XI CONVEGNO SULLA DISLESSIA IMPARARE: QUESTO E’ IL PROBLEMA San Marino, 21-22 Settembre 2012 Dislessia tra sickness e illness Ciro Ruggerini Neuropsichiatra Infantile, Psichiatra, Psicoterapeuta (SITCC) Direttore Sanitario L’arcobaleno Servizi (Cooperativa Sociale, Reggio Emilia) Presidente Società Italiana per lo studio del Ritardo Mentale (SIRM) Illness e Sickness: origine dei termini Antropologi Medici di Harvard (capofila: Arthur Kleinman – 1978- e Byron J. Good – 1977- ) L’assunzione-chiave è che la medicina occidentale non è un insieme di prassi poste, diversamente da quelle in uso nelle “altre medicine”, al di là del condizionamento una specifica etno-medicina che può essere studiata con chiavi di lettura antropologiche – interessate al rapporto di connessione reciproca tra fenomeni biologici, politico-economici e socioculturali. culturale ma Caratteristica della medicina occidentale: privilegia per tradizione solo le dimensioni bio-fisiche della malattia Il sistema della salute è un sistema simbolico che elabora la malattia attraverso un idioma culturale espressione di una certa epoca storica L’attribuzione e la costruzione del significato dell’evento “malattia” all’interno di una data società avviene essenzialmente attraverso il linguaggio ed ordina la esperienza di malattia a più livelli: Biologico Soggettivo Collettivo In lingua anglosassone esistono tre diverse “parole” per indicare il concetto di malattia, ognuna con uno specifico significato Malattia come DISEASE attribuzione di significato in senso biologico ad un evento oggettivabile e misurabile mediante parametri organici di natura fisico-chimica Malattia come ILLNESS attribuzione di significato soggettiva, malattia percepita dal soggetto, dai membri della sua famiglia Malattia come SICKNESS attribuzione di significato collettiva/sociale, malattia nel suo significato generale all’interno di una popolazione in relazione alle forze macrosociali (economiche, politiche, istituzionali) Un buon medico sa… che la sofferenza del paziente è più estesa del suo sintomo, e lo stato di malattia più ampio di un dolore localizzato o di una disfunzione. Come un vecchio ebreo disse… … Dottore, il mio intestino è pigro, i miei piedi dolenti, il mio cuore sobbalza – e lei sa, Dottore, nemmeno io mi sento poi molto bene… (Byron J. Good, 1981) Un buon specialista sa… che la sofferenza del cliente per la prorpia condizione può essere più estesa del suo sintomo… … Dottore, una tripletta del mio genoma ha prodotto una proteina che ha modificato una fase della migrazione neuronale del mio cervello – e lei sa, Dottore, nemmeno io mi sento poi molto bene perché quando scrivo sono rimproverato per gli errori (ILLNESS) e il mio comportamento è rubricato, addirittura, nel manuale dei Disturbi Mentali (SICKNESS) … Obiettivo della relazione: La relazione esplicita ed espande alcuni dei contenuti del documento del Panel di aggiornamneto e revisione della Consensus Conference DSA (2007) (P.A.R.C.C, 2011) alla luce dei concetti di Illness e Sickness. In particolare: i contenuti in risposta ai Quesiti: - C1: “ La filosofia degli aiuti agli studenti con DSA tra etica, evidenza di ricerca scientifica e valori personali” - C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” Il P.A.R.C.C (Quesito C1) adotta per il sostegno allo sviluppo degli studenti con DSA il modello OMS denominato ICCC (Innovative Care for Chronic Conditions, 2002). La sintesi di questo modello è rappresentata da un triangolo: ai vertici scuola, sistema sanitario, famiglia; al centro un sistema esplicito e condiviso di concezioni culturali. Rinforzare associazioni Sostenere opere legislative •Aumentare la conoscenza e ridurre lo stigma •Stimolare migliori risultati attraverso potere e sostegno •Mobilizzare e coordinare le risorse •Fornire servizi complementari Integrare politiche Fornire potere e difesa Promuovere finanziamenti regolari Sviluppare e distribuire risorse umane •Promuovere continuità e coordinazione •Stimolare la qualità attraverso potere e incentivi •Organizzare ed allestire team sanitari •Utilizzare sistemi di informazione •Sostenere autogestione e prevenzione Un sistema medico ha, invariabilmente, una struttura tripartita costituita da più arene in cui si svolge l’esperienza di malattia: quella familiare – inclusa la rete sociale di appartenenza; quella professionale – abitata dai professionisti della assistenza; quella popolare laica – animata da chi offre altri aiuti allo sviluppo … In ognuna delle arene attori permanenti oppure di passaggio elaborano Modelli Esplicativi – prodotti storici e sociopolitici – relativi a episodi particolari di malattia che contengono spiegazioni relative, ad esempio, ai temi della eziologia, del decorso e della terapia. Quando i Modelli esplicativi di pazienti, familiari e medici sono compatibili i soggetti percepiscono una qualità migliore degli aiuti allo sviluppo. “Informati, preparati, motivati” L’informazione genera: • La qualità della rappresentazione della propria condizione (Illness) e della rappresentazione sociale della condizione (Sickness) • La premessa per scegliere = co-costruire la trama (emplotment) degli aiuti possibili Quale informazione? 