Emozioni e Cibo
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Emozioni e Cibo
3
indice
editoriale
Pasqualoni ................................................... 5
CALENDARIO CORSI
E CONVEGNI 2012.................................... 22
il minnesota study di keys:
implicazioni per la comprensione
e il trattamento della
psicopatologia dei disturbi
dell’alimentazione
Dalle Grave .................................................. 6
LA TRIADE FEMMINILE DELL’ATLETA
Sartirana, Calugi ......................................... 23
il trattamento del disturbo
da alimentazione incontrollata
nell’ottica della patologia
delle dipendenze
Mattiazzi, Ruffa, Scarpinato,
Zuffellato, Jarre .......................................... 13
TRATTAMENTO DEI DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE:
PROGRESSI E SFIDE FUTURE
Rubeo, Filardo ............................................ 30
MEDICARE PAGA LO SCREENING
E IL TRATTAMENTO DELL’OBESITà
Pisano ........................................................ 36
Attività dell’aidap ............................ 37
BACHECA ................................................ 15
centri aidap ......................................... 38
THE BODY PROJECT: PROMOTING BODY
ACCEPTANCE AND PREVENTING EATING
DISORDERS - FACILITATOR GUIDE
Di Canio ..................................................... 16
Convegno AIDAP 2012
AL VIA IL NUOVO REGOLAMENTO
PER LE ETICHETTE NUTRIZIONALI
Manganotti, Pasqualoni ............................. 19
13-14 aprile 2012
Centro Congressi Hotel San Marco, VERONA
Per informazioni: vedi pag. 21
Newsletter della Associazione Italiana
Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP)
Via Sansovino, 16 - 37138 Verona - Tel. (045) 8103915
Fax (045) 8102884 - E-mail: [email protected]
Sito web: www.aidap.org
Emozioni e cibo
Periodico quadrimestrale dell’Associazione AIDAP
Iscrizione Tribunale di Verona n. 1377-data 28/08/99
DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Cappelletti
ESERCIZIO FISICO E DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE
SOCI ONORARI AIDAP: Ms. Jane Brody, Prof. David
Garner, Prof. Francesca Brambilla, Ms. Dacia Maraini,
Prof. Michele Carruba, Ms. Maria Teresa Ruta, Prof. Arthur Crisp, Dr. Johan Vanderlinden, Prof. Christopher Fairburn, Prof. James Look, Prof. Stephen Wonderlich, Prof.
Anthony Fabricatore, Dr. Zafra Cooper, Prof. Eric Stice
CONSIGLIERI: Banderali Arianna (Vicepresidente AIDAP),
Cappelletti Mauro (Segretario AIDAP), Dalle Grave Riccardo (Presidente AIDAP), Camporese Lucia, Cecchini Lucia,
Pasqualoni Elettra, Sartirana Massimiliano
PROGETTO GRAFICO: Positive Press
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Emozioni e Cibo
5
editoriale
a cura di Elettra Pasqualoni, Aidap Verona
Cari lettori,
l’anno 2011 sta per concludersi ed è quindi il momento di tirare le somme su ciò che è stato fatto
ma anche di proiettarsi al futuro. Di certo uno dei
momenti chiave dell’anno è stato il workshop “The
body project: promoting body acceptance and preventing eating disorders facilitator guide” tenuto
da Eric Stice ricercatore senior presso l’Oregon
Research Institute e l’Università del Texas di Austin. Uno degli obiettivi della sua attività di ricerca
è sviluppare e valutare programmi di prevenzione
dei disturbi dell’alimentazione, dell’obesità e della
depressione che sono basati sui risultati derivati
dagli studi sui fattori di rischio. Proprio a Verona il
4 novembre 2011 Stice ha presentato il programma di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione
basato sulla dissonanza cognitiva. Nonostante che
in Italia la prevenzione non sempre riceva la giusta
attenzione, l’evento ha suscitato molto interesse ed
è stato seguito da più di 100 professionisti.
Altro evento apprezzato è stato il convegno
gratuito AIDAP organizzato a Roma l’1 dicembre 2011, a cui hanno partecipato circa 400
colleghi, dal titolo “Trattamento dei disturbi
dell’alimentazione:progressi e sfide future” nel
quale sono stati presentati i risultati di due importanti trial “Oxford - Leicester - Verona trial” che
ha valutato l’efficacia della terapia cognitivo comportamentale ambulatoriale nell’anoressia nervosa
e il “Villa Garda-Oxford trial” che ha valutato gli
effetti della terapia ospedaliera dei disturbi dell’alimentazione”. L’obiettivo ambizioso di questi trial
è stato contribuire a colmare la carenza nella ricerca: ad oggi non vi sono infatti evidenze scientifiche che indichino quale sia la terapia di prima
scelta nel trattamento dell’anoressia nervosa e nel
trattamento ospedaliero dei disturbi dell’alimentazione. In questa newsletter potrete leggere il resoconto sia del workshop di. Stice sia quello del
convegno di Roma.
Gli articoli scientifici proposti in questo numero
scritti da Dalle Grave, Sartirana e Calugi si occupano delle implicazioni dei sintomi da digiuno per
la comprensione e il trattamento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione e della triade femminile dell’atleta cioè di quella condizione
che può colpire potenzialmente le atlete e consiste
nella contemporanea presenza di tre disturbi tra
loro correlati cioè perdita di massa ossea, alimentazione disturbata e anomalie mestrualo.
Quest’ultimo articolo è proiettato proprio agli impegni futuri della nostra associazione: nei giorni 1314 aprile del 2012 è previsto infatti il convegno nazionale AIDAP dal titolo “Esercizio fisico e disturbi
dell’alimentazione”. La prima giornata del 13 aprile
vedrà coinvolti due illustri terapeuti di fama internazionale nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione nello sport, trainer, medici sportivi, ecc. - Ron A.
Thompson e Roberta Sherman - direttamente dalla
Indiana University (USA) che presenteranno con la
formula International Workshop il loro famoso programma “Eating Disorders in Sport”. Le relazioni
dell’intera giornata saranno tradotte in contemporanea in lingua italiana. La seconda giornata del 14
aprile avrà come focus lo Sport e l’Esercizio Fisico in rapporto ai Disturbi dell’Alimentazione. Si
affronterà il tema dalle diverse angolature (ricerca
scientifica, casi clinici ecc.).
Considerando l’importanza di questi appuntamenti del 2012 è mio augurio che riscuotano Il giusto
successo e rappresentino una valida occasione di
aggiornamento per tutti coloro che vi parteciperanno. Per la crescita di AIDAP speriamo inoltre
che nell’anno nuovo vengano inaugurate nuove
Unità locali specialmente al centro sud dove negli
ultimi anni l’associazione è molto cresciuta.
Infine a nome mio e di tutto Il Consiglio Direttivo
non mi resta che augurare a tutti Buon Natale e
Felice Anno Nuovo.
Elettra Pasqualoni
AIDAP Verona
6
Emozioni e Cibo
articolo scientifico
a cura di Riccardo Dalle Grave, Presidente AIDAP
Il Minnesota Study di Keys:
implicazioni per la comprensione
e il trattamento della psicopatologia
dei disturbi dell’alimentazione
La classificazione DSM-IV dei disturbi dell’alimentazione include tre categorie diagnostiche principali: anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbi
dell’alimentazione non altrimenti specificati (NOS)
(American Psychiatric Association 1994). Il sottopeso è un criterio diagnostico chiave dell’anoressia
nervosa ma può essere presente in un sottogruppo
di persone con disturbi dell’alimentazione NOS
[es. quelle che soddisfano tutti i criteri dell’anoressia nervosa ad eccezione del criterio amenorrea
(Dalle Grave et al. 2008b) oppure che non riportano un’eccessiva valutazione del peso e della forma
del corpo (Dalle Grave et al. 2008c)]. La marcata
perdita di peso e la restrizione dietetica calorica,
cioè un persistente introito calorico inferiore al dispendio energetico, può anche essere presente in
persone con disturbi dell’alimentazione non sottopeso con bulimia nervosa o disturbo dell’alimentazione NOS e una storia personale di obesità (Dalle
Grave et al., 2011).
Keys e collaboratori nel loro classico libro di due
volumi e di 1.385 pagine “The Biology of Human
Starvation (Keys et al. 1950) hanno fornito una
descrizione dettagliata dei sintomi del sottopeso
e della restrizione dietetica calorica riportati da
giovani adulti maschi volontari. L’osservazione di
David Garner (1997) che molti sintomi, chiamati
da Keys e collaboratori “sintomi da digiuno”, sono
simili a quelli osservati in persone affette da anoressia nervosa, ha contribuito a migliorare la comprensione e il trattamento dei disturbi dell’alimentazione. Oggi è ampiamente accettato che molti
sintomi, in passato attribuiti alla psicopatologia
dell’anoressia nervosa, sono la mera conseguenza
del sottopeso e della restrizione dietetica calorica.
Questo articolo si pone tre scopi principali:
1
fare una revisione dei sintomi associati al sottopeso e alla restrizione dietetica calorica;
2
descrivere il ruolo del sottopeso e della restrizione dietetica calorica nel mantenimento
della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione;
3
analizzare le implicazioni cliniche di questi
sintomi nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione
I sintomi da digiuno
Il Minnesota Study è lo studio più importante pubblicato che abbia valutato gli effetti della restrizione dietetica calorica e della perdita di peso nelle
persone di peso normale. Lo studio, effettuato
presso l’Università del Minnesota dal 19 novembre
1944 al 20 dicembre 1945 (Keys et al. 1950), fu
ideato per valutare gli effetti fisiologici e psicologici
di una severa e prolungata restrizione dietetica calorica e l’efficacia della riabilitazione nutrizionale.
Lo scopo principale dello studio fu capire come
assistere nel modo migliore le vittime della carestia in Europa e in Asia durante e dopo la Seconda
Guerra Mondiale usando i dati derivati da una simulazione laboratoristica della carestia.
Emozioni e Cibo
Più di 100 uomini si proposero come partecipanti
volontari allo studio come alternativa al servizio
militare. Di questo campione iniziale, furono selezionati i 36 uomini che avevano il migliore stato di
salute fisico e psicologico e un’elevata motivazione
alla partecipazione allo studio (Keys et al. 1950).
I partecipanti erano tutti bianchi di età compresa
tra 22 e 33 anni e 25 erano membri delle Historic
Peace Churches (Mennoninti, Chiesa di Brethren
e Quaccheri).
Lo studio fu diviso in tre fasi: un periodo di controllo di 12 settimane, 24 settimane di semidigiuno e 12 settimane di riabilitazione nutrizionale.
Nella fase uno, i volontari si cibarono normalmente mentre furono studiati dettagliatamente il loro
comportamento, la loro personalità e le loro modalità alimentari. Durante questo periodo i partecipanti assunsero in media 3.492 kcal. Nella fase
due i partecipanti furono sottoposti a una restrizione che corrispondeva a circa la metà del loro
introito calorico iniziale (in media 1.570 kcal), che
era simile all’assunzione calorica media delle persone europee colpite dalla carestia. Questo regime
determinò nei partecipanti una perdita approssimativa del 25% del peso iniziale. Infine, nella fase
tre, i partecipanti furono gradualmente nutriti in
maniera normale.
La maggior parte dei risultati fu riportata solo per
32 uomini, dato che quattro dei partecipanti all’esperimento si ritirarono durante o alla fine della
fase di restrizione calorica. Nonostante le risposte
individuali, rispetto alla perdita di peso, variassero notevolmente tutti gli uomini sperimentarono
drammatici cambiamenti fisici, psicologici e sociali
riassunti nella Tabella 1.
Tabella 1. Effetti della restrizione calorica e della
perdita di peso nei partecipanti al Minnesota Study
Effetti comportamentali
• Rituali alimentari (mangiare molto lentamente,
tagliare il cibo in piccoli pezzi, mescolare il cibo
in modo bizzarro, ingerire cibo bollente)
• Lettura di libri di cucina e collezione di ricette
• Incremento del consumo di caffè, tè, spezie,
gomme da masticare e acqua
7
•
•
•
•
Onicofagia
Incremento del fumo di sigarette
Episodi bulimici
Incremento dell’esercizio fisico per evitare la
riduzione del contenuto calorico della dieta
• Autolesionismo
Effetti psicologici
• Danneggiamento della capacità di concentrazione
• Scarso capacità di insight e di giudizio critico
• Preoccupazione per il cibo e l’alimentazione
• Depressione
• Sbalzi del tono dell’umore
• Irritabilità
• Rabbia
• Ansia
• Apatia
• Episodi psicotici
• Cambiamenti di personalità confermati dai test
psicologici
Effetti sociali
• Isolamento sociale
• Riduzione dell’interesse sessuale
Modificazioni fisiche
• Disturbi del sonno
• Vertigini
• Debolezza
• Dolori addominale
• Disturbi gastrointestinali
• Cefalea
• Ipersensibilità al rumore e alla luce
• Edema
• Ipotermia
• Riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria
• Parestesie
• Diminuzione del metabolismo basale
• Aumento della fame
• Precoce senso di pienezza
Tratta da Keys, A., Brozek, J., Henschel, A., Mickelsen,
O., & Taylor, H. L. (1950). The biology of human starvation (Vol. 2). Minneapolis: University of Minnesota Press.
8
Emozioni e Cibo
Effetti comportamentali
Verso la fine del periodo di restrizione calorica i
volontari impiegavano due ore a mangiare un pasto che in precedenza richiedeva loro pochi minuti. Dedicavano ore a programmare come suddividere la quantità di cibo quotidiana. Diciannove
di loro cominciarono a leggere libri di cucina e a
collezionare ricette. Vi fu un aumento del consumo
di caffè e tè: molti bevevano più di 15 caffè al giorno. I partecipanti cercavano di tenere lo stomaco
pieno bevendo grandi quantità di liquidi (acqua e
zuppe); chiedevano che il cibo fosse servito bollente; mischiavano gli alimenti in modo strano e vi fu
un incremento notevole dell’uso di sale e spezie. Il
consumo di gomme da masticare incrementò, per
alcuni partecipanti anche 40 pacchetti al giorno,
il fumo e l’onicofagia aumentarono marcatamente.
Numerosi di questi cambiamenti persistettero anche durante le 12 settimane di recupero del peso.
Durante la fase di restrizione calorica tutti i partecipanti riferivano un incremento della fame; alcuni
riuscivano a tollerarla, per altri invece la cosa costituì un’intensa preoccupazione, fino a diventare
insopportabile. Parecchi fra gli obiettori non riuscirono ad aderire alla dieta e manifestarono episodi bulimici, seguiti da auto-rimprovero e autodeprecazione. Durante la fase di recupero del peso,
quando era offerta loro una grande quantità di cibo,
molti partecipanti perdevano il controllo dell’appetito, mangiando di più o di meno del necessario;
anche dopo 12 settimane di riabilitazione veniva
segnalato un aumento della fame subito dopo un
pasto abbondante. La normalizzazione delle abitudini alimentari avvenne nella maggior parte dei casi
solo dopo circa cinque mesi di riabilitazione, ma in
un sottogruppo il consumo di cibo in eccesso continuò. Non s’identificò il fattore discriminante fra
chi normalizzò le abitudini alimentari e quelli che
invece continuarono a mangiare enormi quantità di
cibo; tuttavia è importante sottolineare il fatto che,
tra i partecipanti in esame, si verificarono differenze
nella risposta alla denutrizione.
In generale, gli uomini risposero alla restrizione calorica con una riduzione dell’attività fisica. Diventarono stanchi, deboli, disattenti e apatici e si lamentarono di mancanza di energia. I movimenti dei
volontari diventarono notevolmente più lenti. Tut-
tavia, secondo Keys e collaboratori, “alcuni uomini
praticavano saltuariamente dell’esercizio fisico in
modo spontaneo”. Qualcuno tentò di perdere più
peso cercando di consumare più energie in modo
tale da poter ottenere una razione di pane più abbondante o di evitare la riduzione delle razioni.
Effetti psicologici
Molti partecipanti, nonostante che all’inizio fossero psicologicamente sani, mostrarono importanti
modificazioni emotive e cognitive.
I cambiamenti cognitivi più rilevanti furono una
riduzione della capacità di concentrazione, della
vigilanza, della comprensione e del giudizio critico, mentre non accaddero alterazioni delle abilità
intellettive. Il danneggiamento della capacità di
concentrazione fu attribuito ai pensieri ricorrenti
sul cibo e sull’alimentazione riportati dalla maggior parte dei partecipanti.
Alcuni attraversarono transitori o protratti periodi
di depressione; occasionalmente si manifestò uno
stato di euforia, seguito da depressione. Sebbene
prima dello studio in tutti i volontari fosse stata
riscontrata un’elevata tolleranza allo stress, molti
di essi esibirono frequenti segni di irritabilità ed
esplosioni di rabbia. In numerosi partecipanti l’ansia era molto evidente; l’apatia divenne comune; in
alcuni, inoltre, i disturbi emozionali divennero così
gravi da poter parlare di “nevrosi da semidigiuno”.
Il Minnesota Multiphasic Personality Inventory noto questionario che studia la personalità - rilevò
che durante la restrizione calorica si era verificato
un incremento di depressione, isteria e ipocondria,
la cosiddetta “triade nevrotica”, comunemente osservata in individui nevrotici. Queste aberrazioni
emotive non svanirono immediatamente durante
la riabilitazione, ma persistettero per parecchie settimane. Durante la restrizione calorica, inoltre, due
volontari svilupparono disturbi di proporzioni psicotiche, e uno dei due si tagliò tre dita delle mani
in risposta alla sua angoscia; altri invece la sopportarono bene anche dal punto di vista psicologico.
Emozioni e Cibo
Effetti sociali
La restrizione calorica determinò nei volontari
cambiamenti nelle relazioni sociali, quali una minore capacità di socializzazione e un maggiore isolamento. L’umore generale subì un peggioramento, il cameratismo diminuì marcatamente, mentre
crebbe il senso di inadeguatezza sociale. Inoltre, i
partecipanti all’esperimento riferirono una marcata
diminuzione dell’interesse sessuale, della masturbazione e delle fantasie erotiche; gli impulsi sessuali cessarono o diventarono meno comuni.
Effetti fisici
Dopo sei mesi di restrizione alimentare calorica,
i partecipanti presentarono varie modificazioni
fisiche tra cui: vaghi dolori addominali, digestione lenta e difficile, disturbi del sonno, vertigini,
mal di testa, ipersensibilità alla luce e al rumore,
riduzione della forza, edema, perdita di capelli, diminuita tolleranza al freddo, mani e piedi freddi,
disturbi della visione (macchie nel campo visivo
e difficoltà nella focalizzazione delle immagini),
disturbi dell’udito (ronzii) e parestesie. Si verificò
una riduzione della temperatura e del metabolismo basale, oltre che della frequenza cardiaca e
respiratoria, che alla fine dello studio si avvicinò
addirittura al 40% della norma. Durante la riabilitazione il metabolismo basale aumentò in maniera
proporzionale all’aumento delle calorie ingerite.
