Sommario Prefazione........................................................................................................................................ 3 Introduzione ................................................................................................................................... 5 1- La Dislessia..................................................................................................................................... 8 1.1 Come si manifesta il disturbo? ...................................................................................... 9 1.2 Altri disturbi dell’Apprendimento ............................................................................. 11 2- Che cosa deve fare la Scuola .............................................................................................. 13 2.1 Le prove InValSi per la rilevazione degli apprendimenti: alcune note per gli studenti dislessici ..................................................................... 17 3- Dislessia: alcuni suggerimenti per gli insegnanti .................................................... 19 3.1 Che cosa fare se si ha il dubbio che un alunno possa avere un DSA? .......... 19 3.2 A scuola di Dislessia…gli interventi a favore degli alunni ............................... 21 3.3 Lentezza ed errori nella lettura: discriminare fonemi e grafemi .................... 22 3.4 Difficoltà nei processi di automatizzazione della letto-scrittura: impossibilita di eseguire nello stesso tempo due “procedimenti” come ascoltare e scrivere, ascoltare e seguire un testo scritto....................... 35 3.5 Difficoltà nel ricordare le categorizzazioni: i nomi dei tempi e delle strutture grammaticali italiane e straniere, dei complementi ...................................................................................... 40 3.6 Disortografia e/o disgrafia ........................................................................................... 47 3.7 Discalculia, difficoltà nel memorizzare: tabelline, formule, sequenze arbitrarie e procedure .......................................... 50 3.8 Difficoltà nell’espressione della lingua scritta ...................................................... 55 3.9 Difficoltà nel recuperare rapidamente nella memoria nozioni già acquisite e comprese con conseguente difficoltà e lentezza nell’esposizione orale. .............................................................................. 58 Conclusioni .................................................................................................................................. 61 Archivi di materiale didattico da proporre agli allievi .................................................. 62 Indirizzi utili ................................................................................................................................. 62 Bibliografia, Sitografia .............................................................................................................. 63 Ringraziamenti ........................................................................................................................... 64 Prefazione Da diversi anni il Centro Studi e Ricerche Parmainfanzia organizza e coordina un progetto, denominato “La scuola fa bene a tutti” a favore dei bambini con DSA (disturbo specifico di apprendimento), in collaborazione con il Comune di Parma (Servizi per la scuola) e l’Associazione Italiana Dislessia (AID). Ci si prefigge lo scopo, da un lato, di contrastare il disagio degli alunni attraverso azioni mirate alla prevenzione e al supporto didattico e, dall’altro, di fornire agli insegnanti maggiori conoscenze e strumenti riguardo al tema “dislessia”. È stato infatti sperimentato che l’individuazione precoce delle difficoltà di apprendimento e il conseguente intervento finalizzato al recupero contribuiscono concretamente a prevenire il disagio e la dispersione scolastica. La somministrazione dei test specifici, inoltre, permette di distinguere il DSA da altri tipi di difficoltà nell’apprendimento, riferibili a diverse cause quali, ad esempio, quelle di tipo cognitivo, psicologico o sociale. Recenti Direttive ministeriali e Note regionali sollecitano i docenti a prestare costante attenzione alla qualità dell’apprendimento e ad attivare azioni adeguate al sostegno e al recupero degli studenti in difficoltà. In questo senso vanno anche le proposte di monitoraggio e di formazione contenute nel progetto poiché forniscono mezzi di rilevazione delle difficoltà e suggeriscono possibili, adeguati dispositivi didattici. Gli obiettivi enunciati trovano realizzazione nelle seguenti azioni: A) scuola primaria: - screening nelle classi prime, attraverso la somministrazione di appositi test - monitoraggio, nelle classi seconde, delle situazioni risultate a rischio l’anno precedente - corsi di formazione per gli insegnanti delle classi terze, quarte e quinte su argomenti relativi alla didattica per la dislessia, all’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi e sull’uso delle lavagne interattive multimediali B) scuola secondaria di primo grado: - corsi di formazione per docenti sull’utilizzo dei sussidi informatici consigliati nella didattica per la dislessia. Nel corso degli anni gli insegnanti hanno avuto a che fare con un numero sempre crescente di allievi che mostravano fatica nell’acquisizione e nel con3 solidamento degli apprendimenti; molti di questi risultavano, poi, avere un DSA. Hanno