1. Legge 8 ottobre 2010 Consensus Conference del 2007 e del 2011 Raccomandazioni cliniche del PARCC (2011) Linee Guida per il diritto allo studio (MIUR, 2011) 2. L’informazione è facilmente accessibile (rete) 3. L’informazione proviene da più culture http://www.istruzione.it/web/istruzione/DSA Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Doc. Area Etica La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati "DSA" AREA CULTURALE Etica: nozione di Pari Opportunità Doc. Area Pedagogica Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA (MIUR) (2011) Pedagogia/Psicopedagogia: insegnamento & abilitazione Doc. Area Medica/Psicologica 1. 2. 3. Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference (2006) Raccomandazioni cliniche sui DSA – PARCC - (2011) Consensus Conference ISS (2011) Medicina/Psicologia: diagnosi, trattamento Collaborazione interdisciplinare …professionisti diversi (psicologi, neurologi, neuropsicologi, insegnanti, pedagogisti) aiutano lo sviluppo … la loro interazione non è necessariamente sinergica… … perché ciò avvenga è “ … necessario un patto, una negoziazione, delle competenze professionali che dovrebbero essere ben individuate nella loro rispettiva specificità per poter essere efficacemente complementari … “ (Lumbelli, 2004) Domanda: a che punto è la concettualizzazione che la cultura medica sta elaborando di questi Disturbi? utilizzerò i risultati del dibattito attuale sul rinnovamento dei sistemi diagnostici DSM e ICD come possiamo esplicitare i contributi e i limiti della cultura medica?; quali riflessi di questo dibattito sulla lllness e sulla Sickness nel campo dei DSA? Diagnosi categoriale: Verso il DSM-V (1) FASE 1. 6 libri bianchi per affrontare i problemi emersi negli ultimi 30 anni (co-sponsarizzazione di APA (American Psichiatry Association) e di NIMH (National Institute of Mental Health) - La definizione dei disturbi mentale - Potenzialità/limiti di una valutazione dimensionale - Separazione dell’ assessment della menomazione da quello diagnostico - Espressività di un disturbo nelle diverse età della vita e secondo gender e cultura della società - Necessità di incorporare nella diagnosi le nuove conoscenze in fisiopatologia, genetica, farmaco genetica, diagnostica per immagine strutturale e funzionale, neuropsicologia Diagnosi categoriale: Verso il DSM-V (2) FASE 2. WHO (World Health Organization) e WPA (World Psychiatric Association formano gruppi di lavoro sulle seguenti categorie 1. 2. 3. 4. 5. 6. Spectrum disorders Developmental issues Gender and Culture The interface with general medicine Functional impairment and disability assessment Diagnostic assessment instruments Inoltre: procedura di revisione sistematica della letteratura condotta da 13 gruppi di lavoro per ogni categoria diagnostica In questa complessità scelgo alcuni temi che mi sembrano rilevanti anche nel campo dei DSA: • • • • Perché classificare Natura delle sindromi psichiatriche Validità e utilità delle classificazioni Cosa è una diagnosi Perché classificare Natura delle sindromi psichiatriche Validità e utilità delle classificazioni Cosa è una diagnosi Perché classificare? ICD-10: è la decima revisione della classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati proposti dall’OMS. Sono classificate oltre 2000 malattie. La traduzione ufficiale in lingua italiana, effettuata a cura dell’ISTAT e dell’Ufficio di statistica del Ministero della Salute, è stata pubblicata dall’organizzazione Mondiale della sanità di Ginevra nel 2000 e a Roma nel 2001. E’ composta da XXII capitoli. Il Capitolo V è intitolato “Patologie mentali e del comportamento” – tra questi sono rubricati i Disturbi di Apprendimento -. Perché classificare? DSM: acronimo di Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali 1952 (DSM-I); 1968 ( DSM-II); 1980 (DSM – III; 1987 (DSM-III-R); 1994 (DSMIV); 2000 (DSM-IV-TR); … maggio 2013 (DSM-V). E’ una classificazione “nosografica ateorica assiale” dei Disturbi Mentali. I Disturbi Mentali vengono definiti in base a quadri sintomatologici, e questo ultimi sono raggruppati su basi statistiche. I Disturbi di Apprendimento sono rubricati tra i Disturbi ad esordio nell’Infanzia e nell’adolescenza. Nel DSM V verosimilmente nel Cluster 2 (Neurodevelopmental Disorders) Perché classificare? … la classificazione è semplicemente uno strumento di comunicazione che permette a ricercatori, clinici e politici di riferirsi alla stessa “cosa” … … abbiamo bisogno di classificazioni per tutte le forme di comunicazione: esempi: classificazione OMS per le situazioni psicosociali; regole di classificazione per la attribuzione del genere (maschio o femmina) etc … Fonte: Michael Rutter (2011) – WHO child and adolescent psychiatry Working Party for ICD-11; Board of Trustees’ DSM-5 Scientific Working Group (APA) Linguaggio, Comunicazione, Contesto Esempio di Linguaggio Medico e della sua funzione nella comunicazione Relazione dello specialista cardiologo per il medico di base (Conclusione)… Pregressa PTCA + stent su CX, MO1 e CDX. Insufficienza mitralica lieve/lieve moderata … (Programma diagnostico-terapeutico): scintigrafia