Primo Istituto Comprensivo-Padova Classi terze Scuola primaria Reggia dei Carraresi a.s. 2013/2014 LA PIANTA CURE Il rosmarino è considerato la regina delle piante aromatiche; cresce sia spontanea che coltivata, soprattutto lungo le coste ma anche fino a 1500 m di altitudine. Secondo alcuni il suo nome deriva dal latino “ros = rugiada” e “maris = mare” cioè “rosa del mare”, secondo altri invece sempre dal latino “rhus = arbusto” e “maris = mare” cioè “arbusto di mare”. Qualunque sia la sua origine, è sempre strettamente legata al mare, ricordato anche dai suoi bellissimi fiori colore del mare. È una pianta arbustiva, perenne, con portamento cespuglioso, che può raggiungere un’ altezza di 3 metri; ha un fusto ricco di molti rami e radici molto profonde, così fortemente ancorate al terreno da riuscire anche a tenerlo compatto. È per questo che questa pianta si vede spesso lungo i pendii. Le foglie sono piccole, dure, strette e molto fitte sui rami. I fiori sono riuniti in gruppi e sono di colore azzurro. Il rosmarino è una pianta che ama il sole, il caldo e l’aria quindi deve essere coltivato all’aperto, anche in vaso purchè sia messo in un balcone o in un davanzale. Cresce molto bene nelle zone litoranee del Mediterraneo ma è preferibile che sia localizzato in zone riparate dai venti freddi che potrebbero sopraggiungere durante l’inverno. Il rosmarino preferisce terreni asciutti e dunque deve essere annaffiato poco e spesso. Questa pianta fiorisce da Marzo a Settembre-Ottobre. Il rosmarino è una pianta piena di olio essenziale, che gli dona il caratteristico aroma, che è contenuto sia nelle foglie che nei fiori. I rametti con i fiori del rosmarino vanno raccolti durante l’Estate e devono essere essiccati appena raccolti, appendendoli a testa in giù in luoghi asciutti, bui e aerati. Quando si sono essiccati, le foglie ed i fiori vanno tolti e conservati in vasetti di vetro sigillati. È meglio però utilizzare il rosmarino fresco perché con l’essiccazione perde buona parte dei suoi principi attivi. Questa pianta aromatica è un’erba insostituibile in cucina, soprattutto nella cucina mediterranea dove è la spezia più usata. STORIA E CURIOSITÀ UTILIZZO Fin dai tempi più antichi il rosmarino ha rappresentato la buona salute. Nell’ottocento si credeva che i fiori posti a contatto della pelle regalassero la felicità e che le foglie, messe sotto il letto allontanassero i brutti sogni. Si pensava anche, coltivare la pianta sul davanzale allontanasse le malattie. Per gli Egizi il rosmarino rappresentava l’immortalità e per questo una manciata di fiori e foglie veniva messa in mana al defunto per facilitare il suo viaggio dopo la morte. Anche in molti paesi dell’Europa c’era l’usanza di accompagnare un defunto al cimitero tenendo in mano un ramoscello di rosmarino e le corone funerarie erano fatte con rosmarino mirto e alloro. In Inghilterra si credeva che portare un ramoscello di rosmarino nel taschino della giacca,fosse di aiuto per qualunque impresa. Esistono numerosissime leggende e “ricette”che riguardano gli straordinari poteri di questa piante è disinfettante, anti dolorifico, diuretico, stimolante , tonico, rilassante aumenta la memoria. Nel medioevo venivano realizzati oggetti di ogni tipo con il legno del rosmarino, tra i quali i pettini, perché si credeva che avrebbero impedito la calvizie,grazie alle proprietà magiche della pianta. La pianta di rosmarino allontana gli insetti delle piante vicine ed è una buona abitudine mettete negli armadi dei sacchetti contenenti rosmarino per tenere lontane le tarme. In alcuni paesi è abitudine lasciare asciugare il bucato sul rosmarino per permettere al sole di estrapolarne l’aromatiche ha proprietà antitarme e sulla biancheria può essere molto gradevole. Una leggenda dice che i fiori del rosmarino una volta erano bianchi e divennero azzurri quando la Madonna ,durante la fuga in Egitto, l’asciò cadere il mantello su una pianta di rosmarino. In cucina il rosmarino è utilizzato come ottimo condimento per carne alla griglia, carni bianche, riso, pomodori e altre verdure; serve ad aromatizzare arrosti, patate, verdure saltate in padella, pane, focacce, cacciagione. Con alcool, rosmarino e scorza di limone, si può preparare anche il liquore al rosmarino. SCHIACCIATINA CON PATATE E ROSMARINO INGREDIENTI: PREPARAZIONE: 350 gr di patate pulite 350 ml di acqua 50 ml di olio extravergine di oliva 2 cucchiai di sale 200 gr di farina Rosmarino Setacciare