dovuto quindi sperimentare e, a volte, inventare strategie e strumenti didattici che consentissero anche a questi bambini di potere raggiungere un certo livello di acquisizioni e di partecipare attivamente e proficuamente alla vita scolastica, integrandosi a pieno titolo nel gruppo dei pari. Questo breve testo contiene una sintesi ragionata dei materiali “artigianali” che gli insegnanti stessi ci hanno gentilmente offerto, sistematizzati e commentati per ripresentarli pubblicamente. Lo scopo è di evidenziare il tanto sapere su cui si lavora silenziosamente nelle classi e, nel contempo, di renderlo visibile all’esterno e fruibile dai colleghi che hanno a che fare con le stesse problematiche. L’occasione è stata fornita dal semestre di tirocinio post lauream di Marilena che ha ottimamente speso il suo tempo, le sue abilità e la sua competenza per elaborare e dare forma agli spunti, ai prodotti, alle informazioni raccolti nei vari incontri con gli insegnanti. Ci auguriamo che possa rappresentare anche un’opportunità per pensare in modo comune e condiviso su un tema che diviene via via sempre più importante e per stuzzicare il desiderio di lavorare in gruppo, sviluppare ed implementare ulteriormente le idee, le capacità, le conoscenze individuali. Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questo lavoro e ci auguriamo che possa essere uno strumento veramente utile sia per i docenti che per i ragazzi e le loro famiglie. La coordinatrice del progetto e tutor di tirocinio d.ssa Daniela Bocchi (Centro Studi e Ricerche - Parmainfanzia) 4 Introduzione Le parole: “Lo vedi… ti basta studiare un po’ e le cose le capisci” furono per me più devastanti di tutte le insufficienze ingiuste che avevo accumulato in quei tre anni di medie”. (Anonimo Dislessico). “Sono un dislessico adulto reputato, ai tempi della scuola, distratto, svogliato e asino, ma ora posso fregiare il mio nome con il titolo di Dottore.” (AID di Reggio Emilia, Daniele Zanoni, Delegato provinciale dell’Associazione). “I miei “amici” non vogliono giocare con me, perché non sono brava a scuola”. (Angela, 11 anni) Queste frasi descrivono in maniera chiara e precisa la difficile situazione che le persone cui è stata diagnosticata la dislessia vivono quotidianamente. Le difficoltà nella lettura e nella scrittura rendono tutto molto più faticoso, rendono pesante stare alla pari dei canoni della società moderna, in cui le qualità e le capacità di un individuo sono valutate e misurate soprattutto in ambito scolastico e lavorativo. Allora il bambino vive frequentemente la frustrazione di non essere come gli altri e di sentirsi continuamente discriminato nonostante gli sforzi enormi per non rimanere indietro nella corsa all’apprendimento delle nuove competenze. Molto spesso le domande che genitori, insegnanti, educatori si pongono sono: · Perché questo bambino non sa leggere? · Perché scrive così male? · Perché non sa le tabelline? Probabilmente il suo problema è la Dislessia! È una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente; atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico. Ma provate voi abili lettori a leggere qualcosa come: Buan tipi voidosso bue eggere Nol sterighe 5 Non è per niente semplice, vero? La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici. In Italia questo disturbo è poco conosciuto (escludendo le persone che ne sono direttamente o indirettamente interessate) benché si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone (A.I.D,2008). Il bambino dislessico riesce a leggere ma solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie poiché non può farlo in maniera automatica dunque si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi. Un apprendimento tardivo o insufficiente dei codici simbolici, ossia l’apprendimento della lettura e della scrittura, ostacola poi il bambino nel corso di tutto il curriculum scolastico riducendo la possibilità di ricevere e acquisire moltissimi dei contenuti offerti dalla scuola. In seguito all’insuccesso scolastico questi bambini possono poi presentare difficoltà di adattamento e integrazione nell’ambiente, scarsa motivazione ad imparare, sfiducia nelle proprie possibilità e, in generale, l’apprendimento può divenire costante momento di conflittualità, frustrazione e disconferma delle proprie capacità. Non sono ancora noti tutti i fattori causali delle difficoltà persistenti di apprendimento della lettura e indubbiamente il termine “dislessia” sta ad indicare fenomeni diversi che peraltro coincidono nel loro effetto pratico quali una lettura stentata, a volte impossibile da organizzare, e che si porta dietro gravi deficienze ortografiche. Bisogna però avere prudenza nel definire “dislessie” alcune difficoltà che potrebbero invece essere il risultato di un insegnamento errato, di esercizio insufficiente, talvolta di una motivazione debole; tutti questi casi, inizialmente, sono relativamente facili da correggere, a patto di poter praticare un insegnamento adatto in un ambiente accogliente. Ci preme sottolineare che la dislessia in realtà non è una vera e propria malattia ma rappresenta una modalità diversa di funzionamento delle competenze cognitive e per questo non si guarisce. È possibile però intervenire con strategie personalizzate per l’apprendimento delle capacità deficitarie. Come già ricordato in prefazione, da diversi anni il Comune di Parma (Servizi 6 per la scuola), attua un progetto rivolto ai bambini che presentano