miocardica (da sforzo)… Il linguaggio tecnico è efficace nella comunicazione tra medici (lo specialista cardiologo e il medico di base); i due poli della comunicazione hanno gli stessi riferimenti culturali. Linguaggio, Comunicazione, Contesto Il termine Disturbo di Lettura (Codice ICD-10: F 81.0) è il linguaggio della comunicazione tra clinici, ricercatori e politici; in contesti adeguati è un linguaggio appropriato ed efficace; ha la stessa utilità del caso precedente Tuttavia: quale effetto può avere il linguaggio medico/neurologico/neuropsicologico in contesti “laici”?; quale rappresentazione della difficoltà di lettura suscita nella comunità (Sickness) e nell’individuo (illness) ? Linguaggio, Comunicazione, Contesto Il linguaggio della classificazione medica (psichiatrica) può essere utilizzato per mettere in comunicazione persone che non hanno la stessa cultura. Vi sono professionisti e “laici” La comunicazione si completa sempre in chi la riceve; chi la riceve, a seconda della sua cultura, infatti, la interpreta Lo specialista medico può riferirsi a livelli diversi di comprensione della condizione: individuazione criteriologica ( sistemi ICD o DSM); eziologico ( es.: causa genetica); patogenetica (es.: disfunzione magno cellulare); fenomenologica ( es.: numero di DS distanti dalla media) Se queste informazioni non cadono in un terreno preparato possono dare origini a rappresentazioni personali = totalmente soggettive e svincolate dai dati scientifici la percezione della propria caratteristica può essere molto negativa (Illness); lo stesso per la rappresentazione che la comunità elabora della condizione (Sickness) Dislessia: le parole sono pietre (Sickness) Gazzetta di Modena, 15.1.2006 … ho letto l’articolo sulla dislessia pubblicato il giorno 11. … tengo a precisare che i dislessici non sono “affetti da dislessia”, e persone dislessiche hanno difficoltà riguardo la lettura e conseguentemente alla comprensione del testo, sono persone normalissime e non “ all’apparenza normalissime”. Dislessia: le parole sono pietre (Sickness) Gazzetta di Modena, 15.1.2006 (segue) …io non ritengo affatto che un dislessico “combatte ogni giorno contro la sfortuna”; la dislessia non è una sfortuna e non pregiudica affatto l’intelligenza … … dato che tanti bambini vivono tragedie all’interno delle mura scolastiche ( e conseguentemente danni che si ripercuoteranno anche in età adulta), è doveroso da parte di un giornalista misurare e calibrare le parole, quello che io, leggendo l’articolo, ho capito che i bambini dislessici non sono normali … Emanuela (dislessica), mamma di una bimba (dislessica) Perché classificare? Sintesi La comunicazione nel campo dei DSA deve tenere conto del contesto. Se non è così il linguaggio tecnico può essere iatrogeno e indurre uno stigma. = una rappresentazione personale di sé (illness) e sociale – della condizione - (sickness) negativa. Quando i clinici (psicologi e medici) utilizzano il termine Disturbo devono esplicitare che stanno utilizzando una terminologia che, condiva dalle Agenzie della Comunità, comunica il riconoscimento di una condizione per uno scopo di tutela (applicazione della legge 170. Perché classificare Natura delle sindromi psichiatriche Validità e utilità delle classificazioni Cosa è una diagnosi Natura delle sindromi psichiatriche Le sindromi psichiatriche possono essere considerate malattie? (Kendell, 1975; Wakefield, 1997; Rutter, 2011). La domanda è lecita perché la Dislessia compare nei Manuali dei Disturbi Mentali Desease (Malattia) – Psychiatric Syndromes (Disturbo Mentale) Criteri per definire una malattia: - implica aumento della mortalità: non così utile - implica distress o disabilità: criterio necessario per DSM-IV ma non sempre per le condizioni mediche (un ateroma nelle coronarie se asintomatico non è una malattia?) - implica collocazione nell’individuo ( within-individual): sembra un criterio ragionevole per la malattia; è considerato criterio necessario nel DSM-IV; ma a volte vistosamente insufficiente: es.: nei pattern di comportamento dei prescolari - implica l’identificazione di una patofisiologia dimostrabile: è appropriato per la malattia (es.: infezione); i correlati fisiopatologici di molti Disturbi Mentali ( ADHD, PDD) sono conosciuti ma non sono sufficientemente distintivi a livello individuale per la diagnosi - implica l’identificazione di una causa eziologica riconoscibile: non è applicabile nei Disturbi Mentali in cui vi sono cause genetiche e ambientali multiple Natura delle sindromi psichiatriche Le sindromi psichiatriche sono disturbi mentali? • se disturbo mentale significa assenza di una base neurobiologica le sindromi psichiatriche non sono disturbi mentali • la maggior parte delle sindromi psichiatriche ha una base neurobiologica; per questo sarebbe logico classificare Autismo e Schizofrenia tra i Disturbi Neurologici; i DSA in quanto Neurodevelopmental Disorder andrebbero collocati, semmai, nella nosografia neurologica Natura delle sindromi psichiatriche “ la terminologia generalmente accettata di “mentale” … costituisce una descrizione generale più che un termine con un significato specifico” (Rutter, 