Martedi Salute OCCHIO : BENE PREZIOSO E INSOSTITUIBILE COME AVERNE CURA A TUTTE LE ETA’ B.Oldani : Dire'ore S.C.Oculis1ca A.O. Mauriziano “Umberto I “ – Torino C.Orlandi : Orto?ca e Assistenza O@almologica Torino 2 dicembre 2014 L’occhio, dei cinque organi di senso che il nostro corpo dispone dalla nascita è certamente il bene più prezioso Vediamo grazie ad un sistema molto complesso composto dalla inter relazione tra occhio – sistema nervoso centrale – sistema nervoso periferico L’occhio dalla nascita è il centro primo della conoscenza , grazie alla vista cresciamo , maturiamo , invecchiamo e …….. Vediamo Già gli Egiziani avevano capito l'importanza della vista rappresentando il loro Dio maggiore, Horus , come un occhio che vedeva tu'o e tu?. per passare poi a Leonardo Da Vinci che a'raverso i suoi studi anatomici ha permesso di capire la stru'ura dell'occhio e le sue connessioni con il corpo umano ed arrivare, infine, a Galileo che con i suoi studi fisici ge'ò le basi dell'o?ca e della fisiologia della visione. Mol1 anni sono passa1 da quei primi studi e la ricerca scien1fica ha permesso di arricchire le nostre conoscenze sulla eziologia, sulla diagnosi ma , sopra'u'o sulla terapia di molte mala?e oculari tanto da consen1re la ges1one di patologie che fino a qualche decennio fa, erano considerate altamente invalidan1 o incurabili. Ricordiamoci che , a qualsiasi età della nostra vita la prevenzione è e rimane l’aiuto più importante nella diagnosi e nella possibile terapia . Abbiamo cura del nostro corpo Il bulbo oculare con i suoi annessi : nervo o?co e vasi artero venosi , muscoli estrinseci e ghiandola lacrimale è posto nella cavità orbitaria , formata da se'e ossa craniche . L’occhio ha una forma sferica con una maggiore curvatura anteriore , peso di 7/8 grammi , lungo circa 24 mm per un diametro di circa 23,5 mm . L’orbita è una cavità ossea a forma di piramide scavata all’interno del massiccio facciale , il cui apice presenta dei fori a'raverso i quali passa il nervo o?co , l’arteria e la vena o@almica . Le ossa orbitarie hanno altri fori a'raversa1 dai vasi ed dai nervi dire? al bulbo ed agli annessi . Nella parete supero esterna è alloggiata la ghiandola lacrimale La funzione dell’orbita è di proteggere tu'e le stru'ure del sistema visivo Cornea : prima lente , trasparente , avascolare devia la luce sulla re1na Iride : apparato muscolare , pigmentato con funzioni di diaframma Pupilla : parte dell’iride , varia il diametro e la quan1tà di luce Cristallino : seconda lente , perme'e di me'ere a fuoco le immagini Sclera : 1° strato esterno di conne?vo , rappresenta lo “ scheletro “ dell’occhio Uvea : 2 ° strato medio , vascolare composto da tre par1 ( coroide , iride , corpi cigliari ) Re1na : 3 ° strato interno nervoso , trasforma i raggi di luce in impulsi ele'rici Nervo o?co e vie o?che : trasme'ono gli impulsi ele'rici alla corteccia cerebrale occipitale posteriore Apparato lacrimale : cos1tuito dalla ghiandola lacrimale e le vie escretrici Muscoli estrinseci : fasci muscolari che perme'ono il movimento dell’occhio La sclera è una membrana fibrosa , di tessuto conne?vo che riveste esternamente il bulbo . E’ in con1nuità anteriormente con la cornea e posteriormente con la guaina del nervo o?co . La parte interna è adesa alla coroide . La superficie presenta numerosi fori per il passaggio dei vasi sanguigni e dei nervi . Rappresenta l’impalcatura dell’occhio , protegge le stru'ure interne , assicura il tono oculare e consente l’inserzione dei muscoli estrinseci. CORNEA , perfe'amente trasparente , avascolare , è cos1tuita da cinque stra1 con uno spessore medio di 400/450 micron. • Epitelio anteriore composto da 5/6 stra1 cellulari • La membrana di Bowman composta da fibre collagene • Lo stroma • La membrana di Descemet • Epitelio posteriore , strato cellulare interno La superficie anteriore a conta'o con l’aria è bagnata dalle lacrime , la posteriore è bagnata dall’umor acqueo La sua funzione è quella di far passare la luce e di indirizzarla alle stru'ure interne . Grazie alla sua curvatura è una lente molto potente . La superficie anteriore , convessa ha un potere di + 48 D mentre la superficie interna concava ha un potere di – 5 D. Insieme al cristallino forma il dio'ro oculare . L'iride è una tunica muscolare -­‐ vascolare -­‐ pigmentata. Posteriore alla cornea e anteriore al cristallino, delimita la camera anteriore dell’occhio. Ha funzione di diaframma , forata al centro dalla pupilla , il cui diametro varia secondo l’intensità della luce . Formata da numerosi stra1 di cellule sovrapposte e da fibre muscolari lisce che regolano il diametro della pupilla . Quando si restringe si chiama miosi, se si dilata midriasi . L’iride regola la quan1tà di luce che entra nell’occhio . Può assumere colorazioni molto varie secondo la razza , la famigliarità . Nei neona1 appare sempre blu chiara o grigia , verso il VI – X di vita mese si pigmenta del colore defini1vo . Il cristallino è un organo trasparente a forma biconvessa posto dietro all’iride . È una lente naturale che, insieme alla cornea, me'e a fuoco i raggi luminosi sulla re1na. Ha il compito specifico di variare in con1nuazione la distanza focale del sistema o?co, cambiando la propria forma, per ada'arlo alla distanza dell'ogge'o da me'ere a fuoco. Incolore , privo di nervi , di vasi sanguigni e linfa1ci . Quando si opacizza forma la catara'a . Il cristallino è una lente biconvessa di diametro medio di 10 mm e uno spessore assiale di 3-­‐4 mm. Ha un potere dio'rico di circa 20 dio'rie . Posto nella zona anteriore del bulbo oculare, a circa 3,5 mm dal ver1ce della cornea . La faccia anteriore confina con l‘iride , tramite la pupilla , delimita la camera anteriore e dietro la camera posteriore del bulbo oculare . La sua posizione anatomica viene mantenuta da un complesso sistema di fibre ( apparato zonulare di Zinn ) che si inseriscono all’equatore . La faccia posteriore è accolta nella fossa ialoidea, a conta'o con la membrana ialoidea dell‘ umor vitreo. L' uvea è la tonaca vascolare dell'occhio, è uno strato pigmentato posto tra la tonaca fibrosa o sclera e la tonaca nervosa o re1na. È divisa anatomicamente in tre porzioni, elencate in ordine antero posteriore: iride, corpo ciliare, coroide Il corpo cigliare è un segmento circolare che si estende dall'iride alla coroide, dalla quale è separata da un solco de'o ora serrata. Presenta numerosi rilievi, processi cigliari, separa1 uno dall'altro da piccole infossature dalle quali si dipartono dei filamen1 che si uniscono alla corteccia del cristallino , cos1tuendo la zonula ciliare di Zinn La coroide è lo strato mediale dell‘occhio , situata tra la sclera esterna e la re1na interna. Ha un colore ruggine scuro , dovuto , alla grande quan1tà di pigmento melanico e alla ricchezza di vasi sanguigni che danno nutrimento al tessuto re1nico. Protegge lo strato nervoso re1nico dalla luce esterna . E’ adesa allo strato interno della re1na . La reGna è la membrana più interna dell’occhio e ne tappezza tu'a la cavità posteriore . Ha uno spessore di (100-­‐300 micron) trasparente e molto delicata . Rappresenta una estroflessione del diencefalo . La sua funzione è di trasformare gli s1moli luminosi in segnali nervosi che vengono invia1 alla corteccia cerebrale occipitale posteriore. diencefalo Viene dis1nta in : • foglie'o esterno , adeso alla coroide , epitelio pigmentato composto da cellule molto scure , pigmentate , la cui funzione è di impedire la diffusione della luce . Ha anche funzioni di nutrimento e di rigenerare il pigmento per i fotorece'ori . • Foglie'o interno ,strato cellulare nervoso, formato da nove stra1 che dall’esterno all’interno sono : 1. Fotorece'ori : coni e bastoncelli 2. Membrana limitante esterna 3. Strato dei granuli esterno 4. Plessiforme esterno 5. Strato dei granuli interno 6. Plessiforme interno 7. Strato delle cellule mul1polari 8. Strato delle fibre nervose 9. Membrana limitante interna I coni sono responsabili della visione dei colori e sono sensibili alla luce diurna . I bastoncelli sono sensibili alle basse luminosità visione no'urna e al movimento , non ai colori . I coni sono molto numerosi nella zona centrale della re1na , de'a macula mentre i bastoncelli lo sono