Dopo la fase di perdita di peso di almeno il 25%
del peso corporeo iniziale, i partecipanti furono
sottoposti a molti mesi di rialimentazione che li
fece tornare mediamente al loro peso originale, accresciuto del 10%; ma poi gradualmente ritornarono ai livelli di peso che avevano prima dell’esperimento. Tale risultato dimostra che il corpo non
è semplicemente “riprogrammabile” a un peso più
basso dopo un periodo di dimagramento e che la
restrizione alimentare sperimentale dei volontari
non riuscì a vincere la forte propensione dei loro
corpi a ritornare al loro livello di peso di partenza.
9
Commenti dai partecipanti
all’esperimento
Nel 2003-2004, 18 dei 36 partecipanti all’esperimento erano ancora vivi e furono intervistati da
ricercatori della The Johns Hopkins School of
Medicine di Baltimora (Kalm and Semba 2005).
I partecipanti all’epoca dell’intervista avevano più
di 80 anni e parlarono appassionatamente quando fu chiesto loro quali fossero stati i motivi della
scelta di essere obiettori di coscienza e di partecipare all’esperimento. Sebbene i dati dello studio
siano stati riportati in modo dettagliato nel libro
The Biology of Human Starvation, i partecipanti
fornirono un quadro più vivo della loro vita giornaliera durante l’esperimento (Kalm and Semba
2005). Dopo un iniziale entusiasmo, gli intervistati riportarono di aver avuto profondi cambiamenti
nella loro personalità. Diventarono più irritabili e
impazienti l’uno con l’altro, iniziarono a soffrire
gli effetti fisici della deprivazione alimentare, un
aumento dell’introversione, minore energia, vertigini, estrema stanchezza, intolleranza al freddo,
dolori muscolari, perdita di capelli, diminuzione
della coordinazione, tintinnii alle orecchie e scarsa
concentrazione. Il cibo divenne un’ossessione per
tutti i partecipanti, gli intervistati confermarono
di avere perso l’interesse verso l’altro sesso. Nonostante queste difficoltà, gli intervistati affermarono
di aver mantenuto la determinazione a continuare
lo studio per motivi religiosi, per la loro forza di
volontà e disciplina (Kalm and Semba 2005).
Per alcuni uomini intervistati, il periodo di riabilitazione fu considerato quello più difficile dell’intero
esperimento. I sintomi di vertigine e apatia furono
i primi a scomparire, mentre la sensazione di stanchezza, perdita dell’appetito sessuale e debolezza
impiegarono molto più tempo a regredire. In generale, gli intervistati riportarono di non essere in grado di ritornare alle loro abituali occupazioni dopo
la fine dei tre mesi di riabilitazione nutrizionale.
Molti ebbero episodi di alimentazione in eccesso
e divennero obesi. Gli intervistati stimarono che il
tempo per raggiungere un pieno recupero variò da
due mesi a due anni (Kalm and Semba 2005). Comunque, nessuno degli intervistati riportò di aver
avuto effetti negativi sulla salute in conseguenza
dell’esperimento (Kalm and Semba 2005).
10
Emozioni e Cibo
Sintomi da digiuno nei disturbi
dell’alimentazione
Il Minnesota study ha avuto un ruolo fondamentale nel migliorare la nostra comprensione dei disturbi dell’alimentazione perché molti sintomi osservati nei volontari sono simili a quelli riferiti dai
pazienti sottopeso con disturbi dell’alimentazione.
Purtroppo, fino ad ora, nessuno studio ha valutato sistematicamente la prevalenza dei sintomi da
digiuno nelle persone affette da disturbi dell’alimentazione. La Tabella 2 riporta la prevalenza dei
sintomi da digiuno negli ultimi 28 giorni in 50
pazienti con anoressia nervosa consecutivamente
valutati all’inizio del trattamento presso l’Unità di
Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa
Garda. Circa il 90% dei pazienti ha riportato preoccupazioni per il cibo e l’alimentazione e l’82%
irritabilità. Altri sintomi riportati dal 50% dei pazienti sono l’ansia, la depressione, i cambiamenti
del tono dell’umore, i disturbi del sonno, l’isolamento sociale, la debolezza, i sintomi gastrointestinali, l’intolleranza al freddo, il danneggiamento
della concentrazione, l’apatia e l’aumento del senso
di pienezza.
Interazione dei sintomi
da digiuno con la
psicopatologia dei disturbi
dell’alimentazione
I sintomi da digiuno negli individui senza disturbi
dell’alimentazione hanno la funzione positiva di
focalizzare l’attenzione primariamente sulla ricerca
del cibo e di prolungare l’esistenza attraverso una
riduzione del metabolismo basale. Questo, però,
non accade nelle persone affette da disturbi dell’alimentazione. Due studi recenti (Shafran et al.,
2003; Dalle Grave et al., 2007) hanno evidenziato
che gli effetti del sottopeso e della restrizione calorica non si limitano solo a mantenere dei sintomi
fisici e psicosociali che ostacolano il raggiungimento di un normale funzionamento psicologico, ma
svolgono anche un ruolo importante nel mantenere l’individuo bloccato nello stato mentale del
disturbo dell’alimentazione attraverso un incre-
Tabella 2. Prevalenza dei sintomi da digiuno negli
ultimi 28 giorni riportati da 50 pazienti consecutivi
con anoressia nervosa (IMC medio 15,3 – range
11,7–17,4)
SintomiPercentuale
Preoccupazione per il cibo e l’alimentazione
90
Irritabilità
82
Ansia
78
Depressione
76
Sbalzi del tono dell’umore
66
Disturbi del sonno
66
Isolamento sociale
56
Debolezza
56
Sintomi gastrointestinali
56
Intolleranza al freddo
56
Danneggiamento della concentrazione
54
Apatia
50
Aumento del senso di sazietà
50
Bassa temperatura corporea
38
Mangiare molto lentamente
38
Riduzione dell’interesse sessuale
38
Aumento del senso di pienezza
36
Aumento del senso di fame
32
Tagliare il cibo in piccoli pezzi
30
Collezionare libri di cucina e ricetta
28
Incrementare il consumo di caffè o tè o spezie 28
Cambiamenti della personalità
28
Accumulare cibo
24
Mangiare cibo bollente
24
Intolleranza ai rumori
22
Formicolii
20
Edema alle gambe
18
Abbuffate
16
Intolleranza alla luce
16
Sentire delle voci in testa
4
Allucinazioni
0
11
Emozioni e Cibo
mento della necessità di controllare l’alimentazione (Figura 1). Alcuni sintomi da digiuno, come la
fame o il precoce senso di pienezza, interagendo
con la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione sono, infatti, interpretati come minaccia al
controllo alimentare (es. la fame) o come fallimento del controllo alimentare (es. il precoce senso di
pienezza). Ciò fa sì che l’individuo incrementi il
controllo dell’alimentazione e i livelli di restrizione
dietetica.
Nella Tabella 3 sono riportati alcuni meccanismi
potenziali attraverso cui alcuni sintomi da digiuno
specifici sembrano mantenere il disturbo dell’alimentazione aumentando la necessità di controllare
l’alimentazione.
Implicazioni cliniche
La conoscenza dei sintomi da digiuno e di come
interagiscono con la psicopatologia dei disturbi
dell’alimentazione ha importanti implicazioni sia
per la comprensione sia per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione (Tabella 4).
I clinici dovrebbero essere informati che molti sintomi riportati dai pazienti con anoressia nervosa
sono secondari alla restrizione calorica e al sottopeso e non sono l’espressione della psicopatologia
del disturbo dell’alimentazione. Questi sintomi
non si limitano al cibo e al peso, ma si estendono
potenzialmente a tutte le aree di funzionamento
sociale e psicologico. Dato che molti sintomi postulati come causa dei disturbi dell’alimentazione
sono in realtà secondari alla restrizione calorica e al
sottopeso, i clinici dovrebbero essere consapevoli
che un’accurata valutazione della personalità e del
funzionamento psicologico dei pazienti sottopeso
con disturbi dell’alimentazione può essere effettuata solo dopo la completa normalizzazione del peso
corporeo (Garner 1998).
I pazienti dovrebbero essere educati sui sintomi
da digiuno e sul Minnesota study (Garner 1997;
Garner et al. 1997). Questa raccomandazione si
basa sulle assunzioni che i pazienti con disturbi dell’alimentazione hanno spesso informazioni
scorrette sulle cause dei loro sintomi e tendono
a ridurre gli sforzi di mantenere un sottopeso se
sono informati sui meccanismi che mantengono il
loro disturbo (Garner 1998). I pazienti dovrebbero
Eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo
e del controllo dell’alimentazione
Dieta ferrea
Sottopeso
Aumentano la necessità
di controllare
l’alimentazione
Sindrome da
denutrizione
Figura 1. L’interpretazione dei sintomi della sindrome da denutrizione aumenta la necessità di controllare l’alimentazione nelle persone con eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo
12
Emozioni e Cibo
Tabella 3. Meccanismi potenziali attraverso cui
alcuni sintomi da digiuno sembrano mantenere il
disturbo dell’alimentazione aumentando la necessità di controllare l’alimentazione
•
•
•
•
•
•
•
•
Ansia: da una parte può portare a utilizzare il
controllo dell’alimentazione, del peso e della
forma del corpo per ridurre i sintomi d’ansia,
dall’altra può favorire le abbuffate.
Deficit di concentrazione: può minacciare il
senso di autocontrollo dell’individuo.
Depressione: peggiorando l’autostima, favorisce l’uso del controllo dell’alimentazione, del
peso e della forma del corpo come mezzi di
autovalutazione.
Fame: è interpretata come minaccia al controllo alimentare.
Isolamento sociale: da una parte impedisce
lo sviluppo di relazioni positive che possono
migliorare l’autostima, dall’altra favorisce l’uso
dell’alimentazione, del peso e della forma del
corpo come mezzi principali per valutare se
stessi.
Precoce senso di pienezza: è interpretato
come un fallimento dell’autocontrollo.
Rallentamento perdita di peso: può essere
vissuto come un segno di perdita di controllo
e può essere affrontato restringendo ulteriormente la dieta e utilizzando altri comportamenti non salutari di controllo del peso.
Tendenza ad abbuffarsi: aumenta l’intensità
del controllo alimentare.
essere anche aiutati a modificare la loro interpretazione disfunzionale dei sintomi da digiuno, poiché
tendono a interpretarli in modo positivo e come
segno di essere in controllo (Shafran et al. 2003;
Fairburn et al. 1999). Infine, i pazienti dovrebbero essere aiutati a raggiungere un peso corporeo
salutare, poiché il mantenimento della restrizione
calorica e del sottopeso sono potenti meccanismi
di mantenimento della psicopatologia del loro
disturbo dell’alimentazione (Fairburn 2008). Per
raggiungere questi due obiettivi sono disponibili
sia materiale educativo sui sintomi da digiuno per i
pazienti (Dalle Grave, 2012; Garner 1997) sia manuali per i clinici che descrivono le procedure e le
strategie per affrontare i sottopeso e la restrizione
dietetica calorica nei pazienti con disturbi dell’alimentazione (Dalle Grave, 2012; Fairburn 2010).
Tabella 4. Implicazioni cliniche dei sintomi da digiuno
Visione tradizionale
• È necessaria la normalizzazione del peso e
dell’alimentazione per eseguire una valutazione affidabile della personalità e delle problematiche psicologiche coesistenti nei pazienti
affetti da disturbi dell’alimentazione
• È necessario il recupero del peso per eseguire
una psicoterapia efficace nei pazienti con disturbi dell’alimentazione
Visione moderna
• I sintomi da digiuno, interagendo con la psicopatologia specifica dei disturbi dell’alimentazione, aumentano la necessità di controllo
dell’alimentazione
• I pazienti devono essere educati sui sintomi da
digiuno ed essere aiutati a interpretarli in modo
funzionale.
Referenze
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manual of mental disorders 4th ed. Washington, D.C: American
Psychiatric Association; 1994.
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Shafran R, Fairburn CG, Nelson L & Robinson PH. Behav Res
Ther. 2003 41:887-94.
notizie dall’asl to3
il trattamento del disturbo
da alimentazione
incontrollata nell’ottica della
patologia delle dipendenze
a cura di Barbara Mattiazzi1, Brunella Ruffa2,
Antonella Scarpinato3, Claudia Zuffellato4 e Paolo Jarre5
1 Educatrice Professionale Referente Modulo DAI Servizio Spazio Altrove ASL TO3
2 Psicologa, Psicoterapeuta Responsabile CBT Modulo DAI Servizio Spazio Altrove ASL TO3
3 Medico, Dirigente Responsabile Struttura ambulatoriale Rivoli SC SerT “Dora Riparia” ASL TO3
4 Psicologa, Psicoterapeuta, Dirigente Responsabile Struttura Spazio Altrove ASL TO3
5 Medico, Direttore Dipartimento “Patologia delle dipendenze” ASL TO 3
[email protected]
Collegno (TO) Viale Martiri XXX Aprile 30, 10093 - Tel +390114017077
Il Dipartimento “Patologia delle dipendenze” dell’ASL TO3, individua come propria mission “quella
di presidiare nel territorio dell’ASL TO3 - Piemonte
l’area dei disturbi additivi correlati a: (1) consumo
problematico di sostanze psicoattive legali e illegali
(2) incremento problematico degli appetiti fisiologici (cibo, sessualità, relazioni affettive) (3) consumi problematici additivi sine substantia”.
Con il progetto “Meno ma più”, attivo dal febbraio
2010, il Dipartimento ha dato concreta attuazione
alle indicazioni della programmazione strategica,
dando avvio ad un percorso trattamentale per l’alterazione degli appetiti, nel servizio “Spazio Altrove”.
Il presupposto di base è che in alcune persone,
questi appetiti, in origine “fisiologici” in quanto
regolati da meccanismi omeostatici, si modifichino
verso una dimensione di eccesso per il malfunzionamento dei sistemi regolatori e di conseguenza
diventino egodistonici; molti autori (Carnes 1983,
Goodman 1998, Lowinson 2004, Orford J. 2001,
Valleur e Matysiak 2006) concordano nel ritenere alcune caratteristiche di questa trasformazione
aumentativa sovrapponibili a quelle dell’addiction.
Per quanto riguarda il cibo, il disturbo a cui ci riferiamo è il Disturbo da Alimentazione Incontrollata
(di seguito indicato come DAI), definito recentemente da Davis e Carter (2009) come disordine
additivo. La caratteristica principale del disturbo
è rappresentata dalle abbuffate, intese come l’assunzione in un tempo limitato (alcune ore) di
14
Emozioni e Cibo
una quantità di cibo significativamente superiore
a quella che sarebbe assunta dalla maggior parte
degli individui, con la perdita di controllo sull’alimentazione. La persona avverte un senso di incapacità ed impossibilità di controllare il proprio
comportamento alimentare, fintanto che la compulsione a mangiare assume le caratteristiche proprie della dipendenza da sostanze psicoattive.
Anche a livello neurobiologico, si è osservato che
il meccanismo di base della dipendenza è lo stesso: l’interessamento della via cortico-mesolimbica,
che connette la memoria con i centri del piacere
e della gratificazione, in modo che l’individuo sia
portato a ripetere le esperienze piacevoli (come il
sesso o il cibo e alcuni cibi in particolare). Quando
l’accumulo di dopamina nel Nucleo Accumbens è
eccessivo, il desiderio diventa ossessione e le sensazioni piacevoli derivanti dall’assunzione di cibo
come delle droghe, diventano prioritarie rispetto
all’attenzione alle conseguenze sulla salute. Inoltre,
lo stato emotivo e l’umore sono regolati dall’equilibrio di un certo numero di neurotrasmettitori,
quali la serotonina e le beta-endorfine, fortemente influenzati dall’assunzione degli zuccheri. Un
pasto di carboidrati o l’assunzione diretta di zucchero associati ad un basso consumo di proteine,
determina un aumento della sintesi di serotonina
e quindi una decisa azione rilassante e antidepressiva. Gli effetti positivi sull’umore, determinati
dall’ingestione di zuccheri, sono immediati e a breve durata; questo può portare, in soggetti sensibili,
ad un’assuefazione ai carboidrati e alla condizione
di “craving da carboidrati” (Christensen,1993).
Il trattamento che “Spazio Altrove” propone è un
percorso breve ma intensivo, che si articola in
un’intera giornata fissa alla settimana, per dieci
settimane. Il trattamento avviene in gruppi chiusi,
ai quali si accede dopo un breve percorso di accoglienza e valutazione diagnostica.
I percorsi di cura proposti mirano a condurre le
persone a percepire come meno “schiacciante” e
invalidante la propria vulnerabilità, la propria condizione, il proprio “peso”, sia in senso letterale che
metaforico, a sostenere la persona nell’affrontare la
sofferenza e nell’aiutarla a trovare soluzioni possibili da mettere in atto. Sentirsi ascoltati e contenuti
da un operatore e poter condividere il “peso” del
problema con altri in un contesto terapeutico di
gruppo, possono rappresentare un primo momento di “alleggerimento”.
L’intervento complessivo conduce al raggiungimento di una più compiuta “padronanza” di sé:
fornisce una maggiore conoscenza del proprio funzionamento, rinforza nell’uso di strumenti e strategie per affrontare l’addiction e restituisce un’accresciuta fiducia nelle proprie capacità.
In questo quadro, il lavoro svolto presso Spazio Altrove non si configura come una “presa in carico”
globale, ma come un intervento specialistico integrativo di un più lungo e consistente programma
“di fondo” svolto presso il Servizio inviante, ove
presente, o da proseguire presso il Servizio di base
che abbia la responsabilità complessiva della salute
della persona; quindi un percorso che ha un “prima” e un “dopo” ma anche un “mentre”, durante il
quale si interagisce con l’inviante.
Le metodologie e gli strumenti utilizzati nei lavori di gruppo attingono alle esperienze maturate
nell’ambito del lavoro educativo, svolto in contesti semiresidenziali con pazienti tossicodipendenti
e alcolisti, e in parte al confronto con quanto la
letteratura definisce maggiormente efficace nell’approccio al disturbo da alimentazione incontrollata.
L’equipe di lavoro si è formata secondo il modello della terapia cognitivo comportamentale (CBT)
ed ha adattato la metodologia (Dalle Grave, 2001)
studiata per il DAI in condizione di obesità in un
contesto di gruppo in regime semiresidenziale. L’ha
inoltre integrato con alcune tecniche espressive e
sistemiche. Particolare attenzione viene posta al
corpo con 4 incontri di attività motoria con l’obiettivo di promuovere uno stile di vita attivo e
mantenere l’interazione fra le persone e l’ambiente,
permettendo loro di vivere una vita sana dal punto
di vista bio-psico-sociale.
La “giornata tipo” del trattamento prevede la frequenza a “Spazio Altrove” dalle ore 9.00 alle 17.00
e si snoda attorno ai due momenti forti delle attività di gruppo del mattino e del pomeriggio. Ogni
giornata si apre con la verifica dei compiti assegnati e svolti a casa nel corso della settimana e prevede
il pasto consumato insieme in struttura.
Il tema conduttore che caratterizza le prime tre
giornate di trattamento è la costruzione di legami
tra i pazienti e gli operatori e tra i componenti del
gruppo: relazioni che costituiscono il prerequisito
Emozioni e Cibo
di base allo stabilirsi del clima di fiducia, indispensabile al lavoro terapeutico.