2011) se questo vale per i Disturbi Mentali cosa dire del fatto che i DSA sono rubricati nel manuale dei Disturbi Mentali?; questa appartenenza, se non spiegata, può risultare, per i laici, assai stigmatizzante dobbiamo essere consapevoli della necessità di concettualizzare, in modo esplicito, la natura dei DSA; La discussione attuale sulla natura delle sindromi psichiatriche non fornisce alcuna aiuto, ma lascia aperto il campo. Natura dei DSA: NO Malattia; NO Disturbo Mentale; o altro? Le parole della nostra cultura, in ogni momento storico, costruiscono o significati della realtà. L’uomo è, per sua natura, un sense-maker . La cultura, quindi, costruisce la Sickness. La cultura psichiatrica, almeno italiana, è debitrice ad Aldo Gargani di questa sintesi poderosa. I mondi possibili. Aldo Giorgio Gargani VI° Congresso Nazionale SIRM, Innovazione nei Progetti di Vita per le Persone con Disabilità Intellettiva: Esperienze, Ricerche e Proposte, Modena, 2008 “… non è vero che esistono concetti di universalità illimitata; non c’è un’unica definizione di “gioco”; una partita di calcio non somiglia al “solitario” nel gioco delle carte. Quindi, come ammoniva Wittgenstein, «non pensare, guarda!“. Non c’è un unico approccio verso le patologie cliniche: la follia, come ha insegnato Foucault, nel secolo XVII è esclusa dal consorzio umano e reclusa negli istituti manicomiali, mentre la peste viene analizzata, investigata, tenuta sotto osservazione e sottoposta a rilievi statistici. Se, in un certo arco storico, c’è stata una scienza medica in un caso e nessuna nell’altro, è perché era valido e operante un vincolo, connesso al rapporto precognitivo che quella società intratteneva con le patologie, prima di investigarle e conoscerle scientificamente, ossia prima ancora di farne gli oggetti di un sapere. La tradizionale teoria della verità come corrispondenza, come adaequatio rei et intellectus, è di nuovo l’espressione di una … razionalità umana che pretende di possedere un raggio di azione illimitato, ossia di costituire da sé il dispositivo e il repertorio di ogni possibilità …” Natura dei DSA: Malattia?; Disturbo Mentale?; o altro? La concettualizzazione attuale più pertinente sembra essere quella che richiama la nozione di Neurodiversità. Definizione … una idea che sostiene che lo sviluppo neurologico atipico (neuro divergente) è una differenza normale che deve essere riconosciuta e rispettata come ogni altra variazione umana … …. l’insieme della struttura mentale o psicologica o neurologica o dei comportamenti, visti come non necessariamente problematici, ma come forme di biologia umana alternative e accettabili … Thomas Armstrong (2011): The Power of Neurodiversity: Unleashing the Advantages of Your Differently Wired Brain, Cambridge, MA: DaCapo Lifelong/Perseus Books Neurodiversità: origine di un concetto Si fa risalire a un giornalista ( Harvey Blume) e a un difensore dei diritti civili ( Judy Singer) H. Blume (1998): …la Neurodiversità può essere cruciale per la razza umana come la biodiversità lo è per la vita in generale. Chi può dire quale forma di assetto mentale può fermentare meglio in un dato momento?. La cibernetica e la cultura del computer, per esempio, può favorire chi ha una mente con una impronta autistica … J Singer (1999): … le persone Neurologicamente differenti rappresentano una categoria nuova che si aggiunge alle usuali categorie della classe/genere/razza e possono aumentare la consapevolezza di un modello sociale di disabilità … Neurodiversità: sense making (a) … Il concetto di Neurodiversità fornisce uno shift nel paradigma con cui pensiamo al funzionamento mentale. Anziché considerare ampie porzioni della società … come sofferenti per deficit, malattie, o disfunzioni nei loro processi mentali, il concetto di Neurodiversità suggerisce di usare il termine di Caratteristica ( Difference) del funzionamento cognitivo. Proprio come parliamo di differenze per la bio-diversità e di diversità nella cultura, abbiamo bisogno di cominciare ad usare lo stesso modo di pensare parlando delle differenze del cervello. Se un fiore non ha petali noi non diciamo “disordine da deficit di petali”; se un soggetto ha un colore della pelle marrone noi non diciamo che soffre di “ una disfunzione del pigmento cutaneo”. Lo stesso deve avvenire per soggetti che hanno modi diversi di pensare, relazionarsi …, imparare … Neurodiversità: sense making (b) Usando il concetto di Neurodiversità per comprendere le differenze neurologiche individuali, noi creiamo una narrazione in cui le persone individuate da una categoria possono essere viste in termini di aree di forza e di debolezza … (Sickness) Il concetto di Neurodiversità ha un grande potenziale di creare una significativa trasformazione sociale … Il concetto di Neurodiversità porta con sé un senso di speranza, che tutti gli individui, indipendentemente da come leggono, pensano, sentono, socializzano …, potranno essere riconosciuti per i loro talenti e vedersi riconosciuto gli stessi diritti di ogni cittadino … (Illness) Il termine Neurodiversità (N) riconosce la ricchezza e la complessità della natura umana. Il cervello si paragona ad una foresta