la farina, unire il sale, l’acqua e l’olio e con l’aiuto di una frusta creare una pastella fluida. Tagliare a fettine sottili le patate ed unirle al composto. Oliare per bene una teglia capiente. Mettere l’impasto nella teglia, condire con rosmarino e un po' d'olio extravergine d'oliva. Infornare a 220° per circa 30 minuti. CAROTE AL ROSMARINO INGREDIENTI: PREPARAZIONE: Carote Rosmarino Sale Olio Pulire le carote con cura. Tagliare le carote a bastoncini. Mettere le carote in una teglia insieme al sale, l'olio extravergine di oliva e il rosmarino ben lavato e asciugato. Infornare a 200° per circa 30 minuti. BUON APPETITO! LA PIANTA CURE L’ alloro, o lauro ( Laurus nobilis ), è un albero o un arbusto sempreverde che, se trova le condizioni ideali, può raggiungere anche i 10-12 m di altezza. Il tronco è liscio, con corteccia nerastra e rami sottili e molto fitti. Le foglie, sono lanceolate, grosse e resistenti, di un bel verde scuro, con i bordi ondulati e con la pagina superiore lucida mentre quella inferiore è di un verde-giallo tenue ed opaco; sono ricche di ghiandole resinose che danno alla pianta il caratteristico aroma. I fiori sono riuniti a grappolo e sbocciano all’inizio della primavera. Il frutto è una bacca, simile a una piccola oliva, che diviene nero-bluastra con la maturazione ed è molto aromatica. L’ alloro è una pianta molto diffusa, sia in pianura che in collina, cresce spontanea in tutti i Paesi del Mediterraneo, ed è molto utilizzata nei giardini e nei parchi come pianta ornamentale. Fiorisce in primavera ed i frutti maturano in autunno. Il suo nome deriva dal latino “laurus” che vuol dire “ nobile”. È una pianta che si adatta molto bene a crescere nelle più diverse situazioni ambientali, sia in vaso che in pieno campo. Può essere esposta tranquillamente in pieno sole, ma cresce bene anche nei luoghi ombreggiati. Le temperature di coltivazioni sono quelle tipiche delle regioni a clima mediterraneo, quindi un clima mite; temperature sotto gli zero gradi centigradi sono tollerate solo per brevi periodi di tempo. Le proprietà aromatiche di questa pianta sono date dagli oli essenziali particolarmente concentrati nelle foglie più giovani e nelle bacche. Le foglie si possono raccogliere tutto l’anno, anche se a luglio-agosto hanno una maggiore concentrazione di essenze aromatiche. I frutti si raccolgono in autunno, quando sono maturi. Le foglie si possono consumare per uso culinario sia fresche che secche; se vengono essiccate, durano circa un anno. Le bacche si fanno essicare al forno a bassa temperatura e si conservano poi dentro barattoli di vetro. STORIA E CURIOSITÀ UTILIZZO Fin dai tempi dei Greci e dei Romani, l’alloro era conosciuto come segno di gloria, pace e protezione. Per questo motivo, gli imperatori romani si mettevano corone di alloro attorno alla testa durante le cerimonie importanti, come se si trattasse di una preziosa corona. Anche durante il Medio Evo e nel Rinascimento la pianta di alloro era utilizzata per incoronare i giovani poeti e da questo deriva la parola “laurea” . La pianta di alloro era anche utilizzata come farmaco per curare le persone e ancora oggi la medicina naturale usa questa pianta per alleviare i dolori di stomaco, per il trattamento di dolori muscolari e contro i sintomi dell'influenza. L’essenza di alloro è usata anche come repellente contro gli insetti. L’alloro viene usato normalmente nella cucina di tutto il mondo per il suo profumo e gusto, soprattutto perchè le sue foglie non perdono l’aroma dopo la cottura; è molto apprezzato nella cottura della carne di maiale o di selvaggina, ma anche nei piatti di pesce e di verdure. In Emilia Romagna viene prodotto il liquore detto “ Laurino” usando le bacche di alloro. Grazie alle sue proprietà digestive, l’alloro è usato per preparare il “canarino”: non si tratta di un uccellino ma di un bicchiere di acqua caldissima con una foglia d’ alloro e una scorza di limone per far passare il mal di pancia, anche ai bambini!! Questa pianta aromatica oggi si usa spesso anche per profumare gli ambienti e le sue foglie secche vengono messe negli armadi o nelle tasche degli abiti per difenderli dall’ attacco delle tarme. PATATE AL FORNO CON ALLORO Lavate le patate, asciugatele con un telo, poi tagliatele a metà nel senso della lunghezza e sistematele su una placca foderata con un foglio di carta da forno. Praticate al centro di ognuna un’incisione profonda e inseritevi una foglia di