Comunicato stampa - Museo Nazionale Preistorico Etnografico

Comunicato stampa
Roma, 21 giugno 2012
Dopo il grande successo del colloquio internazionale “Oltre la modernità”,
tenutosi ad aprile, è in programma una grande mostra che valorizza il
patrimonio museale per ridurre i conflitti interculturali
Il Museo Pigorini sempre più internazionale punta a
rafforzare i collegamenti con il proprio territorio
Vito Lattanzi: «Dal nostro museo è partita la riflessione per le future
discussioni sul ruolo dei musei etnografici in Europa e a settembre le
collezioni del museo saranno in mostra attraverso lo sguardo e le voci dei
migranti rimettendo ‘in gioco’ l’eredità culturale nostra e delle altre culture»
Sono trascorsi quasi due mesi da quando con grande entusiasmo dei
relatori e del folto pubblico si è chiuso il colloquio internazionale dal titolo
Oltre la modernità. I musei etnografici hanno bisogno di etnografia?
(progetto europeo RIME) che ha visto, per la prima volta riuniti a Roma al
Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” ben 39 esperti
museali provenienti da tutto il mondo e ospiti di livello internazionale nel
campo dell’antropologia come George Marcus, Sally Price, Ruth
Phillips, Corinne Kratz e il curatore del Minneapolis Institute of Arts Joe
D. Horse Capture. Lo staff degli antropologi del museo sta ora lavorando
ad una importante mostra che verrà inaugurata il prossimo 20 settembre
dal titolo [S]oggetti migranti. La mostra è inserita in un accordo di
cooperazione (progetto europeo READ-ME) tra il Musée Royal de l'Afrique
Centrale di Tervuren (Bruxelles), il Musée du quai Branly di Parigi, il
Museum für Völkerkunde di Vienna e il Museo Nazionale Preistorico
Etnografico "Luigi Pigorini", che svolge il ruolo di capo fila.
«Il nostro museo - afferma il coordinatore dei due progetti europei RIME e
READ-ME, Vito Lattanzi - da alcuni anni è inserito nel network dei musei
europei e gran parte del nostro lavoro è concentrato nell’organizzazione di
importanti appuntamenti di rilevanza internazionale. Il colloquio
internazionale che si è svolto al Pigorini a fine aprile scorso, nell'ambito del
progetto europeo RIME ha fatto emergere, per la prima volta, un
importante dibattito scientifico fra i più rinomati rappresentanti del settore
museale, i quali hanno aderito all’iniziativa con grande interesse. Abbiamo
registrato la presenza di figure quali Marc Olivier Gonseth del museo
svizzero di Neuchatel, Guido Gryseel del museo di Tervuren (capofila del
progetto RIME), Christian Feest dell’Università di Vienna, Yves Le Fur
direttore del Du Quai Branly di Parigi, Barbara Plankensteiner del
Museum fur Volkenkunde di Vienna, Laura Van Broekhoven del Museum
of Ethnology di Leida, Jonathan King del British Museum di Londra e
molti altri. Nelle tre giornate intensissime del Colloquio sono stati messi a
confronto i progetti di rinnovamento in corso nei più importanti musei
etnografici europei (Parigi, Londra, Ginevra, Tervuren). Abbiamo, poi,
approfondito le questioni riguardanti l’interpretazione, la valorizzazione e le
strategie di restituzione delle collezioni etnografiche ai diversi pubblici che
frequentano i musei. Ampio spazio è stato riservato alla domanda guida
del convegno “I musei etnografici hanno bisogno di etnografia?”. Ciò ci ha
permesso un confronto ampio tra diverse visioni sul ruolo e sul futuro del
museo etnografico e all’indomani abbiamo iniziato immediatamente a
lavorare agli atti che pubblicheremo all’inizio del 2013».
Il più importanti musei europei da tempo stanno confrontandosi sulle
metodologie in uso, sui problemi della conservazione, sulla didattica e
soprattutto per mettere in comune i propri saperi.
«La partecipazione di curatori, mediatori culturali, artisti in rappresentanza
delle culture ‘in mostra’ come Emanuel Kasarherou, Ken Diaje, Toma
Muteba Luntumbue - prosegue Vito Lattanzi - per citarne alcuni, ha
permesso il dialogo tra professionisti museali e comunità rappresentate. Si
è parlato di modernità, di oppressione di culture, di nuovi modi per
interpretare le storie coloniali, di dilemmi digitali, di ragioni espositive, di
arte e antropologia delle mostre come atto di contestazione e di
installazioni etnografiche, di collezioni nord-americane. Il colloquio è stata
anche l’occasione per intessere rapporti con altre realtà locali come il
Comune, la Fondazione Eur SPA e le Scuole, grazie alla collaborazione
con due istituti professionali della città di Roma (IIS Liceo Linguistico
“Niccolò Macchiavelli” e IISS Liceo Linguistico). Siamo certi che questo
Colloquio rappresenterà un punto di riferimento fondamentale nelle future
discussioni sul ruolo dei musei etnografici in Europa e siamo grati alla
Comunità Europea per averci dato quest’opportunità, altrimenti difficile da
realizzare».
Il Museo Pigorini da tempo (2007) dialoga anche con i migranti provenienti
da varie parti del mondo e con i figli dei migranti nati in Italia. Questo
dialogo rafforzatosi, grazie al progetto europeo READ-ME “[S]oggetti
migranti”, nel 2010, vuole rimettere in gioco l’eredità culturale nostra e
delle altre culture attraverso l’incontro con le collezioni del museo. I
migranti hanno adottato alcuni oggetti selezionati dall’immenso patrimonio
del museo Pigorini (scelti per la loro rappresentatività e importanza
culturale) e partendo dalle proprie storie personali, proporranno nella
grande mostra di settembre le collezioni del museo Pigorini attraverso il
loro sguardo e le loro voci.
Ufficio stampa
Patrizia Mari
cell. 3381534743
Per informazioni:
Gianfranco Calandra
Direttore Sezione Editoria & Grafica e Servizi di Informazione e Comunicazione
Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini"
Piazzale G. Marconi, 14 - 00144 Roma EUR
+390654952274 - fax +390654952310
www.pigorini.beniculturali.it
www.facebook.com/museo.luigi.pigorini
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