nella periferia re1nica . Gli assoni delle cellule re1niche entrando in sinapsi tra loro e con i fotorece'ori formando il nervo oHco che conduce lo s1molo visivo lungo le vie o?che alla corteccia cerebrale posteriore . Area centrale della re1na specializzata nella la visione delle forme e dei colori , con una alta densità di coni . Presenta un diametro di circa 4/5mm e si suddivide in due aree più ristre'e nel suo interno : fovea (1,5 mm ) e foveola ( 0,35 mm ) . I coni nell’occhio umano sono tra i 4 ed i 6 milioni. Le vie oHche sono l’insieme di stru'ure che partendo dalla re1na collegano l’occhio al cervello : nervo o?co , chiasma , tra'o o?co , corpo genicolato e le radiazioni o?che . Il nervo oHco si forma dalla confluenza dei prolungamen1 delle cellule nervose della re1na , esce dall’orbita , si incrocia con il controlaterale a formare il chiasma . I movimen1 dell’occhio avvengono grazie a sei muscoli di cui qua'ro re? (superiore-­‐ inferiore –mediale -­‐ laterale ) e due obliqui ( superiore – inferiore ) . Entrano nell’orbita e si inseriscono alla sclera . Esiste anche un ‘altro muscolo che perme'e l’elevazione della palpebra . L’apparato lacrimale è composto dalla ghiandola lacrimale , posta nell’angolo supero esterno dell’orbita e dalle ghiandole lacrimali accessorie poste nelle palpebre . La gh. Lacrimale produce la componente acquosa , le accessorie quella lipidica e mucosa . Le lacrime defluiscono dai pun1ni lacrimali e a'raverso dei canalini entrano nel naso e vengono deglu?te con la saliva. Il glaucoma è una mala?a causata da un aumento della pressione endoculare . E’ una delle più frequen1 cause di cecità nel mondo . Cara'eris1ca di questa patologia è di essere asintoma1ca , a volte anche negli stadi avanza1 e ormai irreversibili . Fa'ori di rischio : ereditarietà , famigliarità , aumenta il rischio dopo i 60 anni , miopia , disturbi vascolari / cardiaci , diabete , pressione bassa , sangue denso . Fondamentale la prevenzione . L’ipertensione oculare causa dei danni a carico delle stru'ure interne all’occhio , nello specifico al nervo o?co , con progressiva distruzione delle fibre nervose . La pressione oculare normale media è di 12 /16 mmHg , non deve superare i 20 mmHg . Importante : misurare la pressione oculare dopo i 40/ 45 anni La diagnosi di glaucoma è certa quando sono presen1 in contemporanea tre fa'ori : pressione oculare alta ( nonostante la terapia ) , alterazioni del campo visivo , danni a carico del nervo o?co . La pressione oculare dipende dall’equilibrio tra quan1tà di umore acqueo che viene prodo'o dalla pars plicata del corpo cigliare e quella che viene escreta a'raverso il trabecolato a livello dell’angolo irido corneale . Quando la pressione rimane alta nel tempo causa un danno irreversibile al nervo o?co con progressiva riduzione del campo visivo. Esistono diversi 1pi di glaucoma : angolo aperto , stre'o , chiuso , congenito e secondario ( uvei1 , catara'a avanzata , trombosi venosa re1nica ). La terapia del glaucoma nella fasi iniziali è sempre farmacologica a base di colliri . Se la pressione non si abbassa si possono effe'uare interven1 laser ( iridectomia – trabeculoplas1ca ) . Il tra'amento chirurgico standard è la trabeculectomia . Si effe'ua facendo a ore XII , uno sportellino che me'e in comunicazione la parte esterna dell’occhio con quella interna , creando una sorta di valvola che favorisce il drenaggio dell’umore acqueo . Prima causa di ipovisione nei paesi industrializza1 , la sua frequenza aumenta con l’età . La degenerazione maculare è una patologia mul1fa'oriale che colpisce la macula . Ha un andamento progressivo e può condurre alla perdita della visione centrale , mai della vista in generale . La macula è la zona centrale della re1na di colore rosso –roseo priva di vasi sanguigni , deputata alla visione diurna e dei colori , grazie alla alta concentrazione di cellule nervose ( coni ) . All’interno della macula , il cui diametro è di circa 3 / 4 mm , sono presen1 due altre zone , la fovea e la foveola ( 30 micron ) con un ancor più alto numero di coni . È quasi sempre bilaterale . Con l'invecchiamento