Sistema strutturale Corso di Costruzioni in zona sismica Laurea Magistrale in Ingegneria Civile Università del Salento LA CONCEZIONE STRUTTURALE Marianovella Leone Anno Accademico 2012/2013 Prof.ssa Maria Antonietta Aiello La concezione strutturale Il progetto strutturale dovrebbe accompagnare sin dall’inizio l’ITER PROGETTUALE Un progetto INTELLIGENTE tiene in debito conto delle esigenze strutturali ESIGENZE STRUTTURALI ESIGENZE FUNZIONALI PROGETTO ARCHITETTONICO ESIGENZE IMPIANTISTICHE In REALTA’?.... Il momento del progetto strutturale si concretizza nella fase esecutiva, nel momento in cui ottenuta la concessione sulla base di un progetto che definisce le FORME e le FUNZIONI si deve realizzare l’edificio… I tempi lunghi e la rigidità amministrativa che si incontrano pongono un limite serio alle possibili modifiche a causa di problemi strutturali GRAVI VINCOLI PROGETTAZIONE NON RAZIONALE La concezione strutturale Gli aspetti fondamentali in una corretta concezione strutturale sono: • Rigidezza e resistenza flessionali secondo due direzioni; • Rigidezza e resistenza torsionali; • Rigidezza e resistenza dei solai; • Fondazioni adeguate; • Regolarità; • Iperstaticità; • Semplicità strutturale e simmetria; RIGIDEZZA E RESISTENZA FLESSIONALI SECONDO DUE DIREZIONI Assicurano un buon comportamento della struttura qualunque sia la direzione del moto sismico. La presenza di due sistemi resistenti orditi secondo due direzioni ortogonali e aventi valori di rigidezza simili è estremamente importante se si considera l’impossibilità di prevedere la direzione di azione del sisma. La concezione strutturale RESISTENZA E RIGIDEZZA TORSIONALI Assicurano limitati effetti torsionali nella struttura e quindi riducono il rischio che spostamenti differenziali, dovuti a tali effetti nei diversi elementi strutturali, inducano sollecitazioni non uniformi. RESISTENZA E RIGIDEZZA DEI SOLAI DEL PIANO Assicurano capacità di ridistribuzione delle forze indotte dal sisma sul sistema proporzionalmente alla rigidezza e resistenza e un comportamento globale uniforme. Predimensionamento: si possono ritenere valide le prescrizioni del D.M. ‘96 (spessore non inferiore a 1/25 della luce o 1/30 nel caso di nervature precompresse) Deve adottarsi uno spessore con soletta di almeno 40 mm con armatura di ripartizione ben ancorata alle travi di bordo. Si richiede un incremento di spessore nel caso le prescrizioni architettoniche richiedono luci superiori ai 5 m senza impiego di travi emergenti Sotto queste ipotesi il solaio può essere considerato RIGIDO. La concezione strutturale FONDAZIONI ADEGUATE Assicurano un’eccitazione sismica uniforme, riducendo il rischio di eventuali spostamenti dovuti a input asincrono. Il sistema dovrà essere dotato di adeguata rigidezza nel piano e adeguata rigidezza flessionale. Dovrà essere adottata una sola tipologia di fondazione per una data struttura in elevazione, a meno che la struttura stessa non consista di più unità indipendenti. IPERSTATICITA’ Assicura una più ampia ridistribuzione degli effetti dell’azione sismica e dissipazione di energia La concezione strutturale REGOLARITA’ E SIMMETRIA Risposta globale uniforme, si riducono le concentrazioni di sforzi e di elevata richiesta di duttilità La concezione strutturale SEMPLICITA’ STRUTTURALE Assicura l’esistenza di percorsi evidenti e diretti per la trasmissione delle forze sismiche riducendo le incertezze insite nelle varie fasi di progettazione ed esecuzione e rende quindi più affidabile la previsione del comportamento della struttura soggetta al sisma. La concezione strutturale ATTENZIONE A PARTICOLARI DISPOSIZIONI Sistema strutturale Sistema strutturale STRUTTURE A PARETI Sono di due tipi: a pareti semplici o accoppiate Una parete accoppiata consiste di due o più pareti semplici collegate tra loro ai piani dell’edificio da travi di collegamento disposte in modo regolare lungo l’altezza. Sotto azioni laterali si comportano come una mensola. Gli spostamenti relativi dei piani derivano dalla deformazione flessionale dei muri e quindi presentano una forma convessa dalla parte dei carichi. La distribuzione del taglio è proporzionale al momento di inerzia della sezione dei muri. Sistema strutturale STRUTTURE A PARETI Limite: Essendo sistemi molto rigidi possono sopportare notevoli azioni sismiche a fronte però di elevati momenti alla base. Questo comporta che la richiesta di duttilità locale in corrispondenza della base sia elevata e quindi che la crisi venga raggiunta a causa di un danno concentrato e non, come preferibile, a causa di un danno distribuito. Richiedono inoltre un impegno molto più oneroso per le fondazioni. Predimensionamento: Le azioni verticali e quelle orizzontali dovute al sisma possono essere trattate separatamente. Le pareti devono essere disposte in modo regolare nell’edificio Sistema strutturale STRUTTURE MISTA PARETI-TELAIO In questo tipo di strutture la resistenza alle azioni verticali è affidata prevalentemente ai telai; la resistenza alle azioni orizzontali è affidata in parte ai telai ed in parte alle pareti A causa dell’iterazione dei due sistemi, la risposta del sistema accoppiato altera i diagrammi di taglio e momento di entrambi. In particolare, nei piani più bassi il muro vincola il telaio limitandone le deformazioni, mentre nella parte superiore è il telaio a limitare gli spostamenti del muro. Sistema strutturale STRUTTURE MISTA PARETI-TELAIO Anche in questi edifici si possono verificare condizioni di elevato rischio di concentrazioni di danno o di rottura fragile. Oltre a dover fare particolare attenzione alle fondazioni, si possono verificare rotture localizzate nei casi di discontinuità del muro al di sopra o al di sotto di un certo piano. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO E’ la tipologia costruttiva maggiormente diffusa, le sollecitazioni sia di natura statica che dinamica sono affidate alle travi e ai pilastri che costituiscono l’ossatura portante. Il primo passo da fare quando si inizia a progettare una struttura è quello relativo all’impostazione della carpenteria, in tale operazione i principi fondamentali da rispettare sono i seguenti: a) Per compensare parzialmente l’incremento di sollecitazioni sulle travi dovute al sisma, è bene ridurre l’effetto dei carichi verticali adottando, sia per le travi che per i solai e gli sbalzi, delle luci ridotte rispetto a quelle consigliate i assenza di sisma; b) È bene evitare la disuniformità di luci delle travi. Essa infatti è negativa in quanto causa concentrazioni di sollecitazioni nelle campate più corte. Se è necessario adottare luci differenti è bene ridurre la rigidezza delle travi nelle campate più corte utilizzando travi a spessore. c) È bene evitare una forte disuniformità di carico verticale sui pilastri. Essa infatti comporta la necessità di sezioni maggiori, e quindi concentrazioni di azioni sismiche. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO Una corretta impostazione della carpenteria dovrebbe garantire un irrigidimento uniforme in entrambe le direzioni. In realtà questa regolarità risulta fortemente virtuosa in termini di risposta sismica, e la normativa permette per questo tipo di strutture una analisi semplificata rispetto a quella dinamica modale, obbligatoria per le strutture cosiddette irregolari. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO Nell’ambito della carpenteria si dovranno individuare quali sono le travi destinate a portare i solai, che saranno quindi soggette a consistenti carichi verticali oltre a fungere da traversi dei telai sismo-resistenti. In una progettazione di soli carichi verticali la convenienza economica a minimizzare il numero di travi porta necessariamente a mantenere il più possibile costante l’orditura dei solai. Al contrario la necessità di disporre in zona sismica di una doppia orditura di travi porta alcuni progettisti alla scelta di variare continuamente l’orditura dei solai. Anche se in tal modo si può ottenere una più uniforme distribuzione dei carichi sulle travi, si ritiene che tale scelta comporti complicazioni esecutive tali da rendere gli svantaggi prevalenti rispetto ai vantaggi. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO Nella scelta degli elementi strutturali si osservi che le travi alte costituiscono un efficace controvento per i pilastri che se vincolati a travi a spessore potrebbero risentire di un deficit di rigidezza trasversale. Un pilastro con travi a spessore fornisce un contributo relativamente basso in termini di rigidezza ai piani superiori al primo, che invece risente dell’incastro della fondazione, pertanto si prevedono in tali casi elevati spostamenti di interpiano crescenti dal basso verso l’alto sotto azione sismica. Anche pilastri troppo esili (bassa rigidezza sezionale) sono sconsigliabili per lo stesso motivo. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO In caso di carpenterie eccessivamente irregolari si consiglia l’adozione di giunti per rendere la struttura maggiormente regolare. GIUNTI Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento del solaio Si possono ritenere valide le prescrizioni del D.M. 1996 (spessore non inferiore a 1/25 della luce o 1/30 nel caso di nervature precompresse) Deve adottarsi uno spessore con soletta di almeno 40 mm con armatura di ripartizione ben ancorata alle travi di bordo Si richiede un incremento di spessore nel caso le prescrizioni architettoniche richiedano luci superiori ai 5 m senza impiego di travi emergenti Il solaio nella analisi statica equivalente è considerato un impalcato con rigidezza infinita. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TRAVI A SPESSORE Si consideri che l’effetto del sisma sulle travi a spessore è modesto se sono presenti travi emergenti nel telaio pertanto nel predimensionamento ci si può basare sui soli carichi verticali. Le travi di collegamento, parallele all’orditura del solaio e quindi poco caricate, avranno dimensioni ridotte dettate principalmente da motivazioni geometriche (per esempio la larghezza può essere pari a 60 cm, ottenuti eliminando dal solaio una fila di laterizi). ATTENZIONE! Se l’edificio è tutto con travi a spessore, esse collaborano alla resistenza sismica, ed essendo meno duttili rispetto alle travi alte (CD-B obbligata!) è consigliabile partire con solaio H=25+5 in zona sismica anche per luci non richiedenti tali prescrizioni sotto le sole azioni verticali Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TRAVI A SPESSORE In caso di trave portante una regola grossolana (in condizioni statiche) consente di dimensionare la base come: B= L/6 Nella pratica la larghezza della trave a spessore varia tra 60 e 120 cm. È opportuno limitare la larghezza della sezione e concentrare le armature in un fascio di ampiezza comparabile a quella del pilastro. Indicazioni legate a problemi di duttilità. ATTENZIONE: Le NTC 08 impongono limitazioni alla massima larghezza della trave. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TRAVI EMERGENTI Si consideri che l’effetto del sisma (sollecitazioni flesso-taglianti) sulle travi alte è molto sentito, specialmente nei piani bassi, e talvolta anche in quelli centrali del fabbricato. Ad esempio in fabbricati di 4-6 impalcati dette sollecitazioni hanno entità maggiore rispetto a quelle provocate dai carichi verticali. Nella stima della sollecitazione sismica si ricordi che i carichi statici fanno crescere le sollecitazioni all’aumentare della luce, i carichi sismici fanno crescere le sollecitazione all’aumentare della rigidezza (riduzione della luce!) - In linea di massima la base della trave è pari al lato del pilastro - Una regola grossolana per dimensionare l’altezza di una trave portante in condizioni statiche è: H=L/(10÷12) DUNQUE: L’azione del sisma è maggiormente sentita nelle campate corte ed in prossimità dei pilastri più rigidi Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TRAVI EMERGENTI È buona norma adottare sezioni delle travi molto simili a quelle dei pilastri, in modo da non alterare la regolare distribuzione di sollecitazione flettente lungo i pilastri. Sezioni delle travi molto più piccole di quelle dei pilastri sposterebbero il punto di nullo del momento flettente dalla mezzeria dei pilastri e dunque si avrebbe un M maggiore a parità di taglio sui pilastri. Viceversa se la sezione delle travi è molto più grande si violerebbe il principio di gerarchia delle resistenze incentivando un comportamento fragile della struttura. Una buona indicazione è quella per edifici di 4-5 impalcati di adottare dimensioni pari a 30x60/30x50 cm. Sebbene le sollecitazioni si riducano all’aumentare dell’altezza è bene non ridurre la sezione per non ridurre la rigidezza trasversale dei pilastri che in quelle zone risentono delle maggiori deformazioni. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi La differenza tra l’utilizzo di travi alte e a spessore si può notare già dal differente comportamento per carichi non sismici. Trave a spessore Trave emergente Il momento agente agli appoggi della trave risulta notevolmente ridotto, di conseguenza anche il momento sul pilastro lo sarà. La stessa cosa si può dire per il taglio. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi In presenza di azione sismica l’influenza della presenza di travi a spessore o emergenti si fa ancora più evidente Trave a spessore 1 88 111 77 122 78 Trave emergente 24 55 Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TELAIO SHEAR – TYPE Travi con rigidezza flessionale infinita Travi con rigidezza assiale infinita Travi con rigidezza a taglio infinita Pilastri con rigidezza assiale infinita Conseguenza: In virtù della infinita rigidezza assiale dei pilastri, i traversi sono impediti di ruotare rigidamente. Inoltre, per la infinita rigidezza assiale e flessionale dei traversi, questi stessi non possono deformarsi assialmente o flessionalmente. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TELAIO SHEAR – TYPE Il momento che si genera nei pilastri ha un andamento a farfalla Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TELAIO SHEAR – TYPE Il taglio nel generico pilastro è legato allo spostamento relativo di piano Essendo lo spostamento di piano uguale per tutti i pilastri, il taglio di piano si ottiene dalla sommatoria di tutti i tagli agenti sui pilastri Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TELAIO SHEAR – TYPE Il sistema di telaio shear-type approssima bene il comportamento di pilastri collegati da travi emergenti di elevata altezza e modesta luce Il sistema di telaio shear-type multipiano si comporta come un insieme di sistemi monopiano posti in serie Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento travi TELAIO SHEAR – TYPE Il sistema con travi infinitamente flessibili si comporta come un insieme di mensole incastrate alla base. Esso approssima bene il comportamento di pilastri collegati da travi a spessore di luce elevata. ESEMPI DI SCELTE STRUTTURALI E PROGETTUALI Nella pratica progettuale si può concludere che: IN PRESENZA DI TRAVI SPESSORE Le travi soggette a sisma subiscono rispetto al caso dei soli carichi verticali un lieve incremento di M e T I pilastri subiscono lievi incrementi di sforzo assiale e rilevanti incrementi di momento flettente ai piani bassi. Nel predimensionamento delle travi ci si può riferire ai soli carichi verticali Per i pilastri deve considerarsi un più gravoso regime di pressoflessione specialmente nei piani bassi. IN PRESENZA DI TRAVI ALTE Le travi soggette a sisma subiscono rispetto al caso dei soli carichi verticali dei SENSIBILI incrementi di M e T crescenti dai piani alti a quelli bassi I pilastri subiscono rilevanti variazioni di sforzo assiale e rilevanti incrementi di momento flettente proporzionali alle sollecitazioni taglianti ; le azioni orizzontali hanno distribuzione triangolare, i tagli hanno distribuzione trapezoidale Nel predimensionamento delle travi ci si può riferire ai soli carichi verticali Per i pilastri deve considerarsi un più gravoso regime di pressoflessione specialmente nei piani bassi. ESEMPI DI SCELTE STRUTTURALI E PROGETTUALI DM 14 Gennaio 2008 Nella concezione dell’edificio il progetto architettonico influisce sensibilmente su un parametro che risulta determinante nell’analisi del comportamento sismico: LA REGOLARITA’. Un edificio si considera REGOLARE se rispetta i requisiti di regolarità in pianta ed in altezza. Dal rispetto di tali requisiti dipende la capacità dell’organismo strutturale di rispondere globalmente al sisma con un regime più o meno favorevole di azioni interne (sollecitazioni), e di evitare pericolose concentrazioni di sforzi che richiederebbero sovra-resistenze economicamente non sostenibili o materialmente irraggiungibili attraverso la geometria prescelta. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento pilastri - In zona sismica i pilastri sono dimensionati a pressoflessione considerando il dominio M-N - Il valore massimo che può essere portato da una sezione corrisponde ad uno sforzo normale Ned per il quale la tensione media Ned/Ac è all’incirca 0,5 fcd - Aumentare N sui pilastri significa anche diminuire la loro capacità di rotazione >B ~Mrd uguale ATTENZIONE: Aumentando la base non conferisce un significativo beneficio in termini di resistenza flessionale, al contrario, aumentando l’altezza si incrementa di molto la resistenza flessionale. ….MA…..aumentare l’altezza vuol dire anche incrementare sensibilmente la rigidezza flessionale e dunque anche la sollecitazione sismica! >H = >K ma > richiesta sismica Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento pilastri Per tenere in conto le precedenti osservazioni, nella fase di predimensionamento di può procedere assumendo un limite massimo per la tensione media nei pilastri, in particolare si consiglia di non superare il valore di 0,5fcd e di mantenersi prossimi a 0,3-0,4 fcd. Per un CLS di classe C25/30 si limita la tensione tra 4.0 e 5.5 MPa Per un CLS di classe C20/25 si limita la tensione tra 3.5 e 4.5 MPa In fase di predimensionamento si può effettuare una analisi statica senza sisma nel caso in cui siano state evitate travi molto corte e rigide. Si determina in questo modo l’area necessaria di cls considerando la tensione massima ridotta. Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento pilastri Anche le NTC impongono un limite alla massima sollecitazione di compressione: 7.4.4.2.1 Sistema strutturale STRUTTURE A TELAIO: Predimensionamento pilastri Anche le NTC impongono un limite alla massima sollecitazione di compressione: Se la carpenteria è regolare si avranno sezioni dei pilastri tutte uguali, altrimenti, pur potendo adottare sezioni differenti, si consiglia di sovradimensionare i pilastri meno caricati. In questo modo si ottiene uno sgravio flessionale dei pilastri più caricati. Bisogna far attenzione alla riduzione delle sezioni ai piani superiori, si potrebbero avere problemi esecutivi nei nodi che inficiano la trasmissione delle sollecitazioni. Per edifici non troppo alti si consiglia di non adottare riduzioni di sezioni o comunque limitare le riseghe sia come numero (invariata per almeno 2 ordini ) che come entità. ESEMPI DI SCELTE STRUTTURALI E PROGETTUALI L’assorbimento delle azioni orizzontali dipende sensibilmente dalla presenza di travi emergenti o travi a spessore di solaio. Si consideri un telaio in zona sismica ed uno in zona non sismica: Colonne 30x30 cm – Trave 30x50 cm ESEMPI DI SCELTE STRUTTURALI E PROGETTUALI 1° IPOTESI DI TRAVERSO DEFORMABILE: Nel telaio sismico il primo pilastro si scarica ed il secondo incrementa sensibilmente le sollecitazioni Momento flettente ESEMPI DI SCELTE STRUTTURALI E PROGETTUALI Nel telaio sismico il primo pilastro si scarica ed il secondo incrementa sensibilmente le sollecitazioni 29 kN 69 kN Taglio ESEMPI DI SCELTE STRUTTURALI E PROGETTUALI Nel telaio sismico il primo pilastro si scarica ed il secondo incrementa sensibilmente le sollecitazioni 120 kN 143 kN Sforzo assiale ESEMPI DI SCELTE STRUTTURALI E PROGETTUALI 2° IPOTESI DI TRAVERSO INFINITAMENTE RIGIDO: Se l’impalcato può considerarsi infinitamente rigido rispetto alle colonne allora la presenza del sisma non modifica la sollecitazione flettente sul traverso. In realtà il comportamento reale dei telai è intermedio tra quello con travi infinitamente rigide (telai shear-type) e quello con travi deformabili Influenza delle scelte progettuali Per valutare l’influenza delle scelte progettuali sulla distribuzione delle sollecitazioni nella struttura si esamineranno diversi esempi applicativi. 1° CASO: Impalcato rigido con travi a spessore 70x25 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 2° CASO: Impalcato rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 3° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 4° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 60x60 al piano terra e 40x40 al piano primo, secondo e terzo. 5° CASO: Campate irregolari con travi a spessore nelle campate corte ed emergenti nelle campate lunghe. 6° CASO: Campate irregolari con travi emergenti in tutte le campate. Influenza delle scelte progettuali Per valutare l’influenza delle scelte progettuali sulla distribuzione delle sollecitazioni nella struttura si esamineranno diversi esempi applicativi. 1° CASO: Impalcato rigido con travi a spessore 70x25 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 2° CASO: Impalcato rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 alprimo, secondo e terzo piano. 3° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 4° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 60x60 al piano terra e 40x40 al piano primo, secondo e terzo. 5° CASO: Campate irregolari con travi a spessore nelle campate corte ed emergenti nelle campate lunghe. 6° CASO: Campate irregolari con travi emergenti in tutte le campate. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 1 CASO (travi a spessore) e 2 CASO (travi emergenti) Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 1 CASO e 2 CASO: Diagramma del momento Mmax pilastri (travi spessore) = 520 kNm Mmax pilastri (travi emergenti)= 320 kNm Riduzione del 39% Con le travi emergenti diminuisce la sollecitazione nei pilastri e aumenta nelle travi. La luce di taglio si sposta all’incirca in mezzeria. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 1 CASO e 2 CASO: Diagramma del taglio Tmax pilastri (travi spessore) = 230 kN Tmax pilastri (travi emergenti)= 210 kN I diagrammi risultano simili e non vi è una grande differenza in termini numerici. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 1 CASO e 2 CASO: Deformata ∆ max (travi spessore) = 2.82 cm ∆ max (travi emergenti) = 0.98 cm In termini di deformazione il telaio con travi a spessore risulta più deformabile Influenza delle scelte progettuali Per valutare l’influenza delle scelte progettuali sulla distribuzione delle sollecitazioni nella struttura si esamineranno diversi esempi applicativi. 1° CASO: Impalcato rigido con travi a spessore 70x25 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 2° CASO: Impalcato rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 3° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 4° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 60x60 al piano terra e 40x40 al piano primo, secondo e terzo. 5° CASO: Campate irregolari con travi a spessore nelle campate corte ed emergenti nelle campate lunghe. 6° CASO: Campate irregolari con travi emergenti in tutte le campate. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 2 CASO (impalcato rigido) e 3 CASO (impalcato non rigido): Diagramma del momento Mmax pilastri (rigido) = 320 kNm Mmax pilastri (deformabile)= 390 kNm Riduzione del 18% Con l’ipotesi di impalcato rigido e assumendo sempre travi emergenti il momento sui pilastri risulta superiore al caso di solaio flessibile. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 2 CASO e 3 CASO: Diagramma del taglio Tmax pilastri (caso 2) = 210 kN Tmax pilastri (caso 3)= 230 kN I diagrammi risultano simili e non vi è una grande differenza in termini Numerici. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 2 CASO e 3 CASO: Deformata ∆ max (rigido) = 0.98 cm ∆ max (deformabile) = 1.32 cm In termini di deformazione il telaio con implacato non rigido risulta più deformabile Influenza delle scelte progettuali Per valutare l’influenza delle scelte progettuali sulla distribuzione delle sollecitazioni nella struttura si esamineranno diversi esempi applicativi. 1° CASO: Impalcato rigido con travi a spessore 70x25 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 2° CASO: Impalcato rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 3° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 4° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 60x60 al piano terra e 40x40 al piano primo, secondo e terzo. 5° CASO: Campate irregolari con travi a spessore nelle campate corte ed emergenti nelle campate lunghe. 6° CASO: Campate irregolari con travi emergenti in tutte le campate. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 3 CASO e 4 CASO: Diagramma del momento Mmax pilastri (pilastri «piccoli») = 390 kNm Mmax pilastri (pilastri «grandi»)= 535 kNm Riduzione del 27% Un eccessivo aumento della sezione dei pilastri comporta un aumento del momento a causa del notevole incremento di rigidezza. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 3 CASO e 4 CASO: Deformata ∆ max (pilastri «piccoli») = 1.32 cm ∆ max (pilastri «piccoli») = 1.32 cm In termini di deformazione non si hanno notevoli differenze Influenza delle scelte progettuali Per valutare l’influenza delle scelte progettuali sulla distribuzione delle sollecitazioni nella struttura si esamineranno diversi esempi applicativi. 1° CASO: Impalcato rigido con travi a spessore 70x25 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 2° CASO: Impalcato rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 3° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 40x40 al piano terra e 30x30 al primo, secondo e terzo piano. 4° CASO: Impalcato non rigido con travi emergenti 30x55 e pilastri 60x60 al piano terra e 40x40 al piano primo, secondo e terzo. 5° CASO: Campate irregolari con travi a spessore nelle campate corte ed emergenti nelle campate lunghe. 6° CASO: Campate irregolari con travi emergenti in tutte le campate. Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 5 CASO e 6 CASO: LUCI IRREGOLARI 3 6 7 6 3 Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 5 CASO e 6 CASO: Emergenti + spessore Emergenti Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 5 CASO e 6 CASO: Diagramma del momento Mmax pilastri (E+S) = 445 kNm Mmax pilastri (E)= 395 kNm Riduzione del 11% La variazione di sezione delle travi comporta una variazione delle sollecitazioni nei pilastri, Nelle campate centrali si hanno sollecitazioni maggiori nel caso di presenza agli estremi di travi a spessore Influenza delle scelte progettuali Confronto tra 5 CASO e 6 CASO: Deformata ∆ max (E+S) = 1.69 cm ∆ max (E) = 1.34 cm In termini di deformazione non si hanno notevoli differenze CONSIGLI PRATICI PER LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Nell’impostazione per carichi verticali: • Adottare per le luci di sbalzi, solai e travi dimensioni non eccessive, si consigliano le seguenti: CONSIGLI PRATICI PER LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA • Evitare campate di trave troppo corte, che provocherebbero concentrazione di sollecitazioni •Evitare strutture composte da telai e pareti in muratura portante CONSIGLI PRATICI PER LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA •Evitare parapetti rigidi in strutture