Primo Istituto Comprensivo-Padova
Classi terze
Scuola primaria
Reggia dei Carraresi
a.s. 2013/2014
LA PIANTA
CURE
Il rosmarino è considerato la regina delle piante aromatiche;
cresce sia spontanea che coltivata, soprattutto lungo le coste
ma anche fino a 1500 m di altitudine.
Secondo alcuni il suo nome deriva dal latino “ros = rugiada” e
“maris = mare” cioè “rosa del mare”, secondo altri invece
sempre dal latino “rhus = arbusto” e “maris = mare” cioè
“arbusto di mare”. Qualunque sia la sua origine, è sempre
strettamente legata al mare, ricordato anche dai suoi bellissimi
fiori colore del mare. È una pianta arbustiva, perenne, con
portamento cespuglioso, che può raggiungere un’ altezza di 3
metri; ha un fusto ricco di molti rami e radici molto profonde,
così fortemente ancorate al terreno da riuscire anche a tenerlo
compatto. È per questo che questa pianta si vede spesso lungo
i pendii.
Le foglie sono piccole, dure, strette e molto fitte sui rami.
I fiori sono riuniti in gruppi e sono di colore azzurro.
Il rosmarino è una pianta che ama il sole, il caldo e l’aria
quindi deve essere coltivato all’aperto, anche in vaso purchè
sia messo in un balcone o in un davanzale.
Cresce molto bene nelle zone litoranee del Mediterraneo ma è
preferibile che sia localizzato in zone riparate dai venti freddi
che potrebbero sopraggiungere durante l’inverno.
Il rosmarino preferisce terreni asciutti e dunque deve essere
annaffiato poco e spesso.
Questa pianta fiorisce da Marzo a Settembre-Ottobre.
Il rosmarino è una pianta piena di olio essenziale, che gli
dona il caratteristico aroma, che è contenuto sia nelle foglie
che nei fiori.
I rametti con i fiori del rosmarino vanno raccolti durante
l’Estate e devono essere essiccati appena raccolti,
appendendoli a testa in giù in luoghi asciutti, bui e aerati.
Quando si sono essiccati, le foglie ed i fiori vanno tolti e
conservati in vasetti di vetro sigillati. È meglio però utilizzare
il rosmarino fresco perché con l’essiccazione perde buona
parte dei suoi principi attivi.
Questa pianta aromatica è un’erba insostituibile in cucina,
soprattutto nella cucina mediterranea dove è la spezia più
usata.
STORIA E CURIOSITÀ
UTILIZZO
Fin dai tempi più antichi il rosmarino ha rappresentato la
buona salute. Nell’ottocento si credeva che i fiori posti a
contatto della pelle regalassero la felicità e che le foglie,
messe sotto il letto allontanassero i brutti sogni. Si pensava
anche, coltivare la pianta sul davanzale allontanasse le
malattie. Per gli Egizi il rosmarino rappresentava
l’immortalità e per questo una manciata di fiori e foglie
veniva messa in mana al defunto per facilitare il suo
viaggio dopo la morte. Anche in molti paesi dell’Europa
c’era l’usanza di accompagnare un defunto al cimitero
tenendo in mano un ramoscello di rosmarino e le corone
funerarie erano fatte con rosmarino mirto e alloro. In
Inghilterra si credeva che portare un ramoscello di
rosmarino nel taschino della giacca,fosse di aiuto per
qualunque impresa. Esistono numerosissime leggende e
“ricette”che riguardano gli straordinari poteri di questa
piante è disinfettante, anti dolorifico, diuretico, stimolante ,
tonico, rilassante aumenta la memoria. Nel medioevo
venivano realizzati oggetti di ogni tipo con il legno del
rosmarino, tra i quali i pettini, perché si credeva che
avrebbero impedito la calvizie,grazie alle proprietà
magiche della pianta. La pianta di rosmarino allontana gli
insetti delle piante vicine ed è una buona abitudine mettete
negli armadi dei sacchetti contenenti rosmarino per tenere
lontane le tarme. In alcuni paesi è abitudine lasciare
asciugare il bucato sul rosmarino per permettere al sole di
estrapolarne l’aromatiche ha proprietà antitarme e sulla
biancheria può essere molto gradevole. Una leggenda dice
che i fiori del rosmarino una volta erano bianchi e
divennero azzurri quando la Madonna ,durante la fuga in
Egitto, l’asciò cadere il mantello su una pianta di
rosmarino.
In cucina il rosmarino è utilizzato come ottimo condimento per carne alla
griglia, carni bianche, riso, pomodori e altre verdure; serve ad
aromatizzare arrosti, patate, verdure saltate in padella, pane, focacce,
cacciagione.
Con alcool, rosmarino e scorza di limone, si può preparare anche il
liquore al rosmarino.
SCHIACCIATINA CON PATATE E ROSMARINO
INGREDIENTI:
PREPARAZIONE:
350 gr di patate pulite
350 ml di acqua
50 ml di olio extravergine di oliva
2 cucchiai di sale
200 gr di farina
Rosmarino
Setacciare la farina, unire il sale, l’acqua e l’olio
e con l’aiuto di una frusta creare una pastella
fluida.
