nella pubblicazione realizzata da RIFday

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Farewell 2016:
riepilogo in pillole
di un anno che non ha
avuto (letteralmente)
concorrenza
Farewell 2016: riepilogo in pillole di un anno
che non ha avuto (letteralmente) concorrenza
Anche il 2016 è stato ormai consegnato agli archivi, con il suo carico di avvenimenti. Molti dei quali – in ragione del noto
principio per il quale il passato, o almeno una parte di esso, non finisce mai di passare – produrranno riflessi anche nel 2017
appena cominciato.
Per questo motivo, anche quest’anno RIFday Mattinale propone ai suoi lettori la sintesi dei fatti più significativi, per la
farmacia e i farmacisti in particolare e più in generale per il mondo della sanità, che hanno caratterizzato il 2016. Un anno
che si è chiuso con il botto provocato dalla caduta del Governo Renzi, travolto dalla netta sconfitta del referendum sulla riforma
costituzionale approvata dal Parlamento nello scorso mese di aprile, e costretto a cedere il passo all’esecutivo
necessariamente di transizione guidato da Paolo Gentiloni.
Le istantanee di questi controversi 366 giorni (trattavasi infatti di anno bisesto, e per gli scaramantici questo qualcosa può
significare…), fatti inevitabilmente di ombre e luci, sono ovviamente ricavate dalla newsletter che l’Ordine dei farmacisti di
Roma realizza ogni giorno e invia quotidianamente a circa 9000 farmacisti a Roma e in tutta Italia.
Sono state scelte con cura e “messe insieme”, in questa sorta di album, senza altro scopo che quello di offrire ai lettori uno
strumento utile, a memoria futura, per andare a ripescare, al bisogno, notizie utili a ricostruire nel “presente che verrà” richiami
e connessioni che possano aiutare a capire meglio origini, percorsi, senso e significato dei fatti e delle decisioni che
rileveranno per la vita e la storia dei farmacisti e delle farmacia.
Tra i quali c’è chi ritiene che possa ancora esservi spazio l’approvazione di quella sorta di linea di confine nella storia e nel
destino della farmacia del nostro Paese che il ddl Concorrenza, che lo scorso anno, di questi tempi, era annunciato e
presentato come l’ineluttabile novità del 2016, dando per scontato che il provvedimento già licenziato a ottobre 2015 dalla
Camera sarebbe diventato legge nel breve volgere di qualche mese, al massimo entro la primavera.
Come ognuno sa, non è andata affatto così. E il 2016 può ben fregiarsi (contro ogni previsione) del titolo di “anno senza
concorrenza”. Proprio l’ondivago iter in Senato del provvedimento, di immediata percezione anche solo a scorrere i titoli della
selezione di articoli proposti mese per mese in questa pubblicazione, può essere il filo rosso, la chiave di lettura di un anno
di difficile decifrazione, accolto al suo esordio da molte e importanti aspettative (nel bene e nel male) che non hanno poi
trovato realizzazione, lasciando ancora aperte tutte le partite più importanti per la farmacia e la filiera del farmaco, dal rinnovo
della convenzione a quello del Ccnl delle farmacie private, dalla riforma della remunerazione a quella della governance della
spesa farmaceutica.
L’auspicio, ovviamente, è che possano chiudersi con soddisfazione nell’anno appena iniziato, che potrebbe anche essere
quello che sancirà l’ingresso dei capitale nella proprietà delle farmacie: Ma, ammaestrati dall’esperienza, questa volta evitiamo
di azzardare ogni pronostico al riguardo.
Buona lettura, dunque, da tutti noi di RIFday Mattinale, che non rinunciamo davvero all’occasione di esprimere a tutti i lettori
sincera gratitudine per l’attenzione che ci dedicano ogni giorno, con l’impegno a fare di tutto per continuare a meritarla anche
in futuro.
Un grazie enorme al quale aggiungiamo tanti e davvero sentiti auguri per un 2017 sereno ma anche benevolo e generoso nei
confronti delle migliori aspettative di tutti e di ciascuno.
Giorgio F. Pintus
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GENNAIO
Il vigore le norme sulla ricetta dematerializzata
Il 1° gennaio entrano in vigore le norme del decreto della presidenza del Consiglio dei
ministri del 14 novembre 2015 pubblicate sulla Gazzetta ufficiale del 31 dicembre scorso, che
completano il percorso legislativo della ricetta farmaceutica dematerializzata, iniziato nel 2003 con
l’introduzione della ricetta cartacea standardizzata e proseguito via via con la tessera sanitaria e l’obbligo
di invio dei dati di tutte le ricette prima da parte delle farmacie (2008) e quindi dei medici (2011). L’ultimo provvedimento
aggiunge al complesso progetto un tassello fondamentale, ovvero la definizione delle modalità di compensazione tra Regioni
del rimborso della ricetta farmaceutica dematerializzata. Il dpcm prevede infatti che il prelievo dei medicinali, inclusi nei Livelli
essenziali di assistenza, prescritti su ricetta dematerializzata a carico del Ssn, possa essere effettuato in qualsiasi farmacia
pubblica e privata convenzionata del territorio italiano.
Consiglio di Stato, nuove farmacie istituite oltre i termini, il Comune può
Con sentenza n. 22/2016 pronunciata il 7 gennaio, il Consiglio di Stato respinge il ricorso di una farmacista di Matera contro
una sentenza del Tar Basilicata che aveva rigettato la richiesta di annullamento della delibera comunale che aveva istituito tre
nuove farmacie nella città dei Sassi, ritenendo la ricorrente l’atto illegittimo per essere stato posto in essere oltre la scadenza
del termine perentorio previsto dalla legge. “Se il Comune delibera oltre la scadenza del termine, ma prima che la Regione
abbia esercitato il potere sostitutivo, l’atto è pienamente valido, in quanto è raggiunto – sia pure con qualche ritardo – lo scopo
voluto dal legislatore” ha argomentatao il CdS.
Disco verde della Camera alla riforma costituzionale Boschi–Renzi
L’11 gennaio la Camera approva il ddl di riforma costituzionale firmato da Maria Elena Boschi, con 367 sì, 194 no e cinque
astenuti. Il testo del provvedimento torna a Palazzo Madama per un’altra lettura, dopo la quale dovrà tornare ancora a
Montecitorio, per chiudere poi definitivamente il suo percorso – presumibilmente in autunno – con il referendum confermativo,
sul quale le opposizioni (M5S, Forza Italia e Lega Nord ma anche Sinistra italiana–Sel e la minoranza interna dello stesso Pd)
hanno già annunciato battaglia, decise ad affossare una riforma costituzionale che a loro giudizio mette a rischio la tenuta
democratica del Paese.
Spesa farmaci, il Tar Lazio boccia ancora una volta il ripiano Aifa
Una sentenza pronunciata dal Tar Lazio, depositata in segreteria il 12 gennaio, ha parzialmente accolto il ricorso di
Federfarma per l’annullamento della determina Aifa 1239/2014 concernente il ripiano dello sfondamento del tetto dell’11,35%
della spesa farmaceutica territoriale 2013, in linea con sentenze precedenti che avevano già evidenziato come la
determinazione dello sfondamento del tetto di spesa e del ripiano dovuto dalle aziende farmaceutiche inficiasse il principio di
legittimità, per le modalità in base alle quali sono stati formati i dati sui quali sono stati poi calcolati sforamento e ripiano.
Pessina (WBA) al governo: “Sbrigatevi a liberalizzate, noi pronti a investire”
Intervenendo il 13 gennaio a San Francisco alla conferenza Italy on Move, iniziativa realizzata negli USA dall’Ice, l’Istituto per
il commercio estero, onorata nell’occasione dalla presenza del viceministro del MISE Carlo Calenda, il CeO di Walgreens
Boots Alliance Stefano Pessina, numero uno del gigante mondiale della distribuzione, nel ribadire la propensione
all’investimento della sua multinazionale (“Possiamo investire ovunque nel mondo, anche al Polo Nord”, ha detto al riguardo)
ha esplicitamente esortato il rappresentante del governo italiano a concludere al più presto la partita del ddl Concorrenza,
liberalizzando gli investimenti di capitale nel settore del retail farmaceutico e la costituzione di catene di farmacie.
Ddl Concorrenza, nel 2016 si riparte dallo “sbarco dei mille” (emendamenti)
Sul ddl annuale per la concorrenza e il mercato, all’esame della 10a Commissione del Senato, prima della scademza del
termine fissata il 14 gennaio è caduto un diluvio di emendamenti, circa mille in totale. Un centinaio riguardano gli articoli
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dedicati alle farmacie, il n.47 e il n.48, contenuti nel Capo IX del provvedimento. Tra questi, si riaffacciano richieste già respinte
a Montecitorio come la liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta e l’upgrading delle parafarmacie in farmacie. Ma
non mancano novità, come l’introduzione in via sperimentale nel biennio 2016–2018 dell’assegnazione delle farmacie in
deroga alle norme su pianta organica e concorsi, l’imposizione di un contributo a favore dell’Enpaf pari al 2%, l’allargamento
dell’eccezione galenica per consentire alle farmacie l’impiego di “principi attivi realizzati industrialmente”, la cancellazione della
norma che prevede l’ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie, lasciandola ai soli farmacisti.
Molti gli emendamenti che, invece, si “accontentano” di introdurre i paletti più vari all’ingresso del capitale: c’è chi riserva il
51% del pacchetto delle quote ai farmacisti, chi alza il tetto ai 2/3, chi interviene invece sulla maggioranza dei voti nelle
delibere societarie, chi impone un tetto (non più del 10% del totale) al numero di farmacie di cui può disporre una catena in
ogni Regione. Altri emendamenti riguardano le farmacie rurali, prevedendo l’erogazione a loro favore di un sussidio
straordinario una tantum pari al 65% dell’indennità annuale prevista dalla legge 221/1968.
“Fascia C da liberalizzare”: Dirindin (Pd) in contrasto con la linea del partito sul ddl Concorrenza
Nerina Dirindin, senatrice di primo piano del Pd, è intervenuta il 14 gennaio nella seduta della Commissione Igiene e Sanità
di Palazzo Madama, impegnata nell’esame del ddl Concorrenza ai fini della trasmissione del proprio parere sul provvedimento
alla Commissione Industria, per suggerire di valutare l’opportunità di consentire la vendita dei medicinali della fascia C
nell’ambito delle parafarmacie. Posizione ben diversa da quella sostenuta dal Pd con il responsabbile nazionale sanità
Federico Gelli, per il quale va difesa la riserva di vendita della fascia C con ricetta in farmacia, che “non serve a difendere
interessi corporativi ma a tutelare il Servizio sanitario, perché la farmacia non è un esercizio commerciale ma un presidio
territoriale del Ssn”.
Farmaci falsi, le stime dell’Ocse: “Un mercato che vale 200 mld di dollari”
Secondo una stima Ocse, vale 200 miliardi di dollari l’anno il mercato dei medicinali contraffatti. Il dato, del quale RIFday ha
dato conto il 15 gennaio, è contenuto nel report Illicit trade: convergence of criminal networks, dove vengono esaminati i
contorni e le conseguenze del fenomeno, in crescita, nel Paesi aderenti. Dal rapporto emerge infatti che dai 196 eventi
criminosi legati a contraffazione e/o commercio illegale o furto di farmaci del 2002, si è passati ai 2.177 del 2014. Per
quanto riguarda la tipologia di prodotti ‘taroccati’, il 32% dei farmaci contraffatti non contiene principio attivo; il 20% ne
contiene quantità non corrette; il 21,4% è composto da ingredienti sbagliati; il 15,6% ha corrette quantità di principi attivi ma
un packaging falso; l’8,5% contiene alti livelli di impurità e contaminanti.
Tessera professionale Ue, scatta il D-day, i farmacisti possono già chiederla
Scade il 18 gennaio il termine per il recepimento della direttiva Ue (entrata in vigore il 17 gennaio 2014) che semplifica il
riconoscimento delle qualifiche professionali e rende così più agevole la mobilità dei professionisti all’interno dell’Unione. Il
provvedimento è sostanzialmente centrato sull’adozione della cosiddetta Tessera professionale europea (in sigla Epc), nuova
procedura elettronica per il riconoscimento delle qualifiche professionali tra i Paesi dell’Unione, più facile da gestire rispetto
alle procedure tradizionali di riconoscimento. Tra i primi professionisti che potranno richiedere la Epc, insieme a infermieri,
ingegneri, fisioterapisti, guide alpine e agenti immobiliari, ci sono anche i farmacisti.
Sinafo: “Il nostro obiettivo sindacale resta l’area contrattuale unica della dirigenza”
Roberta Di Turi e Giangiuseppe Console, rispettivamente segretario nazionale e presidente di Fassid Area Sinafo, il
sindacato nazionale dei farmacisti dirigenti Ssn che fa parte della federazione sindacale costituita nel 2012 tra cinque
associazioni di rappresentanza dei dirigenti di diverse aree sanitarie, in un articolo a loro firma pubblicato il 18 gennaio,
ribadiscono come l’area contrattuale unica della dirigenza medica e sanitaria era e rimane il principale obiettivo del sindacato.
Sinafo, “pur nella esiguità dei numeri”, è riuscito a essere sempre presente sui tavoli contrattuali portando a casa risultati
importanti sia sul terreno normativo e giuridico (approdo alla dirigenza) sia su quello economico (esclusività).
CdS: “Preparazioni, legittimo sconfezionare i farmaci se principio attivo è indisponibile”
Se un principio attivo non è reperibile in commercio allo stato di materia prima, il farmacista può utilizzare quello disponibile
all’interno di un medicinale industrialmente prodotto e coperto da brevetto, poiché non ha altre alternative per garantire al
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paziente la possibilità di usufruire del medicinale personalizzato prescrittogli dal medico. A riconoscerlo è la pronuncia n.
4257/2015 del Consiglio di Stato, depositata in segreteria il 14 settembre 2015 ma resa nota dagli organi di stampa il 19
gennaio, che conferma una precedente sentenza del Tar Lombardia (la n.11/2015, sezione di Brescia), nell’ambito di un
giudizio avente ad oggetto l’affidamento della fornitura nutrizionale parenterale domiciliare con sacche di miscele allestite su
prescrizione personalizzata. Per il Supremo consesso, è legittimo lo sconfezionamento dei medicinali prodotti industrialmente
da parte del farmacista per utilizzarne il principio attivo nell’allestimento di una formula galenica magistrale.
Appropriatezza prescrittiva, il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 gennaio il decreto ministeriale 9 dicembre 2015, che individua le condizioni di
erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva per 203 prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili
nell’ambito del Ssn, riferite in particolare agli ambiti di Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio,
Dermatologia allergologica, Medicina nucleare.
Tre gli allegati al decreto. Il primo contiene le 203 prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale cui sono associate
condizioni di erogabilità o indicazioni di appropriatezza prescrittiva. L’allegato 2 riporta invece le patologie diagnosticabili con
le prestazioni di genetica medica. Il terzo allegato, infine, contiene i criteri con cui sono state identificate le condizioni di
erogabilità di odontoiatria.
Farmaci on line, pubblicato il decreto con il logo europeo
Sulla Gazzetta Ufficiale n.19 del 25 gennaio è stato pubblicato il decreto che – in accordo con quanto previsto dal
Regolamento Ue entrato in vigore anche nel nostro Paese lo scorso 1° luglio – ufficializza il simbolo che dovrà
obbligatoriamente identificare la farmacia o l’esercizio commerciale autorizzati alla vendita di medicinali al pubblico a distanza,
che in Italia – è possibile solo ed esclusivamente per i medicinali senza obbligo di prescrizione.
Il logo, rilasciato dal ministero del Salute ai soggetti autorizzati, sarà l’elemento che garantirà agli utenti che il venditore on
line è un soggetto che ha i requisiti necessari per commerciare farmaci ai sensi della normativa vigente (ovvero una farmacia
o una parafarmacia autorizzate alla vendita di medicinali). Il simbolo, recita il decreto, dovrà inoltre “essere chiaramente visibile
su ciascuna pagina del sito web dedicata alla vendita dei medicinali senza obbligo di prescrizione della farmacia o esercizio
commerciale autorizzati”.
Sul tema, il ministero della Salute ha diffuso una circolare esplicativa il 26 gennaio, fornendo chiarimenti e indicazioni sulla
procedura finalizzata all’avvio dell’attività di vendita di farmaci on line, articolata su due distinte fasi consecutive: “La prima,
concernente la richiesta di autorizzazione, gestita dalla Regione o Provincia autonoma o dalle altre autorità competenti,
individuate dalla legislazione delle Regioni o delle Province autonome” si legge nella nota sul sito del ministero “e la seconda,
relativa alla registrazione ed all’ottenimento del logo identificativo nazionale, curata dal Ministero della salute”.
Fse, il ministero rassicura: “Le farmacie potranno intervenire sul dossier farmaceutico”
Saranno i decreti attuativi di prossima emanazione sul Fse, il Fascicolo sanitario elettronico, a sanare l’esclusione delle
farmacie, inopinatamente contenuta nel decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri 178/2015 dalla possibilità di
accedere al dossier farmaceutico del paziente ai fini di un suo aggiornamento con l’inserimento di nuovi dati.
Una rassicurazione in questo senso è venuta dal ministero della Salute, nel corso di un incontro chiesto e ottenuto il 26
gennaio da Federfarma.. Il decreto dello scorso novembre – subito contestato, per questo aspetto, dal sindacato dei titolari
– stabilisce infatti che le farmacie possono soltanto visionare i dati del dossier, che soltanto i medici hanno la possibilità di
aggiornare.
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FEBBRAIO
Servizio farmaceutico, esternalizzazioni bocciate, il Tar dà ragione a Sinafo
“Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra”. Così Roberta Di Turi e Giangiuseppe
Console, segretario generale e presidente del Sinafo, il Sindacato nazionale dei Farmacisti
ospedalieri, commentano il 1° febbraio la sentenza n.131/2016, del 29 gennaio, con la quale il Tar
Piemonte ha accolto il ricorso della sigla sindacale per l’annullamento della determinazione dirigenziale
della Regione Piemonte n. 750/2013 concernente la gestione del servizio di logistica regionale e le relative indicazioni per la
stesura dei capitolati tipo, con la quale erano state approvare le linee di indirizzo in materia di esternalizzazione del servizio
farmaceutico. Linee che, se poste in atto, ad avviso di Sinafo, avrebbero sostanzialmente determinato una sottrazione della
gestione dei farmaci da sempre affidata per legge alla farmacia. Nel suo ricorso davanti al giudice amministrativo, Sinafo ha
fatto riferimento a una violazione delle norme di legge riguardanti in particolare la gestione del farmaco all’interno delle
farmacie ospedaliere, “con espropriazione delle competenze professionali del farmacista” osservano Console e Di Turi,
facendo anche riferimento alla “consequenziale moltiplicazione dei centri decisionali diversi e ulteriori rispetto alla farmacia
ospedaliera con la previsione di un magazzino unico per la distribuzione all’ingrosso dei medicinali. Senza dire, poi, della
mancanza del profilo economico visto che i presunti risparmi rivenienti dal nuovo modello venivano solo proclamati ma per
niente dimostrati.” Rilievi ritenuti fondati e accolti dal Tar Piemonte.
Gizzi a Sunifar: “Farmacia sociale, non è registrato, ma il marchio ci appartiene”
Venanzio Gizzi, in un’editoriale scritto per il notiziario Assofarm anticipato alla stampa di settore il 2 febbraio, torna sul tema
della “farmacia sociale”, dopo l’annuncio di Alfredo Orlandi, presidente di Sunifar, nel dicembre 2015, di voler registrare la
dizione come brand per utilizzarla in sostituzione della definizione “farmacia rurale” (che è peraltro sancita legislativamente),
allo scopo di esprimere e sottolineare già nel nome la natura, il senso e il significato del ruolo di irrinunciabili presidi di salute
delle farmacie che operano nelle migliaia di piccole e piccolissime località del territorio nazionale.
L’annuncio non ha evidentemente tenuto conto del fatto che “farmacia sociale” – ancorché non registrato – è un “marchio”
che esiste da ormai molti anni e che addirittura identifica un’organizzazione internazionale – la Uefs, ovverlo l’Unione europea
delle farmacie sociali – alla quale, per l’Italia, aderisce proprio l’Assofarm, che non a caso nelle sue comunicazioni ufficiali
indica spesso le sue associate proprio come “farmacie sociali”. Da qui la riflessione – precisazione di Gizzi, che – sia pure
spalancando la porta a Sunifar e alle farmacie rurali per ogni possibile collaborazione finalizzata ad affermare il ruolo “sociale”
delle farmacie – alla fine suona come un garbato ma preciso e deciso altolà: giù le mani dal nome “farmacia sociale”.
Farmaci, migliorano i tempi di pagamento, ora le aziende aspettano in media 106 giorni
Le rilevazioni effettuate da Farmindustria sui tempi di pagamento nel quarto trimestre 2015, rese note il 2 febbraio,
evidenziano un miglioramento del tempo medio di saldo delle fatture, dai 138 giorni di settembre ai 106 di dicembre, in 18
Regioni su 20, con un decremento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2014.
È il livello più basso raggiunto negli ultimi quattro anni: a dicembre 2011, infatti, occorrevano più di otto mesi (247 giorni) per
il pagamento dei farmaci. I miglioramenti più rilevanti si sono registrati in Campania (89 giorni in meno) e nel Lazio (meno 56
giorni). Ma tutte le Regioni hanno registrato miglioramenti: l’Umbria, con i suoi 46 giorni, si conferma la Regione più puntuale,
tallonata da Valle d’Aosta (51) e Marche (56 giorni). Le Regioni del Nord si confermano mediamente più virtuose di quelle del
Sud, con tempi che oscillano dai due ai tre mesi. Nel Centro spiccano il miglioramento di Toscana (ritardo abbattuto di 34
giorni) del Lazio. Le cose vanno meno bene al Sud, che però in generale registra anch’esso miglioramenti. Il credito vantato
dalle aziende farmaceutiche nei confronti delle Regioni ammonta complessivamente a 2,3 miliardi di euro.
Pillola dei 5 giorni dopo, quasi la metà dei farmacisti contraria al “senza ricetta”
Gli esiti di un sondaggio condotto da SWG, reso noto il 3 febbraio, realizzato anovembre 2015 su un campione di 400 donne
e di 100 farmacisti su base nazionale, rivelano che l’accesso alla “pillola dei cinque giorni dopo” (ellaOne), acquistabile in
farmacia senza ricetta medica (l’obbligo resta solo per le minorenni), è in realtà ancoro molto difficoltoso. In primo luogo,
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esiste una sorprendente disinformazione delle donne in materia: solo il 16% sa che dal 9 maggio 2015 ellaOne può essere
acquistata in farmacia (se si è maggiorenni) su semplice richiesta e senza ricetta. Per il resto, il 30% del campione è convinto
che esista ancora l’obbligo di prescrizione e ben il 48% dichiara di non sapere nulla della questione.
Sorprendono però di più le risposte fornite dai farmacisti. Il 14% del campione afferma di ignorare che ellaOne può essere
venduta senza ricetta e quasi la metà (46%) dice di non essere d’accordo con la decisione di sottrarre il farmaco all’obbligo
della prescrizione, assunta in conformità alle disposizione emanate in Europa dopo lunghe valutazioni sull’efficacia e la
sicurezza del medicinale.
Lorenzin: “Fascia C, non è materia del ddl Concorrenza”. La replica del Mnlf
La liberalizzazione della fascia C non si può affrontare in un provvedimento come la legge annuale su mercato e concorrenza,
estraneo alla sanità, di cui la farmacia è un presidio integrante. Il suo equilibrio non può essere messo quindi a rischio
toccando un tassello che concorre a tenere insieme tutto il sistema della distribuzione del farmaco. Ad affermarlo, il 4
febbraio, è stata la ministra della Slaute Beatrice Lorenzin.
Immediata e affilata la replica del Movimento nazionale liberi farmacisti: “Secondo il ministro, di liberalizzazione dei farmaci di
fascia C non si può discutere nel ddl Concorrenza, ma dell’ingresso di capitale privato nelle farmacie, quindi di grossi gruppi
economici e della creazione di catenee di oligopoli, invece sì” scrive la sigla dei liberi farmacisti. “Un modo di pensare
contradittorio, giustificato forse solo dall’interesse di difendere privilegi ormai anacronistici e posizioni corporative.”
Petizione a Lorenzin: “Concorso farmacie, basta ritardi”. Subito Raccolte mille firme
“Il concorso straordinario per l’assegnazione di nuove sedi farmaceutiche (…) doveva portare all’apertura di migliaia di nuove
farmacie su tutto il territorio nazionale nel giro di un anno.” Il problema è che “sono passati quattro anni e solo poche Regioni
hanno concluso l’iter concorsuale. Tanti farmacisti aspettano il termine del concorso con non poche difficoltà, tra cui il
mantenimento di alcuni requisiti richiesti fino all’assegnazione delle sedi. In tempo di crisi occupazionale può lo Stato
permettersi di ritardare l’accesso di migliaia di persone al mondo del lavoro? (…) Chiediamo quindi a gran voce che le Regioni
ritardatarie siano monitorate dal ministero della Salute e che questo intervenga, nel caso, ai sensi dell’articolo 120 della
Costituzione nominando, in sostituzione dell’amministrazione inadempiente, un apposito commissario.”
Questo è il testo pressoché integrale della petizione lanciata l’11 febbraio sulla piattaforma change.org a firma di Manuela
Falchetto. La petizione, indirizzata alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, dopo 100 ore aveva già raccolto le firme di
quasi mille sottoscrittori.
Farmaci, produzione “conto terzi”, primato assoluto dell’Italia nella Ue
Primo posto assoluto, per l’Italia, nella produzione farmaceutica in conto terzi, con un fatturato 2015 pari a 1,5 miliardi di
euro. Al secondo posto la Germania, con 1,2 miliardi, e al terzo la Francia, con 1 miliardo.
È l’eccellente risultato emerso dal rapporto di Prometeia presentato il 12 febbraio a Milano, che segnala una crescita della
produzione italiana del 24% negli ultimi cinque anni, ma prevede di crescere ancora, al ritmo di un +5% annuo da qui al 2020.
Inevitabilmente positivi gli effetti in termini di export (cui è destinato il 65% della produzione) e di occupazione, arrivata nel
2015 a 8mila addetti (il numero più alto in Europa).
Dal rapporto Prometeia emergono tre caratteristiche specifiche del “conto terzi”: un valore aggiunto pari al 35% del fatturato
(contro il 22% della media del settore manifatturiero italiano nel suo complesso), le esportazioni che valgono 65% della
produzione (36% in media nel manifatturiero), una propensione a investire del 25% superiore alla media degli altri settori.
Il settore è però convinto di poter ancora migliorare, soprattutto se il governo sarà capace di rispondere alle richieste più
“sentite” e pressanti emerse dal rapporto Prometeia: meno burocrazia, semplificazione e snellimento delle procedure,
miglioramento degli aspetti legati alla flessibilità del lavoro e alla fiscalità.
Abusivismo professionale, la Fofi agli Ordini: “Vigilate e intervenite”
Un richiamo agli Ordini provinciali “sulla rilevanza di un’adeguata e tempestiva vigilanza sul corretto esercizio della professione,
in quanto condotte non conformi alla legge e alla deontologia non possono essere tollerate e, tra l’altro, arrecano un grave
pregiudizio all’immagine della professione.”