alloro lavata e non asciugata e conditele con un filo di olio e un pizzico di sale. Passate le patate nel forno caldo a 200°C, sistemando la placca nella parte bassa, e cuocete per 25-30 minuti finché saranno morbide e dorate. SPIEDINI DI MARGHERITE CON PROVOLONE E ALLORO Ingredienti: Preparazione: pancarrè/panebianco provola dolceallorosale, pepepatè di olive Prendere una fetta di pane e posizionare sopra una fetta di provolone dolce, non troppo bassa. Salare e pepare e chiudere con un'altra fetta di pane. Ricavare delle margheritine con lo stampino e preparare gli spiedini alternando le margherite di pane a delle foglie di alloro.Scaldare il forno a 200 gradi e infornare per 8 minuti.Servire accompagnando con del patè di olive LA PIANTA CURE La menta appartiene alla famiglia delle Lamiaceae. L’uomo iniziò a coltivare questa pianta nel 1750 in Inghilterra ma poi venne coltivata anche in Asia, Nord America ed in Australia. La menta è conosciuta soprattutto per la produzione di olio essenziale molto profumato. Ciascuna specie di menta produce un’essenza particolare e alcune specie sono più apprezzate perché producono oli di alta qualità, ad esempio la menta piperita. La pianta della menta è una pianta erbacea con un fusto di lunghezza variabile: da 30 cm fino ad un metro; le foglie, cioè la parte della pianta che contiene gli oli essenziali dal caratteristico aroma, sono semplici, di colore verde, lanceolate e ricoperte da una leggera peluria; i fiori sono molto ravvicinati e assomigliano ad una spiga. La menta è un'erba aromatica perenne e resistente; cresce e si sviluppa facilmente sia se viene coltivata nel giardino sia se si coltiva in vaso. La pianta della menta può vivere in suoli sabbiosi e, se viene messa in pieno sole, ha bisogno di essere annaffiata frequentemente. Bisogna fare attenzione però a non bagnare le foglie perché l’acqua, evaporando, si porta via anche gli oli essenziali. La menta si può trovare dove fa molto freddo e anche dove fa molto caldo, può crescere in pieno sole ma anche in zone ombreggiate; è importante sapere però che i luoghi molto luminosi favoriscono la formazione degli oli essenziali che la caratterizzano. La menta è una pianta potassofila, vuol dire che richiede grandi quantità di potassio, e quindi è necessario un terreno ricco di questo elemento. La fioritura della menta avviene in primavera e i fiori resistono quasi fino all’autunno. Le foglie di menta, raccolte al momento della piena fioritura, cioè nel mese di agosto, hanno il maggior contenuto di oli essenziali e di mentolo. Una volta raccolta, la menta va consumata o allo stato fresco oppure dopo averla essicata all’aria e all’ombra. STORIA E CURIOSITÀ UTILIZZO La pianta della menta è conosciuta fin dai tempi antichi. La mitologia greca racconta che Menta o Mintha era il nome di una ninfa amata da Ade, dio degli Inferi. La leggenda racconta che Persefone, moglie di Ade, trasformò la ninfa Menta in un’erba perché era gelosa ma, la stessa Persefone, dispiaciuta per ciò che aveva fatto, le diede l’aroma che le è tipico, quasi per farsi perdonare. Anche nell’Antico Testamento la menta viene citata come essenza utilizzata per profumare le mense ed elevare lo spirito. I Cinesi invece la utilizzavano per le sue proprietà calmanti e antidolorifiche. Nel linguaggio dei fiori, la menta ha molti significati positivi. Rappresenta sobrietà e temperanza e, grazie al suo profumo e alle proprietà terapeutiche, anche saggezza. È una pianta che ricresce e fiorisce anche nelle condizioni più difficili, e per questo rappresenta tutte le virtù che, quando sono vere, non muoiono mai anche nelle condizioni più avverse. Indica l’amore perfetto. La menta contiene mentolo, vitamina C e sostanze antibiotiche e per questo può aiutare il trattamento di disturbi come tosse e raffreddore, ma anche favorire la digestione. I fiori e le foglie di menta vengono raccolti durante l’estate, lasciati essiccare all’aria aperta e utilizzati soprattutto per la preparazione delle tisane, lasciando 2 cucchiaini di menta in una tazza di acqua bollente per 15 minuti. Con la menta si può preparare anche un ottimo colluttorio. In questo caso si deve lasciare un cucchiaino di foglie di menta essiccate per 10 minuti in una tazza di acqua bollente; quando questo infuso si raffredda può essere usato per disinfettare e rinfrescare l’interno della bocca. Le foglie di menta sono molto usate anche in cucina, nella produzione di dolci e