Tagliare a fettine sottili le patate ed unirle al
composto. Oliare per bene una teglia capiente.
Mettere l’impasto nella teglia, condire con
rosmarino e un po' d'olio extravergine d'oliva.
Infornare a 220° per circa 30 minuti.
CAROTE AL ROSMARINO
INGREDIENTI:
PREPARAZIONE:
Carote
Rosmarino
Sale
Olio
Pulire le carote con cura.
Tagliare le carote a bastoncini.
Mettere le carote in una teglia insieme al sale, l'olio
extravergine di oliva e il rosmarino ben lavato e asciugato.
Infornare a 200° per circa 30 minuti.
BUON APPETITO!
LA PIANTA
CURE
L’ alloro, o lauro ( Laurus nobilis ), è un albero o un arbusto
sempreverde che, se trova le condizioni ideali, può
raggiungere anche i 10-12 m di altezza.
Il tronco è liscio, con corteccia nerastra e rami sottili e molto
fitti.
Le foglie, sono lanceolate, grosse e resistenti, di un bel verde
scuro, con i bordi ondulati e con la pagina superiore lucida
mentre quella inferiore è di un verde-giallo tenue ed opaco;
sono ricche di ghiandole resinose che danno alla pianta il
caratteristico aroma.
I fiori sono riuniti a grappolo e sbocciano all’inizio della
primavera.
Il frutto è una bacca, simile a una piccola oliva, che diviene
nero-bluastra con la maturazione ed è molto aromatica.
L’ alloro è una pianta molto diffusa, sia in pianura che in
collina, cresce spontanea in tutti i Paesi del Mediterraneo, ed
è molto utilizzata nei giardini e nei parchi come pianta
ornamentale.
Fiorisce in primavera ed i frutti maturano in autunno.
Il suo nome deriva dal latino “laurus” che vuol dire “ nobile”.
È una pianta che si adatta molto bene a crescere nelle più
diverse situazioni ambientali, sia in vaso che in pieno campo.
Può essere esposta tranquillamente in pieno sole, ma cresce
bene anche nei luoghi ombreggiati.
Le temperature di coltivazioni sono quelle tipiche delle regioni
a clima mediterraneo, quindi un clima mite; temperature sotto
gli zero gradi centigradi sono tollerate solo per brevi periodi di
tempo.
Le proprietà aromatiche di questa pianta sono date dagli oli
essenziali particolarmente concentrati nelle foglie più giovani e
nelle bacche.
Le foglie si possono raccogliere tutto l’anno, anche se a
luglio-agosto hanno una maggiore concentrazione di essenze
aromatiche. I frutti si raccolgono in autunno, quando sono
maturi.
Le foglie si possono consumare per uso culinario sia fresche
che secche; se vengono essiccate, durano circa un anno.
Le bacche si fanno essicare al forno a bassa temperatura e si
conservano poi dentro barattoli di vetro.
STORIA E CURIOSITÀ
UTILIZZO
Fin dai tempi dei Greci e dei Romani, l’alloro era
conosciuto come segno di gloria, pace e
protezione. Per questo motivo, gli imperatori
romani si mettevano corone di alloro attorno alla
testa durante le cerimonie importanti, come se si
trattasse di una preziosa corona.
Anche durante il Medio Evo e nel Rinascimento
la pianta di alloro era utilizzata per incoronare i
giovani poeti e da questo deriva la parola
“laurea” .
La pianta di alloro era anche utilizzata come
farmaco per curare le persone e ancora oggi la
medicina naturale usa questa pianta per alleviare i
dolori di stomaco, per il trattamento di dolori
muscolari e contro i sintomi dell'influenza.
L’essenza di alloro è usata anche come repellente
contro gli insetti.
L’alloro viene usato normalmente nella cucina di tutto il mondo per il suo
profumo e gusto, soprattutto perchè le sue foglie non perdono l’aroma dopo la
cottura; è molto apprezzato nella cottura della carne di maiale o di selvaggina, ma
anche nei piatti di pesce e di verdure.
In Emilia Romagna viene prodotto il liquore detto “ Laurino” usando le bacche di
alloro.
Grazie alle sue proprietà digestive, l’alloro è usato per preparare il “canarino”:
non si tratta di un uccellino ma di un bicchiere di acqua caldissima con una foglia
d’ alloro e una scorza di limone per far passare il mal di pancia, anche ai
bambini!!
Questa pianta aromatica oggi si usa spesso anche per profumare gli ambienti e le
sue foglie secche vengono messe negli armadi o nelle tasche degli abiti per
difenderli dall’ attacco delle tarme.
PATATE AL FORNO CON ALLORO
Lavate le patate, asciugatele con un telo, poi tagliatele a metà nel senso della
lunghezza e sistematele su una placca foderata con un foglio di carta da forno.
