Emozioni e Cibo 1 2 Emozioni e Cibo UN PROGRAMMA DIETETICO EQUILIBRATO • Shakes e Pasti a controllato contenuto calorico • Nutrizionalmente bilanciati • “Real Food” • Conservazione a temperatura ambiente • Facile preparazione dei pasti Lo shake è un gustoso sostituto di pasto con un importante effetto saziante da intervallare con i pasti WTG Piatti pronti per essere gustati dopo il riscaldamento in forno a microonde/padella: Primi piatti caldi e cremosi Secondi piatti di carne o vegetariani 5 7 Vita Weight™ Integratore di Ferro-Lipofer™ Assorbimento 5 volte maggiore rispetto ai normali Sali di Ferro PER ORDINI O ULTERIORI INFORMAZIONI CONTATTARE: ALKER MEDICALE al numero +39 049 8809426 o inviare una e-mail all’indirizzo: [email protected] o collegarsi al sito www.alker.it. (I prodotti vengono spediti in contrassegno all’indirizzo di casa). ALKER MEDICALE S.a.s. di Alampi Stefano & C. - Via Andrea Costa, 17/b - 35124 Padova (PD) - (Italy) - Tel. +39 049 8809426 - Fax +39 049 8829070 E-mail: [email protected] - Sito web: www.alker.it - P. IVA 03671590283 Emozioni e Cibo 3 indice editoriale Pasqualoni ................................................... 5 CALENDARIO CORSI E CONVEGNI 2012.................................... 22 il minnesota study di keys: implicazioni per la comprensione e il trattamento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione Dalle Grave .................................................. 6 LA TRIADE FEMMINILE DELL’ATLETA Sartirana, Calugi ......................................... 23 il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata nell’ottica della patologia delle dipendenze Mattiazzi, Ruffa, Scarpinato, Zuffellato, Jarre .......................................... 13 TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: PROGRESSI E SFIDE FUTURE Rubeo, Filardo ............................................ 30 MEDICARE PAGA LO SCREENING E IL TRATTAMENTO DELL’OBESITà Pisano ........................................................ 36 Attività dell’aidap ............................ 37 BACHECA ................................................ 15 centri aidap ......................................... 38 THE BODY PROJECT: PROMOTING BODY ACCEPTANCE AND PREVENTING EATING DISORDERS - FACILITATOR GUIDE Di Canio ..................................................... 16 Convegno AIDAP 2012 AL VIA IL NUOVO REGOLAMENTO PER LE ETICHETTE NUTRIZIONALI Manganotti, Pasqualoni ............................. 19 13-14 aprile 2012 Centro Congressi Hotel San Marco, VERONA Per informazioni: vedi pag. 21 Newsletter della Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP) Via Sansovino, 16 - 37138 Verona - Tel. (045) 8103915 Fax (045) 8102884 - E-mail: [email protected] Sito web: www.aidap.org Emozioni e cibo Periodico quadrimestrale dell’Associazione AIDAP Iscrizione Tribunale di Verona n. 1377-data 28/08/99 DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Cappelletti ESERCIZIO FISICO E DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE SOCI ONORARI AIDAP: Ms. Jane Brody, Prof. David Garner, Prof. Francesca Brambilla, Ms. Dacia Maraini, Prof. Michele Carruba, Ms. Maria Teresa Ruta, Prof. Arthur Crisp, Dr. Johan Vanderlinden, Prof. Christopher Fairburn, Prof. James Look, Prof. Stephen Wonderlich, Prof. Anthony Fabricatore, Dr. Zafra Cooper, Prof. Eric Stice CONSIGLIERI: Banderali Arianna (Vicepresidente AIDAP), Cappelletti Mauro (Segretario AIDAP), Dalle Grave Riccardo (Presidente AIDAP), Camporese Lucia, Cecchini Lucia, Pasqualoni Elettra, Sartirana Massimiliano PROGETTO GRAFICO: Positive Press www.positivepress.net promozione -20% ALLE MIE PAZIENTI DICO... Dalle Grave R. ISBN-88-86402-37-6 | 17,56 Euro COME VINCERE LE ABBUFFATE Fairburn C. ISBN-88-86402-12-0 | 17,56 Euro PERDERE PESO CON GUSTO Dalle Grave R., Pasqualoni E. ISBN-88-8429-055-4 | 24,00 Euro TERAPIA DELLA FAMIGLIA Dalle Grave R. ISBN-88-8429-028-7 | 9,00 Euro PRIMA DI COMINCIARE Dalle Grave R. ISBN-88-8429-029-5 | 5,00 Euro in IL PRIMO PASSO PER PERDERE PESO Dalle Grave R. ISBN-88-8429-030-9 | 6,00 Euro PROGETTO CORPO Stice E., Presnell K. (Ed. italiana a cura di Dalle Grave R.) ISBN-88-8429-056-2 | 20,00 Euro omaggio 4 Positivini BUGIE PER TUTTE LE OCCASIONI | Smith K. | ISBN-88-86402-84-8 | 2,53 Euro CARA MAMMA... | Smith K. | ISBN-88-86402-81-1 | 2,53 Euro PERCHè LA VITA è BELLA | Smith K. | ISBN-88-86402-90-2 | 2,53 Euro CARO PAPà... | Smith K. | ISBN-88-86402-83-X | 2,53 Euro SPESE DI SPEDIZIONE Per acquisti inferiori a 30,00 euro le spese di spedizione sono di 9,00 euro. Per acquisti superiori a 30,00 euro e inferiori a 50,00 euro le spese di spedizione sono di 3,50 euro. 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Proprio a Verona il 4 novembre 2011 Stice ha presentato il programma di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione basato sulla dissonanza cognitiva. Nonostante che in Italia la prevenzione non sempre riceva la giusta attenzione, l’evento ha suscitato molto interesse ed è stato seguito da più di 100 professionisti. Altro evento apprezzato è stato il convegno gratuito AIDAP organizzato a Roma l’1 dicembre 2011, a cui hanno partecipato circa 400 colleghi, dal titolo “Trattamento dei disturbi dell’alimentazione:progressi e sfide future” nel quale sono stati presentati i risultati di due importanti trial “Oxford - Leicester - Verona trial” che ha valutato l’efficacia della terapia cognitivo comportamentale ambulatoriale nell’anoressia nervosa e il “Villa Garda-Oxford trial” che ha valutato gli effetti della terapia ospedaliera dei disturbi dell’alimentazione”. L’obiettivo ambizioso di questi trial è stato contribuire a colmare la carenza nella ricerca: ad oggi non vi sono infatti evidenze scientifiche che indichino quale sia la terapia di prima scelta nel trattamento dell’anoressia nervosa e nel trattamento ospedaliero dei disturbi dell’alimentazione. In questa newsletter potrete leggere il resoconto sia del workshop di. Stice sia quello del convegno di Roma. Gli articoli scientifici proposti in questo numero scritti da Dalle Grave, Sartirana e Calugi si occupano delle implicazioni dei sintomi da digiuno per la comprensione e il trattamento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione e della triade femminile dell’atleta cioè di quella condizione che può colpire potenzialmente le atlete e consiste nella contemporanea presenza di tre disturbi tra loro correlati cioè perdita di massa ossea, alimentazione disturbata e anomalie mestrualo. Quest’ultimo articolo è proiettato proprio agli impegni futuri della nostra associazione: nei giorni 1314 aprile del 2012 è previsto infatti il convegno nazionale AIDAP dal titolo “Esercizio fisico e disturbi dell’alimentazione”. La prima giornata del 13 aprile vedrà coinvolti due illustri terapeuti di fama internazionale nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione nello sport, trainer, medici sportivi, ecc. - Ron A. Thompson e Roberta Sherman - direttamente dalla Indiana University (USA) che presenteranno con la formula International Workshop il loro famoso programma “Eating Disorders in Sport”. Le relazioni dell’intera giornata saranno tradotte in contemporanea in lingua italiana. La seconda giornata del 14 aprile avrà come focus lo Sport e l’Esercizio Fisico in rapporto ai Disturbi dell’Alimentazione. Si affronterà il tema dalle diverse angolature (ricerca scientifica, casi clinici ecc.). Considerando l’importanza di questi appuntamenti del 2012 è mio augurio che riscuotano Il giusto successo e rappresentino una valida occasione di aggiornamento per tutti coloro che vi parteciperanno. Per la crescita di AIDAP speriamo inoltre che nell’anno nuovo vengano inaugurate nuove Unità locali specialmente al centro sud dove negli ultimi anni l’associazione è molto cresciuta. Infine a nome mio e di tutto Il Consiglio Direttivo non mi resta che augurare a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo. Elettra Pasqualoni AIDAP Verona 6 Emozioni e Cibo articolo scientifico a cura di Riccardo Dalle Grave, Presidente AIDAP Il Minnesota Study di Keys: implicazioni per la comprensione e il trattamento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione La classificazione DSM-IV dei disturbi dell’alimentazione include tre categorie diagnostiche principali: anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (NOS) (American Psychiatric Association 1994). Il sottopeso è un criterio diagnostico chiave dell’anoressia nervosa ma può essere presente in un sottogruppo di persone con disturbi dell’alimentazione NOS [es. quelle che soddisfano tutti i criteri dell’anoressia nervosa ad eccezione del criterio amenorrea (Dalle Grave et al. 2008b) oppure che non riportano un’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo (Dalle Grave et al. 2008c)]. La marcata perdita di peso e la restrizione dietetica calorica, cioè un persistente introito calorico inferiore al dispendio energetico, può anche essere presente in persone con disturbi dell’alimentazione non sottopeso con bulimia nervosa o disturbo dell’alimentazione NOS e una storia personale di obesità (Dalle Grave et al., 2011). Keys e collaboratori nel loro classico libro di due volumi e di 1.385 pagine “The Biology of Human Starvation (Keys et al. 1950) hanno fornito una descrizione dettagliata dei sintomi del sottopeso e della restrizione dietetica calorica riportati da giovani adulti maschi volontari. L’osservazione di David Garner (1997) che molti sintomi, chiamati da Keys e collaboratori “sintomi da digiuno”, sono simili a quelli osservati in persone affette da anoressia nervosa, ha contribuito a migliorare la comprensione e il trattamento dei disturbi dell’alimentazione. Oggi è ampiamente accettato che molti sintomi, in passato attribuiti alla psicopatologia dell’anoressia nervosa, sono la mera conseguenza del sottopeso e della restrizione dietetica calorica. Questo articolo si pone tre scopi principali: 1 fare una revisione dei sintomi associati al sottopeso e alla restrizione dietetica calorica; 2 descrivere il ruolo del sottopeso e della restrizione dietetica calorica nel mantenimento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione; 3 analizzare le implicazioni cliniche di questi sintomi nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione I sintomi da digiuno Il Minnesota Study è lo studio più importante pubblicato che abbia valutato gli effetti della restrizione dietetica calorica e della perdita di peso nelle persone di peso normale. Lo studio, effettuato presso l’Università del Minnesota dal 19 novembre 1944 al 20 dicembre 1945 (Keys et al. 1950), fu ideato per valutare gli effetti fisiologici e psicologici di una severa e prolungata restrizione dietetica calorica e l’efficacia della riabilitazione nutrizionale. Lo scopo principale dello studio fu capire come assistere nel modo migliore le vittime della carestia in Europa e in Asia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale usando i dati derivati da una simulazione laboratoristica della carestia. Emozioni e Cibo Più di 100 uomini si proposero come partecipanti volontari allo studio come alternativa al servizio militare. Di questo campione iniziale, furono selezionati i 36 uomini che avevano il migliore stato di salute fisico e psicologico e un’elevata motivazione alla partecipazione allo studio (Keys et al. 1950). I partecipanti erano tutti bianchi di età compresa tra 22 e 33 anni e 25 erano membri delle Historic Peace Churches (Mennoninti, Chiesa di Brethren e Quaccheri). Lo studio fu diviso in tre fasi: un periodo di controllo di 12 settimane, 24 settimane di semidigiuno e 12 settimane di riabilitazione nutrizionale. Nella fase uno, i volontari si cibarono normalmente mentre furono studiati dettagliatamente il loro comportamento, la loro personalità e le loro modalità alimentari. Durante questo periodo i partecipanti assunsero in media 3.492 kcal. Nella fase due i partecipanti furono sottoposti a una restrizione che corrispondeva a circa la metà del loro introito calorico iniziale (in media 1.570 kcal), che era simile all’assunzione calorica media delle persone europee colpite dalla carestia. Questo regime determinò nei partecipanti una perdita approssimativa del 25% del peso iniziale. Infine, nella fase tre, i partecipanti furono gradualmente nutriti in maniera normale. La maggior parte dei risultati fu riportata solo per 32 uomini, dato che quattro dei partecipanti all’esperimento si ritirarono durante o alla fine della fase di restrizione calorica. Nonostante le risposte individuali, rispetto alla perdita di peso, variassero notevolmente tutti gli uomini sperimentarono drammatici cambiamenti fisici, psicologici e sociali riassunti nella Tabella 1. Tabella 1. Effetti della restrizione calorica e della perdita di peso nei partecipanti al Minnesota Study Effetti comportamentali • Rituali alimentari (mangiare molto lentamente, tagliare il cibo in piccoli pezzi, mescolare il cibo in modo bizzarro, ingerire cibo bollente) • Lettura di libri di cucina e collezione di ricette • Incremento del consumo di caffè, tè, spezie, gomme da masticare e acqua 7 • • • • Onicofagia Incremento del fumo di sigarette Episodi bulimici Incremento dell’esercizio fisico per evitare la riduzione del contenuto calorico della dieta • Autolesionismo Effetti psicologici • Danneggiamento della capacità di concentrazione • Scarso capacità di insight e di giudizio critico • Preoccupazione per il cibo e l’alimentazione • Depressione • Sbalzi del tono dell’umore • Irritabilità • Rabbia • Ansia • Apatia • Episodi psicotici • Cambiamenti di personalità confermati dai test psicologici Effetti sociali • Isolamento sociale • Riduzione dell’interesse sessuale Modificazioni fisiche • Disturbi del sonno • Vertigini • Debolezza • Dolori addominale • Disturbi gastrointestinali • Cefalea • Ipersensibilità al rumore e alla luce • Edema • Ipotermia • Riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria • Parestesie • Diminuzione del metabolismo basale • Aumento della fame • Precoce senso di pienezza Tratta da Keys, A., Brozek, J., Henschel, A., Mickelsen, O., & Taylor, H. L. (1950). The biology of human starvation (Vol. 2). Minneapolis: University of Minnesota Press. 8 Emozioni e Cibo Effetti comportamentali Verso la fine del periodo di restrizione calorica i volontari impiegavano due ore a mangiare un pasto che in precedenza richiedeva loro pochi minuti. Dedicavano ore a programmare come suddividere la quantità di cibo quotidiana. Diciannove di loro cominciarono a leggere libri di cucina e a collezionare ricette. Vi fu un aumento del consumo di caffè e tè: molti bevevano più di 15 caffè al giorno. I partecipanti cercavano di tenere lo stomaco pieno bevendo grandi quantità di liquidi (acqua e zuppe); chiedevano che il cibo fosse servito bollente; mischiavano gli alimenti in modo strano e vi fu un incremento notevole dell’uso di sale e spezie. Il consumo di gomme da masticare incrementò, per alcuni partecipanti anche 40 pacchetti al giorno, il fumo e l’onicofagia aumentarono marcatamente. Numerosi di questi cambiamenti persistettero anche durante le 12 settimane di recupero del peso. Durante la fase di restrizione calorica tutti i partecipanti riferivano un incremento della fame; alcuni riuscivano a tollerarla, per altri invece la cosa costituì un’intensa preoccupazione, fino a diventare insopportabile. Parecchi fra gli obiettori non riuscirono ad aderire alla dieta e manifestarono episodi bulimici, seguiti da auto-rimprovero e autodeprecazione. Durante la fase di recupero del peso, quando era offerta loro una grande quantità di cibo, molti partecipanti perdevano il controllo dell’appetito, mangiando di più o di meno del necessario; anche dopo 12 settimane di riabilitazione veniva segnalato un aumento della fame subito dopo un pasto abbondante. La normalizzazione delle abitudini alimentari avvenne nella maggior parte dei casi solo dopo circa cinque mesi di riabilitazione, ma in un sottogruppo il consumo di cibo in eccesso continuò. Non s’identificò il fattore discriminante fra chi normalizzò le abitudini alimentari e quelli che invece continuarono a mangiare enormi quantità di cibo; tuttavia è importante sottolineare il fatto che, tra i partecipanti in esame, si verificarono differenze nella risposta alla denutrizione. In generale, gli uomini risposero alla restrizione calorica con una riduzione dell’attività fisica. Diventarono stanchi, deboli, disattenti e apatici e si lamentarono di mancanza di energia. I movimenti dei volontari diventarono notevolmente più lenti. Tut- tavia, secondo Keys e collaboratori, “alcuni uomini praticavano saltuariamente dell’esercizio fisico in modo spontaneo”. Qualcuno tentò di perdere più peso cercando di consumare più energie in modo tale da poter ottenere una razione di pane più abbondante o di evitare la riduzione delle razioni. Effetti psicologici Molti partecipanti, nonostante che all’inizio fossero psicologicamente sani, mostrarono importanti modificazioni emotive e cognitive. I cambiamenti cognitivi più rilevanti furono una riduzione della capacità di concentrazione, della vigilanza, della comprensione e del giudizio critico, mentre non accaddero alterazioni delle abilità intellettive. Il danneggiamento della capacità di concentrazione fu attribuito ai pensieri ricorrenti sul cibo e sull’alimentazione riportati dalla maggior parte dei partecipanti. Alcuni attraversarono transitori o protratti periodi di depressione; occasionalmente si manifestò uno stato di euforia, seguito da depressione. Sebbene prima dello studio in tutti i volontari fosse stata riscontrata un’elevata tolleranza allo stress, molti di essi esibirono frequenti segni di irritabilità ed esplosioni di rabbia. In numerosi partecipanti l’ansia era molto evidente; l’apatia divenne comune; in alcuni, inoltre, i disturbi emozionali divennero così gravi da poter parlare di “nevrosi da semidigiuno”. Il Minnesota Multiphasic Personality Inventory noto questionario che studia la personalità - rilevò che durante la restrizione calorica si era verificato un incremento di depressione, isteria e ipocondria, la cosiddetta “triade nevrotica”, comunemente osservata in individui nevrotici. Queste aberrazioni emotive non svanirono immediatamente durante la riabilitazione, ma persistettero per parecchie settimane. Durante la restrizione calorica, inoltre, due volontari svilupparono disturbi di proporzioni psicotiche, e uno dei due si tagliò tre dita delle mani in risposta alla sua angoscia; altri invece la sopportarono bene anche dal punto di vista psicologico. Emozioni e Cibo Effetti sociali La restrizione calorica determinò nei volontari cambiamenti nelle relazioni sociali, quali una minore capacità di socializzazione e un maggiore isolamento. L’umore generale subì un peggioramento, il cameratismo diminuì marcatamente, mentre crebbe il senso di inadeguatezza sociale. Inoltre, i partecipanti all’esperimento riferirono una marcata diminuzione dell’interesse sessuale, della masturbazione e delle fantasie erotiche; gli impulsi sessuali cessarono o diventarono meno comuni. Effetti fisici Dopo sei mesi di restrizione alimentare calorica, i partecipanti presentarono varie modificazioni fisiche tra cui: vaghi dolori addominali, digestione lenta e difficile, disturbi del sonno, vertigini, mal di testa, ipersensibilità alla luce e al rumore, riduzione della forza, edema, perdita di capelli, diminuita tolleranza al freddo, mani e piedi freddi, disturbi della visione (macchie nel campo visivo e difficoltà nella focalizzazione delle immagini), disturbi dell’udito (ronzii) e parestesie. Si verificò una riduzione della temperatura e del metabolismo basale, oltre che della frequenza cardiaca e respiratoria, che alla fine dello studio si avvicinò addirittura al 40% della norma. Durante la riabilitazione il metabolismo basale aumentò in maniera proporzionale all’aumento delle calorie ingerite. Dopo la fase di perdita di peso di almeno il 25% del peso corporeo iniziale, i partecipanti furono sottoposti a molti mesi di rialimentazione che li fece tornare mediamente al loro peso originale, accresciuto del 10%; ma poi gradualmente ritornarono ai livelli di peso che avevano prima dell’esperimento. Tale risultato dimostra che il corpo non è semplicemente “riprogrammabile” a un peso più basso dopo un periodo di dimagramento e che la restrizione alimentare sperimentale dei volontari non riuscì a vincere la forte propensione dei loro corpi a ritornare al loro livello di peso di partenza. 