caramelle. Nei paesi mediterranei e mediorientali è usata per cuocere carni e verdure. Molto famoso è il thè alla menta preparato in Tunisia. Nel Lazio è usata per cucinare i carciofi ed è ottima per il condimento di insalate, legumi, cereali e verdure. Strofinare sulle dita 2 foglie di menta può inoltre aiutare ad eliminare i cattivi odori lasciati da aglio e cipolla. PANCAKE SALATI CON ZUCCHINE E MENTA Ingredienti: Preparazione: 250 gr di latte 250 gr di farina 4 uova ½ cucchiaino di lievito istantaneo per prodotti salati foglie di menta fresca 3 zucchine parmigiano sale pepe olio Tritare le zucchine con le foglie di menta. Separare i tuorli e mettere da parte gli albumi. Lavorare i tuorli con farina, lievito e latte fino ad avere un composto omogeneo. Aggiungere zucchine, pepe, sale e parmigiano. Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e unirli delicatamente al composto di tuorli. Far scaldare dell’olio in una padella antiaderente. Versare dei mucchietti di impasto e far cuocere qualche minuto per lato, non troppo per non far perdere la morbidezza. Servire caldi. LAPIANTA CURE Il nome di questa pianta deriva dal nome latino Prunus avium che significava “Ciliegio degli uccelli”. Il ciliegio è un albero di origine asiatica che nasce spontaneamente e si è naturalmente diffuso in quasi tutti i boschi di tutta l’Europa. Sappiamo che questi alberi esistevano già in epoca primitiva perché sono stati ritrovati dei noccioli vicino a degli scavi archeologici. Il ciliegio è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee e alla specie Prunus . Esistono 3 tipi di Prunus: • il Prunus Cerasus, ossia il ciliegio acido • il Prunus Avium, il ciliegio dolce, quello che ci dà le ciliegie: le duracine e le tenerine. • il Prunus Mahaleb, il ciliegio da fiore che viene usato a scopo ornamentale. Le duracine, dette anche duroni, sono piante che possono raggiungere anche i 20 metri di altezza, mentre le tenerine sono piante più piccole. Entrambe hanno foglie grandi e ovali e i fiori sono generalmente bianchi. Nelle duracine, i frutti hanno la polpa dura e croccante che può essere, bianca, rossa o nerastra. Le tenerine invece hanno la polpa molle e molto succosa, di colore rosso o quasi nero. Il ciliegio acido comprende tre tipi di piante e frutti: le amarene, piante piccole con i rami pendenti, foglie piccole e frutti color rosso intenso che vengono usati per produrre succhi e sciroppi; le visciole invece hanno rami dritti, foglie molto grandi, frutti rosso brillante e dolci per cui vengono mangiate fresche o usate per fare marmellate; le marasche sono piante piccole e i frutti vengono utilizzati soprattutto per produrre liquori. Il ciliegio non ha esigenze particolari per quanto riguarda il clima, anche se preferisce i climi poco piovosi. È una pianta che non ama nè la siccità nè le temperature troppo alte e resiste moto bene al freddo. Il tereno ideale per la coltivazione del ciliego è un suolo ricco di torba, sabbia e ghiaia che assicuri un buon drenaggio, cioè uno scorrimento dell' acqua. Le ciliegie vanno raccolte a maturazione completa perché una volta staccate dall'albero non maturano più. La raccolta si svolge in maggo-luglio guardando il colore della buccia per individuare il momento migliore. Il più grande nemico del ciliegio è la pioggia, ma ci sono anche diversi parassiti che possono danneggiarla: l'afide nero, la cocciniglia, la mosca delle ciliege, i rodilegno e altri insetti e acari (ragno rosso, ragnetto giallo del melo, ecc.). Anche gli uccelli possono provocare danni ai fiori e ai frutti sia in fase di sviluppo che a maturazione. STORIA E CURIOSITÀ UTILIZZO Nell'Ottocento, in Inghilterra, regalare un ramo di ciliegio fiorito indicava un comportamento educato, mentre, in Cina, si riferisce ancora alla bellezza femminile. Nella simbologia giapponese rappresenta un messaggio di felicità, affetto, amore, ma anche di delicatezza e fragilità, caratteristiche dei fiori di ciliegio, dalla bellezza radiosa destinata a sfiorire al massimo in due settimane. In Giappone questo fiore è così importante che ne sono diffuse 200 varietà che non producono frutti, ma sono soltanto ornamentali, con fiori bianchi sfumati in rosa pallido oppure rosa intenso, in alcuni casi anche più grandi o con moltissimi petali. Vengono piantati ovunque – parchi pubblici, siti storici, rive dei fiumi, cortili scolastici, ecc. – per potere ammirare i ‘fiori di ciliegio’ (‘Sakura’) passeggiando. Il