si manifestano progressive modificazioni in un insieme di stru'ure tra loro adiacen1 (epitelio pigmentato re1nico, membrana di Bruch , coriocapillare) situate al di so'o della re1na maculare. Al processo degenera1vo maculare concorrono sclerosi dei vasi della coroide, accumulo di lipidi nella membrana di Bruch e alterazioni del metabolismo dell'epitelio pigmentato re1nico. In queste condizioni il fisiologico passaggio di ossigeno e nutrien1 dalla coroide alla re1na diventa difficoltoso. Nello stesso tempo i detri1 derivan1 dai fotorece'ori che normalmente vengono metabolizza1 e elimina1 dall'epitelio pigmentato re1nico si accumulano a formare deposi1 so'o l'epitelio pigmentato stesso. Tali deposi1 vengono chiama1 drusen . Si dis1nguono due forme di degenerazione maculare : atrofica (dry /secca – non neovascolare ) e umida de'a anche essuda1va ( neovascolare ). I sintomi sono simili per entrambe : iniziano con una perdita progressiva della visione centrale ( scotoma ) e con visione distorta . Esistono fa'ori di rischio come : ereditarietà , famigliarità , disordini alimentari , diabete , ipertensione , fa'ori vascolari , obesità , ipercolesterolemia , fumo . La degenerazione maculare secca non essuda1va ha un’incidenza del 90% . Si manifesta con la presenza di chiazze'e giallastre nella zona centrale della re1na , de'e drusen . Sono cos1tuite da detri1 cellulari e materiale di scarto del metabolismo locale e si localizzano tra l’epitelio pigmentato ed i fotorece'ori . Questo processo conduce inesorabilmente alla apoptosi dei fotorece'ori . La degenerazione umida ha un’incidenza del 20% nella popolazione ma più spesso è l’evoluzione della forma secca . Le lesioni prima descri'e hanno come conseguenza il formarsi di neovasi dalla coriocapillare che si infiltrano nell’epitelio pigmentato e tra i fotorece'ori . Ques1 neovasi causano delle microemorragie e un’essudazione sierosa con conseguente reazione cicatriziale e totale distruzione delle cellule . Esistono vari tenta1vi di terapia : • Tra'amento delle emorragie periferiche con argon laser • Terapia fotodinamica • Terapia farmacologica ( an1angiogenici ) • Terapia chirurgica ( vitrectomia ) • Terapia chirurgica ( traslocazione della macula ) • Terapia chirurgica ( innesto di cellule dell’epitelio pigmentato ) • Terapia con cellule staminali -­‐ molto lontano e molto futuro • Terapia con ausili o?ci – microcips La terapia con argon laser viene effe'uata su lesioni re1niche emorragiche periferiche. Tecnica in parte obsoleta in quanto vengono brucia1 tu? gli stra1 re1nici . La terapia fotodinamica viene u1lizzata nella degenerazione di 1po umido con lo scopo di distruggere la membrana neovascolare . Viene somministrato al Paziente una sostanza ( verdeporfirina ) per via endovenosa che si accumula sele?vamente nelle cellule endoteliali dei neovasi . La sua a?vazione avviene mediante una raggio laser , non termico , provocando una trombosi del vaso sanguigno colpito. Terapia farmacologica – farmaci an1angiogenici , nelle forme di 1po umido . Ormai da più di cinque anni , la loro azione è di bloccare un fa'ore di crescita dei neovasi so'ore1nici , de'o VEGF ( vascular endothelial growth factor ). Vengono inie'a1 dentro il bulbo oculare nello spazio vitreale posteriore . Approva1 sono qua'ro , Macugen , Lucen1s , Avas1n e Aflibercet . Terapia chirurgica – vitrectomia anestesia locale no degenza , no suture . Pulizia del vitreo e delle membrane aderen1 all’area maculare , eventuale laser Terapia chirurgica – traslocazione maculare -­‐ intervento molto importante e difficile , anestesia generale . Si disinserisce tu'o il tessuto re1nico per 360 gradi , lo si ruota e lo si ria'acca alla re1na . Lo scopo è quello di spostare la zona maculare lesa . Molte sono le complicanze . Prima non riuscire a ria'acare la re1na , secondo vedere doppio , emorragie . Terapia chirurgica – innesto di cellule di epitelio pigmentato chirurgia non facile , anestesia generale . Si disinserisce la re1na dall’epitelio pigmentato , si preleva un piccolo pezzo di epitelio pigmentato sano , alcuni mm e lo si posiziona in sede maculare