9 Commenti dai partecipanti all’esperimento Nel 2003-2004, 18 dei 36 partecipanti all’esperimento erano ancora vivi e furono intervistati da ricercatori della The Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora (Kalm and Semba 2005). I partecipanti all’epoca dell’intervista avevano più di 80 anni e parlarono appassionatamente quando fu chiesto loro quali fossero stati i motivi della scelta di essere obiettori di coscienza e di partecipare all’esperimento. Sebbene i dati dello studio siano stati riportati in modo dettagliato nel libro The Biology of Human Starvation, i partecipanti fornirono un quadro più vivo della loro vita giornaliera durante l’esperimento (Kalm and Semba 2005). Dopo un iniziale entusiasmo, gli intervistati riportarono di aver avuto profondi cambiamenti nella loro personalità. Diventarono più irritabili e impazienti l’uno con l’altro, iniziarono a soffrire gli effetti fisici della deprivazione alimentare, un aumento dell’introversione, minore energia, vertigini, estrema stanchezza, intolleranza al freddo, dolori muscolari, perdita di capelli, diminuzione della coordinazione, tintinnii alle orecchie e scarsa concentrazione. Il cibo divenne un’ossessione per tutti i partecipanti, gli intervistati confermarono di avere perso l’interesse verso l’altro sesso. Nonostante queste difficoltà, gli intervistati affermarono di aver mantenuto la determinazione a continuare lo studio per motivi religiosi, per la loro forza di volontà e disciplina (Kalm and Semba 2005). Per alcuni uomini intervistati, il periodo di riabilitazione fu considerato quello più difficile dell’intero esperimento. I sintomi di vertigine e apatia furono i primi a scomparire, mentre la sensazione di stanchezza, perdita dell’appetito sessuale e debolezza impiegarono molto più tempo a regredire. In generale, gli intervistati riportarono di non essere in grado di ritornare alle loro abituali occupazioni dopo la fine dei tre mesi di riabilitazione nutrizionale. Molti ebbero episodi di alimentazione in eccesso e divennero obesi. Gli intervistati stimarono che il tempo per raggiungere un pieno recupero variò da due mesi a due anni (Kalm and Semba 2005). Comunque, nessuno degli intervistati riportò di aver avuto effetti negativi sulla salute in conseguenza dell’esperimento (Kalm and Semba 2005). 10 Emozioni e Cibo Sintomi da digiuno nei disturbi dell’alimentazione Il Minnesota study ha avuto un ruolo fondamentale nel migliorare la nostra comprensione dei disturbi dell’alimentazione perché molti sintomi osservati nei volontari sono simili a quelli riferiti dai pazienti sottopeso con disturbi dell’alimentazione. Purtroppo, fino ad ora, nessuno studio ha valutato sistematicamente la prevalenza dei sintomi da digiuno nelle persone affette da disturbi dell’alimentazione. La Tabella 2 riporta la prevalenza dei sintomi da digiuno negli ultimi 28 giorni in 50 pazienti con anoressia nervosa consecutivamente valutati all’inizio del trattamento presso l’Unità di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda. Circa il 90% dei pazienti ha riportato preoccupazioni per il cibo e l’alimentazione e l’82% irritabilità. Altri sintomi riportati dal 50% dei pazienti sono l’ansia, la depressione, i cambiamenti del tono dell’umore, i disturbi del sonno, l’isolamento sociale, la debolezza, i sintomi gastrointestinali, l’intolleranza al freddo, il danneggiamento della concentrazione, l’apatia e l’aumento del senso di pienezza. Interazione dei sintomi da digiuno con la psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione I sintomi da digiuno negli individui senza disturbi dell’alimentazione hanno la funzione positiva di focalizzare l’attenzione primariamente sulla ricerca del cibo e di prolungare l’esistenza attraverso una riduzione del metabolismo basale. Questo, però, non accade nelle persone affette da disturbi dell’alimentazione. Due studi recenti (Shafran et al., 2003; Dalle Grave et al., 2007) hanno evidenziato che gli effetti del sottopeso e della restrizione calorica non si limitano solo a mantenere dei sintomi fisici e psicosociali che ostacolano il raggiungimento di un normale funzionamento psicologico, ma svolgono anche un ruolo importante nel mantenere l’individuo bloccato nello stato mentale del disturbo dell’alimentazione attraverso un incre- Tabella 2. Prevalenza dei sintomi da digiuno negli ultimi 28 giorni riportati da 50 pazienti consecutivi con anoressia nervosa (IMC medio 15,3 – range 11,7–17,4) SintomiPercentuale Preoccupazione per il cibo e l’alimentazione 90 Irritabilità 82 Ansia 78 Depressione 76 Sbalzi del tono dell’umore 66 Disturbi del sonno 66 Isolamento sociale 56 Debolezza 56 Sintomi gastrointestinali 56 Intolleranza al freddo 56 Danneggiamento della concentrazione 54 Apatia 50 Aumento del senso di sazietà 50 Bassa temperatura corporea 38 Mangiare molto lentamente 38 Riduzione dell’interesse sessuale 38 Aumento del senso di pienezza 36 Aumento del senso di fame 32 Tagliare il cibo in piccoli pezzi 30 Collezionare libri di cucina e ricetta 28 Incrementare il consumo di caffè o tè o spezie 28 Cambiamenti della personalità 28 Accumulare cibo 24 Mangiare cibo bollente 24 Intolleranza ai rumori 22 Formicolii 20 Edema alle gambe 18 Abbuffate 16 Intolleranza alla luce 16 Sentire delle voci in testa 4 Allucinazioni 0 11 Emozioni e Cibo mento della necessità di controllare l’alimentazione (Figura 1). Alcuni sintomi da digiuno, come la fame o il precoce senso di pienezza, interagendo con la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione sono, infatti, interpretati come minaccia al controllo alimentare (es. la fame) o come fallimento del controllo alimentare (es. il precoce senso di pienezza). Ciò fa sì che l’individuo incrementi il controllo dell’alimentazione e i livelli di restrizione dietetica. Nella Tabella 3 sono riportati alcuni meccanismi potenziali attraverso cui alcuni sintomi da digiuno specifici sembrano mantenere il disturbo dell’alimentazione aumentando la necessità di controllare l’alimentazione. Implicazioni cliniche La conoscenza dei sintomi da digiuno e di come interagiscono con la psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione ha importanti implicazioni sia per la comprensione sia per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione (Tabella 4). I clinici dovrebbero essere informati che molti sintomi riportati dai pazienti con anoressia nervosa sono secondari alla restrizione calorica e al sottopeso e non sono l’espressione della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione. Questi sintomi non si limitano al cibo e al peso, ma si estendono potenzialmente a tutte le aree di funzionamento sociale e psicologico. Dato che molti sintomi postulati come causa dei disturbi dell’alimentazione sono in realtà secondari alla restrizione calorica e al sottopeso, i clinici dovrebbero essere consapevoli che un’accurata valutazione della personalità e del funzionamento psicologico dei pazienti sottopeso con disturbi dell’alimentazione può essere effettuata solo dopo la completa normalizzazione del peso corporeo (Garner 1998). I pazienti dovrebbero essere educati sui sintomi da digiuno e sul Minnesota study (Garner 1997; Garner et al. 1997). Questa raccomandazione si basa sulle assunzioni che i pazienti con disturbi dell’alimentazione hanno spesso informazioni scorrette sulle cause dei loro sintomi e tendono a ridurre gli sforzi di mantenere un sottopeso se sono informati sui meccanismi che mantengono il loro disturbo (Garner 1998). I pazienti dovrebbero Eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del controllo dell’alimentazione Dieta ferrea Sottopeso Aumentano la necessità di controllare l’alimentazione Sindrome da denutrizione Figura 1. L’interpretazione dei sintomi della sindrome da denutrizione aumenta la necessità di controllare l’alimentazione nelle persone con eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo 12 Emozioni e Cibo Tabella 3. Meccanismi potenziali attraverso cui alcuni sintomi da digiuno sembrano mantenere il disturbo dell’alimentazione aumentando la necessità di controllare l’alimentazione • • • • • • • • Ansia: da una parte può portare a utilizzare il controllo dell’alimentazione, del peso e della forma del corpo per ridurre i sintomi d’ansia, dall’altra può favorire le abbuffate. Deficit di concentrazione: può minacciare il senso di autocontrollo dell’individuo. Depressione: peggiorando l’autostima, favorisce l’uso del controllo dell’alimentazione, del peso e della forma del corpo come mezzi di autovalutazione. Fame: è interpretata come minaccia al controllo alimentare. Isolamento sociale: da una parte impedisce lo sviluppo di relazioni positive che possono migliorare l’autostima, dall’altra favorisce l’uso dell’alimentazione, del peso e della forma del corpo come mezzi principali per valutare se stessi. Precoce senso di pienezza: è interpretato come un fallimento dell’autocontrollo. Rallentamento perdita di peso: può essere vissuto come un segno di perdita di controllo e può essere affrontato restringendo ulteriormente la dieta e utilizzando altri comportamenti non salutari di controllo del peso. Tendenza ad abbuffarsi: aumenta l’intensità del controllo alimentare. essere anche aiutati a modificare la loro interpretazione disfunzionale dei sintomi da digiuno, poiché tendono a interpretarli in modo positivo e come segno di essere in controllo (Shafran et al. 2003; Fairburn et al. 1999). Infine, i pazienti dovrebbero essere aiutati a raggiungere un peso corporeo salutare, poiché il mantenimento della restrizione calorica e del sottopeso sono potenti meccanismi di mantenimento della psicopatologia del loro disturbo dell’alimentazione (Fairburn 2008). Per raggiungere questi due obiettivi sono disponibili sia materiale educativo sui sintomi da digiuno per i pazienti (Dalle Grave, 2012; Garner 1997) sia manuali per i clinici che descrivono le procedure e le strategie per affrontare i sottopeso e la restrizione dietetica calorica nei pazienti con disturbi dell’alimentazione (Dalle Grave, 2012; Fairburn 2010). Tabella 4. Implicazioni cliniche dei sintomi da digiuno Visione tradizionale • È necessaria la normalizzazione del peso e dell’alimentazione per eseguire una valutazione affidabile della personalità e delle problematiche psicologiche coesistenti nei pazienti affetti da disturbi dell’alimentazione • È necessario il recupero del peso per eseguire una psicoterapia efficace nei pazienti con disturbi dell’alimentazione Visione moderna • I sintomi da digiuno, interagendo con la psicopatologia specifica dei disturbi dell’alimentazione, aumentano la necessità di controllo dell’alimentazione • I pazienti devono essere educati sui sintomi da digiuno ed essere aiutati a interpretarli in modo funzionale. Referenze American Psychiatric Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders 4th ed. Washington, D.C: American Psychiatric Association; 1994. Dalle Grave R. Come vincere i disturbi dell’alimentazione. Verona: Positive Press; 2012. Dalle Grave R, Pasqualoni E, Marchesini G. In Preedy VR et al., editors. Handbook of Behavior, Food and Nutrition. Springer Science+Business Media 2011: p. 2259-2269 Dalle Grave R, Bohn K, Hawker D, Fairburn CG. In Fairburn CG, editors. Cognitive behavior therapy and eating disorders. New York: Guilford Press 2008a: p. 231-44. Dalle Grave R, Calugi S, Marchesini G. Behav Res Ther. 2008b;46:1290-94. Dalle Grave R, Calugi S, Marchesini G. Int J Eat Disord. 2008c; 41:705-12. Dalle Grave R, Di Pauli D, Sartirana M, Calugi S, Shafran R. Eat Weight Disord. 2007;12:108-13. Emozioni e Cibo Fairburn CG. Cognitive Behavior Therapy and Eating Disorders. New York: Guilford Press; 2008. Fairburn CG, Cooper Z, Shafran R. Behav Res Ther. 2003;41:509-28. Fairburn CG, Shafran R, Cooper Z. Behav Res Ther. 1999;37:1-13. Garner DM. In: Garner DM, Garfinkel PE, editors. Handbook of treatment for eating disorders. New York: Guilford Press; 1997. p. 145-177. Garner DM, Vitousek K, Pike K. In: Garner DM, Garfinkel PE, editors. Handbook of treatment for eating disorders. New York: Guilford Press; 1997. p. 94-144. 13 Garner DM. Health Weight J. 1998;12:68-72. Kalm LM, Semba RD. J Nutr. 2005;135:1347-52. Keys A, Brozek J, Henschel A, Mickelsen O, Taylor HL. The biology of human starvation. Minneapolis: University of Minnesota Press; 1950. Shafran R, Fairburn CG, Nelson L, Robinson PH. Behav Res Ther. 2003;41:887-94. Shafran R, Fairburn CG, Nelson L & Robinson PH. Behav Res Ther. 2003 41:887-94. notizie dall’asl to3 il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata nell’ottica della patologia delle dipendenze a cura di Barbara Mattiazzi1, Brunella Ruffa2, Antonella Scarpinato3, Claudia Zuffellato4 e Paolo Jarre5 1 Educatrice Professionale Referente Modulo DAI Servizio Spazio Altrove ASL TO3 2 Psicologa, Psicoterapeuta Responsabile CBT Modulo DAI Servizio Spazio Altrove ASL TO3 3 Medico, Dirigente Responsabile Struttura ambulatoriale Rivoli SC SerT “Dora Riparia” ASL TO3 4 Psicologa, Psicoterapeuta, Dirigente Responsabile Struttura Spazio Altrove ASL TO3 5 Medico, Direttore Dipartimento “Patologia delle dipendenze” ASL TO 3 [email protected] Collegno (TO) Viale Martiri XXX Aprile 30, 10093 - Tel +390114017077 Il Dipartimento “Patologia delle dipendenze” dell’ASL TO3, individua come propria mission “quella di presidiare nel territorio dell’ASL TO3 - Piemonte l’area dei disturbi additivi correlati a: (1) consumo problematico di sostanze psicoattive legali e illegali (2) incremento problematico degli appetiti fisiologici (cibo, sessualità, relazioni affettive) (3) consumi problematici additivi sine substantia”. Con il progetto “Meno ma più”, attivo dal febbraio 2010, il Dipartimento ha dato concreta attuazione alle indicazioni della programmazione strategica, dando avvio ad un percorso trattamentale per l’alterazione degli appetiti, nel servizio “Spazio Altrove”. Il presupposto di base è che in alcune persone, questi appetiti, in origine “fisiologici” in quanto regolati da meccanismi omeostatici, si modifichino verso una dimensione di eccesso per il malfunzionamento dei sistemi regolatori e di conseguenza diventino egodistonici; molti autori (Carnes 1983, Goodman 1998, Lowinson 2004, Orford J. 2001, Valleur e Matysiak 2006) concordano nel ritenere alcune caratteristiche di questa trasformazione aumentativa sovrapponibili a quelle dell’addiction. Per quanto riguarda il cibo, il disturbo a cui ci riferiamo è il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (di seguito indicato come DAI), definito recentemente da Davis e Carter (2009) come disordine additivo. La caratteristica principale del disturbo è rappresentata dalle abbuffate, intese come l’assunzione in un tempo limitato (alcune ore) di 14 Emozioni e Cibo una quantità di cibo significativamente superiore a quella che sarebbe assunta dalla maggior parte degli individui, con la perdita di controllo sull’alimentazione. La persona avverte un senso di incapacità ed impossibilità di controllare il proprio comportamento alimentare, fintanto che la compulsione a mangiare assume le caratteristiche proprie della dipendenza da sostanze psicoattive. Anche a livello neurobiologico, si è osservato che il meccanismo di base della dipendenza è lo stesso: l’interessamento della via cortico-mesolimbica, che connette la memoria con i centri del piacere e della gratificazione, in modo che l’individuo sia portato a ripetere le esperienze piacevoli (come il sesso o il cibo e alcuni cibi in particolare). Quando l’accumulo di dopamina nel Nucleo Accumbens è eccessivo, il desiderio diventa ossessione e le sensazioni piacevoli derivanti dall’assunzione di cibo come delle droghe, diventano prioritarie rispetto all’attenzione alle conseguenze sulla salute. Inoltre, lo stato emotivo e l’umore sono regolati dall’equilibrio di un certo numero di neurotrasmettitori, quali la serotonina e le beta-endorfine, fortemente influenzati dall’assunzione degli zuccheri. Un pasto di carboidrati o l’assunzione diretta di zucchero associati ad un basso consumo di proteine, determina un aumento della sintesi di serotonina e quindi una decisa azione rilassante e antidepressiva. Gli effetti positivi sull’umore, determinati dall’ingestione di zuccheri, sono immediati e a breve durata; questo può portare, in soggetti sensibili, ad un’assuefazione ai carboidrati e alla condizione di “craving da carboidrati” (Christensen,1993). Il trattamento che “Spazio Altrove” propone è un percorso breve ma intensivo, che si articola in un’intera giornata fissa alla settimana, per dieci settimane. Il trattamento avviene in gruppi chiusi, ai quali si accede dopo un breve percorso di accoglienza e valutazione diagnostica. I percorsi di cura proposti mirano a condurre le persone a percepire come meno “schiacciante” e invalidante la propria vulnerabilità, la propria condizione, il proprio “peso”, sia in senso letterale che metaforico, a sostenere la persona nell’affrontare la sofferenza e nell’aiutarla a trovare soluzioni possibili da mettere in atto. Sentirsi ascoltati e contenuti da un operatore e poter condividere il “peso” del problema con altri in un contesto terapeutico di gruppo, possono rappresentare un primo momento di “alleggerimento”. L’intervento complessivo conduce al