Con la CBT ci si dedica, in questa fase, alla definizione degli obiettivi, al diario alimentare, alla bilancia motivazionale dei vantaggi e degli svantaggi
del sintomo ed alla pianificazione dei pasti.
La parte centrale del trattamento (dal quarto al settimo incontro) rappresenta il “cuore” dell’intervento poiché è volta ad aumentare la consapevolezza
di sé e dei propri nodi problematici e a fornire ai
pazienti gli strumenti di controllo del sintomo.
Si individuano i meccanismi di mantenimento
dell’abbuffata mediante la formulazione, gli stimoli
ad alto rischio e le strategie di fronteggiamento.
Le attività delle ultime tre giornate sono finalizzate
alla conclusione del percorso effettuato. Maggiore
attenzione è posta agli aspetti legati all’autostima e
all’autoefficacia nel controllo del comportamento
di addiction; si verificano gli obiettivi raggiunti e si
predispone una carta di risposta per le situazioni a
rischio. Sempre in quest’ultima fase, si lavora con
il paziente e il gruppo all’elaborazione del distacco
e della separazione.
Alla fine del percorso sono previsti tre incontri di
follow-up di gruppo e di rinforzo motivazionale
(dopo 1 mese, dopo 4 e dopo 9 mesi dal termine).
Dopo questo primo anno di attività abbiamo raccolto i dati clinici, relativi alle presenze e ai tassi di
abbandono durante le dieci settimane: da marzo
Bacheca
Tom
ma
so
Sofia
2010 a novembre 2011 sono state trattate 70 persone in 9 percorsi, i drop out si sono attestati intorno al 9% e sono avvenuti tra la prima e la seconda
giornata di trattamento.
Dopo questo primo anno di sperimentazione, molto soddisfacente per la ritenzione in trattamento,
è stata avviata la valutazione sugli esiti del trattamento a dieci settimane e ad un anno.
Riferimenti bibliografici
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Christensen L., Effects of eating behavior on mood: a review of
the literature. Int J Eat Disord 1993; 14:171-83.
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disorder. A review of theory and evidence, in Appetite. 2009
Aug;53(1):1-8.
Goodman A. (1998), Sexual addiction an integrated approch,
Madison: International Universities Press, (trad. it. La dipendenza sessuale, un approccio integrato, Roma: Astrolabio,
2005).
Lowinson, J. H., Ruiz, P., Millman, R. B., & Langrod, J. G.
(2004). Substance abuse. Lippincott: Williams & Wilkins.
Orford J., Addiction as excessive appetite in Addiction, 2001
Jan; 96(1):15-31.
Valleur M., Matysiak J.C., (2006) Les pathologies de l’excès :
Drogue, alcool, jeux, sexe... Les dérives de nos passions, Paris:
JC Lattes
Queste sono le cose
che rendono
magico il Natale…
…pace, gioia e serenità
Buon Natale e
Felice Anno Nuovo
dallo staff AIDAP
Congratulazioni
alla Dott.ssa Maria Grazia Rubeo
AIDAP Roma
15
16
Emozioni e Cibo
workshop 2011
a cura di Angela Di Canio, AIDAP Verona
THE BODY PROJECT: PROMOTING BODY
ACCEPTANCE AND PREVENTING EATING
DISORDERS - FACILITATOR GUIDE
Verona, 4 novembre 2011
Resoconto dell’evento
Anche quest’anno i numerosi impegni non hanno
impedito la realizzazione di una giornata di formazione internazionale, dal titolo: “The Body Project:
Promoting Body Acceptance and Preventing Eating
Disorders. Facilitator Guide”.
Nel corso di questa giornata è stato descritto un
nuovo e alternativo approccio nella prevenzione
dei Disturbi dell’Alimentazione (DA) in grado di
determinare un cambiamento attitudinale e comportamentale.
Ospite d’onore e relatore il professor Eric Stice,
ricercatore senior presso l’Università del Texas ad
Austin e dell’Oregon Research, che ha descritto
con molta cura il programma di accettazione del
corpo e prevenzione dei DA, basato su 16 anni di
ricerca e portato a termine da più di 1000 adolescenti e giovani donne.
“Progetto Corpo” è l’unico programma disponibile
per la prevenzione dei disturbi dell’alimentazione
che abbia ricevuto un ampio consenso dalla ricerca
scientifica.
Nella prima parte la relazione di Stice si è focalizzata su una revisione meta-analitica di 66 trials e
51 programmi di prevenzione evidenziando come
la riduzione significativa del rischio futuro d’insorgenza dei DA è stata riscontrata nell’applicazione
di soli due programmi (4%). Questo dato suggerisce che nonostante i progressi c’è ancora molta
strada da percorrere per migliorare i programmi di
prevenzione.
L’analisi della letteratura scientifica è proseguita
evidenziando come i programmi risultati efficaci
nella riduzione dei sintomi DA si siano focalizzati
principalmente su due fattori di rischio: l’insoddisfazione corporea e la pressione socio-culturale
alla magrezza.
Prendendo in considerazione alcuni fattori di moderazione, è emerso che i programmi di maggior
efficacia presentano le seguenti caratteristiche:
1. sono focalizzati su gruppi ad alto rischio rispetto ai programmi di prevenzione universale;
2. prevedono la partecipazione di sole donne con
età superiore a 15 anni;
3. utilizzano uno stile di conduzione interattivo e
non didattico;
4.includono sessioni multiple piuttosto che singole;
5. sono condotti da professionisti;
6. si focalizzano sull’accettazione del corpo;
7.utilizzano l’induzione della dissonanza cognitiva per modificare le attitudini e i comportamenti;
8. si basano su un contenuto psico-educativo;
9.prevedono un periodo di follow-up più breve
(quest’ultimo è tuttavia un artefatto, perché è
più facile ottenere risultati con follow-up più
brevi).
Focalizzandosi sui fattori di rischio che predicono
l’insorgenza futura di disturbi dell’alimentazione,
Stice e il suo gruppo hanno sviluppato un programma basato sulla teoria della dissonanza cognitiva e finalizzato alla riduzione del principale
moderatore nei DA: l’interiorizzazione dell’ideale
di magrezza.
Emozioni e Cibo
La teoria della dissonanza cognitiva si basa sul concetto di far assumere alle partecipanti una posizione contro-attitudinale con l’obiettivo di indurre
una dissonanza cognitiva (uno stato di incoerenza
cognitiva). Lo stato di incoerenza cognitiva può,
quindi, determinare una riduzione dell’intensità
di adesione all’ideale di magrezza, dell’insoddisfazione corporea, degli stati d’animo negativi, delle
diete e dei sintomi dei DA.
Partendo dallo studio di Green et al. condotto nel
2005 (in cui i risultati hanno mostrato una maggiore riduzione di sintomi DA nei partecipanti
allocati nell’intervento ad elevata dissonanza al
post-test, rispetto ai partecipanti che hanno portato a termine l’intervento di bassa dissonanza), Stice ha ideato un intervento di dissonanza cognitiva
potenziata-migliorata, che prevede compiti a casa
più difficili, un incremento della visibilità pubblica dell’intervento attraverso videoregistrazioni e
il coinvolgimento attivo dei partecipanti, ai quali
viene chiesto di sottolineare la natura volontaria di
adesione all’intervento.
Il programma di dissonanza è stato, quindi, testato
in tre trials di efficacia condotti in laboratorio e da
un trial di efficacia che ha visto coinvolte 481 studentesse di età compresa tra 14 e 19 anni (età media 17 anni) con insoddisfazione corporea e che frequentavano le scuole medie superiori o l’università.
L’analisi dei dati ha mostrato una riduzione significativa dei sintomi DA a un anno, nei gruppi che
avevano ricevuto gli interventi rispetto a chi ha
17
ricevuto un solo assessment. Inoltre, l’applicazione del programma di dissonanza cognitiva aveva
determinato una riduzione del mediatore - interiorizzazione dell’ideale di magrezza - che si correlava
positivamente alla diminuzione dei punteggi all’insoddisfazione corporea, dieta, emozioni negative,
sintomi da DA e danno psicosociale, anche a due/
tre anni di follow-up.
I risultati ottenuti sottolineano che l’applicazione
del programma di dissonanza riesce a prevenire
l’insorgenza di casi di patologie alimentari del 6061% rispetto ai controlli in un arco temporale di
tre anni.
Siamo di fronte al primo programma in assoluto
che ha ottenuto risultati di questo genere e che
può essere somministrato con efficacia da operatori della salute del mondo reale, quali medici,
psicologi, dietiste, educatori, consulenti scolastici,
infermieri, insegnanti e peer-leader dopo una formazione specifica.
Stice, inoltre, ha illustrato un nuovo programma
di “Progetto Corpo Internet (I)”, che consiste nella
pubblicazione on-line di lettere contro-attitudinali
volte a contrastare l’ideale di magrezza su un sito
interattivo. Questo programma ha ottenuto risultati superiori a quelli di altri interventi effettuati
attraverso brochure o in video e non ha differenze
significative con l’intervento condotto in gruppo.
Successivamente Stice è passato alla descrizione
delle quattro sessioni del “Progetto Corpo”, che
prevedono di guidare ragazze adolescenti e giovani
18
Emozioni e Cibo
Il Dott. Dalle Grave (a sinistra) consegna la targa
“Socio Onorario AIDAP” al Prof. Stice (a destra)
donne a criticare volontariamente l’ideale di magrezza attraverso l’applicazione di esercizi verbali,
scritti e comportamentali al fine di favorire l’accettazione corporea.
Gli obiettivi della sessione I sono: fornire un razionale sull’intervento; sottolineare verbalmente l’impegno volontario ad aderire al programma; coinvolgere le partecipanti nella definizione collettiva
dell’ideale di magrezza; discussione critica dell’ideale di magrezza; condurre, attraverso il dialogo socratico, le ragazze, a individuare i costi nel perseguire l’ideale di magrezza. Gli ultimi due minuti della
sessione sono dedicati all’assegnazione di compiti a
casa che prevedono la stesura di una lettera controattitudinale indirizzata a giovani ragazze sui costi
associati nel perseguire l’ideale della magrezza e un
esercizio di autoaffermazione, in cui si chiede di individuare 10 aspetti positivi della propria immagine
corporea ma anche del carattere.
La sessione II prevede di rinforzare verbalmente
l’impegno volontario di ciascuna partecipante di
aderire al programma e la revisione dei compiti.
Elemento centrale è il role playing contro-attitudinale, in cui il facilitatore indossa i panni di una
ragazza ossessionata dall’ideale di magrezza e invita
ciascuna partecipante a sfidare l’ideale di magrezza.
Negli ultimi 3 minuti vengono assegnati due compiti: riportare cinque esempi di esperienza di vita in
cui è stata subita la pressione sociale a essere magre
e individuare alcune sfide verbali per affrontarla;
scrivere una lista di 10 cose – Lista Top-10, che si
potrebbero fare per contrastare l’ideale di magrezza.
La sessione III, dopo un breve rinforzo verbale alla
responsabilizzazione viene proposto un role playing
contro-attitudinale volto a sviluppare affermazioni
assertive contro l’ideale di magrezza e la revisione
dei motivi per cui le partecipanti hanno deciso di
iscriversi al programma. La terza sessione si conclude con l’assegnazione di due compiti: ingaggiarsi
in una sfida comportamentale che disconfermi la
preoccupazione per il corpo (per esempio indossare pantaloncini corti); impegnarsi in un compito
di attivismo corporeo che consiste nel fare almeno
una delle cose identificate nella Lista Top-10.
Nella IV sessione le partecipanti sono incoraggiate a sfidare le preoccupazioni relative a future
pressioni all’essere magre e a discutere le potenziali difficoltà che si possono incontrare nel resistere all’ideale di magrezza. Per raggiungere questo obiettivo vengono coinvolte in un role playing
contro-attitudinale per sfidare opinioni sulla dieta
e sull’essere grasse. Cruciale è coinvolgere le ragazze nel mantenere alto il loro impegno a parlare del
proprio corpo in maniera positiva. L’intervento si
conclude con l’assegnazione degli ultimi due compiti: scrivere una lettera a una giovane adolescente
per aiutarla a evitare di sviluppare preoccupazioni
per l’immagine corporea e eseguire esercizi continui di autoaffermazione volti a promuovere l’accettazione della propria immagine corporea.
Il pomeriggio è proseguito con la visione di alcune
videoregistrazioni tratte dall’esperienza di conduzione dell’intervento dalle quali sono emersi suggerimenti utili e le difficoltà che i facilitatori potrebbero incontrare.
La giornata si è conclusa con diversi interrogativi
che hanno aperto riflessioni e acceso la speranza in
sviluppi futuri.
- “Progetto Corpo” potrebbe risultare efficace anche nella prevenzione delle ricadute nei DA?
- Quali interventi negli adolescenti con età inferiore ai 14 anni potrebbero risultare efficaci?
- Quali interventi si potrebbero individuare per
popolazioni di genere maschile?
La strada percorsa da Stice ha certamente aperto
nuove prospettive, ma c’è ancora un ampio margine di miglioramento perché si possano esplorare
territori non ancora calpestati.
Buon lavoro a tutti!
Emozioni e Cibo
19
news aidap
a cura di Annachiara Manganotti (nella foto) e Elettra Pasqualoni, AIDAP Verona
al via il nuovo regolamento
per le etichette nutrizionali
L’Italia si allinea all’Unione europea per quanto riguarda la sicurezza degli alimenti; con il nuovo regolamento, pubblicato martedì 22 novembre nella
Gazzetta Ufficiale, si va a sostituire la vecchia direttiva varata nel 1979. La normativa prevede l’obbligo
di indicare informazioni nutrizionali fondamentali,
affinché venga garantita al cittadino la sicurezza
necessaria nei confronti degli alimenti che intende
consumare. Obiettivo finale è consentire al consumatore di compiere scelte consapevoli in relazione
ai cibi che compera e di prevenire qualunque pratica in grado di indurlo in errore. Per questo motivo
si può affermare che con questo nuovo regolamento viene alzato il livello di tutela del consumatore.
Punti chiave su cui si basa la normativa:
è Obbligo di indicare sulle etichette altre informazioni nutrizionali rispetto a quelle solitamente segnate; gli alimenti confezionati devono avere una tabella nutrizionale con sette
elementi riferiti a 100gr o a 100 ml di prodotto
e, se necessario, ammettere indicazioni supplementari relative alle porzioni o alle unità di
consumo. Questi elementi sono: valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Il contenuto nutrizionale
obbligatorio può essere integrato con l’indicazione di acidi grassi monoinsaturi, polinsaturi,
amido, fibre, sali minerali o le vitamine.
è Cambiano le dimensioni dell’etichetta,
verrà ingrandita la dimensione minima delle
etichette in modo da renderle più leggibili; le
diciture riportate sulle etichette dovranno essere non inferiori a 1,2 mm, o non inferiori a
0,9 mm se la confezione del prodotto è particolarmente ridotta.
è Divieto di fornire informazioni fuorvianti: le
informazioni nutrizionali fornite dovrebbero
essere semplici e facilmente comprensibili.
Viene pertanto imposta un’etichettatura dei
prodotti alimentari chiara, comprensibile e
soprattutto leggibile. Per essere efficace, tale
divieto dovrebbe essere applicato anche alla
pubblicità e alla presentazione degli alimenti.
è Obbligo di presenza della data di scadenza
anche sui prodotti confezionati singolarmente,
quindi oltre che sulla scatola anche sull’incarto
interno del cibo.
è Obbligo di indicare l’eventuale presenza di allergeni, i quali devono essere evidenziati nella
lista degli ingredienti mediante accorgimenti
grafici, come per esempio grassetto o un colore diverso.
20
Emozioni e Cibo
è Obbligo per tutte le carni di segnalarne la provenienza o il Paese di origine. Il vincolo precedentemente era imposto solo per le carni bovine (conseguenza della crisi dell’encefalopatia
spongiforme bovina), adesso lo stesso principio
varrà per le carni suine, avicole, ovicaprine e il
pollame. Questo provvedimento permetterà di
risalire a ritroso lungo tutta la filiera alimentare.
è Obbligo verso gli alimenti congelati o surgelati
venduti scongelati, i quali devono riportare la
dicitura “scongelato” in etichetta; verso i salumi insaccati, che devono indicare quando il
loro involucro non è commestibile e verso la
scritta “oli e grassi”, che deve essere accompagnata dall’indicazione del tipo di olio o grasso
utilizzato (es. soia, palma, arachide…).
Rimangono esclusi dalle nuove norme le bevande alcoliche, per le quali si dovranno aspettare tre
anni per l’applicazione del requisito riguardante
le informazioni da fornire sugli ingredienti e sulle qualità nutrizionali delle bevande alcoliche; ed
esclusi sono anche gli alimenti pre-incartati dai supermercati, come carni e formaggi o salumi che la
grande distribuzione “porziona”, avvolge nel cellophane e colloca sui banchi di vendita.
Obbligatoriamente in un’etichetta dovranno figurare le seguenti indicazioni:
• denominazione dell’alimento
• elenco degli ingredienti, che comprende tutti
gli ingredienti in ordine decrescente di peso
(sono esclusi gli ortofrutticoli freschi, le acque gassificate; gli aceti di fermentazione
provenienti da un unico prodotto di base;
formaggi, burro, latte e creme di latte fermentati, purché non siano stati aggiunti ingredienti diversi dai prodotti derivati dal latte)
• quantità di taluni ingredienti o categorie di
ingredienti
• quantità netta dell’alimento
• termine minimo di conservazione o la data di
scadenza
• condizioni particolari di conservazione
• nome o ragione sociale e indirizzo dell’operatore
• paese di origine o luogo di provenienza
• istruzioni per l’uso (per i casi in cui la loro
omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell’alimento)
• dichiarazione nutrizionale
l regolamento entrerà in vigore venti giorni dopo la
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue e gli Stati europei avranno 3 anni di tempo per adeguarsi
completamente alla nuova normativa.
Dopo l’entrata in vigore della normativa viene garantito un periodo transitorio per dare a tutte le
figure interessate la possibilità di mettersi in regola
nel rispetto del nuovo regolamento proposto. Durante questo periodo transitorio gli alimenti, la cui
etichetta non soddisfa i nuovi requisiti, possono
essere immessi sul mercato prima della scadenza
di questo periodo e possono continuare ad essere
venduti sino ad esaurimento scorte.
Ovviamente AIDAP che da sempre sostiene la necessità di addestrare i consumatori a leggere le tabelle nutrizionali accoglie con soddisfazione questa novità. La conoscenza del contenuto calorico
degli alimenti e il monitoraggio dell’introito calorico sono infatti aspetti chiave per le gestione del
peso per cui i valori nutrizionali e la lista degli ingredienti riportati sulle confezioni possono aiutare
i consumatori ad avere le informazioni necessarie.
non siete un associato aidap e volete ricevere a casa
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Abbonamenti
2012
A nn u n c i o pre l i m inare
21
Emozioni e Cibo
Convegno AIDAP 2012
ESERCIZIO FISICO E DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE
13-14 aprile 2012
Centro Congressi Hotel San Marco, VERONA
Prima giornata
La prima giornata del 13 aprile vedrà coinvolti due illustri terapeuti di fama internazionale – Ron A. Thompson e Roberta
Sherman - direttamente dalla Indiana University USA che presenteranno con la formula International Workshop il loro
famoso programma “Eating Disorders in Sport” . Le relazioni dell’intera giornata saranno tradotte in contemporanea in
lingua italiana.