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È il senso della circolare che la Fofi ha diramato il 12 febbraio agli Ordini professionali territoriali per richiamarli alla massima
attenzione sul fenomeno dell’abusivismo professionale. La Federazione ricorda, sempre ai termini di legge, che il farmacista
“che consenta o agevoli a qualsiasi titolo l’esercizio abusivo della professione concorre nel reato di cui all’art. 348 del codice
penale, ed è assoggettato alla sanzione di cui all’art. 8 della legge 175 del 1992, che prevede l’interdizione dalla professione
per un periodo non inferiore a un anno, da comminare in sede di procedimento disciplinare.”
La circolare della federazione sottolinea anche che “costituisce preciso obbligo deontologico per il farmacista che presta la
propria attività al pubblico (art. 5 del codice deontologico), indossare il camice bianco e il distintivo professionale”, allo scopo
di “garantire al cittadino la possibilità di individuare agevolmente e senza possibilità di equivoci il farmacista, unico
professionista abilitato a fornire consigli sui medicinali.”.
Preparazioni dimagranti, i Nas controllano farmacie e studi medici, 29 segnalazioni all’AG
Il ministero della Salute del 14 febbraio dà notizia di una vastissima serie di accertamenti condotti in più di 840 farmacie e
oltre 75 studi di medici che hanno portato alla contestazione di 49 violazioni al codice penale, anche per commercio e
somministrazione di medicinali guasti e imperfetti, nonché alla segnalazione di 29 trasgressori alle competenti autorità
giudiziarie, responsabili delle condotte illecite registrate in 11 farmacie e 12 studi medici,
A seguito controlli, sono stati sequestrati 1.200 grammi di sostanze (fenilpropanolamina/norefedrina, pseudoefedrina, triac,
clorazepato, fluoxetina, furosemide, metformina, bupropione, topiramato ed efedrina) di cui è vietata la prescrizione e
l’allestimento di preparazioni magistrali a scopo dimagrante.
Sifo–Federfarma, è ancora scontro su dpc e distribuzione diretta
Il presidente di Federfarma Emilia–Romagna, Domenico Dal Re, in un incontro con alcuni funzionari dell’assessorato alla
Salute tenutosi il 15 febbraio per fare il punto sulla distribuzione per conto regionale, ha chiesto alla Regione di riequilibrare
il rapporto tra distribuzione diretta e quella per conto in tutto il territorio regionale, a suo giudizio del tutto squilibrato,
soprattutto in alcune Asl, a favore della prima. Se la richiesta non venisse accolta, le farmacie di comunità sono pronte a
rescindere l’accordo sulla distribuzione per conto siglato con la Regione Emilia–Romagna.
All’iniziativa del presidente del sindacato regionale dei titolari ha subito risposto la Società italiana dei farmacisti ospedalieri,
con una nota ufficiale che “esprime rammarico per la presa di posizione di Dal Re e per i toni accesi in cui è sfociato il dibattito.
L’auspicio di Sifo è che Federfarma faccia un passo indietro, ritirando la minaccia, perché la cosa migliore è che i due canali,
la distribuzione diretta e quella per conto, continuino a proseguire in parallelo e a coesistere, avendo entrambi dei vantaggi e
una loro ragione d’essere.” Sifo, però, non perde occasione per ribadire il suo fermo convincimento che “la distribuzione
diretta porti al Servizio sanitario nazionale un indubbio risparmio.”
Sicurezza delle farmacie, rinnovato il protocollo tra Viminale e Federfarma
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il presidente di Federfarma Annarosa Racca, hanno rinnovato e aggiornato il 17
febbraio al Viminale il protocollo d’intesa, sottoscritto nel 2010, finalizzato a migliorare la sicurezza delle farmacie mediante
un sistema di collegamento fra gli impianti di videosorveglianza e le centrali operative di Polizia e Carabinieri. Grazie
all’aggiornamento dell’accordo verranno potenziate le misure di prevenzione e contrasto già approntate e sarà rafforzato il
livello di protezione delle farmacie e dei loro clienti, secondo le linee di indirizzo basate su una più stretta collaborazione tra
istituzioni pubbliche, forze di polizia, associazioni di categoria e farmacie.
Con il rinnovo del protocollo è stato adottato un nuovo disciplinare tecnico che definisce e aggiorna le funzionalità del sistema
di video allarme antirapina (immagini di migliore qualità, allarme azionabile anche da dispositivo mobile), la scelta delle imprese
fornitrici e gli adempimenti relativi alle nuove attivazioni. Previsti anche corsi di formazione per i farmacisti tenuti direttamente
dalle Forze di polizia e l’elaborazione di vademecum per i farmacisti al fine di prevenire e contrastare i reati predatori.
Assofarm e Farmacieunite, si stringe l’alleanza
Assofarm e Farmacieunite rinsaldano la “fruttuosa collaborazione” inaugurata due anni fa e si preparano a rilanciarla,
esplorando direzioni che definiscano meglio, anche sotto il profilo organizzativo, il “gemellaggio” tra le due sigle. È quanto
emerge dal comunicato diffuso il 18 febbraio da Farmacieunite. La nota ha fatto seguito a un incontro tra i vertici delle due
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sigle (presenti Venanzio Gizzi e Francesco Schito per Assofarm e Franco Gariboldi Muschietti e Maurizio Giacomazzi
per Farmacieunite) tenutosi a Roma la settimana scorsa, nel corso del quale è stata tirato un primo bilancio della
collaborazione condotta finora, che – si legge nel comunicato di Farmacieunite – “ha permesso a entrambe le realtà
associative di intervenire in maniera diretta e funzionale sui principali temi del panorama sanitario, dalla farmacia dei servizi al
ddl Concorrenza, passando per la remunerazione e avendo condiviso una approfondita riflessione sui contenuti del prossimo
rinnovo convenzionale”.
Pescara, bollettini postali e ricariche telefoniche in farmacia
In una farmacia di Pescara, la Perbellini Nord, dal 22 febbraio lunedì è possibile pagare i bollettini postali (dietro il
corrispettivo di 1,30 euro di commissione) e anche effettuare ricariche per i cellulari e le principali carte prepagate.
Ad annunciare il nuovo servizio è stata la stessa farmacia, sul suo account facebook, che ha registrato molti commenti
all’iniziativa, di segno diverso e in molti casi opposto. Se c’è infatti chi esprime apprezzamento per un’iniziativa che semplifica
le fastidiose incombenze del quotidiano, c’è anche chi censura con severità quella che viene considerata una “mancanza di
dignità professionale”, che porta le farmacie, pur di raccattare qualche euro in più, a trasformarsi in tabaccai.
Emblematica, al riguardo, una delle repliche della farmacia Perbellini ai commenti pervenuti: “Siamo nel 2016, il mercato ormai
è così, occorre farsene una ragione”.
Losio (Cef): “Aggregarsi per rispondere alle catene. E sul web non si sbarca da soli”
“Incatenarsi” per rispondere alle catene. È la soluzione che Vittorino Losio, presidente di Cef uno dei colossi italiani della
distribuzione intermedia, con un fatturato di un miliardo di euro, 780 dipendenti, 1400 soci e un patrimonio netto di 84 milioni
di euro, suggerisce per rispondere al mutamento di scenario che inevitabilmente seguirà all’ormai prossima entrata del
capitale in farmacia.
“Cef si sta attrezzando per creare una società controllata da farmacisti in cui poter convogliare tutti coloro che vogliano
investire nel settore e alla quale si possano rivolgere in futuro anche quei colleghi in difficoltà o decisi a vendere” ha detto
Losio in un’intervista pubblicata il 24 febbraio da un settimanale specializzato.
Cef ha già avviato la creazione di due diverse reti di farmacie associate, caratterizzate da vincoli di affiliazione crescenti. Il
primo network, FarmaciaINsieme, prevede per le farmacie aderenti condizioni di affiliazione più leggere: partecipare alle
campagne di informazione e prevenzione lanciate dalla cooperativa, adottare protocolli comuni nel counselling al cliente,
applicare nell’esercizio criteri di category management funzionali alle comuni strategie commerciali eccetera.
La seconda catena, invece (+bene, concentrata in prevalenza nel Lazio) è più vincolante e comporta per il titolare una parziale
“perdita di sovranità” sul suo esercizio: attività importanti come la gestione dell’assortimento, il category dell’intera area
vendita, il visual merchandising sono infatti direttamente prese in carico dal network, che traccia gli standard e i protocolli
operativi della farmacia non solo sul versante commerciale ma anche su quello professionale.
Cef presenterà a breve un altro progetto, in materia di web e e–commerce farmaceutico: “I farmacisti non possono più
sottovalutare l’importanza del web, dell’e–commerce e il grande potere dei social media” ha affermato Losio. “Un terreno
pieno di insidie, i colleghi non possono affrontarlo da soli. Devono farlo uniti e Cef ha la soluzione adatta per loro”.
Milleproroghe, è legge. Ancora rinvio per la remunerazione delle farmacie
Il Senato ha definitivamente convertito in legge, il 24 febbraio, il decreto Milleproroghe. La misura di maggiore e più diretto
interesse per la farmacia è la nuova proroga del termine entro il quale procedere alla riforma del sistema di remunerazione di
farmacie e grossisti: previste dalla legge sulla spending review del Governo Monti, le nuove modalità di compenso della
distribuzione farmaceutica avrebbero dovuto essere varate nel 2012. Mancato l’obiettivo, di proroga in proroga si è arrivati a
quest’ultima, che sposta il termine al 1° gennaio 2017.
Regioni, sarà Saitta (Piemonte) il nuovo coordinatore della Commissione Salute
Iil coordinamento della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni passa, entro il termine del 25 febbraio annunciato
dal presidente Stefano Bonaccini, dalle mani di Sergio Venturi, assessore alle Politiche per la salute della RegioneEmilia–
Romagna, a quelle di Antonio Saitta, suo omologo della Regione Piemonte.
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Siciliano di Raddusa 65 anni, Saittà è da tempo radicato in Piemonte, dove è stato a lungo presidente della provincia di Torino,
prima di arrivare al Consiglio regionale e quindi in Giunta, con la delega alla Salute. Nell’illustrare a un quotidiano le linee del
suo mandato come nuovo coordinatore della Commissione Salute delle Regioni, Saitta dedica un passaggio significativo alla
questione farmaci, il cui tema principale è a suo giudizio quello degli innovativi, “che pesa per qualche miliardo tra epatite e
neurodegenerativi”.
“Puoi fare tutti i tetti che vuoi” ha affermato al riguardo Saitta “il problema è che farsi carico della spesa coinvolge sia Governo
che Regioni e che le risorse necessarie sono poche. Il fatto vero e ineludibile è che occorrono più risorse”.
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MARZO
Ricetta elettronica, il sistema entra a regime
Comincia il 1° marzo, con tutti i crismi dell’ufficialità, l’era della ricetta elettronica, o – per
essere più precisi – la sua fase transitoria (in verità già partita il 1° gennaio scorso) che dovrà
comunque concludersi entro la fine del 2017.
I cittadini italiani potranno presentare la prescrizione del farmaco in tutte le farmacie del territorio italiano,
pagando il ticket che pagherebbero nella Regione di provenienza. L’avvio della “rivoluzione” digitale in ambito
prescrittivo (nella sua prima fase limitato alle sole ricette dei farmaci) non comporta però l’addio definitivo alla carta: il medico,
infatti, dovrà comunque consegnare al paziente un “pizzino” (in formato A5) contenente i dati necessari al farmacista per
spedire la ricetta in ogni situazione, compresa l’interruzione della connessione sulla rete internet o l’insorgenza di problemi al
sistema centrale tali da impedire il collegamento.
Milano, la ‘ndrangheta si infiltra in farmacia per investire i proventi delle attività illecite
La malavita organizzata guarda alle farmacie per investire i proventi delle sue attività illegali. Ad affermarlo è stata il
procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, nel corso di una conferenza stampa indetta il 1° marzo per illustrare gli esiti
delle indagini che hanno portato all’arresto del direttore delle Poste di Siderno (Reggio Calabria), Giuseppe Strangio,
sospettato di appartenenza alla ‘ndrangheta.
Strangio nel 2006 avrebbe acquistato una farmacia in piazza Caiazzo, a Milano, utilizzando – questa l’ipotesi dell’accusa –
soldi provenienti da attività illecite. E proprio per l’ipotesi di reato di impiego in attività economiche o finanziarie di denaro, beni
o altre utilità provenienti da delitto (articolo 648 ter), è finito in carcere. Secondo quanto reso noto in conferenza stampa da
Boccassini, nella farmacia di piazza Caiazzo lavorano la figlia di Strangio, fresca di laurea in farmacia, e il figlio di Giuseppe
Calabrò, anch’egli coinvolto in indagini per sequestro di persona, traffico di droga e altro. I due giovani non risultano peraltro
indagati nell’indagine condotta dal procuratore aggiunto insieme ai pm Paolo Storari e Cecilia Vassena.
“Alcune delle tante farmacie da poco aperte nel territorio milanese appartengono a giovani anch’essi parenti di famiglie
coinvolte in indagini su attività criminali” ha affermato ancora Boccassini. Il fenomeno, secondo Storari, può essere facilmente
spiegato con una considerazione elementare: “La farmacia garantisce un reddito e un posto di lavoro sicuri” ha detto il
magistrato “ma offre anche una rispettabilità sociale”.
Ddl Concorrenza, respinti tutti gli emendamenti sulla fascia C
La 10a Commissione del Senato, nella sua seduta del 1° marzo, ha passato al setaccio gli emendamenti all’art. 48 del ddl
Concorrenza, bocciandone la massima parte. Soltanto due le proposte correttive approvate: la prima è la n. 48.50 (prime
firme Andrea Mandelli e Luigi D’Ambrosio Lettieri), che consente alle società di farmacisti di nominare il direttore della
farmacia anche tra i non soci. L’altro è il n. 48.0.15 (prima firma Laura Bianconi, Ncd), che rafforza il provvedimento Aifa
sui bugiardini modificati, prevedendo che il cittadino possa scegliere di ritirarli in formato cartaceo o analogico o mediante
l’utilizzo di metodi digitali alternativi. Per il resto, è stata un’ecatombe, in particolare per le proposte correttive sulla fascia C,
tutte bocciate. L’esame si è svolto valutando l’ammissibilità degli emendamenti e riordinandoli quindi in tre gruppi: nel primo
(sparuto, come si è visto) quelli approvati; nel secondo (invece molto affollato) quelli accantonati, che saranno il serbatoio dal
quale i due relatori Luigi Marino (Ap) e Salvatore Tomaselli (Pd) andranno probabilmente a pescare gli emendamenti che
presenteranno a loro firma; nel terzo, infine, il pattuglione delle proposte respinte per inammissibilità o altre ragioni. In questi
ultimo gruppo è finito di tutto, dagli emendamenti per “sdoganare” la fascia C a quelli che proponevano di istituire la farmacia
non convenzionata, passando per quelli finalizzati ad aumentare le indennità per le farmacie rurali.
Gullotta: “Farmacie, l’apertura al capitale favorisce il rischio di infiltrazioni mafiose”
“In vista dell’ingresso del capitale privato nella proprietà delle farmacie, è inquietante che la criminalità organizzata miri a
investire in direzione della farmacia”. Ad affermarlo, commentando le dichiarazioni del giorno prima del procuratore aggiunto
di Milano Ilda Boccasini, è stato il 2 marzo il presidente di Fnpi Davide Gullotta. “Le farmacie sono attività molto redditizie
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e veicolano notevoli flussi di denaro” sostiene Gullotta. “Che la criminalità organizzata possa guardare al settore per i propri
interessi è altamente realistico. Il governo rifletta e inverta la rotta del ddl Concorrenza, valorizzando il farmacista come
doveva essere dalle indicazioni dell’Antitrust. L’ingresso dei privati nella proprietà delle farmacie, infatti, non può che favorire
potenzialmente fenomeni di infiltrazioni mafiose”.
Farmaci anti–Hcv, l’Antitrust: “Basta clausole riservatezza, serve trasparenza”
Le clausole di riservatezza negli accordi tra Aifa e aziende farmaceutiche vanno abbandonate, per assicurare piena
trasparenza sui dati riguardanti le nuove autorizzazioni all’immissione in commercio dei farmaci. Lo ha dichiarato il presidente
dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella nel corso di un’audizione informale resa il 2 marzo davanti alla Commissione Affari sociali
della Camera
Il garante, informa una nota Agcm, “ha deliberato di non ricorrere al Tar per possibili inadempimenti dell’Agenzia italiana del
farmaco, in ordine alla modifica del regime di rimborso alle Regioni per la restituzione degli sconti sui nuovi prodotti contro
l’epatite C”, ma ha auspicato che “il governo assuma iniziative affinché Aifa non sigli accordi con le cause farmaceutiche
inerenti alla presenza di clausole di riservatezza, o qualunque altro elemento che mini la piena trasparenza”.
Pitruzzella, ascoltato dalla Commissione nell’ambito della discussione della risoluzione sulla trasparenza degli accordi stipulati
dall’Aifa con le case farmaceutiche presentata a giugno 2015 dai deputati M5S, ha anche chiesto che vengano pubblicati tutti
i dati in possesso dell’agenzia concernenti le decisioni prese dal Comitato prezzi e dal Comitato tecnico scientifico ai fini
dell’autorizzazione in commercio dei farmaci.
Farmacie comunali, no dell’Antitrust all’affidamento diretto a consorzi “privati”
L’affidamento diretto della gestione delle farmacie comunali a società miste con quota maggioritaria detenuta da privati, lede il
diritto alla libera concorrenza di terzi, in quanto la gestione degli esercizi pubblici avviene senza una gara. Questo il parere
dell’Antitrust, pubblicato il 14 marzo sul bollettino dell’Autorità, reso a seguito di due denunce, una pervenuta dalle sigle sindacali
campane dei titolari di farmacia e dagli Ordini dei farmacisti di Napoli, Benevento e Salerno, e l’altra da parte del Comitato
“Cittadini di Bracciano in movimento”, concernenti appunto l’affidamento diretto della gestione delle farmacie nella titolarità dei
Comuni aderenti al Consorzio intercomunale per i servizi socio sanitari (Ciss) e al Consorzio intercomunale delle farmacie laziali
(Coifal) alle società miste a prevalente capitale privato Inco.Farma SpA. e Laziofarma–farmacie pubbliche laziali SpA.
Per l’Autorità l’affidamento diretto, in assenza di gara, della gestione di farmacie comunali a società miste a prevalente capitale
privato può comportare problemi da un punto di vista antitrust, perché sottrae al meccanismo concorsuale “l’affidamento delle
nuove sedi farmaceutiche, ovvero di quelle che si rendono vacanti, elimina, in relazione ad esse, la possibilità di una
concorrenza per il mercato”.
Mucchetti: “Su ddl Concorrenza ritardi imputabili al Governo”
Il presidente del Senato Pietro Grasso, illustrando il 16 marzo le modifiche al calendario dei lavori scaturite dalla Conferenza
dei capigruppo, ha comunicato che il ddl non sarà in Aula prima di aprile, sempre che sia concluso il suo esame in
Commissione. Al calendario ha fatto riferimento, sempre ieri, anche il presidente della stessa 10a Commissione Industria
Massimo Mucchetti, rivolgendo al sottosegretario del MISE Antonio Gentile un esplicito rilievo critico, dopo la richiesta del
rappresentante dell’esecutivo di rinviare la presentazione degli emendamenti dei relatori Luigi Marino e Salvatore Tomaselli
per attendere l’esito di una “riflessione su alcune questioni emerse nell’ambito dell’esame del disegno di legge” ancora in corso
tra i ministeri competenti e gli stessi relatori.
La richiesta di Gentile dell’ennesima dilazione ha offerto l’occasione a Mucchetti per esprimere “forte preoccupazione per i
ritardi registrati nell’esame degli emendamenti” riferiti al ddl Concorrenza e per rilevare “l’incapacità del Governo, non solo del
Ministero dello Sviluppo economico, di dare risposte in tempi ragionevoli alle questioni emerse nel corso dell’esame in
Commissione”.
FarmacistaPiù, lo spauracchio del futuro si chiama disoccupazione
Chiusa il 20 marzo a Firenze la terza edizione di FarmacistaPiù. Nel mare magnum di interventi e relazioni, è emerso
soprattutto l’allarme lanciato in apertura di manifestazione dalla Fofi, concernente il pericolo disoccupazione che incombe sui
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laureati in farmacia italiani: in assenza misure di contrasto: nel giro di 20 anni, in Italia, ci saranno almeno 50 mila nuovi
farmacisti disoccupati, che si aggiungeranno ai quasi 13 mila che già oggi sono in cerca di occupazione. In Italia, “una volta
concluse le nuove assegnazioni di farmacie dopo il concorso straordinario di qualche anno fa – rileva la Fofi – si conteranno
circa 21 mila farmacie, di cui 18 mila private, tutte convenzionate con il Ssn. Sono poi presenti circa 4 mila parafarmacie
private. Ma i farmacisti attivi iscritti all’Ordine sono ben 92 mila e non tutti possono contare su una titolarità di farmacia o
parafarmacia, che in ogni caso devono fare i conti anch’esse da anni con la crisi economica che ha colpito anche questo
settore”.
Da qui le proposte al Governo e alle istituzioni universitarie e sanitarie, finalizzate a “scongiurare questo scenario e rilanciare
la professione del farmacista come operatore sanitario qualificato che, al fianco di medici e infermieri, costituisce già oggi la
terza professione sanitaria in termini numerici e soprattutto di capacità relazionale e contatto diretto con il cittadino e il
paziente”. In particolare, la Fofi chiede anche per la laurea in Farmacia il numero chiuso per le iscrizioni universitarie “sulla
base di una programmazione legata all’effettivo fabbisogno di ricambio generazionale e quindi stabilendo al momento una
quota massima di iscrizioni per i prossimi anni accademici”, ma anche di “dare finalmente seguito alla farmacia dei servizi
quale presidio del Ssn da inserire a pieno titolo nella riforma in atto della medicina territoriale”.
Fnpi: “La Fofi non può essere la casa di tutti i farmacisti solamente a parole”.
“La Fofi non può restare in silenzio sulla sorte dei farmacisti di parafarmacia, non può essere la casa di tutti i farmacisti solo
a parole.” Lo afferma il presidente della Federazione nazionale delle parafarmacie italiane, Davide Gullotta in un comunicato
diramato il 25 marzo. “Nella manifestazione più importante della Fofi, Farmacistapiu, abbiamo visto politici, tecnici, farmacisti
titolari di farmacia, di farmacie rurali e di cooperative di farmacia, parlare di fascia C e parafarmacie” spiega Gullotta.
“Sebbene l’argomento principale fosse la questione relativa alla fascia C nelle parafarmacie, nessun nostro rappresentante è
stato invitato a parlare.”
“Una grave mancanza”, che Gullotta imputa alla responsabilità di Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente Fofi e presidente
del comitato scientifico di FarmacistaPiù. Gullotta chiede al presidente Fofi, Andrea Mandelli, che “la strenua difesa delle
farmacie” operata da lui e Lettieri in Parlamento, riconosciuta da tutti, venga allargata anche alle parafarmacie e ai farmacisti
iscritti all’Ordine che in esse lavorano, “perché la Fofi non può essere la casa di tutti i farmacisti solamente a parole”.
Guidi: “Ddl Concorrenza, si poteva fare di più, ma è una buona legge”
“Io ero favorevole alla norma che liberalizzava la fascia C, anche se ricordo che essa non era nel testo originario. Sono
favorevole in quanto non capisco perché un farmacista laureato non possa vendere questi farmaci per esempio in una
parafarmacia. Ma il Parlamento ha deciso diversamente”. Lo sostiene la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi
in un’intervista pubblicata il 30 marzo dal Corriere della Sera. Pur riconoscendo che “si può sempre fare meglio”, Guidi ritiene
che alla fine quello della prima legge annuale su mercato e concorrenza del nostro Paese sia “un buon testo, che apre al
mercato in molti settori: farmacie, telecomunicazioni, poste, notai, professioni, energia. Queste cose si fanno passo dopo
passo.”
Farmacie “grossiste”, due ordinanze del Tar Catania ribadiscono i limiti d’azione
Con le ordinanze n. 255/2016 e n. 256/2016 depositate lo scorso 30 marzo, la sezione di Catania del Tar Sicilia ha respinto
due distinti ricorsi con i quali i titolari di due farmacie chiedevano l’annullamento, previa sospensione della loro efficacia, delle
decisioni con le quali, nello scorso mese di gennaio, l’Azienda sanitaria provinciale di Messina aveva diffidato i due esercizi a
“vendere medicinali acquistati con il codice della farmacia a distributori all’ingrosso o ad altre farmacie”.
I farmacisti ricorrenti chiedevano anche l’annullamento della fonte delle decisioni dell’Asp, ovvero il parere espresso sulla
materia dal ministero della Salute nell’ottobre del 2015, in risposta a un quesito della Regione Lombardia. In quell’occasione,
il dicastero aveva precisato che i farmaci acquistati dalla farmacia devono essere conservati nel suo magazzino e possono
essere venduti solo ed esclusivamente al pubblico, come previsto dalle norme di settore. Qualora il titolare della farmacia
svolga anche l’attività di grossista, non può essere usato il magazzino della farmacia per rivendere ad altri grossisti e/o
farmacie.
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Intercettazione galeotta, la ministra Guidi costretta a dimettersi dal MISE
La ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi si è dimessa il 31 marzo dal suo incarico, travolta dagli sviluppi
dell’inchiesta avviata dalla procura di Potenza sullo smaltimento illecito di rifiuti nel centro oli dell’Eni di Viggiano. Proprio da
questo troncone è emersa l’intercettazione telefonica, risalente al 2014, che ha pesantemente coinvolto la titolare del MISE
e che, appena diventata di dominio pubblico, l’ha costretta alle inevitabili dimissioni. Nella telefonata, la ministra garantiva al
suo convivente Gianluca Gemelli, indagato per concorso in corruzione e per millantato credito, l’approvazione di un
emendamento alla legge di Stabilità volto a favorire gli interessi economici delle sue imprese.
Nella lettera di rinuncia all’incarico, l’ex ministra scrive al premier Matteo Renzi di essere assolutamente certa della sua
buona fede e della correttezza del suo operato, ma di ritenere tuttavia necessario, per opportunità politica, rassegnare le
dimissioni da incarico di ministro. “Sono stati due anni di splendido lavoro insieme” scrive Guidi. “Continuerò come cittadina e
come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”.
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APRILE
Mucchetti: “Ddl Concorrenza,
dopo sette anni la montagna partorirà un topolino”
“In sette anni la montagna ha partorito un topolino: le grandi questioni – dai porti alle distorsioni
del web, dalle ferrovie alle telecomunicazioni, dalla distribuzione del gas alle concessioni
autostradali, dalla previdenza integrativa ai servizi pubblici locali – restano fuori perché il governo
preferisce trattare le materie importanti con provvedimenti ad hoc. Ma se al dunque si scelgono le minuzie,
a che cosa serve una legge dal titolo pomposo?”
Lo scrive il presidente della Commissione Industria del Senato Massimo Mucchetti, a proposito del ddl Concorrenza. In un
intervento pubblicato il 1° aprile sul quotidiano Il Foglio, il senatore Pd analizza contenuti e percorso del provvedimento, per
condannare senza attenuanti il Governo. Mucchetti lamenta come il ddl, arrivato a metà ottobre. sia stato continuamente
ostacolato da altri provvedimenti che hanno fermato i lavori della Commissione. “Il calendario d’aula, del resto, lo fanno i partiti
d’intesa con il governo, il quale poi ha pure manifestato molte incertezze sul merito della concorrenza” scrive il presidente
della 10a Commissione. “Salvo usare la mancanza di relazione tecnica, che deve essere fatta dal governo medesimo, ovvero
la presunta mancanza di copertura finanziaria, per bocciare senza discussione emendamenti scomodi”.