Disturbi specifici di apprendimento, in particolare Dislessia, Discalculia, Disgrafia e Disortografia, con il supporto e la collaborazione dell’Associazione Italiana Dislessia. In tale contesto si inserisce il contributo offerto da questa pubblicazione, frutto anche dell’impegno di un gruppo di insegnanti innamorati del loro lavoro che hanno richiesto a noi professionisti un confronto sugli aspetti più teorici e, soprattutto, sulle cose concrete da fare nell’affrontare queste casistiche. Il risultato che presentiamo costituirà, ci auguriamo, un valido aiuto per tutti i docenti che vorranno accostare il bambino dislessico con curiosità e senza pregiudizi, convinti dell’importanza del loro lavoro anche quando l’apprendimento sembra un problema insuperabile. Garantire il successo scolastico a questi bambini rappresenta una sfida alle nostre capacità professionali e un traguardo reso ormai possibile dalle conoscenze a disposizione; il lavoro congiunto di insegnanti, medici e terapisti, ciascuno forte delle proprie competenze specifiche, ne costituisce lo strumento indispensabile. 7 ”-1- La Dislessia A descrivere per primo il disturbo come noi lo conosciamo oggi, ovvero l’incapacità di imparare a leggere in bambini che non presentano per il resto alcun problema di sviluppo mentale, fu il dottor Pringle Morgan nel 1896 che nella cultura della neuropsicologia “localizzazionista” definì la dislessia come “ cecità congenita per le parole”. I manuali diagnostici attualmente in uso (DSM – IV TR e ICD10) mettono sullo stesso piano per la diagnosi la velocità, l’accuratezza del processo di decodifica e la comprensione del testo. In particolare per il DSM – IV TR: • La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità di leggere raggiunto (cioè precisione, velocità, o comprensione della lettura misurate da test standardizzati somministrati individualmente) si situa sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’intelligenza e un’istruzione adeguata all’età (Criterio A). • L’anomalia della lettura interferisce notevolmente con l’apprendimento scolastico o con attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura (Criterio B). • Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nella lettura vanno al di là di quelle di solito associate con esso (Criterio C). Nei soggetti con Disturbo della Lettura: “La lettura orale è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni o omissioni; sia la lettura orale che quella “a mente”, ovvero effettuata con gli occhi senza pronunciare le parole, sono caratterizzate da lentezza ed errori di comprensione”. Un ulteriore apporto esplicativo di tale disabilità è stato fornito dalla Commissione sulla Dislessia del Consiglio Superiore di Sanità dell’Olanda (1977) che ha stilato un documento in cui si dice: “La Dislessia è presente quando l’automatizzazione dell’identificazione della parola (lettura) e della scrittura non si sviluppa, o si sviluppa in maniera molto incompleta, o con grandi difficoltà”. Per “automatizzazione” s’intende la stabilizzazione di una performance caratterizzata da un alto grado di velocità e accuratezza che richieda minimo impegno attentivo e sia difficile da sopprimere, ignorare e influenzare. 8 Il gruppo di lavoro dell’International Dyslexia Association (2003) definisce la dislessia come: “ Una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica, caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura e nella decodifica”. La Dislessia Evolutiva è dunque un disturbo della lettura che si manifesta in un soggetto in età di sviluppo in assenza di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali, relazionali e nonostante normali opportunità educative e scolastiche. 1.1 Come si manifesta il disturbo? In classe…ho un allievo che presenta alcune di queste caratteristiche… • è troppo frettoloso o lento • è intelligente ma svogliato e distratto • facilmente distraibile e non si impegna abbastanza • dimentica di portare a scuola il materiale necessario ed appare disorganizzato nelle sue attività • si rifiuta di leggere o di scrivere o vive i compiti scritti come fonte di ansia • si muove continuamente • mentre legge o scrive si avvicina/allontana dal libro • chiede spesso di andare in bagno o di uscire • dice spesso di essere stanco • è incostante ed ha risultati scolastici scadenti o altalenanti (la sua prestazione non solo varia da giorno a giorno ma anche all’interno di uno stesso compito) • presenta difficoltà a copiare dalla lavagna o prendere appunti • ha bisogno di continui incoraggiamenti • ha una bassa autostima • presenta discrepanza tra la sua intelligenza generale e le sue abilità specifiche (lettura, scrittura e calcolo) • brilla maggiormente nelle prove orali mentre fallisce nelle prove scritte. La dislessia è caratterizzata da una serie di difficoltà nei processi principali che caratterizzano la lettura, il riconoscimento dei segni dell’ortografia, la conoscenza delle regole di conversione dei segni grafici in suoni, la ricostruzione del significato delle frasi e, più in generale, del testo e la comprensione delle frasi e del testo. 