Seconda giornata
La seconda giornata del 14 aprile avrà come focus lo Sport e l’Esercizio Fisico in rapporto ai Disturbi dell’Alimentazione. Si affronterà il tema dalle diverse angolature (ricerca scientifica, casi clinici ecc.)
9:00-11:00 Esercizio fisico e disturbi dell’alimentazione
Chairman: Carlo Cappelli
- Esercizio fisico compulsivo nei disturbi dell’alimentazione: prevalenza, caratteristiche cliniche associate e
outcome del trattamento (Calugi)
- Valutazione del dispendio energetico nei disturbi dell’alimentazione: misurato versus riferito (El Gouch)
- Fitness fisico prima e dopo la normalizzazione del peso
del corpo nell’anoressia nervosa (Alberti)
- Trattamento cognitivo comportamentale dell’esercizio
fisico eccessivo e compulsivo (Dalle Grave)
11:30-13:00 Disturbi dell’alimentazione nello sport
Chairman: Arianna Banderali
- La triade femminile dell’atlea (Sartirana)
- I mondo sportivo e i disturbi dell’alimentazione nei
maschi: le due faccie della medaglia (Zanetti)
Lettura magistrale
Lo stato della ricerca nei disturbi dell’alimentazione nello
sport (Roberta Sherman & Ron Thompson)
14:30-16:30 Casi clinici
Chairman: Riccardo Dalle Grave
- Trattamento dei disturbi dell’alimentazione negli sportivi di elite: un caso clinico trattato ambulatorialmente
(Sartirana-De Kolitscher)
- Trattamento dei disturbi dell’alimentazione negli
sportivi di elite: un caso clinico trattato con ricovero
(Conti-Todesco)
- Trattamento dei disturbi dell’alimentazione con esercizio fisico eccessivo: un caso clinico trattato ambulatorialmente (Pisano-Pasqualoni)
- Trattamento dei disturbi dell’alimentazione con esercizio
fisico eccessivo: un caso clinico trattato con ricovero
(Marchi-Banderali)
Socio Ordinario AIDAP
Sostenitore Professionista AIDAP
Altre figure - non professionisti (NO ECM)
Altre figure - non professionisti (NO ECM) 1 giornata
Non Socio AIDAP
Euro 170,00
Euro 230,00
Euro 250,00
Euro 100,00
Euro 60,00
Euro 320,00
Le quote sono già comprensive di IVA
Per maggiori informazioni contattare:
Segreteria organizzativa: Positive Press - Gloria Carli - Tel. 045 8103915
E-mail: [email protected] - Siti web: www.aidap.org - www.emozioniecibo.it
Iscrizione dopo il
28/02/2012
Socio Operativo AIDAP
Iscrizione entro il
28/02/2012
Non SOCI
SOCI AIDAP
Quote di partecipazione
Euro 210,00
Euro 270,00
Euro 320,00
Euro 120,00
Euro 80,00
Euro 390,00
22
Emozioni e Cibo
Calendario corsi e convegni 2012
APRILE
Corso di aggiornamento | 18 maggio 2012, VERONA
Business Meeting | 19 maggio 2012, VERONA
Aperto soli ai soci operativi e ordinari AIDAP
Convegno nazionale AIDAP
Esercizio fisico e disturbi dell’alimentazione
13-14 aprile 2012, VERONA
Settembre
Per informazioni: vedi pag. 21
Corso sulla prevenzione
MAGGIO
21-22 settembre 2012, VERONA
Corso annuale teorico-pratico
First Certificate of Professional Training
in Eating Disorders and Obesity
maggio 2012 - marzo 2013, VERONA
Per informazioni: vedi Journal Observer pag. 18
NOVEMBRE
Workshop
CBT obesità | 23-24 novembre 2012, VERONA
Per informazioni potete visitare i siti: www.positivepress.net • www.aidap.org • www.emozioniecibo.it
Come vincere
i disturbi
dell’alimentazione
ISBN 88 8429-060-0
304 pagine
Euro 28,00
prossimamente in libreria
01 Che cos’è
Come Vincere i Disturbi dell’Alimentazione riporta le
conoscenze scientifiche più aggiornate sui disturbi
dell’alimentazione e mette a disposizione del grande
pubblico una guida per i pazienti derivata dalla terapia
cognitivo comportamentale (CBT-E) dei disturbi
dell’alimentazione, il trattamento con maggiore evidenza di
efficacia per la cura della bulimia nervosa, del disturbo da
alimentazione incontrollata e dei disturbi dell’alimentazione
non altrimenti specificati. I risultati derivati da studi eseguiti
in Inghilterra e Italia indicano che la CBT-E è promettente
anche per la cura dell’anoressia nervosa.
02 A chi è rivolto
PP
POSITIVE
PRESS
Il libro può essere usato come supporto alla terapia
specialistica oppure, se non si è gravemente sottopeso,
in forma di auto-aiuto. Le ricerche effettuate negli ultimi
anni suggeriscono che l’auto-aiuto praticato da soli (autoaiuto puro) oppure con il supporto di un terapeuta anche
non specialista che conosce il programma (auto-aiuto
guidato) possono essere sufficienti a risolvere i disturbi
dell’alimentazione di numerose persone affette da disturbi
dell’alimentazione.
23
Emozioni e Cibo
articolo scientifico
a cura di Massimiliano Sartirana, AIDAP Verona (nella foto)
e Simona Calugi, AIDAP Firenze/Empoli
La triade femminile dell’atleta
La partecipazione delle donne a sport è notevolmente aumentata nelle ultime decadi (NCAA,
2003). Indubbiamente il praticare attività fisica ha,
per le donne, numerosi effetti benefici, incluso un
miglioramento dell’immagine corporea, dell’autostima e della salute in generale (Smolak et al.,
2000). Tuttavia, quando lo sport diventa competitivo non sempre è sinonimo di salute. In alcuni casi,
i cambiamenti fisiologici e gli stress nutrizionali generati da un esercizio fisico strenuo possono portare gli atleti al limite tra il benessere e il danno fisico
(Lukaski, 2004). Inoltre, la pressione a mantenere
un basso peso corporeo, tipica di molti sport ad
alto livello, può essere tale da portare un atleta più
vulnerabile a sviluppare un’alimentazione disturbata, che compromette la performance sportiva e la
salute fisica (Panza et al., 2007). L’alimentazione disturbata, insieme all’amenorrea e alla demineralizzazione ossea sono state considerate manifestazioni
cliniche di una più complessa sindrome associata
allo sport e definita “triade femminile dell’atleta”
(Khan et al., 2002; Nattiv et al., 2007).
Scopo dell’articolo è fornire una revisione aggiornata sulla triade femminile dell’atleta e di valutare
quali temi dovranno ancora essere affrontati dalla
ricerca e dai clinici.
La triade femminile dell’atleta
Il termine “triade femminile dell’atleta” è stato
usato per la prima volta nel 1992 per descrivere
un’associazione di amenorrea, osteoporosi e alimentazione disturbata tra le atlete di sesso femminile, in particolar modo atlete partecipanti a sport
come la ginnastica, il balletto e le fondiste (Yeager
et al., 1993). L’American College of Sports Medi-
cine (2007) descrive la triade come un complesso
insieme di interazione tra disponibilità energetica,
stato mestruale e densità mineraria ossea, ognuna
delle quali si presenta lungo un continuum tra la
salute e la patologia (Figura 1).
Deficit energetico
Disturbi mestruali
Amenorrea
Perdita di massa ossea
Osteoporosi
Figura 1. La triade femminile dell’atleta
Le componenti della triade
1. Disponibilità energetica
La disponibilità energetica è definita come la
quantità di energia che rimane quando la spesa energetica dovuta all’esercizio fisico è sottratta
dall’energia assunta attraverso l’alimentazione e aggiustata per la massa corporea magra. La disponibilità energetica può essere ridotta aumentando la
spesa energetica con l’esercizio fisico o diminuendo la quantità dell’introito calorico. Negli sport di
24
Emozioni e Cibo
resistenza questo può avvenire inavvertitamente
(es. una fondista che aumenta la distanza percorsa senza aggiustare il contenuto calorico della sua
dieta) (Horvath et al., 2000; Stubb et al., 2004).
Molti atleti, invece, riducono la disponibilità energetica intenzionalmente per ridurre la quantità di
massa magra e favorire, così, il successo nella prestazione. Alcuni atleti praticano un’alimentazione
disturbata arrivando a mettere in atto comportamenti non salutari di controllo dell’alimentazione
come digiunare, saltare i pasti, vomitare e/o assumere pillole dimagranti, usare in modo improprio
lassativi e diuretici, con l’obiettivo di controllare il
peso e la composizione corporea e/o la prestazione
fisica. Infine, per alcuni atleti, la bassa disponibilità energetica è la vera e propria espressione di un
disturbo dell’alimentazione di gravità clinica che
richiede un trattamento psicologico e una gestione
medica (Rome, 2003).
2. Stato mestruale
I principali disturbi legati al ciclo mestruale vanno
dalla presenza di deficit nella produzione di progesterone durante la fase luteale (deficit luteale),
all’anovulazione (assenza di ovulazione), fino ad
arrivare all’oligomenorrea (intervalli di oltre 35
giorni tra un ciclo e l’altro) e all’amenorrea (assenza di tre cicli mestruali consecutivi).
Varie ricerche indicano che i disturbi legati al ciclo
mestruale si verificano più frequentemente nelle
atlete che nella popolazione generale (Otis, 1992).
L’amenorrea causata dalla bassa disponibilità di
energia è classificata come amenorrea funzionale
ipotalamica. In questo tipo di anomalia mestruale,
la funzione ovarica è soppressa da una frequenza
più bassa del normale dell’ormone luteinizzante
(LH) che circola nel sangue (Wade & Jones, 2004).
La prevalenza dell’amenorrea varia molto in base
allo sport effettuato, all’età, al volume dell’allenamento e al peso corporeo (Redman & Loucks,
2005).
3. Densità minerale ossea
La terza componente della triade femminile dell’atleta riguarda la salute ossea che può variare da un
osso sano a una bassa densità minerale ossea, all’osteopenia e infine all’osteoporosi, definita, quest’ultima, come una inadeguata formazione dell’osso
durante l’adolescenza e prematura perdita di osso
in età adulta che si manifesta con una bassa massa
ossea e un aumentato rischio di frattura. Tipicamente il picco di massa ossea si raggiunge tra 18
e i 25 anni di età. Dopo aver raggiunto il picco di
massa ossea, sia gli uomini sia le donne perdono
massa ossea a un tasso compreso tra 0,3 e 0,5% per
anno. Durante la menopausa la percentuale di perdita di massa ossea sale fino a raggiungere valori
che si aggirano intorno al 3% per anno per i primi
10 anni, per poi tornare intorno allo 0,3%.
Le atlete possono riportare una perdita di massa
ossea dal 2% al 6% per anno con picchi che raggiungono il 25% della massa totale ossea. Una giovane atleta può avere la massa ossea di una donna
di 60 anni ed essere quindi esposta, ad un rischio
tre volte maggiore di fratture rispetto a una donna della stessa età. Drinkwater et al. (1990) hanno
riportato che la densità minerale ossea era significativamente più bassa nelle atlete con una storia
di cicli mestruali irregolari nel corso della vita e
che esiste una relazione tra irregolarità mestruali e
densità minerale ossea vertebrale. Marcus e colleghi (1985) hanno riportato che la densità minerale
ossea vertebrale nelle atlete con amenorrea era del
20% più bassa rispetto alle atlete sane e del 10%
più bassa rispetto alle non atlete di età simile con
un regolare ciclo mestruale. Altri studi hanno suggerito che anche la massa periferica dell’osso è più
bassa nelle atlete con amenorrea rispetto a quelle
con ciclo mestruale regolare (Rencken et al, 1996).
Conseguenze della triade
femminile dell’atleta
sulla salute
Lunghi periodi di bassa disponibilità energetica,
possono compromettere la salute fisica ed emotiva
dell’atleta. Le conseguenze mediche secondarie alla
triade femminile dell’atleta sono principalmente di
natura cardiovascolare (disfunzione endoteliale),
endocrina, riproduttiva, gastrointestinale, renale e
neurologica (sistema nervoso centrale). In diversi
studi sono stati discussi gli effetti negativi di una
rapida perdita di peso e gli effetti di lunghi periodi di restrizione alimentare calorica sulla crescita,
sulla prestazione sportiva, sulla funzione cognitiva
Emozioni e Cibo
e sulla salute. Sono stati descritti anche effetti sulla funzione del sistema immunitario, ma le maggiori conseguenze mediche della triade sull’atleta
riguardano le fratture ossee legate all’osteoporosi.
L’irregolarità mestruale, l’età, la densità minerale
ossea, l’etnia, l’intensità dell’allenamento, il fumo
e l’alcool sono tutti fattori associati a un aumentato
il rischio di fratture ossee (Manore et al., 2007).
Ancora poco è conosciuto l’effetto dell’irregolarità
mestruale sulla funzionalità muscolo-scheletrica e
sulla forza (Rickenlund et al., 2005a; Rickenlund,
et al., 2005b).
Prevalenza della triade
femminile dell’atleta nella
popolazione sportiva
Numerosi studi hanno stimato la prevalenza delle
singole componenti della triade dell’atleta, ma solo
pochi hanno valutato la prevalenza contemporanea
delle tre componenti (Lauder et al.1999, Cobb et
al., 2003). Uno studio controllato su una popolazione di atlete d’elite norvegesi ha dimostrato che
il 4,3% soddisfaceva i criteri per la triade femminile dell’atleta. Se era considerata la presenza di due
delle tre componenti della triade, la prevalenza saliva al 5% fino a raggiungere il 27% (Torstveit &
Sundgot-Borgen, 2005a). Risultati simili sono stati
trovati in atlete di livello più basso (Nichols et al.,
2006; Beals & Hill, 2006).
Due studi più recenti hanno mostrato come oltre
il 70% degli atleti di elite che gareggiano in sport
che comportano una classificazione in base al peso
stessero seguendo una dieta e adottassero comportamenti alimentari inappropriati per perdere peso,
prima della competizione (Oppliger et al., 1996;
Torstveit & Sundgot-Borgen, 2005a). Altri studi
hanno anche riportato una più alta frequenza di
comportamenti alimentari non salutari nelle atlete
che gareggiavano in sport che enfatizzano la magrezza o un basso peso corporeo (Rosendahl et al.,
2009; Holm-Denoma et al., 2009). La prevalenza di
comportamenti alimentari non salutari era del 10%
per sport di resistenza, del 17% per sport che richiedono una classificazione del peso e del 42% per
sport antigravitazionali (Rosendahl et al., 2009).
25
Fattori di rischio per lo
sviluppo della triade femminile
dell’atleta
Tutti gli atleti di sesso femminile sono potenzialmente a rischio di sviluppare la triade femminile
dell’atleta, ma le atlete che competono in sport in
cui la magrezza e/o il basso peso corporeo sono
considerati importanti per la prestazione, hanno
un rischio più elevato (Nattiv, 1994).
Uno studio recente che ha valutato la presenza di
fattori di rischio della triade femminile dell’atleta e
ha confrontato 669 atleti con 607 controlli ha concluso che le donne sono classificate a rischio della
triade in un rapporto di oltre 6 a 10, con minime
differenze tra le atlete di elite e quelle che fanno attività non-competitive. Inoltre, la percentuale di rischio è più alta in atlete che gareggiano in sport in
cui è richiesta la magrezza e nei non atleti, rispetto
ad atleti che competono in sport in cui non è richiesto un corpo magro. Gli autori hanno anche
stilato un elenco di criteri per l’individuazione del
rischio di sviluppare la triade femminile dell’atleta.
Tale elenco include: l’indice di massa corporea minore di 18,5, comportamenti non salutari di controllo del peso (uso di pillole dimagranti, uso di
farmaci per ridurre la fame, vomito, uso improprio
di lassativi e diuretici), la presenza di insoddisfazione corporea e di impulso alla magrezza, la presenza di una disfunzione mestruale, la presenza di
un disturbo dell’alimentazione, la presenza di fratture ossee (Torstveit & Sundgot-Borgen, 2005b).
Tutti gli altri studi si sono focalizzati sull’analisi
delle singole componenti della triade femminile dell’atleta e hanno individuato specifici fattori
di rischio. In particolare, i principali fattori di rischio per lo sviluppo di un’alimentazione disturbata sono stati suddivisi in due categorie. La prima
include fattori di rischio generali presenti in atleti
e in non atleti e la seconda include fattori di rischio specifici dell’atleta (Wilson et al., 2002). In
questa seconda categoria sono presenti caratteristiche di personalità, la pressione a perdere peso
che induce a restringere l’alimentazione e/o a frequenti variazioni di peso, un’età precoce per l’inizio dell’allenamento specifico, infortuni, segnali di
sovra-allenamento e l’impatto del comportamento
dell’allenatore (Sundgot-Borgen, 1994; Smolak et
26
Emozioni e Cibo
al., 2000). Riguardo i fattori legati alla personalità,
Thompson e Sherman (1999) hanno suggerito che
alcuni tratti dell’atleta sono ben accettati dagli allenatori (definiti anche tratti del “buon atleta”) perché essenziali per il successo nelle competizioni.
Questi tratti sono simili a quelli che si osservano nei
soggetti con un disturbo dell’alimentazione come,
ad esempio, l’esercizio fisico eccessivo e compulsivo, il perfezionismo, l’eccessiva compiacenza, la
tendenza al forte impegno e tendenze ossessivocompulsive (Leon, 1991). Queste caratteristiche
e i comportamenti che ne conseguono tendono
inoltre, a essere rinforzati nell’ambiente sportivo.
Spesso un’iniziale perdita di peso può determinare
un miglioramento della prestazione e questo può
spingere l’atleta (e anche gli altri che lo osservano)
a continuare gli sforzi per controllare il peso.
I principali fattori di rischio per lo sviluppo di
disfunzioni mestruali o di bassi livelli di densità
minerale ossea possono essere legati direttamente
a un’alimentazione disturbata, ma anche a un’eccessiva attività fisica e a un inizio dell’attività agonistica a un’età troppo giovane quando l’impatto
dell’allenamento sulla densità minerale ossea e
sulle funzioni mestruali è maggiore (Nichols et al.,
2007). Di seguito nella tabella 1 sono elencati in
modo sintetico i potenziali fattori di rischio per lo
sviluppo della triade femminile dell’atleta e quelli
per le singole componenti della triade.
L’American College of Sports Medicine (2007),
inoltre, ha confermato che le donne che partecipano a sport che enfatizzano un basso peso corporeo sono a maggior rischio di sviluppare una o più
delle componenti della triade femminile dell’atleta
e ha proposto un elenco di discipline sportive potenzialmente rischiose (Tabella 2).