tropicale che si scolpisce sulla base della esperienza. Il concetto di N ha implicazioni enormi nell’educazione. Suggerisce agli insegnanti di utilizzare gli strumenti concettuali e il linguaggio della Ecologia. Possiamo applicare, ad esempio, lo stesso modello della Diversità che applichiamo alla flora. fiori rari e meravigliosi altri tipi di fiori fiori rari e meravigliosi altri tipi di fiori Ogni tipo di fiore ha specifici bisogni ambientali: sole, acqua, suolo. Allo stesso modo i bambini, per le loro diversità neurobiologiche hanno fattori ecologici di crescita diversi. Esperienza di neuro-diversita’ degli studenti in istituzioni scolastiche superiori Griffin & Pollak, 2009: Student experience of neurodiversity in higher education: insights from the BRAINHE project Dyslexia 15: 23-41 Studio qualitativo basata sulle esperienze di 27 studenti/ex-studenti I partecipanti hanno ricevuto una delle due seguenti concezioni della loro identita’ “neurodifferente”: – una concezione di “diversita’”: neurodidiversita’ intesa come una differenza che comprende un insieme di forze e debolezze (= caratteristica) – una concezione “medica/dificitaria”: neurodivesita’ vista come una condizione medica svantaggiosa ( = disturbo) La prima concezione risulta associarsi con espressioni di una maggiore ambizione lavorativa e un autostima scolastica superiore I Principi della Neurodiversità Il cervello umano lavora più come un Ecosistema che come una Macchina (Il cervello è una rete di ecosistemi più che un computer ) Il cervello umano esiste come continuità (continuum) nelle competenze (Più che considerare le categorie di disabilità come entità separate, è più appropriato parlare di uno spettro di continuità delle competenze. La dislessia, per esempio, è parte di uno spettro che include la normale capacità di lettura. Noi tutti siamo collocati in un continuum rispetto alla competenza nella lettura/scrittura, alle capacità sociali, siamo connessi l’uno all’altro più che essere divisi tra “normali” e “ quelli con disabilità”) Quali siano le competenze è definito dai valori della cultura alla quale un individuo appartiene (E’ necessario riconoscere che le categorie diagnostiche non sono basate unicamente sulla scienza ma riflettono influenze sociali; Che tu sia considerato disabile o dotato dipende largamente da quando e dove sei nato; Non dovremmo guardare le etichette diagnostiche come scritte nella pietra, ma pensare, invece che la loro esistenza è relativa a un particolare setting sociale; Il successo nella vita è basato sull’adattamento del proprio cervello ai bisogno circostanti (E’ pur vero che possiamo solo vivere nel nostro tempo e perciò dobbiamo adattarci alla nostra cultura contemporanea … una persona dislessica deve imparare a utilizzare la lettura …) I Principi della Neurodiversità Il successo nella vita dipende dalla modificazione del tuo ambiente circostante per incontrare i bisogni del tuo cervello unico (costruzione di una nicchia; Il focus non è solo adattare l’individuo all’ambiente (piolo rotondo - buco quadrato); è individuare modi di aiutare l’individuo a modificare l’ambiente circostante per incontrare i bisogni del suo cervello “unico”) La costruzione della nicchia include le scelte di carriera e di stile di vita, la tecnologia facilitante, le risorse umane e le altre strategie tagliate sui bisogni specifici della neuro diversità individuale, scegliere un allenatore (“coach”) per sviluppare le sue abilità sociali) ( Una persona con ADHD può scegliere un lavoro che comporta novità e movimento, usare un iPhone per organizzare la sua agenda La costruzione di una nicchia favorevole modifica direttamente il cervello che, in risposta aumenta la sua capacità di adattarsi all’ambiente (Dato sperimentale: l’arricchimento ambientale modifica le sinapsi) Perché classificare Natura delle sindromi psichiatriche Validità e utilità delle classificazioni Cosa è una diagnosi Validità e utilità delle classificazioni Il manuale DSM: nosografico, ateorico,assiale, su base statistica. Su base statistica = il sintomo acquista valore come dato frequenziale; i concetti di media, frequenza, moda, mediana, varianza, correlazione etc… giungono ad essere essi stessi il “solco” mediante il quale si valuta la presenza o meno (classificazione categoriale) di un Disturbo Mentale. Validità e utilità delle classificazioni Domanda: quali validità hanno le categorie diagnostiche? Validità: definizione: “validus”, forte, “fondato in modo solido … contro il quale non è facile porre obiezioni …”; non c’è un consenso sulla definizione di validità, nella scienza; si concorda sull’idea che il concetto di valido ha a che fare con la “natura della realtà” e che la sua “definizione è un problema epistemologico e filosofico, non semplicemente un problema di misurazione” (Galtung, 1969) Validità e utilità delle classificazioni Il termine valido continua ad ingannare perché fa presumere qualche tipo di rispettabilità scientifica. Al momento attuale vi è poca evidenza che la maggior parte delle diagnosi psichiatriche contemporanee siano valide. Al momento attuale valido significa poco più di Utile ( molte diagnosi sono preziose) Kendell e Jabelensky (2003): Distinguishing Between the Validity and Utility of Psychiatric Diagnoses, Am J Psychiatry 2003; 160: 4-12 1. Obiettivo La natura costruttivista delle nosografie Qualunque categorizzazione è una approssimazione … 2. Nosografia DSA Arthur Stanlet Eddington (1822 – 1944) The Philosophy of Physical Science (1939) Immaginò un ittiologo munito di una rete con una 3. Funz. intellettivo limite maglia di 3 cm con la quale pescava nell’oceano. Usando tale rete l’ittiologo sarebbe pervenuto probabilmente a conclusioni come : 4. Neurodiversità1. nessun animale marino è largo meno di tre centimetri; 2. tutti gli animali marini hanno le branchie. 