P4 – OSCILLATORI SINUSOIDALI P4.1 – Dimensionare un oscillatore a ponte di Wien con amplificatore operazionale, per una frequenza f0=6 kHz, utilizzando un termistore NTC per il controllo automatico di guadagno. Indicare poi come si può rendere variabile la frequenza dell’oscillatore nell’intorno dei 6 kHz. Soluzione Se il circuito AGC (Automatic Gain Control) utilizzato per assicurare la condizione di autoinnesco dell’oscillatore in esame: Ainiz ≡ 1 + R2iniz / R1 > 3 deve essere realizzato con un termistore a coefficiente di temperatura negativo, lo schema di principio dell’oscillatore con amplificatore operazionale è del tipo seguente: R2 R1 R GND R + Vu C GND L’elemento a resistenza variabile è posto in R2, in modo che, in funzionamento, la diminuzione del suo valore per effetto Joule faccia scendere il guadagno dell’AO fino al valore di regime: A ≡ 1 + R2 / R1 = 3 richiesto dalla condizione di autoeccitazione. Dovendo essere a regime R2=2R1, se si assume R1=1 kΩ, il termistore (o la serie di un resistore ed un termistore) va scelto con una resistenza a freddo superiore a 2 kΩ, in modo che possa assumere il valore di 2 kΩ dopo l’innesco dell’oscillazione. Per quanto riguarda la resistenza R, il suo valore è legato a quello della frequenza di oscillazione dalla relazione (8.7): f0 = Assumendo C=10 nF, si ricava: R= 1 2πRC 1 1 = ≅ 2,7 kΩ 2πf 0C 2π × 6 ⋅ 103 × 10 ⋅ 10 − 9 Per rendere variabile la frequenza dell’oscillatore, la R del circuito RC serie e quella del circuito RC parallelo possono essere realizzate ciascuna con un resistore fisso, ad esempio da 1 kΩ, in serie ad un potenziometro, ad esempio da 2 kΩ. I due potenziometri devono essere a comando coassiale, per poter variare la resistenza inserita mantenendo costantemente uguali fra loro le costanti di tempo dei due circuiti RC. _________________________________________________________________ P4.2 – Si richiede il dimensionamento di massima di un oscillatore a ponte di Wien con amplificatore operazionale, per una frequenza di oscillazione f0=8 kHz. Si utilizzino dei diodi Zener per limitare l’ampiezza dell’oscillazione ad un valore di circa 9 V. Soluzione In base alla (8.7), gli elementi R, C della rete di reazione positiva dell’oscillatore sono vincolati fra loro da una costante di tempo: RC = Assumendo: 1 1 = ≅ 20 µs 2πf 0 2π × 8 ⋅ 103 C = 10 nF si ricava: 20 ⋅ 10 −6 R= = 2 kΩ 10 ⋅ 10− 9 Per le resistenze R1, R2 della rete di reazione negativa, la condizione di autoeccitazione impone: Assumendo: R2 = 2R1 R1 = 1 kΩ si ricava: R2 = 2 kΩ Il sistema di limitazione dell’ampiezza di oscillazione può essere attuato inserendo una coppia di diodi Zener tra i capi della R2, come indicato nello schema in figura. R R2 C R1 GND R + Vu C GND Il valore della tensione di Zener Vz va scelto in modo che il diodo entri in conduzione quando la tensione di uscita raggiunge il valore massimo prefissato. Vale dunque la relazione: che per R=2R diventa: R2 Vu (max) = VZ + Vd R1 + R2 2 Vu (max) = Vz + Vd 3 Per Vu(max)=9 V, assumendo Vd=0,65 V (valore tipico della tensione ai capi di un diodo al Si in conduzione diretta), si ottiene: Vz = 2×9 − 0,65 = 5,35 V 3 Si possono per esempio impiegare diodi Zener del tipo 1N753, caratterizzati da una tensione di Zener nominale di 5,1 V. _________________________________________________________________ P4.3 – Dimensionare un oscillatore sinusoidale a rete di sfasamento con amplificatore operazionale, per la frequenza di oscillazione f0=3 kHz, utilizzando dei diodi come VDR (Voltage Dependent Resistor) per la regolazione automatica del guadagno. Soluzione Lo schema di principio dell’oscillatore richiesto è del tipo seguente. R2 ' R Vu + GND C C R GND C R GND Per bassi valori di Vu la coppia di diodi in antiparallelo presenta una elevata resistenza equivalente, per cui, dimensionando opportunamente le resistenze R e R2‘, si può far sì che l’amplificatore abbia un guadagno iniziale maggiore del valore |A|=29 richiesto dalla condizione di autoeccitazione. Si assicura in tal modo il verificarsi della condizione di autoinnesco dell’oscillatore. Al