Praticate al centro di ognuna un’incisione profonda e inseritevi una foglia di alloro
lavata e non asciugata e conditele con un filo di olio e un pizzico di sale. Passate
le patate nel forno caldo a 200°C, sistemando la placca nella parte bassa, e cuocete
per 25-30 minuti finché saranno morbide e dorate.
SPIEDINI DI MARGHERITE CON PROVOLONE E ALLORO
Ingredienti:
Preparazione:
pancarrè/panebianco
provola
dolceallorosale,
pepepatè di olive
Prendere una fetta di pane e posizionare sopra una fetta di
provolone dolce, non troppo bassa. Salare e pepare e chiudere
con un'altra fetta di pane. Ricavare delle margheritine con lo
stampino e preparare gli spiedini alternando le margherite di
pane a delle foglie di alloro.Scaldare il forno a 200 gradi e
infornare per 8 minuti.Servire accompagnando con del patè di
olive
LA PIANTA
CURE
La menta appartiene alla famiglia delle Lamiaceae. L’uomo
iniziò a coltivare questa pianta nel 1750 in Inghilterra ma poi
venne coltivata anche in Asia, Nord America ed in Australia.
La menta è conosciuta soprattutto per la produzione di olio
essenziale molto profumato. Ciascuna specie di menta produce
un’essenza particolare e alcune specie sono più apprezzate
perché producono oli di alta qualità, ad esempio la menta
piperita.
La pianta della menta è una pianta erbacea con un fusto di
lunghezza variabile: da 30 cm fino ad un metro; le foglie, cioè
la parte della pianta che contiene gli oli essenziali dal
caratteristico aroma, sono semplici, di colore verde, lanceolate
e ricoperte da una leggera peluria; i fiori sono molto ravvicinati
e assomigliano ad una spiga.
La menta è un'erba aromatica perenne e resistente; cresce e si
sviluppa facilmente sia se viene coltivata nel giardino sia se si
coltiva in vaso.
La pianta della menta può vivere in suoli sabbiosi e, se viene
messa in pieno sole, ha bisogno di essere annaffiata
frequentemente. Bisogna fare attenzione però a non bagnare le
foglie perché l’acqua, evaporando, si porta via anche gli oli
essenziali.
La menta si può trovare dove fa molto freddo e anche dove fa
molto caldo, può crescere in pieno sole ma anche in zone
ombreggiate; è importante sapere però che i luoghi molto
luminosi favoriscono la formazione degli oli essenziali che la
caratterizzano.
La menta è una pianta potassofila, vuol dire che richiede grandi
quantità di potassio, e quindi è necessario un terreno ricco di
questo elemento.
La fioritura della menta avviene in primavera e i fiori resistono
quasi fino all’autunno. Le foglie di menta, raccolte al momento
della piena fioritura, cioè nel mese di agosto, hanno il maggior
contenuto di oli essenziali e di mentolo.
Una volta raccolta, la menta va consumata o allo stato fresco
oppure dopo averla essicata all’aria e all’ombra.
STORIA E CURIOSITÀ
UTILIZZO
La pianta della menta è conosciuta fin dai
tempi antichi.
La mitologia greca racconta che Menta o
Mintha era il nome di una ninfa amata da
Ade, dio degli Inferi. La leggenda racconta
che Persefone, moglie di Ade, trasformò la
ninfa Menta in un’erba perché era gelosa ma,
la stessa Persefone, dispiaciuta per ciò che
aveva fatto, le diede l’aroma che le è tipico,
quasi per farsi perdonare.
Anche nell’Antico Testamento la menta viene
citata come essenza utilizzata per profumare
le mense ed elevare lo spirito. I Cinesi invece
la utilizzavano per le sue proprietà calmanti e
antidolorifiche. Nel linguaggio dei fiori, la
menta ha molti significati positivi.
Rappresenta sobrietà e temperanza e, grazie al
suo profumo e alle proprietà terapeutiche,
anche saggezza.
È una pianta che ricresce e fiorisce anche
nelle condizioni più difficili, e per questo
rappresenta tutte le virtù che, quando sono
vere, non muoiono mai anche nelle condizioni
più avverse.
Indica l’amore perfetto.
La menta contiene mentolo, vitamina C e sostanze antibiotiche e per questo può aiutare il
trattamento di disturbi come tosse e raffreddore, ma anche favorire la digestione. I fiori e
le foglie di menta vengono raccolti durante l’estate, lasciati essiccare all’aria aperta e
utilizzati soprattutto per la preparazione delle tisane, lasciando 2 cucchiaini di menta in
una tazza di acqua bollente per 15 minuti. Con la menta si può preparare anche un ottimo
colluttorio. In questo caso si deve lasciare un cucchiaino di foglie di menta essiccate per
10 minuti in una tazza di acqua bollente; quando questo infuso si raffredda può essere
usato per disinfettare e rinfrescare l’interno della bocca. Le foglie di menta sono molto
usate anche in cucina, nella produzione di dolci e caramelle. Nei paesi mediterranei e
mediorientali è usata per cuocere carni e verdure. Molto famoso è il thè alla menta
preparato in Tunisia. Nel Lazio è usata per cucinare i carciofi ed è ottima per il
condimento di insalate, legumi, cereali e verdure.