5. Sintesi Fonte: David Oldroyd, Storia della Filosofia della scienza,Il Saggiatore, Milano, 1989 Utah Colorado 2. Nosografia DSA 3. Funz. intellettivo limite Arizona I confini degli stati sono costruiti da convenzioni culturali e non tracciati dalla natura (USA Land Ordinance, 1785) New Mexico … i confini degli Stati sono poco “validi” ( = non fissati dalla natura ma dalla cultura), ma spesso utili … come le diagnosi categoriali … Validità e utilità delle classificazioni La dislessia esiste? (Elliot e Gibbs, 2008) I tentativi di distinguere tra le categorie “dislessia”, “cattivi lettori” , “lettori inefficienti” sono scientificamente insostenibili, arbitrari e potenzialmente discriminatori. Non pensiamo si debba porre un veto alla curiosità scientifica nell’indagine dei fattori sottesi alla difficoltà di lettura … Tuttavia, una volta sottolineato il potenziale degli studi di genetica e di neuroscienze … c’è un errore nel credere che le conoscenze attuali in questi campi siano sufficienti a giustificare la categoria della dislessia come un sottogruppo di chi incontra difficoltà nella lettura. = Necessità di identificare tutti i bambini a rischio di incontrare una difficoltà nella lettura …= Fonte: Julian G.Elliott, Simon Gibbs: Does Dyslexia Exist?, Journal of Philosophy of Education, 2008, 42: 475-491 Validità e utilità delle classificazioni Classificazioni categoriali VS dimensionali • Le classificazioni dimensionali possono essere più aderenti alla realtà • La prospettiva del DSM-V è: utilizziamo categorie ampie (Neurodevelopmental Disorders) per scopi di ricerca; utilizziamo classificazioni dimensionali nell’assessment in cui lo scopo è la messa a punto di aiuti allo sviluppo) Validità e utilità delle classificazioni Conclusione - La validità delle categorie psichiatriche è discutibile; lo stesso per la categoria del Disturbo di Lettura - La utilità delle categorie psichiatriche è elevata; lo stesso vale per la categoria del Disturbo di Lettura - Tuttavia: utilità varia secondo il contesto - Il documento del PARCC ha scelto un approccio “Polinomico-Polisemico” = l’uso di concettualizzazioni diverse delle difficoltà di lettura a secondo dell’obiettivo, espresse dai termini Disturbo, Disabilità, Caratteristica - Disturbo: scopo: comunicazione scientifica e scopo etico (applicazione della Legge) Disabilità: scopo: rivendicazione di un Diritto di Pari Opportunità Caratteristica: scopo: favorire la elaborazione di una Illness e di una Sickness favorevole allo sviluppo positivo - Perché classificare Natura delle sindromi psichiatriche Validità e utilità delle classificazioni Cosa è una diagnosi Cosa è una diagnosi Un Sistema di Classificazione (DSM o ICD) non è uno strumento diagnostico autosufficiente ma piuttosto una componente di un processo diagnostico più completo. La riflessione in atto sui sistemi di classificazione ha sollecitato una riflessione sulla concettualizzazione della diagnosi . Cosa è una diagnosi Classificazione diagnostica, Assessment, Formulazione diagnostica completa non sono la stessa operazione clinica. Paul Healy (2011): DSM diagnosis and beyond: on the need for hermeneutically-informed biopsichosocial frame work, Med Health Care and Philos 14:163-175 Cosa è una diagnosi Classificazione diagnostica domanda: il sintomo / le caratteristiche del soggetto possono essere ascritte ad una categoria diagnostica? strumento: criteri diagnostici dei manuali di classificazione (DSM/ICD) Cosa è una diagnosi Assessment: parte nomotetica domanda: quali sono le particolarità di questo individuo che appartiene a questa categoria? strumento: una teoria psicologica/neuropsicologica che guida la ricerca delle particolarità Assessment: parte idiografica domanda: cosa pensa il soggetto del suo problema?; quali obiettivi si pone?; strumento: dialogo sui valori del soggetto per capire ciò che è importante per lui Cosa è una diagnosi Formulazione diagnostica completa Comprende sia la Classificazione diagnostica che l’Assessment Consiste in una riformulazione del problema posto al clinico e in un progetto di aiuti (emplotment) che tiene conto dei valori del soggetto Cosa è una diagnosi Un approccio bio-psico-sociale corregge i limiti concettuali dei sistemi di classificazione rispetto a questi punti della diagnosi: 1. Porre in primo piano i bisogni di un Trattamento completo I sistemi diagnostici classificano i Disturbi; non si preoccupano del prendersi cura olistico. Un approccio bio-psico-sociale promuove un