• Disfunzione mestruale
• Disturbo dell’alimentazione
Fattori di rischio dell’alimentazione disturbata
• Perfezionismo
• Eccessiva compiacenza
• Tendenze ossessivo compulsive
• Pressione ambientale a perdere peso
• Età precoce d’inizio di un allenamento specifico
Fattori di rischio per lo sviluppo di disfunzioni mestruali o di bassa densità minerale ossea
• Alimentazione disturbata
• Attività fisica eccessiva
• Inizio attività agonistica in giovane età
Tabella 2. Discipline sportive potenzialmente rischiose per la triade femminile dell’atleta
•
•
•
•
•
Sport in cui è valutata la prestazione individuale (es. la danza, il pattinaggio artistico e la ginnastica artistica).
Sport di resistenza che favoriscono partecipanti con un basso peso corporeo (es. le corse di
lunga distanza, il ciclismo, e lo sci di fondo).
Sport il cui l’abbigliamento per la competizione
rivela la forma del corpo (es. la pallavolo, il nuoto, i tuffi e la corsa).
Sport che usano le categorie di peso per la partecipazione (es, la corsa cavalli, le arti marziali
e la lotta).
Sport in cui una forma corporea pre-puberale
favorisce il successo (il pattinaggio artistico, la
ginnastica artistica e i tuffi).
Valutazione diagnostica
Tabella 1. I fattori di rischio potenziali per la triade
femminile dell’atleta e le sue componenti
Fattori di rischio per la triade femminile dell’atleta
• Indice di massa corporea (IMC) < 18,5
• Comportamenti non salutari di controllo del
peso
• Insoddisfazione corporea e impulso alla magrezza
Gli atleti, e in particolar modo gli atleti d’elite, costituisco una popolazione “speciale” che richiede considerazioni diagnostiche “speciali” (Thompson &
Sherman, 1993; Beals & Manore, 1994; SundgotBorgen, 1996). La valutazione dell’alimentazione
disturbata negli atleti deve andare oltre la diagnosi
di disturbo dell’alimentazione, infatti, negli atleti è
fondamentale capire se i comportamenti alimentari
Emozioni e Cibo
anomali siano transitori e dovuti a richieste specifiche dello sport oppure siano persistenti e quindi
l’espressione di un disturbo dell’alimentazione di
gravità clinica. Un assessment completo, per identificare le tre componenti della triade femminile
dell’atleta, dovrebbe includere la raccolta di informazioni sulla storia mestruale, sulla storia dell’attività fisica, sui comportamenti alimentari passati e
attuali in relazione al peso, sui livelli di eventuali
preoccupazioni per il peso e la forma del corpo.
Dovrebbe, inoltre essere calcolata la stima della
disponibilità energetica, condotto uno screening
biochimico, valutato lo stato del ferro nel sangue
e, infine, condotta una densitometria ossea per la
valutazione della densità minerale dell’osso.
Indicazioni per il trattamento
della triade femminile
dell’atleta
In generale, il miglioramento complessivo della disponibilità energetica dell’atleta può essere la chiave per affrontare i problemi mestruali e la bassa
densità minerale ossea nelle atlete. Studi case-series indicano che le atlete quando costrette al riposo per infortunio o quando smettono di fare sport
migliorano lo stato mestruale e la densità minerale
ossea. Il problema è che molte atlete non vogliono
interrompere l’allenamento o recuperare troppo
peso per ripristinare il normale stato mestruale.
Per tale motivo è necessario un piano d’intervento
che migliori il bilancio energetico aumentando la
quantità di energia introdotta o riducendo la spesa
energetica dovuta all’attività fisica (es. inserendo
un giorno di riposo al loro piano di allenamento) oppure entrambi, senza determinare drastici
cambiamenti nel peso. Aumentare la quantità di
energia totale giornaliera disponibile con moderati cambiamenti dell’alimentazione può essere
l’approccio più facile, anche se nessuno studio ne
ha definitivamente dimostrato l’efficacia, e non sia
chiaro su quali atleti potrebbe avere effetti benefici
e quanto tempo servirà perché si verifichino i cambiamenti nella funzione mestruale e nelle densità
minerale ossea (Drinkwater et al., 2005).
Solo due studi pilota hanno affrontato questi aspetti
(Dueck et al., 1996; Kopp-Woodroffe et al., 1999),
27
mostrando che il miglioramento del bilancio energetico e della disponibilità energetica nelle atlete
con amenorrea determinava il recupero del ciclo
mestruale, con un modesto recupero ponderale
(1,0 -2,7 kg). Per le atlete che recuperavano il ciclo
mestruale, la densità minerale ossea migliorava significativamente a livello del collo femorale e della
colonna lombare, mentre la cortisolemia diminuiva del 33% e gli ormoni riproduttivi aumentavano. I partecipanti nei loro resoconti riportavano
un miglioramento complessivo della vitalità, della
concentrazione mentale e dello stato emotivo.
Diversi studi hanno valutato la terapia con contraccettivi orali o con estrogeni come metodo per
il miglioramento delle disfunzioni mestruali e della
densità minerale ossea. Una revisione sistematica
che ha incluso nove studi con donne con amenorrea ipotalamica funzionale associata all’esercizio fisico trattate con contraccettivi orali o con estrogeni
ha evidenziato qualche miglioramento nella densità minerale ossea, ma il trattamento non determinava un recupero della massa ossea rispetto ai
controlli confrontati per età (Vescovi et al., 2008).
Un altro recente studio eseguito su 150 fondiste
competitive tra i 18 e i 26 anni assegnate a random
a una condizione di trattamento con contraccettivi
orali o a una di controllo per 2 anni, ha evidenziato che l’assunzione di contraccettivi orali non influenzava significativamente l’incidenza di fratture
sia nelle fondiste oligomenorroiche, sia in quelle
amenorroiche sia in quelle con un ciclo regolare
(Cobb et al., 2007).
Dal punto di vista psicologico, la terapia con contraccettivi orali determina un falso senso di sicurezza sia per il professionista che ha in carico il
paziente sia per il paziente stesso. Infatti, il ritorno
del ciclo mestruale con i contraccettivi orali non
indica che il paziente ha recuperato dal suo deficit
nutrizionale dato che questo trattamento maschera
l’amenorrea e l’eventuale psicopatologia sottostante. Per questo motivo il trattamento con contraccettivi orali dovrebbe essere interrotto nei pazienti
che sono complianti con la terapia.
Nel caso in cui sia accertata la presenza di un’alimentazione disturbata, l’atleta dovrebbe avere
come riferimento un nutrizionista dello sport che
faccia una valutazione nutrizionale, una pianificazione dei pasti e che si concentri sugli aspetti
28
Emozioni e Cibo
educativi per aiutare l’atleta a comprendere le necessità dell’alimentazione per un buono stato di
salute e una prestazione ottimale. Se l’atleta non
fosse in grado o motivato a seguire le indicazioni
del nutrizionista e/o del medico dovrebbe essere
valutata la presenza di un disturbo dell’alimentazione ed eventualmente essere inviato a un’equipe
multidisciplinare con esperienza nel trattamento di tali disturbi. In questi casi, la decisione di
continuare l’allenamento e la competizione dovrà
essere presa in base al caso singolo. Se l’allenamento è permesso, dovrebbe essere spiegato all’atleta
che l’esercizio fisico non dovrà essere utilizzato
come mezzo di controllo del peso e della forma
del corpo. I criteri affinché l’atleta possa mantenere un allenamento dovrebbero includere: a) essere
ingaggiati nel trattamento, in accordo con il piano
terapeutico e progredire verso obiettivi terapeutici,
b) mantenere un peso di almeno il 90% di quello
atteso e una percentuale di grasso corporeo maggiore al 6% per gli atleti maschi e maggiore al 12%
per le atlete e, se prescritto dall’equipe c) mangiare
sufficientemente per recuperare il peso o per mantenere il peso.
Per gli atleti che rifiutano il trattamento, l’allenamento e la competizione dovrebbero essere negati
fino a quando non saranno d’accordo con il piano
terapeutico.
È stato dimostrato che la prognosi è migliore
quando gli atleti sono disposti a seguire le indicazioni del trattamento e coinvolgono nella cura
anche l’allenatore e i familiari (Beals, 2004). Il
coinvolgimento degli allenatori nel trattamento di
un disturbo dell’alimentazione nell’atleta è considerato fondamentale. Gli allenatori sono i primi
a poter monitorare i comportamenti e le reazioni
dei loro atleti. Va considerato però che possono
avere difficoltà a discutere aspetti legati al disturbo
dell’alimentazione sia con l’atleta sia con l’equipe
specialistica. Tale difficoltà nasce generalmente da
sensazioni di colpa per le espressioni comportamentali del disturbo dell’alimentazione dell’atleta.
È importante, per l’equipe terapeutica essere attenta a evitare di instillare la colpa negli allenatori, ma
a fare in modo che questi ultimi diventino un supporto per il miglioramento terapeutico dell’atleta
(Sundgot-Borgen and Torstveit, 2010).
Conclusioni
Negli ultimi anni la ricerca sulla triade femminile dell’atleta è aumentata e sempre maggiori sforzi
sono stati fatti nel tentativo di definire meglio la
sindrome e individuare le conseguenze e i rischi
ai quali gli atleti, soprattutto quelli di alto livello,
vanno incontro. Ancora molta strada deve essere
fatta, dato che tale sindrome, seppur variamente
descritta in letteratura, non ha riconoscimento
ufficiale tra le patologie di interesse psichiatrico
e psicologico ed è ancora poco conosciuta non
solo tra i professionisti, ma anche tra gli atleti e
tutti coloro che gravitano intorno al mondo dello
sport. Siamo ancora lontani dal capire se la triade
femminile dell’atleta sia una patologia a sé stante o
possa essere considerata una manifestazione di un
disturbo dell’alimentazione.
La ricerca ha l’importante compito di far luce
sull’efficacia degli interventi terapeutici e valutare
se il modello di terapia proposto per pazienti con
disturbi dell’alimentazione possa essere adattato al
trattamento della triade femminile dell’atleta, oppure siano necessari interventi di altro tipo.
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30
Emozioni e Cibo
convegno roma
a cura di Maria Grazia Rubeo, AIDAP Roma (nella foto)
e Domenico Filardo, socio ordinario AIDAP, Polistena (RC)
trattamento dei disturbi
dell’alimentazione: progressi
e sfide future
Roma, 1 dicembre 2011
Resoconto degli interventi
Giovedì 01 Dicembre si è tenuto a Roma presso
l’SGM Conferenze Center di via Portuense il convegno gratuito organizzato dall’AIDAP che ha avuto come tema i progressi e le sfide future nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione.
Al convegno erano presenti oltre 300 professionisti (medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti
e infermieri), che a vario titolo si interessano del
trattamento ambulatoriale e residenziale dei disturbi alimentari, provenienti, non solo da Roma e
dal Lazio ma da tutte le regioni italiane.
Nell’incontro sono stati presentati in anteprima
i dati dell’Oxford – Leicester – Verona trials ed è
stata anche l’occasione per descrivere in dettaglio
il trattamento ambulatoriale ed il trattamento di ricovero che sono stati studiati in queste due ricerche
nonché far conoscere la CBT sui disturbi dell’alimentazione e favorirne quindi la disseminazione.
Il programma del convegno è stato suddiviso in tre
sessioni. Nella prima, è stato fatto il punto sulla
ricerca con gli interventi del dottor Sartirana, del
dottor Dalle Grave e della dottoressa Calugi. Nella seconda, sono state affrontate, con gli interventi
della dottoressa Pasqualoni, della dottoressa Banderali e del dottor Marchi, le strategie chiave del
trattamento ambulatoriale. Nella terza, il dottor
Dalle Grave ha effettuato una lettura magistrale sul
trattamento residenziale, a cui è seguita l’esposizione di tre casi clinici. Il primo trattato con la terapia
ambulatoriale, il secondo con la terapia ambulatoriale intensiva e l’ultimo con il ricovero.
Emozioni e Cibo
I TRATTAMENTI DEI DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE BASATI
SULL’EVIDENZA SCIENTIFICA
Massimiliano Sartirana
I lavori della giornata hanno preso avvio con la relazione del dottor Sartirana, il quale ha presentato
al pubblico in sala alcune forme di psicoterapia, ad
oggi in uso, per il trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione (DA).
La sua relazione si è concentrata sulla descrizione
di alcune forme di psicoterapia che secondo quanto
stabilito dalle linee guida NICE , soddisfano i criteri
scientifici per l’evidenza di efficacia al grado A:
1. La Terapia Cognitivo Comportamentale per
la Bulimia Nervosa (CBT-BN). Inizialmente, è
stata ideata per affrontare la cura di problemi
alimentari come la Bulimia Nervosa. Il relatore
ha quindi mostrato come questo trattamento
abbia ottenuto un’efficacia pari e superiore
alle altre terapie con cui è stato confrontato,
e come questi stessi dati siano stati replicati
in ulteriori venti trials controllati. Inoltre, nei
casi in cui la CBT-BN è stata correttamente
implementata, la metà dei pazienti che hanno concluso il trattamento, ha anche riportato
una remissione completa del disturbo (80%).
Tali risultati sono quindi mantenuti a sei mesi,
uno e sei anni di follow-up.
2. La Terapia Cognitivo Comportamentale per
il Binge Eating Disorder (BED). La CBT-BN
successivamente si è dimostrata efficace anche
per stabilizzare il comportamento alimentari
in persone con BED. Anche se, in tal caso, il
trattamento non ha ottenuto risultati soddisfacenti sulla perdita di peso.
Recentemente, la CBT-BN è stata modificata per
due motivi: a) Adattarla alla cura di tutte le categorie diagnostiche dei disturbi dell’alimentazione
quali, Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa
(BN) e Disturbi Alimentari Non Altrimenti Specificati (DA-NAS), e a vari livelli di cura (ambulatorio,
day-hospital e ricovero); b) aumentarne la potenza
di efficacia del trattamento. La nuova forma di trattamento, è stata quindi chiamata CBT-E (Enhanced, migliorata).
Il dottor Sartirana ha poi continuato la sua relazione sottolineando l’importanza di alcune forme di
31
psicoterapia che hanno ricevuto raccomandazione
di grado B:
1. La Terapia Interpersonale (IPT) per la cura
della BN e del BED. Nel primo caso (BN), il
relatore ha spiegato che gli studi controllati eseguiti hanno evidenziato che la IPT alla
fine del trattamento è meno efficace rispetto
alla CBT-BN, ma a distanza di un anno si ottengono i medesimi risultati. I miglioramenti
determinati dall’intervento si mantengono anche a sei anni dal termine della cura. Rispetto
alla CBT-BN, l’evidenza d’efficacia della IPT è
più modesta. Per tale motivo, la IPT non ha
ricevuto raccomandazioni come intervento di
prima scelta nella cura della BN, tuttavia può
essere indicata come alternativa per i pazienti che non accettano la CBT-BN. Nondimeno,
l’IPT è stata applicata con successo anche in
gruppo per trattare pazienti affetti da BED.
2. La terapia basata sulla famiglia (FBT) per l’AN
negli adolescenti. Dati ottenuti mediante due
piccoli studi e un trial controllato e randomizzato hanno suggerito che la FBT sia più
efficace della terapia individuale focalizzata
sull’adolescente (AFT). Tuttavia, la FBT non
ha ottenuto risultati di efficacia per la BN e nei
casi in cui il problema dell’AN conta una durata superiore a tre anni.
3. La Terapia di auto-aiuto per mezzo di manuali
per il trattamento della BN e del BED.
Il relatore ha quindi concluso che la psicoterapia
per i DA ha compiuto numerosi progressi, ma molti altri ne dovrà fare: nel caso dell’ AN negli adulti
e i disturbi dell’alimentazione NAS, ad oggi non
esistono ancora interventi la cui efficacia sia stata
scientificamente validata.
TEORIA E TERAPIA COGNITIVO
COMPORTAMENTALE
TRANSDIAGNOSTICA:
DATI DALL’OXFORD – LEICESTER –
VERONA TRIAL
Riccardo Dalle Grave
L’intervento del dottor Dalle Grave si è basato sulla presentazione della forma migliorata di CBT-E
(Enhanced), trattamento derivato dalla CBT-BN e
32
Emozioni e Cibo
basato sulla teoria transdiagnostica. Il Presidente
AIDAP ha spiegato che si tratta di una specifica
forma di terapia cognitivo comportamentale focalizzata sulla psicopatologia del disturbo dell’alimentazione che va oltre il limite delle categorie
diagnostiche per i DA proposte dall’APA nel DSMIV. La soluzione transdiagnostica è stata supportata
dall’osservazione che i DA condividono la stessa
psicopatologia specifica (eccessiva valutazione del
peso, della forma del corpo e del controllo dell’alimentazione) e che i DA migrano da una diagnosi
all’altra (AN, BN, DA-NAS).
Il relatore ha quindi evidenziato due forme di
CBT-E: 1) una focalizzata solo sulla psicopatologia
specifica del disturbo (CBT-F); 2) e una allargata
(CBT-A), che prevede l’implementazione del trattamento con la scelta di uno o più tra tre moduli utilizzati per affrontare i meccanismi esterni di
mantenimento: il perfezionismo clinico, la bassa
autostima nucleare, i problemi interpersonali.
E’ stata quindi sottolineata un’importante differenza rispetto all’intensità della cura, secondo due
modalità: 1) una versione che prevede 20 sedute
per i pazienti con IMC > di 17,5; 2) e una di 40
sedute per i pazienti con IMC < a 17,5. Inoltre,
sono state distinte ulteriori tre versioni di trattamento: 1) per adulti; 2) per adolescenti; 3) e adattato (dalla versione originale) per i setting intensivi
di trattamento quali il ricovero, il day-hospital e la
terapia ambulatoriale intensiva.
Il dottore ha quindi introdotto la presentazione
del trial Oxford – Verona, in cui è stata analizzata
la versione della terapia a 40 sedute, per pazienti
sottopeso. Lo studio ha visto coinvolti 50 pazienti
provenienti dai due siti inglesi (Oxford e Leicester)
e 100 pazienti nel centro ambulatoriale di Verona
(età media compresa tra 20 - 23 anni), che presentavano diagnosi di DA con una durata del problema variabile tra 5 e 3 anni circa. Il loro BMI medio
si aggirava attorno al 16,5 per il campione inglese,
e 15,5 nel campione italiano.
Si è quindi proseguito mostrando i risultati che
hanno indicato che, la CBT-E è altamente accettata
dai pazienti. Due terzi dei pazienti completano il
trattamento e tra quest’ultimi il 50% ha una full
response (BMI > 18.5 e presenza minima /assenza
di psicopatologia, EDE < 1 DS rispetto alla popolazione media). Questo miglioramento si man-
tiene al follow-up. Infine, completare la CBT-E e
raggiungere un Good BMI outcome (BMI > 18,5)
sono entrambi predetti dall’assenza di purging,
dalla giovane età e dalla breve durata del DA.
