Disturbo Ossessivo Compulsivo Prof. Alessandro Albizzati Introduzione La psichiatria mostra interesse per lo studio del DOC, per tre importanti fattori: 1. precisione della sua identità nosografica che ne facilita l’identificazione, la diagnosi e l’intervento terapeutico: • Il sintomo si identifica con la sindrome • Bassa variabilità fenotipica aumenta significatività di correlazione con dati neurobiologici e genetici 2. Correlati specifici a livello di alcune strutture encefaliche profonde 3. risultati terapeutici rilevanti con farmaci di tipo specifico (agenti sulla trasmissione serotoninergica) Ossessioni e compulsioni /1 ossessioni: idee, pensieri, impulsi ed immagini caratterizzate da iteratività (ricorrenza e persistenza), estraneità (intrusività), resistenza (contro l’invasività) e coscienza di malattia. compulsioni: comportamenti con i medesimi caratteri formali delle ossessioni di cui rappresentano spesso (ma non sempre) una manifestazione associata e secondaria. Nell’analisi fenomenologica vanno analizzati separatamente gli aspetti di contenuto da quelli formali. Questa distinzione è fondamentale per la comprensione dei correlati funzionali encefalici alla base della fisiopatologia del disturbo. Ossessioni e compulsioni /2 sul piano formale tutti i sintomi ossessivi o compulsivi hanno caratteristiche comuni 1) carattere iterativo del contenuto di coscienza o del comportamento. Ricomparire continuo e stereotipato di pensieri, immagini o impulsi invasivi. 2) mancata estinzione del fenomeno ossessivo da parte di stimoli interni od esterni. Mentre l’iteratività che caratterizza i pensieri “ossessionanti” si estingue a seguito di adeguati stimoli che ne riducono la componente emozionale, l’iteratività ossessiva non viene esaurita da nessuna condizione né esterna né interna. Né un cambiamento nell’ambiente fisico in cui vive il paziente, né un cambiamento nelle sue condizioni abituali di vita, né eventi a connotazione positiva o negativa sembrano interferire se non in minima misura con l’iteratività invasiva del disturbo. 3) costante fallimento (o effetto paradosso) di ogni tentativo di controllo volontario sull’iteratività ossessiva. I comportamenti «ritualistici» secondari sono un tentativo di giungere ad un parziale e temporaneo controllo dell’invasività del disturbo. Ossessioni e compulsioni /i contenuti • alcuni contenuti ossessivi tendono a presentarsi con assai maggior frequenza di altri • la massima parte dei contenuti ossessivi è rappresentata da paure, timori, preoccupazioni e pensieri che fanno parte della normale esperienza quotidiana e che sono alla base di normali comportamenti automatici o di piccoli rituali della usuale routine di ogni giorno (pulizia, ordine). Ci troviamo dunque di fronte, in molte situazioni ossessive, ad un’alterazione più quantitativa che qualitativa e piuttosto formale che non di contenuto • l’incomprensibilità o l’assurdità di molti contenuti ossessivi può essere relativa se osservata in una prospettiva psicodinamica. Sulla base di queste considerazioni si può vedere come i contenuti ossessivi possano essere distribuiti lungo un continuum di comprensibilità che va da un minimo ad un massimo di ego-distonia o di «assurdità». Ne consegue che il carattere estraneo o alieno dell’ossessione non va tanto riferito ai contenuti quanto al suo essere dominante e persistente senza alcun fondamento o motivo. Neurobiologia /dati biochimici SISTEMA SEROTONINERGICO aumento della degradazione della serotonina e quindi una riduzione della sua disponibilità, e di conseguenza… sviluppo di ipersensibilità dei recettori serotoninergici postsinaptici (ipersensibilità da denervazione). SISTEMA DOPAMINERGICO «abusers» cronici di amfetamina presentano frequentemente sintomi che ricordano quelli del DOC (perseverazione, pensiero coatto, etc.) la somministrazione acuta (ma non cronica) di anfetamina allevia, anche se solo transitoriamente, la sintomatologia dei pazienti DOC La doppia azione recettoriale della clomipramina (inibizione del reuptake della serotonina e blocco parziale dei recettori D presinaptici) può spiegare la sua relativa maggiore efficacia terapeutica rispetto agli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI). Neurobiologia /dati funzionali 1) in condizioni basali nel DOC vi è un’aumentata attività metabolica nel nucleo caudato, nella corteccia orbitofrontale, nel giro cingolato e nel talamo. 