I sensori di spostamento induttivi •Si basano sulla variazione del coefficiente di auto o mutua induzione con lo spostamento incognito. •Sono dispositivi molto diffusi poiché presentano una elevata robustezza verso i fattori ambientali (si ricorda l’effetto dell’umidità nei sensori capacitivi). 1 I sensori a variazione di riluttanza e/o induttanza Nota teorica: Consideriamo il seguente circuito magnetico: h1 N i h2 La relazione tra forza magnetomotrice, flusso e riluttanza è la seguente: fmm = Ni = flusso x riluttanza= Φ x R [A-spire] Ni Φ= R [Weber] 2 I sensori a variazione di riluttanza e/o induttanza h1 N i L’induttanza è legata alla variazione del flusso indotto φ e al numero di spire N, secondo la relazione: h2 dφ L=N di N2 L= R La Riluttanza R è funzione dei parametri geometrici e magnetici dei materiali utilizzati: l R= µ 0µ r A l: A: lunghezza del cammino percorso dal flusso area della sezione trasversale del “tubo di flusso” µ0 : permeabilità relativa dello “spazio libero” µ0 = 4π x 10-7 Hm-1 µr : permeabilità relativa del materiale 3 I sensori a variazione di riluttanza e/o induttanza •In linea di principio, ogni variazione in N, µ, o nella geometria può essere usata per una trasduzione “induttiva” •I sensori più usati adottano, comunque, la variazione di l0 (cammino delle linee di campo nel traferro) oppure di µ ottenendo una variazione di L •Questi sensori devono essere schermati per evitare l’influenza di campi magnetici esterni, ma non sono influenzati dall’umidità (al contrario dei sensori capacitivi) µ 4 I sensori a variazione di riluttanza Un esempio di sensore per la misura di spostamento è rappresentato nella schematizzazione seguente: d air gap h1 N i h’2 h’’2 h2=h’2+h’’2 Se si impone uno spostamento d alla parte mobile del “core” si ottiene una variazione di L. 1 l0 1 l 2h1 2h2 2d +∑ = + + R=∑ µ A0 µ0 A µrµ0 A µrµ0 A µ0 A Il termine Rv=lv/µ0Av , relativo al flusso disperso, è trascurabile ipotizzando Av>>lv 5 I sensori a variazione di riluttanza d air gap h1 N i h’’2 Si ricava allora per la riluttanza R = R 0 + kd 2h1 + 2h2 R0 = , µ r µ0 A ed infine per l’induttanza ... ... 2 2 N N L= = R R0 + k d 2 k= µ0 A L= L0 (1 + x ) N2 L0 = , R0 Comportamento non lineare con d !! kd x= R0 6 I sensori a variazione di riluttanza Sensore differenziale a riluttanza variabile 7 I sensori ad accoppiamento variabile Linear Variable Transducer Il movimento del core produce una variazione dell’induttanza che viene misurata mediante opportuni circuiti di condizionamento (ponti). 8 I sensori di spostamento induttivi I trasformatori differenziali: Linear Variable Differential Transformers (LVDT) I trasformatori differenziali (LVDT) sono costituiti da un avvolgimento primario e due avvolgimenti secondari. Direzione di spostamento del nucleo ferromagnetico Il funzionamento è basato sulla variazione della mutua induttanza, in funzione della posizione del nucleo ferromagnetico!!! 9 I sensori di spostamento induttivi LVDT Il grado di accoppiamento magnetico tra il primario e ciascuno dei secondari è funzione della posizione del nucleo. Collegando i secondari in opposizione di fase (modalità differenziale) è possibile determinare una “posizione di zero” per il nucleo. 10 I sensori di spostamento induttivi LVDT 11 I sensori di spostamento induttivi LVDT eex eex eo 1 x eo1 eo2 i eo 2 •Il primario è eccitato con una tensione di tipo sinusoidale (Vmax=[3,15]V), con frequenza variabile tra 60 e 20.000 Hz (Vedremo che tale frequenza limita la massima frequenza del segnale in ingresso). • Sui secondari vengono indotte due tensioni isofrequenziali con la tensione che eccita il primario e di ampiezza variabile con la posizione del nucleo. 