Dalle Grave ha quindi concluso dichiarando che la
CBT-E è un trattamento supportato empiricamente, bene accettato, che permette di ottenere un esito soddisfacente, e che può essere usata con tutte
le forme di un disturbo dell’alimentazione. Ovvero, si tratta di un intervento di prima scelta basato
sull’evidenza e da consigliare agli adulti affetti da
un DA. Tuttavia, siamo ancora davanti a tre sfide
importanti: comprendere meglio i meccanismi d’azione, potenziare la sua efficacia e infine disseminare il suo utilizzo.
TERAPIA OSPEDALIERA DEI
DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE:
DATI DAL VILLA GARDA
– OXFORD TRIAL
Simona Calugi
La dottoressa Calugi, ha presentato i dati della ricerca effettuata a Villa Garda, in collaborazione con
il gruppo di Oxford, sulla terapia ospedaliera dei
disturbi dell’alimentazione basata sulla CBT-E.
La relatrice ha spiegato che sebbene la terapia ambulatoriale sia considerata elettiva per il trattamento dei DA, un sottogruppo di pazienti non risponde a questo tipo di trattamento, perciò necessita
di essere ospedalizzato. Obiettivo del Villa Garda
- Oxford trial è stato quello di valutare gli effetti a
breve ed a lungo termine della CBT-E in regime di
ricovero e valutarne i predittori di esito.
Lo studio ha visto coinvolti 129 soggetti (età media
23,4 aa) tutti sottopeso (BMI medio 14,3) dei quali 80 hanno iniziato il trattamento a Villa Garda.
Tra questi, 72 pazienti hanno terminato il ricovero,
69 hanno effettuato il follow-up a 6 mesi e 68 a
12 mesi. Benché questa ricerca presenti dei limiti
(non è stato possibile confrontare i risultati con un
gruppo di controllo né con un altro trattamento
in regime di ricovero), gli effetti a breve termine
della I-CBT-E a fine trattamento hanno evidenziato
un good BMI outcome nel 77,5% dei casi trattati e
una full response nel 41,3%. Per quanto riguarda
gli effetti a lungo termine quasi la metà dei pazienti
Emozioni e Cibo
33
ha mantenuto un good BMI outcome a 6 e 12 mesi
di follow-up, e oltre un terzo dei pazienti conservato una full response a 6 e 12 mesi di follow-up.
E’ stato quindi evidenziato che predittori di esito
sono stati alla fine della terapia il BMI e la preoccupazione per la forma del corpo, mentre a 6 e 12
mesi l’età e i risultati dell’EDE.
La dottoressa Calugi ha concluso la sua relazione
suggerendo che questa ricerca, oltre ad aver dimostrato l’efficacia della CBT-E anche in regime di
ricovero, ha importanti implicazioni cliniche soprattutto per quanto riguarda la possibilità di implementare strategie post-ricovero, utili a ridurre
l’incidenza di ricadute e perciò migliorarne gli esiti.
cesso di recupero del peso. I dati ottenuti mediante una valutazione qualitativa hanno mostrato che
per l’86% dei pazienti (50 persone), risulta gradita
la tecnica di pianificazione dei pasti e per il 90% la
tecnica del mangiare meccanicamente.
La relatrice ha quindi concluso che la completa
sovrapponibilità dei dati, conferma che l’alimentazione pianificata e meccanica per la normalizzazione ponderale, è una tecnica largamente accettata,
dai pazienti DA in sottopeso.
STRATEGIE PER AFFRONTARE
LA RESTRIZIONE CALORICA
E IL RECUPERO DEL PESO
Elettra Pasqualoni
Nella relazione esposta dalla dottoressa Banderali,
si è spiegato che una delle caratteristiche peculiari
nei soggetti con un problema alimentare DA, è la
restrizione dietetica cognitiva che è legata al desiderio di perdere peso, alla paura d’ingrassare e di
perdere il controllo sull’alimentazione. La relatrice
ha dato la definizione “restrizione dietetica cognitiva” che è il tentativo di limitare l’assunzione di
cibo per controllare il peso e la forma del corpo,
indipendentemente dal fatto che questo produca
un deficit energetico e una perdita di peso. Questo
tipo di comportamento gioca un ruolo centrale nel
mantenimento del DA e deve essere affrontato per
poterlo superare.
Successivamente la dottoressa ha sottolineato che
per affrontare la restrizione dietetica cognitiva, il
paziente è aiutato, a vederla come un problema, a
identificare e affrontare le regole dietetiche.
Non sono state escluse le conseguenze negative
di questo tipo di restrizione volte a incrementare
la preoccupazione per l’alimentazione, aumentare l’ansia, favorire gli episodi bulimici oggettivi e
soggettivi, che a loro volta portano alla restrizione
calorica e quindi al sottopeso, danneggiando le relazioni.
La relatrice ha successivamente spiegato che attraverso la scheda di monitoraggio, il paziente viene
istruito a identificare in tempo reale queste regole
e a valutare quali sono le conseguenze e come reagisce alla rottura delle regole. Quindi, vengono affrontate le regole dietetiche specifiche come l’evitamento di certi cibi, il quando e quanto mangiare, il
Nella sua relazione la dottoressa Pasqualoni ha nel
campione ambulatoriale di Verona il 38,3% dei pazienti DA ha un problema di sottopeso (BMI < a
17,5) e ha sottolineato come questi pazienti siano
particolarmente problematici da ingaggiare.
La relatrice ha spiegato che tra le strategie proposte
per affrontare questi problemi, quali la restrizione
dietetica calorica, i sintomi da digiuno e la scarsa
motivazione al cambiamento può essere utile educare il paziente al sottopeso e alla restrizione calorica. Strumento importante per la terapia diviene
la costruzione della formulazione personalizzata.
Con il contributo del terapeuta il paziente è aiutato a diventare egli stesso terapeuta del suo DA. La
strategia chiave utilizzata per arrivare alla normalizzazione del peso è l’alimentazione pianificata e
meccanica, associata a strumenti come la scheda di
monitoraggio ed il grafico del peso.
Il paziente viene educato su quanto, cosa e come
mangiare, all’introduzione dei cibi fobici e sulla
misurazione e sull’interpretazione del peso.
La dottoressa ha sottolineato che l’alimentazione pianificata e meccanica, utilizza delle strategie
quali la tecnica del decentramento e il distanziamento dei comportamenti dai pensieri che aiutano
il paziente a ridurre l’ansia nei confronti dell’alimentazione e a sentirsi in controllo durante il pro-
STRATEGIE PER AFFRONTARE LA
RESTRIZIONE DIETETICA COGNITIVA
Arianna Banderali
34
Emozioni e Cibo
non mangiare di fronte agli altri, il mangiare meno
degli altri, il non mangiare se non si è affamati, il
non mangiare se non si è consumato abbastanza
e l’evitare di mangiare fuori. Ma vengono affrontati anche i check dell’alimentazione anomali, che
mantengono le preoccupazione per il controllo
dell’alimentazione, e che danneggiano la vita sociale e le reazioni alla rottura delle regole dietetiche.
La relazione è andata avanti nella presentazione
delle strategie che vengono adottate per affrontare
la restrizione dietetica cognitiva: fare l’automonitoraggio in tempo reale, usare le procedure delle
“cose da dirsi e da fare”, arrivare a una conclusione
ragionata e continuare a seguire l’abituale alimentazione in modo elastico senza fare compensazioni.
La relatrice ha quindi concluso sottolineando che
l’effetto dei cambiamenti comportamentali sulle
regole dietetiche potrà essere osservato nella sospensione degli evitamenti e dei check dell’alimentazione, e nella riduzione delle paure legate alla
rottura delle regole stesse.
corpo e la sensazione di essere grassi.
Il lavoro sull’interruzione dei check anomali del
corpo, associato all’aumento di altri domini di vita
e alla diminuzione delle preoccupazioni per l’alimentazione, il peso e la forma del corpo, aiuta la
persona a decentrarsi dallo stato mentale del disturbo dell’alimentazione.
Il dottor marchi ha concluso sottolineando che
per evitare le ricadute sia fondamentale utilizzare
con il paziente la metafora del DVD. Ovvero, la
mente può essere considerata come un contenitore
di DVD. Chi ha un DA ha anche il DVD del DA,
che una volta attivato continua a girare. La terapia
ha l’obiettivo di disattivare ed espellere il DVD e
metterlo in un punto in cui non sia raggiungibile. Tuttavia, una volta disattivato il DVD potrebbe
però attivarsi in circostanze particolari. In tal caso
il paziente va istruito a identificare gli stimoli precocemente e disattivarlo rapidamente. Pertanto,
con il passare del tempo, diminuisce il rischio che
il DVD si riattivi.
STRATEGIE PER AFFRONTARE
L’ECCESSIVA VALUTAZIONE DEL
PESO E DELLA FORMA DEL CORPO
Iginio Marchi
TRATTAMENTO RESIDENZIALE
DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE:
PROGRESSI E SFIDE FUTURE
Riccardo Dalle Grave
Il dottor Marchi ha riaperto il pomeriggio spiegando che l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo rappresenta la psicopatologia
specifica e centrale dei disturbi dell’alimentazione.
Fattori quali la restrizione dietetica, il check del
peso e della forma del corpo, le preoccupazioni
per il peso e per la forma del corpo, l’etichettare
eventi avversi e la marginalizzazione di altre aree
della vita mantengono attivo lo schema di autovalutazione disfunzionale.
L’obiettivo della terapia è proprio affrontare l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo
al fine di modificare lo schema di autovalutazione
affrontandone le espressioni.
Il relatore ha quindi descritto come si affronta il
check del corpo, individuano le varie forme di
questo check, del peso, visivo, tattile, di confronto,
di rassicurazione e aiutando il paziente a prevenire
il check nelle situazioni innescanti (trigger). Viene
affrontato quindi l’evitamento dell’esposizione del
Nell’illustrare il trattamento residenziale dei DA,
effettuato a Villa Garda, il dottor Dalle Grave ha tenuto a dare risalto al fatto che il trattamento ambulatoriale dovrebbe essere il luogo ideale per la cura
dei DA, ma il problema è che circa un terzo dei
pazienti non risponde alla terapia ambulatoriale.
Inoltre, un sottogruppo di pazienti ha un disturbo
di gravità clinica non gestibile ambulatorialmente.
A livello di ricovero, invece è più facile ottenere la
normalizzazione del peso, ma c’è un alto tasso di
ricaduta dopo la dimissione. Per risolvere il problema, il relatore ha spiegato che a Villa Garda si
è cercato di modificare il trattamento ospedaliero
al fine di ridurre la tendenza del paziente alla ricaduta.
Il programma residenziale presenta delle caratteristiche distintive rispetto alla CBT-E ambulatoriale,
da cui è derivato. Analogamente alla CBT-E ambulatoriale, nel programma ospedaliero il trattamento
è applicato per curare tutte le forme cliniche dei
Emozioni e Cibo
DA, l’approccio è modulare e individualizzato.
Fatto importante è che il programma terapeutico
è applicato da un’equipe multidisciplinare non
eclettica, dove tutti i terapeuti hanno ricevuto una
formazione nella CBT.
Il dottore ha quindi mostrato le principali proprietà distintive della CBT-E residenziale quali l’assistenza ai pasti e la somministrazione in gruppo
di alcuni elementi del trattamento. Ma anche la
presenza di una tavola rotonda, dove i terapeuti
incontrano il paziente per discutere i vari elementi
del trattamento e rivedere lo stato della formulazione personalizzata. Ha inoltre spiegato che fino
al raggiungimento del BMI di 18,5 l’alimentazione
pianificata e meccanica è assistita, ma successivamente si passerà a un’alimentazione non assistita.
In un primo momento l’alimentazione non assistita avverrà in clinica e poi si passerà all’autogestione
dei pasti fuori dalla clinica.
La fase finale del programma prevede che il paziente sia preparato al rientro a casa e alla terapia
ambulatoriale post-ricovero.
Inoltre, è stato evidenziato che nei casi di pazienti
adulti, si coinvolgono gli altri significativi cioè le
persone che possono avere un’influenza nell’alimentazione, allo scopo di creare un ambiente che
faciliti il cambiamento. Mentre, nei pazienti con
meno di 18 anni si utilizza il “Modulo della Famiglia”.
Il dottore ha sottolineato che i risultati del Villa
Garda – Oxford trial sono stati incoraggianti, ovvero: il trattamento è stato ben accettato (86% dei
casi); la terapia è stata completata dal 90% dei
pazienti; e tra coloro i quali hanno completato il
programma, l’87,3% ha presentato un outcome
buono. E anche 12 mesi di follow-up il 50% dei
pazienti che ha completato il trattamento ha un
buon esito.
Alla luce di quanto precedentemente detto, in
conclusione il dottore ha quindi ribadito che il
trattamento ospedaliero basato sulla CBT-E può
essere considerato una cura promettente per un
ampio numero di pazienti che non rispondono al
trattamento ambulatoriale o che hanno condizioni
mediche che rendono il trattamento ambulatoriale
non praticabile.
35
I CASI CLINICI
Elettra Pasqualoni e Massimiliano Sartirana – Laura
De Kolitscher e Marianna Pisano – Marwan El Ghoch
e Maddalena Conti
Nell’ultima sessione sono stati esposti tre casi clinici.
Il primo del dottor Sartirana sulla Terapia Ambulatoriale, che rimane il trattamento di elezione nel
trattamento dei disturbi dell’alimentazione in quanto la terapia non interrompe la vita del paziente che
rimane comunque esposto ai trigger ambientali. Il
secondo caso è stato portato dalla dottoressa Laura De Kolitscher e dalla dottoressa Marianna Pisano
sulla Terapia Ambulatoriale Intensiva che può aiutare ad effettuare i cambiamenti necessari al paziente
senza dover ricorrere ad un ricovero, mentre l’ultima relazione della giornata è stata presentata dal
dottor Marwan El Ghoch e dalla Dottoressa Maddalena Conti che hanno illustrato un caso clinico
trattato in regime di ricovero, a testimonianza della
necessità di questo tipo di intervento in pazienti che
non hanno avuto successo con altre terapie effettuate in precedenza, anche se di buona qualità e supportate da evidenze scientifiche.
Staff Positive Press e AIDAP
36
Emozioni e Cibo
sapevate che…
a cura di Marianna Pisano, AIDAP Verona
Medicare paga lo screening
e il trattamento dell’obesità
Traduzione dell’articolo
Medicare will cover obesity screening and treatment
pubblicato su Time, December 2, 2011
La Medicare, che copre 42 milioni di anziani in
America, pagherà per lo screening e la terapia
comportamentale dell’obesità come parte del suo
portafoglio di servizi di prevenzione.
Circa 72 milioni di Americani adulti, quasi un terzo dei beneficiari della Medicare, sono obesi, e la
relativa assistenza sanitaria ammonta a un costo
totale di circa 325 miliardi di dollari all’anno. La
decisione federale consentirà ai beneficiari della
Medicare di vedere i loro medici regolarmente per
una consulenza sulla perdita di peso; una soluzione a basso costo che può stimolare le assicurazioni
private a fare lo stesso.
Secondo la decisione del Centers per Medicare e
del Medicaid Services, gli obesi beneficiari della
Medicare – con un indice di massa corporea maggiore o uguale a 30 – che necessitano di una consulenza per la perdita di peso, potranno vedere il
loro medico di base per un incontro individuale
una volta alla settimana per il primo mese. In seguito la Medicare pagherà per una seduta individuale ogni due settimane per i successivi sei mesi.
Se il paziente nei primi sei mesi ha una perdita di
almeno 3 kg ( 6,6 lbs ), la Medicare coprirà le spese
per altri sei mesi di visite individuali con il medico
una volta al mese.
Nonostante i dati schiaccianti sull’obesità in questo paese, solo a poche persone è stato diagnosticato un problema di peso dal loro medico di base.
In uno studio del 2007 della Clinica Mayo su quasi
10,000 pazienti, circa un quarto era obeso; di questi, solo 1 su 5 ha ricevuto una diagnosi o un piano
di trattamento per l’obesità. Per i pazienti più an-
ziani, la percentuale è ancora più bassa.
Sebbene la ricerca dimostri che la consulenza medica sia un mezzo efficace per la perdita di peso per
coloro che ne hanno bisogno, molti medici sono
riluttanti nell’offrirlo. Mentre per alcuni la ragione
di tale riluttanza nel proporre un trattamento per
l’obesità è scaturita dall’assenza di rimborso assicurativo per tale servizio, altri la attribuiscono ad una
difficoltà di ingaggio del paziente e ad una assenza
di strumenti efficaci.
La copertura assistenziale della Medicare non cambia il fatto che ancora non disponiamo di strumenti efficaci per aiutare le persone a perdere peso e
per favorire l’ingaggio dei pazienti – a nessuno piace sentirsi dire che è obeso – ma se la decisione
federale aiuta la maggior parte di pazienti obesi a
perdere anche piccole o modeste quantità di peso,
potrebbe essere un cambiamento di vita.
Christy Ferguson, direttore di STOP Obesity Alliance, intervistato dal quotidiano USA Today ha
detto: “Anche una piccola perdita di peso dal 5 al
7% può portare un significativo miglioramento
della salute”, sottolineando che i programmi per
l’obesità dovrebbero enfatizzare uno stile di vita salutare così come la perdita di peso. “ Non è necessario perdere tanto peso quanto aumentare i livelli
di fitness e un miglioramento delle condizioni di
salute”.
La copertura è disponibile da subito, quindi i beneficiari della Medicare potranno sottoporsi allo
screening sin dal prossimo appuntamento con il
medico.
Emozioni e Cibo
37
che cos’è l’aidap…
dalla A alla Z tutto quello che c’è da sapere sull’AIDAP
AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso), nata nel 1999, è un’associazione indipendente e autonoma, senza fini di lucro
ed è riconosciuta come società medico scientifica da FISM (Federazione delle Società Medico
Scientifiche Italiane). Ha lo scopo di condividere un
certo tipo di conoscenza e cultura nella prevenzione, educazione, trattamento e ricerca dei disturbi
dell’alimentazione e dell’obesità. Si propone di promuovere e organizzare convegni, tavole rotonde,
conferenze, gruppi di studio e altre attività di informazione e formazione nel campo medico, psicologico, scolastico e sociale.
AIDAP è stata accreditata come partner del Ministero della Pubblica Istruzione per la promozione
del piano nazionale per la prevenzione del disagio
fisico, psichico e sociale a scuola. Come tale AIDAP ha un ruolo rilevante nella presentazione ed
educazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità nelle scuole.
sedi aidap - Adrano (CT), Ancona, Arezzo, Bologna, Brescia, Cagliari, Cassino (FR), Catanzaro, Empoli (FI),
Firenze, Genova, La Spezia, Lecce, Milano, Milano 2, Modena, Monza, Napoli, Oliveri (ME), Padova, Parma,
Palermo, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Teramo, Trapani, Trento, Treviso, Torino, Varese, Verona.
attività dell’aidap…
Indirizzi e referenti delle varie UOL (Unità Operative Locali) AIDAP e attività svolte
RIVISTA Emozioni e Cibo
è la newsletter dell’Associazione, un punto d’incontro
tra specialisti e coloro che vogliono condividere i loro
problemi, le loro lotte e i loro successi nel campo dei
disturbi dell’alimentazione e obesità.
aidap journal observer
È la rivista di aggiornamento scientifico rivolta ai soci
ordinari e professionisti dell’AIDAP. Riporta un riassunto con commento di articoli recenti pubblicati sulle
più importanti riviste internazionali.