raggiungimento di una più compiuta “padronanza” di sé: fornisce una maggiore conoscenza del proprio funzionamento, rinforza nell’uso di strumenti e strategie per affrontare l’addiction e restituisce un’accresciuta fiducia nelle proprie capacità. In questo quadro, il lavoro svolto presso Spazio Altrove non si configura come una “presa in carico” globale, ma come un intervento specialistico integrativo di un più lungo e consistente programma “di fondo” svolto presso il Servizio inviante, ove presente, o da proseguire presso il Servizio di base che abbia la responsabilità complessiva della salute della persona; quindi un percorso che ha un “prima” e un “dopo” ma anche un “mentre”, durante il quale si interagisce con l’inviante. Le metodologie e gli strumenti utilizzati nei lavori di gruppo attingono alle esperienze maturate nell’ambito del lavoro educativo, svolto in contesti semiresidenziali con pazienti tossicodipendenti e alcolisti, e in parte al confronto con quanto la letteratura definisce maggiormente efficace nell’approccio al disturbo da alimentazione incontrollata. L’equipe di lavoro si è formata secondo il modello della terapia cognitivo comportamentale (CBT) ed ha adattato la metodologia (Dalle Grave, 2001) studiata per il DAI in condizione di obesità in un contesto di gruppo in regime semiresidenziale. L’ha inoltre integrato con alcune tecniche espressive e sistemiche. Particolare attenzione viene posta al corpo con 4 incontri di attività motoria con l’obiettivo di promuovere uno stile di vita attivo e mantenere l’interazione fra le persone e l’ambiente, permettendo loro di vivere una vita sana dal punto di vista bio-psico-sociale. La “giornata tipo” del trattamento prevede la frequenza a “Spazio Altrove” dalle ore 9.00 alle 17.00 e si snoda attorno ai due momenti forti delle attività di gruppo del mattino e del pomeriggio. Ogni giornata si apre con la verifica dei compiti assegnati e svolti a casa nel corso della settimana e prevede il pasto consumato insieme in struttura. Il tema conduttore che caratterizza le prime tre giornate di trattamento è la costruzione di legami tra i pazienti e gli operatori e tra i componenti del gruppo: relazioni che costituiscono il prerequisito Emozioni e Cibo di base allo stabilirsi del clima di fiducia, indispensabile al lavoro terapeutico. Con la CBT ci si dedica, in questa fase, alla definizione degli obiettivi, al diario alimentare, alla bilancia motivazionale dei vantaggi e degli svantaggi del sintomo ed alla pianificazione dei pasti. La parte centrale del trattamento (dal quarto al settimo incontro) rappresenta il “cuore” dell’intervento poiché è volta ad aumentare la consapevolezza di sé e dei propri nodi problematici e a fornire ai pazienti gli strumenti di controllo del sintomo. Si individuano i meccanismi di mantenimento dell’abbuffata mediante la formulazione, gli stimoli ad alto rischio e le strategie di fronteggiamento. Le attività delle ultime tre giornate sono finalizzate alla conclusione del percorso effettuato. Maggiore attenzione è posta agli aspetti legati all’autostima e all’autoefficacia nel controllo del comportamento di addiction; si verificano gli obiettivi raggiunti e si predispone una carta di risposta per le situazioni a rischio. Sempre in quest’ultima fase, si lavora con il paziente e il gruppo all’elaborazione del distacco e della separazione. Alla fine del percorso sono previsti tre incontri di follow-up di gruppo e di rinforzo motivazionale (dopo 1 mese, dopo 4 e dopo 9 mesi dal termine). Dopo questo primo anno di attività abbiamo raccolto i dati clinici, relativi alle presenze e ai tassi di abbandono durante le dieci settimane: da marzo Bacheca Tom ma so Sofia 2010 a novembre 2011 sono state trattate 70 persone in 9 percorsi, i drop out si sono attestati intorno al 9% e sono avvenuti tra la prima e la seconda giornata di trattamento. Dopo questo primo anno di sperimentazione, molto soddisfacente per la ritenzione in trattamento, è stata avviata la valutazione sugli esiti del trattamento a dieci settimane e ad un anno. Riferimenti bibliografici Carnes P. (1983), Out of the shadow:Understanding sexual addiction, Minneapolis: Comp Care. Christensen L., Effects of eating behavior on mood: a review of the literature. Int J Eat Disord 1993; 14:171-83. Dalle Grave R. (2001), Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità, Verona: Positive Press. Davis C., Carter J.C., Compulsive overeating as an addiction disorder. A review of theory and evidence, in Appetite. 2009 Aug;53(1):1-8. Goodman A. (1998), Sexual addiction an integrated approch, Madison: International Universities Press, (trad. it. La dipendenza sessuale, un approccio integrato, Roma: Astrolabio, 2005). Lowinson, J. H., Ruiz, P., Millman, R. B., & Langrod, J. G. (2004). Substance abuse. Lippincott: Williams & Wilkins. Orford J., Addiction as excessive appetite in Addiction, 2001 Jan; 96(1):15-31. Valleur M., Matysiak J.C., (2006) Les pathologies de l’excès : Drogue, alcool, jeux, sexe... Les dérives de nos passions, Paris: JC Lattes Queste sono le cose che rendono magico il Natale… …pace, gioia e serenità Buon Natale e Felice Anno Nuovo dallo staff AIDAP Congratulazioni alla Dott.ssa Maria Grazia Rubeo AIDAP Roma 15 16 Emozioni e Cibo workshop 2011 a cura di Angela Di Canio, AIDAP Verona THE BODY PROJECT: PROMOTING BODY ACCEPTANCE AND PREVENTING EATING DISORDERS - FACILITATOR GUIDE Verona, 4 novembre 2011 Resoconto dell’evento Anche quest’anno i numerosi impegni non hanno impedito la realizzazione di una giornata di formazione internazionale, dal titolo: “The Body Project: Promoting Body Acceptance and Preventing Eating Disorders. Facilitator Guide”. Nel corso di questa giornata è stato descritto un nuovo e alternativo approccio nella prevenzione dei Disturbi dell’Alimentazione (DA) in grado di determinare un cambiamento attitudinale e comportamentale. Ospite d’onore e relatore il professor Eric Stice, ricercatore senior presso l’Università del Texas ad Austin e dell’Oregon Research, che ha descritto con molta cura il programma di accettazione del corpo e prevenzione dei DA, basato su 16 anni di ricerca e portato a termine da più di 1000 adolescenti e giovani donne. “Progetto Corpo” è l’unico programma disponibile per la prevenzione dei disturbi dell’alimentazione che abbia ricevuto un ampio consenso dalla ricerca scientifica. Nella prima parte la relazione di Stice si è focalizzata su una revisione meta-analitica di 66 trials e 51 programmi di prevenzione evidenziando come la riduzione significativa del rischio futuro d’insorgenza dei DA è stata riscontrata nell’applicazione di soli due programmi (4%). Questo dato suggerisce che nonostante i progressi c’è ancora molta strada da percorrere per migliorare i programmi di prevenzione. L’analisi della letteratura scientifica è proseguita evidenziando come i programmi risultati efficaci nella riduzione dei sintomi DA si siano focalizzati principalmente su due fattori di rischio: l’insoddisfazione corporea e la pressione socio-culturale alla magrezza. Prendendo in considerazione alcuni fattori di moderazione, è emerso che i programmi di maggior efficacia presentano le seguenti caratteristiche: 1. sono focalizzati su gruppi ad alto rischio rispetto ai programmi di prevenzione universale; 2. prevedono la partecipazione di sole donne con età superiore a 15 anni; 3. utilizzano uno stile di conduzione interattivo e non didattico; 4.includono sessioni multiple piuttosto che singole; 5. sono condotti da professionisti; 6. si focalizzano sull’accettazione del corpo; 7.utilizzano l’induzione della dissonanza cognitiva per modificare le attitudini e i comportamenti; 8. si basano su un contenuto psico-educativo; 9.prevedono un periodo di follow-up più breve (quest’ultimo è tuttavia un artefatto, perché è più facile ottenere risultati con follow-up più brevi). Focalizzandosi sui fattori di rischio che predicono l’insorgenza futura di disturbi dell’alimentazione, Stice e il suo gruppo hanno sviluppato un programma basato sulla teoria della dissonanza cognitiva e finalizzato alla riduzione del principale moderatore nei DA: l’interiorizzazione dell’ideale di magrezza. Emozioni e Cibo La teoria della dissonanza cognitiva si basa sul concetto di far assumere alle partecipanti una posizione contro-attitudinale con l’obiettivo di indurre una dissonanza cognitiva (uno stato di incoerenza cognitiva). Lo stato di incoerenza cognitiva può, quindi, determinare una riduzione dell’intensità di adesione all’ideale di magrezza, dell’insoddisfazione corporea, degli stati d’animo negativi, delle diete e dei sintomi dei DA. Partendo dallo studio di Green et al. condotto nel 2005 (in cui i risultati hanno mostrato una maggiore riduzione di sintomi DA nei partecipanti allocati nell’intervento ad elevata dissonanza al post-test, rispetto ai partecipanti che hanno portato a termine l’intervento di bassa dissonanza), Stice ha ideato un intervento di dissonanza cognitiva potenziata-migliorata, che prevede compiti a casa più difficili, un incremento della visibilità pubblica dell’intervento attraverso videoregistrazioni e il coinvolgimento attivo dei partecipanti, ai quali viene chiesto di sottolineare la natura volontaria di adesione all’intervento. Il programma di dissonanza è stato, quindi, testato in tre trials di efficacia condotti in laboratorio e da un trial di efficacia che ha visto coinvolte 481 studentesse di età compresa tra 14 e 19 anni (età media 17 anni) con insoddisfazione corporea e che frequentavano le scuole medie superiori o l’università. L’analisi dei dati ha mostrato una riduzione significativa dei sintomi DA a un anno, nei gruppi che avevano ricevuto gli interventi rispetto a chi ha 17 ricevuto un solo assessment. Inoltre, l’applicazione del programma di dissonanza cognitiva aveva determinato una riduzione del mediatore - interiorizzazione dell’ideale di magrezza - che si correlava positivamente alla diminuzione dei punteggi all’insoddisfazione corporea, dieta, emozioni negative, sintomi da DA e danno psicosociale, anche a due/ tre anni di follow-up. I risultati ottenuti sottolineano che l’applicazione del programma di dissonanza riesce a prevenire l’insorgenza di casi di patologie alimentari del 6061% rispetto ai controlli in un arco temporale di tre anni. Siamo di fronte al primo programma in assoluto che ha ottenuto risultati di questo genere e che può essere somministrato con efficacia da operatori della salute del mondo reale, quali medici, psicologi, dietiste, educatori, consulenti scolastici, infermieri, insegnanti e peer-leader dopo una formazione specifica. Stice, inoltre, ha illustrato un nuovo programma di “Progetto Corpo Internet (I)”, che consiste nella pubblicazione on-line di lettere contro-attitudinali volte a contrastare l’ideale di magrezza su un sito interattivo. Questo programma ha ottenuto risultati superiori a quelli di altri interventi effettuati attraverso brochure o in video e non ha differenze significative con l’intervento condotto in gruppo. Successivamente Stice è passato alla descrizione delle quattro sessioni del “Progetto Corpo”, che prevedono di guidare ragazze adolescenti e giovani 18 Emozioni e Cibo Il Dott. Dalle Grave (a sinistra) consegna la targa “Socio Onorario AIDAP” al Prof. Stice (a destra) donne a criticare volontariamente l’ideale di magrezza attraverso l’applicazione di esercizi verbali, scritti e comportamentali al fine di favorire l’accettazione corporea. Gli obiettivi della sessione I sono: fornire un razionale sull’intervento; sottolineare verbalmente l’impegno volontario ad aderire al programma; coinvolgere le partecipanti nella definizione collettiva dell’ideale di magrezza; discussione critica dell’ideale di magrezza; condurre, attraverso il dialogo socratico, le ragazze, a individuare i costi nel perseguire l’ideale di magrezza. Gli ultimi due minuti della sessione sono dedicati all’assegnazione di compiti a casa che prevedono la stesura di una lettera controattitudinale indirizzata a giovani ragazze sui costi associati nel perseguire l’ideale della magrezza e un esercizio di autoaffermazione, in cui si chiede di individuare 10 aspetti positivi della propria immagine corporea ma anche del carattere. La sessione II prevede di rinforzare verbalmente l’impegno volontario di ciascuna partecipante di aderire al programma e la revisione dei compiti. Elemento centrale è il role playing contro-attitudinale, in cui il facilitatore indossa i panni di una ragazza ossessionata dall’ideale di magrezza e invita ciascuna partecipante a sfidare l’ideale di magrezza. Negli ultimi 3 minuti vengono assegnati due compiti: riportare cinque esempi di esperienza di vita in cui è stata subita la pressione sociale a essere magre e individuare alcune sfide verbali per affrontarla; scrivere una lista di 10 cose – Lista Top-10, che si potrebbero fare per contrastare l’ideale di magrezza. La sessione III, dopo un breve rinforzo verbale alla responsabilizzazione viene proposto un role playing contro-attitudinale volto a sviluppare affermazioni assertive contro l’ideale di magrezza e la revisione dei motivi per cui le partecipanti hanno deciso di iscriversi al programma. La terza sessione si conclude con l’assegnazione di due compiti: ingaggiarsi in una sfida comportamentale che disconfermi la preoccupazione per il corpo (per esempio indossare pantaloncini corti); impegnarsi in un compito di attivismo corporeo che consiste nel fare almeno una delle cose identificate nella Lista Top-10. Nella IV sessione le partecipanti sono incoraggiate a sfidare le preoccupazioni relative a future pressioni all’essere magre e a discutere le potenziali difficoltà che si possono incontrare nel resistere all’ideale di magrezza. Per raggiungere questo obiettivo vengono coinvolte in un role playing contro-attitudinale per sfidare opinioni sulla dieta e sull’essere grasse. Cruciale è coinvolgere le ragazze nel mantenere alto il loro impegno a parlare del proprio corpo in maniera positiva. L’intervento si conclude con l’assegnazione degli ultimi due compiti: scrivere una lettera a una giovane adolescente per aiutarla a evitare di sviluppare preoccupazioni per l’immagine corporea e eseguire esercizi continui di autoaffermazione volti a promuovere l’accettazione della propria immagine corporea. Il pomeriggio è proseguito con la visione di alcune videoregistrazioni tratte dall’esperienza di conduzione dell’intervento dalle quali sono emersi suggerimenti utili e le difficoltà che i facilitatori potrebbero incontrare. La giornata si è conclusa con diversi interrogativi che hanno aperto riflessioni e acceso la speranza in sviluppi futuri. - “Progetto Corpo” potrebbe risultare efficace anche nella prevenzione delle ricadute nei DA? - Quali interventi negli adolescenti con età inferiore ai 14 anni potrebbero risultare efficaci? - Quali interventi si potrebbero individuare per popolazioni di genere maschile? La strada percorsa da Stice ha certamente aperto nuove prospettive, ma c’è ancora un ampio margine di miglioramento perché si possano esplorare territori non ancora calpestati. Buon lavoro a tutti! Emozioni e Cibo 19 news aidap a cura di Annachiara Manganotti (nella foto) e Elettra Pasqualoni, AIDAP Verona al via il nuovo regolamento per le etichette nutrizionali L’Italia si allinea all’Unione europea per quanto riguarda la sicurezza degli alimenti; con il nuovo regolamento, pubblicato martedì 22 novembre nella Gazzetta Ufficiale, si va a sostituire la vecchia direttiva varata nel 1979. La normativa prevede l’obbligo di indicare informazioni nutrizionali fondamentali, affinché venga garantita al cittadino la sicurezza necessaria nei confronti degli alimenti che intende consumare. Obiettivo finale è consentire al consumatore di compiere scelte consapevoli in relazione ai cibi che compera e di prevenire qualunque pratica in grado di indurlo in errore. Per questo motivo si può affermare che con questo nuovo regolamento viene alzato il livello di tutela del consumatore. Punti chiave su cui si basa la normativa: è Obbligo di indicare sulle etichette altre informazioni nutrizionali rispetto a quelle solitamente segnate; gli alimenti confezionati devono avere una tabella nutrizionale con sette elementi riferiti a 100gr o a 100 ml di prodotto e, se necessario, ammettere indicazioni supplementari relative alle porzioni o alle unità di consumo. Questi elementi sono: valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Il contenuto nutrizionale obbligatorio può essere integrato con l’indicazione di acidi grassi monoinsaturi, polinsaturi, amido, fibre, sali minerali o le vitamine. è Cambiano le dimensioni dell’etichetta, verrà ingrandita la dimensione minima delle etichette in modo da renderle più leggibili; le diciture riportate sulle etichette dovranno essere non inferiori a 1,2 mm, o non inferiori a 0,9 mm se la confezione del prodotto è particolarmente ridotta. è Divieto di fornire informazioni fuorvianti: le informazioni nutrizionali fornite dovrebbero essere semplici e facilmente comprensibili. Viene pertanto imposta un’etichettatura dei prodotti alimentari chiara, comprensibile e soprattutto leggibile. Per essere efficace, tale divieto dovrebbe essere applicato anche alla pubblicità e alla presentazione degli alimenti. è Obbligo di presenza della data di scadenza anche sui prodotti confezionati singolarmente, quindi oltre che sulla scatola anche sull’incarto interno del cibo. è Obbligo di indicare l’eventuale presenza di allergeni, i quali devono essere evidenziati nella lista degli ingredienti mediante accorgimenti grafici, come per esempio grassetto o un colore diverso. 