dove c’è l’area danneggiata e si ria'acca la re1na . Vengono inserite nel bulbo sostanze tamponan1 . Molteplici possono essere le complicanze . Terapia con cellule staminali , al momento non esiste alcuna tecnica approvata di innesto di cellule staminali . Numerosi studi sono in corso ( col1vare l’epitelio pigmentato sano e inie'arlo nella re1na maculare danneggiata ) . Le cellule devono essere prelevate dall’occhio controlaterale del paziente. Terapia con ausili o?ci : microcip , microele'rodi che vengono impianta1 in sede maculare sulla re1na o so'ore1nici .Si collega dire'amente o per via wireless con un paio di occhiali provvis1 di una telecamera per la visione esterna . La cataraLa si forma per una progressiva perdita di trasparenza del cristallino . Questo processo avviene per fenomeni di ossidazione delle proteine che cos1tuiscono la lente . L’incidenza della catara'a aumenta con l’età e con patologie associate ( diabete, mala?e autoimmuni , terapie farmacologiche , esposizione eccessiva a raggi UV , traumi bulbari … ). La Catara'a può essere suddivisa in : • Senile – la forma più comune nella popolazione umana oltre i 65/70 anni . E’ l’intervento chirurgico più frequente . • Giovanile -­‐ compare in età più precoce, di solito è dismetabolica, (diabete) o reumatologica ( mala?e autoimmuni ), farmacologica (terapie cor1soniche prolungate ) , mala?e dell’occhio ( uvei1 , glaucoma ), trauma1ca , frequente nella sindrome Down . • Congenita – infanGle : presente alla nascita , mono o binoculare , ha un’incidenza di 3 su 10.000 na1 . Talora ereditaria o dismetabolica . Oppure si sviluppa nei mesi successivi . Necessita di un a'ento controllo e di una decisione chirurgica in caso di peggioramento visivo per scongiurare l’ambliopia . Non esiste una terapia farmacologica. L’intervento si chiama facoemulsificazione , seguito dalla introduzione di un cristallino ar1ficiale ( IOL ) . Anestesia locale e/o topica ( collirio ) . Ferita chirurgica di circa 2/3mm , no suture . Durata media dell’intervento 15/20 minu1 con dimissioni del paziente . Intervento sicuro nel 98 % dei casi . Possibile complicanza : endo@almite , grave infezione dell’occhio che può portare alla perdita dell’occhio . E’ causata da ba'eri patogeni e da scarsa igiene post intervento . L’infezione deve essere aggredita il più presto possibile per via sistemica e chirurgica . Altra complicanza è la ro'ura della capsula posteriore del cristallino , causata nel 90 % da sbagliate manovre chirurgiche . Può impedire la riuscita dell’intervento e l’inserimento della IOL nella sede naturale . Catara'a secondaria : opacizzazione della capsula posteriore del cristallino , viene tra'ata con lo iag LASER in modo defini1vo . Il distacco di reGna è una lesione sempre molto importante e grave dell’occhio . Fa'ori predisponen1 sono : miopia , traumi , mala?e degenera1ve e regmatogene . Interessa una persona su 10.000 . Avviene per separazione del tessuto cellulare nervoso dall’epitelio pigmentato . La re1na ha uno spessore di pochi micron è molto fragile e conduce inesorabilmente a delle ro'ure o fori re1nici . I sintomi nel distacco di re1na possono essere : fosfeni , torbidità vitreale , perdita del campo visivo , mai dolore . Nel caso di fori re1nici la diagnosi è spesso occasionale in corso di visita specialis1ca . I fori e/o le degenerazioni re1niche devono essere tra'ate con Argon laser a circoscrivere la lesione . Il tra'amento del distacco di re1na è chirurgico , esistono due 1pologie di intervento : cerchiaggio ab esterno e vitrectomia Cerchiaggio ab esterno Il primo consiste nel porre una striscia di silicone , de'a banda di varie dimensioni , all’esterno dell’occhio in coincidenza della ro'ura , la banda una volta posizionata viene stre'a in modo da riavvicinare l’esterno del bulbo alla re1na staccata . Il liquido , responsabile del distacco , viene drenato facendo un piccolo forellino dall’esterno so'o al cerchiaggio. Si può inie'are nel bulbo oculare , una volta drenato il liquido , dell’aria o del gas come mezzo tamponante , per favorire l’adesione della re1na . Il secondo tipo di intervento