legno marrone-rosso del ciliegio, molto resistente, viene usato per fare mobili e strumenti musicali. La resina è profumata e viene usata come aroma per le gomme da masticare. Il frutto del ciliegio non solo è molto buono ma contiene vari nutrienti come vitamine, minerali e tanti altri elementi benefici per la nostra salute. Molto importante è anche l’utilizzo dei noccioli i ciliegia. Si tratta di semi speciali, dotato di una naturale camera d’aria al loro interno, che permette di accumulare velocemente il caldo e il freddo, e di rilasciarli lentamente. Questa capacità è molto importante specialmente a scopo terapeutico. Per questo motivo sono nati dei veri e propri cuscini per curare in modo naturale tensioni muscolari, contusioni e stress. L’usanza popolare di celebrare la bellezza naturale dello sbocciare dei fiori di ciliegio, che segna l'inizio della nuova stagione, continua tuttora, tra picnic e canti. CONFETTURA DI CILIEGIE Ingredienti Preparazione 1 kg di ciliegie Lavare bene le ciliegie, asciugarle e privarle del snocciolate picciolo, tagliandole a metà. Metterle quindi in una (circa 1,3 kg da ciotola, aggiungere lo zucchero, la scorza di limone snocciolare) e 3 cucchiai di succo di limone e lasciare riposare il 300 gr di zucchero tutto per almeno 6 ore o per tutta la notte in un 1 limone luogo fresco e asciutto o in frigorifero. La fioritura dei ciliegi, segnalata in Giappone con bollettini meteorologici locali, inizia a gennaio ad Okinawa, tra la fine di marzo e l'inizio di aprile avviene a Kyoto e a Tokyo, e poche settimane dopo a Hokkaidō. Ogni anno, in primavera, viene organizzato il ‘Festival del Ciliegio in Fiore’ in moltissimi parchi nel mondo. Vancouver, in Canada, possiede migliaia di questi alberi – ricevuti in dono dal Giappone. Lo stesso regalo è stato fatto anche agli Stati Uniti, in particolare a New York, a Washington e a Philadelphia. La fioritura dei ciliegi e dei meli è una grande attrazione turistica anche in Germania. In Italia, sulle colline modenesi, nella cittadina di Vignola, dal 1970, la ‘Festa dei Ciliegi in Fiore’ continua per tre settimane a cavallo tra marzo e aprile come buon auspicio per la famosa produzione della ciliegia mora. Il centro storico si anima con diverse iniziative di interesse culturale, artistico e commerciale: concerti bandistici, rappresentazioni folcloristiche, sfilate di carri allegorici ispirati alla fioritura bianca e profumata nella valle del Panaro. Trascorso questo tempo eliminare le scorze del limone, mettere la frutta in un tegame e cuocere a fuoco moderato per circa un'ora, mescolando di tanto in tanto e togliendo la schiuma che si forma in superficie. La confettura di ciliegie sarà pronta quando versandone una goccia su un piatto inclinato, questa non colerà ma resterà compatta. Passare quindi la confettura con un passaverdure. A questo punto versare la confettura ancora bollente nei vasetti precedentemente sterilizzati, chiudere subito ermeticamente e capovolgere i barattoli su un piano di legno. Aspettare che i vasetti siano freddi, quindi etichettarli e metterli in un luogo buio e fresco fino al momento dell’utilizzo. Consumare dopo un mese. LA PIANTA CURE Nome scientifico = Allium Schoenoprasum Nome volgare =erba cipollina Genere = allium Contenenza =alliina, sostanza inodore e alliinasi che gli dà il suo delicato profumo Foglia =elastica Espansione = può diventare alta 25 cm e può diventare anche un cespuglio Famiglia =liliacee Origine = Europa e Asia Sinonimi =aglio ungherese, aglio cipollino, porro sottile, cipolla porraria erba di provenza Decoro = ghirlanda o bordura Radice = fittone Colore (fiore)= violetto L’erba cipollina non richiede quasi cure. Non va annaffiata tanto nei periodi estivi, si deve fare attenzione ai ristagni idrici nel terreno. Ogni anno alla fine dell’inverno, si interra il concime: quello ben maturato, sarà sufficente per la stagione della crescita. Viene allevata come aromatica (si usano soprattutto le foglie). L’erba cipollina fiorisce nel mese di maggio. È bella da coltivare come contorno di un orto. È una pianta che cresce per anni ed è piena di bulbi. Viene dalle zone di temperature fredde, dall’Europa, dall’Asia e dal Nord America. STORIA E CURIOSITÀ UTILIZZO Allium in lingua celtica significa ”che brucia” e la pianta è chiamata così perché il suo profumo è intenso. Essa ha un gusto frizzante e gradevole che insaporisce i cibi; soprattutto i romani usavano l’erba