2) in condizioni di stimoli che inducono un aumento dell’ideazione ossessiva (provocazione del sintomo) si ha un significativo aumento dell’attività metabolica nel nucleo caudato, nel giro cingolato, nel talamo e nel putamen. 3) nel DOC, dopo un trattamento efficace dal punto di vista sintomatologico, si rileva una riduzione dell’attività metabolica nel nucleo caudato, nella corteccia orbitofrontale, nel giro cingolato e nel talamo. I dati funzionali centrano l’attenzione su due strutture cerebrali profonde: i nuclei della base, filogeneticamente più antichi, e la corteccia limbica filogeneticamente più recente (corteccia orbitofrontale). Neurobiologia /I nuclei della base e il cervello rettiliano Il cervello dell’uomo si è sviluppato lungo le coordinate di tre formazioni che riflettono la relazione ancestrale di rettili e mammiferi primitivi con i mammiferi evoluti. I «nuclei della base» dell’uomo, nei rettili rappresentano la totalità della struttura cerebrale. I nuclei della base nel cervello dell’uomo rappresentano una formazione protorettiliana che MacLean chiama R-complex. L’R-complex è struttura deputata a generare comportamenti automatici in funzione di stimoli esterni finalizzati ad ottimizzare le capacità di sopravvivenza. 1) 2) 3) 4) ripetizione di sequenze comportamentali con proprietà di autorinforzo continuo in assenza di comandi di estinzione. codificazione, immagazzinamento e attivazione di sequenze comportamentali preprogrammate specifiche della specie. codificazione, immagazzinamento e attivazione di nuove sequenze comportamentali apprese. filtro nei confronti degli stimoli esterni o interni che possono innescare o estinguere l’iteratività degli schemi comportamentali. Comportamenti di base nell’animale e correlati nell’uomo Tipo Significato Analogie nell’uomo Routinizing Rappresenta l’ordine con il quale viene emesso una serie di comportamenti diversi ed il tempo della loro durata Molti comportamenti quotidiani hanno spesso una loro sequenza che è per ciascun individuo sempre la stessa e che per questo assumono le caratteristiche di rituali Isopraxic Consiste nell’identica modalità di comportamento che hanno individui diversi appartenenti allo stesso gruppo. E’ implicata in molte forme di comunicazione finalizzate alla preservazione dell’individuio e della specie Si evidenzia soprattutto nelle tribù primitive dove l’emissione di comportamenti «imitativi» ha uno scopo protettivo in quanto significa «io sono come te». I bambini microencefali, nonostante lo scarso sviluppo della neocorteccia, sono abilissimi nell’imitare i comportamenti Tropistic Consiste nella medesima risposta innata ad uno stimolo Il miglior esempio di comportamento tropistico sono le risposte alle Tavole del Rorschach Repetitious E’ la perseverazione, apparentemente senza motivo, di un comportamento particolare Nell’uomo sono soprattutto le cosiddette situazioni imbarazzanti ad elicitare più spesso questa modalità perseverativa per esempio di stofinarsi le mani, di raschiare la gola, etc. Re-enactment Ripetizione di una sequenza di comportamenti rituali ad intervalli regolari Moltissimi comportamenti hanno carattere di cerimoniale ad intervalli regolari: andare alla Messa tutte le domeniche è solo uno di questi Deceptive La modalità ingannevole di alcuni comportamenti che vengono emessi con il fine della sopravvivenza L’inganno, per ottenere vantaggi o per difesa, è un tipo di modalità comportamentale piuttosto comune nell’uomo Il ruolo dei nuclei della base nel DOC Le principali componenti dei nuclei della base sono: il caudato, il putamen, il globus pallidus, il nucleo subtalamico e la substantia nigra. Il nucleo caudato ed il putamen costistuiscono lo striato. Un’alterazione del funzionamento dei nuclei della base si esprimere in un’anomala organizzazione dei comportamenti automatici che a sua volta porterebbe ad un’interferenza di questi nell’espressione dei comportamenti volontari. In