approccio orientato al “funzionamento ottimale”, alla identificazione dei “punti di forza”, delle “influenze ambientali”, “alle forze dello sviluppo”. Il soggetto non è un portatore passivo di Disturbi ma un agente la cui capacità di auto dirigersi va rispettata. Cosa è una diagnosi Un approccio bio-psico-sociale corregge i limiti concettuali dei sistemi dclassificazione rispetto a questi punti della diagnosi: 2. Riconcettualizzare la diagnosi come percorso di scoperta dell’intero contesto La diagnosi consiste in un percorso di indagine per la scoperta dei fattori più significativi per il soggetto ai fini degli interventi; la diagnosi non è solo “dare un nome” (noun) ma “dare un verbo” (verb); la diagnosi è una azione “ermeneutica”. Cosa è una diagnosi Un approccio bio-psico-sociale corregge i limiti concettuali dei sistemi dclassificazione rispetto a questi punti della diagnosi: 3. Porre in primo piano una attenzione per la struttura dei significati del paziente e la sua esperienza Distinzione “idiografico”/”nomotetico” (Windelband); scienze (empiriche) della “natura”/ scienze dell’”uomo” ; “spiegare” e “comprendere” (Dilthey). E’ necessaria la attenzione per la storia di vita e i significati del soggetto. Collocare le storie di vita e i significati nella diagnosi “dovrebbe essere perseguito con la stessa intensità con cui la psichiatria biologica persegue in tentativo di spiegare i Disturbi Mentali come effetto di una sbilanciamento chimico del cervello” Cosa è una diagnosi Un approccio bio-psico-sociale corregge i limiti concettuali dei sistemi dclassificazione rispetto a questi punti della diagnosi: 4. Considerare la riflessione e il giudizio clinico come il complemento necessario al prendere posizioni tecnico-razionali Applicazione di regole diagnostiche e procedure (“pensiero tecnicorazionale”) e “capacità di differenziare ciò che distingue un caso particolare da un altro e formulare un piano di trattamento che tiene conto di complessità e differenza” (“comprensione e giudizio clinico”) Cosa è una diagnosi Un approccio bio-psico-sociale corregge i limiti concettuali dei sistemi dclassificazione rispetto a questi punti della diagnosi: 5. Riconoscere la necessità per una interazione dialogica come parte integrante di una diagnosi che promuove azioni e piano di trattamento Il clinico e il paziente possono contribuire in modo dialogico al processo diagnostico e così facendo “ trovano una verità alla quale nessuno di loro aveva avuto prima accesso”; ciò “non è in contrasto con l’idea che uno dei partecipanti al dialogo (il medico/psicologo) è una guida per l’altro (il paziente) Cosa è una diagnosi Conclusione La diagnosi restituisce al soggetto una riformulazione del problema che egli ha posto allo specialista. L’idea di diagnosi che guida il percorso dello specialista conduce a formulazioni diverse che informano la rappresentazione che il soggetto e la sua Comunità (Illness e Sickness) elaborano della condizione. Una diagnosi intesa come Classificazione Diagnostica può indurre una reificazione di sé (come di un oggetto rotto in qualche sua parte). Una diagnosi intesa come Valutazione (Assessment) può aumentare la conoscenza che un soggetto ha di sé. Una diagnosi intesa come Formulazione Diagnostica può permettere all’individuo di essere parte attiva (Agente) che concorre al proprio progetto. Come usare la complessità - la lezione di Italo Calvino - la soluzione del PARCC La lezione di Italo Calvino Nelle sue “Lezioni Americane” Italo Calvino ha scritto che, nel millennio attuale, sono necessarie 5 doti (leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità ). Tra queste la prima è la “leggerezza”. La lezione di Italo Calvino …in certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava alcun aspetto della vita … … la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio … La lezione di Italo Calvino La “leggerezza” è rappresentata in modo plastico da un gesto di Guido Cavalcanti (Decameron – VI 9 - ) che riesce a risolvere una situazione intricata con un balzo agile: …”Ai quali Guido, da lor veggendosi chiuso, prestantemente disse: “signori voi mi potete dire a casa vostra ciò che vi piace”; e posta la mano sopra una di quelle arche, che grandi erano, sì come colui che leggerissimo era, prese un salto e fusi gittato dall’ altra parte, e sviluppatosi da loro se n’andò …” Un equivalente del salto di Cavalcanti Possiamo riconoscere che in questa breve relazione abbiamo fatto cenno ad argomentazioni complesse. Tuttavia possiamo dominare la situazione con una sorta di salto concettuale, equivalente al salto plastico di Cavalcanti. Il documento PARCC (Quesito C3) concretizza, in fondo, questo salto perché finalizza ad una azione pratica una complessa serie di concettualizzazioni. C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” Punto 13. Parti ( A – K) di un documento clinico di restituzione della valutazione B. Motivo dell’invio: Il contenuto della relazione dovrebbe “ scattare una istantanea dei dati anamnestici più rilevanti e delle ragioni e obiettivi della valutazione” Commento: l’ascolto delle motivazioni alla visita (chi invia? - insegnanti, genitori, individuo?