intelaiate •Evitare travi tozze CONSIGLI PRATICI PER LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA •Evitare singoli piani superiori o piano terra con bassa rigidezza •Evitare sistemi di controvento non simmetrici CONSIGLI PRATICI PER LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA •Evitare spostamenti dei sistemi di controvento •Cercare di orientare i pilastri, per quanto possibile, per il 50% in una direzione e per il 50% nella direzione ortogonale in modo da centrifugare le rigidezze. PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Tipologia: Edificio adibito a OSPEDALE Struttura portante principale: In cemento armato con struttura intelaiata. Materiali: calcestruzzo C35/45 acciaio B450C Altezze d’interpiano: 3.50 m a tutti i piani PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Le caratteristiche meccaniche del conglomerato cementizio armato sono definite in funzione del valore caratteristico della resistenza cilindrica fck: Il primo termine rappresenta la resistenza cilindrica a compressione fck, mentre il secondo la Rck, resistenza cubica a compressione. Es: C 35/45 possiede: fck=35 [N/mm^2] Rck =45 [N/mm^2] PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO CARATTERISTICHE DEL CLS (E.C. 2) e NTC 2008 PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Classe utilizzata nel progetto C35/45 : fcd=0.85*35/1.5 [N/mm^2]= 19.83 [N/mm^2] per classi < C50/60 fctm = 0,30×fck^2/3 =3.21 [N/mm^2] fctk_0.05 = 1.3×fctm =4.17 [N/mm^2] fctk_0.05 = 0,7×fctm =2.24 [N/mm^2] fctd=fctk/1.5 [N/mm^2]= 1.49 [N/mm^2] PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO fctk_0.05 = 0,7×fctm = PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO CARATTERISTICHE DELL’ACCIAIO • Rapporto tra resistenza e tensione di snervamento (valore medio del rapporto): ft/fy > 1,05 • Rapporto medio tra valore effettivo e valore nominale della resistenza a snervamento: fy,eff/fy,nom < 1,25 PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Acciaio B450C: fyd=450/1.15 [N/mm^2]= 391 [N/mm^2] fyk= elasto plastico-indefinito Modulo elastico Es=206000 MPa Deformazione al limite elastico: yd=fyd/ Es=391/206000=1,89 PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO PER LA REALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA SI CONSIDERANO I MATERIALI RIPORTATI NEL SEGUITO CON LE CARATTERISTICHE NECESSARIE PER L’ANALISI DEI CARICHI: Tompagni Fodera interna (laterizi forati) 8 kN/m3 Fodera esterna (laterizi forati) 8 kN/m3 PAVIMENTI ED INTONACI Intonaco interno 18 kN/m3 PAVIMENTO IN MARMO 27 kN/m3 Intonaco interno ed esterno 18 kN/m3 PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Analisi dei carichi verticali per il dimensionamento Tompagni esterni Fodera interna (10 cm) 0,8 kN/m2 Fodera esterna (15 cm) 1,2 kN/m2 Intonaco interno (2 cm) 0,36 kN/m2 Intonaco esterno (2 cm) 0,36 kN/m2 carichi strutturali portati Incidenza Tramezzi Gk2’=2,72 kN/m2 1,20 kN/m2 Si considera un 25% in meno per la presenza dei vuoti (porte e finestre)=0,75*2,72=2,04[KN/m2] Carichi Accidentali Sono forniti dalle NTC-2008 nella misura di 3,00 kN/m2 (cat C1-Ospedale) per ambienti suscettibili di affollamento e di 0,50 kN/m2 per coperture non accessibili PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Dimensione Solai di interpiano SIMBOLO soletta altezza pignatta larghezza pignatta base travetto altezza totale solaio massetto in calcestruzzo leggero pavimento (cm) s hp bp b H Campata 5 16 38 12 21 sbalzo 5 16 38 12 21 sm 6 6 sp 3 2 sc smb p s hp si bp i b sm H PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Solai di interpiano PESO PROPRIO SOLAIO Elemento/i Simbolo formula Peso Valori numerici (kN/m2) 1.25 soletta G1s s x larghezza x profondità x ps travetti G1t [base x altezza x profondità x ps] x ntrav. al m 0.12 x 0.16 x 1 x 25 x 2 0.96 [base x altezza x profondità x ps] x nfile 0.38 x 0.16 x 1 x 8 x 2 0,97 G1s + G1t + G1l 1.25 + 0.96 + 0.97 3.18 pignatte G1l PESO PROPRIO SOLAIO G1 0.05 x 1 x 1 x 25 CARICHI PERMANENTI NON STRUTTURALI Elemento/i Simbolo pavimento massetto intonaco Incidenza tramezzi G2p G2m G2i G2t G2 formula sp x larghezza x profondità x ps sm x larghezza x profondità x ps si x larghezza x profondità x ps Valori numerici 0.03 x 1 x 1 x 27 0.06 x 1 x 1 x 14 0.015 x 1 x 1 x 20 Peso (kN/m2) 0.8 0.84 0.3 1,2 G2p + G2m + G2i+ G2t 0.8+0.84+0.3+1.2 3.14 PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Solai di balconi PESO PROPRIO SOLAIO Elemento/i Simbolo formula Valori numerici (kN/m2) soletta G1s s x larghezza x profondità x ps travetti G1t [base x altezza x profondità x ps] x ntrav. al m 0.12 x 0.16 x 1 x 25 x 2 0.96 pignatte G1l [base x altezza x profondità x ps] x nfile 0.38 x 0.16 x 1 x 8 x 2 0,97 G1s + G1t + G1l 1.25 + 0.96 + 0.97 3.18 PESO PROPRIO SOLAIO G1 0.05 x 1 x 1 x 25 Peso 1.25 PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO RIEPILOGO DEI CARICHI DA ASSEGNARE: Carichi strutturali (auto-portati dal solaio) Gk1 3,18 [kN/m2] Carichi non strutturali permanenti Gk2 3,14 [kN/m2] Tompagni esterni Gk2’ 2,04 [kN/m2] Carichi accidentali (cat. C1 Ospedale) Qk1 3,00 [kN/m2] Carichi accidentali copertura Qk2 0,50 [kN/m2] 2° carichi NON strutturali permanenti - tompa. est Gk2”=2,04 [KN/m] PRIME ANALISI DELL’EDIFICIO Predimensionamento TRAVI Per quanto concerne le travi, per semplicità, vengono predimensionate per soli carichi verticali. Relativamente allo schema statico, si può fare riferimento o ad una trave continua su più appoggi, oppure, ad un’unica trave appoggiata-appoggiata o appoggiata-incastrata