20 Emozioni e Cibo è Obbligo per tutte le carni di segnalarne la provenienza o il Paese di origine. Il vincolo precedentemente era imposto solo per le carni bovine (conseguenza della crisi dell’encefalopatia spongiforme bovina), adesso lo stesso principio varrà per le carni suine, avicole, ovicaprine e il pollame. Questo provvedimento permetterà di risalire a ritroso lungo tutta la filiera alimentare. è Obbligo verso gli alimenti congelati o surgelati venduti scongelati, i quali devono riportare la dicitura “scongelato” in etichetta; verso i salumi insaccati, che devono indicare quando il loro involucro non è commestibile e verso la scritta “oli e grassi”, che deve essere accompagnata dall’indicazione del tipo di olio o grasso utilizzato (es. soia, palma, arachide…). Rimangono esclusi dalle nuove norme le bevande alcoliche, per le quali si dovranno aspettare tre anni per l’applicazione del requisito riguardante le informazioni da fornire sugli ingredienti e sulle qualità nutrizionali delle bevande alcoliche; ed esclusi sono anche gli alimenti pre-incartati dai supermercati, come carni e formaggi o salumi che la grande distribuzione “porziona”, avvolge nel cellophane e colloca sui banchi di vendita. Obbligatoriamente in un’etichetta dovranno figurare le seguenti indicazioni: • denominazione dell’alimento • elenco degli ingredienti, che comprende tutti gli ingredienti in ordine decrescente di peso (sono esclusi gli ortofrutticoli freschi, le acque gassificate; gli aceti di fermentazione provenienti da un unico prodotto di base; formaggi, burro, latte e creme di latte fermentati, purché non siano stati aggiunti ingredienti diversi dai prodotti derivati dal latte) • quantità di taluni ingredienti o categorie di ingredienti • quantità netta dell’alimento • termine minimo di conservazione o la data di scadenza • condizioni particolari di conservazione • nome o ragione sociale e indirizzo dell’operatore • paese di origine o luogo di provenienza • istruzioni per l’uso (per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell’alimento) • dichiarazione nutrizionale l regolamento entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue e gli Stati europei avranno 3 anni di tempo per adeguarsi completamente alla nuova normativa. Dopo l’entrata in vigore della normativa viene garantito un periodo transitorio per dare a tutte le figure interessate la possibilità di mettersi in regola nel rispetto del nuovo regolamento proposto. Durante questo periodo transitorio gli alimenti, la cui etichetta non soddisfa i nuovi requisiti, possono essere immessi sul mercato prima della scadenza di questo periodo e possono continuare ad essere venduti sino ad esaurimento scorte. Ovviamente AIDAP che da sempre sostiene la necessità di addestrare i consumatori a leggere le tabelle nutrizionali accoglie con soddisfazione questa novità. La conoscenza del contenuto calorico degli alimenti e il monitoraggio dell’introito calorico sono infatti aspetti chiave per le gestione del peso per cui i valori nutrizionali e la lista degli ingredienti riportati sulle confezioni possono aiutare i consumatori ad avere le informazioni necessarie. non siete un associato aidap e volete ricevere a casa la rivista “Emozioni e Cibo”? Abbonatevi* compilando il modulo a pag. 47 Per informazioni contattare via e-mail: [email protected] o tel. 045 8103915 * L’abbonamento alla sola rivista non comprende i benefici riservati ai soci AIDAP Abbonamenti 2012 A nn u n c i o pre l i m inare 21 Emozioni e Cibo Convegno AIDAP 2012 ESERCIZIO FISICO E DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE 13-14 aprile 2012 Centro Congressi Hotel San Marco, VERONA Prima giornata La prima giornata del 13 aprile vedrà coinvolti due illustri terapeuti di fama internazionale – Ron A. Thompson e Roberta Sherman - direttamente dalla Indiana University USA che presenteranno con la formula International Workshop il loro famoso programma “Eating Disorders in Sport” . Le relazioni dell’intera giornata saranno tradotte in contemporanea in lingua italiana. Seconda giornata La seconda giornata del 14 aprile avrà come focus lo Sport e l’Esercizio Fisico in rapporto ai Disturbi dell’Alimentazione. Si affronterà il tema dalle diverse angolature (ricerca scientifica, casi clinici ecc.) 9:00-11:00 Esercizio fisico e disturbi dell’alimentazione Chairman: Carlo Cappelli - Esercizio fisico compulsivo nei disturbi dell’alimentazione: prevalenza, caratteristiche cliniche associate e outcome del trattamento (Calugi) - Valutazione del dispendio energetico nei disturbi dell’alimentazione: misurato versus riferito (El Gouch) - Fitness fisico prima e dopo la normalizzazione del peso del corpo nell’anoressia nervosa (Alberti) - Trattamento cognitivo comportamentale dell’esercizio fisico eccessivo e compulsivo (Dalle Grave) 11:30-13:00 Disturbi dell’alimentazione nello sport Chairman: Arianna Banderali - La triade femminile dell’atlea (Sartirana) - I mondo sportivo e i disturbi dell’alimentazione nei maschi: le due faccie della medaglia (Zanetti) Lettura magistrale Lo stato della ricerca nei disturbi dell’alimentazione nello sport (Roberta Sherman & Ron Thompson) 14:30-16:30 Casi clinici Chairman: Riccardo Dalle Grave - Trattamento dei disturbi dell’alimentazione negli sportivi di elite: un caso clinico trattato ambulatorialmente (Sartirana-De Kolitscher) - Trattamento dei disturbi dell’alimentazione negli sportivi di elite: un caso clinico trattato con ricovero (Conti-Todesco) - Trattamento dei disturbi dell’alimentazione con esercizio fisico eccessivo: un caso clinico trattato ambulatorialmente (Pisano-Pasqualoni) - Trattamento dei disturbi dell’alimentazione con esercizio fisico eccessivo: un caso clinico trattato con ricovero (Marchi-Banderali) Socio Ordinario AIDAP Sostenitore Professionista AIDAP Altre figure - non professionisti (NO ECM) Altre figure - non professionisti (NO ECM) 1 giornata Non Socio AIDAP Euro 170,00 Euro 230,00 Euro 250,00 Euro 100,00 Euro 60,00 Euro 320,00 Le quote sono già comprensive di IVA Per maggiori informazioni contattare: Segreteria organizzativa: Positive Press - Gloria Carli - Tel. 045 8103915 E-mail: [email protected] - Siti web: www.aidap.org - www.emozioniecibo.it Iscrizione dopo il 28/02/2012 Socio Operativo AIDAP Iscrizione entro il 28/02/2012 Non SOCI SOCI AIDAP Quote di partecipazione Euro 210,00 Euro 270,00 Euro 320,00 Euro 120,00 Euro 80,00 Euro 390,00 22 Emozioni e Cibo Calendario corsi e convegni 2012 APRILE Corso di aggiornamento | 18 maggio 2012, VERONA Business Meeting | 19 maggio 2012, VERONA Aperto soli ai soci operativi e ordinari AIDAP Convegno nazionale AIDAP Esercizio fisico e disturbi dell’alimentazione 13-14 aprile 2012, VERONA Settembre Per informazioni: vedi pag. 21 Corso sulla prevenzione MAGGIO 21-22 settembre 2012, VERONA Corso annuale teorico-pratico First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity maggio 2012 - marzo 2013, VERONA Per informazioni: vedi Journal Observer pag. 18 NOVEMBRE Workshop CBT obesità | 23-24 novembre 2012, VERONA Per informazioni potete visitare i siti: www.positivepress.net • www.aidap.org • www.emozioniecibo.it Come vincere i disturbi dell’alimentazione ISBN 88 8429-060-0 304 pagine Euro 28,00 prossimamente in libreria 01 Che cos’è Come Vincere i Disturbi dell’Alimentazione riporta le conoscenze scientifiche più aggiornate sui disturbi dell’alimentazione e mette a disposizione del grande pubblico una guida per i pazienti derivata dalla terapia cognitivo comportamentale (CBT-E) dei disturbi dell’alimentazione, il trattamento con maggiore evidenza di efficacia per la cura della bulimia nervosa, del disturbo da alimentazione incontrollata e dei disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati. I risultati derivati da studi eseguiti in Inghilterra e Italia indicano che la CBT-E è promettente anche per la cura dell’anoressia nervosa. 02 A chi è rivolto PP POSITIVE PRESS Il libro può essere usato come supporto alla terapia specialistica oppure, se non si è gravemente sottopeso, in forma di auto-aiuto. Le ricerche effettuate negli ultimi anni suggeriscono che l’auto-aiuto praticato da soli (autoaiuto puro) oppure con il supporto di un terapeuta anche non specialista che conosce il programma (auto-aiuto guidato) possono essere sufficienti a risolvere i disturbi dell’alimentazione di numerose persone affette da disturbi dell’alimentazione. 23 Emozioni e Cibo articolo scientifico a cura di Massimiliano Sartirana, AIDAP Verona (nella foto) e Simona Calugi, AIDAP Firenze/Empoli La triade femminile dell’atleta La partecipazione delle donne a sport è notevolmente aumentata nelle ultime decadi (NCAA, 2003). Indubbiamente il praticare attività fisica ha, per le donne, numerosi effetti benefici, incluso un miglioramento dell’immagine corporea, dell’autostima e della salute in generale (Smolak et al., 2000). Tuttavia, quando lo sport diventa competitivo non sempre è sinonimo di salute. In alcuni casi, i cambiamenti fisiologici e gli stress nutrizionali generati da un esercizio fisico strenuo possono portare gli atleti al limite tra il benessere e il danno fisico (Lukaski, 2004). Inoltre, la pressione a mantenere un basso peso corporeo, tipica di molti sport ad alto livello, può essere tale da portare un atleta più vulnerabile a sviluppare un’alimentazione disturbata, che compromette la performance sportiva e la salute fisica (Panza et al., 2007). L’alimentazione disturbata, insieme all’amenorrea e alla demineralizzazione ossea sono state considerate manifestazioni cliniche di una più complessa sindrome associata allo sport e definita “triade femminile dell’atleta” (Khan et al., 2002; Nattiv et al., 2007). Scopo dell’articolo è fornire una revisione aggiornata sulla triade femminile dell’atleta e di valutare quali temi dovranno ancora essere affrontati dalla ricerca e dai clinici. La triade femminile dell’atleta Il termine “triade femminile dell’atleta” è stato usato per la prima volta nel 1992 per descrivere un’associazione di amenorrea, osteoporosi e alimentazione disturbata tra le atlete di sesso femminile, in particolar modo atlete partecipanti a sport come la ginnastica, il balletto e le fondiste (Yeager et al., 1993). L’American College of Sports Medi- cine (2007) descrive la triade come un complesso insieme di interazione tra disponibilità energetica, stato mestruale e densità mineraria ossea, ognuna delle quali si presenta lungo un continuum tra la salute e la patologia (Figura 1). Deficit energetico Disturbi mestruali Amenorrea Perdita di massa ossea Osteoporosi Figura 1. La triade femminile dell’atleta Le componenti della triade 1. Disponibilità energetica La disponibilità energetica è definita come la quantità di energia che rimane quando la spesa energetica dovuta all’esercizio fisico è sottratta dall’energia assunta attraverso l’alimentazione e aggiustata per la massa corporea magra. La disponibilità energetica può essere ridotta aumentando la spesa energetica con l’esercizio fisico o diminuendo la quantità dell’introito calorico. Negli sport di 24 Emozioni e Cibo resistenza questo può avvenire inavvertitamente (es. una fondista che aumenta la distanza percorsa senza aggiustare il contenuto calorico della sua dieta) (Horvath et al., 2000; Stubb et al., 2004). Molti atleti, invece, riducono la disponibilità energetica intenzionalmente per ridurre la quantità di massa magra e favorire, così, il successo nella prestazione. Alcuni atleti praticano un’alimentazione disturbata arrivando a mettere in atto comportamenti non salutari di controllo dell’alimentazione come digiunare, saltare i pasti, vomitare e/o assumere pillole dimagranti, usare in modo improprio lassativi e diuretici, con l’obiettivo di controllare il peso e la composizione corporea e/o la prestazione fisica. Infine, per alcuni atleti, la bassa disponibilità energetica è la vera e propria espressione di un disturbo dell’alimentazione di gravità clinica che richiede un trattamento psicologico e una gestione medica (Rome, 2003). 2. Stato mestruale I principali disturbi legati al ciclo mestruale vanno dalla presenza di deficit nella produzione di progesterone durante la fase luteale (deficit luteale), all’anovulazione (assenza di ovulazione), fino ad arrivare all’oligomenorrea (intervalli di oltre 35 giorni tra un ciclo e l’altro) e all’amenorrea (assenza di tre cicli mestruali consecutivi). Varie ricerche indicano che i disturbi legati al ciclo mestruale si verificano più frequentemente nelle atlete che nella popolazione generale (Otis, 1992). L’amenorrea causata dalla bassa disponibilità di energia è classificata come amenorrea funzionale ipotalamica. In questo tipo di anomalia mestruale, la funzione ovarica è soppressa da una frequenza più bassa del normale dell’ormone luteinizzante (LH) che circola nel sangue (Wade & Jones, 2004). La prevalenza dell’amenorrea varia molto in base allo sport effettuato, all’età, al volume dell’allenamento e al peso corporeo (Redman & Loucks, 2005). 3. Densità minerale ossea La terza componente della triade femminile dell’atleta riguarda la salute ossea che può variare da un osso sano a una bassa densità minerale ossea, all’osteopenia e infine all’osteoporosi, definita, quest’ultima, come una inadeguata formazione dell’osso durante l’adolescenza e prematura perdita di osso in età adulta che si manifesta con una bassa massa ossea e un aumentato rischio di frattura. Tipicamente il picco di massa ossea si raggiunge tra 18 e i 25 anni di età. Dopo aver raggiunto il picco di massa ossea, sia gli uomini sia le donne perdono massa ossea a un tasso compreso tra 0,3 e 0,5% per anno. Durante la menopausa la percentuale di perdita di massa ossea sale fino a raggiungere valori che si aggirano intorno al 3% per anno per i primi 10 anni, per poi tornare intorno allo 0,3%. Le atlete possono riportare una perdita di massa ossea dal 2% al 6% per anno con picchi che raggiungono il 25% della massa totale ossea. Una giovane atleta può avere la massa ossea di una donna di 60 anni ed essere quindi esposta, ad un rischio tre volte maggiore di fratture rispetto a una donna della stessa età. Drinkwater et al. (1990) hanno riportato che la densità minerale ossea era significativamente più bassa nelle atlete con una storia di cicli mestruali irregolari nel corso della vita e che esiste una relazione tra irregolarità mestruali e densità minerale ossea vertebrale. Marcus e colleghi (1985) hanno riportato che la densità minerale ossea vertebrale nelle atlete con amenorrea era del 20% più bassa rispetto alle atlete sane e del 10% più bassa rispetto alle non atlete di età simile con un regolare ciclo mestruale. Altri studi hanno suggerito che anche la massa periferica dell’osso è più bassa nelle atlete con amenorrea rispetto a quelle con ciclo mestruale regolare (Rencken et al, 1996). Conseguenze della triade femminile dell’atleta sulla salute Lunghi periodi di bassa disponibilità energetica, possono compromettere la salute fisica ed emotiva dell’atleta. Le conseguenze mediche secondarie alla triade femminile dell’atleta sono principalmente di natura cardiovascolare (disfunzione endoteliale), endocrina, riproduttiva, gastrointestinale, renale e neurologica (sistema nervoso centrale). In diversi studi sono stati discussi gli effetti negativi di una rapida perdita di peso e gli effetti di lunghi periodi di restrizione alimentare calorica sulla crescita, sulla prestazione sportiva, sulla funzione cognitiva Emozioni e Cibo e sulla salute. Sono stati descritti anche effetti sulla funzione del sistema immunitario, ma le maggiori conseguenze mediche della triade sull’atleta riguardano le fratture ossee legate all’osteoporosi. L’irregolarità mestruale, l’età, la densità minerale ossea, l’etnia, l’intensità dell’allenamento, il fumo e l’alcool sono tutti fattori associati a un aumentato il rischio di fratture ossee (Manore et al., 2007). Ancora poco è conosciuto l’effetto dell’irregolarità mestruale sulla funzionalità muscolo-scheletrica e sulla forza (Rickenlund et al., 2005a; Rickenlund, et al., 2005b). Prevalenza della triade femminile dell’atleta nella popolazione sportiva Numerosi studi hanno stimato la prevalenza delle singole componenti della triade dell’atleta, ma solo pochi hanno valutato la prevalenza contemporanea delle tre componenti (Lauder et al.1999, Cobb et al., 2003). Uno studio controllato su una popolazione di atlete d’elite norvegesi ha dimostrato che il 4,3% soddisfaceva i criteri per la triade femminile dell’atleta. Se era considerata la presenza di due delle tre componenti della triade, la prevalenza saliva al 5% fino a raggiungere il 27% (Torstveit & Sundgot-Borgen, 2005a). Risultati simili sono stati trovati in atlete di livello più basso (Nichols et al., 2006; Beals & Hill, 2006). Due studi più recenti hanno mostrato come oltre il 70% degli atleti di elite che gareggiano in sport che comportano una classificazione in base al peso stessero seguendo una dieta e adottassero comportamenti alimentari inappropriati per perdere peso, prima della competizione (Oppliger et al., 1996; Torstveit & Sundgot-Borgen, 2005a). Altri studi hanno anche riportato una più alta frequenza di comportamenti alimentari non salutari nelle atlete che gareggiavano in sport che enfatizzano la magrezza o un basso peso corporeo (Rosendahl et al., 2009; Holm-Denoma et al., 2009). La prevalenza di comportamenti alimentari non salutari era del 10% per sport di resistenza, del 17% per sport che richiedono una classificazione del peso e del 42% per sport antigravitazionali (Rosendahl et al., 2009). 