiazione in potenza ovvero una rappresentazione di U(θ,φ) oppure |E∞(r,θ,φ)|2 per r costante. La rappresentazione del solido di radiazione può essere di due tipologie: in figura 8 sono mostrate la rappresentazione polare a sinistra e a destra la rappresentazione assonometrica. Figura 8 Rappresentazione polare del solido di radiazione e rappresentazione assonometrica Il lobo di radiazione (“radiation lobe”) è la porzione del solido di radiazione delimitata da regioni a relativa bassa radiazione. Si possono incontrare: - Lobo principale (“major lobe”): lobo di radiazione contenente la direzione del massimo di radiazione. - Lobo secondario (“minor lobe”): ogni lobo di radiazione eccetto il principale. - Lobo laterale (“side lobe”): ogni lobo in direzione diversa da quella considerata (generalmente del massimo). - Lobo posteriore (“back lobe”): lobo secondario in direzione opposta al principale. 1.4.6 DIAGRAMMA DI RADIAZIONE Il diagramma di (“antenna radiazione pattern”) è una rappresentazione bidimensionale del solido di radiazione mediante sezioni a φ = costante o θ = costante, che serve per caratterizzare 24 l’antenna. In esso radiazione relativa trasmittente. ricezione Nel vengono che caso rappresenta riportate l’antenna di la nelle emette, antenna risposta diverse nel caso ricevente, relativa direzioni il di la antenna diagramma dell’antenna di alla radiazione elettromagnetica incidente dalle diverse direzioni. Se la radiazione trasmessa e quella ricevuta sono polarizzate ugualmente, il diagramma di radiazione e quello di ricezione di un’antenna coincidono. I diagrammi di radiazione e di ricezione possono essere forniti in formati diversi, ossia in termini di - attenuazione; - potenza effettiva irradiata (ERP o Effective Radiative Power), espressa in relazione a riferimenti vari (dBk, dBm); - intensità di campo relativa. Essi possono essere rappresentati o in scala lineare o in scala logaritmica. Le forma più diffuse rappresentano in scala lineare l’intensità relativa di campo e in scala logaritmica l’attenuazione. Esistono diagrammi di radiazione in coordinate cartesiane, che trovano utilizzo nel caso particolare in cui sia necessario o si desideri descrivere nel dettaglio anche i cosiddetti lobi secondari (figura 9), tuttavia in genere sono forniti diagrammi di radiazione in forma di grafici polari, un esempio in figura 10. Figura 9 Rappresentazione cartesiana del diagramma di radiazione 25 La Larghezza del fascio a metà potenza è l’ampiezza angolare del lobo principale a metà potenza (a -3 dB) (Half Power Beam Width, HPBW). Figura 10 Rappresentazione polare del diagramma di radiazione 1.4.7 DIRETTIVITÀ O GUADAGNO DIRETTIVO La direttività o guadagno direttivo (“Directive gain”) è definita dalla seguente formula: D(θ , ϕ ) = P∞ (r ,θ , ϕ ) U (θ , ϕ ) P∞ (r ,θ , ϕ ) U (θ , ϕ ) = = = P∞iso U iso WT / 4π ⋅ r 2 WT / 4π [adimensionale] (1.29) Si nota che: - La direttività è una figura di merito per le proprietà direttive dell’antenna rispetto al riferimento di un’antenna isotropica che irradi la stessa potenza WT; a volte, il riferimento può essere un’antenna nota non-isotropica (esempio: antenna a tromba). - La direttività di un’antenna isotropica è unitaria Diso(θ,φ)=1. - Si usa, in genere, il valore in dB della direttività: Ddb (θ , ϕ ) = 10 ⋅ Log 10 [D(θ , ϕ )] (1.30) 26 1.4.8 GUADAGNO DI UN’ANTENNA Il guadagno (“power gain”) si definisce similmente alla direttività, ma riferendosi alla potenza alla porta di ingresso dell’antenna WIN (invece che alla potenza irradiata). Il guadagno evidenzia come la maggiore potenza che si riesce ad irradiare in una certa direzione, si ottenga riducendo la potenza in tutte le altre direzioni. Viene definito secondo lo standard IEEE come “Rapporto, moltiplicato per 4π, dell’intensità di radiazione rispetto alla potenza netta accettata dall’antenna da un trasmettitore ad essa connesso”. G (θ , ϕ ) ≡ P∞ (r , θ , ϕ ) U (θ , ϕ ) = = η r ⋅ D(θ , ϕ ) [adimensionale] 2 WIN / 4 ⋅ π WIN / 4 ⋅ π ⋅ r (1.31) dove: WIN: potenza alla porta di ingresso dell’antenna tale che WIN–WT è pari alla potenza WL perduta per dissipazione (“losses”). ηr: efficienza di radiazione dell’antenna, che tiene conto delle perdite dovute alla dissipazione per conduzione e dielettricità, ed è definita da: ηr ≡ WT WIN Essendo WIN≥WT si ha che 0≤ηT≤1 con: G(θ,φ)≤D(θ,φ) - ηr=1 per antenne senza perdite; - ηr=0 per antenne con perdite “infinite”. 1.4.9 CLASSIFICAZIONE DELLE ANTENNE Le antenne possono essere classificate in base alla loro struttura e configurazione in: • Antenne lineari: antenne la cui struttura è di tipo filiforme, in generale di spessore finito (sottile) e a geometria variabile (rettilinea e non). Esempi: dipoli, spire, monopoli, antenne Beverage, antenna rombica, antenna a elica, antenna biconica, antenna a farfalla. 27 • Antenne apertura: antenne la cui struttura presenta una ad porzione di superficie piana (bocca) attraverso la quale avviene l’irradiazione di onde elettromagnetiche (tale bocca può essere rappresentata anche da una superficie dielettrica, come nelle antenne a lente). Esempi: antenna a guida troncata, antenna a tromba, microstriscia. • Antenne a riflettore: antenne che presentano un illuminatore (antenne ad apertura) che irradia verso uno o più riflettori metallici, avente caratteristiche di irradiazione elettromagnetiche altamente direttive. Esempi: antenna a riflettore parabolico, antenna a riflettore angolare, antenna a riflettore fuori-asse, antenna a doppio riflettore di tipo Cassegrain. • Allineamenti di antenne: configurazioni mono o bi-dimensionali di antenne (dette primarie, di tipo lineare o ad apertura) alimentate avente con opportuna caratteristiche distribuzione di di irradiazione ampiezza e fase, elettromagnetiche altamente direttive e facilmente riconfigurabili. Esempi: allineamento mono e bi-dimensionali a dipoli risonanti, allineamento mono allineamento a e bidimensionali microstriscia, in guida allineamento fessurata, di tipo logperiodico, allineamento di tipo Yagi - Uda, allineamento mono e bi-dimensionale con antenne primarie “attive”. 28