o incastrata-incastrata (con momento massimo in mezzeria pari a ql2/8; ql2/14; ql2/24). La misura cautelativa è adottata, per tenere presente che, in questa fase, non vengono portate in conto le azioni orizzontali (forze sismiche). Posta la distinzione tra travi a spessore di solaio con altezza pari allo spessore del solaio e travi emergenti con altezze maggiori dello spessore del solaio si sceglie di prendere delle travi emergenti sul contorno della struttura e delle travi a spessore per le travi interne. I limiti sulle altezze per entrambe le tipologie di travi sono: H 1/20 –1/25 lmax per le travi a spessore H 1/10 –1/14 lmax per le travi emergenti Per le travi a spessore in particolare una regola grossolana di predimensionamento permette di dimensionarne la base come: B=lmax/6 PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 LE IPOTESI DI CALCOLO: PIANTA 1°,2° E 3 ° IMPALCATO PIANTA 4° E 5 ° IMPALCATO 84 PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Predimensionamento TRAVI Il predimensionamento è ora possibile poiché sono noti i carichi da assegnare alle varie travi: TRAVI DI BORDO TRAVI PORTANTI TRAVI NON PORTANTI PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Predimensionamento TRAVI Per le travi scalate : Gk1= peso trave(Pt )+inc. solaio=0.3*0.6*25+3.18*(4,00) = 17,22 [kN / m] Gk2’= inc. solaio portato = 12.56 [kN / m] =3.14*(4,00) Gk2’’= incid. Tamponamenti =2,04*(3,50) = 7,14 [KN/m] Qk = 3,00*(4,00) = 12 kN / m Fd = g1*Gk1+ g2*Gk12 +q*Qk= 1,3*17.22+1,5*12.56+1,5*12+1,5*7,14 = 69,94 kN/m Fd l 2 69.94 62 Md 209.82kNm 12 12 PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Predimensionamento TRAVI EMERGENTI L’altezza della sezione della trave viene determinata andando ad imporre che il momento flettente sia equilibrato dalla coppia interna data dal prodotto della risultante di compressione e di trazione per il braccio d*. In modo approssimato con il metodo dello stress block: ecm H y xc A’f C M cy Af T b ey (a) (b) Mrd T d * As f sd 0.9 d d*=57 [cm]=altezza utile sezione Si ottiene un’armatura As=10,46 [cm^2]= 5 f 18 d* PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Predimensionamento TRAVI A SPESSORE Per trave a spessore, con spessore del solaio pari a 20 [cm]: Si ottiene un’armatura As=35,07 [cm^2]=14 f 18 Per il solaio dovremmo cambiare sezione poiché lo spessore di 20 cm diviene esiguo per la luce di 6 m! Aumenterebbe pertanto nell’analisi dei carichi il valore del peso proprio IN QUESTO CALCOLO SI E’ TRASCURATA LA DIFFERENZA DI CARICO DOVUTA ALLA DIFFERENZA PESO TRA LA TRAVE A SPESSORE E QUELLA EMERGENTE. Inoltre le travi di bordo che portano meno carico per ora non sono state differenziate . PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Predimensionamento TRAVI E SE AVESSIMO SCELTO L’ORDITURA DEL SOLAIO O IN MODO PERPENDICOLARE ALLE TRAVI DI LUCE MINORE? PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Predimensionamento TRAVI EMERGENTI Per le travi scalate : Gk1/m= peso trave(Pt )+inc. solaio=0.3*0.6*25+3.18*(6,00) = 23,58 kN / m Gk2/m= inc. solaio portato =3.14*(6,00) = 18.84 kN / m Gk2/m= inc. tompagni =2,04*(3,50) = 7,14 [KN/m] Qk /m= 3,00*(6,00) = 18 kN / m d*=57 [cm]=altezza utile sezione Fd = g1*Gk1+ g2*Gk12 +q*Qk= 1,3*23.58+1,5*18.84+1,5*18+1.5*7,14 = 90,85 kN / m Fd l 2 90.85 42 Md 121.13kNm 12 12 Si ottiene un’armatura As=6,04 [cm^2] = 3 f 18 Per trave a spessore, con spessore del solaio pari a 35 [cm]: Si ottiene un’armatura As=10,75 [cm^2] = 5 f 18 Dovremmo cambiare sezione di solaio comunque! PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 I pilastri, in prima analisi, possono essere predimensionati a sforzo normale in funzione di tutti i carichi verticali che gravano su di essi, assegnando delle dimensioni iniziali che potranno essere corrette di volta in volta nell’inserimento dei parametri. Individuando per ogni pilastro “ i ”, ad ogni piano “ j ”, la sua area di influenza Aij se ne calcola il peso tenendo presente sia il contributo dei carichi permanenti che quello relativo ai carichi variabili. La sezione del pilastro“ i ” al piano “ j ” sarà così dimensionata in base al carico complessivo Nd relativo al piano j-mo e a tutti i piani superiori allo stesso sforzo normale al generico piano j-mo N dj N j N gj Carichi permanenti e accidentali Peso proprio PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 1° osservazione : i pilastri di un edificio sono sollecitati a pressoflessione i cui valori derivano dalla risoluzione completa dello schema strutturale e pertanto non noti in questa fase. 2° osservazione : I domini di resistenza a pressoflessione variano poco con la larghezza della sezione mentre dipendono fortemente dall’altezza. Hanno forma pressoché parabolica con i valori massimi del momento in corrispondenza di circa il 50% di Nd. M 0,5 Nd N 3° osservazione : La duttilità di una sezione diminuisce fortemente all’aumentare della sollecitazione di compressione media. PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 4° osservazione : Si consiglia pertanto di predimensionare i pilastri con un valore massimo della sollecitazione di compressione pari al 30-40% di quella di calcolo. fcd_p=0,3 fcd =0,3* 19,83= 5,9 [N/mm2] 5° osservazione : Se la carpenteria è sufficientemente regolare anche le sezioni saranno poco diverse tra loro. Inoltre mentre nel caso di edifici con numero di piani elevato (>7-8) è buona norma ridurre la dimensione della sezione del pilastro ai piano più alti per via delle minori tensioni dovute a minore sollecitazioni sismica, per edifici più bassi, se l’architettonico lo consente, si può adottare una sezione costante. 