9 I primi tre processi possono essere considerati le fasi di un’unica attività, la transcodifica, la trasformazione del codice scritto nel codice orale; il disturbo della lettura, infatti, si evidenzia con la lettura ad alta voce (Stella, 2004). Gli errori nella lettura più frequentemente riscontrati sono: • • • • • • • • • Scarsa discriminazione di grafemi uguali o simili ma diversamente orientati nello spazio: confusione tra la p e la b, tra la d e la q, la n e la u, la b e la d Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari: confusione tra la m e la n, tra la c e la e, tra la f e la t Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi con somiglianze percettivo -uditive, i fonemi sordi e i fonemi sonori; confusione tra le coppie di fonemi simili: f/v, t/d, p/b, c/g, l/r, m/n, s/z Difficoltà di decodifica sequenziale: la lettura procede da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso Omissione di grafemi e sillabe: il soggetto non legge parti delle parole, può omettere le consonanti, le vocali, le sillabe Salti di parole e salti da una riga all’altra: per questi soggetti è difficile seguire le parole sulla riga e andare a capo Inversioni di sillabe: la sequenza delle sillabe viene invertita con errori di decodifica delle sillabe: ad esempio può leggere li anziché il oppure la anziché al e delle parole: es. può leggere calovo anziché cavolo. Aggiunte e ripetizioni: la difficoltà di procedere con lo sguardo nella direzione da sinistra a destra porta ad aggiungere grafemi o sillabe alle parole; es. può leggere pallonene anziché pallone Prevalenza della componente intuitiva: l’intuizione della parola scritta può essere di valido aiuto; viene eseguita la decodifica della prima parte della parola e “inventata” il resto della parola. Spesso si rivela una strategia utile ma crea errori di trasformazione di una parola in un’altra o in parole senza senso. Tali difficoltà nella lettura possono avere ripercussioni in altri ambiti come nella scrittura, per le difficoltà a copiare dalla lavagna, ad organizzare lo spazio sul foglio, nell’abilità stessa della scrittura, nell’ortografia; nell’apprendimento logico-matematico per le difficoltà di decodifica dei simboli numerici e del testo di un problema, di gestione della sequenzialità nelle operazioni matematiche, di organizzazione dello spazio grafico, per l’inversione di cifre, di memorizzazione delle tabelline. Anche l’autonomia personale può risultare in parte compromessa. Si riscontrano difficoltà a leggere l’orologio e ad 10 orientarsi nel tempo quotidiano, ad essere puntuali, a sapere esattamente in quale momento della giornata ci si trova, ad orientarsi nel tempo prossimale (ieri, oggi, domani), a memorizzare i giorni della settimana e i mesi dell’anno, ad orientarsi nell’orario scolastico quindi nella successione delle materie, nell’organizzazione dei compiti. Nella storia di questi bambini sono spesso segnalati problemi di linguaggio, soprattutto per quanto concerne il linguaggio verbale, che possono persistere isolatamente in alcune aree (accesso lessicale, ordinamento sintattico). Inoltre vi è una elevata percentuale di soggetti in cui il disturbo di lettura si associa a disortografia-disgrafia (sia come difficoltà ad utilizzare il codice ortografico che come realizzazione di pattern motori) e discalculia (difficoltà di calcolo e di utilizzazione del sistema dei numeri) per lo meno nei primi anni di scolarizzazione. È possibile che questi diversi disturbi facciano capo ad un unico macrosistema neurofunzionale, responsabile delle difficoltà di transcodifica registrate nei diversi compiti, evidenziabile come rallentamento del tempo di processamento degli stimoli visivi e/o uditivi; inizialmente il disturbo potrebbe essere pervasivo per divenire con il tempo circoscritto ad un unico ambito. La specificità non fa tanto riferimento pertanto alla selettività della funzione interessata ma al fatto che non vi sia un interessamento di fondo dei processi cognitivi in generale. Vi è inoltre un’elevata comorbilità (compresenza) di disturbi di attenzione ed iperattività e di disturbi del comportamento, come precedentemente sottolineato. 1.2 Altri Disturbi dell’Apprendimento I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D.S.A) si riscontrano quando un bambino ha difficoltà isolate e circoscritte in alcune abilità di base come la lettura, la scrittura e il calcolo in una situazione in cui tali problematiche non sono spiegabili dall’età mentale, da problemi di acutezza visiva o da inadeguata istruzione scolastica. È importante fare una distinzione tra Disturbi Specifici dell’Apprendimento e Disturbi Generici: • Disturbi Specifici dell’Apprendimento: si manifestano in bambini con adeguate capacità cognitive, uditive, visive e compaiono con l’inizio dell’insegnamento scolastico. Per stabilire la presenza di D.S.A. si utilizza generalmente il criterio della “discrepanza”: esso consiste in uno scarto significativo tra le abilità intellettive (Quoziente Intellettivo nella norma) e le abilità nella scrittura, lettura e calcolo • Disturbi Generici o Aspecifici di Apprendimento: si manifestano nei bambini con disabilità sensoriali (ad esempio di udito o vista) o 11 neurologica e/o con ritardo mentale. I problemi possono essere riscontrati in tutte le aree di apprendimento (lettura, calcolo ed espressione scritta) e interferiscono in modo significativo con l’apprendimento scolastico. È possibile distinguere i D.S.A. in : • Dislessia: il termine identifica la difficoltà di apprendimento della lettura in bambini normalmente scolarizzati, di intelligenza normale, in assenza di deficit sensoriali. • Disgrafia: il termine identifica la difficoltà a livello grafo-esecutivo. Il disturbo della scrittura riguarda la riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato incerto, irregolare. È una difficoltà che investe la scrittura ma non il contenuto. • Disortografia: il termine indica difficoltà ortografiche. In genere si riscontrano difficoltà a scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici e a collocarli al posto giusto e/o a rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, forme verbali etc.). • Discalculia: il termine indica le difficoltà di apprendimento dell’aritmetica elementare in bambini normalmente scolarizzati, in assenza di compromissione delle altre forme di ragionamento logico e di simbolizzazione. Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia possono manifestarsi tutte insieme nel bambino (ed è il caso più frequente) oppure comparire isolatamente. 12 ”-2- Che cosa deve fare la scuola G. Stella, in numerosi convegni legati a questa tematica ha più volte citato il fatto che l’Italia è l’unico paese in Europa a non avere una precisa legislazione che faciliti la vita scolastica del bambino dislessico. In altri paesi sono previste, infatti, numerose agevolazioni per il soggetto con dislessia, riconoscendo che esso necessita di attenzioni particolari. Gli insegnanti possono quindi intervenire a livelli diversi e con differenti metodologie: nella scuola dell’infanzia durante l’avviamento alla letto - scrittura possono prevedere i segni di eventuali e futuri problemi di apprendimento, segnalandoli ai genitori e suggerendo loro un controllo specialistico se necessario; nella scuola primaria, momento in cui avviene l’apprendimento della lettura e della scrittura, dovrebbero accorgersi dei problemi di apprendimento, segnalarli ai genitori e con essi considerare la possibilità di una valutazione specialistica e quindi di un intervento di logopedia. Ma procediamo per gradi. Laddove venga in qualche modo riconosciuta o diagnosticata la dislessia, secondo la Commissione del Consiglio Superiore di Sanità dell’Olanda (1997), occorre distinguere tre livelli di intervento: preventivi, riabilitativi e compensativi. Tale distinzione è basata sulla responsabilità e sul grado di competenza richiesti nei tre casi ma anche sull’eterogeneità dei profili funzionali e di sviluppo. Il primo livello, LA PREVENZIONE, è l’insieme di tutti gli interventi mirati ad una identificazione precoce del disturbo e, in generale, ad un rafforzamento delle abilità (soprattutto meta-fonologiche) necessarie all’acquisizione della lingua scritta e ad un suo uso efficiente. Sarebbe necessario in questo caso prestare attenzione alle abilità meta-linguistiche e, in particolare, a quelle meta-fonologiche, che sono risultate il miglior indice predittivo del successivo apprendimento della letto-scrittura. Esse sono un insieme di abilità strettamente correlate che evolvono rapidamente tra i 3 e i 5 anni e presentano una marcata eterogeneità nei profili individuali di sviluppo. Le prove utilizzate per identificarle consistono in intere Batterie che tipicamente includono: 13 • La valutazione delle abilità fonologiche: ‡ discriminazione fonemica (prove di decisione) ‡ memoria fonologica ( prove di ripetizione) ‡ fluenza verbale ( prove di denominazione) • La valutazione delle abilità meta-fonologiche: ‡ sensibilità fonologica (prove di riconoscimento di rime e del suono iniziale della parola) ‡ operazioni su rappresentazioni fonologiche (prove di segmentazione ed elisione di sillabe e fonemi). Tale valutazione può avvenire in qualunque momento durante il processo di acquisizione della letto-scrittura, nel primo anno della scuola elementare. Tuttavia tipicamente essa avviene già in età pre-scolare nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Prima di questa età si ha un alto numero di “falsi positivi”, a causa dell’ancora elevata eterogeneità dei profili individuali di sviluppo. Può essere svolta come attività di screening sull’intera popolazione pre-scolare nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia o più limitatamente su “popolazioni a rischio” (come ad esempio, bambini con pregresso ritardo del linguaggio o bambini con una familiarità accertata per il disturbo). I vantaggi che questo tipo di valutazione offre sono: • Consentire un lavoro mirato e tempestivo sugli stessi pre-requisiti dell’apprendimento della “letto-scrittura” che facilita l’acquisizione e l’uso del codice alfabetico • Contribuire a prevenire (parzialmente) l’insuccesso scolastico • Evitare la catena di eventi negativi (colpevolizzazioni) che da esso spesso conseguono • Prevenire l’insorgere di sequele psicopatologiche o francamente psichiatriche. Il secondo livello è quello della RIABILITAZIONE ovvero tutti quegli interventi mirati al recupero di una funzione o di quelle sue componenti che risultano più deficitarie (locus funzionale) attraverso cicli di esercitazioni mirate e specifiche. La riabilitazione della Dislessia si pone obiettivi diversi in relazione 14 alle differenti fasi di acquisizione dell’abilità di lettura e alla conseguente modificazione nell’espressione del disturbo: • La costruzione dell’abilità: ‡ acquisizione e stabilizzazione del codice alfabetico e del sistema di “mappatura” grafema-fonema ‡ costruzione e stabilizzazione delle operazioni basilari di analisi e sintesi fonetica • L’automatizzazione dell’abilità: ‡ Automatizzazione delle operazioni di analisi ortografica ‡ Automatizzazione delle operazioni di conversione grafema-fonema ‡ Automatizzazione delle operazioni di sintesi fonetica ‡ Automatizzazione dei processi di