12 I sensori di spostamento induttivi LVDT Ampiezza del segnale d’uscita fotografato in corrispondenza di un determinato stato dell’ingresso (ad esempio quando l’ingresso è max) L’ampiezza del segnale d’uscita diventa una funzione della posizione del nucleo! 13 I sensori di spostamento induttivi LVDT Modellizzazione analitica,tenendo conto della corrente al secondario: M1 Ls/2 Rs/2 is ip eex M3 Rp eo Rm es1 Rs/2 Lp Ls/2 M2 es2 eex = i p ( R p + sL p ) + is ( sM 2 − sM 1 ) eo = Rmis Rs Ls Rs Ls 0 = + Rm + is + s + s − sM 3 is + ( sM 2 − sM 1 ) i p 2 2 2 2 0 = ( Rs + Rm ) is + s ( Ls − M 3 ) is + s ( M 2 − M 1 ) i p 14 I sensori di spostamento induttivi LVDT M1 Ls/2 Rs/2 is ip eex M3 Rp eo es1 Rm Rs/2 Lp Ls/2 M2 es2 Supponendo che Ls-M3 non vari con la posizione del nucleo ferromagnetico, poniamo: L2=Ls-M3 s ( M 2 − M 1 ) Rm eo = eex s 2 ( M 2 − M 1 )2 − L2 Lp − s ( L2 R p + Lp Rs + Lp Rm ) − R p ( Rs + Rm ) Supponendo L2 L p >> ( M 2 − M 1 ) 2 s ( M 2 − M 1 ) Rm eo = 2 eex -s L2 L p − s ( L2 R p + L p Rs + L p Rm ) − R p ( Rs + Rm ) 15 I sensori di spostamento induttivi LVDT s ( M 2 − M 1 ) Rm eo = 2 eex - s L2 L p − s ( L2 R p + L p Rs + L p Rm ) − R p ( Rs + Rm ) Considerazioni: Se Rm → ∞ ⇒ e0 s ( M 1 − M 2 ) = eex sL p + R p quindi e0 è proporzionale a M1-M2 Se M1-M2=kx si ha: eo=eexk’x Per valori finiti di Rm Poichè la fase assume valori compresi tra +90° e -90°, si deduce che deve esistere un valore per la frequenza di eccitazione per cui lo sfasamento tra ingresso ed uscita è nullo: 1 1 R p ( Rs + Rm ) 2 fc = 2π L2 L p In questo caso: e0 Rm ( M 1 − M 2 ) = eex ( Rs + Rm )L p + R p L2 Se M1-M2=kx si ha: eo=eexk’’x e si può dimostrare che siamo in condiioni di massima sensibilità! 16 I sensori di spostamento induttivi LVDT •Ricordando che il primario è eccitato con una tensione di tipo sinusoidale, appare evidente che: l’uscita del sensore è una sinusoide modulata in ampiezza. •Per ricavare l’informazione in uscita si può: utilizzare un voltmetro per AC e perdere l’informazione sul verso e sulla posizione assoluta: 17 I sensori di spostamento induttivi LVDT Ricordando che il primario è eccitato con una tensione di tipo sinusoidale, appare evidente che: l’uscita del sensore è una sinusoide modulata in ampiezza. Dal modulo di eo NON è possibile risalire al verso dello spostamento o alla posizione. |e0| 18 I sensori di spostamento induttivi •…….oppure LVDT demodulare il segnale e utilizzare un voltmetro in DC, o un oscilloscopio (insieme ad eventuali filtri passabasso). Il valore medio di e0 contiene informazioni sulla posizione assoluta (below null o above null). 19 I sensori di spostamento induttivi LVDT •Una volta generato un segnale che ha lo stesso andamento della forzante xi è necessario filtrare. •Se la frequenza della portante è grande rispetto alla massima frequenza del segnale (valore tipico è il rapporto 10:1) possono bastare dei filtri RC, semplici o multipli. 20 I sensori di spostamento induttivi LVDT Si supponga di voler misurare uno spostamento il cui contenuto in frequenza risulta trascurabile a frequenze superiori a 1000 Hz, utilizzando un LVDT con tensione di eccitazione a frequenza di 10.000 Hz. Il processo di modulazione e successiva demodulazione produrrà dei segnali a frequenze nell’intervallo [19.000 Hz, 21.000Hz]. Si vuole che il ripple residuo alla frequenza di 19.000 Hz sia minore del 5%. Deve allora essere: 0.05 = 1 [19000 ⋅ 6.28 ⋅ τ ] + 1 2 τ f = 0,00017 s f 21 I sensori di spostamento induttivi LVDT Alla frequenza di 1000 Hz tale filtro produce un’attenuazione pari a 0,68 e uno sfasamento pari a -47°. Si ha quindi una distorsione eccessiva del segnale. Si