Prevenzione
Vengono organizzati incontri educativi nelle scuole e altre istituzioni e corsi di formazione per insegnanti, educatori e altri operatori socio-sanitari non specialistici.
Sito http://www.aidap.org
Dove potete trovare:
- Forum. Il luogo d’incontro per chi soffre di disturbi
dell’alimentazione o vuole conoscere tali problemi.
- Novità scientifiche e Angolo Informativo. Tutte
le notizie su disturbi dell’alimentazione e obesità.
38
Emozioni e Cibo
- Convegno Nazionale e Incontri. Convegni, workshop e tavole rotonde.
- AIDAP test-online.
1) Eating Attitude test a 26 Item (EAT-26)
2) Calcola il tuo Indice di Massa Corporea (BMI)
3) Calcola la Spesa Energetica a Riposo o Resting
Energy Expenditure (REE)
- Centri aidap. Per trovare la sede AIDAP più vicina.
Sito http://www.emozioniecibo.it
è la prima rivista elettronica in Italia sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.
Emozioni e Cibo on line presenta tre diversi livelli di
informazione in grado di soddisfare sia il grande pubblico sia lo specialista più esigente.
- Modulo “Emozioni e Cibo” - versione online della
rivista
- Modulo “Journal Observer” - versione online
della rivista
- Modulo “News RSS” - gli abstract in lingua originale, presenti nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali.
Sportello informativo
- Per dare sostegno e consigli ai familiari
- Per dare informazioni sulle cure e i centri terapeutici più vicini
Gruppi di studio
- Fare ricerca e sperimentazione per contribuire ad
aumentare la conoscenza dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità
- Per aggiornarsi sulle nuove evidenze scientifiche
internazionali
centri AIDAP…
Indirizzi e referenti delle varie UOL (Unità Operative Locali) AIDAP e attività svolte
AIDAP adrano (CT)
AIDAP bologna
Responsabile: Dott. Francesco Iarrera
Responsabili: Dott.ssa Lucia Cecchini
(in alto) e Dott.ssa Giovanna Cuzzani (in basso)
Sede: Via Casale dei Greci, 54
95031 Adrano (CT)
Tel. 095 497865 - Cell. 320 9117157
E-mail: [email protected]
AIDAP Ancona
Responsabile: Dott.ssa Silvia Filipponi
Sede: Via Giordano Bruno, 44
60100 Ancona - Tel. 071 2804116
E-mail: [email protected]
Collaborano nello studio la Dott.ssa Paola Bartolini
e la Dott.ssa Lucia Piccinini
AIDAP arezzo
Responsabile: Dott.ssa Barbara Lapini
(in alto)
Sede: Via Calamandrei, 137
52100 Arezzo - Cell. 333 2739033
Fax 0575 401170
E-mail: [email protected]
Sito web: www.dietistalapini.it
Collabora nello studio la Dott.ssa Gloria Vazzano
(psicologa) (in basso)
Sede: Via Nino Bixio, 2/2
40033 Casalecchio di Reno (BO)
Tel. e Fax 051 590051 - Cell. 331 9142815
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria: da lunedì a venerdì
ore 10:00-12:00 e 16:00-18:00
Sportello informativo: venerdì pomeriggio
Cell. 331 9142815
AIDAP brescia
Responsabile: Dott. Andrea Benedetto
Sede: Via Milano, 14 - 25126 Brescia
Tel. 030-292179 - E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
lunedì e giovedì ore 8:30-11:00
martedì e venerdì ore 14:00-18:00
Collaborano nello studio: Dott.ssa Elena Gandossi
(medico endocrinologo), Dott.ssa Ornella Pastrengo
(psicologa) e Dott. Alessandro Rumi (nutrizionista)
39
Emozioni e Cibo
AIDAP cagliari
AIDAP catanzaro
Responsabile: Dott.ssa Manuela Biddau
Responsabili: Dott. Tommaso Gioffrè
(medico) (in alto) e Dott. Giovanni Minutolo
(medico) (in basso)
Sede: Via Malpighi 4 - 09126 Cagliari
Cell. 328 3324817 - Fax 070 7731921
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria: venerdì 16-19
Collaborano nello studio la Dott.ssa Valeria Serra e
la Dott.ssa Elisabetta Gasperini
AIDAP cassino
Sede: Via Panoramica 7
88068 Soverato (CZ)
Cell. 335 5325535 - 347 0056700
Telefax 0967 528522
E-mail: [email protected]
Collabora nello studio il Dott. Massimiliano Scalzo
(nutrizionista)
Responsabile: Dott. Franco Giuseppe
Colella
AIDAP empoli
Sede: c/o Centro di Riabilitazione
Neuromotoria s.r.l., L.go Michelozzi
Angolo Viale Tiziano, 1
03030 Piedimonte S. Germano (FR)
Tel. 0776 403159 - Fax 0776 402156
Cell. 339 7380152
E-mail: [email protected]
Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi
AIDAP ANCONA
• Il lunedì dalle 17 alle 19 è attivo uno sportello d’ascolto e di informazione gratuito, su disturbi dell’alimentazione e obesità (previo appuntamento).
• Ogni primo martedì del mese viene organizzato
un incontro serale (21-22:30) informativo, rivolto in
particolare a familiari e amici di persone affette da
DCA.
• Sono in progetto e realizzazione incontri gratuiti
aperti al pubblico nei comuni della provincia di Ancona.
• Proseguono interventi di prevenzione-educazione
nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio.
AIDAP AREZZO
• è attivo uno sportello informativo gratuito, per fornire informazioni e materiale scientifico sui disturbi
dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del
nostro centro.
• L’équipe ha una rubrica ogni giovedì sul quotidiano
“Il Corriere Aretino” all’interno del quale risponde a
lettere dei cittadini sui temi quali obesità e disturbi
alimentari.
• Sono in progetto incontri di educazione e di aggiornamento con i medici di base.
• L’équipe organizza incontri rivolti alla popolazione
presso la sua sede in Via Calamandrei, 137 sui temi
legati all’alimentazione, all’obesità e ai disturbi alimentari.
• L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole.
• Collaborazione con tv, radio e giornali locali per la
divulgazione informativa e scientifica.
Sede: Via L. Cherubini, 2/4
50053 Empoli (FI)
Tel. 0571 73922 - 0571 99281
Cell. 3451639017
E-mail: [email protected]
• Saranno organizzati convegni e corsi scientifici sui
disturbi dell’alimentazione e obesità.
AIDAP BOLOGNA
• è attivo, gratuitamente, lo sportello di ascolto che
fornisce informazioni sui disturbi dell’alimentazione,
sull’obesità, su percorsi di prevenzione e cura, sui
centri terapeutici AIDAP, sulle attività della UOL Bologna. Lo sportello è attivo il venerdì pomeriggio. Per
appuntamento telefonare al numero 331 9142815.
• è attivo un programma psicoeducazionale di prevenzione e informazione sui disturbi dell’alimentazione e obesità nelle scuole medie inferiori e superiori del nostro territorio.
• Sono in progetto incontri con la popolazione per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, obesità, un corretto stile di vita.
• Sono in progetto incontri informativi con i medici allo
scopo di fornire criteri idonei al riconoscimento precoce dei disturbi dell’alimentazione, e strumenti operativi corretti per informare e motivare a un corretto
stile di vita e percorsi di cura, quando necessari.
• Sono in programma corsi per gruppi di persone affette da sovrappeso e obesità.
AIDAP BRESCIA
• Il martedì e giovedì è attivo, previo appuntamento,
uno sportello gratuito d’ascolto e d’informazione
sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.
• L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole e serate informative sui temi legati all’obesità e
ai disturbi dell’alimentazione.
40
Emozioni e Cibo
AIDAP firenze
AIDAP lecce
Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi
Responsabili: Dott.ssa Loredana De Luca
(in alto), Dott. Salvatore Rizzello (in basso)
Sede: Via Pacini, 23
50144 Firenze - Tel. 055 3245370
Cell. 3451639017
E-mail: [email protected]
AIDAP genova
Responsabile: Dott. Giancarlo Sarno
Sede: Via Ruffini, 10/8 - 16128 Genova
Tel. 010 5955374 - Cell. 335 6942193
E-mail: [email protected]
AIDAP la spezia
Responsabile: Dott. Adolfo Fossataro
Sede: Via XXIV Maggio, 152
19124 La Spezia - Tel. e Fax 0187 23414
E-mail: [email protected]
Sede: Via Montello 1 - 73100 Lecce
E-mail: [email protected],
[email protected]
Tel. e Fax: 0832 244063
Cell. 3286120205
Orario di segreteria:
tutti i pomeriggi dalle 16:00 alle 20:00
martedì dalle 9:30 alle 12:00
Si riceve previa telefonata
AIDAP milano
Responsabile: Dott.ssa Arianna Banderali
Sede: Viale Caldara 23 - 20122 Milano
Tel. e Fax 02-5456738 - Cell. 339-1785974
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
da lunedì a venerdì ore 15:00-18:00
Collaborano nello studio la Dott.ssa Stefania Rosi
(dietista) e la Dott.ssa Monica Gomez Ortiz (psicologa e psicoterapeuta)
• Sono in programma incontri di informazione, gratuiti, nelle scuole del territorio.
• Sono in corso incontri informativi per i medici di
base sui temi del peso e dello stile di vita.
• Collaborazione con radio e giornali locali.
• Anche per l’anno scolastico 2010-2011 l’AIDAP
sta collaborando con l’Assessorato allo Sport e al
Tempo libero della Provincia di Brescia, per la realizzazione del Progetto S.P.O.R.T. (Salute Passione
Onestà Rispetto Territorio), nelle scuole della Provincia di Brescia.
AIDAP Cagliari
• Il venerdì, dalle 16:00 alle 19:00, previo appuntamento telefonico, è attivo uno sportello d’ascolto
gratuito allo scopo di fornire informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità, sulle attività del
centro, sulle cure e i centri terapeutici più vicini e di
illustrare e consegnare materiale informativo scientifico.
• Sono in corso degli interventi informativi di prevenzione presso diverse scuole superiori della città diretti a studenti e insegnanti.
• Sono in programma una serie di incontri informativi
per i medici di base sui disturbi dell’alimentazione e
del peso.
• Ogni primo venerdì del mese dalle 16:00 alle 19:00
è possibile effettuare uno screening gratuito sui disturbi dell’alimentazione e del peso.
• Sono in corso cicli di incontri educativi sui disturbi
dell’alimentazione per familiari ed amici di pazienti
affette da DCA.
AIDAP cassino
• Continua la campagna di informazione nelle scuole
di ogni ordine e grado del territorio con la proposta
di progetti educativi sia per gli studenti che per il
grande pubblico.
• Sono stati avviati i progetti di “incontro in palestra”
e di “incontro scuole di ballo” al fine di informare e
discutere in particolare sui fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza dei disturbi dell’alimentazione e
del rapporto tra attività fisica e qualità della vita.
• Sono in cantiere progetti informativi “tematici” rivolti ai medici di medicina generale.
• Il mercoledì è attivo un servizio gratuito di ascolto
ed informazione sui disturbi dell’alimentazione, sui
problemi di sovrappeso ed obesità (previo appuntamento).
AIDAP EMPOLI
• Il lunedì è attivo, su appuntamento, uno sportello
informativo gratuito, per qualsiasi informazione sui
41
Emozioni e Cibo
AIDAP milano 2
AIDAP monza
Responsabile: Dott. Sergio Colombi
Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia
Galimberti
Sede: Corso Garibaldi, 71 - 20123 Milano
Tel. 02 86460962 - Cell. 339 8898555
E-mail: [email protected]
Sportello di ascolto:
martedì-mercoledì dalle 16:00 alle 17:00
Cell. 339-8898555 - Tel. 02-86460962
AIDAP modena
Responsabile: Dott.ssa Maria Pia
Bagnato Bulgarelli
Sede: Via Franklin 7 - 41124 Modena
Tel. 059 6138595 - Cell. 348 9694333
E-mail: [email protected]
disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro.
• Sono in progetto incontri di aggiornamento e formazione rivolti a specialisti.
• Collaborazione con i giornali locali per la pubblicazione e divulgazione di articoli informativi e scientifici.
AIDAP Firenze
• è attivo uno sportello informativo gratuito, per qualsiasi informazione sui disturbi dell’alimentazione,
sull’obesità e sulle attività del nostro centro.
• Sono in progetto incontri di educazione nelle scuole
e incontri di aggiornamento con i medici di base.
• Collaborazione con i giornali locali per la pubblicazione e divulgazione di articoli informativi e scientifici.
• Sono, inoltre, in progetto e realizzazione incontri
gratuiti aperti al pubblico in collaborazione con i
quartieri di Firenze.
AIDAP Genova
• Sono stati effettuati e sono in programma incontri
informativi con medici di base e pediatri allo scopo
di fornire criteri idonei sia a una prima diagnosi dei
disturbi dell’alimentazione sia al riconoscimento di
eventuali altri disturbi sovrapposti (di personalità,
depressivi, d’ansia).
Sede: Via Moriggia, 3 - 20900 Monza
Tel. 339 7777811
E-mail: [email protected]
Collaborano nello studio la Dott.ssa Chiara
Galli (medico endocrinologo), la Dott.ssa Cristina
Calderone (psicoterapeuta) e la Dott.ssa Vanessa
Sangiorgio (nutrizionista)
AIDAP napoli
Responsabile: Dott.ssa Rosa Mennella
Sede: Via Salvo D’Acquisto, 171
80042 Boscotrecase (NA)
Tel. e Fax 0815374177
Cell. 338 5940931
E-mail: [email protected]
• Proseguono gli interventi informativi nelle scuole
per studenti, genitori ed insegnanti.
AIDAP La Spezia
• La sede è disponibile per incontri di formazione,
educazione e prevenzione per chiunque lo richieda
(associazioni, enti, scuole, ecc.).
• Tutti i giorni (sabato escluso) dalle 15:00 alle 18:00
presso il nostro sportello informativo gratuito vengono fornite informazioni sui disturbi dell’alimentazione e del peso.
AIDAP Lecce
• è attivo, gratuitamente, lo sportello di ascolto previo appuntamento, che fornisce informazioni su:
disturbi dell’alimentazione, sovrappeso e obesità,
percorsi di prevenzione e cura, attività dell’Aidap di
Lecce sul territorio.
• L’Aidap di Lecce, facendo parte dell’Osservatorio
Comunale Sanitario Permanente della Città, ascolta di buon grado chi voglia esprimere un parere,
esporre una difficoltà, dare un suggerimento al fine
di ottimizzare e diffondere le strategie di prevenzione e cura dei DA e dell’Obesità.
• In quanto componente del Tavolo Tecnico ”Salute
e Benessere” istituito dall’Assessorato alla Sanità
del Comune di Lecce, l’Aidap prosegue settimanal-
42
Emozioni e Cibo
AIDAP oliveri (ME)
AIDAP PALERMO
Responsabile: Dott. Francesco Iarrera
Responsabile: Dott. Antonino Faillaci
Sede: Piazza Pirandello, 8
98060 Oliveri (ME) - Tel. 0941 313999
Cell. 328 3727128
Sede: Via Gambara, 2 - 90135 Palermo
Tel. e Fax 091 551090
E-mail: [email protected]
E-mail: [email protected]
Sito web: www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it
Orario di segreteria: lunedì, mercoledì
e venerdì ore 8:30-12:30 e 14:00-18:00
Équipe terapeutica: Dott.ssa Claudia Milazzo, Dott.
Stefano Squatrito, Dott.ssa Giusi D’amico, Dott.ssa
Viviana Natale
AIDAP padova
Sportello di ascolto: su appuntamento
Équipe terapeutica: Dott.ssa Erika Cardella, Dott.ssa Rosalba Contentezza, Dott.ssa Odette
Martinez, Dott.ssa Raffaella Nocito, Dott.ssa Simona
Tarantino (psicoterapeute); Dott.ssa Rosa Maria
Pizzo, Dott.ssa Vicenta Zito (dietiste); Dott.ssa Maria
Stella Aliquò (medico internista e diabetologa)
AIDAP parma
Responsabile: Dott.ssa Lucia Camporese
Responsabili: Dott.ssa Lorella Fornaro (in
alto) e Dott.ssa Carlotta Bocchi (in basso)
Sede: Via D’Alemagna, 2 - 35134 Padova
Tel. e fax 049 604752 - Cell. 338 4464021
E-mail: [email protected]
Sede: Strada Inzani 5 - 43100 Parma
Tel. e Fax 0521 237644
E-mail: [email protected]
Collabora nello studio la Dott.ssa Diana Soligo
(dietista)
Orario di segreteria:
lunedì-venerdì ore 9:00-13:00 e 15:00-19:00
mercoledì ore 9:00-12:00 (sportello di
ascolto su appuntamento)
Collabora nello studio la Dott.ssa Lisa Reverberi
mente con gli incontri di prevenzione nelle scuole,
per promuovere, tra l’altro, i nuovi dispenser con
frutta, yogurt e cibi sani.
• Partono da aprile gli incontri di gruppo “Perdere
peso… senza perdere la testa”
• Speciale studenti: previo appuntamento è possibile
avere un colloquio gratuito con l’esperto Aidap (medico e/o psicologo).
• Il gruppo ragazzecontrocorrente riunisce gli amici
facebook il martedì dalle 16:30 alle 18:30.
AIDAP Milano
• È attivo un programma di prevenzione tramite campagne svolte nelle scuole medie inferiori e superiori
del territorio.
AIDAP Milano 2
• Sono previsti periodici corsi di psicoeducazione, è
richiesta la prenotazione.
AIDAP Modena
• è attivo lo sportello di ascolto che fornisce informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità, sui
percorsi di prevenzione e cura, sui centri terapeutici
AIDAP. Per appuntamenti telefonare al numero 348
9694333.
• Sono in progetto incontri di educazione e prevenzione nelle scuole medie superiori, sui temi legati
all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione.
AIDAP monza
• è attivo, previo appuntamento, uno sportello d’ascolto e di orientamento sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.
• Sono in previsione incontri informativi per i medici
di base sui DCA e sull’obesità.
• Sono in previsione incontri preventivi e informativi
sui temi legati all’obesità e ai DCA nelle scuole del
territorio.
• Sono in previsione gruppi di auto-aiuto sull’obesità.
AIDAP Napoli
• Il Mercoledì pomeriggio è attivo un servizio gratuito
di ascolto e informazione sui disturbi dell’alimentazione e del peso (previo appuntamento).
• Sono attivi incontri di sensibilizzazione e di informazione sui disturbi dell’alimentazione nelle scuole
del territorio.
• L’équipe è disponibile a svolgere interventi informativi nelle scuole per studenti, genitori, insegnanti
sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione.