Ddl Concorrenza, i relatori: “Dimissioni del ministro impongono una pausa”
Le dimissioni della ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi impongono una nuova pausa di riflessione sul ddl
Concorrenza, che (a termine di convocazioni) il 5 aprile avrebbe dovuto riprendere il suo iter in Commissione Industria.
“Credo che una pausa di rispetto nei confronti del nuovo ministro, chiunque sarà, sia doverosa” ha affermato Salvatore
Tomaselli (Pd), relatore insieme a Luigi Marino (Ap) del provvedimento in Commissione Industria del Senato. “Immaginiamo
e ci auguriamo che questa pausa sia il più breve possibile anche perché il provvedimento ormai è agli sgoccioli”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Marino, per il quale “non ci può non essere una fermata perché il dicastero che segue il
provvedimento non ha il ministro e non credo che il sottosegretario Antonio Gentile se la senta di portarlo avanti da solo”.
Si carica dunque di ulteriori incognite l’immediato futuro del ddl. Intanto i commentatori politici danno per scontato che sulla
poltrona del MISE siederà ancora una donna: la candidata più “gettonata”, al momento, è Teresa Bellanova, fino al 29
gennaio sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, per poi essere spostata proprio allo Sviluppo economico in occasione
dell’ultimo mini–rimpasto di governo.
Parafarmacie, lesivo escluderle dal CUP: lo dice l’Antitrust
Escludere alle parafarmacie la possibilità riconosciuta alle farmacie di offrire presso il proprio punto vendita servizi come
prenotazioni di visite mediche specialistiche (Cup) e ritiro referti, idonei ad ampliare la gamma di quelli già offerti, è lesivo delle
norme e dei principi a tutela della concorrenza.
È quanto ha stabilito l’Autorità garante della concorrenza e del mercato in un parere pubblicato il 2 marzo sul suo bollettino,
reso a seguito di segnalazioni della Fnpi relative alle restrizioni registrate in alcune aziende sanitarie locali a Pordenone,
Avellino e Sassari, dove la richiesta di poter erogare i servizi in questione (anche gratuitamente) avanzata da alcune
parafarmacie era stata respinta con la motivazione che la possibilità di erogarli è prerogativa riconosciuta alle farmacie.
Secondo l’Agcm, però, l’esclusione delle parafarmacie dal CUP e dall’esercizio delle attività di prenotazione di servizi e
prestazioni e ritiro dei referti rappresenta “un comportamento idoneo a determinare per queste ultime un ingiustificato
svantaggio concorrenziale rispetto alle farmacie” ed è inoltre “idonea ad avere ricadute negative anche sui consumatori i quali
vengono privati di un potenziale ulteriore canale di accesso ai suddetti servizi”.
L’Antitrust osserva, peraltro, che altre Asl “hanno stipulato convenzioni con le parafarmacie, oltre che con le farmacie, per
l’erogazione del servizio CUP e per l’erogazione del servizio di ritiro del referto”.
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Farmacisti ospedalieri, Marcello Pani eletto nuovo presidente della Sifo
A seguito delle elezioni svoltesi a marzo, l’11 aprile viene comunicata la composizione della nuova “squadra” che guiderà nel
prossimo quadriennio la Società italiana di farmacia ospedaliera: Marcello Pani, già responsabile dell’Area logistica e
innovazione della società, succede a Laura Fabrizio nella carica di presidente. Sarà affiancato dalla vicepresidente Piera
Polidori, dal segretario nazionale Alessandro D’Arpino e dalla tesoriera Ignazia Poidomani. Nel Consiglio direttivo anche
Maria Grazia Cattaneo, Francesco Cattel, Simona Creazzola, Titti Faggiano e Barbara Rebesco.
Nuova Costituzione, sì definitivo della Camera, in autunno il referendum
Con 361 voti favorevoli, 7 contrari, 2 astenuti e l’uscita in blocco dall’Aula di tutti i deputati di Forza Italia, Sinistra Italiana,
Movimento 5 stelle e Lega Nord, la Camera ha approvato in via definitiva, il 12 aprile, la legge di riforma costituzionale che
porta la firma della ministra Maria Elena Boschi. L’ultimo passaggio parlamentare del lungo e travagliato percorso della
riforma non mette però ancora la parola fine alla vicenda: per l’approvazione finale manca infatti un ultimo passaggio, quello
del referendum confermativo che si terrà nel prossimo autunno, probabilmente a ottobre.
In carcere per bancarotta fraudolenta i titolari della catena EssereBenessere
Eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare per la sottrazione di 45 milioni di euro alle curatele fallimentari, trasferimenti di
asset e denaro fra società del gruppo senza “giustificazioni causali” e il mancato versamento di un intero anno (il 2015) di
contributi dei circa 700 dipendenti, il Nucleo valutario della Guardia di Finanza ha arrestato il 14 aprile i fratelli Danilo ed
Enzo Salsi e il socio Fabio Pedretti, titolari delle società (capofila la EB holding) cui fa capo EssereBenessere, l’iniziativa
imprenditoriale che rilevando gli spazi della ex catena Blockbuster aveva realizzato un nuovo format di esercizio, il “city store”
(enfaticamente definito “la farmacia del futuro”) per offrire alla clientela, H24, farmaci, prodotti per il benessere e articoli e
prodotti di uso quotidiano come pane, latte, giornali eccetera. L’accusa ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta e contesta
la lunga serie di operazioni che avrebbero deliberatamente condotto al dissesto il gruppo.
Concorso, le Regioni chiedono modifiche su durata graduatorie e punteggio rurali
A quattro anni dal “Cresci Italia”, il provvedimento da cui è scaturito il concorso straordinario per l’assegnazione di nuove dei
farmaceutiche, le Regioni hanno finalmente deciso di assumere in un documento condiviso una posizione univoca rispetto a
due dei punti più controversi della materia, chiedendone la modifica.
Le due proposte, contenute in un documento datato 14 aprile approvato all’unanimità dalla Commissione Salute della
Conferenza delle Regioni e inviato al ministero della Salute affinché sia recepito nel primo provvedimento utile, chiedono la
modifica delle norme sulla validità della graduatoria del concorso, prolungandola da due a sei anni, e un chiarimento definitivo
sulla problematica formulazione delle norme relative all’attribuzione del punteggio aggiuntivo in favore dei farmacisti che
abbiano esercitato in farmacie rurali (come titolari, direttori o collaboratori) per almeno cinque anni.
“Anomalia parafarmacie”, riflettori accesi a Cosmofarma: “No a sanatorie”
Alla 20a edizione di Cosmofarma, conclusasi a Bologna il 15 aprile, è emersa un’univoca presa di distanza dei partiti della
maggioranza di governo dalle parafarmacie, considerate “un’anomalia italiana” che, in qualche modo, deve essere sanata. Se
i giudizi negativi non sono mancati, hanno invece latitato le proposte di soluzione della cosiddetta “anomalia”, che gli esponenti
politici presenti a Cosmofarma non si sono preoccupati di avanzare, forse per evitare la necessità di doverne spiegare dettagli
e conseguenze. Unica eccezione, deputato Ncd–Udc Raffaello Vignali, per il quale il problema delle parafarmacie si risolve
semplicemente eliminando l’obbligo della presenza del farmacista in questi esercizi, ai quali – per non ingenerare confusione
– va anche cambiato il nome.
Contrario a ogni ipotesi di sanatoria Federico Gelli, responsabile nazionale sanità per il Pd, per il quale è stato un errore dare
vita a un soggetto anomalo come le parafarmacie, ma lo sarebbe ancora di più prevedere interventi per omologare le
parafarmacie alle farmacie, ipotesi che non può essere presa in considerazione. In ordine a possibili soluzioni della “anomalia”,
Gelli non ha fornito alcuna idea o indicazione.
Altro tema–clou della minifestazione bolognese è stato il ddl Concorrenza, sul quale è intervenuto tra gli altri il relatore in
Commissione Industria al Senato, Luigi Marino (Ncd). In ordine ai tempi di approvazione del provvedimento, Marino ha
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affermato che è probabilmente destinato a slittare in avanti il previsto termine di giugno, indicato nel Piano nazionale delle
riforme che accompagna il Def. Marino ha gettato uno sguardo anche sul passato, spiegando come l’inopinato inserimento
nel testo del ddl Concorrenza dell’apertura alle società di capitale (misura che non rientrava nel novero delle indicazioni
dell’Antitrust) sia stato frutto di un accordo politico. “Nel Consiglio dei Ministri che varò il ddl Concorrenza” ha raccontato
Marino a Bologna “venne fatto un patto per cui si accantonò la fascia C per aprire al capitale. Alcuni non hanno gradito lo
scambio e nell’iter del ddl c’è chi ci riprova».
Fimmg–Federfarma, siglato il protocollo d’intesa per rilanciare le cure primarie
“Il medico di medicina generale e la farmacia sono due presidi sanitari indispensabili su cui incentrare l’assistenza primaria e
sono i principali punti di riferimento per i cittadini sul territorio”. Lo riaffermano Fimmg e Federfarma nelle prime righe del
protocollo d’intesa siglato il 28 aprile per sancire e rinsaldare la collaborazione tra le due figure professionali, considerata
un elemento essenziale per la riorganizzazione delle cure primarie e per ribadire che “la prescrizione e la sostituibilità di un
farmaco, quando opportuna o necessaria, devono rientrare nelle rispettive competenze professionali dei medici e dei
farmacisti nell’interesse del cittadino.”
L’accordo stretto dalle sigle delle due professioni sanitarie più prossime al cittadino fissa alcuni obiettivi da raggiungere
insieme: la riorganizzazione delle cure primarie deve essere incentrata sul medico di medicina generale e sulla farmacia; le
rispettive Convenzioni devono essere rinnovate rapidamente e contestualmente affinché ciascuna possa tenere conto di
quanto previsto dall’altra ed essere coordinate tra loro per garantire la sinergia tra le attività; i rapporti tra medico di medicina
generale e farmacia devono essere rafforzati tenendo conto proprio dell’evoluzione dei modelli assistenziali nel rispetto della
complementarietà dei ruoli.
17
MAGGIO
Farmaco, ecco la “rivoluzione”che propongono i governatori
Otto punti, preceduti da una premessa altrettanto importante, per ridisegnare
completamente il settore farmaceutico italiano. Sono quelli che costituiscono l’ossatura della
proposta di nuova governance “disegnata” dalle Regioni. Ad anticiparli il 5 maggio, in assoluta
anteprima, è stato Sanità 24. L’architrave che sostiene l’intera costruzione ipotizzata dalle Regioni parte
dalla ridefinizione degli attuali tetti di spesa, che è necessario ridefinire adottando anche “misure strutturali tali da liberare
risorse per far fronte ai nuovi bisogni assistenziali in campo farmaceutico”.
A questa indicazione che è a un tempo di merito e di metodo, seguono gli otto punti, qui riproposti nella sintesi di Sanità24.
1. Introduzione della procedura di contrattazione prezzo/volume per quelle categorie di farmaci (P/V) soggette ad ampliamento
delle indicazioni di registrazione, a fenomeni di combo–therapy o al prolungamento delle terapie per stabilizzazione del paziente;
2. rivisitazione dei registri Aifa con particolare riferimento alla ridefinizione di “risultato terapeutico” e alla “fruibilità” da parte
delle Regioni dei dati clinici ivi contenuti;
3. adozione di criteri scientifici per l’attribuzione e la revisione del requisito dell’innovatività terapeutica e la ridefinizione dei
prezzi dei farmaci sulla base di tale attribuzione;
4. interventi sulle “liste di trasparenza Aifa” tesi a limitare la differenza di prezzo a carico del cittadino fra il prodotto brand e
il prezzo di riferimento del farmaco equivalente al fine di ridurre sensibilmente la spesa a carico del cittadino che nell’anno
2015 ha superato 1 miliardo di euro;
5. azioni tese a favorire la intercambiabilità dei farmaci biosimilari con i corrispondenti originator;
6. introduzione, nel mercato farmaceutico, come avviene in tutti gli altri settori, compreso l’ambito sanitario, di elementi di
concorrenzialità fra le aziende produttrici attraverso la determinazione dei prezzi con procedure selettive ad evidenza
pubblica nonché attraverso la individuazione, da parte di Aifa, su tutte le categorie di farmaci, l’esistenza dell’equivalenza
terapeutica totale, parziale o assenza di equivalenza in modo tale da poter consentire alle regioni l’espletamento di gare
in equivalenza terapeutica;
7. revisione della delibera Cipe 3/2001 (Individuazione dei criteri per la contrattazione del prezzo dei farmaci) tesa a
implementazione dei dossier con studi di costo–efficacia (Cea) e studi di impatto sul budget (Bia, della documentazione
sui costi evitabili, maggior flessibilità da parte di Aifa sulla ricontrattazione);
8. revisione della normativa relativa ai farmaci classificati come Cnn e ai farmaci inseriti negli elenchi della legge 648/1996.
Proposte “rivoluzionarie”, le definisce Sanità24, sottolineando in particolare i due tetti separati di farmaceutica convenzionata
territoriale e di non convenzionata, inclusi i farmaci acquistati dalle cliniche private in convenzione e i farmaci C a uso esclusivo
ospedaliero, e ricordando che dovrano comunque essere discusse con il Governo al tavolo della farmaceutica.
Concorrenza, se ne riparla solo a giugno e Mucchetti insiste: “Colpa del Governo”
Quali sono le intenzioni del Governo sul ddl Concorrenza, fermo ai box dopo la richiesta di sospensione dei lavori avanzata
dallo stesso esecutivo dopo le dimissioni di Federica Guidi dal Ministero dello Sviluppo economico? A porre l’interrogativo,
il 5 maggio, è stato Massimo Mucchetti (Pd), presidente della 10a Commissione di Palazzo Madama. Esprimendo a nome
di tutta la Commissione “la più viva preoccupazione per la situazione di stallo che si è determinata”, Mucchetti ha voluto
sottolineare come essa sia riconducibile per intero alle responsabilità del Governo.
“Non si può rinunciare troppo a lungo a proseguirne l’iter” ha affermato il presidente della Commissione “venendo meno, così,
alle aspettative ingenerate e compromettendo la reputazione del Paese a livello europeo. È dovere del Parlamento e, per
quanto di competenza, della Commissione industria, suonare un campanello d’allarme” ha detto testualmente Mucchetti.
Il sottosegretario del MISE Antonio Gentile, presente ai lavori in rappresentanza del Governo e costretto a incassare la
bacchettata sulle dita, ha chiesto scusa a nome dell’esecutivo, assicurando di farsi portavoce della “giusta sollecitazione della
Commissione” per sollecitare al più alto livello “l’individuazione di una soluzione che consenta la ripresa dell’esame del disegno
di legge sulla concorrenza”.
18
MISE, il dopo Guidi ha un nome: Carlo Calenda nominato nuovo ministro
A dare l’annuncio, un po’ a sorpresa, nel corso della trasmissione di Rai Tre Che tempo che fa dell’8 maggio, in risposta
a una domanda del conduttore Fabio Fazio, è stato il premier Matteo Renzi: sarà Carlo Calenda il nuovo ministro dello
Sviluppo economico. “L’ho richiamato da Bruxelles e in settimana giurerà al Quirinale” ha annunciato seccamente Renzi.
Calenda, dunque, rientra nel ministero di provenienza, che aveva lasciato per volere dello stesso premier a febbraio per
rappresentare il Governo a Bruxelles in uno dei momenti di massima frizione tra Roma e le istituzioni europee.
Romano, classe 1973, figlio dell’economista Fabio Calenda e della regista Cristina Comencini, laureato in Giurisprudenza,
il nuovo ministro vanta esperienze in Confindustria, in SkyItalia e, ancora prima, alla Ferrari. Nel 2013 il salto nell’ambito
politico, come coordinatore di Italia Futura, think tank fondato da Luca di Montezemolo. Si candida alle elezioni politiche nella
lista di Scelta Civica, senza essere eletto. Entra però nel governo di Enrico Letta, dove sarà confermato da Renzi, che in
seguito Calenda affianca anche a livello di partito: nel febbraio 2015, infatti, aderisce al Partito Democratico.
Cittadinanzattiva, parte la campagna ioEquivalgo per promuovere i generici.
Per contribuire a contrastare l’ancora diffusa resistenza “culturale” all’uso dei farmaci generici, Cittadinanzattiva–TdM, con il
patrocinio dell’Agenzia italiana del farmaco, ha lanciato l’11 maggio la campagna di sensibilizzazione sui farmaci equivalenti
IoEquivalgo. La campagna partirà ufficialmente il 28 maggio da Fiuggi, in una sorta di giro d’Italia che fino a ottobre toccherà
altre 12 città: Chieti, Campobasso, Asti, Caltanissetta, Perugia, Salerno, Senigallia, Fiuggi, Udine, Vicenza, Taranto, Crotone.
Oltre a strumenti tradizionali, verranno utilizzati anche un sito dedicato, www.ioequivalgo.it, attività digitali sui diversi social
media, e una campagna advertising online basata su uno spot di 30 secondi.
Governance farmaci, Racca: “Da Regioni una proposta vecchia e autoreferenziale”
Federfarma, con un’intervista alla presidente Annarosa Racca pubblicata il 12 maggio sulla testata on line del sindacato
Filodiretto, esprime il proprio radicale dissenso nei confronti delle proposte avanzate dalle Regioni: “Non fanno altro che
riproporre schemi ormai inadeguati. Ed esprimono una visione dell’assistenza farmaceutica inappropriata e autoreferenziale”
è il liquidatorio giudizio di Racca sul pacchetto di misure dei governatori, che si affianca a quelli analoghi espressi da
Farmindustria e Assogenerici.
La presidente di Federfarma boccia in particolare la riorganizzazione dei tetti sulla farmaceutica, che le Regioni vorrebbero
non più per canali distributivi (ospedale e territorio) ma per modalità di acquisto da parte del Ssn: da un lato la spesa per i
farmaci rimborsati in regime convenzionato, che passano dalle farmacie del territorio, dall’altra quella per i medicinali
acquistati mediante gara centralizzata, che transitano da ospedale e distribuzione diretta/dpc. Proposta deludente e
inaccettabile, per Racca, “perché non offre un futuro alle dinamiche della spesa farmaceutica. Nessuno nega che i costi dei
farmaci di ultima generazione pongano al Ssn un problema di sostenibilità, ma la soluzione che arriva dalle Regioni manca
totalmente originalità e ignora del tutto la prospettiva del paziente.”
Ddl Concorrenza, bacchettate dall’Agcm: “Il Parlamento ha attenuato il testo”
L’agenzia Public Policy, informando di aver preso visione del documento, anticipa il 12 maggio i contenuti della relazione che
il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella si avvia ad illustrare, il 15 giugno, a Palazzo Madama. Molti i rilievi critici,
primo tra tutti quello al legislatore di aver “annacquato” il ddl Concorrenza. Addebito grave, visto che ad avanzarlo è l’Autorità
che per legge fornisce a Governo e Parlamento le indicazioni per redigere il ddl annuale per liberalizzare i settori economici.
Secondo l’Antitrust (che riprende e cita le critiche della Commissione europea, che aveva rimarcato come il ddl Concorrenza
“avrebbe potuto essere più ambizioso” e “non copre settori rilevanti, che restano eccessivamente protetti“, citando come
esempi i servizi professionali di avvocati e notai).
Nella illustranda relazione di giugno l’Antitrust scrive che il ddl Concorrenza “in linea con gli auspici dell’Autorità interveniva in
molti settori rilevanti per l’economia. Tuttavia, come rilevato anche dalla Commissione europea nel Country Report 2016,
numerose disposizioni del disegno di legge sono state in parte attenuate nel corso del dibattito parlamentare”.
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Bersani: “Quelle sulle farmacie sono liberalizzazioni alla rovescia”
Pierluigi Bersani, che nel 2006. da ministro per lo Sviluppo economico, fu autore della prima ondata di liberalizzazioni che
portò i farmaci Sop e Otc in esercizi diversi dalla farmacia, è tornato sull’argomento il 17 maggio, dichiarando a Otto e
mezzo, la trasmissione condotta su La7 da Lilli Gruber, di non essere d’accordo con le misure del ddl Concorrenza sui
farmaci. “Quella sulle farmacie è una liberalizzazione al rovescio: invece di aprire a un concetto che dice che se uno ha una
laurea in farmacia può vendere le medicine, così come uno che ha la laurea odontoiatria, in regime pubblico o privato, può
cavare un dente, si dice ‘No, teniamo la riserva indiana delle farmacie, ma consentiamo al capitale di entrare’, così uno in
teoria può comprarsi tutte le farmacie”.
“È il contrario delle liberalizzazioni” ha affermato l’ex segretario del Pd, ribadendo quanto già scritto nel settembre 2015 (alla
vigilia dell’approvazione del ddl Concorrenza a Montecitorio) sulla sua pagina Facebook ufficiale. “Si liberalizza il capitale in un
mercato protetto, non si apre il mercato” aveva scritto Bersani in quell’occasione.”Si liberalizza il capitale, non la vendita dei
farmaci. È un impressionante cambio di direzione.”
Concorrenza, ieri incontro Calenda–relatori, resta l’obiettivo di chiudere a giugno
“Dobbiamo andare veloci e chiuderlo non al ribasso”. Questo il commento del ministro dello Sviluppo economico, Carlo
Calenda al termine di un incontro al ministero dello Sviluppo economico, il 19 maggio, con i relatori del Ddl concorrenza,
Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marino (Ap). Calenda ha escluso l’intenzione di inserire temi nuovi nel testo del
provvedimento, sottolineando che la volontà è, al contrario, quella di “chiudere quello che è stato iniziato. Bisogna sempre
chiudere quello che è stato iniziato”.
Al termine dell’incontro, Tomaselli ha dichiarato che dal confronto con il ministro è emerso “un impegno condiviso ad
accelerare e chiudere. Chiudiamo in Commissione Industria subito dopo le elezioni amministrative e in Aula entro giugno”.
Stroncare l’abuso dei tirocini formativi in farmacia, l’impegno degli Ordini del Lazio
Ottenere un intervento che – correggendo o anche solo chiarendo opportunamente la deliberazione della Regione Lazio n.
199/2013, che recepisce le linee–guida della legge Fornero in materia – sia in grado di vietare ogni forma di tirocinio di
fromazione e orientamento in farmacia, almeno per i laureati in farmacia già iscritti all’Albo professionale.
Questo l’obiettivo, così come esplicitato il 19 maggio, che l’Ordine dei farmacisti di Roma, in collaborazione con quelli di
Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, ha messo nel mirino per limitare il fenomeno del ricorso improprio agli stage “formativi”
utilizzati da alcune farmacie per “arruolare” giovani farmacisti laureati, abilitati e iscritti all’Albo pagandoli poche centinaia di
euro e in genere per non più di sei mesi. Una pratica che, oltre ad aggravare le criticità occupazionali del settore, genera
comprensibili tensioni e malcontento all’interno della professione.
L’argomento sarà al centro di un apposito convegno che gli Ordini del Lazio terranno a Roma il 22 giugno prossimo, alla
presenza delle autorità regionali, a partire dall’assessore al Lavoro, pari opportunità e personale Lucia Valente.
Utifar, Bilancio sociale tra luci, ombre e una conferma: la farmacia produce valore
Un presidio strategico per la sanità di prossimità, nel quale due utenti su tre cercano consulenze e indicazioni sulla propria
salute e dove ogni professionista dedica alle attività di counselling, in media, almeno due ore al giorno. Ma anche un esercizio
alle prese con le molte criticità prodotte dalla crisi economica. È la “fotografia” scaturita dal secondo Bilancio sociale delle
Farmacie italiane, presentato il 19 maggio a Roma dall’Utifar.
Secondo il documento di analisi, il sistema delle farmacie, nonostante la crisi, non registra eccessive criticità dal punto di vista
occupazionale e registra un numero di addetti ancora in crescita. Problemi, invece, per l’andamento dei bilanci economici: “Il
complesso delle farmacie non ha ancora recuperato i livelli dei ricavi di vendita del 2008” si legge nel rapporto “anche se una
lieve ripresa si può rilevare rispetto al 2012”. A soffrire la crisi (più evidente a partire dal 2011) sono soprattutto le farmacie più
piccole, che hanno subito un calo dei ricavi del 15,4%. Colpite, in particolare, le farmacie dell’area meridionale e insulare. Ma il
Bilancio sociale stilato dal’Utifar misura anche altre realtà, come il contributo in termini di tutela e promozione della salute collettiva
che la rete delle farmacie assicura al Paese. In termine di prevenzione, ad esempio, il rapporto sottolinea come, secondo le stime,
“circa 4 milioni di cittadini abbiano fatto prevenzione delle malattie più comuni grazie alle farmacie”, sottoponendosi ai molti test
di prevenzione organizzati dai presidi faramceutici di comunità, con “un evidente risparmio per il Ssn.”
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Gasparri contro Federfarma: “Scelta di campo per Pd, comportamento incredibile e servile”
Durissimo j’accuse ai vertici di Federfarma del senatore Maurizio Gasparri, nell’immediata vigilia dell’assemblea pubblica di
Federfarma. L’esponente di Forza Italia, in una lettera aperta resa nota il 21 maggio, critica aspramente la decisione del
vertice del sindacato dei titolari di aver riservato uno spazio nel programma ufficiale dei lavori al solo responsabile nazionale
sanità del Pd Federico Gelli.
“Prendo atto di una scelta di campo chiara: tutti gli altri partiti sono stati esclusi dal programma degli interventi. È singolare
che un solo partito veda il responsabile di settore “intervistato”. Non avviene così in nessun’altra assemblea di categoria o di
organizzazione professionale” attacca Gasparri, precisando che la sua “non è una lettera di protesta ma di presa d’atto” ed
escludendo che la decisione univoca del vertice di Federfarma di interloquire in assemblea solo con il Pd sarà oggetto nel
partito di atteggiamenti ritorsivi. Gasparri chiarisce anche che il bersaglio non sono le farmacie né il loro sindacato, ma
l’attuale vertice. Ribadito che la sua parte politica ha difeso e sempre difenderà le buone ragioni della farmacia, il senatore
punta infatti l’indice contro “la mancanza di rispetto e di buonsenso da parte di chi ha organizzato l’assemblea”, esprimendo
un giudizio critico per un comportamento “che non posso che definire incredibile, incomprensibile, offensivo, discriminatorio,
autolesionistico, servile”.
Farmaci, al via la campagna Aifa sui rischi degli acquisti on line
“Il counterfeiting farmaceutico e il traffico illegale di farmaci sul web non si contrastano solo bloccando i siti fuori legge, che non
è difficile individuare e chiudere, ma che – alimentati dalla domanda degli utenti – continuano poi a spuntare come funghi. Questa
specie di gioco inesausto a guardie e ladri è necessario e continueremo a farlo a livello internazionale, ma serve anche altro.”
Domenico Di Giorgio, responsabile dell’Ufficio qualità dei prodotti e contraffazione dell’Agenzia, introduce così la campagna
di comunicazione Farmaci online: e tu, ne sai abbastanza per non correre rischi?, realizzata nell’ambito di Fakeshare, il
progetto europeo di cooperazione e intelligence per il contrasto alla vendita online di medicinali illegali o contraffatti attraverso
farmacie web o rivenditori non autorizzati, presentata a Roma il 23 maggio.
La campagna è la risposta alla vera sfida: stroncare la domanda. “Sono le richieste dei cittadini, purtroppo in aumento, che
alimentano la nascita di siti pirata” spiega Di Giorgio. “Servono dunque campagne di comunicazione efficaci che spieghino
quali sono i rischi che si corrono quando si comprano e assumono farmaci acquistati illegalmente.” La campagna Aifa è
principalmente incentrata su due strumenti, un video e una brochure informativa, diffusi al pubblico con la collaborazione di
farmacie e studi dei medici di famiglia.