possono migliorare le prestazioni del filtro utilizzando una cella RC doppia: 1 0.05 = 2 [19000 ⋅ 6.28 ⋅ τ f ] + 1 τ f = 0,000037 s In questo caso alla frequenza di 1000 Hz si ha un’attenuazione di 0,94 e uno sfasamento di -26°. In tali condizioni si ottiene in uscita un segnale che è una copia fedele e ritardata del segnale in ingresso (cfr condizioni di non distorsione): ϕ ⋅ ( π / 180 ) 26 tr = = = 72 µs 2πf 180 ⋅ 2 ⋅ 1000 22 I sensori di spostamento induttivi LVDT I trasformatori differenziali presentano un numero elevato di vantaggi: •Risoluzione infinitesima; •Assenza di frizione meccanica; •Vita media teoricamente infinita (alcumi modelli dichiarano un MTBF =2x106 h=228 anni); •Isolamento elettrico tra primario e secondario; •Alta linearità e sensibilità; •Buona risposta dinamica. Intervallo di misura ±100µm; ±25cm. Tensione di alimentazione 1V, 24V; 50Hz, 20kHz. Sensibilità (per volt di alimentazione) 0.1V/cm; 40V/ µm. Risoluzione Fino a 0.1 µm 23 I sensori di spostamento induttivi LVDT 24 I sensori di spostamento induttivi LVDT 25 I sensori di spostamento induttivi Inductosin •L’ampiezza dellla tensione indotta dal primario sul secondario (parte mobile) dipende dalla posizione relativa dei due avvolgimenti. •Con riferimento alla figura: -la posizione attuale induce una tensione massima positiva sul secondario (parte mobile); -uno slittamento pari a s comporta una tensione massima negativa sul secondario; -uno slittamento pari a s/2 e 3/2s comporta una tensione minima (nulla) sul secondario; -uno slittamento pari a 2s comporta nuovamente una tensione massima positiva sul secondario. •Un secondo avvolgimento sul secondario traslato di s/2 consente di stiamare anche il verso di percorrenza. 26 I sensori di spostamento induttivi Potenziometro ad induzione M = N2 dφ di1 Ni φ = B • S = BS cos ϑ = µ 1 1 S cos ϑ l N M = N 2µ 1 S cos ϑ = K' cos ϑ l di e0 = M 1 = KI1 sin( ωex t ) cos ϑ dt Vantaggi: •Bassi effetti di carico •Bassa dipendenza dalle grandezze ambientali •Isolamento elettriico tra primario e secondario La tensione indotta sul secondario dipende dall’angolo ϑ. 27 I sensori di spostamento induttivi Sincro •I Sincro sono dei sistemi che implementano un servomeccanismo in grado di trasferire un movimento da un primario ad un secondario (transformer). 28 I sensori di spostamento induttivi Sincro Note: •Sul rotore, che svolge il ruolo di primario, si forza una corrente sinusoidale; •Sugli avvolgimenti dello statore verranno indotte delle f.e.m. le cui ampiezze dipendeno dalla posizione del rotore. 29 I sensori di spostamento induttivi Sincro •Tale terna di tensioni applicata al “transformer” definisce una forza magnetomotrice allineata a quella del rotore del “transmitter”. •Il rotore del transformer agisce come un “search coil” della direzione del campo generato dallo statore: • Se il rotore si trova allineato a tale campo su esso viene indotta la massima f.e.m.. •Al contrario se il rotore è perpendicolare al campo allora viene indotta una f.e.m. nulla. •La f.e.m. indotta sul rotore viene usata per azionare un servomeccanismo che agisce sul carico e al contempo riporta il rotore nella posizione di equilibrio (f.e.m. nulla) 30 I sensori di spostamento Eddy current noncontacting transducers •I sensori a correnti parassite, sfruttano il fenomeno dell’induzione di correnti parassite su un opportuno target, che a loro volta cambiano l’impedenza dell’”active core” e quindi provocano uno sbilanciamento del ponte. •Il “balance coil” serve per compensare gli eventuali effetti termici. •Intervallo di misura: 0.25, 30 mm; •Non linearità migliore di 0.5%; •Frequenza di eccitazione 1MHz; •Risoluzione 0.0001 mm. 31