43
Emozioni e Cibo
AIDAP reggio calabria
Responsabile: Dott. Giovanni Minutolo
Sede: Via R. Willermin, 1
89123 Reggio Calabria
Tel. 0965 25864 - Cell. 347 0056700
Telefax 0966 474400
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
da lunedì a sabato 9:00-13:00
e 17:00-19:30
AIDAP reggio emilia
Responsabile: Dott.ssa Lisa Reverberi
Sede: Via A. De Gasperi, 44
42100 Reggio Emilia
Tel. 0522 555514 - Fax 0522 334906
e-mail: [email protected],
[email protected]
Orario di segreteria:
lunedì e sabato 9:00-12:00
martedì-mercoledì-venerdì 13:30-18:30
AIDAP rimini
Responsabili: Dott.ssa Manuela Marchini
(in alto) e Dott. Amelio Marchi (in basso)
Sede: Via G. Perlasca 15
47900 Rimini - Tel. 0541 478485
Cell. 329 3790844
E-mail: [email protected]
AIDAP roma
Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia
Rubeo (in alto)
Sede: Via Levico 9 - 00198 Roma (RM)
Tel. e Fax 06 8840242 - Cell. 338 9098603
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria: tutti i giorni
24 ore su 24
Collabora nello studio la Dott.ssa Lidia Nevaloro
(in basso)
Collabora nello studio la Dott.ssa Lorella Fornaro
AIDAP Padova
• È sempre attivo il servizio gratuito di ascolto e informazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.
• Al martedì mattina è possibile effettuare, previo
appuntamento, i colloqui informativi.
• Sono in programma per i prossimi mesi i corsi per
gruppi di persone affette da sovrappeso e obesità
e incontri educativi rivolti al grande pubblico, insegnanti e genitori per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un
corretto stile di vita.
AIDAP PALERMO
• Terapia cognitivo-comportamentale ambulatoriale
dell’Obesità dell’Adulto e Pediatrica e dei Disturbi
dell’Alimentazione in équipe multidisciplinare.
• Sono previsti programmi educativi destinati a Scuole, grande pubblico, palestre e scuole di danza.
• Sono previsti incontri con medici di medicina generale e specialisti che vengono a contatto con persone affette da disturbi dell’alimentazione ed obesità.
• è in fase di organizzazione uno sportello di ascolto per persone con obesità, disturbi alimentari e
loro familiari, previa prenotazione, all’interno della
Sede.
• La UOL Palermo si propone di organizzare, insieme
alla UOL Trapani e alla UOL Oliveri, programmi di
formazione sulla terapia dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che vogliono
approfondire le proprie conoscenze sulla CBT.
AIDAP oliveri
• Terapia Cognitivo-comportamentale ambulatoriale,
dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione.
• Terapia Cognitivo-comportamentale intensiva (con
assistenza ai pasti presso il centro), dell’obesità e
dei disturbi dell’alimentazione.
• è attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it un forum di mutuo supporto destinato a pazienti con disturbo alimentare e obesità.
• è attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it uno sportello d’ascolto gratuito per
avere informazioni sui disturbi alimentari e sull’obesità.
• Sarà attivato a breve “on line con il nutrizionista”
che permetterà ai pazienti di seguire il programma
per la perdita tramite un accesso internet.
• In collaborazione con la UOL Trapani organizziamo,
programmi di formazione sulla terapia dei Disturbi
dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti
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Emozioni e Cibo
AIDAP torino
AIDAP trento
Responsabili: Dott. Mauro Cappelletti (in
alto) e Dott.ssa Sara Cappelletti (in basso)
Responsabile: Dott.ssa Micol Taddei
Sede: Via San Francesco da Paola 37
10123 Torino (TO)
Cell. 338 5077416 Mauro Cappelletti
Cell. 338 9892040 Sara Cappellletti
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
lunedì-mercoledì-giovedì ore 16:00-18:00
martedì e venerdì ore 10:00-12:00
AIDAP trapani
Responsabile: Dott. Antonino Faillaci
(medico internista) (in alto)
Sede: Via Salemi, 54 - 91100 Trapani
Tel. e Fax 0923 554244
Cell. 349 5742098
Email: [email protected]
Orari di segreteria:
lunedì, mercoledì e giovedì: 9:00-11:30
martedì e venerdì: 16:00-19:00
Équipe: Dott. Paolo Palmeri (dietista), Dott.ssa
Maria Barbara (psicologo) (in basso)
(medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che
vogliano approfondire le proprie conoscenze sulla
CBT.
• Sono in programma incontri di prevenzione e informazione sui disturbi alimentari e sull’obesità indirizzati ai pazienti.
AIDAP Parma
• Si stanno svolgendo incontri educativi sui Disturbi
dell’Alimentazione e sull’Obesità rivolti al grande
pubblico.
• è sempre attiva la collaborazione con alcuni giornalisti per interviste e articoli pubblicati sui quotidiani
della città.
• è attivo lo sportello di ascolto e informazione il
mercoledì dalle 9 alle 12 (su appuntamento).
AIDAP Reggio Calabria
• Sono in programma progetti educativi ed incontri di
sensibilizzazione/informazione, gratuiti, nelle scuole
del territorio rivolti a studenti, genitori, insegnanti.
• L’équipe è disponibile a collaborare con TV, radio
e giornali locali per la divulgazione informativa e
scientifica sui disturbi dell’alimentazione e obesità.
• Sono stati già effettuati e sono in programma incontri informativi e partecipazioni a convegni organizzati da Associazioni ed Enti del territorio.
Sede: Via San Marco, 21 - 38100 Trento
Cell. 340 5150390
Cell. 392 9586073 (per appuntamenti)
E-mail: [email protected]
Orari di segreteria:
da lunedi a venerdi ore 9:00-19:00
Collabora nello studio la Dott.ssa Simona Ginetti
(dietista)
AIDAP treviso
Responsabile: Dott. Fulvio Susanna
Sede: Via Campagnola, 3/1
31020 Villorba (TV)
Tel. 0422 444900 - Fax 0422 278987
E-mail: [email protected]
- [email protected]
Orario di segreteria:
da lunedì a venerdì: 10-12 e 16-20
Équipe: Dott.ssa Zuccalà Maria Isabella e Da
Ros Eva (dietiste) Gobbetto Veronica (psicologapsicoterapeuta)
• è attivo, gratuitamente, uno sportello d’ascolto dal
lunedì al sabato.
• Si effettua, durante tutto l’anno, la Terapia Ambulatoriale Intensiva, ovvero: pasti assistiti in ambulatorio (pranzo, merenda e cena), seguita da un’équipe
composta da un medico nutrizionista, una psicologa e una dietista.
AIDAP Reggio emilia
• Il lunedì mattina dalle 9:30 alle 12:30 è attivo uno
sportello di ascolto e di informazione gratuito sui
disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento).
• Sono in progetto incontri educativi rivolti al grande
pubblico per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto
stile di vita.
AIDAP rimini
• Sono attivi incontri informativi con i medici e i pediatri, allo scopo di fornire una consulenza specialistica in relazione al riconoscimento precoce dei
disturbi dell’alimentazione e ai percorsi di cura.
• Sono in fase di realizzazione una serie di incontri
informativi rivolti agli insegnanti sul tema dei disturbi dell’alimentazione e un ciclo di incontri aperti al
grande pubblico sul corretto stile di vita.
45
Emozioni e Cibo
AIDAP varese
AIDAP VERONA (sede centrale)
Responsabile: Dott.ssa Annarita Traini
Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave
Sede: Viale Borri 75 - 21100 Varese (VA)
Tel. 0332 813456 (per appuntamenti)
Fax 0332 813464
Cell. 338 3917580 (per informazioni)
E-mail: [email protected]
Sede: Via Sansovino, 16
37138 Verona
Tel. 045 8103915 - Fax 045 8102884
Email: [email protected]
Sito web: www.aidap.org
Orario di segreteria:
da lunedì a sabato: 9:00-19:00
Collabora nello studio la Dott.ssa Angela Focarelli
(dietista)
• Sono in programma interventi di prevenzione e divulgazione nelle scuole medie inferiori e superiori
del territorio.
• È attivo un servizio gratuito di ascolto, informazione e diffusione di materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e del peso e sui percorsi di
prevenzione e di cura. Il lunedì mattina è possibile
effettuare, previo appuntamento, i colloqui informativi.
AIDAP Roma
• è attivo uno sportello d’ascolto per quanti fossero
interessati all’informazione e alla prevenzione sui
disturbi dell’alimentazione e obesità (previo appuntamento).
• La UOL di Roma svolgerà un programma di prevenzione e informazione nelle scuole medie e superiori
a partire da Ottobre.
• Sono in programmazione incontri serali informativi
per il grande pubblico. è richiesta la prenotazione.
AIDAP torino
• Sportello informativo gratuito per fornire informazioni e materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento).
• L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole, e organizza incontri rivolti alla popolazione sui
temi legati all’alimentazione, all’obesità e ai disturbi
alimentari.
• Supervisione al forum AIDAP da parte della dott.
ssa Cappelletti Sara.
AIDAP trapani
• Terapia cognitivo-comportamentale ambulatoriale
dell’Obesità dell’Adulto e Pediatrica e dei Disturbi
dell’Alimentazione in equipe multidisciplinare.
• Sono in corso programmi educativi destinati a
Scuole, grande pubblico, palestre e scuole di danza.
• Sono previsti incontri con medici di medicina generale e specialisti che vengono a contatto con persone affette da disturbi dell’alimentazione ed obesità.
• è attivo uno sportello di ascolto per persone con
obesità, disturbi alimentari e loro familiari, previa
prenotazione, all’interno della Sede.
• La UOL Trapani organizza, insieme alla UOL Oliveri
programmi di formazione sulla terapia dei Disturbi
dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti
(medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che
vogliono approfondire le proprie conoscenze sulla
CBT. Inoltre collabora, sempre con la stessa UOL,
alla gestione del sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it, portale regionale dell’AIDAP in Sicilia.
AIDAP Trento
• Il lunedì, il mercoledì e il venerdì, su appuntamento, è attivo lo sportello informativo gratuito per
avere informazioni sui disturbi dell’alimentazione,
sull’obesità e sulle attività del centro.
• Sono attivi incontri educativi sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità nelle scuole e nelle circoscrizioni del territorio.
AIDAP Treviso
• è operativo uno sportello informativo gratuito, su
appuntamento, per fornire informazioni sui disturbi
dell’alimentazione e sull’obesità; in sede è disponibile gratuitamente materiale informativo.
• Collaborazione con giornali locali per pubblicazione
e divulgazione di informazioni su disturbi dell’alimentazione, obesità e alimentazione in generale.
AIDAP varese
• è attivo uno sportello di ascolto e di orientamento
gratuito, sia telefonico che via e-mail, per fornire
informazioni sui problemi dell’obesità e dei disturbi
dell’alimentazione.
• Al mercoledì mattina, previo appuntamento, sono
possibili colloqui informativi all’interno della Sede.
• Sono previsti incontri di prevenzione sui disturbi
alimentari e obesità nelle scuole di ogni ordine e
grado.
• In programma corsi per gruppi di persone affetti da
sovrappeso ed obesità.
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Emozioni e Cibo
S.p.A.
CASA DI CURA PRIVATA AD INDIRIZZO RIABILITATIVO
37016 Garda - Via Monte Baldo 89 - Telefono (045) 6208611 - Fax 7256132
E-mail: [email protected] - sito web: http//www.villagarda.it
Direttore sanitario: Dott. Giovanni Citarella
Idoneità Nazionale D.S. Ospedaliero - Spec. in Scienze dell’Alimentazione
UNITÀ DI RIABILITAZIONE NUTRIZIONALE
Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave
Spec. in Endocrinologia e Scienze dell’Alimentazione
E-mail: [email protected]
Trattamento dei disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata)
e dell’obesità grave e/o complicata.
L’unità di Riabilitazione Nutrizionale ha 29 posti letto per il ricovero e nove posti con possibilità di due accessi
giornalieri per il trattamento in day-hospital, accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale.
Il programma si basa su un modello teorico originale di tipo cognitivo comportamentale somministrato da diverse
figure professionali (medici, psicologi, dietiste, infermieri professionali). Le procedure terapeutiche applicate includono la riabilitazione nutrizionale (con l’assistenza a tutti i pasti), la psicoterapia individuale e di gruppo, la terapia
della famiglia nei pazienti più giovani.
Il programma di riabilitazione intensiva per l’Obesità grave e/o complicata è indicato per le persone affette da
obesità grave (BMI > 40) o associata a severe complicanze mediche e/o psicologiche.
Il programma si basa su un modello teorico cognitivo comportamentale originale condotto da un’équipe multidisciplinare che include la riabilitazione nutrizionale e fisica, gli incontri psicoeducazionali di gruppo e gli incontri
individuali con il medico e lo psicologo (nei pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata).
ALTRI SERVIZI
unità di Riabilitazione cardiovascolare
Responsabile: Dott. Pierluigi Baroni
Spec. in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare
Riabilitazione post-operatoria per interventi di rivascolarizzazione e sostituzione valvolare
Trattamento riabilitativo dell’infarto
poliambulatori
> Servizio nutrizionistico - Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave - Spec. in Endocrinologia e Scienze
dell’Alimentazione
> Diagnostica Cardiologica - Responsabile: Dott. Pierluigi Baroni - Spec. in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare
> Diagnostica per Immagini - Responsabile: Dott.ssa Paola Bazzani - Spec. in Radiologia
> Servizio di Fisiokinesiterapia - Responsabile: Dott. Sergio Briani - Spec. in Ortopedia e Fisiatria
Tesseramento AIDAP 2012
Emozioni e Cibo
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(Abbonamento newsletter “Emozioni e Cibo”)
Isc_0501 r00TesseramentoAIDAP
Socio ordinario
Sostenitore professionista
dedicato ai professionisti che hanno conseguito il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity e
superato l’esame finale.
dedicato ai professionisti (medici, psicologi, dietiste).
quota sociale annuale Euro 100,00
Con questo tesseramento si ha diritto a:
• sconto del 30% sull’acquisto dei libri Positive Press
• sconto del 50% sull’acquisto di almeno 10 copie dello stesso
titolo di Positive Press
• sconto del 30% sui corsi di Positive Press (escluso il First
Certificate of Professional Training in Eating Disorders and
Obesity
• ingresso gratuito al Convegno Nazionale AIDAP
• invio della newsletter “Emozioni e cibo”
• segnalazione sul sito AIDAP come socio ordinario
Abbonamento newsletter per non soci
quota annuale Euro 15,00
dedicato a tutte le persone che desiderano ricevere la newsletter
“Emozioni e cibo” a casa anche senza essere iscritti all’AIDAP.
quota sociale annuale Euro 50,00
Con questo tesseramento si ha diritto a:
• sconto del 20% sull’acquisto dei libri Positive Press
• sconto del 40% sull’acquisto di almeno 10 copie dello stesso
titolo di Positive Press
• sconto del 20% sui corsi di Positive Press (escluso il First
Certificate of Professional Training in Eating Disorders and
Obesity
• invio della newsletter “Emozioni e cibo”
Sostenitore non professionista
quota sociale annuale Euro 15,00
dedicato alle persone affette da disturbi dell’alimentazione e del
peso, loro familiari, insegnanti, religiosi, educatori, ecc.
Con questo tesseramento si ha diritto a:
• accesso ai centri associati all’AIDAP
• sconto del 20% sull’acquisto dei libri Positive Press
• invio della newsletter “Emozioni e cibo”
• partecipazione agli incontri organizzati dall’AIDAP per il grande pubblico
RICHIESTA DI AMMISSIONE ALL’ASSOCIAZIONE:
NUOVA ISCRIZIONE
q
q RINNOVO TESSERA N. ............................................................................................
q NON DESIDERO RICEVERE A CASA LA NEWSLETTER “EMOZIONI E CIBO”
Nome ............................................................................................. Cognome .............................................................................................
Luogo e data di nascita .................................................................................................................................................................................
Cod. Fisc./Partita IVA .....................................................................Indirizzo .............................................................................................
CAP ................................................................................................ Città .......................................................................... Prov. ..................
Tel. ................................................................................................. Fax .......................................................................................................
E-mail ............................................................................................. Professione...........................................................................................
INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 DEL D.LGS. N. 196/03 E D’AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI
La informiamo che i Suoi dati personali potranno essere oggetto di trattamento, nel rispetto della normativa privacy, da parte dell’associazione, dei suoi dipendenti, ausiliari e collaboratori per finalità di: servizio associati, marketing, pubblicità, promozione e informazione, analisi statistiche, indagini sulla soddisfazione
della clientela, revisioni, archiviazione di dati storici. Potrà accedere in ogni momento ai dati personali che La riguardano, ottenere l’indicazione della loro origine,
del modo in cui sono utilizzati, farli aggiornare, rettificare, integrare o cancellare, a seconda dei casi, ed opporsi alla loro utilizzazione (art. 7 del D.Lgs. 196/03),
rivolgendosi direttamente al responsabile appositamente nominato dal titolare, dott.ssa Laura De Kolitscher, in ogni modo o forma. Titolare del trattamento dei
dati è: AIDAP, via Sansovino n. 16, Verona – fax 045.8102884 – e-mail: [email protected]. Per il contenuto integrale dell’informativa di cui all’art. 13, nonché dei
Suoi diritti di cui all’art. 7 del d.lgs. 196/03, il Titolare rinvia al proprio sito web: www.aidap.org.
Data................................................. Firma.............................................................................................................................................................................
Versamento della quota (barrare la casella inerente):
q effettuato tramite bonifico bancario - SPARKASSE Cassa di Risparmio di Bolzano - Verona
cod. IBAN: IT93 Y060 4511 7030 0000 5000 189 (allegare ricevuta)
q allegato alla presente richiesta con assegno bancario
q versamento su c/c postale n. 12210324 (allegare ricevuta)
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Emozioni e Cibo
EMOZIONI e
CIBO online
è la prima rivista elettronica in Italia sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità; potrete, grazie alla sua moderna tecnologia,
fruire di articoli scientifici e di numerose pagine informative in tempo reale, semplicemente “sfogliando” le pagine a video.
Emozioni & Cibo on line presenta tre diversi
livelli di informazione in grado di soddisfare
sia il grande pubblico sia lo specialista più
esigente.
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l’archivio di Emozioni
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Modulo “Emozioni & Cibo”
Rappresenta il punto di incontro tra specialisti
e coloro che vogliono condividere i loro problemi, le loro lotte e i loro successi nel campo
dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. In ogni edizione è presente una sezione
scientifica, curatissima ed aggiornata.
Modulo “Journal Observer”
Contiene oltre 20 recensioni in lingua italiana, di articoli apparsi sulle più importanti
riviste specializzate internazionali.
Ogni recensione è commentata da terapeuti
esperti.
Modulo “News RSS”
Rappresenta un formato per la distribuzione
e la diffusione di contenuti web che nello
specifico si rivolge al terapeuta che desidera ottenere notizie altamente specializzate;
sono a disposizione gli abstract in lingua originale, presenti nelle più prestigiose riviste
scientifiche internazionali.
E n t r a s u b i t o n e l n u o v o s i t o : w w w. e m o z i o n i e c i b o . i t