accesso lessicale • Sviluppo di strategie “top-down”: ‡ Riconoscimento visivo e processi di Accesso (rapido) al Lessico Ortografico ‡ Utilizzo del contesto e processi di anticipazione lessicale ‡ Individuazione dei punti “focali” nella struttura narrativa del racconto. Il terzo livello è quello COMPENSATIVO: consiste in tutti gli interventi che si attuano in fasi più avanzate del percorso scolastico (scuola media e oltre) nelle situazioni in cui il disturbo è più severo e ormai poco modificabile per cui non è più ragionevole ipotizzare un ripristino della funzione e diventa invece necessario individuare le modalità più efficaci per vicariarla. Esistono numerosi tipi di ausili, più o meno sofisticati dal punto di vista tecnologico, che possono essere utilizzati con vantaggio dall’alunno dislessico allo scopo di vicariare, anche solo parzialmente, la funzione deficitaria (leggere, scrivere, contare). Essi possono essere: audiocassette registrate, calcolatrici tascabili, correttori ortografici, sintesi vocali, riconoscitori di voce, software didattici, enciclopedie multimediali ecc. 15 In buona parte dei casi la prima fase del processo di identificazione e una prima indagine esplorativa di un disturbo dell’apprendimento, in questo caso specifico della Dislessia Evolutiva, spetterebbe alla scuola. Per questo motivo Biancardi e Milano (1999) sottolineano l’importanza di implementare una strategia d’aiuto prima ancora di avviare un percorso didattico, suggerendo alcuni accorgimenti rispetto a come un insegnante dovrebbe comportarsi con un bambino dislessico: • Evitare di costringere alla lettura ad alta voce: è preferibile una verifica finale della comprensione • Utilizzare, per scrivere, una tastiera che consenta la selezione diretta delle lettere senza costringere a ricercare in memoria la forma da attribuire a un suono • Addestrare all’uso delle dieci dita per fare in modo che si guardi il monitor e non la tastiera, cosa che consente un maggior controllo di quanto viene scritto • Permettere l’utilizzo del registratore come alternativa alla stesura degli appunti in classe • Utilizzare uno scanner con sistema OCR che consenta di importare i testi scritti da utilizzare poi con la sintesi vocale • Utilizzare un word processor (come Microsoft Word) che comprenda la correzione ortografica (è meglio escludere l’opzione di correzione immediata del testo e correggere solo al termine del compito: può essere frustrante vedersi sottolineare gran parte di quanto si è faticosamente prodotto) e la correzione automatica (che consente di correggere automaticamente gli errori più frequenti: tale funzione è da utilizzare solo quando l’obiettivo non è più correggere, ma produrre) • Consentire l’utilizzo della calcolatrice per liberare capacità attentive che possono essere convogliate sulla parte procedurale che consente la soluzione di problemi • Utilizzare strategie divertenti e motivanti che diano alla lettura una valenza positiva e ludica. 16 Queste indicazioni sono un utile supporto ad interventi di tipo preventivo e riabilitativo e consentono al bambino di vivere a scuola un clima sereno e facilitato; inoltre influiranno positivamente su un eventuale trattamento ad hoc. A supporto degli interventi riabilitativi, infatti, possono essere attuati dei “trattamenti specialistici”; essi sono associati alla diagnosi esplicativa, basata su un ampio spettro di indagini e condotta in modo esclusivamente individuale. Per ottenere il massimo dell’efficacia la rieducazione deve essere intensiva e prolungata nel tempo. Si prevedono, quindi, periodi di trattamento intensivi di 2-3 mesi per due volte l’anno, dal momento della diagnosi, effettuata preferibilmente all’inizio della seconda elementare, sino alla fine della scuola primaria o tutt’al più sino al primo anno di secondaria di primo grado. In tale livello di scuola, infatti, ormai l’acquisizione delle abilità strumentali è ultimata e la letto-scrittura non è più esercitata poiché serve da strumento per l’acquisizione delle informazioni attinenti a tutte le discipline. I linguaggi si fanno più specifici per cui le strategie di anticipazione e l’uso delle conoscenze pregresse non sono più spendibili. Quando la rieducazione sarà interrotta, potranno intervenire gli strumenti compensativi. Il trattamento è assegnato quindi a uno specialista, in genere uno psicologo formato in disturbi specifici di apprendimento; pertanto si parla di un’azione “task oriented” cioè orientata specificamente sull’attività deficitaria. Scopo primario è interrompere la spirale di fattori e di esperienze negative che frustrano il soggetto nel corso dell’apprendimento della letto scrittura e di usare strumenti riabilitativi, compensativi e anche dispensativi; ciò si ottiene lavorando, prima di tutto, sulla motivazione. La continuazione dell’esercizio della lettura può consentire una lettura sempre più basata sul riconoscimento visivo delle parole e sempre meno sulla faticosa decifrazione. 2.1 Le prove InValSi per la rilevazione degli apprendimenti: alcune note per gli studenti dislessici Alla pagina 8 delle indicazioni date agli insegnanti per somministrare le prove personalizzate INValSI vi è una nota che recita così: Studenti dislessici. Le prove personalizzate compilate da questi studenti devono essere rispedite con il resto del materiale. Si ricorda che per questi studenti la prova si intende personalizzata se il somministratore concede un tempo aggiuntivo maggiore di 10 minuti e/o stabilisce una compilazione parziale del fascicolo. 