Assemblea Federfarma, cinque proposte per integrare a pieno la farmacia nel Ssn
“La farmacia è un patrimonio di cui dispone il nostro Paese, una rete di presidi territoriali e di professionisti che ogni giorno
svolge, in silenzio e con spirito di sacrificio, il proprio lavoro al servizio della collettività, dalla grande città al piccolo centro
rurale con poche centinaia di abitanti”.
È l’affermazione di consapevolezza e orgoglio professionale con la quale la presidente Annarosa Racca ha aperto il 24
maggio la prima Assemblea pubblica di Federfarma, celebrata al Teatro Eliseo di Roma alla presenza di centinaia di titolari
arrivati da tutta Italia. Al centro dei lavori, un confronto sui temi più caldi per la professione, ovvero il rinnovo della convenzione
con il Ssn, scaduta nel 1998, e la necessità di una nuova governance della spesa farmaceutica.
Dall’assemblea sono arrivate cinque circostanziate proposte a Governo, Regioni, mondo politico e opinione pubblica per
integrare più efficacemente e con maggiore pienezza le farmacie nella rete di assistenza primaria del Ssn, a tutto vantaggio
dei cittadini.
La prima è quella di ripristinare uno standard quanto più possibile omogeneo su tutto il territorio nazionale per quanto riguarda
le modalità di erogazione di farmaci, prodotti e servizi sanitari. La seconda proposta è consentire la distribuzione in farmacia
di tutti i medicinali a carico del Ssn, con la sola esclusione di quelli che richiedono particolari cautele in fase di
somministrazione, valorizzando così il ruolo della farmacia del territorio come hub di riferimento per la distribuzione dei
farmaci. Altra proposta è investire più risorse nella farmaceutica convenzionata, proprio per garantire l’erogazione di medicinali
innovativi. La spesa convenzionata, virtuosa e sotto controllo, non può continuare a essere oggetto di tagli. Va anche superato
il sistema dei tetti rigidi, a favore di un sistema che consenta di tenere conto dei risparmi che l’uso del farmaco produce su
altre poste di spesa.
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Ancora, Federfarma chiede di reinvestire nel servizio farmaceutico almeno parte dei risparmi generati dalla farmacia stessa,
in particolare gli sconti a favore del Ssn e le varie trattenute, che valgono 800 milioni di euro l’anno. Potrebbero essere
destinati per favorire la distribuzione in farmacia dei farmaci innovativi, dei prodotti dell’assistenza integrativa e dei nuovi
servizi, ma potrebbero anche finanziare progetti per potenziare l’assistenza ai pazienti cronici nell’ottica di migliorare
l’aderenza alle terapie, riducendo i costi complessivi sostenuti dal Ssn.
Ultima ma non meno importante richiesta, quella di procedere alla definizione dei requisiti strutturali e della remunerazione dei
servizi aggiuntivi rispetto alla dispensazione del farmaco.
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GIUGNO
Ddl Concorrenza, tetto su base regionale
(fissato al 20%) per le catene di farmacie
Lungo vertice di maggioranza Senato–Camera, il 7 giugno, per sciogliere gli ultimi nodi del ddl
Concorrenza e definirne gli ultimi passaggi in Parlamento. Al tavolo, insieme ai ministri dello Sviluppo
economico, Carlo Calenda, e delle Riforme e Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, erano
presenti sia i relatori in Commissione Industria di Palazzo Madama, Luigi Marino (Ap) e Salvatore Tomaselli
(Pd), insieme al presidente della stessa commissione, Massimo Mucchetti, sia i relatori che avevano seguito il
provvedimento a Montecitorio, Andrea Martella e Silvia Fregolent, entrambi del Pd.
Per le questioni di maggiore e più diretto interesse per la farmacia, novità positive per l’emendamento dei relatori che fissa
un tetto del 20% su base regionale al numero di farmacie detenute da una singola società di capitale non detenute da
farmacisti. La misura avrebbe trovato la condivisione e conferma di maggiornanza e governo.
Il ministro Calenda ha quindi ribadito la ferma volontà di procedere speditamente. L’approvazione del testo in 10a
Commissione dovrebbe arrivare entro giugno, secondo quanto affermato da Mucchetti. Più ambiziosi e ottimisti i relatori, che
sempre entro la fine di giugno puntano al via libera dell’Aula del Senato e al passaggio (con testo blindato) alla Camera.
Tar Latina, “congelata” l’apertura di sette nuove farmacie a concorso
Il Tar Lazio, sezione di Latina ha accolto il ricorso avanzato da una titolare di una farmacia della città, contro la determina
regionale dello scorso 26 febbraio ( n. G01640) relativa all’interpello e assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche oggetto
del concorso straordinario e con un’ordinanza del 9 giugno (n. 168) ha di fatto “congelato” l’assegnazione di sette nuove sedi
farmaceutiche istituite e messe a concorso nel capoluogo pontino, nonostante su di esse fosse stata giù pronunciata una
sentenza dello stesso Tar e pendesse un appello davanti al Consiglio di Stato, che la Regione ha evidentemente ritenuto di
non tenenre nel dovuto conto. Malgrado la pronuncia dei giudici amministrativi e il contenzioso ancora in essere, la Pisana è
andata avanti con il concorso, ha stilato la graduatoria e dato successivamente il via all’interpello per assegnare le sedi,
comprese quelle di Latina, specificando soltanto che se il Consiglio di Stato avesse avallato la decisione di primo grado
l’assegnazione sarebbe stata revocata.
Ma una farmacista ha impugnato la determina e i giudici amministrativi di Latina, ritenendo quel provvedimento “elusivo del
giudicato”, lo hanno messo in freezer. L’udienza per discutere la questione nel merito è fissata per il 23 febbraio 2017.
Pitruzzella: “La concorrenza riduce le diseguaglianze, eliminare i privilegi”
Per ridurre le disuguagliane e il debito pubblico e rilanciare al contempo l’economia del Paese, la ricetta è più concorrenza e
innovazione. Lo ha sostenuto il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, illustrando il 15 giugno la Relazione annuale
dell’Agcm nella Sala Koch del Senato.
Il presidente dell’Agcm ha esordito con il resoconto di tutte le attività condotte dall’autorità di garanzia nel corso del 2015 e
nei primi cinque mesi di quest’anno: irrogate sanzioni pari a 433 milioni di euro in difesa della concorrenza, mentre quelle in
materia di tutela del consumatore ammontano a 71 milioni. Sono stati chiusi 19 procedimenti per intese restrittive della
concorrenza, quattro per abuso di posizione dominante, nove per concentrazioni. I procedimenti con l’accertamento
dell’illecito antitrust e l’irrogazione di sanzione risultano 18 e cinque sono stati chiusi con impegni delle parti. In un caso, il
procedimento s’è concluso con l’accertamento dell’insussistenza dell’illecito. Cinque le indagini conoscitive concluse nel corso
del periodo di riferimento.
Alcuni rilievi critici sono stati riservati al ddl Concorrenza, che per il presidente dell’Antitrust avrebbe subito un certo
“svuotamento” rispetto alle originarie indicazioni dell’Antitrust. Ciononostante, osserva PItruzzella, il testo contiene ancora
“rilevanti norme pro–concorrenzial” in materia, ad esempio, di liberalizzazione del mercato retail dell’energia. “Altri importanti
settori, come le assicurazioni, i servizi professionali, il settore delle farmacie sono interessati dal processo di liberalizzazione”
afferma Pitruzzella, auspicando “una rapida approvazione della legge”, che “consentirebbe di avviare il processo per la
presentazione di un nuovo disegno di legge in modo da dare attuazione alla periodicità annuale prevista dal legislatore per gli
interventi di promozione della concorrenza.”
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Il processo deve infatti continuare, ha detto ancora il presidente Agcm, “eliminando quei privilegi normativi che ancora esistono
e che in alcuni settori – dalle farmacie, alle concessioni, ai trasporti, al commercio al dettaglio, alle professioni regolamentate
– bloccano la concorrenza e creano intollerabili forme di disuguaglianza.”
Aifa, presentato il rapporto OsMed 2015, spesa farmaceutica sempre più in alto
Presentato il 21 giugno a Roma il Rapporto OsMed 2015. I dati di sintesi registrano una spesa complessiva pari 28,9 miliardi
di euro, con un incremento (molto sostenuto) dell’8,6% rispetto al 2014, sul quale ha inciso in modo preponderante la somma
di 1,7 miliardi spesa per acquistare le nuove molecole per l’epatite C. Ogni italiano l’anno scorso, in media, ha consumato più
o meno 1,8 dosi di farmaci al giorno, se si considerano sia quelli somministrati da Asl e ospedali, sia quelli acquistati in
farmacia. Circa tre quarti della spesa è stata a carico dello Stato, il resto (8,3 miliardi) l’hanno pagata i cittadini per avere
farmaci di fascia A o C (quelli con ricetta, rossa o bianca, ma a carico del paziente) o di libera vendita.
Le farmacie hanno erogato 1,9 miliardi di confezioni, cioè lo 0,1 in più del 2014. I farmaci più prescritti sono quelli per il
sistema cardiovascolare, seguiti da quelli per l’apparato gastrointestinale e per il metabolismo, poi da quelli del sangue e da
quelli del sistema nervoso centrale. Ma a costare più di tutti sono gli antimicrobici, seguiti dagli antineoplastici. Continuano a
non sfondare i generici, nel senso che il 70% delle dosi consumate giornalmente sono di prodotti a brevetto scaduto ma in
molti casi si tratta dei cosiddetti originator, che hanno ancora tre quarti del mercato. Tra le Regioni, il Lazio registra i consumi
maggiori (1.248,9 dosi ogni 1000 abitanti die), seguito dalla Puglia (1.235,7 DDD/1000 ab. die) e dalla Sardegna (1.219,1
DDD/1000 ab. die). La spesa lorda pro capite è maggiore in Campania (222,5 euro pro capite), seguita da Puglia (214,8 euro)
e Calabria (208,9 euro).
Ddl Concorrenza, tetto regionale del 20% delle farmacie, questo il “paletto” al capitale
Un emendamento presentato nella seduta della Commissione Industria del Senato del 21 giugno, il n. 48.100 a firma dei due
relatori Luigi Marino e Salvatore Tomaselli, fissa nella percentuale del 20% del numero totale di farmacie presenti in una
Regione o Provincia autonoma la quantità massima di esercizi che ciascuna società potrà possedere e controllare
“direttamente o indirettamente”, prevedendo anche che l’Antitrust provveda a vigilare sul rispetto del tetto “attraverso
l’esercizio dei poteri di indagine, di istruttoria e di diffida” attribuitigli dalle leggi.
Salvo improbabili ripensamenti dell’ultima ora che portino a correzioni di tiro in sede di presentazione dei subemendamenti
sarà dunque questo il paletto che dovrebbe impedire al capitale di “tracimare” nel retail farmaceutico del nostro Paese, con il
rischio di dare vita a oligopoli di fatto. In verità, la formulazione di quello che vorrebbe essere una sorta di “barrage” al capitale
in farmacia ha sollevato perplessità all’interno della stessa Commissione, a partire dallo stesso presidente Massimo
Mucchetti: dopo aver ricordato il numero complessivo delle farmacie che operano in Italia, escludendo quelle rurali, in quanto
“poco appetibili dal punto di vista degli investimenti societari”, Mucchetti ha infatti evidenziato come la fissazione di un tetto
del 20% su base regionale consenta a un numero estremamente ridotto di società (basterebbero quattro, in ipotesi), di
“controllare il complesso delle farmacie italiane commercialmente appetibili”.
Contratti atipici, Regione Lazio pronta a individuare soluzioni con i farmacisti
Massima disponibilità della Regione Lazio a individuare in tempi brevissimi un percorso che porti a risolvere in radice la
controversa questione dei contratti di lavoro con configurazione atipiche (a partire dal cosiddetto tirocinio di formazione e
orientamento), applicati anche in farmacia a giovani laureati iscritti all’Albo. L’obiettivo è quello di rendere esplicito,
individuando lo strumento normativo o regolamentare più opportuno ed efficace, il divieto per le farmacie di avvalersi di istituti
contrattuali nati per altri ambiti e finalità, per impedire che diventino la scorciatoia per avvalersi di prestazioni professionali a
basso conto, con tutte le criticità e conseguenze del caso.
Questo il soddisfacente esito del convegno che gli Ordini dei Farmacisti del Lazio hanno tenuto il 22 giugno al Nobile Collegio
Chimico Farmaceutico di Roma. Ad aprirlo, l’intervento in apertura del consigliere regionale Michele Baldi, che su delega
dell’assessore al Lavoro Lucia Valente ha assicurato la massima disponibilità della Regione ad affrontare e risolvere “nel
segno della trasparenza e della massima chiarezza, per spazzare via tutte le situazioni anomale in materia di lavoro”, i
problemi sollevati dagli Ordini dei farmacisti del Lazio in materia di contratti atipici, trovando il modo di stroncare il ricorso in
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farmacia a contratti che – come denunciato dal presidente dell’Ordine di Roma Emilio Croce, “alla fine in realtà si sostanziano
in forme di sfruttamento e concorrenza sleale contraria a tutti i valori e principi della professione”.
Lorenzin e De Vincenti: “Governance farmaci, arriverà con Legge di stabilità entro l’anno”
La riforma della governance del sistema farmaceutico chiesta da Farmindustria nell’Assemblea pubblica celebrata il 23
giugno a Roma arriverà entro l’anno. A dichiararlo a strettissimo giro è la stessa ministra della Salute Beatrice Lorenzin:
“Siamo pronti a vararla, così come siamo pronti a riorganizzare l’Aifa, per la quale sono già programmati i concorsi per
l’assunzione di centinaia di persone”.
Sulla questione è intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, precisando che
l’obiettivo è “arrivare alla riforma della governance del sistema farmaceutico entro il 31 dicembre, in modo che dal 2017 si
cominci con un nuovo sistema. Il governo ha intenzione di arrivare a definire le nuove regole in modo che con la prossima
legge di Stabilità diventino norma”.
Tar Lazio: “Pubblicità sui farmaci, può essere fatta anche per i Sop”
Una sentenza del Tar Lazio (n. 7539/2016) pubblicata il 30 giugno ha accolto il ricorso presentato da un’azienda
farmaceutica e dalla sua concessionaria di vendita in Italia per ottenere il riconoscimento della possibilità di pubblicizzare
presso il pubblico medicinali senza obbligo di prescrizione (Sop), anche se non appartenenti alla categoria dei medicinali di
automedicazione (Otc), l’unica fin qui ammessa alla rèclame e peraltro individuata come categoria a parte proprio in virtù di
questa caratteristica. I giudici amministrativi, nella loro pronuncia, non riconoscono differenze tra le due categorie di farmaci
rispetto alla pubblicità al pubblico, che la prassi del ministero della Salute oggi non consente per i Sop, implicitamente
equiparati sotto questo profilo ai farmaci con obbligo di prescrizione.
Nel nostro ordinamento, evidenziano i giudici del Tar, non sono rintracciabili espressi divieti alla pubblicità per i medicinali Sop:
“...nessuna previsione di legge è intervenuta a stabilire rigorosamente i requisiti e le caratteristiche in forza dei quali nell’ambito
della categoria dei farmaci non soggetti a prescrizione medica potesse essere individuata una categoria oggetto di pubblicità”.
La distinzione ai fini dell’accesso alla pubblicità è in effetti una “specificità” tutta italiana, dal momento che le norme europee
prevedono il divieto di pubblicità rivolta al pubblico per i soli farmaci soggetti a prescrizione medica.
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LUGLIO
Riforma della remunerazione, Assofarm prende l’iniziativa
Assofarm ha deciso di tornare subito a occuparsi della riforma della remunerazione delle
farmacie, scomparsa negli ultimi mesi dal dibattito di settore, per evitare che essa torni d’attualità
quando sarà troppo tardi. Lo annuncia lo stesso presidente della sigla delle farmacie pubbliche,
Venanzio Gizzi in un articolo pubblicato sul notiziario associativo il 12 luglio, stigmatizzando i silenzii
e i rinvii sul tema. Se le Regioni hanno tutto l’interesse a non fare nulla (la spesa farmaceutica convenzionata
in calo costante rende l’attuale remunerazione legata al fatturato ogni anno più conveniente), non si spiega secondo Gizzi
l’immobilismo delle farmacie, che non possono accontentarsi di recuperare il fatturato perso con il calo della remunerazione
regionale con la vendita di prodotti non farmaceutici, un terreno sul quale è assurdo pensare di poter andare a competere con
soggetti che hanno strutture e capacità commerciali superiori.
“La farmacia di domani salverà i propri fatturati se saprà tutelare la redditività di prodotti (e soprattutto servizi) suoi esclusivi,
non se imiterà malamente altri” scrive al riguardo Gizzi, che annuncia un cambio di strategia: Assofarm non ripeterà l’errore
di aspettare gli ultimi mesi dell’anno per riaprire il confronto con le altre associazioni di categoria al solo fine di ottenere
l’ennesimo rinvio, ma avvierà un gruppo di lavoro tecnico composto da esperti e docenti universitari per produrre proposte
operative sull’attuazione della nuova remunerazione, con un approccio fee–for–service, basato su un modello di
remunerazione mista. Proposte che, conclude Gizzi, saranno disponibili dopo l’estate “per aprire il dibattito, questa volta
supportato da numeri e ragionamenti economicamente solidi”.
Concorrenza, approvato il tetto regionale per società di capitale: confermato il 20%
La Commissione Industria del Senato, nella seduta del 12 luglio dedicata all’esame degli emendamenti e relativi sub–
emendamenti all’art. 48 del ddl Concorrenza (“Misure per incrementare la concorrenza nella distribuzione farmaceutica”), ha
dato via libera all’emendamento 48.100 firmato dai relatori Luigi Marino e Salvatore Tomaselli, che fissa un tetto massimo
del 20%, su base regionale, per il controllo, diretto o indiretto, di farmacie da parte delle società di capitali. L’emendamento
in questione prevede anche che l’Antitrust vigili e assicuri il rispetto del limite dl 20%, avvalendosi dei poteri di indagine,
istruttoria e diffida che gli sono attribuiti dalla legge.
Bocciati o preclusi tutti i sub–emendamenti presentati all’emendamento 48.100, fatta eccezione per quello in materia di patent
linkage proposto dalla senatrice Loredana De Petris di Si–Sel, concernente il divieto di vincoli alle procedure di registrazione
dei medicinali equivalenti alla scadenza del brevetto.
Convenzione, si (ri)parte: approvata l’integrazione dell’atto di indirizzo
Il Comitato di settore Regioni–Sanità presieduto da Massimo Garavaglia ha approvato il 13 luglio il documento integrativo
della proposta di Atto di indirizzo, con un’ampia revisione e integrazione del documento precedente del febbraio 2015, per il
rinnovo della convenzione Ssn–farmacie. Il documento costituirà la piattaforma su cui dovrà essere avviata la trattativa tra
Sisac e farmacie per il rinnovo dell’accordo, fermo al 1998.
L’atto esplicita in dettaglio “capitoli”, punti e principi su cui andrà incardinato l’accordo: mission della farmacia e aspettative
del Ssn nei suoi confronti; nuovi servizi e loro remunerazione, ricetta e Dcr “dematerializzate”, tempi di pagamento e acconto,
contenziosi sulle ricette e Commissione farmaceutica aziendale, riforma della remunerazione delle farmacie convenzionate e,
infine, la questione delle farmacie rurali sussidiate, per le quali viene evidenziata la necessità di rivedere la definizione, previa
verifica delle normative regionali.
Lazio, i vincitori del concorso protestano in Regione, ma arrivano rassicurazioni
Una rappresentanza di vincitori del concorso straordinario ha manifestato il 13 luglio davanti alla sede del Consiglio regionale
del Lazio per sollecitare l’assegnazione delle nuove farmacie da parte degli organi regionali. Le procedure, esaurite tutte le
fasi, interpelli inclusi, hanno infatti segnato un inopinato arresto a seguito della sentenza con la quale la sezione di Latina del
Tar Lazio, a fine dello scorso giugno, ha intimato alla Regione di espungere sette sedi farmaceutiche della città pontina dalla
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lista di quelle messe a concorso. La delegazione è stata ricevuta dal presidente della Commissione Sanità, Rodolfo Lena
(Pd) che ha garantito che “la Regione provvederà in tempi ristretti alla effettuazione delle determine di assegnazione
eventulalmente anche ‘con riserva’, cioè condizionate agli esiti delle future sentenze della magistratura amministrativa”,
assicurando altresì che “i funzionari regionali stanno mettendo in opera tutte le procedure in modo da garantire che l’apertura
delle farmacia avvenga rapidamente e senza ulteriori intoppi.”
Fofi boccia il ddl Concorrenza: “Una legge dannosa per farmacisti e cittadini”
Il Comitato centrale Fofi, riunitosi il 15 luglio a Roma per discutere del ddl Concorrenza, ha bocciato i contenuti del
provvedimento nella parte che riguarda le farmacie e, segnatamente, l’ingresso del capitale nella loro proprietà. Una misura
rispetto alla quale la Federazione aveva fin da subito manifestato contrarietà, dichiarandosi disponibile ad accettarla solo
obbligando il capitale a detenere una quota minoritaria, lasciando gestione e controllo degli esercizi nelle mani della
componente professionale.
La scelta compiuta dal ddl Concorrenza va invece in tutt’altra direzione e ciò, scrive la Fofi nel documento approvato
all’unanimità dal suo direttivo, “non può che condurre alla subordinazione del sistema alla logica del profitto che, come
dimostrano le esperienze estere, non coincide con principi cardine quali la capillarità della presenza e l’equo accesso al
farmaco anche nelle aree svantaggiate geograficamente ed economicamente.”
Il paletto del 20% imposto a livello regionale al possesso delle farmacie da parte di ciascuna società di capitali aprirebbe
infatti, secondo Fofi, “alla possibilità di formazione di un oligopolio che renderebbe residuale il ruolo delle farmacie rette dai
professionisti. Si tratta, quindi, di un tetto che è tale soltanto di nome, in quanto cinque sole società potrebbero detenere “a
norma di legge” la totalità delle 20.000 farmacie italiane oggi esistenti.” Eventualità che, a giudizio della Fofi, metterebbe a
rischio l’indipendenza professionale del farmacista, oltre che le prospettive occupazionali della categoria, producendo anche
un vulnus agli obblighi deontologici.
Strascichi dell’assemblea Federfarma, si dimette Petrosillo, AD Promofarma
Gianni Petrosillo ha rassegnato il 19 luglio le sue dimissioni da amministratore delegato di Promofarma, la società
commerciale e di servizi di Federfarma, e dalla carica di segretario di Federfarma Lombardia. La decisione è in diretta
relazione con gli esiti dell’assemblea generale di Federfarma dello scorso 13 luglio e, in particolare, con la secca bocciatura
della proposta di un ingresso diretto del sindacato dei titolari nel mercato dei software gestionali, attraverso l’acquisto di una
società già operante nel settore.
Un piano messo a punto da Promofarma, su mandato e con la condivisione del sindacato, per introdurre nel mercato un
proprio “benchmark” in grado di contribuire a elevare gli standard di servizio e raffreddare le dinamiche dei prezzi, in
particolare quelli delle piattaforme per la Dpc e l’assistenza integrativa, per i cui servizi le associazioni territoriali di Federfarma
sostengono oggi spese annuali dell’ordine di centinaia di migliaia di euro. Promofarma aveva anche individuato la società da
acquisire, ma la proposta è stata bocciata dal no espresso a larga maggioranza dall’assemblea dei delegati. Tra i voti contrari,
ci sarebbe stato quello della stessa presidente Annarosa Racca, che Petrosillo non ha potuto che interpretare come una
pubblica sconfessione della linea fin lì concordemente sostenuta dai vertici del sindacato. Da lui le dimissioni, non solo dalla
carica di AD di Promofarma, ma anche dall’esecutivo di Federfarma Lombardia, dove Petrosillo era segretario e – fino a oggi
– il più stretto collaboratore della presidente Racca.
Federfarma, in Lombardia è diaspora: si dimette anche il tesoriere Braguti
Anche Andrea Braguti, tesoriere di Federfarma Lombardia, ha deciso di dimettersi il 21 luglio dalla sua carica. Non si tratta
però, spiega lo stesso Braguti, di un effetto–domino prodotto dalle dimissioni del segretario di Federfarma Lombardia e AD
di Promofarma Gianni Petrosillo, ma della scelta consapevole di esprimere un chiaro segnale del malessere che serpeggia
in profondità nel sindacato dei titolari. “Impossibile stare in un sindacato dove – argomenta Braguti – manca la condivisione
delle strategie e delle scelte su temi fondamentali, come l’ingresso del capitale in farmacia”. Un sindacato che – afferma il
tesoriere dimissionario – “sterilizza” le opinioni divergenti e le “reali problematiche” che sollevano, comprese le “relative ipotesi
di soluzioni”.
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“Mi sono sentito spesso in questi ultimi tempi condizionato pesantemente nell’espressione delle mie idee dal fatto di essere
parte di un organo direttivo in cui però, altrettanto frequentemente non ho condiviso le analisi” scrive su una piattaforma social
Braguti, in un messagio indirizzato ai suoi colleghi: “È tornata però prepotentemente a pervadermi l’esigenza di libertà nel mio
esprimermi (…) per poter portare le istanze di tutti noi ai livelli di competenza di Federfarma”.
Prezzi dei farmaci negoziati, nuova mozione alla Camera del M5S: “Serve più trasparenza”
Con una mozione presentata già a febbraio ma aggiornata e modificata il 25 luglio, i deputati M5S della Commissione Affari
sociali tornano all’attacco delle procedure di negoziazione del prezzo dei farmaci tra Aifa e aziende, censurando in particolare
l’eccesso di riservatezza (le trattative sui prezzi tra Agenzia e industrie sono secretate) che impedisce la necessaria
trasparenza e – secondo M5S – non produce risparmi.
La lista di impegni che la mozione pentastellata avanza anche altre richieste, tra le quali quella di assumere iniziative per
spostare in fascia C le specialità medicinali presenti nelle liste di trasparenza il cui prezzo al pubblico risulta uguale o maggiore
del 10 per cento rispetto al prezzo a carico del Ssn; quella a rimuovere i vincoli del patent linkage, agevolando le procedure
di registrazione dei medicinali equivalenti alla scadenza del brevetto e, infine, quella di assicurare la liberalizzazione della
vendita dei medicinali di fascia C nelle parafarmacie.
Fascia C, De Filippo (Salute) tiene il punto: “No alle liberalizzazioni, resta in farmacia”
Il Governo conferma il suo no alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. A ribadirne la posizione è stato il sottosegretario
alla Salute, Vito De Filippo, intervenuto il 26 luglio in Commissione Affari sociali alla Camera per rispondere ad alcune
interrogazioni, tra le quali quella della deputata di Scelta civica Adriana Galgano, volta a conoscere come il governo, in
accordo con le indicazioni dell’Antitrust, intendesse intervenire sulla distribuzione e la vendita dei farmaci nell’ottica di
abbassarne i prezzi, favorire la concorrenza e allargare l’accessibilità sul territorio a favore di tutti i cittadini. Per confermare
la contrarietà dell’esecutivo a ogni ipotesi di liberalizzazione della fascia C, De Filippo ha fatto riferimento alla pronuncia della
Corte costituzionale del luglio 2014 e alla sentenza n. 1143/2015 del Tar Veneto, che – riferendosi alla sentenza della
Consulta appena citata – ha affermato che le parafarmacie, cui non è consentita la vendita di medicinali soggetti a prescrizione
medica, non essendo inserite nel sistema di pianificazione di cui al decreto–legge n. 201 del 2011 “potrebbero alterare il
sistema, in danno dei cittadini”.