6° osservazione : Per il predimensionamento del pilastro sono necessari i valori di massima dello SFORZO NORMALE e del MOMENTO FLETTENTE. In realtà per il calcolo di quest’ultimo è necessario ricavare anche il valore del TAGLIO. In particolare i valori di N derivano dai carichi verticali e dall’incremento di N dovuto all’azione sismica. I valori di M sono in pratica quelli provenienti dall’azione sismica, essendo quelli dovuti ai carichi verticali molto contenuti se rapportati ai momenti flettenti del sisma. 7° osservazione: i pilastri devono essere sovradimensionati e non si devono avere travi eccessivamente resistenti, per rispettare la gerarchia delle resistenze per lo SLU e anche per il rispetto della verifica di deformabilità dello SLD. Per ragioni di regolarità in elevazione e per motivi pratici si consiglia, per ciascun pilastro, al massimo una rastremazione della sezione trasversale di 10 cm per piano. PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Predimensionamento pilastri – Calcolo massima dello sforzo normale Nj5 Nj5 Nj4 Ngi Nj4 Considereremo per il peso proprio del pilastro una sezione 50 x 50 [cm] (NCT 2008: dimensione minima 250mm) Ngj A pj h s Dove s è il coefficiente di continuità che è pari: Nj3 Ngi Nj2 Ngi Nj1 Ngi Nj3 Pilastri interni => s= 1,2 1,3 Pilastri esterni => s= 1,1 Pilastri esterni di spigolo => s= 1 Nj2 Utilizzando le aree di influenza per la valutazione dei carichi che competono ad ogni singolo pilastro non si tiene conto dalla continuità delle travi nelle due direzioni. Detto effetto potrebbe essere considerato utilizzando dei coefficienti di continuità in entrambe le direzioni, per i pilastri interni, o una di esse per i pilastri laterali che amplificano i carichi Nj1 Peso del pilastro di dimensioni minime al piano generico: Ngpil11 A p11 h s 2500 * 0,50 * 0,50 3,5 *1,3 2843daN PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Predimensionamento pilastri – calcolo di massima sforzo normale Resistenza di calcolo per sforzo normale centrato a=4m L’area di influenza di ogni pilastro si considera per semplicità pari a Aij =4 x 6 = 24 [m^2] b=6m e 1.5 G impalcato N j 1.3 G impalcato Aij G ktravi (a b) G pilastri A ij G ktamponatur a 1.5 Q k A ij s k1 k k2 2 1.3 3,18 24 0,3 0,6 25 (6 4) 25 0,5 0,5 3,5 1.5 3,14 24 7,14 4 1.5 3 24 1,3 846,52kN N j 846,52 [kN] A 846520 1434777,97 mm 2 B H 5.9 Si scegli di dimensionare tutti i pilastri 40x40 f cd 5.9 [MPa] 138657.63 379mm 40 x 40cm Att.: Solo carichi verticali PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Controllo di regolarità PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Controllo di regolarità PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Controllo di regolarità – calcolo delle masse sismiche Calcolo dei pesi simici a ciascun impalcato PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Controllo di regolarità – calcolo delle masse sismiche Calcolo delle masse sismiche Le masse simiche si calcolano dai pesi simici dividendoli per l’accelerazione di gravità g=9,81m/s2 La massa rotazionale si calcola moltiplicando la massa M per il quadrato del raggio di inerzia r Baricentro delle masse PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Controllo di regolarità – esempio di controllo della variazione delle masse PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Controllo di regolarità –controllo della variazione delle rigidezze Per effettuare la verifica di regolarità in termini di rigidezze, bisogna prima modellare la struttura ed applicare in ciascuna delle due direzioni, separatamente, le azioni sismiche; dunque si calcola la rigidezza come rapporto tra il taglio complessivo agente al piano («taglio di piano») e lo spostamento relativo al piano d, conseguente a tali azioni Il taglio di piano è la sommatoria delle azioni orizzontali agenti al di sopra del piano considerato La forza da applicare ad ogni piano si ottiene dall’analisi statica lineare PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Controllo di regolarità –controllo della variazione delle rigidezze – analisi statica lineare per la valutazione delle rigidezze PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Controllo di regolarità –controllo della variazione delle rigidezze – analisi statica lineare per la valutazione delle rigidezze PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Incremento dello sforzo normale agente sui pilastri Analisi statica equivalente ci permette anche di stimare più accuratamente la sollecitazione nei pilastri L’entità delle azioni sismiche è rilevante in rapporto ai carichi verticali. Di conseguenza lo sforzo normale sui pilastri potrebbe variare molto nei pilastri di estremità; per i pilastri interni la variazione di sforzo assiale è invece dovuta alla differenza di tagli indotti dal sisma nelle travi ed è quindi in genere trascurabile a meno che non vi sia una forte differenza di luce o di sezione tra due travi che convergono nel pilastro. La variazione di sforzo normale indotta dal sisma può essere valutata con un modello locale come somma dei tagli nelle travi ai diversi piani o con un modello globale (in caso di edificio a pianta rettangolare) che usa il momento ribaltante alla base dell’edificio. PROGETTO E VERIFICA PER AZIONI SISMICHE DI UN EDIFICIO IN C.A. CON SAP 2000 Incremento dello sforzo normale agente sui pilastri A5 40x40 A4 40x40 A3 A2 A1 50x50 60x50 60x50 Rifare di controlli di regolarità!