Strofinare sulle dita 2 foglie di menta può inoltre aiutare ad eliminare i cattivi odori
lasciati da aglio e cipolla.
PANCAKE SALATI CON ZUCCHINE E MENTA
Ingredienti:
Preparazione:
250 gr di latte
250 gr di farina
4 uova
½ cucchiaino di lievito
istantaneo per prodotti salati
foglie di menta fresca
3 zucchine
parmigiano
sale
pepe
olio
Tritare le zucchine con le foglie di menta.
Separare i tuorli e mettere da parte gli albumi.
Lavorare i tuorli con farina, lievito e latte fino ad avere un
composto omogeneo.
Aggiungere zucchine, pepe, sale e parmigiano.
Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e unirli
delicatamente al composto di tuorli.
Far scaldare dell’olio in una padella antiaderente.
Versare dei mucchietti di impasto e far cuocere qualche minuto
per lato, non troppo per non far perdere la morbidezza.
Servire caldi.
LAPIANTA
CURE
Il nome di questa pianta deriva dal nome latino Prunus avium che
significava “Ciliegio degli uccelli”. Il ciliegio è un albero di origine
asiatica che nasce spontaneamente e si è naturalmente diffuso in
quasi tutti i boschi di tutta l’Europa. Sappiamo che questi alberi
esistevano già in epoca primitiva perché sono stati ritrovati dei
noccioli vicino a degli scavi archeologici.
Il ciliegio è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle
Rosacee e alla specie Prunus .
Esistono 3 tipi di Prunus:
• il Prunus Cerasus, ossia il ciliegio acido
• il Prunus Avium, il ciliegio dolce, quello che ci dà le ciliegie:
le duracine e le tenerine.
• il Prunus Mahaleb, il ciliegio da fiore che viene usato a scopo
ornamentale.
Le duracine, dette anche duroni, sono piante che possono
raggiungere anche i 20 metri di altezza, mentre le tenerine sono
piante più piccole. Entrambe hanno foglie grandi e ovali e i fiori
sono generalmente bianchi. Nelle duracine, i frutti hanno la polpa
dura e croccante che può essere, bianca, rossa o nerastra. Le tenerine
invece hanno la polpa molle e molto succosa, di colore rosso o quasi
nero.
Il ciliegio acido comprende tre tipi di piante e frutti:
le amarene, piante piccole con i rami pendenti, foglie piccole e frutti
color rosso intenso che vengono usati per produrre succhi e
sciroppi;
le visciole invece hanno rami dritti, foglie molto grandi, frutti rosso
brillante e dolci per cui vengono mangiate fresche o usate per fare
marmellate;
le marasche sono piante piccole e i frutti vengono utilizzati
soprattutto per produrre liquori.
Il ciliegio non ha esigenze particolari per quanto riguarda il
clima, anche se preferisce
i climi poco piovosi.
È una pianta che non ama nè la siccità nè le temperature troppo
alte e resiste moto bene al freddo.
Il tereno ideale per la coltivazione del ciliego è un suolo ricco
di torba, sabbia e ghiaia che assicuri un buon drenaggio, cioè
uno scorrimento dell' acqua.
Le ciliegie vanno raccolte a maturazione completa perché una
volta staccate dall'albero non maturano più.
La raccolta si svolge in maggo-luglio guardando il colore della
buccia per individuare il momento migliore. Il più grande
nemico del ciliegio è la pioggia, ma ci sono anche diversi
parassiti che possono danneggiarla: l'afide nero, la cocciniglia,
la mosca delle ciliege, i rodilegno e altri insetti e acari (ragno
rosso, ragnetto giallo del melo, ecc.). Anche gli uccelli possono
provocare danni ai fiori e ai frutti sia in fase di sviluppo che a
maturazione.
STORIA E CURIOSITÀ
UTILIZZO
Nell'Ottocento, in Inghilterra, regalare un ramo di ciliegio fiorito indicava
un comportamento educato, mentre, in Cina, si riferisce ancora alla
bellezza femminile. Nella simbologia giapponese rappresenta un
messaggio di felicità, affetto, amore, ma anche di delicatezza e fragilità,
caratteristiche dei fiori di ciliegio, dalla bellezza radiosa destinata a
sfiorire al massimo in due settimane.
In Giappone questo fiore è così importante che ne sono diffuse 200
varietà che non producono frutti, ma sono soltanto ornamentali, con fiori
bianchi sfumati in rosa pallido oppure rosa intenso, in alcuni casi anche
più grandi o con moltissimi petali. Vengono piantati ovunque – parchi
pubblici, siti storici, rive dei fiumi, cortili scolastici, ecc. – per potere
ammirare i ‘fiori di ciliegio’ (‘Sakura’) passeggiando.