è la vitrectomia . Viene fatta ab interno , posizionando dei trocher alla sclera attraverso ai quali si introduce una sorgente luminosa e vari altri strumenti ( vitrectomo , pinze , spatole , forbici , fibre ottiche laser ) . Lo strumento base è il vitrectomo che permette di pulire, di asportare il vitreo, le emorragie , in modo tale da rendere la retina staccata più mobile e pulita possibile . Attraverso i trocher vengono introdotte delle sostanze tamponanti che permettono il riavvicinamento del foglietto retinico staccato. ( acqua , aria , gas , silicone ) . Si può fare anche il laser intravitreale . Le ferite chirurgiche hanno un diametro da 2 a 0,8 mm , non necessitano di sutura .Il diametro dei trocher varia da 25 a 20 gauces . L’anestesia è locale , la dimissione in giornata . I dife? visivi sono qua'ro : miopia , ipermetropia , asGgmaGsmo , presbiopia . Le due len1 presen1 nell’occhio , curvatura corneale e cristallino focalizzano i raggi luminosi dall’esterno sulla re1na e al centro , nella macula . In o?ca la DioLria è l’unità di misura del potere delle len1 . Esprime la capacità di modificare i raggi luminosi , focalizzarli e formare un’immagine ni1da . Una lente ha il potere di 1 dio'ria quando ha il fuoco ad 1 metro. Le len1 sono essere posi1ve ( ingrandiscono ), nega1ve ( diminuiscono ) . Possono essere sferiche o cilindriche . I Decimi sono l’unità di misura della vista , vengono misura1 con una tabella denominata o'o1po che si compone di dieci linee con cara'eri di dimensioni variabili . L’o'o1po può essere di le'ere , numeri , disegni , simboli . Non esiste alcuna correlazione tra le due unità di misura La miopia è il dife'o visivo più frequente , l’occhio non me'e a fuoco le immagini da lontano . La causa è dovuta ad una maggiore lunghezza del bulbo oculare . La miopia viene suddivisa in : lieve ( 0 / 5-­‐6 dio'rie ) , media ( fino a 10 dio'rie ) , alta ( 15 – 20 dio'rie ) , grave ( oltre le 20-­‐ 25 dio'rie ) . Metodi di correzione della miopia : • Occhiali • Len1 a conta'o • Ortocheratologia • Len1 intraoculari fachiche • Lensectomia • Cheratotomia radiale • Laser ad eccimeri ( PRK – LASIK ) + laser a Femtosecondi L’ipermetropia è causata da una minore lunghezza del bulbo oculare . E’ molto frequente in età pediatrica e causa spesso un problema di strabismo , può insorgere in età adulta e an1cipare la presbiopia . Si corregge con len1 di segno posi1vo , convesse , convergen1 . Metodi di correzione della ipermetropia : • Occhiali • Len1 a conta'o • Len1 intraoculari fachiche • Lensectomia • Laser ad eccimeri ( PRK – LASIK ) + laser a Femtosecondi L’as1gma1smo è un dife'o visivo frequente ed è causato da una irregolarità di curvatura della cornea o del cristallino . Le immagini sono distorte e sdoppiate sia da lontano che da vicino . Può associarsi alla miopia o all’ipermetropia . Spesso rimane stabile nel tempo . Metodi di correzione dell ‘as1gma1smo : • Occhiali • Len1 a conta'o • Laser ad eccimeri ( PRK – LASIK ) + laser a Femtosecondi La presbiopia è un dife'o visivo causato da una diminuzione fisiologica della visione da vicino . La causa è la perdita di elas1cità del potere di accomodazione del cristallino . Si manifesta intorno ai 45/50 anni e progredisce con l’età . Si corregge con len1 posi1ve . Inlays : tecnica innovativa di correzione della presbiopia . Consiste nell’inserire in sede intracorneale , nello stroma alla profondità di 250 micron una microlente di 3 mm di diametro e di 15 micron di spessore , con un foro al centro di 1,6 mm . La lente è di materiale inerte , biocompatibile . Intervento in anestesia locale , collirio . La tasca di inserimento viene effettuata con il laser a femtosecondi . Viene impiantata in un solo occhio , quello non dominante . Questa metodica permette di correggere presbiopie tra + 1,50 e + 3,50 diottrie . La visione viene recuperata nell’arco di alcuni giorni . E’ una tecnica reversibile , la lente può essere rimossa senza danneggiare i tessuti corneali . Possibili complicanze sono il decentramento , la fotofobia iniziale e la fase di adattamento visivo . Inlays Grazie dell’attenzione