Citando uno studio Aifa sull’andamento della spesa e dei consumi relativa ai medicinali di fascia C dal 2006 al 2013, De Filippo
ha poi sostenuto che “gli effetti dei provvedimenti di liberalizzazione in realtà non sembrerebbero aver portato alcun vantaggio ai
pazienti, a parte la comodità di avere una più facile disponibilità di punti vendita che però potenzialmente li espone alle
conseguenze di consumare più farmaci che non sono – come da Aifa più volte sottolineato – una merce simile a qualunque altra”.
Risposta definita “surreale” e insoddisfacente dall’interrogante Galgano: “Ormai è chiaro che ben difficilmente da questo ddl
Concorrenza potranno venire risposte positive in questo senso. A questo punto, dunque, approviamo il prima possibile questo
ddl e poi mettiamo subito mano alla legge annuale del prossimo anno, dove le cose potrebbero cambiare”
Calenda (MISE) a Federfarma: “Giochi fatti sul ddl Concorrenza”
Giochi chiusi per le misure sulla farmacia contenute nel ddl Concorrenza. Ad affermarlo, il 28 luglio, è stato lo stesso titolare
del MISE Carlo Calenda, nel corso di un incontro con una delegazione di Federfarma composta dalla presidente Annarosa
Racca, dal vicepresidente Gioacchino Nicolosi e dal presidente Sunifar, Alfredo Orlandi.
Secondo il ministro, la formulazione attuale del provvedimento – frutto di lunghe e complicate mediazion – non lascia più
spazio per ulteriori interventi correttivi, magari in Aula, sul testo del provvedimento, quando riprenderà il suo esame a Palazzo
Madama (se ne riparlerà a settembre). Sarebbe dunque preclusa la possibilità di cambiare qualcosa in materia di regolazione
dell’ingresso delle società di capitale nella proprietà delle farmacie: il famoso (o famigerato) paletto del 20% previsto
dall’emendamento 48.100 presentato dai relatori Luigi Marino e Salvatore Tomaselli, ragione primaria delle polemiche
scoppiate nelle ultime settimane dentro il sindacato, a prestare fede a Calenda, resterà così com’è.
Nel corso dell’incontro, Calenda avrebbe anche assicurato il suo impegno a recuperare, in occasione della prossima Legge di
stabilità e d’intesa con il ministero della Salute, la misura che innalza le soglie di fatturato per le agevolazioni alle rurali
sussidiate.
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Giorni (Piemonte): “Concorso farmacie, un’occasione sprecata le mancate aperture”
Loredano Giorni, responsabile del Settore Assistenza farmaceutica della Regione Piemonte, in un articolo a sua firma
pubblicato da Sanità24 il 29 luglio fa il punto sulla situazione del concorso straordinario per l’assegnazione di nuove sedi
farmaceutiche, ancora in alto mare dopo ben quattro anni dalla sua legge istitutiva: poco più di cento le farmacie aperte fin
qui, contro le circa 3000 previste.
Giorni parla di un’occasione largamente perduta “per il rilancio dell’economia (l’apertura di una farmacia mediamente comporta
investimenti non inferiori a 3–400.000 euro), per rendere più capillare l’erogazione delle prestazioni farmaceutiche e per offrire
uno sbocco occupazionale in un settore che negli ultimi anni ha fatto registrare incrementi nei tassi di disoccupazione” e
solleva quindi la questione della vigenza delle graduatorie regionali per l’assegnazione delle farmacie, a termini di legge valide
per due anni dalla loro adozione. Le Regioni si sono attivate per richiedere al Governo una proroga della validità, al solo scopo
– scrive Giorni – di “tutelare le legittime aspettative degli oltre 40.000 partecipanti al concorso, non gettare al vento le risorse
economiche e umane impegnate per la attuazione delle procedure concorsuali” e, infine, per “dare una risposta all’utente e
stimolare la ripresa economica”.
La richiesta, più volta reiterata, è stata fin qui sempre disattesa, “pur non essendo mancata l’occasione per il legislatore di
introdurre in un provvedimento di legge la modifica auspicata.” Giorni torna dunque a insistere sull’importanza dell’estensione
della validità delle graduatorie: se ciò non avvenisse, “gli oltre 100 professionisti, quanti sono stati i componenti delle
commissioni per il concorso per sedi farmaceutiche, avranno lavorato per mesi invano” e gli oltre 200 mila euro, investiti dal
ministero della Salute per la realizzazione della piattaforma per la gestione informatizzata del concorso, “saranno serviti per
aprire solo 100 farmacie”. Ma soprattutto, conclude Giorni, “saranno state brutalmente spazzate via le giuste aspirazioni degli
oltre 40 mila giovani concorrenti e l’economia del Paese dovrà fare a meno di oltre 1 miliardo di euro di investimenti che
l’apertura delle 3.000 farmacie avrebbe potuto garantire.”
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AGOSTO
Ddl Concorrenza, via libera della Commissione Industria del Senato,
testo in Aula a settembre
La Commissione Industria del Senato ha dato il via libera il 2 agosto al ddl Concorrenza. Ora il
provvedimento, il cui iter a Palazzo Madama è iniziato nell'ottobre 2015, è pronto per l'Aula, che lo
esaminerà alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre.
Sisma devastante nel Centro Italia, colpite duramente anche le farmacie
Due farmacie distrutte ad Amatrice, in provincia di Rieti, altre due gravemente danneggiate ma subito riaperte e operative,
una ad Accumoli (sempre in provincia di Rieti) e l’altra ad Arquata del Tronto (Ascoli). Altre cinque o sei (le verifiche sono
ancora in corso) a Norcia, in Umbria, e nelle piccole località abruzzesi più vicine all’epicentro. Anche il servizio farmaceutico
paga un fortissimo tributo al devastante sisma che il 24 agosto ha colpito il Centro Italia, a cavallo tra Lazio, Umbria,
Marche e Abruzzo, causando un centinaio di morti, numero purtroppo destinato inevitabilmente a salire. Immediata la
mobilitazione della categoria: già dalla notte stessa, le rappresentanze nazionali e regionali degli organismi professionali e
sindacali hanno dato vita a una sorta di “unità di crisi” spontanea, per porre subito in essere i primi interventi di aiuto.
Secondo le prime notizie, appare particolarmente drammatica la stuazione di Amatrice, dove entrambe le farmacie sono
state spazzate via dal sisma.
“Al momento l’assistenza è assicurata grazie anche alle farmacie dei comuni circostanti, che inviano gratuitamente
antidolorifici, cateteri e altro materiale affidandoli alle squadre di volontari in transito” racconta Pier Luigi Cortellini,
presidente di Federfarma Rieti. “Ma nel giro di 24–48 ore, non appena la Regione Lazio avrà dato l’ok, dovrebbero poi partire
due camper attrezzati. Poi, una volta predisposti gli spazi, arriveranno due container già predisposti da Farmacentro per dare
un tetto alle due farmacie amatriciane”.
“Le farmacie stanno compiendo ogni sforzo per assicurare il servizio alle popolazioni colpite, cui vanno la solidarietà e il
cordoglio della categoria” commenta la presidente Federfarma Annarosa Racca, sottolineando che, come sempre, le
farmacie e i farmacisti hanno subito fatto scattare la catena della solidarietà.
Concorso Lazio, firmate le prime assegnazioni, l’antimafia ai comuni
Il problema della certificazione antimafia per le nuove farmacie si porrà quando il Comune dovrà autorizzare i vincitori del
concorso ad avviare la propria attività. Lo ha spiegato la Prefettura di Roma, rispondendo a un’espressa richiesta della Regione
che, tra le vivaci proteste dei vincitori del concorso, preoccupati per i ritardi che l’iniziativa avrebbe potuto produrre
nell’assegnazione delle sedi e apertura dei nuovi esercizi, aveva ritenuto opportuno richiedere un protocollo operativo con
Prefettura e organi investigativi, per garantire l’assenza di infiltrazioni nell’assegnazione delle 274 sedi del Lazio, 119 delle
quali nella sola Roma capitale.
“Oggetto del bando è la formazione di una graduatoria per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione e delle
sedi vacanti” ha spiegato la viceprefetto Enza Caporale. Ciò significa che vincere il concorso non dà titolo all’esercizio
dell’attività, titolo che viene invece conferito tramite autorizzazione comunale. È soltanto in quella fase, dunque, che si
potranno attivare le verifiche antimafia. Da qui la decisione di non accogliere la richiesta della Regione.
Alla quale non è restato altro che procedere alla firma delle prime determine di assegnazione. Le prime, informa una nota
diramata dalla Regione Lazio il 24 agosto, sono già state firmate dal direttore regionale della Sanità, Vincenzo Panella.
Terremoto, la Regione Marche sospende tutti i ticket sui farmaci
Mentre la Protezione civile nazionale, con la decisiva collaborazione delle organizzazione dei farmacisti, continua a garantire
la distribuzione dei farmaci nelle zone colpite dal sisma del 24 agosto, attraverso due farmacie mobili, la giunta regionale delle
Marche ha deliberato un piano che garantisce farmaci e assistenza sanitaria di base gratuiti per i cittadini colpiti.
Una nota diramata dalla Regione il 26 agosto informa che l’assistenza sanitaria di base sarà garantita gratuitamente da medici
di medicina generale e pediatri di libera scelta. Per prescrizioni farmaceutiche e di specialistica ambulatoriale è stato stabilito
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il codice speciale di esenzione T16, che sarà valido fino al 30 novembre 2016, salvo proroghe. I farmaci di fascia A/PHT
saranno dispensati anche in assenza del piano terapeutico, previa acquisizione di ricetta medica. Gli alimenti per celiaci
saranno inoltre distribuiti nelle farmacie convenzionate anche in assenza dell’autorizzazione del competente servizio. La
delibera della Regione Marche dispone anche che le farmacie rese inagibili dal sisma possano trasferirsi temporaneamente,
previa comunicazione al sindaco e all’Asur Marche, in locali vicini alla sede o in container. In entrambi i casi devono essere
garantiti adeguati criteri di dotazione e di sicurezza nella dispensazione dei farmaci.
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SETTEMBRE
Epatite C, Tribunale del Riesame:
legittimo acquisto di farmaci all’estero per uso personale
Il Tribunale del Riesame di Roma, con un’ordinanza emessa lo scorso 2 settembre in
accoglimento del ricorso presentato dall’avvocato Daria Pesce, legale dell’acquirente di un
medicinale generico a base di sofosbuvir sequestratogli in aeroporto al momento del suo arrivo in Italia,
ha disposto il dissequestro del farmaco e la sua restituzione al proprietario.
“Il farmaco – spiega la stessa legale – era stato acquistato in India per circa 2.500 dollari, contro i circa 45.000 in Italia”,
dove viene concesso dal Ssn soltanto ai pazienti più gravi. “All’arrivo a Ciampino, il 9 giugno, il farmaco è stato sequestrato.
Noi abbiamo presupposto però che l’acquisto all’estero non costituisse un illecito perché la terapia era a scopo personale e
non di commercializzazione: il paziente aveva tutta la documentazione medica attestante le sue condizioni e la regolare
prescrizione per il medicinale, inoltre le quantità erano minime, pari a circa un mese di terapia” racconta Pesce. Da qui il
ricorso poi accolto dal Tribunale del Riesame di Roma.
“L’ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma” commenta al riguardo Ivan Gardini, presidente di EpaC Onlus, l’associazione
dei pazienti con epatite e malattie del fegato “è interessante perché sancisce un concetto importante: il farmaco importato e
regolarmente prescritto da un medico italiano per la cura dell’epatite C non può essere considerata una importazione con fini
commerciali, ma esclusivamente a uso personale”.
Carenze farmaci, da operatori e istituzioni un documento di impegno condiviso
Un documento condiviso per contrastare le distorsioni di mercato che, con preoccupante frequenza, si traducono in fenomeni
di carenze di farmaci sul circuito distributivo, con conseguenti problemi nella loro distribuzione. Lo hanno sottoscritto a inizio
settembre nella sede dell’Agenzia italiana del farmaco le principali sigle di categoria (Federfarma, Farmidustria, Adf,
Federfarma Servizi, Assogenerici e Assoram), insieme ai rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel Tavolo tecnico istituito
sul tema dell’indisponibilità dei farmaci (ministero della Salute, Aifa e regioni Lazio e Lombardia). Ne dà notizia la stessa Aifa,
spiegando che nel documento vengono ribaditi i principi normativi fondamentali che regolamentano il settore del farmaco –
che deve essere in primo luogo considerato come “servizio pubblico” − con particolare riguardo agli aspetti della
distribuzione, sia all’ingrosso sia al dettaglio, che hanno come fine ultimo quello di tutelare la salute pubblica e del singolo,
garantendo la disponibilità e l’accessibilità al farmaco.
Turbativa d’asta e falso: domiciliari per Alvaro, commissario Farmacap
Turbativa d’asta e falso nella procedura di affidamento gestionale di uno degli asili nido gestiti da Farmacap, l’azienda socio–
sanitaria capitolina che gestisce le farmacie comunali di Roma.
Con queste accuse, su ordine della Procura di Roma, il 6 settembre i carabinieri del Nas hanno notificato al commissario
straordinario dell’azienda, Francesco Alvaro, la misura degli arresti domiciliari. L’ipotesi d’accusa si fonda su alcune
irregolarità che sarebbero state riscontrate nell’appalto per l’affitto e la gestione delle strutture dell’asilo nido comunale di via
Marco Enrico, affidato a condizioni molto favorevoli a una società cooperativa facente capo a Giuseppe Giordano, anch’egli
raggiunto da provvedimento restrittivo.
Alvaro ha subito rassegnato le sue dimissioni dall’incarico commissariale, notificandole alla sindaca Raggi e al Dipartimento
Partecipazioni del Gruppo Roma Capitale. A spiegarne le ragioni è intervenuto il suo legale, Marco Zaccaria, affermando che
“Alvaro si è messo immediatamente a disposizione dei magistrati e già nell’interrogatorio di garanzia respingerà ogni accusa,
fornendo tutti i chiarimenti in ordine agli addebiti che gli vengono contestati. Il tutto con la massima fiducia nella magistratura
e con la piena serenità di chi ha operato sempre e soltanto nell’interesse pubblico.”
Lea, siglata l’intesa Stato–Regioni, le nuove prestazioni entro l’anno
La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, al termine della Stato–Regioni che il 7 settembre ha dato il via libera definitivo
alla nuova lista delle cure e prestazioni che il Ssn deve garantire gratuitamente ai cittadini. I nuovi Lea, dopo il previsto
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passaggio in parlamento e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, saranno operativi e dunque disponibili per i cittadini ‘’entro
l’anno’’, secondo quanto dichiarato ancora da Lorenzin.
Nei nuovi Lea sono stati inseriti i trattamenti per la ludopatia, le cure per l’endometriosi, le terapie e prestazioni per il
trattamento dell’autismo, le prestazioni per la fecondazione eterologa e omologa e i trattamenti di adroterapia contro i tumori.
Il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, il piemontese Antonio Saitta, ha invece richiamato
l’attenzione sulla complessità del provvedimento: “Ci sono diverse innovazioni e occorrerà modulare in modo graduale l’entrata
in vigore e soprattutto l’erogazione delle nuove prestazioni” ha spiegato l’assessore, aggiungendo che in molti casi sarà
necessaria una verifica preventiva della prevista commissione.
“Siamo di fronte ad un cambiamento strutturale importante” ha detto ancora Saitta “e occorrerà lavorare affinché i servizi
sanitari regionali possano organizzarsi. Il percorso è tracciato, ma occorre garantire che l’erogazione dei nuovi Lea avvenga
in modo uniforme su tutto il territorio nazionale”.
Lazio, pubblicato l’accordo Regione–farmacie sulla Dpc
Pubblicato sul Bollettino ufficiale dell’8 settembre il nuovo accordo sulla distribuzione per conto stipulato ad agosto tra
Regione Lazio, Federfarma Lazio e Assofarm. L’accordo, autentico punto di riferimento a livello nazionale, ripropone e
conferma, con qualche aggiustamento e alcune integrazioni, l’intesa precedente: le fasce di remunerazione vengono
“compattate”, passando da sei a quattro, con fee per la farmacia fissati a 7 euro a confezione per i farmaci con prezzo al
pubblico fino a 50 euro, 10 euro per quelli con prezzo fino a 154,93 euro, 11,80 euro per i prezzi fino a 600 euro e 15 euro
per i farmaci con prezzo al pubblico oltre i 600 euro. Una novità importante riguarda i farmaci ex Osp–2; con la nuova intesa
passano stabilmente nel Pht e sono assoggettati al regime di remunerazione per fasce.
Per offrire alle farmacie una garanzia di maggiore stabilità e la possibilità di programmare meglio la propria attività, l’accordo
ha inoltre raddoppiato il suo arco di vigenza, passando da due a quattro anni: “Un grande risultato, in termini di tranquillità,
per il nostro lavoro” spiega il presidente di Federfarma Lazio Osvaldo Moltedo. Ottenute anche maggiori garanzie sui tempi
di rimborso, fissati a 60 giorni: ove non fossero rispettati, la Regione “risarcirà” le farmacie corrispondendo un euro in più su
tutti i compensi della Dpc.
Farmacap, torna libero Alvaro, per l’ex commissario obbligo di firma
Al termine dell’interrogatorio di garanzia, durante il quale avrebbe risposto “in modo esauriente”, il giudice per le indagini
preliminari, Costantino De Robbio, ha revocato l’11 settembre gli arresti e disposto l’obbligo di firma 3 volte a settimana
per Francesco Alvaro, l’ormai ex commissario straordinario della Farmacap finito agli arresti domiciliari lunedì scorso con
l’accusa di turbativa d’asta e falso nell’ambito di un’inchiesta su un appalto per la gestione di un asilo nido a Roma.
Soddisfatto per il provvedimento del gip l’avvocato di Alvaro Marco Zaccaria: “Restiamo a disposizione degli inquirenti per
chiarire tutti gli aspetti della vicenda” ha detto. “I pubblici ministeri vogliono fare chiarezza riguardo alle varie problematiche
della Farmacap. Ora presenteremo istanza al Tribunale del riesame. Con il mio assistito abbiamo tutta l’intenzione di risolvere
ogni questione con l’autorità giudiziaria”.
Processo Menarini, durissime le condanne ai vertici aziendali
Il tribunale di Firenze ha condannato in primo grado a 10 anni e sei mesi la presidente Lucia Aleotti e a 7 anni e sei mesi il
fratello Alberto Giovanni Aleotti, vicepresidente, ritenendoli colpevoli di aver riciclato ingenti somme provenienti da una serie
di frodi fiscali. Questa la sentenza di primo grado pronunciata l’11 settembre al termine del processo che vedeva come
principali imputati i due eredi del fondatore dell’azienda Alberto, deceduto due anni fa, ritenuto dagli inquirenti il vero artefice
della colossale truffa che il pubblico ministero Ettore Squillace Greco, nella sua severissima requisitoria dell’11 dicembre
2015, arrivò a definire “una delle frodi più grandi che siano state commesse nel nostro Paese, un imbroglio che per anni ha
alterato il mercato dei farmaci”. I fratelli Aleotti erano accusati, tra l’altro, di evasione fiscale, riciclaggio e corruzione (capo
d’imputazione, questo, addebitato a Lucia, condannata anche per questo e subito dimessasi dal consiglio direttivo di
Farmnidustria). Ai due imputati è stato anche confiscato oltre un miliardo.
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Ema, Milano punta con decisione a diventare la nuova sede dell’Agenzia
Il Governo nazionale, anche sulla spinta delle istanze delle istituzioni locali, Regione e Comune, candida Milano a nuova sede
dell’Ema, l’agenzia europea dei farmaci, che dovrà lasciare Londra dopo la Brexit. Della questione si è parlato il 13 settembre
in occasione della visita del premier Matteo Renzi a Milano per firmare il patto tra governo e la città.
Un autorevole endorsement alla candidatura di Milano è arrivato anche da Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri,
farmacologo di fama internazionale, per il quale le possibilità che l’Ema arrivi a Milano sono decisamente molte e ottime. “La
città dispone di una sede importante come l’area che ha ospitato Expo” spiega Garattini. “Nell’hinterland e in Lombarida,
inoltre, c’è una formidabile concentrazione di industrie farmaceutiche, che significa anche la possibilità di offrire personale
qualificato perché abbiamo molti gruppi competenti. Infine possiamo offrire ricerca di prim’ordine, dato che in Lombardia
esistono parecchie università, sedi del Cnr e 19 Irccs”.
Aifa, bufera sui compensi (e non solo) del direttore generale Luca Pani
Con una integrazione presentata il 13 settembre, il senatore di Ala Lucio Barani chiede ai ministri dell’Economia e della
Salute conto e ragione del trattamento economico del direttore generale dell’Agenzia, già in passato oggetto di polemica: a
quanto risulta, il CdA Aifa, a seguito di una segnalazione dei revisori dei conti e di due pareri della Ragioneria dello Stato,
avrebbe rilevato che i compensi di Pani eccedono il tetto dei 240 mila euro fissato per i manager pubblici.
In ragione di ciò, scrive Barani, il 29 aprile 2016 lo stesso CdA dell’Agenzia ha posto nel bilancio 2015 la somma di 647.000
euro a debito verso l’erario, con contestuali note di debito al direttore generale. Restituzione che, secondo Barani, sarebbe
stata ostacolata per mesi dal presidente dell’Agenzia Mario Melazzini, con il “coinvolgimento surretizio” nella decisione prima
dell’ufficio legale dell’Agenzia, quindi del capo di gabinetto del Ministero della salute, Giuseppe Chinè, “al solo fine di bloccare
la delibera di restituzione dell’ingente somma, già assunta all’unanimità, seduta stante, dal consiglio di amministrazione”.
Barani osserva che Melazzini è lo stesso che avanzò la richiesta che sarebbe alla base della determina Aifa n. 1023 del 26
luglio 2016, con la quale “il direttore generale avrebbe disposto un contributo di 50.000 euro a favore del XXXVII meeting di
Rimini di Comunione e Liberazione”, movimento al quale Melazzini aderisce, e quindi chiede ai ministri interrogati se “siano al
corrente del finanziamento, pari a 50.000 euro, al meeting di Comunione e Liberazione e come considerino tale elargizione”.
Concorso, verso una richiesta di parere dell’Avvocatura sul punteggio dei rurali
Rispondendo il 13 settembre a un’interrogazione del deputato sassarese di M5S Nicola Bianchi, il sottosegretario alla
Salute Vito De Filippo, è tornato sulla vicenda (resa oltre modo intricata da una serie di pronunce dei giudici amministrativi)
dei punti disponibili nella valutazione dei titoli dei rurali. La questione è quella portata in primo piano da una sentenza del
Consiglio di Stato che, riformando una sentenza del tar Sardegna, ha “cassato” la clausola secondo cui la maggiorazione a
favore dei farmacisti rurali non avrebbe potuto comportare il superamento del punteggio massimo complessivo da attribuirsi
ai fini del concorso straordinario per l’attività professionale svolta.
Una vera e propria mazzata all’impianto concorsuale e alle graduatorie, rispetto alla quale, informa De Filippo, “il Ministero
della salute sta svolgendo i necessari approfondimenti, anche valutando l’opportunità di porre specifica richiesta di parere
all’Avvocatura Generale dello Stato, al fine di verificare se il principio statuito dal Consiglio di Stato con riferimento a un
concorso ordinario trovi necessariamente applicazione anche al concorso straordinario, tenuto conto che quest’ultimo è stato
previsto da una legge speciale (d.l. n. 1 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27 del 2012) il cui spirito è
quello di favorire l’accesso ai giovani farmacisti (finalità, questa, che sarebbe decisamente disattesa, qualora si attribuisse
all’attività professionale già svolta un peso sproporzionato rispetto agli altri punteggi)”.
Ipzs, i 2,4 miliardi di bollini dei farmaci saranno gestiti da nuova piattaforma
Novità per la gestione dei bollini dei farmaci, materia di pertinenza dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Che il 15
settembre ha presentato alle aziende farmceutiche la nuova piattaforma ad accessi controllati, in italiano e in inglese, che
renderà più veloce la gestione degli ordini dei medicinali per le industrie produttrici, consentendo una verifica in tempo reale
e facilitando i flussi informativi tra differenti stabilimenti produttivi. Si tratta di un sistema di tracciabilità informatica dei bollini
che funzionerà anche come scudo anti–contraffazione.
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L’Ipzs distribuisce e produce ogni anno 2,4 miliardi di bollini farmaceutici. Dal 1 gennaio 2016, da quando è in vigore la nuova
versione del bollino, è stato implementato un nuovo modello di gestione degli ordini e delle grafiche.
Ipzs fa ora un ulteriore passo in avanti, presentando la piattaforma che “sarà pienamente attiva a partire dal 2 novembre” ha
assicurato Matteo Taglienti, responsabile della Business Unit Ipzs Anticontraffazione e Tracciabilità “e dove saranno caricati
tutti i cataloghi di tutte le aziende presenti sull’attuale sistema web”.
Preparati magistrali e officinali, ribadito il no alle vendite on line
I medicinali preparati in farmacia, sia magistrali su ricetta per uso umano e veterinario, sia officinali in base alle indicazioni
della Farmacopea europea o delle Farmacopee nazionali in vigore negli stati membri dell’Unione europea detti “formule
officinali” o “multipli”, anche quando non prevedono la presentazione di ricetta medica, sono esclusi dalla vendita online.
Lo ricorda una nota del 20 settembre della Sifap, la Società italiana dei farmacisti preparatori. La vendita online è infatti
prevista dall’art. 112–quater del decreto legislativo n. 219/06 e successive modifiche, che regola esclusivamente i medicinali
di origine industriale e nel suo campo di applicazione – all’articolo 3– esclude esplicitamente la sua applicazione ai preparati
magistrali e officinali. Per le stesse ragioni, peraltro, restano fuori dalla vendita on line anche i farmaci veterinari, altra
referenza estranea al perimetro applicativo del decreto legislativo 219/2006 e oggetto invece di un altro provvedimento (il
decreto legislativo 193/2006).
De Filippo: “Punteggio rurali, chiesto parere Avvocatura, ma serve iniziativa Parlamento”
Il nodo del punteggio ai farmacisti rurali nel “concorsone” straordinario per l’assegnazione di sedi farmaceutiche è tornato
nuovamente alla ribalta il 21 settembre in Commissione Affari sociali alla Camera, dove il sottosegretario alla Salute, Vito
De Filippo è intervenuto nuovamente per rispondere a un’interrogazione sull’argomento avanzata dalla capogruppo M5S in
Commissione Giulia Grillo, sempre riferita agli interrogativi aperti dalla sentenza del Consiglio di Stato del 14 dicembre 2015
sul cosiddetto “caso Sardegna”. De Filippo ha confermato che il ministero della Salute ha formalizzato all’Avvocatura generale
dello Stato la richiesta di un parere per verificare se il principio statuito dal Consiglio di Stato con riferimento a un concorso
ordinario trovi necessariamente applicazione anche al concorso straordinario.