cipollina come principale condimento. Qualcuno consiglia l’erba cipollina per la cura dei capelli perché contiene tanti sali minerali, come potassio e fosforo, vitamine soprattutto vitamina C che hanno effetto espettorante. Veniva utlizzata anche per togliere il malocchio e sciogliere gli incantesimi negativi: tra le antiche tradizioni popolari tedesche si legge che si usava strofinarsi addosso le foglie d’erba cipollina per liberarsi dai sortilegi e dagli gnomi della foresta nera. L’ erba cipollina oltre ad essere apprezzata come aromatica è anche utilizzata come pianta ornamentale grazie alle sue foglie slanciate e alle sue caratteristiche infiorescenze. In particolare le foglie si tagliano alla base quando sono pienamente sviluppate. Mediamente si possono effettuare 3-4 tagli per stagione; la pianta continuerà fino al sopraggiungere dell’inverno per ricrescere con l’arrivo della bella stagione. USO IN CUCINA: le foglie possono essere utilizzate come complemento nelle insalate, per insaporire minestre, per condire formaggi molli e salse. In genere si usa a fine cottura e spesso le foglie dell’erba cipollina, data la loro forma allungata, sono usate per legare involtini. LA PIANTA CURE Nome volgare: Salvia Nome scientifico: salvia officinalis, salvia divinorum, salvia splendes, salvia pratensis e altri ancora… La salvia insieme alla soia è uno degli alimenti a più alto contenuto di filoestrogeni. È diffusa in tutti i paesi a clima mite e forma dei veri e propri cespugli. I fusti sono di colore verde, con la maturità diventano legnosi, e molto ramificati. Le foglie invece sono ovali-lanceolate di colore grigio-verde con i bordi dentellati. Devono essere raccolte tra maggio e giugno, prima o all’inizio della fioritura. Per l’uso quotidiano in cucina le foglie possono essere raccolte tra la primavera e l’autunno. Va annaffiata con moderazione stando attenti a non lasciare ristagni idrici nel terreno che sono la principale causa di morte di queste piante lasciando asciugare il terreno tra un’irrigazione ed un’altra. La salvia preferisce i terreni neutri o leggermente calcarei e sabbiosi molto permeabili in modo da favorire un buon drenaggio ed una buona circolazione dell’aria. E’ una pianta che viene coltivata prevalentemente per le sue foglie aromatiche ed è preferibile usare un concime che abbia un titolo abbastanza elevato in Azoto, Fosforo e Potassio. STORIA E CURIOSITÀ UTILIZZO La salvia è la pianta aromatica, forse più famosa che si conosca. Conosciuta ed usata in tutto il mondo per il suo aroma dai tempi più antichi: era usata dagli Egiziani, dai Romani e nel Medioevo era considerata un’erba capace di guarire dal male. La specie più nota è la Salvia Officinalis (la salvia in senso stretto). Le proprietà aromatiche sono date dall’olio essenziale che ha una composizione chimica molto complessa. La migliore qualità di salvia è usata per le sue proprietà terapeutiche. In tutti i paesi d’Europa è una delle spezie più utilizzate nelle cucine come aromatizzante di carni, pesci, minestre e verdure. Di solito questa spezia si usa da sola perché, avendo un aroma così intenso, si comporta come una prima donna: annulla il sapore delle altre spezie. La salvia ha varie proprietà farmacologiche che sono state sfruttate nei secoli: digestiva, diuretica, balsamica ecc... SALVIA PASTELLATA Ingredienti 1uovo,1 bicchiere d’acqua, farina, sale, grana. Preparazione Mescolare il tutto, impanare una foglia di salvia alla volta e friggerla in una padella con olio bollente; a fine cottura aggiungere del grana sopra e servirle. LA PIANTA CURE Il tarassaco, chiamato in latino taraxacum, è noto anche come dente di leone, stella gialla e capo di frate. E’ una pianta rustica, cioè non richiede l’aiuto dell’uomo per coltivarla. Particolarmente diffuso nei posti arieggiati e molto soleggiati. Le foglie sono semplici, oblunghe, lanceolate o lobate, con margine dentato (da qui il nome dente di leone). La fioritura avviene in primavera ma si può prolungare fino all’autunno. L’impollinazione avviene tramite gli insetti, ma può avvenire anche grazie al vento. Uno dei nomi del tarassaco è cicoria, contiene il 30% di vitamina B e il 70% di vitamina C; per questa ricchezza di vitamine è molto consigliata una insalata di tarassaco. Ha bisogno di un terreno da umido ad asciutto in posizioni soleggiate. Resiste a temperature molto basse, si riproduce in seme verso la primavera e in autunno. Per evitare un’eccessiva