Il legno marrone-rosso del ciliegio, molto resistente, viene usato per fare
mobili e strumenti musicali. La resina è profumata e viene usata come
aroma per le gomme da masticare. Il frutto del ciliegio non solo è molto
buono ma contiene vari nutrienti come vitamine, minerali e tanti altri
elementi benefici per la nostra salute. Molto importante è anche l’utilizzo
dei noccioli i ciliegia. Si tratta di semi speciali, dotato di una naturale
camera d’aria al loro interno, che permette di accumulare velocemente il
caldo e il freddo, e di rilasciarli lentamente. Questa capacità è molto
importante specialmente a scopo terapeutico. Per questo motivo sono nati
dei veri e propri cuscini per curare in modo naturale tensioni muscolari,
contusioni e stress.
L’usanza popolare di celebrare la bellezza naturale dello sbocciare dei
fiori di ciliegio, che segna l'inizio della nuova stagione, continua tuttora,
tra picnic e canti.
CONFETTURA DI CILIEGIE
Ingredienti
Preparazione
1 kg di ciliegie
Lavare bene le ciliegie, asciugarle e privarle del
snocciolate
picciolo, tagliandole a metà. Metterle quindi in una
(circa 1,3 kg da
ciotola, aggiungere lo zucchero, la scorza di limone
snocciolare)
e 3 cucchiai di succo di limone e lasciare riposare il
300 gr di zucchero tutto per almeno 6 ore o per tutta la notte in un
1 limone
luogo fresco e asciutto o in frigorifero.
La fioritura dei ciliegi, segnalata in Giappone con bollettini meteorologici
locali, inizia a gennaio ad Okinawa, tra la fine di marzo e l'inizio di aprile
avviene a Kyoto e a Tokyo, e poche settimane dopo a Hokkaidō.
Ogni anno, in primavera, viene organizzato il ‘Festival del Ciliegio in
Fiore’ in moltissimi parchi nel mondo. Vancouver, in Canada, possiede
migliaia di questi alberi – ricevuti in dono dal Giappone. Lo stesso regalo
è stato fatto anche agli Stati Uniti, in particolare a New York, a
Washington e a Philadelphia.
La fioritura dei ciliegi e dei meli è una grande attrazione turistica anche in
Germania.
In Italia, sulle colline modenesi, nella cittadina di Vignola, dal 1970, la
‘Festa dei Ciliegi in Fiore’ continua per tre settimane a cavallo tra marzo e
aprile come buon auspicio per la famosa produzione della ciliegia mora. Il
centro storico si anima con diverse iniziative di interesse culturale,
artistico e commerciale: concerti bandistici, rappresentazioni
folcloristiche, sfilate di carri allegorici ispirati alla fioritura bianca e
profumata nella valle del Panaro.
Trascorso questo tempo eliminare le scorze del limone, mettere la frutta
in un tegame e cuocere a fuoco moderato per circa un'ora, mescolando di
tanto in tanto e togliendo la schiuma che si forma in superficie. La
confettura di ciliegie sarà pronta quando versandone una goccia su un
piatto inclinato, questa non colerà ma resterà compatta. Passare quindi la
confettura con un passaverdure. A questo punto versare la confettura
ancora bollente nei vasetti precedentemente sterilizzati, chiudere subito
ermeticamente e capovolgere i barattoli su un piano di legno. Aspettare
che i vasetti siano freddi, quindi etichettarli e metterli in un luogo buio e
fresco fino al momento dell’utilizzo. Consumare dopo un mese.
LA PIANTA
CURE
Nome scientifico = Allium Schoenoprasum
Nome volgare =erba cipollina
Genere = allium
Contenenza =alliina, sostanza inodore e alliinasi
che gli dà il suo delicato profumo
Foglia =elastica
Espansione = può diventare alta 25 cm e può
diventare anche un cespuglio
Famiglia =liliacee
Origine = Europa e Asia
Sinonimi =aglio ungherese, aglio cipollino,
porro sottile, cipolla porraria erba di provenza
Decoro = ghirlanda o bordura
Radice = fittone
Colore (fiore)= violetto
L’erba cipollina non richiede quasi cure.
Non va annaffiata tanto nei periodi estivi, si
deve fare attenzione ai ristagni idrici nel
terreno.
Ogni anno alla fine dell’inverno, si interra il
concime: quello ben maturato, sarà sufficente
per la stagione della crescita. Viene allevata
come aromatica (si usano soprattutto le foglie).
L’erba cipollina fiorisce nel mese di maggio.
È bella da coltivare come contorno di un orto.
È una pianta che cresce per anni ed è piena di
bulbi. Viene dalle zone di temperature fredde,
dall’Europa, dall’Asia e dal Nord America.
STORIA E CURIOSITÀ
UTILIZZO
Allium in lingua celtica significa ”che brucia” e
la pianta è chiamata così perché il suo profumo è
intenso.
Essa ha un gusto frizzante e gradevole che
insaporisce i cibi; soprattutto i romani usavano
l’erba cipollina come principale condimento.