alcune patologie umane che derivano da un danno di queste strutture è evidente la compromissione, fra le altre, di una serie di comportamenti «automatici». – Nel morbo di Parkinson la mimica e la gestualità spontanea sono deficitarie – Nella corea di Huntington è evidente l’incapacità dei pazienti di programmare semplici sequenze comportamentali di tipo abituale. – Nella corea di Sydenham invece è tutta una serie di comportamenti perseverativi ad essere invalidante per il paziente. Il ruolo della corteccia orbitofrontale e del giro cingolato Il sistema limbico è stato suddiviso in quattro sezioni anatomo-funzionali 1) sezione dell’amigdala: genera e controlla i comportamenti connessi alla lotta per la sopravvivenza (attacco, difesa, lotta per il supporto alimentare e così via). 2) sezione del setto è associata ai comportamenti riproduttivi sessuali come il corteggiamento, la scelta del partner e l’accoppia mento sessuale. 3) sezione del talamo e del cingolo: genera e coordina comportamenti più evoluti e complessi. I comportamenti correlati ai legami familiari (anche nelle loro manifestazioni elementari), alle cure parentali, alla comunicazione audiovocale e al gioco rientrano in questo gruppo. 4) sezione orbitofrontale (OFC), coordinamento globale dei comportamenti. Ha connessioni con tutte le altre strutture del sistema limbico ma riceve e invia proiezioni preferenziali, di attivazione e inibizione, con il nucleo caudato + - • Alto controllo dell’inferenza (stimoli interni/esterni) • Comportamento stereotipato • Rinforzo di routine ripetitive • Basso controllo dell’inferenza (stimoli interni/esterni) • Comportamento disorganizzato • Estinzione di routine ripetitive Fig. attività della corteccia orbitale OFC OFC IPERATTIVITA’ CAUDATO DISFUNZIONE CAUDATO DOC come disfunzione striatale DISFUNZIONE DEL GENERATORE DI ROUTINE IPERATTIVAZIONE DEL CONTROLLORE DELL’INTERFERENZA (OFC) CIRCUITO RIPETITIVO CHIUSO ALLE INFLUENZE ESTERNE PENSIERI, IMMAGINI, IMPULSI E COMPORTAMENTI ITERATIVI, INTRUSIVI, PERVASIVI Spettro impulsivo-compulsivo I disturbi dello spettro OC sono caratterizzati da pensieri o preoccupazioni ossessive per aspetto fisico, percezioni corporee, peso corporeo o malattie, o comportamenti stereotipati, ritualistici, finalizzati, come i Tic, lo strapparsi i capelli, le compulsioni sessuali, o le azioni impulsive. All’interno dello spettro OC si possono perciò rintracciare tre cluster di sovrapposizioni: 1) preoccupazione per l’aspetto corporeo o le percezioni corporee associate a comportamenti diretti a diminuire l’ansia prodotta da tali preoccupazioni 2) disturbi della sfera impulsiva 3) disturbi neurologici con caratteristiche compulsive Lo spettro OCD di Hollander, 1993 Spettro impulsivo-compulsivo /2 Hollander descrive lo spettro OC come costituito da: – un polo compulsivo: caratterizzato da una ipervalutazione della minaccia e dall'evitamento del rischio – un polo impulsivo: caratterizzato invece da una diminuita coscienza delle possibili conseguenze negative del comportamento rischioso ed orientato perciò alla ricerca del rischio OCD=obsessive compulsive disorder; Hyp=hypochondriasis; BDD=body dysmorphic disease; AN=anorexia nervosa; Dep=depersonalization divorders; TS=Tourette syndrome; TTM=trichotillomania; PG=pathological gambling; Sex Comp= sexual compulsion; BPD=borderline personality disease; APD=antisocial personality disease. Spettro impulsivo-compulsivo /3 I modelli biologici dello spettro compulsivo sono supportati dagli studi sulla funzionalità del sistema serotoninergico, brain-imaging, neurological soft sign e funzione neuropsicologica. La compulsività sembra mediata da una iperfrontalità e una iperfunzionalità serotoninergica L’impulsività da una ipofrontalità e una ipofunzionalità serotoninergica Il DOC in infanzia e adolescenza /1 il DOC è uno dei disturbi psichiatrici più frequenti nell'infanzia e nell’adolescenza, con una sostanziale continuità nell'età adulta. Anna Freud (1965) ha rilevato come la sintomatologia ossessivo-compulsiva si presenti, in età pediatrica, come avulsa da una personalità ossessiva. OSSESSIONI n % COMPULSIONI n % Riguardanti lo sporco, i