25 Fattori di rischio per lo sviluppo della triade femminile dell’atleta Tutti gli atleti di sesso femminile sono potenzialmente a rischio di sviluppare la triade femminile dell’atleta, ma le atlete che competono in sport in cui la magrezza e/o il basso peso corporeo sono considerati importanti per la prestazione, hanno un rischio più elevato (Nattiv, 1994). Uno studio recente che ha valutato la presenza di fattori di rischio della triade femminile dell’atleta e ha confrontato 669 atleti con 607 controlli ha concluso che le donne sono classificate a rischio della triade in un rapporto di oltre 6 a 10, con minime differenze tra le atlete di elite e quelle che fanno attività non-competitive. Inoltre, la percentuale di rischio è più alta in atlete che gareggiano in sport in cui è richiesta la magrezza e nei non atleti, rispetto ad atleti che competono in sport in cui non è richiesto un corpo magro. Gli autori hanno anche stilato un elenco di criteri per l’individuazione del rischio di sviluppare la triade femminile dell’atleta. Tale elenco include: l’indice di massa corporea minore di 18,5, comportamenti non salutari di controllo del peso (uso di pillole dimagranti, uso di farmaci per ridurre la fame, vomito, uso improprio di lassativi e diuretici), la presenza di insoddisfazione corporea e di impulso alla magrezza, la presenza di una disfunzione mestruale, la presenza di un disturbo dell’alimentazione, la presenza di fratture ossee (Torstveit & Sundgot-Borgen, 2005b). Tutti gli altri studi si sono focalizzati sull’analisi delle singole componenti della triade femminile dell’atleta e hanno individuato specifici fattori di rischio. In particolare, i principali fattori di rischio per lo sviluppo di un’alimentazione disturbata sono stati suddivisi in due categorie. La prima include fattori di rischio generali presenti in atleti e in non atleti e la seconda include fattori di rischio specifici dell’atleta (Wilson et al., 2002). In questa seconda categoria sono presenti caratteristiche di personalità, la pressione a perdere peso che induce a restringere l’alimentazione e/o a frequenti variazioni di peso, un’età precoce per l’inizio dell’allenamento specifico, infortuni, segnali di sovra-allenamento e l’impatto del comportamento dell’allenatore (Sundgot-Borgen, 1994; Smolak et 26 Emozioni e Cibo al., 2000). Riguardo i fattori legati alla personalità, Thompson e Sherman (1999) hanno suggerito che alcuni tratti dell’atleta sono ben accettati dagli allenatori (definiti anche tratti del “buon atleta”) perché essenziali per il successo nelle competizioni. Questi tratti sono simili a quelli che si osservano nei soggetti con un disturbo dell’alimentazione come, ad esempio, l’esercizio fisico eccessivo e compulsivo, il perfezionismo, l’eccessiva compiacenza, la tendenza al forte impegno e tendenze ossessivocompulsive (Leon, 1991). Queste caratteristiche e i comportamenti che ne conseguono tendono inoltre, a essere rinforzati nell’ambiente sportivo. Spesso un’iniziale perdita di peso può determinare un miglioramento della prestazione e questo può spingere l’atleta (e anche gli altri che lo osservano) a continuare gli sforzi per controllare il peso. I principali fattori di rischio per lo sviluppo di disfunzioni mestruali o di bassi livelli di densità minerale ossea possono essere legati direttamente a un’alimentazione disturbata, ma anche a un’eccessiva attività fisica e a un inizio dell’attività agonistica a un’età troppo giovane quando l’impatto dell’allenamento sulla densità minerale ossea e sulle funzioni mestruali è maggiore (Nichols et al., 2007). Di seguito nella tabella 1 sono elencati in modo sintetico i potenziali fattori di rischio per lo sviluppo della triade femminile dell’atleta e quelli per le singole componenti della triade. L’American College of Sports Medicine (2007), inoltre, ha confermato che le donne che partecipano a sport che enfatizzano un basso peso corporeo sono a maggior rischio di sviluppare una o più delle componenti della triade femminile dell’atleta e ha proposto un elenco di discipline sportive potenzialmente rischiose (Tabella 2). • Disfunzione mestruale • Disturbo dell’alimentazione Fattori di rischio dell’alimentazione disturbata • Perfezionismo • Eccessiva compiacenza • Tendenze ossessivo compulsive • Pressione ambientale a perdere peso • Età precoce d’inizio di un allenamento specifico Fattori di rischio per lo sviluppo di disfunzioni mestruali o di bassa densità minerale ossea • Alimentazione disturbata • Attività fisica eccessiva • Inizio attività agonistica in giovane età Tabella 2. Discipline sportive potenzialmente rischiose per la triade femminile dell’atleta • • • • • Sport in cui è valutata la prestazione individuale (es. la danza, il pattinaggio artistico e la ginnastica artistica). Sport di resistenza che favoriscono partecipanti con un basso peso corporeo (es. le corse di lunga distanza, il ciclismo, e lo sci di fondo). Sport il cui l’abbigliamento per la competizione rivela la forma del corpo (es. la pallavolo, il nuoto, i tuffi e la corsa). Sport che usano le categorie di peso per la partecipazione (es, la corsa cavalli, le arti marziali e la lotta). Sport in cui una forma corporea pre-puberale favorisce il successo (il pattinaggio artistico, la ginnastica artistica e i tuffi). Valutazione diagnostica Tabella 1. I fattori di rischio potenziali per la triade femminile dell’atleta e le sue componenti Fattori di rischio per la triade femminile dell’atleta • Indice di massa corporea (IMC) < 18,5 • Comportamenti non salutari di controllo del peso • Insoddisfazione corporea e impulso alla magrezza Gli atleti, e in particolar modo gli atleti d’elite, costituisco una popolazione “speciale” che richiede considerazioni diagnostiche “speciali” (Thompson & Sherman, 1993; Beals & Manore, 1994; SundgotBorgen, 1996). La valutazione dell’alimentazione disturbata negli atleti deve andare oltre la diagnosi di disturbo dell’alimentazione, infatti, negli atleti è fondamentale capire se i comportamenti alimentari Emozioni e Cibo anomali siano transitori e dovuti a richieste specifiche dello sport oppure siano persistenti e quindi l’espressione di un disturbo dell’alimentazione di gravità clinica. Un assessment completo, per identificare le tre componenti della triade femminile dell’atleta, dovrebbe includere la raccolta di informazioni sulla storia mestruale, sulla storia dell’attività fisica, sui comportamenti alimentari passati e attuali in relazione al peso, sui livelli di eventuali preoccupazioni per il peso e la forma del corpo. Dovrebbe, inoltre essere calcolata la stima della disponibilità energetica, condotto uno screening biochimico, valutato lo stato del ferro nel sangue e, infine, condotta una densitometria ossea per la valutazione della densità minerale dell’osso. Indicazioni per il trattamento della triade femminile dell’atleta In generale, il miglioramento complessivo della disponibilità energetica dell’atleta può essere la chiave per affrontare i problemi mestruali e la bassa densità minerale ossea nelle atlete. Studi case-series indicano che le atlete quando costrette al riposo per infortunio o quando smettono di fare sport migliorano lo stato mestruale e la densità minerale ossea. Il problema è che molte atlete non vogliono interrompere l’allenamento o recuperare troppo peso per ripristinare il normale stato mestruale. Per tale motivo è necessario un piano d’intervento che migliori il bilancio energetico aumentando la quantità di energia introdotta o riducendo la spesa energetica dovuta all’attività fisica (es. inserendo un giorno di riposo al loro piano di allenamento) oppure entrambi, senza determinare drastici cambiamenti nel peso. Aumentare la quantità di energia totale giornaliera disponibile con moderati cambiamenti dell’alimentazione può essere l’approccio più facile, anche se nessuno studio ne ha definitivamente dimostrato l’efficacia, e non sia chiaro su quali atleti potrebbe avere effetti benefici e quanto tempo servirà perché si verifichino i cambiamenti nella funzione mestruale e nelle densità minerale ossea (Drinkwater et al., 2005). Solo due studi pilota hanno affrontato questi aspetti (Dueck et al., 1996; Kopp-Woodroffe et al., 1999), 27 mostrando che il miglioramento del bilancio energetico e della disponibilità energetica nelle atlete con amenorrea determinava il recupero del ciclo mestruale, con un modesto recupero ponderale (1,0 -2,7 kg). Per le atlete che recuperavano il ciclo mestruale, la densità minerale ossea migliorava significativamente a livello del collo femorale e della colonna lombare, mentre la cortisolemia diminuiva del 33% e gli ormoni riproduttivi aumentavano. I partecipanti nei loro resoconti riportavano un miglioramento complessivo della vitalità, della concentrazione mentale e dello stato emotivo. Diversi studi hanno valutato la terapia con contraccettivi orali o con estrogeni come metodo per il miglioramento delle disfunzioni mestruali e della densità minerale ossea. Una revisione sistematica che ha incluso nove studi con donne con amenorrea ipotalamica funzionale associata all’esercizio fisico trattate con contraccettivi orali o con estrogeni ha evidenziato qualche miglioramento nella densità minerale ossea, ma il trattamento non determinava un recupero della massa ossea rispetto ai controlli confrontati per età (Vescovi et al., 2008). Un altro recente studio eseguito su 150 fondiste competitive tra i 18 e i 26 anni assegnate a random a una condizione di trattamento con contraccettivi orali o a una di controllo per 2 anni, ha evidenziato che l’assunzione di contraccettivi orali non influenzava significativamente l’incidenza di fratture sia nelle fondiste oligomenorroiche, sia in quelle amenorroiche sia in quelle con un ciclo regolare (Cobb et al., 2007). Dal punto di vista psicologico, la terapia con contraccettivi orali determina un falso senso di sicurezza sia per il professionista che ha in carico il paziente sia per il paziente stesso. Infatti, il ritorno del ciclo mestruale con i contraccettivi orali non indica che il paziente ha recuperato dal suo deficit nutrizionale dato che questo trattamento maschera l’amenorrea e l’eventuale psicopatologia sottostante. Per questo motivo il trattamento con contraccettivi orali dovrebbe essere interrotto nei pazienti che sono complianti con la terapia. Nel caso in cui sia accertata la presenza di un’alimentazione disturbata, l’atleta dovrebbe avere come riferimento un nutrizionista dello sport che faccia una valutazione nutrizionale, una pianificazione dei pasti e che si concentri sugli aspetti 28 Emozioni e Cibo educativi per aiutare l’atleta a comprendere le necessità dell’alimentazione per un buono stato di salute e una prestazione ottimale. Se l’atleta non fosse in grado o motivato a seguire le indicazioni del nutrizionista e/o del medico dovrebbe essere valutata la presenza di un disturbo dell’alimentazione ed eventualmente essere inviato a un’equipe multidisciplinare con esperienza nel trattamento di tali disturbi. In questi casi, la decisione di continuare l’allenamento e la competizione dovrà essere presa in base al caso singolo. Se l’allenamento è permesso, dovrebbe essere spiegato all’atleta che l’esercizio fisico non dovrà essere utilizzato come mezzo di controllo del peso e della forma del corpo. I criteri affinché l’atleta possa mantenere un allenamento dovrebbero includere: a) essere ingaggiati nel trattamento, in accordo con il piano terapeutico e progredire verso obiettivi terapeutici, b) mantenere un peso di almeno il 90% di quello atteso e una percentuale di grasso corporeo maggiore al 6% per gli atleti maschi e maggiore al 12% per le atlete e, se prescritto dall’equipe c) mangiare sufficientemente per recuperare il peso o per mantenere il peso. Per gli atleti che rifiutano il trattamento, l’allenamento e la competizione dovrebbero essere negati fino a quando non saranno d’accordo con il piano terapeutico. È stato dimostrato che la prognosi è migliore quando gli atleti sono disposti a seguire le indicazioni del trattamento e coinvolgono nella cura anche l’allenatore e i familiari (Beals, 2004). Il coinvolgimento degli allenatori nel trattamento di un disturbo dell’alimentazione nell’atleta è considerato fondamentale. Gli allenatori sono i primi a poter monitorare i comportamenti e le reazioni dei loro atleti. Va considerato però che possono avere difficoltà a discutere aspetti legati al disturbo dell’alimentazione sia con l’atleta sia con l’equipe specialistica. Tale difficoltà nasce generalmente da sensazioni di colpa per le espressioni comportamentali del disturbo dell’alimentazione dell’atleta. È importante, per l’equipe terapeutica essere attenta a evitare di instillare la colpa negli allenatori, ma a fare in modo che questi ultimi diventino un supporto per il miglioramento terapeutico dell’atleta (Sundgot-Borgen and Torstveit, 2010). Conclusioni Negli ultimi anni la ricerca sulla triade femminile dell’atleta è aumentata e sempre maggiori sforzi sono stati fatti nel tentativo di definire meglio la sindrome e individuare le conseguenze e i rischi ai quali gli atleti, soprattutto quelli di alto livello, vanno incontro. Ancora molta strada deve essere fatta, dato che tale sindrome, seppur variamente descritta in letteratura, non ha riconoscimento ufficiale tra le patologie di interesse psichiatrico e psicologico ed è ancora poco conosciuta non solo tra i professionisti, ma anche tra gli atleti e tutti coloro che gravitano intorno al mondo dello sport. Siamo ancora lontani dal capire se la triade femminile dell’atleta sia una patologia a sé stante o possa essere considerata una manifestazione di un disturbo dell’alimentazione. La ricerca ha l’importante compito di far luce sull’efficacia degli interventi terapeutici e valutare se il modello di terapia proposto per pazienti con disturbi dell’alimentazione possa essere adattato al trattamento della triade femminile dell’atleta, oppure siano necessari interventi di altro tipo. Bibliografia American College of Sports Medicine. Position stand: the female athlete triad. (2007). Med Sci Sports Exerc, 39:1867–82. Beals KA. Disordered eating among athletes. 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Med Sci Sports Exerc, 25:775–7. 30 Emozioni e Cibo convegno roma a cura di Maria Grazia Rubeo, AIDAP Roma (nella foto) e Domenico Filardo, socio ordinario AIDAP, Polistena (RC) trattamento dei disturbi dell’alimentazione: progressi e sfide future Roma, 1 dicembre 2011 Resoconto degli interventi Giovedì 01 Dicembre si è tenuto a Roma presso l’SGM Conferenze Center di via Portuense il convegno gratuito organizzato dall’AIDAP che ha avuto come tema i progressi e le sfide future nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione. Al convegno erano presenti oltre 300 professionisti (medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti e infermieri), che a vario titolo si interessano del trattamento ambulatoriale e residenziale dei disturbi alimentari, provenienti, non solo da Roma e dal Lazio ma da tutte le regioni italiane. Nell’incontro sono stati presentati in anteprima i dati dell’Oxford – Leicester – Verona trials ed è stata anche l’occasione per descrivere in dettaglio il trattamento ambulatoriale ed il trattamento di ricovero che sono stati studiati in queste due ricerche nonché far conoscere la CBT sui disturbi dell’alimentazione e favorirne quindi la disseminazione. Il programma del convegno è stato suddiviso in tre sessioni. Nella prima, è stato fatto il punto sulla ricerca con gli interventi del dottor Sartirana, del dottor Dalle Grave e della dottoressa Calugi. Nella seconda, sono state affrontate, con gli interventi della dottoressa Pasqualoni, della dottoressa Banderali e del dottor Marchi, le strategie chiave del trattamento ambulatoriale. Nella terza, il dottor Dalle Grave ha effettuato una lettura magistrale sul trattamento residenziale, a cui è seguita l’esposizione di tre casi clinici. Il primo trattato con la terapia ambulatoriale, il secondo con la terapia ambulatoriale intensiva e l’ultimo con il ricovero. Emozioni e Cibo I TRATTAMENTI DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE BASATI SULL’EVIDENZA SCIENTIFICA Massimiliano Sartirana I lavori della giornata hanno preso avvio con la relazione del dottor Sartirana, il quale ha presentato al pubblico in sala alcune forme di psicoterapia, ad oggi in uso, per il trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione (DA). La sua relazione si è concentrata sulla descrizione di alcune forme di psicoterapia che secondo quanto stabilito dalle linee guida NICE , soddisfano i criteri scientifici per l’evidenza di efficacia al grado A: 1. La Terapia Cognitivo Comportamentale per la Bulimia Nervosa (CBT-BN). Inizialmente, è stata ideata per affrontare la cura di problemi alimentari come la Bulimia Nervosa. Il relatore ha quindi mostrato come questo trattamento abbia ottenuto un’efficacia pari e superiore alle altre terapie con cui è stato confrontato, e come questi stessi dati siano stati replicati in ulteriori venti trials controllati. Inoltre, nei casi in cui la CBT-BN è stata correttamente implementata, la metà dei pazienti che hanno concluso il trattamento, ha anche riportato una remissione completa del disturbo (80%). Tali risultati sono quindi mantenuti a sei mesi, uno e sei anni di follow-up. 2. La Terapia Cognitivo Comportamentale per il Binge Eating Disorder (BED). La CBT-BN successivamente si è dimostrata efficace anche per stabilizzare il comportamento alimentari in persone con BED. Anche se, in tal caso, il trattamento non ha ottenuto risultati soddisfacenti sulla perdita di peso. Recentemente, la CBT-BN è stata modificata per due motivi: a) Adattarla alla cura di tutte le categorie diagnostiche dei disturbi dell’alimentazione quali, Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN) e Disturbi Alimentari Non Altrimenti Specificati (DA-NAS), e a vari livelli di cura (ambulatorio, day-hospital e ricovero); b) aumentarne la potenza di efficacia del trattamento. La nuova forma di trattamento, è stata quindi chiamata CBT-E (Enhanced, migliorata). Il dottor Sartirana ha poi continuato la sua relazione sottolineando l’importanza di alcune forme di 31 psicoterapia che hanno ricevuto raccomandazione di grado B: 1. La Terapia Interpersonale (IPT) per la cura della BN e del BED. Nel primo caso (BN), il relatore ha spiegato che gli studi controllati eseguiti hanno evidenziato che la IPT alla fine del trattamento è meno efficace rispetto alla CBT-BN, ma a distanza di un anno si ottengono i medesimi risultati. I miglioramenti determinati dall’intervento si mantengono anche a sei anni dal termine della cura. Rispetto alla CBT-BN, l’evidenza d’efficacia della IPT è più modesta. Per tale motivo, la IPT non ha ricevuto raccomandazioni come intervento di prima scelta nella cura della BN, tuttavia può essere indicata come alternativa per i pazienti che non accettano la CBT-BN. Nondimeno, l’IPT è stata applicata con successo anche in gruppo per trattare pazienti affetti da BED. 2. La terapia basata sulla famiglia (FBT) per l’AN negli adolescenti. Dati ottenuti mediante due piccoli studi e un trial controllato e randomizzato hanno suggerito che la FBT sia più efficace della terapia individuale focalizzata sull’adolescente (AFT). Tuttavia, la FBT non ha ottenuto risultati di efficacia per la BN e nei casi in cui il problema dell’AN conta una durata superiore a tre anni. 3. La Terapia di auto-aiuto per mezzo di manuali per il trattamento della BN e del BED. Il relatore ha quindi concluso che la psicoterapia per i DA ha compiuto numerosi progressi, ma molti altri ne dovrà fare: nel caso dell’ AN negli adulti e i disturbi dell’alimentazione NAS, ad oggi non esistono ancora interventi la cui efficacia sia stata scientificamente validata. TEORIA E TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE TRANSDIAGNOSTICA: DATI DALL’OXFORD – LEICESTER – VERONA TRIAL Riccardo Dalle Grave L’intervento del dottor Dalle Grave si è basato sulla presentazione della forma migliorata di CBT-E (Enhanced), trattamento derivato dalla CBT-BN e 32 Emozioni e Cibo basato sulla teoria transdiagnostica. Il Presidente AIDAP ha spiegato che si tratta di una specifica forma di terapia cognitivo comportamentale focalizzata sulla psicopatologia del disturbo dell’alimentazione che va oltre il limite delle categorie diagnostiche per i DA proposte dall’APA nel DSMIV. La soluzione transdiagnostica è stata supportata dall’osservazione che i DA condividono la stessa psicopatologia specifica (eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del controllo dell’alimentazione) e che i DA migrano da una diagnosi all’altra (AN, BN, DA-NAS). Il relatore ha quindi evidenziato due forme di CBT-E: 1) una focalizzata solo sulla psicopatologia specifica del disturbo (CBT-F); 2) e una allargata (CBT-A), che prevede l’implementazione del trattamento con la scelta di uno o più tra tre moduli utilizzati per affrontare i meccanismi esterni di mantenimento: il perfezionismo clinico, la bassa autostima nucleare, i problemi interpersonali. E’ stata quindi sottolineata un’importante differenza rispetto all’intensità della cura, secondo due modalità: 1) una versione che prevede 20 sedute per i pazienti con IMC > di 17,5; 2) e una di 40 sedute per i pazienti con IMC < a 17,5. Inoltre, sono state distinte ulteriori tre versioni di trattamento: 