Qualcuno consiglia l’erba cipollina per la cura
dei capelli perché contiene tanti sali minerali,
come potassio e fosforo, vitamine soprattutto
vitamina C che hanno effetto espettorante.
Veniva utlizzata anche per togliere il malocchio
e sciogliere gli incantesimi negativi: tra le
antiche tradizioni popolari tedesche si legge che
si usava strofinarsi addosso le foglie d’erba
cipollina per liberarsi dai sortilegi e dagli gnomi
della foresta nera.
L’ erba cipollina oltre ad essere apprezzata come
aromatica è anche utilizzata come pianta
ornamentale grazie alle sue foglie slanciate e
alle sue caratteristiche infiorescenze. In
particolare le foglie si tagliano alla base quando
sono pienamente sviluppate. Mediamente si
possono effettuare 3-4 tagli per stagione; la
pianta continuerà fino al sopraggiungere
dell’inverno per ricrescere con l’arrivo della
bella stagione.
USO IN CUCINA: le foglie possono essere
utilizzate come complemento nelle insalate, per
insaporire minestre, per condire formaggi molli
e salse. In genere si usa a fine cottura e spesso le
foglie dell’erba cipollina, data la loro forma
allungata, sono usate per legare involtini.
LA PIANTA
CURE
Nome volgare: Salvia
Nome scientifico: salvia officinalis, salvia
divinorum, salvia splendes, salvia pratensis e
altri ancora…
La salvia insieme alla soia è uno degli alimenti
a più alto contenuto di filoestrogeni.
È diffusa in tutti i paesi a clima mite e forma
dei veri e propri cespugli. I fusti sono di colore
verde, con la maturità diventano legnosi, e
molto ramificati. Le foglie invece sono
ovali-lanceolate di colore grigio-verde con i
bordi dentellati. Devono essere raccolte tra
maggio e giugno, prima o all’inizio della
fioritura. Per l’uso quotidiano in cucina le
foglie possono essere raccolte tra la primavera
e l’autunno.
Va annaffiata con moderazione stando attenti a
non lasciare ristagni idrici nel terreno che sono la
principale causa di morte di queste piante
lasciando asciugare il terreno tra un’irrigazione ed
un’altra.
La salvia preferisce i terreni neutri o leggermente
calcarei e sabbiosi molto permeabili in modo da
favorire un buon drenaggio ed una buona
circolazione dell’aria.
E’ una pianta che viene coltivata prevalentemente
per le sue foglie aromatiche ed è preferibile usare
un concime che abbia un titolo abbastanza elevato
in Azoto, Fosforo e Potassio.
STORIA E CURIOSITÀ
UTILIZZO
La salvia è la pianta aromatica, forse più famosa
che si conosca.
Conosciuta ed usata in tutto il mondo per il suo
aroma dai tempi più antichi: era usata dagli
Egiziani, dai Romani e nel Medioevo era
considerata un’erba capace di guarire dal male.
La specie più nota è la Salvia Officinalis (la salvia
in senso stretto). Le proprietà aromatiche sono
date dall’olio essenziale che ha una composizione
chimica molto complessa.
La migliore qualità di salvia è usata per le sue
proprietà terapeutiche.
In tutti i paesi d’Europa è una delle spezie più
utilizzate nelle cucine come aromatizzante di
carni, pesci, minestre e verdure.
Di solito questa spezia si usa da sola perché,
avendo un aroma così intenso, si comporta come
una prima donna: annulla il sapore delle altre
spezie.
La salvia ha varie proprietà farmacologiche che
sono state sfruttate nei secoli: digestiva,
diuretica, balsamica ecc...
SALVIA PASTELLATA
Ingredienti
1uovo,1 bicchiere d’acqua, farina, sale, grana.
Preparazione
Mescolare il tutto, impanare una foglia di salvia
alla volta e friggerla in una padella con olio
bollente; a fine cottura aggiungere del grana
sopra e servirle.
LA PIANTA
CURE
Il tarassaco, chiamato in latino taraxacum, è
noto anche come dente di leone, stella gialla e
capo di frate. E’ una pianta rustica, cioè non
richiede l’aiuto dell’uomo per coltivarla.
Particolarmente diffuso nei posti arieggiati e
molto soleggiati. Le foglie sono semplici,
oblunghe, lanceolate o lobate, con margine
dentato (da qui il nome dente di leone).
La fioritura avviene in primavera ma si può
prolungare fino all’autunno. L’impollinazione
avviene tramite gli insetti, ma può avvenire
anche grazie al vento. Uno dei nomi del
tarassaco è cicoria, contiene il 30% di vitamina
B e il 70% di vitamina C; per questa ricchezza
di vitamine è molto consigliata una insalata di
tarassaco.
Ha bisogno di un terreno da umido ad asciutto in
posizioni soleggiate. Resiste a temperature molto
basse, si riproduce in seme verso la primavera e
in autunno.
Per evitare un’eccessiva autodisseminazione, è
bene potare i “boccioli” ormai appassiti e
spruzzare un po’ di disinfestante.