germi, etc. Simmetria, ordine, esattezza Scrupolosità Disgusto per le secrezioni corporee (saliva, urine, feci) Numeri fortunati o sfortunati Pensieri, immagini o impulsi sessuali perversi, aggressivi Paura di far del male a se stessi o agli altri Riguardanti membri della famiglia Suoni, parole o musiche 28 12 9 6 40 17 13 8 60 85 36 18 16 51 26 23 6 3 8 4 14 11 20 16 3 4 2 1 3 1 Lavaggio delle mani o abluzioni frequenti o ritualizzate Rituali iterativi (es. entrare o uscire dalla porta) Rituali misti (es. scrittura, movimenti, parola) Rituali atti a rimuovere il contatto con i contaminanti Toccamento Misure di prevenzione per l’incolumità personale o altrui Ordine Numerazione Rituali di accumulo o di collezione Rituali di pulizia della casa o di oggetti inanimati 12 13 8 4 17 18 11 6 Sintomatologia riferita in 70 bambini e adolescenti con DOC (Da Goodman WK et al 33, adattata) Il DOC in infanzia e adolescenza /2 La maggior parte dei soggetti, al momento dell'esordio della malattia, manifesta una singola ossessione o una singola compulsione con la quale convive per mesi o anni, salvo acquisire, nel tempo, differenti pensieri o rituali. la prevalenza di DOC fino ai 18 anni di età doppia nei maschi rispetto alle femmine. Il DOC in infanzia e adolescenza /un caso clinico M.V., una ragazza di 17 anni, viene descritta, nell'infanzia, come una bambina molto precisa, ordinata, studiosa e silenziosa, molto matura e giudiziosa, tendenzialmente isolata. Durante la scuola primaria gli insegnanti riferivano una certa goffaggine, di lentezza ed impaccio motorio. Dopo il menarca (11-12 aa), riferito marcato aumento ponderale (10-12 kg) che determinò una condotta alimentare restrittiva, perdendo in sei mesi 15 kg. Si rifiutava di mantenere il proprio peso al di sopra del peso minimo normale per età e statura. Manifestava un'intensa paura di acquisire qualche chilogrammo e di diventare grassa. presenta una serie di rituali alimentari e dietetici tuttora evidenti: colazione, pranzo e cena sempre rigorosamente agli stessi orari, sempre con gli stessi alimenti e nelle stesse quantità. all'età di 13-14 anni, compaiono i seguenti comportamenti: lavaggio sistematico e ripetuto del viso tutte le volte che rientrava a casa dopo essere uscita, per il timore di contaminazione da germi che le avrebbero procurato infezioni cutanee. fa il segno della croce (pur non essendo affatto credente) ogni volta che passava vicino ad una chiesa; oggi deve ripetere lo stesso rituale per almeno tre volte quando ne vede una. interrogata su quante volte dovesse ripetere un'azione o un gesto, rispose: «Il numero non è sempre lo stesso ma deve essere, comunque, sempre dispari. Nella gran parte dei casi devo ripetere un'azione almeno per tre volte». Il DOC in infanzia e adolescenza /un caso clinico, 2 Attualmente organizza meticolosamente le sue giornate in funzione soprattutto dello studio, seguendo una rigida tabella di marcia. Stila elenchi scritti precisissimi su «i pro ed i contro» di tutte le decisioni e le sue scelte sono rimandate sempre all'ultimo momento. I familiari riferiscono di non aver mai considerato tali comportamenti come segni o sintomi rilevanti di un qualche disturbo e anzi di aver sempre assecondato le abitudini della loro figlia, ritenendo che queste fossero normali per una persona così matura, giudiziosa, intelligente e studiosa. Inoltre la madre riferisce di essere anche lei una persona molto scrupolosa, seria, precisa ed estremamente ordinata e quindi di aver osservato nella figlia caratteristiche familiari giù note anche se un po' amplificate. La madre, sollecitata dall'intervistatore, riferisce che tali caratteristiche di estrema meticolosità, ordine, pulizia, rigidità, fino all'eccesso erano presenti anche in suo padre, nonno della giovane. La paziente è arrivata alla nostra osservazione solo quando i genitori, qualche tempo fa, si sono accorti che la loro figlia si procurava il vomito dopo aver mangiato anche solo qualcosa in più del previsto. Terapia /psicofarmacologia Fattori predittivi di risposta al trattamento psicofarmacologico del DOC (Consensus Conference, 1997) Terapia /psicoterapia Terapia /comportamentale Terapia /cognitiva