1) per adulti; 2) per adolescenti; 3) e adattato (dalla versione originale) per i setting intensivi di trattamento quali il ricovero, il day-hospital e la terapia ambulatoriale intensiva. Il dottore ha quindi introdotto la presentazione del trial Oxford – Verona, in cui è stata analizzata la versione della terapia a 40 sedute, per pazienti sottopeso. Lo studio ha visto coinvolti 50 pazienti provenienti dai due siti inglesi (Oxford e Leicester) e 100 pazienti nel centro ambulatoriale di Verona (età media compresa tra 20 - 23 anni), che presentavano diagnosi di DA con una durata del problema variabile tra 5 e 3 anni circa. Il loro BMI medio si aggirava attorno al 16,5 per il campione inglese, e 15,5 nel campione italiano. Si è quindi proseguito mostrando i risultati che hanno indicato che, la CBT-E è altamente accettata dai pazienti. Due terzi dei pazienti completano il trattamento e tra quest’ultimi il 50% ha una full response (BMI > 18.5 e presenza minima /assenza di psicopatologia, EDE < 1 DS rispetto alla popolazione media). Questo miglioramento si man- tiene al follow-up. Infine, completare la CBT-E e raggiungere un Good BMI outcome (BMI > 18,5) sono entrambi predetti dall’assenza di purging, dalla giovane età e dalla breve durata del DA. Dalle Grave ha quindi concluso dichiarando che la CBT-E è un trattamento supportato empiricamente, bene accettato, che permette di ottenere un esito soddisfacente, e che può essere usata con tutte le forme di un disturbo dell’alimentazione. Ovvero, si tratta di un intervento di prima scelta basato sull’evidenza e da consigliare agli adulti affetti da un DA. Tuttavia, siamo ancora davanti a tre sfide importanti: comprendere meglio i meccanismi d’azione, potenziare la sua efficacia e infine disseminare il suo utilizzo. TERAPIA OSPEDALIERA DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: DATI DAL VILLA GARDA – OXFORD TRIAL Simona Calugi La dottoressa Calugi, ha presentato i dati della ricerca effettuata a Villa Garda, in collaborazione con il gruppo di Oxford, sulla terapia ospedaliera dei disturbi dell’alimentazione basata sulla CBT-E. La relatrice ha spiegato che sebbene la terapia ambulatoriale sia considerata elettiva per il trattamento dei DA, un sottogruppo di pazienti non risponde a questo tipo di trattamento, perciò necessita di essere ospedalizzato. Obiettivo del Villa Garda - Oxford trial è stato quello di valutare gli effetti a breve ed a lungo termine della CBT-E in regime di ricovero e valutarne i predittori di esito. Lo studio ha visto coinvolti 129 soggetti (età media 23,4 aa) tutti sottopeso (BMI medio 14,3) dei quali 80 hanno iniziato il trattamento a Villa Garda. Tra questi, 72 pazienti hanno terminato il ricovero, 69 hanno effettuato il follow-up a 6 mesi e 68 a 12 mesi. Benché questa ricerca presenti dei limiti (non è stato possibile confrontare i risultati con un gruppo di controllo né con un altro trattamento in regime di ricovero), gli effetti a breve termine della I-CBT-E a fine trattamento hanno evidenziato un good BMI outcome nel 77,5% dei casi trattati e una full response nel 41,3%. Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine quasi la metà dei pazienti Emozioni e Cibo 33 ha mantenuto un good BMI outcome a 6 e 12 mesi di follow-up, e oltre un terzo dei pazienti conservato una full response a 6 e 12 mesi di follow-up. E’ stato quindi evidenziato che predittori di esito sono stati alla fine della terapia il BMI e la preoccupazione per la forma del corpo, mentre a 6 e 12 mesi l’età e i risultati dell’EDE. La dottoressa Calugi ha concluso la sua relazione suggerendo che questa ricerca, oltre ad aver dimostrato l’efficacia della CBT-E anche in regime di ricovero, ha importanti implicazioni cliniche soprattutto per quanto riguarda la possibilità di implementare strategie post-ricovero, utili a ridurre l’incidenza di ricadute e perciò migliorarne gli esiti. cesso di recupero del peso. I dati ottenuti mediante una valutazione qualitativa hanno mostrato che per l’86% dei pazienti (50 persone), risulta gradita la tecnica di pianificazione dei pasti e per il 90% la tecnica del mangiare meccanicamente. La relatrice ha quindi concluso che la completa sovrapponibilità dei dati, conferma che l’alimentazione pianificata e meccanica per la normalizzazione ponderale, è una tecnica largamente accettata, dai pazienti DA in sottopeso. STRATEGIE PER AFFRONTARE LA RESTRIZIONE CALORICA E IL RECUPERO DEL PESO Elettra Pasqualoni Nella relazione esposta dalla dottoressa Banderali, si è spiegato che una delle caratteristiche peculiari nei soggetti con un problema alimentare DA, è la restrizione dietetica cognitiva che è legata al desiderio di perdere peso, alla paura d’ingrassare e di perdere il controllo sull’alimentazione. La relatrice ha dato la definizione “restrizione dietetica cognitiva” che è il tentativo di limitare l’assunzione di cibo per controllare il peso e la forma del corpo, indipendentemente dal fatto che questo produca un deficit energetico e una perdita di peso. Questo tipo di comportamento gioca un ruolo centrale nel mantenimento del DA e deve essere affrontato per poterlo superare. Successivamente la dottoressa ha sottolineato che per affrontare la restrizione dietetica cognitiva, il paziente è aiutato, a vederla come un problema, a identificare e affrontare le regole dietetiche. Non sono state escluse le conseguenze negative di questo tipo di restrizione volte a incrementare la preoccupazione per l’alimentazione, aumentare l’ansia, favorire gli episodi bulimici oggettivi e soggettivi, che a loro volta portano alla restrizione calorica e quindi al sottopeso, danneggiando le relazioni. La relatrice ha successivamente spiegato che attraverso la scheda di monitoraggio, il paziente viene istruito a identificare in tempo reale queste regole e a valutare quali sono le conseguenze e come reagisce alla rottura delle regole. Quindi, vengono affrontate le regole dietetiche specifiche come l’evitamento di certi cibi, il quando e quanto mangiare, il Nella sua relazione la dottoressa Pasqualoni ha nel campione ambulatoriale di Verona il 38,3% dei pazienti DA ha un problema di sottopeso (BMI < a 17,5) e ha sottolineato come questi pazienti siano particolarmente problematici da ingaggiare. La relatrice ha spiegato che tra le strategie proposte per affrontare questi problemi, quali la restrizione dietetica calorica, i sintomi da digiuno e la scarsa motivazione al cambiamento può essere utile educare il paziente al sottopeso e alla restrizione calorica. Strumento importante per la terapia diviene la costruzione della formulazione personalizzata. Con il contributo del terapeuta il paziente è aiutato a diventare egli stesso terapeuta del suo DA. La strategia chiave utilizzata per arrivare alla normalizzazione del peso è l’alimentazione pianificata e meccanica, associata a strumenti come la scheda di monitoraggio ed il grafico del peso. Il paziente viene educato su quanto, cosa e come mangiare, all’introduzione dei cibi fobici e sulla misurazione e sull’interpretazione del peso. La dottoressa ha sottolineato che l’alimentazione pianificata e meccanica, utilizza delle strategie quali la tecnica del decentramento e il distanziamento dei comportamenti dai pensieri che aiutano il paziente a ridurre l’ansia nei confronti dell’alimentazione e a sentirsi in controllo durante il pro- STRATEGIE PER AFFRONTARE LA RESTRIZIONE DIETETICA COGNITIVA Arianna Banderali 34 Emozioni e Cibo non mangiare di fronte agli altri, il mangiare meno degli altri, il non mangiare se non si è affamati, il non mangiare se non si è consumato abbastanza e l’evitare di mangiare fuori. Ma vengono affrontati anche i check dell’alimentazione anomali, che mantengono le preoccupazione per il controllo dell’alimentazione, e che danneggiano la vita sociale e le reazioni alla rottura delle regole dietetiche. La relazione è andata avanti nella presentazione delle strategie che vengono adottate per affrontare la restrizione dietetica cognitiva: fare l’automonitoraggio in tempo reale, usare le procedure delle “cose da dirsi e da fare”, arrivare a una conclusione ragionata e continuare a seguire l’abituale alimentazione in modo elastico senza fare compensazioni. La relatrice ha quindi concluso sottolineando che l’effetto dei cambiamenti comportamentali sulle regole dietetiche potrà essere osservato nella sospensione degli evitamenti e dei check dell’alimentazione, e nella riduzione delle paure legate alla rottura delle regole stesse. corpo e la sensazione di essere grassi. Il lavoro sull’interruzione dei check anomali del corpo, associato all’aumento di altri domini di vita e alla diminuzione delle preoccupazioni per l’alimentazione, il peso e la forma del corpo, aiuta la persona a decentrarsi dallo stato mentale del disturbo dell’alimentazione. Il dottor marchi ha concluso sottolineando che per evitare le ricadute sia fondamentale utilizzare con il paziente la metafora del DVD. Ovvero, la mente può essere considerata come un contenitore di DVD. Chi ha un DA ha anche il DVD del DA, che una volta attivato continua a girare. La terapia ha l’obiettivo di disattivare ed espellere il DVD e metterlo in un punto in cui non sia raggiungibile. Tuttavia, una volta disattivato il DVD potrebbe però attivarsi in circostanze particolari. In tal caso il paziente va istruito a identificare gli stimoli precocemente e disattivarlo rapidamente. Pertanto, con il passare del tempo, diminuisce il rischio che il DVD si riattivi. STRATEGIE PER AFFRONTARE L’ECCESSIVA VALUTAZIONE DEL PESO E DELLA FORMA DEL CORPO Iginio Marchi TRATTAMENTO RESIDENZIALE DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: PROGRESSI E SFIDE FUTURE Riccardo Dalle Grave Il dottor Marchi ha riaperto il pomeriggio spiegando che l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo rappresenta la psicopatologia specifica e centrale dei disturbi dell’alimentazione. Fattori quali la restrizione dietetica, il check del peso e della forma del corpo, le preoccupazioni per il peso e per la forma del corpo, l’etichettare eventi avversi e la marginalizzazione di altre aree della vita mantengono attivo lo schema di autovalutazione disfunzionale. L’obiettivo della terapia è proprio affrontare l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo al fine di modificare lo schema di autovalutazione affrontandone le espressioni. Il relatore ha quindi descritto come si affronta il check del corpo, individuano le varie forme di questo check, del peso, visivo, tattile, di confronto, di rassicurazione e aiutando il paziente a prevenire il check nelle situazioni innescanti (trigger). Viene affrontato quindi l’evitamento dell’esposizione del Nell’illustrare il trattamento residenziale dei DA, effettuato a Villa Garda, il dottor Dalle Grave ha tenuto a dare risalto al fatto che il trattamento ambulatoriale dovrebbe essere il luogo ideale per la cura dei DA, ma il problema è che circa un terzo dei pazienti non risponde alla terapia ambulatoriale. Inoltre, un sottogruppo di pazienti ha un disturbo di gravità clinica non gestibile ambulatorialmente. A livello di ricovero, invece è più facile ottenere la normalizzazione del peso, ma c’è un alto tasso di ricaduta dopo la dimissione. Per risolvere il problema, il relatore ha spiegato che a Villa Garda si è cercato di modificare il trattamento ospedaliero al fine di ridurre la tendenza del paziente alla ricaduta. Il programma residenziale presenta delle caratteristiche distintive rispetto alla CBT-E ambulatoriale, da cui è derivato. Analogamente alla CBT-E ambulatoriale, nel programma ospedaliero il trattamento è applicato per curare tutte le forme cliniche dei Emozioni e Cibo DA, l’approccio è modulare e individualizzato. Fatto importante è che il programma terapeutico è applicato da un’equipe multidisciplinare non eclettica, dove tutti i terapeuti hanno ricevuto una formazione nella CBT. Il dottore ha quindi mostrato le principali proprietà distintive della CBT-E residenziale quali l’assistenza ai pasti e la somministrazione in gruppo di alcuni elementi del trattamento. Ma anche la presenza di una tavola rotonda, dove i terapeuti incontrano il paziente per discutere i vari elementi del trattamento e rivedere lo stato della formulazione personalizzata. Ha inoltre spiegato che fino al raggiungimento del BMI di 18,5 l’alimentazione pianificata e meccanica è assistita, ma successivamente si passerà a un’alimentazione non assistita. In un primo momento l’alimentazione non assistita avverrà in clinica e poi si passerà all’autogestione dei pasti fuori dalla clinica. La fase finale del programma prevede che il paziente sia preparato al rientro a casa e alla terapia ambulatoriale post-ricovero. Inoltre, è stato evidenziato che nei casi di pazienti adulti, si coinvolgono gli altri significativi cioè le persone che possono avere un’influenza nell’alimentazione, allo scopo di creare un ambiente che faciliti il cambiamento. Mentre, nei pazienti con meno di 18 anni si utilizza il “Modulo della Famiglia”. Il dottore ha sottolineato che i risultati del Villa Garda – Oxford trial sono stati incoraggianti, ovvero: il trattamento è stato ben accettato (86% dei casi); la terapia è stata completata dal 90% dei pazienti; e tra coloro i quali hanno completato il programma, l’87,3% ha presentato un outcome buono. E anche 12 mesi di follow-up il 50% dei pazienti che ha completato il trattamento ha un buon esito. Alla luce di quanto precedentemente detto, in conclusione il dottore ha quindi ribadito che il trattamento ospedaliero basato sulla CBT-E può essere considerato una cura promettente per un ampio numero di pazienti che non rispondono al trattamento ambulatoriale o che hanno condizioni mediche che rendono il trattamento ambulatoriale non praticabile. 35 I CASI CLINICI Elettra Pasqualoni e Massimiliano Sartirana – Laura De Kolitscher e Marianna Pisano – Marwan El Ghoch e Maddalena Conti Nell’ultima sessione sono stati esposti tre casi clinici. Il primo del dottor Sartirana sulla Terapia Ambulatoriale, che rimane il trattamento di elezione nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione in quanto la terapia non interrompe la vita del paziente che rimane comunque esposto ai trigger ambientali. Il secondo caso è stato portato dalla dottoressa Laura De Kolitscher e dalla dottoressa Marianna Pisano sulla Terapia Ambulatoriale Intensiva che può aiutare ad effettuare i cambiamenti necessari al paziente senza dover ricorrere ad un ricovero, mentre l’ultima relazione della giornata è stata presentata dal dottor Marwan El Ghoch e dalla Dottoressa Maddalena Conti che hanno illustrato un caso clinico trattato in regime di ricovero, a testimonianza della necessità di questo tipo di intervento in pazienti che non hanno avuto successo con altre terapie effettuate in precedenza, anche se di buona qualità e supportate da evidenze scientifiche. Staff Positive Press e AIDAP 36 Emozioni e Cibo sapevate che… a cura di Marianna Pisano, AIDAP Verona Medicare paga lo screening e il trattamento dell’obesità Traduzione dell’articolo Medicare will cover obesity screening and treatment pubblicato su Time, December 2, 2011 La Medicare, che copre 42 milioni di anziani in America, pagherà per lo screening e la terapia comportamentale dell’obesità come parte del suo portafoglio di servizi di prevenzione. Circa 72 milioni di Americani adulti, quasi un terzo dei beneficiari della Medicare, sono obesi, e la relativa assistenza sanitaria ammonta a un costo totale di circa 325 miliardi di dollari all’anno. La decisione federale consentirà ai beneficiari della Medicare di vedere i loro medici regolarmente per una consulenza sulla perdita di peso; una soluzione a basso costo che può stimolare le assicurazioni private a fare lo stesso. Secondo la decisione del Centers per Medicare e del Medicaid Services, gli obesi beneficiari della Medicare – con un indice di massa corporea maggiore o uguale a 30 – che necessitano di una consulenza per la perdita di peso, potranno vedere il loro medico di base per un incontro individuale una volta alla settimana per il primo mese. In seguito la Medicare pagherà per una seduta individuale ogni due settimane per i successivi sei mesi. Se il paziente nei primi sei mesi ha una perdita di almeno 3 kg ( 6,6 lbs ), la Medicare coprirà le spese per altri sei mesi di visite individuali con il medico una volta al mese. Nonostante i dati schiaccianti sull’obesità in questo paese, solo a poche persone è stato diagnosticato un problema di peso dal loro medico di base. In uno studio del 2007 della Clinica Mayo su quasi 10,000 pazienti, circa un quarto era obeso; di questi, solo 1 su 5 ha ricevuto una diagnosi o un piano di trattamento per l’obesità. Per i pazienti più an- ziani, la percentuale è ancora più bassa. Sebbene la ricerca dimostri che la consulenza medica sia un mezzo efficace per la perdita di peso per coloro che ne hanno bisogno, molti medici sono riluttanti nell’offrirlo. Mentre per alcuni la ragione di tale riluttanza nel proporre un trattamento per l’obesità è scaturita dall’assenza di rimborso assicurativo per tale servizio, altri la attribuiscono ad una difficoltà di ingaggio del paziente e ad una assenza di strumenti efficaci. La copertura assistenziale della Medicare non cambia il fatto che ancora non disponiamo di strumenti efficaci per aiutare le persone a perdere peso e per favorire l’ingaggio dei pazienti – a nessuno piace sentirsi dire che è obeso – ma se la decisione federale aiuta la maggior parte di pazienti obesi a perdere anche piccole o modeste quantità di peso, potrebbe essere un cambiamento di vita. Christy Ferguson, direttore di STOP Obesity Alliance, intervistato dal quotidiano USA Today ha detto: “Anche una piccola perdita di peso dal 5 al 7% può portare un significativo miglioramento della salute”, sottolineando che i programmi per l’obesità dovrebbero enfatizzare uno stile di vita salutare così come la perdita di peso. “ Non è necessario perdere tanto peso quanto aumentare i livelli di fitness e un miglioramento delle condizioni di salute”. La copertura è disponibile da subito, quindi i beneficiari della Medicare potranno sottoporsi allo screening sin dal prossimo appuntamento con il medico. Emozioni e Cibo 37 che cos’è l’aidap… dalla A alla Z tutto quello che c’è da sapere sull’AIDAP AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso), nata nel 1999, è un’associazione indipendente e autonoma, senza fini di lucro ed è riconosciuta come società medico scientifica da FISM (Federazione delle Società Medico Scientifiche Italiane). Ha lo scopo di condividere un certo tipo di conoscenza e cultura nella prevenzione, educazione, trattamento e ricerca dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Si propone di promuovere e organizzare convegni, tavole rotonde, conferenze, gruppi di studio e altre attività di informazione e formazione nel campo medico, psicologico, scolastico e sociale. AIDAP è stata accreditata come partner del Ministero della Pubblica Istruzione per la promozione del piano nazionale per la prevenzione del disagio fisico, psichico e sociale a scuola. Come tale AIDAP ha un ruolo rilevante nella presentazione ed educazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità nelle scuole. sedi aidap - Adrano (CT), Ancona, Arezzo, Bologna, Brescia, Cagliari, Cassino (FR), Catanzaro, Empoli (FI), Firenze, Genova, La Spezia, Lecce, Milano, Milano 2, Modena, Monza, Napoli, Oliveri (ME), Padova, Parma, Palermo, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Teramo, Trapani, Trento, Treviso, Torino, Varese, Verona. attività dell’aidap… Indirizzi e referenti delle varie UOL (Unità Operative Locali) AIDAP e attività svolte RIVISTA Emozioni e Cibo è la newsletter dell’Associazione, un punto d’incontro tra specialisti e coloro che vogliono condividere i loro problemi, le loro lotte e i loro successi nel campo dei disturbi dell’alimentazione e obesità. aidap journal observer È la rivista di aggiornamento scientifico rivolta ai soci ordinari e professionisti dell’AIDAP. Riporta un riassunto con commento di articoli recenti pubblicati sulle più importanti riviste internazionali. Prevenzione Vengono organizzati incontri educativi nelle scuole e altre istituzioni e corsi di formazione per insegnanti, educatori e altri operatori socio-sanitari non specialistici. Sito http://www.aidap.org Dove potete trovare: - Forum. Il luogo d’incontro per chi soffre di disturbi dell’alimentazione o vuole conoscere tali problemi. - Novità scientifiche e Angolo Informativo. Tutte le notizie su disturbi dell’alimentazione e obesità. 