Il tarassaco è un erba molto resistente, teme solo
i luoghi troppo umidi, ma per il resto le basta
poco per crescere, infatti è molto diffusa nei
campi e nei prati di tutta Italia.
STORIA E CURIOSITA’
UTILIZZO
Già nel 1500 le virtù depurative del tarassaco erano
conosciute ed apprezzate, a quei tempi addirittura si
riteneva che indossando una collana formata da pezzi
di radici di quest’erba si acquisisse maggiore
stabilitàe serenità e migliorassero i rapporti sociali.
Il tarassaco, quando perde le foglie, si trasforma in
soffione. Esiste naturalmente una spiegazione per tutti
i nomi del tarassaco: Dente di leone perchè la foglia
ha la forma di dente; Soffione perchè sotto i petali c’è
una palla lanosa che contiene i semi che dopo fanno
diventare il tarassaco in soffione.
Il tarassaco ha molte proprietà benefiche infatti purifica e
alleggerisce le funzione digestive. Si può mangiare come
contorno o si beve in goccie e aiuta anche a prevenire i
calcoli. Della pianta si usa tutto, le radici sono la parte più
ricca di principi curativi, ma anche i fiori e le foglie
contengono sostanze protettive.
In cucina, per esempio, viene utilizzato per condire la
pasta, può servire anche per i piatti primaverili come
contorno o si può mettere nelle minestre o aggiungere
all’insalata.
PASTA AL TARASSACO
Ingredienti: 800 gr. di penne rigate, 12 cucchiai di olio,
1600 gr. di tarassaco, pecorino e grana grattuggiato,
8 pomodori, sale e pepe.
Preparazione: mettere in una padella il tarassaco con olio e
spadellare fino a farlo diventare come gli spinaci; nel
frattempo cuocere la pasta e in un’altra padella cuocere i
pomodori e appena pronti gli ingredienti mescolare tutto.
LA PIANTA
CURE
Nome scientifico:thymus vulgaris
Nome volgare:timo
Il timo è un arbusto di dimensioni piccole, ha le foglie
che vanno dal verde al verde chiaro, verde scuro al
grigio, all’argento, sono ricoperte da una peluria e
hanno un profumo inteso.
La fioritura avviene tra la primavera e l’estate.
Abbiamo diverse varietà di timo, alcune sono
caratterizzate da un piacevole aroma di limone.
I rami sono molto lunghi, le radici un po’ intrecciate.
I fori sono di un colore bianco-rosato e crescono sotto
delle foglie.
Questi fiori sono impollinati dagli insetti, soprattutto
ad opera delle api.
Il timo può crescere spontaneamente con una
temperatura non troppa fresca. La sua coltivazione può
avvenire a partire dai semi; la semina può avvenire
dall’inizio della primavera fino al mese di giugno. La
raccolta avviene indicativamente da maggio ad agosto.
L’essicazione del timo deve essere effettuata all’ombra.
Il timo essiccato deve essere conservato in un luogo
fresco, asciutto e riparato dalla luce del sole, in
barattoli chiusi e in vetro. Le sue caratteristiche così
rimarranno intatte per un periodo compreso tra 4 e 6
mesi.
STORIA E CURIOSITÀ
UTILIZZO
Il timo è una pianta tipica dell’area mediterranea.
Cresce in Italia preferibilmente nelle zone marine.
Si trova nei luoghi aridi e soleggiati, fra rocce e ghiaie.
Il timo era molto utilizzato nelle culture antiche: in
Egitto era utile per le imbalsamazioni, mentre in
Grecia se ne apprezzavano le qualità in cucina. Inoltre
vi era l’usanza dei soldati dell’Antica Roma di
cospargersi prima di una battaglia di acqua e timo.
Più scaramantico l’impiego del timo veniva fatto nel
Medioevo, quando rametti di questa pianta erano tenuti
sotto il cuscino per allontanare gli incubi notturni.
Il timo viene utilizzato sotto forma di sciroppo e di
infuso da impiegare in caso di raffreddore o di tosse.
Se si mette il timo dietro le orecchie, i pidocchi se ne
vanno. È un rimedio da utilizzare come ultimo
risciacquo in caso di capelli deboli per rinforzarli.
Inoltre viene utilizzato per insaporire le pietanze
come sughi e zuppe. L’infuso di timo si usa anche per
risolvere problemi di gonfiore intestinale ed è anche
un antibatterico naturale che aiuta a contrastare i
germi.
TAGLIATELLE FUNGHI E TIMO
Ingredienti
320gr di tagliatelle
30g di funghi
Timo fresco
Olio
Sale e pepe
Preparazione
Mettete i funghi puliti e versateli in padella con l’olio.
Aggiungete sale, un po' di pepe e lasciateli cuocere fin
quando l’acqua evapora. Spegnete e aggiungere il
timo tritato. Dopo aver cotto le tagliatelle versatele in
padella con il sugo e aggiungete del parmigiano.