17 Ridurre a questi bambini la mole di materiale da svolgere e aumentare il tempo a loro disposizione sono entrambe facilitazioni necessarie affinchè l’alunno affronti la prova con maggiore successo e serenità. Molto interessante anche la nota di pagina 16, l’ultima menzione che si fa degli alunni dislessici, dove si dice: Per gli studenti dislessici è previsto il sussidio logistico del lettore qualora la scuola non abbia richiesto l’ausilio del cd o cassetta vocale. È consigliabile far sedere tali studenti al primo banco possibilmente da soli per permettergli di avere più spazio. Il somministratore dovrà avere l’accortezza di leggere le istruzioni scandendo lentamente le parole in modo che tali studenti possano seguire la lettura. La funzione del lettore dovrà essere svolta dall’eventuale insegnante di sostegno o da altro insegnante della scuola. Lo studente dislessico potrà tenere sul banco il materiale didattico a supporto. Sono diversi gli elementi d’interesse: il sussidio di un CD audio, la posizione da conferire all’alunno dislessico, la scansione della lettura che è di aiuto a tutti, soprattutto quando vi è la componente emotiva della prova, la figura di un lettore, la citazione dell’insegnante di sostegno, la possibilità del supporto del materiale didattico. Tutti i facilitatori sono di estrema importanza e garantiscono la migliore riuscita possibile della prova. Queste indicazioni dovrebbero entrare a far parte integrante della didattica ordinaria. La legislazione scolastica consente l’aiuto del docente di sostegno solo per i casi segnalati e certificati ai sensi della legge 104/92: laddove l’insegnante in questione riesce a collaborare con i colleghi, la sua funzione diventa decisamente preziosa. Egli infatti può essere: a) b) c) d) e) f) Lettore (può registrare anche le lezioni) Aiutare per gli appunti Stratega di metodo di studio Insegnante dei programmi software a disposizione del dislessico Ausilio nello studio della lingua straniera Sostegno psicologico. 18 ” -3- Dislessia: alcuni suggerimenti per gli insegnanti Questa breve guida è stata creata per voi, insegnanti, con l’intento di fornirvi informazioni e strumenti utili affinché possiate risolvere anche solo dei “piccoli” problemi con i vostri “piccoli” studenti. Ci è sembrato opportuno creare qualcosa di semplice e pratico evitando il più possibile termini tecnici e specialistici perché quelli potrete trovarli nei libri e nei siti che vi suggeriamo alla fine di questo lavoro, nella parte bibliografica. Proprio per entrare nello spirito del lavoro quotidiano abbiamo raccolto del materiale didattico utilizzato da voi stessi e dai vostri colleghi di altre scuole in modo da condividere nozioni, strumenti e modus operandi di chi deve affrontare le fatiche dell’aula giorno per giorno e spesso si ritrova a dover sfidare anche problematiche complesse com’è appunto la Dislessia e, più in generale, i disturbi specifici dell’apprendimento. In questa parte del fascicolo abbiamo cercato di selezionare la grande quantità di materiale che ci avete gentilmente concesso, di strutturalo seguendo una logica di macro argomenti in modo da renderlo organizzato e facilmente consultabile, con la speranza che possa esservi utile. 3.1 Che cosa fare se si ha il dubbio che un alunno possa avere un DSA. Quando un insegnante si trova nel dubbio che un suo allievo possa presentare un disturbo specifico di apprendimento quello che segue sarebbe l’iter consigliabile da intraprendere in questi casi: DSA? CHE FARE? -1PARLARE CON I COLLEGHI DELLA CLASSE PER CONFERMARE I DUBBI E DECIDERE UN PERCORSO DA AFFRONTARE INSIEME -2PARLARE CON IL DIRIGENTE SCOLASTICO COME RESPONSABILE DELLA SCUOLA 19 -3PARLARE CON LA FAMIGLIA SIA PERCHÉ È NECESSARIA UNA LORO COLLABORAZIONE SIA PERCHÉ HA DIRITTO DI SAPERE Nel momento in cui si è in possesso di una diagnosi di DSA, ma anche laddove vengano riscontrate delle difficoltà di apprendimento, è necessario organizzare la didattica quotidiana modellandola sulle esigenze dello studente. In seguito verranno analizzate le diverse difficoltà con le relative modalità di intervento e alla fine, rispettivamente ai macro argomenti, verrà abbinato il materiale didattico più consono allo sviluppo o al recupero di queste abilità. Ad ogni abilità analizzata corrisponderanno quindi delle misure compensative e dispensative nonché delle schede che avranno la funzione di strumento riabilitativo. Non ci resta che augurarvi buon lavoro e ringraziarvi per l’impegno, la dedizione e la disponibilità che avete dimostrato. Alleghiamo una scheda di rilevazione degli errori che potreste utilizzare come semplice strumento per concretizzare i vostri sospetti ma anche come piano di lavoro da seguire durante l’anno. Scheda di rilevazione degli errori Nome dell’alunno Classe Tipo di errori Accenti Apostrofi Doppie Uso della H Confusione P/B Confusione F/V Confusione T/D Confusione C/G Digrammi Trigrammi Omissioni di lettere Aggiunta di lettere Fusione di parole Data Sempre A volte Mai Questi sono gli errori rilevati solitamente. In questa settimana vorrei aiutare l’alunno a superare le difficoltà relative a 20 3.2 A scuola di Dislessia…gli interventi a favore degli alunni PECULIARITÀ DEI PROCESSI COGNITIVI t t t t Lentezza ed errori nella lettura con conseguente difficoltà t nella comprensione del testo t t t Difficoltà nei processi di automatizzazione della letto-scrit- t