autodisseminazione, è bene potare i “boccioli” ormai appassiti e spruzzare un po’ di disinfestante. Il tarassaco è un erba molto resistente, teme solo i luoghi troppo umidi, ma per il resto le basta poco per crescere, infatti è molto diffusa nei campi e nei prati di tutta Italia. STORIA E CURIOSITA’ UTILIZZO Già nel 1500 le virtù depurative del tarassaco erano conosciute ed apprezzate, a quei tempi addirittura si riteneva che indossando una collana formata da pezzi di radici di quest’erba si acquisisse maggiore stabilitàe serenità e migliorassero i rapporti sociali. Il tarassaco, quando perde le foglie, si trasforma in soffione. Esiste naturalmente una spiegazione per tutti i nomi del tarassaco: Dente di leone perchè la foglia ha la forma di dente; Soffione perchè sotto i petali c’è una palla lanosa che contiene i semi che dopo fanno diventare il tarassaco in soffione. Il tarassaco ha molte proprietà benefiche infatti purifica e alleggerisce le funzione digestive. Si può mangiare come contorno o si beve in goccie e aiuta anche a prevenire i calcoli. Della pianta si usa tutto, le radici sono la parte più ricca di principi curativi, ma anche i fiori e le foglie contengono sostanze protettive. In cucina, per esempio, viene utilizzato per condire la pasta, può servire anche per i piatti primaverili come contorno o si può mettere nelle minestre o aggiungere all’insalata. PASTA AL TARASSACO Ingredienti: 800 gr. di penne rigate, 12 cucchiai di olio, 1600 gr. di tarassaco, pecorino e grana grattuggiato, 8 pomodori, sale e pepe. Preparazione: mettere in una padella il tarassaco con olio e spadellare fino a farlo diventare come gli spinaci; nel frattempo cuocere la pasta e in un’altra padella cuocere i pomodori e appena pronti gli ingredienti mescolare tutto. LA PIANTA CURE Nome scientifico:thymus vulgaris Nome volgare:timo Il timo è un arbusto di dimensioni piccole, ha le foglie che vanno dal verde al verde chiaro, verde scuro al grigio, all’argento, sono ricoperte da una peluria e hanno un profumo inteso. La fioritura avviene tra la primavera e l’estate. Abbiamo diverse varietà di timo, alcune sono caratterizzate da un piacevole aroma di limone. I rami sono molto lunghi, le radici un po’ intrecciate. I fori sono di un colore bianco-rosato e crescono sotto delle foglie. Questi fiori sono impollinati dagli insetti, soprattutto ad opera delle api. Il timo può crescere spontaneamente con una temperatura non troppa fresca. La sua coltivazione può avvenire a partire dai semi; la semina può avvenire dall’inizio della primavera fino al mese di giugno. La raccolta avviene indicativamente da maggio ad agosto. L’essicazione del timo deve essere effettuata all’ombra. Il timo essiccato deve essere conservato in un luogo fresco, asciutto e riparato dalla luce del sole, in barattoli chiusi e in vetro. Le sue caratteristiche così rimarranno intatte per un periodo compreso tra 4 e 6 mesi. STORIA E CURIOSITÀ UTILIZZO Il timo è una pianta tipica dell’area mediterranea. Cresce in Italia preferibilmente nelle zone marine. Si trova nei luoghi aridi e soleggiati, fra rocce e ghiaie. Il timo era molto utilizzato nelle culture antiche: in Egitto era utile per le imbalsamazioni, mentre in Grecia se ne apprezzavano le qualità in cucina. Inoltre vi era l’usanza dei soldati dell’Antica Roma di cospargersi prima di una battaglia di acqua e timo. Più scaramantico l’impiego del timo veniva fatto nel Medioevo, quando rametti di questa pianta erano tenuti sotto il cuscino per allontanare gli incubi notturni. Il timo viene utilizzato sotto forma di sciroppo e di infuso da impiegare in caso di raffreddore o di tosse. Se si mette il timo dietro le orecchie, i pidocchi se ne vanno. È un rimedio da utilizzare come ultimo risciacquo in caso di capelli deboli per rinforzarli. Inoltre viene utilizzato per insaporire le pietanze come sughi e zuppe. L’infuso di timo si usa anche per risolvere problemi di gonfiore intestinale ed è anche un antibatterico naturale che aiuta a contrastare i germi. TAGLIATELLE FUNGHI E TIMO Ingredienti 320gr di tagliatelle 30g di funghi Timo fresco Olio Sale e pepe Preparazione Mettete i funghi puliti e versateli in padella con l’olio. Aggiungete sale, un po' di pepe e lasciateli cuocere fin quando l’acqua evapora. Spegnete e aggiungere il timo tritato. Dopo aver cotto le tagliatelle versatele in padella con il sugo e aggiungete del parmigiano. LA PIANTA CURE L’Alliaria è una pianta alta oltre un