crescere di Vu, e quindi della tensione ai capi della coppia di diodi, la resistenza equivalente dei diodi diminuisce, facendo scendere il guadagno dell’AO fino al valore di regime |A|=29. Per il dimensionamento dell’oscillatore, si parte dall’espressione della frequenza di oscillazione (8.4): f0 = 1 2π 6 RC dalla quale, fissando per la capacità dei condensatori il valore C=10 nF, si ricava: R= 1 1 = = 1,3 kΩ 2π 6 f 0C 2π 6 × 5 ⋅ 103 × 10 ⋅ 10− 9 In base alla (8.5), indicando con Req la resistenza equivalente dei diodi a regime, si ha inoltre: A≡ R2 '+ Req R da cui discende l’uguaglianza: = 29 R2 '+ Req = 29 R = 29 × 1,3 = 37,7 kΩ La resistenza R2 ' va quindi fissata ad un valore minore di 37,7 kΩ, tale da soddisfare inizialmente alla condizione di autoinnesco (|Ainiz|>29) e di verificare l’uguaglianza suddetta ( R2 '+ Req = 37,7 kΩ) quando la tensione di uscita raggiunge l’ampiezza di oscillazione desiderata. _____________________________________________________________ P4.4 – Un oscillatore sinusoidale tipo Hartley, realizzato secondo lo schema in figura, funziona alla frequenza f0=356 kHz. Le induttanze L1’ e L2’ valgono ciascuna L’=5 µH e sono ricavate da un’unica bobina mediante presa centrale. Determinare la capacità C del condensatore di accordo e stabilire se è verificata la condizione di autoeccitazione, sapendo che il BJT impiegato presenta i seguenti valori di parametri ibridi: hie = 8 kΩ; hoe = 40 µA / V ; h fe = 30 Indicare infine come si può rendere variabile la frequenza dell’oscillatore, entro la banda f 01 ÷ f 02 = (200 ÷ 600) kHz. Vcc R2 RL Ca '' Vu Ca ' Re R1 Ce GND L' M C L'' Soluzione Essendo le due induttanze L1 ' , L2 ' ricavate da un’unica bobina, si può ritenere unitario il coefficiente di accoppiamento K, per cui la mutua induttanza vale: M = K L1 ' L2 ' = L1 ' L2 ' = L' = 5 µH L’induttanza del circuito risonante risulta pertanto: L = L1 '+ L2 '+2M = 4 L' = 4 × 5 = 20 µH e la capacità di accordo, per una frequenza f0=356 kHz: C= 1 ω0 L 2 = 1 1 = = 10 nF 2 2 4π f 0 L 4π (356 ⋅ 103 ) 2 × 20 ⋅ 10 − 6 2 La condizione di autoeccitazione è espressa dalla (8.17): h fe hie hoe ≥ L2 '+ M L1 '+ M che per L1 ' = L2 ' diventa: h fe ≥ hie hoe Nel nostro caso si ha: hie hoe = 8 ⋅ 103 × 40 ⋅ 10−6 = 0,32 << f fe = 30 e quindi la condizione richiesta è ampiamente soddisfatta. E’ possibile variare la frequenza di oscillazione senza alterare la condizione di autoeccitazione, realizzando la capacità C con un condensatore variabile. Nel nostro caso, il campo di variabilità di C deve comprendere i valori: Cmax = Cmin = 1 ω01 L 2 1 ω02 L 2 = 1 = 14 nF 4π (300 ⋅ 103 ) 2 × 20 ⋅ 10− 6 = 1 = 3.5 nF 4π (600 ⋅ 103 ) 2 × 20 ⋅ 10 − 6 2 2 _______________________________________________________________ P4.5 – Analizzare il funzionamento dell’oscillatore Colpitts a BJT, realizzato secondo lo schema in figura. Vcc = +5V Lb 10mH L 1.3uH Ca '' R2 Ca ' 0,1uF 15KΩ Vu 0,1uF C2 200pF C1 R1 800pF 15KΩ Ce Re 0,1uF 1,5KΩ GND Soluzione Si tratta di un oscillatore a tre punti nel quale l’amplificatore invertente è costituito da uno stadio ad emettitore comune, con autopolarizzazione di base, ed il circuito risonante a tre punti è costituito dai condensatori C1, C2 e dalla bobina L. La frequenza di oscillazione può essere assunta pari a: f0 = con: C= Si ottiene: f0 = 1 2π LC C1C2 800 × 200 = = 160 pF C1 + C2 800 + 200 1 2π 1,3 ⋅ 10 × 160 ⋅ 10 −12 −6 = 11 MHz A questa frequenza le capacità di accoppiamento Ca e la capacità di by-pass CE hanno reattanza piccolissima e sono perciò da considerare come cortocircuiti per la corrente di segnale: 1 1 1 = = = 0,14 Ω ω0Ca ω0CE 2π × 11 ⋅ 106 × 0,1 ⋅ 10− 6 mentre l’induttanza Lb assume un valore di reattanza elevatissimo, che blocca (choke) il passaggio della corrente di segnale nell’alimentatore: ω0 Lb = 2π × 11 ⋅ 106 × 0,1 ⋅ 10 −3 = 691 kΩ In base alla (8.11), il guadagno dell’amplificatore vale,in modulo: Aa ≥ C2 800 = =4 C1 200 con il segno “>” all’atto dell’innesco delle oscillazioni, ed il segno “=” a regime. _________________________________________________________________