38 Emozioni e Cibo - Convegno Nazionale e Incontri. Convegni, workshop e tavole rotonde. - AIDAP test-online. 1) Eating Attitude test a 26 Item (EAT-26) 2) Calcola il tuo Indice di Massa Corporea (BMI) 3) Calcola la Spesa Energetica a Riposo o Resting Energy Expenditure (REE) - Centri aidap. Per trovare la sede AIDAP più vicina. Sito http://www.emozioniecibo.it è la prima rivista elettronica in Italia sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. Emozioni e Cibo on line presenta tre diversi livelli di informazione in grado di soddisfare sia il grande pubblico sia lo specialista più esigente. - Modulo “Emozioni e Cibo” - versione online della rivista - Modulo “Journal Observer” - versione online della rivista - Modulo “News RSS” - gli abstract in lingua originale, presenti nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali. Sportello informativo - Per dare sostegno e consigli ai familiari - Per dare informazioni sulle cure e i centri terapeutici più vicini Gruppi di studio - Fare ricerca e sperimentazione per contribuire ad aumentare la conoscenza dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità - Per aggiornarsi sulle nuove evidenze scientifiche internazionali centri AIDAP… Indirizzi e referenti delle varie UOL (Unità Operative Locali) AIDAP e attività svolte AIDAP adrano (CT) AIDAP bologna Responsabile: Dott. Francesco Iarrera Responsabili: Dott.ssa Lucia Cecchini (in alto) e Dott.ssa Giovanna Cuzzani (in basso) Sede: Via Casale dei Greci, 54 95031 Adrano (CT) Tel. 095 497865 - Cell. 320 9117157 E-mail: [email protected] AIDAP Ancona Responsabile: Dott.ssa Silvia Filipponi Sede: Via Giordano Bruno, 44 60100 Ancona - Tel. 071 2804116 E-mail: [email protected] Collaborano nello studio la Dott.ssa Paola Bartolini e la Dott.ssa Lucia Piccinini AIDAP arezzo Responsabile: Dott.ssa Barbara Lapini (in alto) Sede: Via Calamandrei, 137 52100 Arezzo - Cell. 333 2739033 Fax 0575 401170 E-mail: [email protected] Sito web: www.dietistalapini.it Collabora nello studio la Dott.ssa Gloria Vazzano (psicologa) (in basso) Sede: Via Nino Bixio, 2/2 40033 Casalecchio di Reno (BO) Tel. e Fax 051 590051 - Cell. 331 9142815 E-mail: [email protected] Orario di segreteria: da lunedì a venerdì ore 10:00-12:00 e 16:00-18:00 Sportello informativo: venerdì pomeriggio Cell. 331 9142815 AIDAP brescia Responsabile: Dott. Andrea Benedetto Sede: Via Milano, 14 - 25126 Brescia Tel. 030-292179 - E-mail: [email protected] Orario di segreteria: lunedì e giovedì ore 8:30-11:00 martedì e venerdì ore 14:00-18:00 Collaborano nello studio: Dott.ssa Elena Gandossi (medico endocrinologo), Dott.ssa Ornella Pastrengo (psicologa) e Dott. Alessandro Rumi (nutrizionista) 39 Emozioni e Cibo AIDAP cagliari AIDAP catanzaro Responsabile: Dott.ssa Manuela Biddau Responsabili: Dott. Tommaso Gioffrè (medico) (in alto) e Dott. Giovanni Minutolo (medico) (in basso) Sede: Via Malpighi 4 - 09126 Cagliari Cell. 328 3324817 - Fax 070 7731921 E-mail: [email protected] Orario di segreteria: venerdì 16-19 Collaborano nello studio la Dott.ssa Valeria Serra e la Dott.ssa Elisabetta Gasperini AIDAP cassino Sede: Via Panoramica 7 88068 Soverato (CZ) Cell. 335 5325535 - 347 0056700 Telefax 0967 528522 E-mail: [email protected] Collabora nello studio il Dott. Massimiliano Scalzo (nutrizionista) Responsabile: Dott. Franco Giuseppe Colella AIDAP empoli Sede: c/o Centro di Riabilitazione Neuromotoria s.r.l., L.go Michelozzi Angolo Viale Tiziano, 1 03030 Piedimonte S. Germano (FR) Tel. 0776 403159 - Fax 0776 402156 Cell. 339 7380152 E-mail: [email protected] Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi AIDAP ANCONA • Il lunedì dalle 17 alle 19 è attivo uno sportello d’ascolto e di informazione gratuito, su disturbi dell’alimentazione e obesità (previo appuntamento). • Ogni primo martedì del mese viene organizzato un incontro serale (21-22:30) informativo, rivolto in particolare a familiari e amici di persone affette da DCA. • Sono in progetto e realizzazione incontri gratuiti aperti al pubblico nei comuni della provincia di Ancona. • Proseguono interventi di prevenzione-educazione nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio. AIDAP AREZZO • è attivo uno sportello informativo gratuito, per fornire informazioni e materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro. • L’équipe ha una rubrica ogni giovedì sul quotidiano “Il Corriere Aretino” all’interno del quale risponde a lettere dei cittadini sui temi quali obesità e disturbi alimentari. • Sono in progetto incontri di educazione e di aggiornamento con i medici di base. • L’équipe organizza incontri rivolti alla popolazione presso la sua sede in Via Calamandrei, 137 sui temi legati all’alimentazione, all’obesità e ai disturbi alimentari. • L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole. • Collaborazione con tv, radio e giornali locali per la divulgazione informativa e scientifica. Sede: Via L. Cherubini, 2/4 50053 Empoli (FI) Tel. 0571 73922 - 0571 99281 Cell. 3451639017 E-mail: [email protected] • Saranno organizzati convegni e corsi scientifici sui disturbi dell’alimentazione e obesità. AIDAP BOLOGNA • è attivo, gratuitamente, lo sportello di ascolto che fornisce informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità, su percorsi di prevenzione e cura, sui centri terapeutici AIDAP, sulle attività della UOL Bologna. Lo sportello è attivo il venerdì pomeriggio. Per appuntamento telefonare al numero 331 9142815. • è attivo un programma psicoeducazionale di prevenzione e informazione sui disturbi dell’alimentazione e obesità nelle scuole medie inferiori e superiori del nostro territorio. • Sono in progetto incontri con la popolazione per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, obesità, un corretto stile di vita. • Sono in progetto incontri informativi con i medici allo scopo di fornire criteri idonei al riconoscimento precoce dei disturbi dell’alimentazione, e strumenti operativi corretti per informare e motivare a un corretto stile di vita e percorsi di cura, quando necessari. • Sono in programma corsi per gruppi di persone affette da sovrappeso e obesità. AIDAP BRESCIA • Il martedì e giovedì è attivo, previo appuntamento, uno sportello gratuito d’ascolto e d’informazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. • L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole e serate informative sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione. 40 Emozioni e Cibo AIDAP firenze AIDAP lecce Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi Responsabili: Dott.ssa Loredana De Luca (in alto), Dott. Salvatore Rizzello (in basso) Sede: Via Pacini, 23 50144 Firenze - Tel. 055 3245370 Cell. 3451639017 E-mail: [email protected] AIDAP genova Responsabile: Dott. Giancarlo Sarno Sede: Via Ruffini, 10/8 - 16128 Genova Tel. 010 5955374 - Cell. 335 6942193 E-mail: [email protected] AIDAP la spezia Responsabile: Dott. Adolfo Fossataro Sede: Via XXIV Maggio, 152 19124 La Spezia - Tel. e Fax 0187 23414 E-mail: [email protected] Sede: Via Montello 1 - 73100 Lecce E-mail: [email protected], [email protected] Tel. e Fax: 0832 244063 Cell. 3286120205 Orario di segreteria: tutti i pomeriggi dalle 16:00 alle 20:00 martedì dalle 9:30 alle 12:00 Si riceve previa telefonata AIDAP milano Responsabile: Dott.ssa Arianna Banderali Sede: Viale Caldara 23 - 20122 Milano Tel. e Fax 02-5456738 - Cell. 339-1785974 E-mail: [email protected] Orario di segreteria: da lunedì a venerdì ore 15:00-18:00 Collaborano nello studio la Dott.ssa Stefania Rosi (dietista) e la Dott.ssa Monica Gomez Ortiz (psicologa e psicoterapeuta) • Sono in programma incontri di informazione, gratuiti, nelle scuole del territorio. • Sono in corso incontri informativi per i medici di base sui temi del peso e dello stile di vita. • Collaborazione con radio e giornali locali. • Anche per l’anno scolastico 2010-2011 l’AIDAP sta collaborando con l’Assessorato allo Sport e al Tempo libero della Provincia di Brescia, per la realizzazione del Progetto S.P.O.R.T. (Salute Passione Onestà Rispetto Territorio), nelle scuole della Provincia di Brescia. AIDAP Cagliari • Il venerdì, dalle 16:00 alle 19:00, previo appuntamento telefonico, è attivo uno sportello d’ascolto gratuito allo scopo di fornire informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità, sulle attività del centro, sulle cure e i centri terapeutici più vicini e di illustrare e consegnare materiale informativo scientifico. • Sono in corso degli interventi informativi di prevenzione presso diverse scuole superiori della città diretti a studenti e insegnanti. • Sono in programma una serie di incontri informativi per i medici di base sui disturbi dell’alimentazione e del peso. • Ogni primo venerdì del mese dalle 16:00 alle 19:00 è possibile effettuare uno screening gratuito sui disturbi dell’alimentazione e del peso. • Sono in corso cicli di incontri educativi sui disturbi dell’alimentazione per familiari ed amici di pazienti affette da DCA. AIDAP cassino • Continua la campagna di informazione nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio con la proposta di progetti educativi sia per gli studenti che per il grande pubblico. • Sono stati avviati i progetti di “incontro in palestra” e di “incontro scuole di ballo” al fine di informare e discutere in particolare sui fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza dei disturbi dell’alimentazione e del rapporto tra attività fisica e qualità della vita. • Sono in cantiere progetti informativi “tematici” rivolti ai medici di medicina generale. • Il mercoledì è attivo un servizio gratuito di ascolto ed informazione sui disturbi dell’alimentazione, sui problemi di sovrappeso ed obesità (previo appuntamento). AIDAP EMPOLI • Il lunedì è attivo, su appuntamento, uno sportello informativo gratuito, per qualsiasi informazione sui 41 Emozioni e Cibo AIDAP milano 2 AIDAP monza Responsabile: Dott. Sergio Colombi Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia Galimberti Sede: Corso Garibaldi, 71 - 20123 Milano Tel. 02 86460962 - Cell. 339 8898555 E-mail: [email protected] Sportello di ascolto: martedì-mercoledì dalle 16:00 alle 17:00 Cell. 339-8898555 - Tel. 02-86460962 AIDAP modena Responsabile: Dott.ssa Maria Pia Bagnato Bulgarelli Sede: Via Franklin 7 - 41124 Modena Tel. 059 6138595 - Cell. 348 9694333 E-mail: [email protected] disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro. • Sono in progetto incontri di aggiornamento e formazione rivolti a specialisti. • Collaborazione con i giornali locali per la pubblicazione e divulgazione di articoli informativi e scientifici. AIDAP Firenze • è attivo uno sportello informativo gratuito, per qualsiasi informazione sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro. • Sono in progetto incontri di educazione nelle scuole e incontri di aggiornamento con i medici di base. • Collaborazione con i giornali locali per la pubblicazione e divulgazione di articoli informativi e scientifici. • Sono, inoltre, in progetto e realizzazione incontri gratuiti aperti al pubblico in collaborazione con i quartieri di Firenze. AIDAP Genova • Sono stati effettuati e sono in programma incontri informativi con medici di base e pediatri allo scopo di fornire criteri idonei sia a una prima diagnosi dei disturbi dell’alimentazione sia al riconoscimento di eventuali altri disturbi sovrapposti (di personalità, depressivi, d’ansia). Sede: Via Moriggia, 3 - 20900 Monza Tel. 339 7777811 E-mail: [email protected] Collaborano nello studio la Dott.ssa Chiara Galli (medico endocrinologo), la Dott.ssa Cristina Calderone (psicoterapeuta) e la Dott.ssa Vanessa Sangiorgio (nutrizionista) AIDAP napoli Responsabile: Dott.ssa Rosa Mennella Sede: Via Salvo D’Acquisto, 171 80042 Boscotrecase (NA) Tel. e Fax 0815374177 Cell. 338 5940931 E-mail: [email protected] • Proseguono gli interventi informativi nelle scuole per studenti, genitori ed insegnanti. AIDAP La Spezia • La sede è disponibile per incontri di formazione, educazione e prevenzione per chiunque lo richieda (associazioni, enti, scuole, ecc.). • Tutti i giorni (sabato escluso) dalle 15:00 alle 18:00 presso il nostro sportello informativo gratuito vengono fornite informazioni sui disturbi dell’alimentazione e del peso. AIDAP Lecce • è attivo, gratuitamente, lo sportello di ascolto previo appuntamento, che fornisce informazioni su: disturbi dell’alimentazione, sovrappeso e obesità, percorsi di prevenzione e cura, attività dell’Aidap di Lecce sul territorio. • L’Aidap di Lecce, facendo parte dell’Osservatorio Comunale Sanitario Permanente della Città, ascolta di buon grado chi voglia esprimere un parere, esporre una difficoltà, dare un suggerimento al fine di ottimizzare e diffondere le strategie di prevenzione e cura dei DA e dell’Obesità. • In quanto componente del Tavolo Tecnico ”Salute e Benessere” istituito dall’Assessorato alla Sanità del Comune di Lecce, l’Aidap prosegue settimanal- 42 Emozioni e Cibo AIDAP oliveri (ME) AIDAP PALERMO Responsabile: Dott. Francesco Iarrera Responsabile: Dott. Antonino Faillaci Sede: Piazza Pirandello, 8 98060 Oliveri (ME) - Tel. 0941 313999 Cell. 328 3727128 Sede: Via Gambara, 2 - 90135 Palermo Tel. e Fax 091 551090 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] Sito web: www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it Orario di segreteria: lunedì, mercoledì e venerdì ore 8:30-12:30 e 14:00-18:00 Équipe terapeutica: Dott.ssa Claudia Milazzo, Dott. Stefano Squatrito, Dott.ssa Giusi D’amico, Dott.ssa Viviana Natale AIDAP padova Sportello di ascolto: su appuntamento Équipe terapeutica: Dott.ssa Erika Cardella, Dott.ssa Rosalba Contentezza, Dott.ssa Odette Martinez, Dott.ssa Raffaella Nocito, Dott.ssa Simona Tarantino (psicoterapeute); Dott.ssa Rosa Maria Pizzo, Dott.ssa Vicenta Zito (dietiste); Dott.ssa Maria Stella Aliquò (medico internista e diabetologa) AIDAP parma Responsabile: Dott.ssa Lucia Camporese Responsabili: Dott.ssa Lorella Fornaro (in alto) e Dott.ssa Carlotta Bocchi (in basso) Sede: Via D’Alemagna, 2 - 35134 Padova Tel. e fax 049 604752 - Cell. 338 4464021 E-mail: [email protected] Sede: Strada Inzani 5 - 43100 Parma Tel. e Fax 0521 237644 E-mail: [email protected] Collabora nello studio la Dott.ssa Diana Soligo (dietista) Orario di segreteria: lunedì-venerdì ore 9:00-13:00 e 15:00-19:00 mercoledì ore 9:00-12:00 (sportello di ascolto su appuntamento) Collabora nello studio la Dott.ssa Lisa Reverberi mente con gli incontri di prevenzione nelle scuole, per promuovere, tra l’altro, i nuovi dispenser con frutta, yogurt e cibi sani. • Partono da aprile gli incontri di gruppo “Perdere peso… senza perdere la testa” • Speciale studenti: previo appuntamento è possibile avere un colloquio gratuito con l’esperto Aidap (medico e/o psicologo). • Il gruppo ragazzecontrocorrente riunisce gli amici facebook il martedì dalle 16:30 alle 18:30. AIDAP Milano • È attivo un programma di prevenzione tramite campagne svolte nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio. AIDAP Milano 2 • Sono previsti periodici corsi di psicoeducazione, è richiesta la prenotazione. AIDAP Modena • è attivo lo sportello di ascolto che fornisce informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità, sui percorsi di prevenzione e cura, sui centri terapeutici AIDAP. Per appuntamenti telefonare al numero 348 9694333. • Sono in progetto incontri di educazione e prevenzione nelle scuole medie superiori, sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione. AIDAP monza • è attivo, previo appuntamento, uno sportello d’ascolto e di orientamento sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. • Sono in previsione incontri informativi per i medici di base sui DCA e sull’obesità. • Sono in previsione incontri preventivi e informativi sui temi legati all’obesità e ai DCA nelle scuole del territorio. • Sono in previsione gruppi di auto-aiuto sull’obesità. AIDAP Napoli • Il Mercoledì pomeriggio è attivo un servizio gratuito di ascolto e informazione sui disturbi dell’alimentazione e del peso (previo appuntamento). • Sono attivi incontri di sensibilizzazione e di informazione sui disturbi dell’alimentazione nelle scuole del territorio. • L’équipe è disponibile a svolgere interventi informativi nelle scuole per studenti, genitori, insegnanti sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione. 43 Emozioni e Cibo AIDAP reggio calabria Responsabile: Dott. Giovanni Minutolo Sede: Via R. Willermin, 1 89123 Reggio Calabria Tel. 0965 25864 - Cell. 347 0056700 Telefax 0966 474400 E-mail: [email protected] Orario di segreteria: da lunedì a sabato 9:00-13:00 e 17:00-19:30 AIDAP reggio emilia Responsabile: Dott.ssa Lisa Reverberi Sede: Via A. De Gasperi, 44 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 555514 - Fax 0522 334906 e-mail: [email protected], [email protected] Orario di segreteria: lunedì e sabato 9:00-12:00 martedì-mercoledì-venerdì 13:30-18:30 AIDAP rimini Responsabili: Dott.ssa Manuela Marchini (in alto) e Dott. Amelio Marchi (in basso) Sede: Via G. Perlasca 15 47900 Rimini - Tel. 0541 478485 Cell. 329 3790844 E-mail: [email protected] AIDAP roma Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia Rubeo (in alto) Sede: Via Levico 9 - 00198 Roma (RM) Tel. e Fax 06 8840242 - Cell. 338 9098603 E-mail: [email protected] Orario di segreteria: tutti i giorni 24 ore su 24 Collabora nello studio la Dott.ssa Lidia Nevaloro (in basso) Collabora nello studio la Dott.ssa Lorella Fornaro AIDAP Padova • È sempre attivo il servizio gratuito di ascolto e informazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. • Al martedì mattina è possibile effettuare, previo appuntamento, i colloqui informativi. • Sono in programma per i prossimi mesi i corsi per gruppi di persone affette da sovrappeso e obesità e incontri educativi rivolti al grande pubblico, insegnanti e genitori per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto stile di vita. AIDAP PALERMO • Terapia cognitivo-comportamentale ambulatoriale dell’Obesità dell’Adulto e Pediatrica e dei Disturbi dell’Alimentazione in équipe multidisciplinare. • Sono previsti programmi educativi destinati a Scuole, grande pubblico, palestre e scuole di danza. • Sono previsti incontri con medici di medicina generale e specialisti che vengono a contatto con persone affette da disturbi dell’alimentazione ed obesità. • è in fase di organizzazione uno sportello di ascolto per persone con obesità, disturbi alimentari e loro familiari, previa prenotazione, all’interno della Sede. • La UOL Palermo si propone di organizzare, insieme alla UOL Trapani e alla UOL Oliveri, programmi di formazione sulla terapia dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che vogliono approfondire le proprie conoscenze sulla CBT. AIDAP oliveri • Terapia Cognitivo-comportamentale ambulatoriale, dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione. • Terapia Cognitivo-comportamentale intensiva (con assistenza ai pasti presso il centro), dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione. • è attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it un forum di mutuo supporto destinato a pazienti con disturbo alimentare e obesità. • è attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it uno sportello d’ascolto gratuito per avere informazioni sui disturbi alimentari e sull’obesità. • Sarà attivato a breve “on line con il nutrizionista” che permetterà ai pazienti di seguire il programma per la perdita tramite un accesso internet. • In collaborazione con la UOL Trapani organizziamo, programmi di formazione sulla terapia dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti 44 Emozioni e Cibo AIDAP torino AIDAP trento Responsabili: Dott. Mauro Cappelletti (in alto) e Dott.ssa Sara Cappelletti (in basso) Responsabile: Dott.ssa Micol Taddei Sede: Via San Francesco da Paola 37 10123 Torino (TO) Cell. 338 5077416 Mauro Cappelletti Cell. 338 9892040 Sara Cappellletti E-mail: [email protected] Orario di segreteria: lunedì-mercoledì-giovedì ore 16:00-18:00 martedì e venerdì ore 10:00-12:00 AIDAP trapani Responsabile: Dott. Antonino Faillaci (medico internista) (in alto) Sede: Via Salemi, 54 - 91100 Trapani Tel. e Fax 0923 554244 Cell. 349 5742098 Email: [email protected] Orari di segreteria: lunedì, mercoledì e giovedì: 9:00-11:30 martedì e venerdì: 16:00-19:00 Équipe: Dott. Paolo Palmeri (dietista), Dott.ssa Maria Barbara (psicologo) (in basso) (medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che vogliano approfondire le proprie conoscenze sulla CBT. • Sono in programma incontri di prevenzione e informazione sui disturbi alimentari e sull’obesità indirizzati ai pazienti. AIDAP Parma • Si stanno svolgendo incontri educativi sui Disturbi dell’Alimentazione e sull’Obesità rivolti al grande pubblico. • è sempre attiva la collaborazione con alcuni giornalisti per interviste e articoli pubblicati sui quotidiani della città. • è attivo lo sportello di ascolto e informazione il mercoledì dalle 9 alle 12 (su appuntamento). AIDAP Reggio Calabria • Sono in programma progetti educativi ed incontri di sensibilizzazione/informazione, gratuiti, nelle scuole del territorio rivolti a studenti, genitori, insegnanti. • L’équipe è disponibile a collaborare con TV, radio e giornali locali per la divulgazione informativa e scientifica sui disturbi dell’alimentazione e obesità. • Sono stati già effettuati e sono in programma incontri informativi e partecipazioni a convegni organizzati da Associazioni ed Enti del territorio. Sede: Via San Marco, 21 - 38100 Trento Cell. 340 5150390 Cell. 392 9586073 (per appuntamenti) E-mail: [email protected] Orari di segreteria: da lunedi a venerdi ore 9:00-19:00 Collabora nello studio la Dott.ssa Simona Ginetti (dietista) AIDAP treviso Responsabile: Dott. Fulvio Susanna Sede: Via Campagnola, 3/1 31020 Villorba (TV) Tel. 0422 444900 - Fax 0422 278987 E-mail: [email protected] - [email protected] Orario di segreteria: da lunedì a venerdì: 10-12 e 16-20 Équipe: Dott.ssa Zuccalà Maria Isabella e Da Ros Eva (dietiste) Gobbetto Veronica (psicologapsicoterapeuta) • è attivo, gratuitamente, uno sportello d’ascolto dal lunedì al sabato. • Si effettua, durante tutto l’anno, la Terapia Ambulatoriale Intensiva, ovvero: pasti assistiti in ambulatorio (pranzo, merenda e cena), seguita da un’équipe composta da un medico nutrizionista, una psicologa e una dietista. AIDAP Reggio emilia • Il lunedì mattina dalle 9:30 alle 12:30 è attivo uno sportello di ascolto e di informazione gratuito sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento). • Sono in progetto incontri educativi rivolti al grande pubblico per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto stile di vita. AIDAP rimini • Sono attivi incontri informativi con i medici e i pediatri, allo scopo di fornire una consulenza specialistica in relazione al riconoscimento precoce dei disturbi dell’alimentazione e ai percorsi di cura. • Sono in fase di realizzazione una serie di incontri informativi rivolti agli insegnanti sul tema dei disturbi dell’alimentazione e un ciclo di incontri aperti al grande pubblico sul corretto stile di vita. 45 Emozioni e Cibo AIDAP varese AIDAP VERONA (sede centrale) Responsabile: Dott.ssa Annarita Traini Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave Sede: Viale Borri 75 - 21100 Varese (VA) Tel. 0332 813456 (per appuntamenti) Fax 0332 813464 Cell. 338 3917580 (per informazioni) E-mail: [email protected] Sede: Via Sansovino, 16 37138 Verona Tel. 045 8103915 - Fax 045 8102884 Email: [email protected] Sito web: www.aidap.org Orario di segreteria: da lunedì a sabato: 9:00-19:00 Collabora nello studio la Dott.ssa Angela Focarelli (dietista) • Sono in programma interventi di prevenzione e divulgazione nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio. • È attivo un servizio gratuito di ascolto, informazione e diffusione di materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e del peso e sui percorsi di prevenzione e di cura. Il lunedì mattina è possibile effettuare, previo appuntamento, i colloqui informativi. AIDAP Roma • è attivo uno sportello d’ascolto per quanti fossero interessati all’informazione e alla prevenzione sui disturbi dell’alimentazione e obesità (previo appuntamento). • La UOL di Roma svolgerà un programma di prevenzione e informazione nelle scuole medie e superiori a partire da Ottobre. • Sono in programmazione incontri serali informativi per il grande pubblico. è richiesta la prenotazione. AIDAP torino • Sportello informativo gratuito per fornire informazioni e materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento). • L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole, e organizza incontri rivolti alla popolazione sui temi legati all’alimentazione, all’obesità e ai disturbi alimentari. • Supervisione al forum AIDAP da parte della dott. ssa Cappelletti Sara. AIDAP trapani • Terapia cognitivo-comportamentale ambulatoriale dell’Obesità dell’Adulto e Pediatrica e dei Disturbi dell’Alimentazione in equipe multidisciplinare. • Sono in corso programmi educativi destinati a Scuole, grande pubblico, palestre e scuole di danza. • Sono previsti incontri con medici di medicina generale e specialisti che vengono a contatto con persone affette da disturbi dell’alimentazione ed obesità. • è attivo uno sportello di ascolto per persone con obesità, disturbi alimentari e loro familiari, previa prenotazione, all’interno della Sede. • La UOL Trapani organizza, insieme alla UOL Oliveri programmi di formazione sulla terapia dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che vogliono approfondire le proprie conoscenze sulla CBT. Inoltre collabora, sempre con la stessa UOL, alla gestione del sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it, portale regionale dell’AIDAP in Sicilia. AIDAP Trento • Il lunedì, il mercoledì e il venerdì, su appuntamento, è attivo lo sportello informativo gratuito per avere informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del centro. • Sono attivi incontri educativi sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità nelle scuole e nelle circoscrizioni del territorio. AIDAP Treviso • è operativo uno sportello informativo gratuito, su appuntamento, per fornire informazioni sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità; in sede è disponibile gratuitamente materiale informativo. • Collaborazione con giornali locali per pubblicazione e divulgazione di informazioni su disturbi dell’alimentazione, obesità e alimentazione in generale. AIDAP varese • è attivo uno sportello di ascolto e di orientamento gratuito, sia telefonico che via e-mail, per fornire informazioni sui problemi dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione. • Al mercoledì mattina, previo appuntamento, sono possibili colloqui informativi all’interno della Sede. • Sono previsti incontri di prevenzione sui disturbi alimentari e obesità nelle scuole di ogni ordine e grado. • In programma corsi per gruppi di persone affetti da sovrappeso ed obesità. 46 Emozioni e Cibo S.p.A. CASA DI CURA PRIVATA AD INDIRIZZO RIABILITATIVO 37016 Garda - Via Monte Baldo 89 - Telefono (045) 6208611 - Fax 7256132 E-mail: [email protected] - sito web: http//www.villagarda.it Direttore sanitario: Dott. Giovanni Citarella Idoneità Nazionale D.S. Ospedaliero - Spec. in Scienze dell’Alimentazione UNITÀ DI RIABILITAZIONE NUTRIZIONALE Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave Spec. in Endocrinologia e Scienze dell’Alimentazione E-mail: [email protected] Trattamento dei disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata) e dell’obesità grave e/o complicata. L’unità di Riabilitazione Nutrizionale ha 29 posti letto per il ricovero e nove posti con possibilità di due accessi giornalieri per il trattamento in day-hospital, accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale. Il programma si basa su un modello teorico originale di tipo cognitivo comportamentale somministrato da diverse figure professionali (medici, psicologi, dietiste, infermieri professionali). Le procedure terapeutiche applicate includono la riabilitazione nutrizionale (con l’assistenza a tutti i pasti), la psicoterapia individuale e di gruppo, la terapia della famiglia nei pazienti più giovani. Il programma di riabilitazione intensiva per l’Obesità grave e/o complicata è indicato per le persone affette da obesità grave (BMI > 40) o associata a severe complicanze mediche e/o psicologiche. Il programma si basa su un modello teorico cognitivo comportamentale originale condotto da un’équipe multidisciplinare che include la riabilitazione nutrizionale e fisica, gli incontri psicoeducazionali di gruppo e gli incontri individuali con il medico e lo psicologo (nei pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata). ALTRI SERVIZI unità di Riabilitazione cardiovascolare Responsabile: Dott. Pierluigi Baroni Spec. in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare Riabilitazione post-operatoria per interventi di rivascolarizzazione e sostituzione valvolare Trattamento riabilitativo dell’infarto poliambulatori > Servizio nutrizionistico - Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave - Spec. in Endocrinologia e Scienze dell’Alimentazione > Diagnostica Cardiologica - Responsabile: Dott. Pierluigi Baroni - Spec. in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare > Diagnostica per Immagini - Responsabile: Dott.ssa Paola Bazzani - Spec. in Radiologia > Servizio di Fisiokinesiterapia - Responsabile: Dott. Sergio Briani - Spec. in Ortopedia e Fisiatria Tesseramento AIDAP 2012 Emozioni e Cibo 47 (Abbonamento newsletter “Emozioni e Cibo”) Isc_0501 r00TesseramentoAIDAP Socio ordinario Sostenitore professionista dedicato ai professionisti che hanno conseguito il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity e superato l’esame finale. dedicato ai professionisti (medici, psicologi, dietiste). quota sociale annuale Euro 100,00 Con questo tesseramento si ha diritto a: • sconto del 30% sull’acquisto dei libri Positive Press • sconto del 50% sull’acquisto di almeno 10 copie dello stesso titolo di Positive Press • sconto del 30% sui corsi di Positive Press (escluso il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity • ingresso gratuito al Convegno Nazionale AIDAP • invio della newsletter “Emozioni e cibo” • segnalazione sul sito AIDAP come socio ordinario Abbonamento newsletter per non soci quota annuale Euro 15,00 dedicato a tutte le persone che desiderano ricevere la newsletter “Emozioni e cibo” a casa anche senza essere iscritti all’AIDAP. quota sociale annuale Euro 50,00 Con questo tesseramento si ha diritto a: • sconto del 20% sull’acquisto dei libri Positive Press • sconto del 40% sull’acquisto di almeno 10 copie dello stesso titolo di Positive Press • sconto del 20% sui corsi di Positive Press (escluso il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity • invio della newsletter “Emozioni e cibo” Sostenitore non professionista quota sociale annuale Euro 15,00 dedicato alle persone affette da disturbi dell’alimentazione e del peso, loro familiari, insegnanti, religiosi, educatori, ecc. Con questo tesseramento si ha diritto a: • accesso ai centri associati all’AIDAP • sconto del 20% sull’acquisto dei libri Positive Press • invio della newsletter “Emozioni e cibo” • partecipazione agli incontri organizzati dall’AIDAP per il grande pubblico RICHIESTA DI AMMISSIONE ALL’ASSOCIAZIONE: NUOVA ISCRIZIONE q q RINNOVO TESSERA N. ............................................................................................ q NON DESIDERO RICEVERE A CASA LA NEWSLETTER “EMOZIONI E CIBO” Nome ............................................................................................. Cognome ............................................................................................. Luogo e data di nascita ................................................................................................................................................................................. Cod. Fisc./Partita IVA .....................................................................Indirizzo ............................................................................................. CAP ................................................................................................ Città .......................................................................... Prov. .................. Tel. ................................................................................................. Fax ....................................................................................................... E-mail ............................................................................................. Professione........................................................................................... INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 DEL D.LGS. N. 196/03 E D’AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI La informiamo che i Suoi dati personali potranno essere oggetto di trattamento, nel rispetto della normativa privacy, da parte dell’associazione, dei suoi dipendenti, ausiliari e collaboratori per finalità di: servizio associati, marketing, pubblicità, promozione e informazione, analisi statistiche, indagini sulla soddisfazione della clientela, revisioni, archiviazione di dati storici. Potrà accedere in ogni momento ai dati personali che La riguardano, ottenere l’indicazione della loro origine, del modo in cui sono utilizzati, farli aggiornare, rettificare, integrare o cancellare, a seconda dei casi, ed opporsi alla loro utilizzazione (art. 7 del D.Lgs. 196/03), rivolgendosi direttamente al responsabile appositamente nominato dal titolare, dott.ssa Laura De Kolitscher, in ogni modo o forma. Titolare del trattamento dei dati è: AIDAP, via Sansovino n. 16, Verona – fax 045.8102884 – e-mail: [email protected]. Per il contenuto integrale dell’informativa di cui all’art. 13, nonché dei Suoi diritti di cui all’art. 7 del d.lgs. 196/03, il Titolare rinvia al proprio sito web: www.aidap.org. Data................................................. Firma............................................................................................................................................................................. Versamento della quota (barrare la casella inerente): q effettuato tramite bonifico bancario - SPARKASSE Cassa di Risparmio di Bolzano - Verona cod. IBAN: IT93 Y060 4511 7030 0000 5000 189 (allegare ricevuta) q allegato alla presente richiesta con assegno bancario q versamento su c/c postale n. 12210324 (allegare ricevuta) 48 Emozioni e Cibo EMOZIONI e CIBO online è la prima rivista elettronica in Italia sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità; potrete, grazie alla sua moderna tecnologia, fruire di articoli scientifici e di numerose pagine informative in tempo reale, semplicemente “sfogliando” le pagine a video. Emozioni & Cibo on line presenta tre diversi livelli di informazione in grado di soddisfare sia il grande pubblico sia lo specialista più esigente. L’accesso a tutto l’archivio di Emozioni & Cibo on line è gratuito! Modulo “Emozioni & Cibo” Rappresenta il punto di incontro tra specialisti e coloro che vogliono condividere i loro problemi, le loro lotte e i loro successi nel campo dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. In ogni edizione è presente una sezione scientifica, curatissima ed aggiornata. Modulo “Journal Observer” Contiene oltre 20 recensioni in lingua italiana, di articoli apparsi sulle più importanti riviste specializzate internazionali. Ogni recensione è commentata da terapeuti esperti. Modulo “News RSS” Rappresenta un formato per la distribuzione e la diffusione di contenuti web che nello specifico si rivolge al terapeuta che desidera ottenere notizie altamente specializzate; sono a disposizione gli abstract in lingua originale, presenti nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali. E n t r a s u b i t o n e l n u o v o s i t o : w w w. e m o z i o n i e c i b o . i t