LA PIANTA
CURE
L’Alliaria è una pianta alta oltre un metro ed
emana un odore di aglio molto persistente. Si
dice che tale odore permane anche nel latte delle
mucche che se ne cibano. Le radici di questa
pianta sono a fittone e con più ramificazioni.
Il fusto alcune volte è alto e alcune volte è basso
però è sempre eretto. I fiori sono commestibili,
le foglie hanno forma di cuore e i semi hanno un
sapore di senape. Le foglie inferiori sono grandi
e rugose, le dimensioni sono medie: la larghezza
è di 7-8 cm e la lunghezza 10 cm.
Questa modesta pianta cresce spontaneamente in
ambienti boschivi e siepi. E’ un’erba selvatica
che vive e si sviluppa senza che l’uomo se ne
prenda cura.
STORIA E CURIOSITÀ
Le zone di origine sono l’Europa, l’Asia, la
Cina e l'India settentrionale, ma anche l’Africa
del Nord ed è molto diffusa anche in Italia.
È stata ritrovata nella tomba di Tutakan nel
1350 a.C. L’alliaria è una delle erbe più antiche
usate dall’uomo. Già conosciuta dai Babilonesi
intorno al 3000 a.C., presso gli antichi Greci e
Romani se ne consumava in grande quantità. Si
usa la pianta intera, raccolta da maggio a giugno
eliminando la radice, e va usata fresca poichè
l’essiccamento fa perdere tutte le sue proprietà.
UTILIZZO
L’alliaria è principalmente usata in erboristeria
per produrre olio. I semi, che profumano di
senape, sono usati per stimolare l’appetito.
Con le foglie si possono preparare infusi, succo
o zuppe.
In Inghilterra usano i semi per insaporire i
sandwich che vengono usati anche in torte
salate.
ALLIARIA PETIOLATA
Ingredienti
Una manciata di foglie di alliaria, un pugno di
semi di girasole, un cucchiaino di aceto, sale.
Preparazione
Lavate e tritate le foglie di alliaria, pestate i
semi di girasole e amalgamateli al trito di alliaria
aiutandovi con l’aceto e un po' d’olio. Salate e
pepate come volete.
LA PIANTA
CURE
Il genere lavandula appartiene alla famiglia
delle lamiaceae e comprende una trentina di
specie originarie dei paesi del Mediterraneo.
Il nome generico “lavanda”, con il quale siamo
abituati a chiamare queste piante, è stato
recepito letteralmente nella lingua italiana dal
gerundio latino “lavare” (che deve essere
lavato) per detergere il corpo. La lavanda è una
pianta molto rustica, che ben sia adatta alle
diverse situazioni climatiche e cresce
spontanea nell’Italia meridionale e la
ritroviamo nei terreni aridi e sassosi a formare
dei bellissimi cespugli.
Sono piante perenni, sempreverdi e di piccole
dimensioni, raggiungendo infatti al massimo
un’altezza di un metro. Le foglie sono lineari,
lanceolate, strette, di un caratteristico colore
verde-grigio.
La lavanda non gradisce terreni particolarmente
umidi per cui tra un’irrigazione e l’altra è
opportuno attendere che il terreno si sia
asciugato. Quando termina la fioritura, deve
essere potata per eliminare tutti gli steli fioriferi,
in questo modo
cresce più rigogliosa e
rinvigorita stimolando lo sviluppo di nuovi
germogli. Bisogna avere cura che l’oggetto
usato per la potatura sia pulito e disinfettato per
evitare di infettare i tessuti della foglia. La
lavanda si raccoglie in epoche diverse a seconda
del loro utilizzo: per uso erboristico si raccoglie
all’inizio della fioritura mentre per l’industria
cosmetica e per la profumeria nel periodo di
massima fioritura.
Dopo la raccolta si fa seccare in luoghi ventilati
ed ombrosi in quanto il sole scolorirebbe i fiori.
Quando sono secchi si separa la spiga dal gambo
e si conservano i fiori o in sacchetti di tela o in
ciotole per profumare la casa.
STORIA E CURIOSITÀ
UTILIZZO
La lavanda è stata ed è l’elemento base per la
preparazione dei pot - pourri per profumare la
casa fin dal lontano 1700. Nell’antichità la
lavanda era usata non solo per il suo profumo e
per l’igiene personale, ma anche come
disinfettante: nel medioevo e fino al 1700 si
cospargevano e si strofinavano i pavimenti
utilizzando la lavanda.
La spiga è considerata un amuleto contro
disgrazie e demoni e si dice che sia anche un
talismano per portare prosperità e fecondità.
La lavanda è l’essenza astrale del segno
zodiacale dell’Ariete.
Normalmente la lavanda è poco usata per scopi
alimentari. Viene però usata per aromatizzare il
vino bianco e l’aceto, per preparare gelatine e
per aromatizzare i dolci.
I fiori di lavanda mantengono il profumo a
lungo e le foglie si possono utilizzare per
profumare gli abiti e per mandare via le zanzare.
Molto particolare e molto profumato è il miele
di lavanda molto adatto per curare le affezioni
broncopolmonari.