metro ed emana un odore di aglio molto persistente. Si dice che tale odore permane anche nel latte delle mucche che se ne cibano. Le radici di questa pianta sono a fittone e con più ramificazioni. Il fusto alcune volte è alto e alcune volte è basso però è sempre eretto. I fiori sono commestibili, le foglie hanno forma di cuore e i semi hanno un sapore di senape. Le foglie inferiori sono grandi e rugose, le dimensioni sono medie: la larghezza è di 7-8 cm e la lunghezza 10 cm. Questa modesta pianta cresce spontaneamente in ambienti boschivi e siepi. E’ un’erba selvatica che vive e si sviluppa senza che l’uomo se ne prenda cura. STORIA E CURIOSITÀ Le zone di origine sono l’Europa, l’Asia, la Cina e l'India settentrionale, ma anche l’Africa del Nord ed è molto diffusa anche in Italia. È stata ritrovata nella tomba di Tutakan nel 1350 a.C. L’alliaria è una delle erbe più antiche usate dall’uomo. Già conosciuta dai Babilonesi intorno al 3000 a.C., presso gli antichi Greci e Romani se ne consumava in grande quantità. Si usa la pianta intera, raccolta da maggio a giugno eliminando la radice, e va usata fresca poichè l’essiccamento fa perdere tutte le sue proprietà. UTILIZZO L’alliaria è principalmente usata in erboristeria per produrre olio. I semi, che profumano di senape, sono usati per stimolare l’appetito. Con le foglie si possono preparare infusi, succo o zuppe. In Inghilterra usano i semi per insaporire i sandwich che vengono usati anche in torte salate. ALLIARIA PETIOLATA Ingredienti Una manciata di foglie di alliaria, un pugno di semi di girasole, un cucchiaino di aceto, sale. Preparazione Lavate e tritate le foglie di alliaria, pestate i semi di girasole e amalgamateli al trito di alliaria aiutandovi con l’aceto e un po' d’olio. Salate e pepate come volete. LA PIANTA CURE Il genere lavandula appartiene alla famiglia delle lamiaceae e comprende una trentina di specie originarie dei paesi del Mediterraneo. Il nome generico “lavanda”, con il quale siamo abituati a chiamare queste piante, è stato recepito letteralmente nella lingua italiana dal gerundio latino “lavare” (che deve essere lavato) per detergere il corpo. La lavanda è una pianta molto rustica, che ben sia adatta alle diverse situazioni climatiche e cresce spontanea nell’Italia meridionale e la ritroviamo nei terreni aridi e sassosi a formare dei bellissimi cespugli. Sono piante perenni, sempreverdi e di piccole dimensioni, raggiungendo infatti al massimo un’altezza di un metro. Le foglie sono lineari, lanceolate, strette, di un caratteristico colore verde-grigio. La lavanda non gradisce terreni particolarmente umidi per cui tra un’irrigazione e l’altra è opportuno attendere che il terreno si sia asciugato. Quando termina la fioritura, deve essere potata per eliminare tutti gli steli fioriferi, in questo modo cresce più rigogliosa e rinvigorita stimolando lo sviluppo di nuovi germogli. Bisogna avere cura che l’oggetto usato per la potatura sia pulito e disinfettato per evitare di infettare i tessuti della foglia. La lavanda si raccoglie in epoche diverse a seconda del loro utilizzo: per uso erboristico si raccoglie all’inizio della fioritura mentre per l’industria cosmetica e per la profumeria nel periodo di massima fioritura. Dopo la raccolta si fa seccare in luoghi ventilati ed ombrosi in quanto il sole scolorirebbe i fiori. Quando sono secchi si separa la spiga dal gambo e si conservano i fiori o in sacchetti di tela o in ciotole per profumare la casa. STORIA E CURIOSITÀ UTILIZZO La lavanda è stata ed è l’elemento base per la preparazione dei pot - pourri per profumare la casa fin dal lontano 1700. Nell’antichità la lavanda era usata non solo per il suo profumo e per l’igiene personale, ma anche come disinfettante: nel medioevo e fino al 1700 si cospargevano e si strofinavano i pavimenti utilizzando la lavanda. La spiga è considerata un amuleto contro disgrazie e demoni e si dice che sia anche un talismano per portare prosperità e fecondità. La lavanda è l’essenza astrale del segno zodiacale dell’Ariete. Normalmente la lavanda è poco usata per scopi alimentari. Viene però usata per aromatizzare il vino bianco e l’aceto, per preparare gelatine e per aromatizzare i dolci. I fiori di lavanda mantengono il profumo a lungo e le foglie si possono utilizzare per profumare gli abiti e per mandare via le zanzare. Molto particolare e molto profumato è il miele di lavanda molto adatto per curare le affezioni broncopolmonari.