- ; per quale motivo? – c’è già una ipotesi in campo? ) deriva dalla curiosità, atteggiamento cardine dell’esaminatore. La curiosità fonda la possibilità di intrecciare una trama condivisa ( emplotment) di aiuti allo sviluppo C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” Punto 13. Parti ( A – K) di un documento clinico di restituzione della valutazione C. Anamnesi e backgroun ( C1 – C5): C2. … la storia scolastica, comprendendo le abitudini di studio, le attitudini, le performance accademiche e come il DSA abbia impattato nelle precedenti performance scolastiche … Commento: viene sollecitato l’interesse anche per la storia di vita; le informazioni Qualitative (relative anche a Illness e Sickness) non sono meno importanti delle informazioni Quantitative (risultati ai test) C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” Punto 13. Parti ( A – K) di un documento clinico di restituzione della valutazione F. Osservazioni sul comportamento: L’obiettivo di questa sezione è di “creare un ritratto vivo, quasi tridimensionale del soggetto”. Il valutatore dovrebbe descrivere nel dettaglio i comportamenti durante la valutazione che potrebbero aver avuto influenza sulla performance dell’esaminato; si dovrebbe includere il livello di motivazione e di cooperazione durante la valutazione, il livello di ansia e l’attenzione. Commento: nessun individuo può essere rappresentato da una sola o poche dimensioni del suo comportamento. In qualunque testo di psichiatria si legge, di solito nei capitoli iniziali, che l’individuo non coincide con la sua diagnosi C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” G. Risultati ai test: Il report dovrebbe elencare i test somministrati, con i punteggi e l’interpretazione dettagliata dei risultati: i “fatti” senza implicazioni e conclusioni Commento: nella comunicazione di questi dati il linguaggio specialistico ha un forte valore comunicativo per gli altri specialisti. L’insieme dei fatti, tuttavia, non è una diagnosi. C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” H. Classificazione diagnostica Il valutatore dovrebbe esplicitare i criteri diagnostici ai quali fa riferimento (es.: criteri espressi dal DSM, ICD CC) e il loro significato Commento: la parola chiave è esplicitare; significa: condividere con i soggetti/genitori la funzione (storica) dei sistemi nosografici; spiegare ciò che intendiamo per approccio polinomico – polisemico. C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” I. Formulazione diagnostica Dovrebbe includere: a. una Classificazione diagnostica; b. una descrizione del “profilo di abilità” cognitive; c. una descrizione delle aspettative (Valori) dell’individuo e della sua famiglia Commento: Il punto di vista del soggetto ( la attenzione ai suoi Valori), integrato nella relazione clinica, permette al soggetto di sentirsi “parte attiva” in un progetto di sviluppo che lo riguarda. Per questa via la formulazione diagnostica favorisce la Agency del soggetto e il suo l’Empowerment. C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” J. Riassunto L’obiettivo di questa parte è una sintesi che integri i risultati ai test, i punti salienti della anamnesi, le impressioni cliniche. Almeno in questa parte dovrebbe comparire il termine Caratteristica. Commento: I bambini, i ragazzi e gli adulti sulla base della nozione di Neurodiversità e del termine Caratteristica possono elaborare una percezione di Sé positiva e realistica (Illness); anche i “laici” – a partire dai genitori, possono elaborare una concezione più utile allo sviluppo (Sickness). C3: “Linee – guida per la scrittura delle relazioni cliniche relative ai DSA: il problema della comunicazione ai “laici” K. Suggerimenti per la elaborazione di un progetto di aiuti allo sviluppo. E’ essenziale che i suggerimenti siano: individualizzati, accompagnati dalla esplicitazione della filosofia sottostante alle varie parti del progetto; …; distinguano le aree del Trattamento (ndr.: area medica), della Abilitazione (ndr.: area psico-pedagogica), dell’Insegnamento (ndr.: area pedagogica) … Commento: solo se si esplicita la logica e la finalità delle azioni il soggetto è in grado di scegliere se condividere il progetto ( Pratica Basata sui Valori); solo la dichiarazione dei compiti delle diverse culture rende possibile una prassi multidisciplinare ( più efficace di una unica prassi totalizzante: è la posizione espressa dal documento del MIUR ). Conclusioni Ciò che genera la difficoltà nella lettura è una particolarità neurobiologica. Il modo in cui lo specialista descrive e concettualizza questa particolarità influenza la Illness del soggetto e la Sickness nella Comunità Più culture contribuiscono alla concettualizzazione di questa caratteristica. La cultura medica e psicologica hanno sicuramente un ruolo rilevante. Oggi constatiamo come cultura medica e psicologica siano in costante evoluzione. Oggi, tuttavia, un Documento (PARCC, 2011) scritto per indirizzare l’operatività dei clinici può tradurre il complesso dibattito scientifico attuale in una modalità di descrizione della caratteristica non stigmatizzante e favorevole allo sviluppo. Grazie per l’attenzione