Ma dall’Avvocatura non ci si può attendere altro che ciò che può dare, ovvero “una norma di interpretazione autentica, un utile
supporto alle procedure amministrative, con un autorevole effetto orientativo, ma non fonte di diritto quindi non vincolante per
i giudici amministrativi”. Fatto in tutta evidenza ben presente anche a De Filippo, che per giungere a un’univoca interpretazione
normativa, ieri ha espresso l’auspicio di un intervento del Parlamento: “Ritengo auspicabile una iniziativa del Parlamento” ha
detto il sottosegretario “affinché si giunga a una interpretazione della norma chiara e, pertanto, inequivocabile, sull’intero
territorio nazionale”.
Distribuzione diretta contro Dpc, l’idea della Sifo: “Avviare uno studio condiviso”
Distribuzione dei farmaci diretta e per conto. Quale costa di più? Qual è più conveniente per le Regioni? E per i pazienti?
Sono interrogativi che, nel mondo della sanità, circolano da tempo, senza però che si sia mai arrivati a risposte condivise.
Diversi studi di parte avviati da Sifo e Federfarma erano puntualmente e inevitabilmente giunti a conclusioni opposte. Da qui
l’idea della società dei farmacisti ospedalieri, della quale RIFday riferisce il 23 settembre: chiamare ad uno stesso tavolo
tutti gli stakeholders, inclusi i cittadini e le istituzioni, con l’obiettivo di mettere a punto una metodologia condivisa per
individuare e analizzare tutti gli elementi dei modelli attuali, dai costi, alla qualità alla equità del servizio reso al paziente.
I fattori da prendere in esame, osserva la Sifo, sono tanti. E vanno messi nella giusta correlazione l’uno con l’altro. “I diversi
costi che caratterizzano in particolare la distribuzione diretta (Dd) e la distribuzione per conto (Dpc), se presentati e valutati
in maniera troppo semplificata, danno adito a interpretazioni non corrette” spiega il presidente Sifo, Marcello Pani. “Ogni
Regione ha adottato in maniera legittima e autonoma il proprio modello organizzativo per la gestione della Dd e della Dpc, per
questo non deve stupire se i costi sono diversi. Un confronto approfondito e affidabile dei costi” conclude Pani “deve quindi
essere fatto analizzando accuratamente gli accordi stipulati da ciascuna Regione, e considerando anche eventuali servizi resi
dalle farmacie di comunità”.
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Fregolent (Pd): “Parafarmacie, anomalia da sanare, meglio liberalizzare le licenze”
“Le parafarmacie sono un’anomalia semplicemente italiana” dal momento che “non esistono in nessun altro posto del mondo,
dove ci sono solo le farmacie, convenzionate o non convenzionate”. Ad affermarlo nel corso della trasmissione di Rai
Parlamento Settegioni del 24 settembre è stata Silvia Fregolent, deputata Pd già relatrice del ddl Concorrenza nel suo
passaggio a Montecitorio.
Invitata a discutere di liberalizzazioni e del ddl Concorrenza, la deputata dem si è schierata con estrema nettezza contro
l’ipotesi della fascia C fuori dalla farmacia: “Non so perché farmaci così delicati debbano essere venduti da negozi che di fatto
sono dei supermercati. È vero che c’è il farmacista, ma di fatto la parafarmacia non ha la stessa procedura di autorizzazione
che ha una farmacia”. Fregolent ha ribadito che “la parafarmacia non è una farmacia”, a meno di non liberalizzare le licenze:
“E io sarei tranquillamente per farlo, e a quel punto saremmo tutti felici” ha affermato la deputata Pd, sostenendo anche che
la legge sulla concorrenza poteva essere un’occasione “per togliere questa anomalia italiana, ma forse la questione non è il
farmaco, ma la parafarmacia, è come dare dignità a persone che hanno avuto l’illusione di poter essere considerati farmacisti
quando di fatto non lo sono”.
Fregolent, dopo poche ore, alla luce delle durissime reazioni dell mondo delle parafarmacie (e non solo) ha provato a
correggere le sue dichiarazioni sulla sua pagina ufficiale di Facebook, parlando di “uno spiacevole equivoco”. “Non ho mai
pensato che i titolari di parafarmacie, tutte persone in possesso di una laurea in farmacia, non siano dei farmacisti a tutti gli
effetti. Il mio punto di vista sul tema ruota attorno alla differenza riguardante gli esercizi commerciali (farmacie/parafarmacie),
e mai alle persone che vi lavorano che sono, lo ripeto, tutti farmacisti.”
“La mia preoccupazione è stata sempre quella di trovare una soluzione al problema” scrive Fregolent “ho sempre ritenuto che
la soluzione migliore fosse la liberalizzazione delle licenze e non quella dei farmaci, che altrimenti potrebbero essere venduti
anche dai supermercati e dalle pompe di benzina, con l’effetto di scontentare allo stesso tempo i parafarmacisti e di esporre
i cittadini alla vendita di medicinali senza un filtro da parte di personale preparato.”
Ddl Concorrenza, inevitabile lo slittamento a ottobre del voto in Aula. E poi si vedrà
L’andamento dei lavori di Palazzo Madama il mancato arrivo dei prescritti pareri sugli emendamenti al provvedimento da parte
della Commissione Bilancio, rendono inevitabile lo scavallamento dell’approdo in Aula del ddl Concorrenza a ottobre, mese nel
quale, peraltro, sbarcherà in Parlamento (con forti ricadute sui calendari) la manovra di bilancio per il 2017, preceduta dalla
presentazione della nota di aggiornamento del Def.
Dalle informazioni che filtrano dal Senato prima della seduta convocata il 27 settembre per fornire comunicazioni sul
calendario dell’Assemblea, sembrano dunque destinati a dilatarsi ancora i tempi del ddl Concorrenza: anche ammettendo che
il Senato riesca ad approvarlo in Aula entro la fine di ottobre, infatti, non potrà che arrivare alla Camera a sessione di bilancio
iniziata. Fatto che potrebbe comportare un’ulteriore dilatazione dei tempi per l’approvazione definitiva, con il rischio di far
diventare legge il ddl Concorrenza 2015 a ridosso dei due anni dalla sua nascita.
Crac della holding EssereBenessere, patteggiamento per i tre proprietari
I tre amministratori–proprietari di “Essere Benessere”, società in concordato preventivo quotata al marché libre di Parigi,
hanno patteggiato due giorni fa davanti al gip di Milano la pena per il reato di bancarotta fraudolenta.
Lo riferisce il 28 settembre una nota dell’agenzia Reuters, citando fonti giudiziarie e legali, secondo le quali i fratelli Danilo
Giuseppe ed Enzo Salsi hanno patteggiato rispettivamente 3 anni e 5 mesi e 2 anni di reclusione, mentre Fabio Pedretti
2 anni, 4 mesi e 20 giorni. I tre erano stati arrestati nella primavera scorsa nell’ambito di una inchiesta condotta dal pm
Donata Costa che ipotizzava l’avvenuta sottrazione di 45 milioni di euro alle curatele fallimentari, trasferimento di asset e
denaro fra società del gruppo senza “giustificazioni causali”, un anno di contributi, il 2015, non versati per circa 700
dipendenti di tre società.
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OTTOBRE
“Le bollette? Paghiamole in farmacia”:
PharmaEvolution lancia la sfida dei servizi
Da PharmEvolution, la tre giorni di convegni sulla farmacia conclusasi a Catania il 9 ottobre,
arriva un proposta destinata a far discutere: quella di allargare il ventaglio dei servizi “di sportello”
delle farmacie, includendo anche quello di far pagare i bollettini postali con il Pos. Una novità assoluta
per il nostro Paese, sottolineata dal vicepresidente nazionale di Federfarma Gioacchino Niccolosi: “Bisogna
puntare a erogare prestazioni aggiuntive al cittadino, sempre in un’ottica di servizio per la comunità” ha detto Nicolosi. “Le
farmacie rurali e dei piccoli centri sono spesso l’unico presidio sociosanitario rimasto in comuni che, per la spending review,
hanno subìto il taglio delle strutture sanitarie e degli uffici postali. In questi centri, dove il 90% della popolazione è costituito
da anziani, pagare la bolletta dell’Enel, del gas o anche una multa, può diventare un problema reale. L’obiettivo è risolvere
queste difficoltà attraverso la capillare rete delle farmacie, che in Italia conta oltre 18.200 punti aperti al pubblico tutti i giorni,
24 ore su 24, con il sistema della turnazione. Non si tratta di entrare in concorrenza con altre categorie, cui finora è stato
demandato il pagamento dei bollettini – ha precisato Nicolosi – ma di offrire un servizio alle fasce più deboli della popolazione
che potranno così rivolgersi alla farmacia più vicina a casa, in qualunque ora della giornata e persino nei giorni festivi, evitando
lunghe attese agli sportelli postali”.
Farmacie sul web, andamento lento: dopo un anno, autorizzate 322 (più 56 parafarmacie)
A un anno di distanza dall’entrata in vigore del regolamento che consente agli esercizi abilitati di vendere Otc e Sop anche sul
web, sono 378 i siti che risultano operativi, 322 dei quali riconducibili a farmacie e 56 a parafarmacie, secondo dati del
ministero della Salute, aggiornati all’11 ottobre, che confermano come l’opzione della vendita su internet incontri un
apprezzamento piuttosto disuguale sul territorio nazionale. I titolari di farmacie e parafarmacie del Piemonte si confermano i
più interessati a disporre di un canale di vendita anche sulla rete: sono 69 in tutto (59 farmacie e 10 parafarmacie) gli esercizi
autorizzati. Seguono la Lombardia con 58 esercizi (56 farmacie e 2 parafarmacie) e, prima Regione del Sud, la Campania con
44 esercizi (38 e 6). A poca distanza Emilia–Romagna (42 esercizi, 32 farmacie e 10 para) e il Lazio con 41 (34 e 7). Le altre
Regioni seguono da pèiù lontano: risultano autorizzati 24 esercizi in Veneto, 22 in Puglia, 16 in Toscana e in Sardegna, soltanto
8 in Sicilia. Ancora più rarefatte le autorizzazioni concesse in Friuli–Venezia Giulia (4 farmacie e una parafarmacia), nella
provincia di Bolzano (3 farmacie), in Val d’Aosta (2 farmacie) e in Molise (una farmacia). Nessuna autorizzazione concessa a
esercizi abilitati per vendere farmaci anche sul web, finora, in Abruzzo, Calabria e Trento.
Goodbye ddl Concorrenza: se ne riparlerà dopo il 4 dicembre. Ovvero l’anno prossimo
Nel calendario dei lavori dell’Aula del Senato concordato fino a inizio novembre in Conferenza dei Capigruppo e comunicato il
12 ottobre dal presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso, spicca per la sua assenza il ddl Concorrenza. E si tratta di
un’assenza che sancisce, de facto, il rinvio del provvedimento a dopo il referendum costituzionale, come poi certificato nel
corso di un question time alla Camera dal ministro delle Sviluppo economico Carlo Calenda. Infatti, interpellato al riguardo,
ha spiegato che il ddl Concorrenza dovrà essere “oggetto di una discussione all’interno del governo per capire cosa si vuole
veramente fare, perché è un ddl molto importante”. Chiaro il significato: sul provvedimento, il governo è ancora diviso al suo
interno e intende rinviare, nonostante i richiami arrivati da Bruxelles.
Calenda è poi rimasto sul vago, rispondendo con un genericissimo “molto presto” alla domanda su quando il Senato sarebbe
tornato a occuparsene. Il ministro, al riguardo, non è riuscito a dissimulare un pizzico di fastidio per le brutte figure rimediate
da un anno a questa parte, con il ddl Concorrenza dato un giorno sì e l’altro pure come ormai “molto prossimo”
all’approvazione, con gli esiti che si conoscono.
La previsione, alla luce del referendum costituzionale del 4 dicembre e delle sue inevitabili ricadute (quale che sia l’esito), della
successiva sosta per le festività di fine anno e dei tempi tecnici e procedurali connessi all’iter del provvedimento, è quella che
l’esame del ddl Concorrenza possa addirittura scivolare a febbraio dell’anno prossimo, quando saranno passati due anni dalla
sua approvazione in Consiglio dei Ministri.
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Häusermann (AssoGenerici): “Risparmi per 4 mld da 2000 a oggi, ma ora serve nuova governance”
Introdurre un sistema di rimborsabilità dei farmaci basato sulle fasce di reddito; sviluppare l’informazione sui farmaci generici,
per educare al loro impiego; rivedere il sistema del payback e, infine, introdurre norme che vincolino la destinazione delle
risorse risparmiate grazie all’uso dei generici e dei biosimilari al Fondo per i farmaci innovativi, evitando così che le Regioni
finiscano per destinarle ad altre poste di spesa.
Sono queste le proposte emerse il 12 ottobre dall’Assemblea pubblica 2016 di Assogenerici, che se realizzate, secondo il
presidente Enrique Häusermann, concorrerebbero in misura importante ad aumentare l’accesso dei pazienti a quelle terapie
che oggi, per motivi economici, sono necessariamente limitate.
“Dal 2000 ad oggi, senza farmaci equivalenti e biosimilari la spesa farmaceutica sarebbe stata di 4 miliardi più alta” ha
affermato Häusermann. Servono però nuove politiche per la sanità e per il settore del farmaco: “Sosteniamo da tempo che
occorre rivedere nel suo complesso la governance del sistema” ha affermato Häusermann, facendo riferimento in primo luogo
alla necessità di un finanziamento finalmente adeguato e non solo sufficiente, alla trasparenza e alla costanza dell’assetto
normativo (conditio sine qua non è possibile una reale programmazione) e, infine, alla destinazione vincolata all’innovazione
terapeutica dei risparmi realizzati nel campo della farmaceutica già ricordata in premessa.
Calenda: “La fascia C? Io avrei liberalizzato. Ma il ddl Concorrenza sarà approvato com’é”
“La vendita della fascia C? Io avrei liberalizzato completamente, ma il ddl Concorrenza in discussione è un testo che ho
ereditato e in Parlamento non c’è una maggioranza per spingersi più in là. Non è questione di lobby, farmacie da una parte,
parafarmacie dall’altra, ci sono e ci saranno sempre, sul tema specifico manca proprio l’accordo politico.”
Parlando il 14 ottobre ai microfoni di Repubblica TV, il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda è tornato sul ddl
Concorrenza, con quello che è suonato con chiarezza e nettezza come un endorsement alla liberalizzazione della fascia C
(misura peraltro presente nelle indicazioni dell’Antitrust). Il ministro, però, ha anche voluto sgombrare il campo da dubbi ed
equivoci, chiarendo che sul testo in discussione al Senato non ci sono in ogni caso più margini di intervento: resta com’è,
perché l’ordine di scuderia è quello di “portarlo a casa” al più presto. Cosa significhi poi “più presto”, è ormai materia per
esercizi divinatori.
Calenda ha anche ribadito che, quando si tratterà di legiferare in materia di concorrenza, nel prossimo futuro sarà bene
cambiare strategia e passo: i settori e i grovigli di interesse sui cui intervenire sono tanti, troppi, e un provvedimento–omnibus,
con la sua pesantezza, finisce inevitabilmente per impantanarsi nella palude delle loro resistenze. Per Calenda, dunque,
sarebbe decisamente meglio pensare all’opportunità di utilizzare strumenti più agili come il decreto legge, “spacchettando” le
diverse materie sulle quali intervenire, per evitare il rischio di una coalizione di tutti i soggetti ostili al cambiamento.
Fakeshare II: “Crimine farmaceutico evolve continuamente, serve contrasto internazionale”
Contrastare il business criminale della falsificazione dei farmaci, rivolto sempre più spesso a medicinali importanti come
antitumorali e antivirali, è possibile solo con un’azione coordinata condotta su scala internazionale. È l’assunto della conferenza
internazionale sul tema del contrasto al crimine farmaceutico, svoltasi il 14 ottobre a Roma al Nobile Collegio Chimico
Farmaceutico e promossa dal progetto Fakeshare II, coordinato dall’Aifa e co–finanziato dal Programma “Prevenzione e lotta
contro la criminalità” della Commissione Europea.
“Recentemente ci siamo imbattuti in casistiche del tutto nuove – ha spiegato Domenico Di Giorgio, capo Area Vigilanza
Post–marketing dell’Aifa – che rivelano l’esistenza di una rete di distribuzione illegale dislocata in diversi Paesi. Diventa dunque
fondamentale e strategico il ruolo di un network internazionale che sia capace di cooperare a ogni livello per disegnare
un’intera mappa della criminalità farmaceutica su più ampia scala e affrontare questo fenomeno con approcci condivisi ed
efficaci.”
Dalla conferenza sono arrivati anche segnali confortanti, ad esempio sui numeri dei furti di farmaci in Italia, che dal 2013
segnano un’evidente diminuzione, soprattutto negli ospedali, dove nel 2016 non si è registrato alcun caso, grazie alla
collaborazione che già da alcuni anni l’Aifa ha stretto con Farmindustria, Assoram, Assogenerici e non da ultimo il ministero
della Salute e il Comando dei Carabinieri Nas per la costituzione di un database sui furti dei medicinali. Durante la conferenza
sono stati inoltre commentati i dati di un’indagine condotta sempre nell’ambito dell’iniziativa Fakeshare II, per individuare le
dinamiche psico–sociali che si celano dietro gli acquisti di farmaci on line. I farmaci più acquistati sul web restano quelli per
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la perdita di peso, per smettere di fumare, per l’influenza e per le disfunzioni erettili. L’Italia è uno dei quattro Paesi fra quelli
coinvolti nell’indagine a ricorrere più frequentemente ai social network per le transazioni via web che riguardano farmaci
(Facebook per il 3,5%).
Pagamento dei bollettini in farmacia, dure critiche da FarmacieUnite, Fofi e Federfarma Palermo
Tutte negative le prime reazioni della categoria alla proposta del vicepresidente nazionale di Federfarma, Gioacchino
Nicolosi, avanzata il 9 ottobre dal palco di PharmaEvolution a Catania. L’idea di utilizzare le 18 mila farmacie italiane come
“sportelli” diffusi nel territorio per pagare, luce, gas, multe e bollettini vari, “nell’ottica di offrire un servizio alle fasce più deboli
della popolazione”, più che subissata da critiche, è stata infatti stroncata in radice.
Primo a intervenire, il 17 ottobre, sindacato FarmacieUnite, con il suo presidente Franco Gariboldi Muschietti, per il quale
la proposta è un pericolo per l’immagine delle farmacie e dell’attività professionale dei farmacisti, perché anziché “riaffermarne
e potenziarne il ruolo di presidi sanitari del territorio, accredita un modello di esercizio sempre più staccato dalla tutela della
salute dei cittadini e sempre più confuso con altre tipologie commerciali, con le quali peraltro esiste anche il rischio di andare
pericolosamente a confliggere”.
In termini non troppo dissimili si è espresso il segretario della Fofi, Maurizio Pace, notificando il “grande disappunto” per
un’iniziativa che “confonde il concetto di farmacia dei servizi con la possibilità di rendere nelle farmacie servizi che nulla hanno
a che fare con la professionalità e le competenze del farmacista, e neppure con la vita amministrativa del Servizio sanitario
nazionale, quali il Cup e le altre attività di supporto alle prestazioni territoriali”.
“Iniziative di questo genere costituiscono un passo indietro nell’evoluzione del ruolo del farmacista, e un regalo inaspettato a
chi ritiene che la farmacia sia, in fin dei conti, un’attività economica come un’altra e che, quindi, può essere regolata – o meglio
deregolata – come tutti gli altri esercizi commerciali” afferma ancora Pace, concludendo che ciò rappresenta “l’esatto opposto
di quanto richiede la tutela del cittadino, che quando ricorre al farmacista deve esporre un problema di salute e ha il diritto di
non essere in coda con chi ha tutt’altre necessità”.
Deciso anche il niet di Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo e vicepresidente nazionale di Utifar, che in una nota
afferma che l’idea di far pagare le bollette “svilisce la farmacia e il farmacista” e non ha “nulla a che vedere con il ruolo della
farmacia, centro di eccellenza sanitaria, terminale del servizio sanitario nazionale, porta d’ingresso del cittadino nel mondo
della salute e non porta d’ingresso dell’ufficio postale”.
Calenda (MISE): “Parlerò con l’Antitrust, su concorrenza serve altro strumento”
In un’intervista a Sky Tg 24 rilanciata del 17 ottobre poi rilanciata dalle agenzie, il ministro dello Sviluppo economico Carlo
Calenda conferma il rinvio dell’esame del ddl Concorrenza. “Non credo che arriverà un sì definitivo prima del referendum” ha
detto il ministro. precisando che, se mai ciò avvenisse, la legge approvata dal Senato dovrebbe in ogni caso tornare a
Montecitorio.
“Alla Camera nell’autunno del 2015 è stato approvato un buon testo” ha affermato Calenda. “Il Senato ha fatto, legittimamente,
le sue modifiche e quindi deve ripassare alla Camera. Questo è un esempio chiarissimo del perché il bicameralismo paritario
cosi’ non funziona” ha aggiunto il ministro, spezzando la sua lancia in favore del sì al quesito referendario di inizio dicembre.
“Se fosse passato il referendum, con la riforma questo non sarebbe accaduto e avremmo già la legge. Così non funziona, non
si può avere una legge annuale che impiega sette–ottocento giorni a passare. Di questo discuterò anche con l’Autorità per la
concorrenza, per strutturare un veicolo che funzioni meglio”.
Fregolent (Pd): “Parafarmacie, questione da risolvere anche con un nuovo concorso”
Rivedere le piante organiche e prevedere un nuovo passaggio concorsuale con meccanismi di punteggio favorevoli per
chi è stato titolare di una parafarmacia. Potrebbero essere i contenuti di un disegno di legge ad hoc al quale almeno una
parte del Pd starebbe lavorando per risolvere “l’anomalia italiana delle parafarmacie”. Questo il senso dell’intervento di
Silvia Fregolent, deputata dem, al congresso nazionale delle parafarmacie tenutosi il 17 ottobre a Roma. Fregolent,
oltre a un imtervento sulle piante organiche, ha sostenuto la necessità di “fare un tagliando” al concorso straordinario,
pur senza ripartire da zero. La soluzione dell’anomalia parafarmacie, anche per il tramite di un nuovo concorso, per
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Fregolent dovrà necessariamente intervenire anche su altri punti controversi, come la trasferibilità della titolarità che – ha
affermato testualmente la deputata Pd – “non può essere ereditaria ma dev’essere rimessa sul mercato”.
Chiarito per l’ennesima volta che la strada per risolvere la questione parafarmacie non è quella della liberalizzazione della
fascia C, Fregolent ha reso noto di avere “già discusso con alcuni colleghi della Commissione Affari sociali e con il
responsabile sanità del Pd e siamo concordi che questa potrebbe essere una strada per risolvere definitivamente la
questione”, manifestando la speranza di poter disporre a breve di “un testo base su cui far partire la discussione”.
Assemblea Federfarma spaccata in due, duro scontro in vista delle elezioni
Assemblea nazionale difficile e nervosa, quella del 18 ottobre a Roma, svoltasi in un clima che risente dell’ormai prossimo
rinnovo dei vertici del sindacato, prevedibilmente nel prossimo mese di maggio. Il “parlamentino” si è infatti spaccato sulla
proposta.
L’ultima assemblea ha finito appunto per essere un primo show down della contrapposizione per il controllo del sindacato:
materia del confronto, la bozza di revisione dello statuto del sindacato, della quale la presidente Annarosa Racca ha
annunciato l’invio a tutti gli asociati ai fini di una sua discussione nella prossima assemblea nazionale di dicembre. Un
argomento divisivo, stralciato dopo molte discussioni dalla relazione della presidente, sottoposta poi a un voto assembleare
del quale non è stato possibile quantificare l’esito, nonostante i ripetuti tentativi di conta di qualche esponente dell’opposizione.
Il risultato – fatto a dir poco irrituale – troverà espressione nel verbale dell’assemblea
Molte le polemiche anche sul progetto pagamento dei bollettini postali in farmacia lanciato a Catania dal vicepresidente
nazionale del sindacato Gioacchino Nicolosi, rispetto al quale non sono mancati i “malpancisti” neppure tra i sostenitori
dell’attuale maggioranza: alla presidente Racca è stata chiesta una pubblica e netta presa di distanza dall’iniziativa, accusata
di svilire ruolo, funzione e immagine della farmacia. Ma anche qui, alla fine, una volta posatosi il polverone delle accuse
incrociate, tutto quel che rimasto è un nulla di fatto: nessuna presa di posizione ufficiale sulla faccenda, né a sostegno né per
sconfessare l’iniziativa di Nicolosi.
Assemblea Federfarma, il day after di Racca: “La bagarre? Siamo una categoria vivace”
Non è successo niente. O meglio, quel che è successo (strepiti, proteste, urla, problematica conta dei voti sulla relazione della
presidente, rimasta alla fine inconclusa e senza risultato) rientra nella sfera dell’ordinario di una “categoria vivace” e delle
“polemiche dettate dalla campagna elettorale che ci vedrà andare al voto il prossimo anno”. È la lettura che la presidente di
Federfarma, Annarosa Racca, fornisce dell’assemblea nazionale del sindacato dei titolari in un’intervista del 19 ottobre a
un giornale di settore. Alla domanda sull’esito del voto sulla sua relazione, Racca si è limitata a rispondere: “Aspetti il verbale
e lì lo vedrà”. Una risposta suonata sgradita a molti componenti dell’assemblea Federfarma, quell’organo che (come recita
testualmente lo statuto approvato plebiscitariamente nel 2010) “è sovrano e delibera su qualsiasi argomento che interessi
l’attività e gli scopi della Federfarma”. A dir poco singolare, se non proprio illegittimo, dunque, non concedere all’organo
sovrano – nel momento in cui si riunisce e si esprime – l’esito delle sue decisioni, che (oltretutto) sono quelle che precedono
e orientano l’attività degli altri organi.
Corte di giustizia Ue, bocciati i prezzi uniformi tedeschi sui farmaci da prescrizione
Le norme tedesche che consentono di fissare prezzi uniformi per i farmaci soggetti a prescrizione medica sono contrarie al
diritto europeo in materia di concorrenza e ledono la concorrenza tra Stati membri. Lo ha stabilito una sentenza della Corte
di Giustizia europea del 19 ottobre, pronunciatasi su un caso sollevato da un’associazione tedesca per la lotta contro la
concorrenza sleale, mossasi contro un sodalizio di mutua assistenza per pazienti affetti dal morbo di Parkinson e loro famiglie,
il Deutsche Parkinson Vereinigung. Questa associazione mutualistica aveva infatti stretto un accordo con Doc Morris (farmacia
olandese ben nota alle cronache di settore), per cui i soci della mutua potevano beneficiare di un bonus per l’acquisto di alcuni
medicinali, ritenuto appunto un atto di concorrenza sleale.
La procedura nel mirino dell’associazione pro–concorrenza, però, è da ritenersi valida, a giudizio della Corte europea. È
proprio la normativa tedesca, che prevede prezzi uniformi di vendita da parte delle farmacie per i medicinali soggetti a
prescrizione, a configurarsi invece come “una restrizione non giustificata alla libera circolazione delle merci”. Perché se è vero
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che talune restrizioni, in linea di principio, possono essere giustificate dalla tutela della salute e della vita, le norme tedesche
secondo i giudici europei – non sono idonee “a conseguire tali obiettivi”.
“Del resto – si legge nel comunicato della Corte – una concorrenza sui prezzi potrebbe essere vantaggiosa per il paziente,
dato che consentirebbe eventualmente di offrire, in Germania, i medicinali soggetti a prescrizione a prezzi più favorevoli da
quelli attualmente imposti”.
Aifa, la decisione di Lorenzin: il prossimo DG sarà Melazzini
La ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha trasmesso alle Regioni la designazione a nuovo direttore generale dell’Agenzia
nazionale del farmaco Mario Melazzini, già nei ranghi Aifa come presidente.
La scelta del ministro, a cui spetta la nomina, per essere ufficializzata deve ora ricevere il parere consultivo delle Regioni, che
potrebbe arrivare già oggi: all’ordine del giorno della Conferenza Stato–Regioni convocata il 20 ottobre, è stato infatti inserito
il “parere sulla proposta del ministro della Salute di nomina del direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco”. Melazzini
subentrerà al dimissionario Luca Pani, che ha lasciato il suo mandato (che con ogni probabilità non gli sarebbe comunque
stato rinnovato) qualche giorno prima della scadenza naturale del 15 novembre.
Indagine, farmaci H (e più servizi), 7 italiani su 10 li vorrebbero nella farmacia sotto casa
67% dei cittadini (che sale però al 75% fra chi ha già un problema di salute) accoglierebbe con favore e con sollievo il
passaggio alla farmacia del territorio di molti dei servizi gestiti da Asl e ospedali, primo fra tutti la distribuzione dei medicinali
erogati finora solo in ospedale. Il dato emerge da un’indagine condotta da Datanalysis su 2000 cittadini rappresentativi della
popolazione italiana e 500 pazienti con patologie croniche come diabete di tipo 2, artrite reumatoide, broncopneumopatia
cronica ostruttiva, presentata in occasione del convegno congiunto Federfarma Servizi e Federfarma.Co tenutosi a Napoli il
20 e 21 ottobre. Un italiano su quattro vorrebbe trovare in farmacia anche altri servizi utili come una gestione integrata del
paziente fra ospedale, medico di famiglia e farmacia, l’assistenza ad anziani, disabili e pazienti con malattie croniche,
l’accesso a servizi infermieristici e fisioterapici, la possibilità di prenotare visite ed esami.
La farmacia si conferma dunque un punto di riferimento essenziale per tutti gli italiani, tanto che uno su tre vorrebbe un canale
di comunicazione più facile e diretto con la farmacia di quartiere per conoscerne tutte le iniziative, magari attraverso i social
o whatsapp.
Federfarma Servizi–FederfarmaCo, da Napoli appello a condivisione e aggregazione
Per rispondere all’ormai prossimo “sbarco” del capitale nel retail farmaceutico, la parole d’ordine scaturita dalla terza
Convention annuale di Federfarma Servizi e FederfarmaCo tenutasi a Napoli il 20 e 21 ottobre è soltanto una: puntare a una
sempre maggiore aggregazione della categoria, evitando “ulteriori frammentazioni che gioverebbero solo ai nostri competitor,
perché renderebbero più deboli le farmacie”, come affermato da Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.
La rotta da seguire deve essere quella di un progetto condiviso tra le sigle di settore che, spiega ancora Mirone, devono
essere capaci di “disegnare insieme le caratteristiche della farmacia del futuro e di prevedere come in generale cambierà il
mondo che le ruota intorno”.Una farmacia che, per il presidente di Federfarma Servizi, deve essere un presidio che eroga
servizi sanitari e dove non ci può essere spazio “per pagare i bollettini postati o spedire i pacchi”.
Mirone stigmatizza l’attendismo e le forme di personalismo “assolutamente fuori luogo” che sembrano prevalere nella
categoria, sottolineando poi il ruolo strategico della componente rappresentata da Federfarma Servizi.”Le cooperative e le
società dei farmacisti sono le sole strutture in grado di difendere l’autonomia professionale ed economica del farmacista e di
costituire un reale player nello scenario futuro in un mercato che, con l’ingresso del capitale, sarà quasi inevitabilmente un
oligopolio, con tanti saluti agli obiettivi dichiarati dal ddl Concorrenza. Bisogna però sottoscrivere un patto indissolubile e
condividere un progetto. Non è più tempo di enunciare teorie, bisogna agire”.
Gelli: “Parafarmacie, nodo da risolvere, ma nel Pd tante idee e sensibilità diverse”
In un’intervista del 26 ottobre pubblicata su una newsletter di settore, il responsabile nazionale del Pd per la Sanità, Federico
Gelli, getta acqua sul fuoco sull’ipotesi ventilata dalla collega di partito Silvia Fregolent di affidare a concorsi ad hoc la
soluzione dell’anomalia parafarmacie: “Per ora, si tratta solo di una delle tante idee sulle quali il Partito democratico si sta
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confrontando, al momento non c’è nessuno strumento concreto ma ci stiamo attivando all’interno dei gruppi parlamentari per
trovare una soluzione”.
Gelli riconosce che la proposta di Fregolent è effettivamente nel mazzo di quelle alle quali si sta pensando per “seguire un
percorso di sanatoria per le parafarmacie”, obiettivo che il Pd è certamente impegnato a perseguire, consapevole però che
“bisogna trovare il veicolo giuridico nel quale inserirlo”. Ma esclude l’esistenza, al momento, di bozze di un testo di legge sulla
materia, pur confermando che se ne sta discutendo molto per approfondire i contenuti, perché – ammette il responsabile
sanità dem – “nel partito ci sono sensibilità differenti sul tema”, insieme all’esigenza condivisa di “non rendere marginali i
farmacisti titolari di parafarmacia”.
Gelli tenta anche di disinnescare la mina dell’ereditarietà della titolarità lasciata sul terreno da Fregolent, alla quale aveva
replicato il senatore CoR Luigi D’Ambrosio Lettieri, accusando il Pd di essere ostaggio di pregiudizi ideologici e di voler
procedere a “un espoprio proletario”. Gelli non polemizza ma minimizza: “Nessun esproprio, semplicemente l’intenzione di far
valere il merito e le gare pubbliche. Penso che quella di Fregolent fosse una provocazione, che voleva sottolineare l’importanza
di premiare la capacità e, d’altro canto, per vincere la titolarità di una farmacia esiste un concorso pubblico. Non è così per
le parafarmacie.”
Statuto Federfarma, trasmessa la bozza con le proposte di modifica
Facendo seguito a quanto annunciato nell’assemblea nazionale del 18 ottobre, Federfarma ha inviato il 26 ottobre a tutte le
sue articolazioni territoriali la bozza del nuovo statuto del sindacato, evidenziando in una classica tabella con testi a fronte
(nella finca di sinistra il vecchio e in quella di destra le novazioni), le proposte di modifica elaborate dalla commissione di lavoro
interna appositamente istituita, messe poi a punto con il contributo di Massimo Luciani, ordinario di Diritto costituzionale alla
Sapienza di Roma. Le modifiche recepiscono in primo luogo la necessità di “aprire” il sindacato alle farmacie gestite dalle
società di capitale, previstet dal ddl Concorrenza. Per regolarne l’ingresso nel sindacato, è previsto un sistema di “pesatura”
basato sulla scala del cinque: nei conteggi per rappresentatività e quorum, le società che gestiscono fino a cinque farmacie
valgono uno, quelle che ne gestiscono fino a dieci valgono due, quelle con 15 vale tre e così via, proseguendo sempre per
multipli di cinque. Il criterio varrà per ogni associazione provinciale nel cui territorio hanno sede le farmacie della/e società di
capitale.
Altra proposta di modifica è quella di portare il numero dei componenti del Consiglio di presidenza da 11 a 21, affidando la
nomina alle singole Unioni regionali e alle associazioni provinciali di Aosta, Bolzano e Trento, ciascuna delle quali potrà
scegliere e nominare il suo (unico) rappresentante “tra i componenti del suo organo collegiale”.
Tra le modifiche proposte ci sono poi la rieleggibilità delle cariche apicali, la trasformazione del Consiglio delle regioni (che
diventerebbe un Consiglio delle commissioni permanenti con funzioni consultive) e gli aggiustamenti da adottare se, con la
vittoria del sì al referendum del 4 dicembre, le province venissero definitivamente abolite.
Torna il terremoto, danneggiate una decina di farmacie, la categoria si mobilita
Nuove e devastanti scosse di terremoto hanno colpito il 26 e 27 ottobre le zone del Centro Italia già duramente colpite dal
sisma dello scorso agosto, con effetti molto pesanti anche sul servizio farmaceutico. Si registrano infatti gravi danni e
problemi di inagibilità per una decina di farmacie (in prevalenza rurali): sette in provincia di Macerata, nei comuni di Visso,
Ussita, Muccia, Pievetorina, Castel Sant’Angelo sul Nera e Camerino, e tre in provincia di Perugia (a Norcia, Preci e Cascia)
Risultano inagibili per i danni subiti, secondo quanto riferisce il presidente di Federfarma Marche Pasquale D’Avella, le
farmacie rurali di Muccia, Pievetorina, Visso e Ussita e il dispensario di Castel Sant’Angelo sul Nera. “Stiamo ancora
verificando ogni situazione, una ad una, per approntare con immediatezza gli interventi necessari ad aiutare i colleghi e
garantire il servizio alla popolazione” spiega D’Avella. “Abbiamo aperto un canale diretto con la Protezione civile per valutare
costantemente la situazione dell’assistenza farmaceutica e assumere ogni misura necessaria ad assicurarne la continuità, in
un momento in cui essa è più che mai necessaria per le condizioni di gravissimo disagio della popolazione. Per questo”
conclude il presidente dei titolari marchigiani “ho anche subito preso contatti con Federfarma Piemonte per l’invio di due
container e di un camper attrezzati come farmacie e fare fronte alle urgenze. ll primo arriverà il 28 ottobre e sarà collocato
a Visso”.
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Sulla stessa falsariga si stanno muovendo i presidenti di Federfarma Macerata, Ida Maria Kaczmarek, e di Federfarma
Umbria, Augusto Luciani, anch’essi impegnati sul duplice fronte di occuparsi in prima battuta dei colleghi colpiti dal sisma
sul territorio, assicurando loro ogni possibile supporto e aiuto, e di interfacciarsi con le autorità per sollecitare e concordare
gli interventi necessari alla continuità del servizio farmaceutico.
Immediata anche la mobilitazione delle sigle di categoria: a livello nazionale Fofi e Federfarma si sono subito attivate
per assicurare ogni possibile aiuto e supporto ai colleghi colpiti, allertando anche subito (lo ha fatto la Fofi) l’Associazione
nazionale farmacisti volontari per realizzare i primi e più necessari interventi.
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NOVEMBRE
“Semplicità e chiarezza”: per Aifa i fogli illustrativi non sono più bugiardini
Rendere il foglietto illustrativo sempre più chiaro, semplice e fruibile. Un processo avviato
dall’Aifa e già in corso da tempo, tanto che l’80% dei circa 9700 farmaci in commercio in Italia
è ormai corredato da stampati più comprensibili e più facili da consultare da parte dei pazienti, frutto
di un opportuno processo di semplificazione posto in essere in questi ultimi anni dall’agenzia regolatoria
nazionale.
La stessa Aifa ha affrontato il tema il 3 novembre nel corso di un convegno dedicato appunto alla gestione del rischio
associato all’uso dei medicinali e alla corretta comunicazione ai pazienti e agli operatori sanitari. Temi centrali, nella società
e nella sanità moderna, dove il progressivo invecchiamento della popolazione ha come corollario una maggiore diffusione di
patologie, in particolare croniche, e dunque un maggiore ricorso ai farmaci, spesso molti e assunti contemporaneamente.
Fondamentale, dunque, disporre di adeguati strumenti di comunicazione (sia ai pazienti sia agli operatori sanitari) finalizzati
alla “minimizzazione del rischio” che l’assunzione di ogni farmaco porta inevitabilmente con sé. Il foglio illustrativo è appunto
il primo di questi strumenti, ed è quindi comprensibile che le agenzie regolatorie nazionali dei farmaci gli riservino una cura
attenta e continua.
Abbandonati i “vizi” del passato ( eccessiva lunghezza, linguaggio troppo tecnico, caratteri di stampa troppo piccoli, mancanza
di risalto per le avvertenze principali e scarsa chiarezza sui rischi e sugli effetti indesiderati), il processo di semplificazione ha
puntato sull’uso di parole meno criptiche organizzate in frasi brevi, le sigle da addeti ai lavori e privilegiando gli elenchi puntati.
Il tutto tenendo bene a mente che la semplificazione del testo non legittima l’omissione di informazioni necessarie, benché
complesse.
Serve però che questo processo di semplificazione sia accompagnato dalla formazione di figure competenti in comunicazione
del rischio biosanitario. Per questo l’Aifa ha anche promosso, in collaborazione con l’università Sapienza di Roma, il master di
primo livello in Comunicazione al pubblico del beneficio/rischio in medicina: diritti, doveri e responsabilità, presentato nel corso
dell’incontro del 3 novembre.
IMS, 2016 anno difficile per il bilancio della farmacia
Un 2016 difficile, quello attraversato dalla farmacia, specie se confrontato ai risultati molto positivi del 2015. A rilevarlo, a
inizio novembre, è IMS Health, sul magazine on line QuintilesIMS. I dodici mesi mobili che si chiudono con il mese di
settembre, sono in calo su tutti i fronti: il mercato sta perdendo sia in volumi (–0,8%) che in fatturato (–1,2%), nonostante la
ripresa registrata in agosto.
Il totale dei prodotti di autocura, del segmento commerciale e dei farmaci etici vale 25,2 miliardi sui dodici mesi.
I farmaci con obbligo di ricetta rappresentano il 60% del turn over sul canale e subiscono una contrazione di circa due punti
percentuali a valori e del –0,6% in volumi esitati, risultato della riduzione dei prezzi decretata a fine 2015 ma anche di una
contrazione dei consumi legata alla scarsa epidemiologia invernale. I prodotti di autocura i si contraggono del 5% e,
nonostante l’aumento del prezzo medio, i valori si fermano al –2,6% per un totale di circa 2,2 miliardi nell’anno mobile.
Altra cattiva nuova è che anche il mercato commerciale, solitamente trainante per i fatturati, inizia a mostrare segni di
rallentamento. Dermocosmesi, integratori, accessori etc. si ‘fermano’ a 0,4% di crescita in valori. Le isole di opportunità e
crescita per la farmacia continuano a essere proprio nelle aree dove è più forte la concorrenza degli altri canali. Il prodotti per
la cura del viso crescono del 4,5% in fatturato, gli integratori per l’apparato digerente registrano +5,5% rispetto al 2015 con
un aumento anche nei volumi di vendita.
Banco Farmaceutico: “Nel 2016 aumenta il numero di chi non può comprare i farmaci”
Aumenta in Italia il numero di persone e famiglie interessate dal fenomeno della “povertà sanitaria”, la condizione in cui non si
dispone di risorse sufficienti per acquistare quando necessario farmaci da banco come antinfiammatori, antipiretici, prodotti
contro tosse o il raffreddore o per pagare il ticket, quando previsto. Il problema non riguarda soltanto i 4,6 di poveri censiti
in Italia, ma coinvolge quel numero crescente di italiani (ormai stimato in 12 milioni, ovvero il 20% del totale della popolazione)
costretti a limitare o rimandare l’accesso a queste prestazioni per motivazioni di tipo economico.
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È il quadro emerso il 10 novembre dalla presentazione del Rapporto Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione
farmaci, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch e realizzato dall’Osservatorio Donazione farmaci
di Banco Farmaceutico. Dai dati del report 2016 emergono segnali significativi, come il forte aumento (+8,3%), rispetto al
2015, della richiesta di medicinali da parte dei 1.663 enti assistenziali (+1,3% rispetto allo scorso anno) sostenuti da Banco
Farmaceutico, per un totale di 557mila persone assistite, il 37% in più del 2015. Le confezioni richieste in occasione della
Giornata di Raccolta del Farmaco del 13 febbraio 2016 sono state pari a 944mila unità, un risultato che ha consentito di
coprire il 37,5% del fabbisogno espresso e al quale vanno in ogni caso aggiunte 1,2 milioni di confezioni raccolte nei primi 8
mesi del 2016 attraverso il sistema delle donazioni aziendali.
Ambrosetti: “Sanità italiana agli ultimi posti Ue”, ma Lorenzin non ci sta: “Classifiche ingiuste”
La sanità italiana, per anni ai vertici delle graduatorie internazionali, sta scivolando almeno in Europa verso il fondo della
classifica. Questa la fotografia scattata dal Rapporto Meridiano Sanità 2016, elaborato da The European House–Ambrosetti
e presentato il 15 novembre a Roma in occasione dell’11a edizione del Forum Meridiano Sanità. “Nel confronto internazionale
il sistema sanitario italiano si colloca tra gli ultimi posti in Europa” scrivono gli autori del rapporto. “Il Paese manifesta un
sensibile ritardo dalla media europea sul fronte dell’efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria e sul fronte della capacità
di risposta del sistema sanitario ai bisogni di salute”, anche se “sul fronte della qualità dell’offerta sanitaria siamo in linea con
l’Europa mentre sul fronte dello stato di salute mostriamo (ancora) performance migliori della media europea”. All’origine dei
problemi italiani, “risorse economiche dedicate alla sanità inferiori rispetto ad altri Paesi”, con una quota inferiore rispetto al
Pil (6,9% contro la media europea del 7,4%) e una spesa media – pubblica e privata – per abitante molto più bassa: 2.951
euro rispetto a una media di 3.774 euro, a parità di potere di acquisto.
Beatrice Lorenzin contesta l’analisi: “Il sistema sanitario italiano non ha niente a che fare con situazioni come quella della
Grecia” ha detto la titolare del dicastero intervenendo ai lavori “dove l’accesso ai servizi è impossibile, dove mancano i farmaci,
le strutture sanitarie non riescono a erogare prestazioni. Ma mi viene da riflettere anche quando vedo in classifica davanti a
noi i Paesi Bassi che, negli incontri internazionali ammettono di non poter acquistare i farmaci innovativi”. Poi, ha osservato
Lorenzin, ci sono Paesi che vengono collocati sempre in cima alle graduatorie, come l’Inghilterra, “dove i cittadini hanno
difficoltà ad accedere ai servizi e dove il servizio sanitario nazionale deve fronteggiare scioperi durissimi degli operatori e che
ha una medicina del territorio praticamente distrutta”.
Alla difesa della ministra ha controreplicato Valerio De Molli, di The European House Ambrosetti. “Occorre guardare ai numeri
sia per valutare l’oggi, ma anche per guardare al futuro” ha osservato. “I nostri dati dicono che noi siamo il 40% sopra la Grecia
e il 10% sotto la Germania. Ma il problema è di prospettiva. Abbiamo una differenza di performance tra le Regioni micidiale.
Non c’è nessun altro Paese in Europa in cui si riscontra in sanità una differenza di trattamento così forte tra cittadini. Siamo
fra i tre Paesi più lenti d’Europa per accesso ai farmaci innovativi. Cinque volte più lenti della Germania. Dati gravissimi, oggi
per domani”.
Profili di illegittimità per punteggio rurali, TAR Calabria sospende graduatoria concorso
Il Tar Calabria ha sospeso la graduatoria del concorso straordinario per soli titoli per l’assegnazione di sedi farmaceutiche
disponibili per il privato esercizio nella regione. Accogliendo il ricorso presentato da due partecipanti esclusi dall’assegnazione
delle 79 farmacie messe a bando dalla Regione, con un decreto presidenziale (presidente Vincenzo Salomone) dell’11
novembre, il Tar Calabria ha rilevato che “l’inclusione, nel bando di concorso per titoli ed esami per il conferimento di sedi
farmaceutiche, della (sola) maggiorazione del 40% del punteggio per l’attività professionale a favore di farmacisti rurali,
presenta verosimili profili di illegittimità per contrasto con l’articolo 9 l. 8 marzo 1968, numero 221, che, in quanto ‘lex
specialis’, per i principi di gerarchia–specialità, consente il superamento di tale punteggio massimo complessivo disponibile
per ciascun commissario”.
A detta dei giudici amministrativi, l’assegnazione delle farmacie messe a concorso avrebbe creato “una condizione di danno
grave e irreparabile” per i ricorrenti. Da qui la decisione di sospendere “l’efficacia degli atti impugnati sino alla camera di
consiglio di trattazione della domanda cautelare in sede collegiale. La camera di consiglio per la trattazione collegiale é stata
fissata per il 30 novembre prossimo”.
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Ricetta elettronica sempre più diffusa, raggiunto il 78% (Campania al 90%)
Continua a crescere la diffusione della ricetta dematerializzata, che supera ormai il 78% del totale delle ricette a livello
nazionale con picchi in Campania (90,15%), Molise (89,23%) e Veneto (89,12). Un risultato importante e in linea con le
aspettative, che si è avvicinato molto all’obiettivo prefissato per l’anno in corso (raggiungere il 90% di prescrizioni
dematerializzate, traguardo che potrà essere ulteriormente avvicinato negli ultimi scampoli d’anno) e che è stato
evidentemente ritenuto meritevole della massima considerazione dagli Osservatori Digital Innovation della School of
Management del Politecnico di Milano, che il 14 novembre hanno assegnato il premio Agenda Digitale 2016 alla Ragioneria
Generale dello Stato proprio per questo progetto.
Per completare la diffusione della ricetta elettronica a livello nazionale servirà in ogni caso ancora del tempo, anche perché
le Regioni sono partite in ordine sparso e in tempi diversi. Questa la situazione (aggiornata al settembre 2016) nelle altre
Regioni: Sicilia 88,44%. Provincia Autonoma Trento 88,16%; Valle d’Aosta 87,23%; Piemonte 85,08%; Basilicata 84,57%;
Umbria 80,83%; Lazio 79,94%; Emilia Romagna 79,05%; Puglia 78,72%; Liguria 78,42%; Marche 74,93%; Lombardia
73,42%; Abruzzo 72,69%; Sardegna 71,34%; Toscana 66,48%; Friuli Venezia Giulia 63,84%; Calabria 40,58%, Provincia
Autonoma di Bolzano 12,57%.
Aifa, parere positivo delle Regioni alla nomina di Melazzini a DG Aifa
Dopo un paio di rinvii, la Conferenza delle Regioni ha dato il 17 novembre il suo parere favorevole alla nomina di Mario
Melazzini a direttore generale dell’Aifa, agenzia di cui è presidente dal dicembre 2015. Melazzini vanta un curriculum
prestigioso: è stato assessore alla Sanità, assessore alle Attività produttive, ricerca e innovazione, assessore all’Università,
Ricerca e Open Innovation di Regione Lombardia.
È membro del Comitato tecnico sanitario del ministero della Salute e presidente della Commissione per la Ricerca sanitaria
del ministero della Salute, Sezione C. Tra gli altri incarichi, ha rivestito anche quello di presidente della Commissione
ministeriale sulle Malattie neuromuscolari presso il ministero della Salute, con attività di organizzazione e coordinamento, e
membro del Gruppo di lavoro sulla Riabilitazione, con il compito di aggiornare, in collaborazione con le Regioni, le linee guida
per le attività di riabilitazione, presso il ministero della Salute.
Dubbi interpretativi sul concorso, i vincitori chiedono un Dpcm al governo
Il Coordinamento nazionale dei vincitori del concorso staordinario chiede al premier Matteo Renzi, con una lettera aperta
diffusa a metà novembre, il varo di un dpcm urgente “che possa portare chiarezza a tutto l’iter concorsuale”, da formulare
sulla base di alcuni emendamenti al disegno di legge sulla concorrenza in stand by al Senato. Le proposte correttive si
riferiscono alle due fattispecie che fin qui sono state le maggiori fonti di dubbi interpretativi e contenziosi, ovvero
l’individuazione del punteggio massimo nei concorsi come comprensivo della maggiorazione per i farmacisti rurali e la
limitazione (o meno) a una sola farmacia della titolarità da parte di una società vincitrice di concorso in forma associata.
“Il concorso straordinario per l’apertura di nuove farmacie è rallentato da parecchi ricorsi, generati da non chiare
interpretazioni di norme del concorso” spiega Giuseppe Augello, a nome del Coordinamento dei farmacisti vincitori. A fare
chiarezza provvederebbero appunto le proposte di modifica al ddl 2085 sulla concorrenza appena ricordate, provvedimenti –
afferma Augello – “attesi e auspicati dai farmacisti vincitori, che porterebbero chiarezza e uniformità di applicazione all’iter
concorsuale così come chiesto anche dalla Conferenza Stato–Regioni. Ma vista la lentezza del provvedimento, che proprio
perché in ritardo, ha in sé un serio rischio di vederne dimezzati i contenuti, si auspica un diretto esame della questione da
parte del Governo”.
Augello ribadisce che non è necessario “adottare provvedimenti o formulare nuovi concorsi”: la questione può essere
agevolmente e velocemente risolta da un dpcm che recepisca le misure correttive già presentate al ddl 2085, per spazzare
dubbi di interpretazione. In chiusura, a rafforzare il messaggio, viene prefigurato il rischio di possibili danni erariali: “In alcune
Regioni le farmacie sono state già assegnate secondo quanto previsto dai bandi concorsuali e in mancanza di un correttivo
chiarificatore. Se mutassero in corso d’opera i parametri, quelle sarebbero ragionevolmente costrette a cambiare titolarità,
con grave danno per lo Stato, sottoposto a richieste risarcitorie”.
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Piemonte, Tar dà ancora ragione alla Regione, “promossi” i bandi concorrenziali sui farmaci
Come già accaduto nell’aprile scorso, in occasione del ricorso per le gare per la somatropina, il Tar Piemonte ha respinto il
ricorso presentato di un’azienda farmaceutica contro il bando di gara pubblicato il 7 dicembre 2015, predisposto dalla Scr,
la Società di contrattazione regionale che si occupa delle gare, su mandato dell’Assessorato regionale alla Sanità, per
l’acquisizione di farmaci ospedalieri e di farmaci necessari alla Dpc, inseriti nel prontuario regionale. Si trattava, in toale di
2.171 lotti per un valore complessivo quadriennale di 2 miliardi di euro.
Ad opporre ricorso al bando, in particolare per il lotto (il n. 722) destinato alla fornitura di epoietina beta o epoietine con pari
efficacia dimostrata da studi comparativi registrativi, era stata la Roche, che non aveva partecipato al bando di gara,
sosteneva di commercializzare, con diritto di esclusiva, il principio attivo epoietina beta e chiedeva pertanto l’annullamento
della gara, vinta dalla società Teva. Il Tar, con sentenza pubblicata il 15 novembre, ha respinto in toto il ricorso di Roche,
motivando che l’epoietina beta e l’epoietina teta sono principi attivi diversi, ma in base agli studi clinici hanno la medesima
attività terapeutica: lo afferma l’apposita relazione peritale richiesta dal Tar, redatta dal professor Fantozzi dell’Università di
Torino, definita dallo stesso tribunale amministrativo regionale “completa, esaustiva e condotta con rigore logico e
metodologico”.
Ema a Milano, in campo il Governo, stanziati 56 milioni per la sede
La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha annunciato il 17 novembre che “per portare l’Agenzia europea del farmaco
a Milano il Governo ha giá previsto in bilancio un investimento di 56 milioni di euro per realizzare la sede”.
“É una base di partenza – ha aggiunto Lorenzin – solida e concreta da mettere sul piatto della bilancia quando inizierá la
trattativa. Il Governo, intanto, sta costituendo una tasck force che coordinerá gli interventi da mettere in campo. Sará una
battaglia dura ma credo che riusciremo a far sentire le nostre ragioni”.
Dopo gli esiti del voto sulla Brexit era già stata costituita una cabina di regina alla quale partecipano il ministro delle Politiche
agricole, Maurizio Martina, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala,
il rettore dell’Università Statale di Milano, Gianluca Vago e l’imprenditrice Diana Bracco in rappresentanza del mondo
produttivo e delle imprese.
Omeopatici, l’autorità USA: “Obbligatorio scrivere in etichetta che non funzionano”
La Federal Trade Commission (FTC), l’agenzia governativa statunitense che dal 1914 promuove la tutela dei consumatori e
opera per prevenire o eliminare i monopoli, ha deciso di chiedere ai produttori di farmaci omeopatici di rispettare gli stessi
standard di qualunque farmaco da banco, che obbligano a supportare scientificamente ogni affermazione relativa all’efficacia
del prodotto. Pertanto – a meno che l’efficacia non sia stata dimostrata con la stessa accuratezza richiesta ai farmaci
“tradizionali” – i farmaci omeopatici dovranno riportare nella loro etichetta un avviso al consumatore che ne dichiari la non
efficacia, avviso che dovrà essere apposto vicino alle informazioni relative alle indicazioni cliniche.
La decisione della FTC, ovviamente, non impedisce alle aziende di continuare a produrre e alle farmacie di continuare a
vendere i prodotti omeopatici, ma vuole essere una garanzia nei confronti del consumatore che – avvertito della inefficacia
del prodotto – dovrebbe essere meno indotto a utilizzarlo.
Manovra 2017, passa modifica sui biosimilari, bocciato l’emendamento pro–rurali
Dopo quasi 24 ore di seduta fiume la commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera il 24 novembre alla manovra
finanziaria per il 2017.Tra le misure di più diretto interesse per la filiera del farmaco, vi sono quelle che ridefiniscono i tetti di
spesa per i farmaci: dal 2017 il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera assume la denominazione di “tetto della spesa per
acquisti diretti” e sarà calcolato al lordo della spesa per i farmaci di classe A in distribuzione diretta e distribuzione per conto.
Nella sua nuova “veste”, sarà rideterminato nella misura del 6,89%, in luogo dell’attuale 3,5%. Cambia ovviamente anche il
tetto della spesa farmaceutica territoriale, che diventa “tetto della spesa farmaceutica convenzionata” e viene rideterminato
nella misura del 7,96 per cento (in luogo dell’attuale 11,35%).
Trovano conferma le misure sul fondo per i farmaci innovativi, che disporranno in tutto di un miliardo di risorse dedicate: 500
milioni per gli innovativi (come sofosbuvir) e altrettanti per un nuovo fondo ad hoc per gli oncologici.
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Da segnalare la modifica apportata alle misure relative alle procedure pubbliche per l’acquisto dei farmaci biologici a brevetto
scaduto per i quali siano presenti sul mercato i relativi farmaci biosimilari: la base d’asta per le procedure non sarà, come
originariamente previsto, “il prezzo massimo di cessione al Servizio sanitario nazionale del farmaco biologico di riferimento”
ma quello medio di mercato dei farmaci generici biosimilari.
Per questi farmaci cambiano anche le procedure pubbliche di acquisto, che devono svolgersi “mediante utilizzo di accordi
quadro con tutti gli operatori economici quando i medicinali sono più di tre a base del medesimo principio attivo” (nel testo
originario il numero tre non era indicat). Resta in ogni caso la libertà del medico di prescrivere il farmaco biologico ritenuto
idoneo a garantire la continuità terapeutica ai pazienti.
È invece rimasto al palo l’emendamento che prevedeva l’aumento delle soglie di fatturato che fanno scattare le agevolazioni
sullo sconto Ssn. Una misura “rimbalzata”, dopo varie vicissitudini, dal ddl Concorrenza, con tutti i requisiti necessari per
andare in porto, incluso il via libera del MEF sulla copertura economica necessaria, circa 10 milioni di euro che avrebbero
trovato capienza nei fondi derivanti dai risparmi dei Ministeri. La Commissione (senza bocciarlo) non lo ha considerato,
suscitando le vive proteste del Sunifar. il sindacato delle farmacie rurali.
Censis, Italiani e salute, un rapporto arrivato a una svolta decisiva
Un fotografia in movimento dell’evoluzione avvenuta in mezzo secolo. È il rapporto Gli italiani e la salute, realizzato dal Censis
con il contributo di Farmindustria, presentato il 24 novembre a Roma nella sede dell’istituto di ricerca fondato e guidato da
Giuseppe De Rita. La ricerca parte dagli anni ‘60 del boom economico e della sanità delle mutue, con le vaccinazioni che si
affermano come strategia di prevenzione, e passando per gli anni ‘70 con la nascita del Servizio sanitario nazionale, gli anni
‘90 in cui il Ssn entra in crisi e la spinta alla crescita decelera, arriva a oggi, ovvero agli anni della crisi, quelli in cui i tagli alla
spesa sanitaria hanno “effetti regressivi” e la cultura della vaccinazione decade.
Gli ultimi 10 anni sono anche quelli in cui cresce l’informazione sanitaria online, rischiosa perché spesso inattendibile, ed in
cui aumenta la percezione negativa della sanità italiani, con il 49,2% dei cittadini che giudica inadeguati i servizi sanitari. E,
complice la crisi, 11 milioni di italiani nel 2016 rinunciano a prestazioni specialistiche e diagnostiche. Diminuiscono anche i
favorevoli alla devolution sanitaria in favore delle Regioni: sono il 44% nel 2014. In 50 anni, insomma, afferma il presidente
dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, “per la salute degli italiani è cambiato tutto, ma oggi o ci riorganizziamo
cercando un nuovo equilibrio, tenuto conto del costante invecchiamento della popolazione, o aumenteranno le disuguaglianze
che già ci sono”.
Farmacisti, una vita da mediani, la professione festeggiata a Roma
Più di 300 farmacisti hanno affollato il 27 novembre il Nobile Collegio di Roma per l’annuale festa professionale dell’Ordine
provinciale dei farmacisti, per onorare i colleghi giunti alle nozze d’oro con la professione e dare il benvenuto ai nuovi iscritti
all’Albo. Una festa della collegialità, della solidarietà professionale e dell’appartenenza a quella che Emilio Croce, aprendo la
manifestazione, ha definito una “professione di mediani”: gente tosta, che nel grande campo della sanità gioca in un ruolo che
– forse proprio per essere sotto gli occhi di tutti – finisce per essere poco appariscente, ma è indispensabile, perché “tiene
insieme” la squadra.
“A differenza di altre professioni, non abbiamo i solisti geniali, come un Renzo Piano per gli architetti o un Umberto Veronesi
per i medici, capaci di accendere i riflettori del prestigio sull’intera professione” ha detto Croce “ma se continuiamo a godere
di grande credibilità, stima e fiducia in tutto il Paese è perché siamo capaci di fare tutto e di correre per tutti, in ogni zona del
campo, senza fermarci mai, inventandoci anche, quando occorre, la giocata che fa vincere. Quello del farmacista è un ruolo
che magari non ruba gli occhi, ma senza mediani nessuna squadra arriverebbe da nessuna parte”.
Tra i partecipanti, l’assessore al Lavoro, Pari opportunità e Personale della Regione Lazio, Lucia Valente, che ha ricordato
la collaborazione con l’Ordine dei farmacisti per risolvere il nodo del ricorso a tirocinio e contratti atipici in farmacia. Una
collaborazione nata sotto i migliori auspici e che sarà ulteriormente rafforzata. “La Regione è molto attenta e vicina alla
professione farmaceutica, che è una professione di prossimità, con un rapporto privilegiato con il cittadino” ha detto Valente
“una realtà importante, alla quale la Regione non mancherà di assicurare tutta la sua attenzione”.
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Tavolo carenze, avanti tutta contro i grossisti di (e per) convenienza
Restare fedeli alla linea del documento condiviso sottoscritto da istituzioni e sigle della filiera del farmaco nello scorso
settembre, per ribadire i principi normativi fondamentali che regolamentano il settore della distribuzione, sia all’ingrosso sia al
dettaglio. Questo, in sintesi, l’esito della seduta del 28 novembre del tavolo istituito all’Aifa per contrastare le distorsioni
distributive dei farmaci, con tutti i partecipanti – ministero della Salute, Aifa, Nas e regioni Lazio, Veneto e Lombardia per la
parte istituzionale; Federfarma, Assofarm, Adf, Federfarma Servizi e Assoram per la filiera – sempre più decisi a impedire che
il settore della distribuzione dei medicinali possa essere il terreno di caccia per “grossisti di convenienza”, che rischiano di
pregiudicare equilibri e funzionamento del settore.
La fedeltà alla linea si è anche concretizzata nella decisione di costituire un gruppo di lavoro interno al tavolo con il compito
specifico di definire i requisiti e gli standard strutturali, organizzativi e operativi che costituiranno la griglia di valutazione di
Nas e Regioni nella loro attività di valutazione degli operatori della distribuzione farmaceutica. Chiaro l’obiettivo: impedire che
possano operare soggetti che stanno sotto la soglia degli standard in materia di superficie del magazzino, numero delle
referenze disponibili, dotazione di personale eccetera, e ciò a garanzia di una corretta “fisiologia” del settore distributivo.
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DICEMBRE
Rapporto Ossif, in calo nel 2015 le rapine a danno delle farmacie
I dati dell’Ossif, l’Osservatorio intersettoriale sulla criminalità predatoria dell’Associazione
banche italiane al quale partecipa anche Federfarma, confermano nel 2015 un calo delle rapine
in farmacia (–14,4% rispetto al 2014).
Anche le farmacie beneficiano del calo generale delle rapine rilevato dall’Ossif in tutti i comparti
monitorati (banche, tabaccherie, distribuzione carburante, grande distribuzione, esercizi commerciali, oltre
ovviamente alle farmacie).
Il miglioramento medio registrato non vale per tutti, come sempre accade. Cinque Regioni, infatti, sono decisamente in
controtendenza e presentano per le farmacie indici di rischio superiori all’indice medio nazionale del comparto (5,3): sono
Lazio (12,1), Sicilia (9,3), Lombardia (7,5), Puglia (6,3) e Piemonte (6).
In calo anche i furti: nel 2015 le farmacie ne hanno contati 974, in calo del 14,5% sull’anno precedente. Anche qui però si
registrano aree in controtendenza: in Liguria i furti in farmacia sono cresciuti del 114% rispetto al 2014, in Emilia Romagna
di quasi il 21%. A livello provinciale gli incrementi più significativi si registrano a Genova (32 furti, +433%), Ravenna (13 furti,
+62%) e Vicenza (27 furti, +59%).
Sifo, 1200 delegati al congresso nazionale dedicato alla difesa del Ssn
“Il farmacista del Ssn è un professionista importante, per conciliare le diverse posizioni di tutti gli stakeholder, per fare squadra
e se possibile trovare insieme, nel rispetto dei ruoli di ognuno, le idee e le soluzioni più idonee per mantenere sostenibile il
sistema tanto caro a tutti”. Così Marcello Pani, presidente Sifo, ha distillato il senso e il significato del 37° congresso
nazionale della società dei farmacisti ospedalieri, dedicato alla necessità di “fare quadrato” per difendere il nostro sistema
sanitario nazionale. Ai lavori, chiusi il 4 dicembre, hanno partecipato circa 1200 delegati, che si sono divisi nelle cinque
sessioni plenarie e 18 parallele dell’evento. Ampio lo spazio per i giovani: per loro, sono stati organizzati focus sulla
formazione e su alcuni specifici aspetti pratici, come ad esempio la preparazione del curriculum vitae e i colloqui di lavoro. Il
congresso milanese ha puntato come mai in passato sulla comunicazione: per la prima volta, la massima assise della Sifo ha
avuto un sito web dedicato (www.congressosifo.it), creato appositamente per l’evento e una app dedicata (MySifo), grazie alla
quale i partecipanti potevano consultare il programma, gli abstract scientifici, la mappa del centro congressuale e le news.
Riforma costituzionale, Il 60% degli italiani dice no e Renzi lascia
Referendum confermativo sulla riforma costituzionale: il 5 dicembre, day after del giorno del giudizio, è in due numeri. Il
primo è il 60% (arrotondando) dei voti ottenuto dal No: il secondo il 70% (sempre approssimando leggermente) di italiani
che sono andati a votare. Dal “combinato disposto” delle due cifre scaturisce un esito inequivocabile: l’Italia tutta o quasi
ha detto no alla riforme e (forse) ha detto ancora più no al presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, che a quella
riforma aveva legato le sue sorti e quelle del suo governo. Travolto dalla netta sconfitta, il premier arrivato a Palazzo Chigi
sull’onda della vittoria nelle primarie Pd lascia dopo 1017 giorni di governo, con una battuta ironica: “Volevo tagliare le
poltrone, non ce l’ho fatta, la poltrona che salta è la mia”.
Censis: “La scure dei tagli non guarirà la sanità italiana”
“La scure non guarirà la sanità italiana. Gli effetti socialmente regressivi delle manovre di contenimento del governo si
traducono in un crescente numero di italiani (11 milioni circa) che nel 2016 hanno dichiarato di aver dovuto rinunciare o rinviare
alcune prestazioni sanitarie, specialmente odontoiatriche, specialistiche e diagnostiche”.
È il quadro che emerge dal 50° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, presentato a Roma il 4 dicembre, che
attesta “il progressivo restringimento del welfare legato agli obiettivi di finanza pubblica appare evidente nella dinamica recente
della spesa sanitaria”. Mentre dal 2009 al 2015 si registra solo una lieve riduzione in termini reali della spesa pubblica,
nello stesso arco di tempo la spesa sanitaria privata, dopo una fase di crescita significativa, si riduce a partire dal 2012,
per riprendere ad aumentare negli ultimi due anni (+2,4% dal 2014 al 2015), fino a raggiungere nel 2015 i 34,8 miliardi
50
di euro, cioè poco meno del 24% della spesa sanitaria totale. Anche l’offerta ospedaliera mostra una progressiva riduzione
dei posti letto (3,3 per 1.000 abitanti in Italia nel 2013 secondo i dati Eurostat, contro i 5,2 in media dei 28 Paesi Ue, gli 8,2
della Germania e i 6,3 della Francia).
Sifo: “Lo studio per valutare diretta, Dpc e convenzionata è una scommessa da vincere”
Trovare un equilibrio, nell’interesse di sanità pubblica e cittadini, nel doppio canale della distribuzione dei farmaci, “mettendo
ordine” e riorganizzando diretta, Dpc e convenzionata territoriale. È l’obiettivo della proposta Sifo di avviare uno studio di filiera
super partes per un’analisi comparativa dei modelli distributivi del farmaco, così come sono e come invece potrebbero essere
alla luce di adeguate valutazione dei costi economici, sanitari e sociali delle diverse modalità distributive. La questione, già
prospettata a ottobre, è stata ripresa e rilanciata il 2 dicembre nel corso di una sessione del congresso Sifo, in un confronto
tra le diverse componenti della filiera, tutte disponibili a partecipare allo studio.
Liberalizzazioni (o quel che erano) addio: il ddl Concorrenza cade con Renzi?
Tra gli interrogativi non marginali della crisi politica seguita alle dimissioni del Governo Renzi dopo la sonora sconfitta al
referendum sulla riforma costituzionale, molti riguardano i provvedimenti, anche importanti, rimasti ancora in mezzo al guado
in Parlamento. Uno di questi è il ddl Concorrenza, che secondo quanto scrive il 5 dicembre l’agenzia Public Policy, citando
non meglio precisate fonti parlamentari, appare destinato ad arenarsi definitivamente, perché – scrive l’agenzia – “il nuovo
governo non riprenderà in mano il provvedimento”.
Gizzi (Assofarm). “Farmaci, le distorsioni del parallel trade vanno a risolte a Bruxelles”
I fenomeni distorsivi nella distribuzione di farmaci, come le periodiche, frequenti carenze di medicinali sul mercato effetto del
cosiddetto “parallel trade”, non possono trovare soluzione nemmeno se affrontate a livello sovranazionale, almeno fino a
quando i principi e le leggi che tengono in piedi l’Unione europea sono quelli attuali. Lo sostiene Venanzio Gizzi, presidente
di Assofarm nell’editoriale a sua firma pubblicato sul notiziario associativo.
Gizzi indica in ogni caso proprio in Bruxelles l’unica possibile sede per risolvere il complicatissimo problema. A condizione però
che esso venga finalmente affrontato “secondo approcci e visioni altamente sistemiche, per le quali per ora non sono state
individuate nemmeno rotte maestre e non sembra esistere un’altra dimensione geo–istituzionale adeguata”. Il problema è che
quegli approcci e quelle “visioni sistemiche” non sono a portata di mano e in ogni caso implicherebbero una profonda
ridefinizione delle stesse regole che reggono le fondamenta peraltro traballanti dell’Unione.
Varato il governo Gentiloni, alla Salute resta Lorenzin
Il nuovo governo di Paolo Gentiloni, formato in appena ventiquattro ore, ha giurato il 12 dicembre davanti al Capo dello
Stato Sergio Mattarella. Poche novità e ancora meno le sorprese nella lista dei ministri: soltanto due le new entry, la
vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd) che avvicenda Stefania Giannini all’Istruzione, e la senatrice Anna
Finocchiaro (Pd) ai Rapporti con il Parlamento.
Per il resto, va segnalata una parziale redistribuzione di deleghe: Angelino Alfano dall’Interno passa agli Esteri, Marco
Minniti da Palazzo Chigi (dove aveva la delega ai servizi segreti) si sposta al Viminale, Claudio De Vincenti diventa ministro
per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Luca Lotti sarà ministro dello Sport e Maria Elena Boschi, da superministra
per le Riforme, le Pari opportunità e i Rapporti con il Parlamento, si insedia a Palazzo Chigi come sottosegretario alla
presidenza del Consiglio, con il compito di segretario del Cdm. Confermati al loro posto ben 12 ministri, tra i quali Pier Carlo
Padoan all’Economia, Carlo Calenda allo Sviluppo Economico e Beatrice Lorenzin alla Salute.
Assemblea Federfarma, vertici sconfitti nel braccio di ferro sulle modifiche statutarie
L’assemblea nazionale di Federfarma del 14 dicembre ha approvato la proposta, avanzata da un documento della minoranza
del sindacato presentato dal presidente di Federfarma Lazio Osvaldo Moltedo di “rinviare qualsiasi discussione inerente
variazioni di statuto a momenti successivi all’insediamento del nuovo organigramma federale”. Netto il risultato della votazione,
con 107 delegati che si sono espressi a favore del documento presentato da Moltedo e 76 contrari. Un esito che nei fatti
suona come una sconfitta degli attuali vertici, che sostenevano invece la riforma dello statuto.
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Spesa farmaci, il report Aifa conferma lo sfondamento nei primi otto mesi del 2016
L’Aifa ha reso disponibili il 19 dicembre i dati relativi al monitoraggio del la spesa farmaceutica nazionale e regionale da
gennaio ad agosto 2016, che confermano lo sfondamento di entrambi i tetti, sia quello della spesa territoriale, che tra
farmacie e distribuzione diretta (senza pay back e senza innovativi) arriva a 8.806 milioni di euro, 413 in più del limite
programmato, sia quello della spesa ospedaliera, dove il surplus è molto più consistente e arriva a 3.995 milioni, 1.271milioni
di euro in più rispetto a quanto programmato. Scende in tutte le Regioni la spesa lorda convenzionata: da gennaio ad agosto,
è stata pari a 7.073 milioni, ovvero 237 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2015 (–3,2%). Per contro, continua
la marcia inarrestabile della distribuzione diretta, aumentata nei primi otto mesi 2016 del 23,1% rispetto al corrispondente
periodo 2015 e arrivata a “staccare” il cartellino dei 3.685,3 milioni di euro, Nel 2015, erano stati 2.925.
Aifa, ritirata la delibera 458: “Sarà il Tavolo a occuparsi dell’equivalenza terapeutica”
Con una nota del 20 dicembre, l’Aifa ha deciso di revocare la determina dell’Aifa sull’equivalenza terapeutica, varata nello
scorso mese di marzo scorso per permettere alle Regioni di procedere a gare di acquisto tra farmaci basati su molecole
differenti. Della questione sarà chiamato ad occuparsi il Tavolo impegnato a disegnare la nuova governace del farmaco.
L’Agenzia ha motivato la decisione con gli esiti di un riesame tecnico dal quale “è emersa comunque l’opportunità di procedere,
nell’ottica della definizione di un nuovo modello di governance della spesa farmaceutica, a un confronto anche su ulteriori
aspetti della determina nell’ambito del Tavolo sulla farmaceutica, presso il ministero dello Sviluppo economico cui partecipano
il ministero della Salute e I’Aifa, nonché le Regioni, le imprese farmaceutiche e le associazioni di categoria”.
Pillola del giorno dopo, assolta a Gorizia, farmacista che si era rifiutata di dispensarla
Il Tribunale di Gorizia, con sentenza del 15 dicembre, ha assolto una farmacista di Monfalcone, imputata di omissione o rifiuto
di atti d’ufficio per aver rifiutato di consegnare a una cliente la “pillola del giorno dopo”, dichiarandosi obiettrice di coscienza.
La farmacista aveva rifiutato di consegnare il farmaco Norlevo, per il quale la cliente aveva esibito una ricetta medica,
rilasciata con l’espressa indicazione di assumerlo nella stessa giornata.
Il Pubblico ministero aveva chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche e la condanna alla pena di quattro mesi di
reclusione, coi benefici di legge. I giudici hanno invece optato per l’esclusione della punibilità della condotta.
Farmacie rurali a basso reddito, dall’Enpaf sussidio una tantum
Con deliberazione n. 71 del 15 dicembre, l’Ente di previdenza e assistenza dei farmacisti ha disposto l’erogazione di un
contributo una tantum in favore dei titolari di farmacie rurali sussidiate a basso reddito. L’iniziativa si rivolge agli iscritti titolari
o soci di farmacie rurali ubicate in Comuni o frazioni con popolazione non superiore a 1.200 abitanti.
“L’iniziativa rappresenta un ulteriore intervento straordinario della sezione assistenza in favore di componenti la categoria che
soffrono condizioni di disagio economico” spiega il presidente della cassa di categoria Emilio Croce “Il CdA è costantemente
impegnato in iniziative di welfare allargato il cui obiettivo è quello di assicurare la vicinanza della Fondazione ai propri iscritti
nei momenti di particolare bisogno”.
Lorenzin: “Firmato il Dpcm dei nuovi Livelli di assistenza”
“Appena firmati i nuovi Lea e il Nomenclatore delle protesi. Un risultato importante per la salute dei cittadini”: è il tweet con il
quale la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato il 21 dicembre l’arrivo in porto del provvedimento che fissa
i nuovi Livelli essenziali di assistenza, confermato poi in occasione del question time che l’ha vista intervenire in Aula a
Montecitorio per rispondere ad alcune interrogazioni.
Il via libera al Dpcm sui Lea è arrivato sia dalla Commissione Affari Sociali della Camera, con l’approvazione del parere
elaborato dalla relatrice Elena Carnevali (Pd), sia dall’omologa Commissione del Senato, con il sì al parere favorevole
predisposto dalla capogruppo Pd in Commissione Igiene e sanità, Nerina Dirindin.
Riforma del corso di laurea in Farmacia, Fofi riavvia i lavori della Commissione
Il Comitato centrale della Federazione degli ordini dei Farmacisti ha esaminato la proposta di riforma del corso di laurea in
farmacia presentata dalla Conferenza dei direttori di dipartimento, decidendo poco prima di Natale di riavviare l’apposita
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Commissione federale sulla riforma del piano di studi, coordinata dal segretario Maurizio Pace, che avrà il compito di curare
una istruttoria assai complessa ricorrendo anche a una serie di audizioni dei soggetti che, con differenti livelli di ruolo e
responsabilità, sono coinvolti nelle decisioni da assumere.
La Fofi afferma di considerare “indifferibile l’ammodernamento dei curricula universitari attesa la necessità di un sostanziale
adeguamento del patrimonio di saperi funzionale al ruolo professionale che il farmacista é chiamato a svolgere, anche in
relazione al ‘Patto per la salute’ e ai compiti previsti dai nuovi Lea”.
Ecm, spostato al 31 dicembre 2017 il termine per completare l’obbligo formativo 2014–2016
La Commissione nazionale per la formazione continua ha diffeto i termini previsti per il conseguimento dei crediti formativi
relativi al triennio 2014–2016. I professionisti sanitari (dunque anche i farmacisti) potranno completarli entro il prossimo 31
dicembre 2017, nella misura massima del cinquanta per cento del proprio obbligo formativo, al netto di esoneri, esenzioni ed
eventuali altre riduzioni. La Commissione nazionale Ecm precisa che i crediti acquisiti nel 2017, quale recupero del debito
formativo del triennio 2014–2016, non saranno ovviamente computati ai fini del soddisfacimento dell’obbligo formativo
relativo al triennio 2017–2019.
Bombole di ossigeno, dall’Aifa una nuova proroga di sei mesi
L’Aifa ha disposto una proroga del termine che vieta alle aziende di gas medicinali di riempire bombole di proprietà di terzi
(farmacie, distributori, ospedali, case di cura, autoambulanze, altri mezzi di soccorso, studi medici, eccetera). Il termine ultimo
per adeguarsi al divieto, originariamente fissato al 31 dicembre 2016, è stato differito di sei mesi, al 30 giugno 2017,
“considerato il permanere” scrive l’Aifa “delle difficoltà tecniche segnalate in merito al completamento del processo di
acquisizione delle bombole di proprietà di terzi, al fine di evitare carenze di gas medicinali”.
Cannabis “militare”, primi lotti in vendita, le farmacie devono rivolgersi al Scfm
Sono disponibili e ordinabili anche dalle farmacie del territorio i primi lotti di cannabis prodotti dallo Stabilimento chimi lo stesso
ministero della Salute a comunicarlo con una nota a Federfarma. “La convenzione con il ministero” si legge nella nota “prevede
che la distribuzione alle farmacie avvenga sotto la responsabilità dello stesso Scfm, al prezzo di 6,88 euro al grammo iva
esclusa”.
Le farmacie dovranno inviare la richiesta, comprensiva di buono di acquisto, direttamente allo Stabilimento (sito web
www.farmaceuticomilitare.it).
Cassazione, Asl tenuta agli interessi se paga in ritardo le ricette alla farmacia
Se paga in ritardo le prestazioni erogate dalla farmacia in regime di assistenza farmaceutica convenzionata, l’Asl è comunque
tenuta a corrispondere i relativi interessi, fatta ovviamente salva la condizione che la stessa farmacia abbia “spedito” la distinta
contabile delle ricette entro i termini previsti.
A chiarirlo è una sentenza della Corte di Cassazione, la n. 27014/2016. La Corte si è pronunciata negli ultimi giorni
dell’anno su una sentenza della Corte d’Appello di Bari, che di fatto aveva escluso la corresponsione da parte della struttura
pubblica delle maggiori somme dovute a titolo di interesse e in particolare su quegli “interessi maturati sulle somme
tardivamente pagate dal dì della scadenza convenzionale al dì dell’effettivo pagamento”.
Milleproroghe, un anno in più per remunerazione e nuova governance
Il Governo ha varato il 29 dicembre il cosiddetto “Milleproroghe”, il provvedimento che differisce diverse misure di legge in
scadenza e non ancora applicate. Due, ampiamente previste e attese, le proroghe di diretto interesse per la farmacia: la prima
è quella che sposta al 31 dicembre 2017 la nuova governance del farmaco, l’altra differisce al 1 gennaio 2018 per la nuova
remunerazione della filiera farmaceutica, già slittata più volte in passato.
Sia la revisione del sistema di governo della spesa farmaceutica, in coerenza con l’Intesa sancita in sede di Conferenza
permanente Stato–Regioni il 2 luglio 2015, sia il nuovo metodo di remunerazione dovranno essere realizzati fermi restando
gli equilibri e l’invarianza dei saldi di finanza pubblica.
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