tura: impossibilita’ di eseguire nello stesso tempo due “procedimenti” come ascoltare e scrivere, ascoltare e seguire t un testo scritto. t t Difficoltà nel ricordare le catet gorizzazioni: i nomi dei tempi t verbali e delle strutture grammaticali italiane e straniere, t dei complementi. t Disortografia e/o disgrafia INTERVENTI DI COMPENSO/DISPENSA FWJUBSFEJGBSMFHHFSFBWPDFBMUB JODFOUJWBSF MVUJMJ[[P EJ DPNQVUFS DPO TJOUFTJ WPDBMF EJ cassette con testi registrati, di dizionari digitali, TJOUFUJ[[BSFJDPODFUUJDPOMVTPEJNBQQFDPODFUUVBMJFP mentali GBWPSJSFMVTPEJTPGUXBSFTQFDJöDJEPUBUJEJTJOUFTJWPDBMF in grado di leggere anche le lingue straniere MFHHFSFMFDPOTFHOFEFHMJFTFSDJ[JFPGPSOJSFEVSBOUFMF verifiche, prove su supporto audio e/o digitale SJEVSSFOFMMFWFSJöDIFTDSJUUFJMOVNFSPEFHMJFTFSDJ[JTFO za modificare gli obiettivi FWJUBSF MF WFSJöDIF TDSJUUF JO UVUUF MF NBUFSJF USBEJ[JP nalmente orali, consentendo l’uso di mappe o ipertesti (PPT) durante l’interrogazione FWJUBSFEJGBSQSFOEFSFBQQVOUJSJDPQJBSFUFTUJPFTQSFT sioni matematiche, ecc. GPSOJSFBQQVOUJTVTVQQPSUPEJHJUBMFPDBSUBDFPTUBNQB to preferibilmente con carattere Arial, Comic Sans, Trebuchet (di dimensione 12-14 pt) in caso di necessità di integrazione dei libri di testo DPOTFOUJSFMVTPEFMSFHJTUSBUPSF FWJUBSFMBTDSJUUVSBTPUUPEFUUBUVSB FWJUBSFMBDPQJBUVSBEBMMBMBWBHOB GBWPSJSFMVTPEJTDIFNJ QSJWJMFHJBSF MVUJMJ[[P DPSSFUUP EFMMF GPSNF HSBNNBUJDBMJ sulle acquisizioni teoriche delle stesse. VUJMJ[[BSFQFSMFWFSJöDIFEPNBOEFBTDFMUBNVMUJQMB GBWPSJSFMVUJMJ[[PEJQSPHSBNNJEJWJEFPTDSJUUVSBDPODPS rettore ortografico per l’italiano e le lingue straniere Discalculia: difficoltà nel me- t DPOTFOUJSFMVTPEJUBWPMBQJUBHPSJDBDBMDPMBUSJDFUBCFMMF morizzare tabelline, formule, e formulari, mappe procedurali sia nelle verifiche che sequenze arbitrarie e procenelle interrogazioni dure t VUJMJ[[BSFQSPWFBTDFMUBNVMUJQMB Difficoltà nell’espressione delt GBWPSJSFMVTPEJTDIFNJUFTUVBMJ la lingua scritta Difficoltà nel recuperare rapi- t JODFOUJWBSFMVUJMJ[[PEJNBQQFTDIFNJFJQFSUFTUJ115 damente nella memoria nodurante l’interrogazione per facilitare il recupero delle zioni già acquisite e comprese informazioni e migliorare l’espressione verbale orale con conseguente difficoltà e t FWJUBSFEJSJDIJFEFSFMPTUVEJPNOFNPOJDPFOP[JPOJTUJDP lentezza nell’esposizione orain genere, tenere presente che vi è una notevole difficolle. tà nel ricordare nomi, termini tecnici e definizioni 21 t öTTBSFJOUFSSPHB[JPOJFDPNQJUJQSPHSBNNBUJ t FWJUBSFMBTPWSBQQPTJ[JPOFEJDPNQJUJFJOUFSSPHB[JPOJEJ più materie Facile stanchezza e tempi di t FWJUBSFEJSJDIJFEFSFQSFTUB[JPOJOFMMFVMUJNFPSF recupero troppo lunghi t SJEVSSFMFSJDIJFTUFEJDPNQJUJQFSDBTB t JTUJUVJSFVOQSPEVUUJWPSBQQPSUPTDVPMBFGBNJHMJBUVUPS t DPOUSPMMBSFMBHFTUJPOFEFMEJBSJP Difficoltà nella lingua stranie- t QSJWJMFHJBSFMBGPSNBPSBMF ra t VUJMJ[[BSFQFSMPTDSJUUPQSPWFBTDFMUBNVMUJQMB Se alcune di queste peculiarità t EJWJEFSFMBQSPWBJOUFNQJEJòFSFOUJJORVBOUPOPOTFSWF risultano compresenti a un deassegnare più tempo ficit di attenzione 3.3 Lentezza ed errori nella lettura: discriminare fonemi e grafemi Ecco qui di seguito alcuni esempi di materiale che potreste costruire voi stessi e di materiale che alcuni di voi utilizzano già in classe! 22 Scuola Cocconi 23 Scuola Maria Luigia 24 Scuola Albertelli 25 Scuola Albertelli 26 Scuola Albertelli 27 Scuola Albertelli 28 Scuola Albertelli 29 Scuola Albertelli 30 Scuola Albertelli 31 Scuola Natale Palli 32 Scuola Cocconi 33 GIOCO DEL CAMBIO CAMBIA SOLO LA LETTERA INIZIALE E TRASFORMA LA PAROLA RANE TORTA GONNA LIMONE ZUCCA BOMBA LAGO PANCA VECCHIO Scuola Maria Luigia 34 3.4 Difficoltà nei processi di automatizzazione della letto-scrittura: impossibilita di eseguire nello stesso tempo due “procedimenti” come ascoltare e scrivere, ascoltare e seguire un testo scritto. Esempio di materiale di intervento logopedico utilizzato presso la ASL di Imperia Consonanti Sorde e Sonore (far fare dettato o far leggere): Cugina Cucina Pollo Bollo Finto Tinto Faro Varo Nodo Noto Dardi Tardi Addendi Attenti Dopo Topo Gelare Celare Dino Tino Dito Tito Detto Tetto Bere Pere Dado Dato (suggerito anche dalla scuola Maria Luigia) Esercizi di lettura: 1. Sottolineare p,d; d,t. 2. Dare una frase da completare 3. Tagliare le parole di una frase e farle ricostruire;poi ricopiarle; 4. Testo con parole difficili. 5. Sottolineare prima a, poi b e via via tutto l’alfabeto. 6. Leggere gruppi di lettere, cercare sui, sci, schi. 7. Cercare c e g seguite da vocali. 8. Cercare chi, che, ghi, ghe, cia, cio, ciu. 9. “Q” si usa con qui, quo, qua, que (eccezioni cuoio, cuocere, scuola, scuotere, percuotere) 10. Cercare: glia, glie, glio, gliu, lia, lie, lio, liu. 11. Cercare: gna, gne, gni, gno, nia, nie, nio, niu. (questa tipologia di esercizi viene utilizzata dalla maggior parte delle scuole coinvolte nel progetto) 35 Scuola Cocconi 36 Scuola Maria Luigia 37 Scuola Cocconi Scuola Natale Palli 38 Scuola Maria Luigia N.B.: Per l’allenamento e la riabilitazione dell’abilità sopra descritta valgono le schede riportate in tutto il fascicolo 39 3.5 Difficoltà nel ricordare le categorizzazioni: i nomi dei tempi e delle strutture grammaticali italiane e straniere, dei complementi Il villaggio della grammatica Scuola Albertelli 40 Articoli e nomi vicini di casa del villaggio della Grammatica Scuola Albertelli 41 Aggettivi Scuola Albertelli 42 Scuola Albertelli 43 Scuola Cocconi 44 Scuola Albertelli 45 Scuola Albertelli 46 3.6 Disortografia e/o disgrafia Scuola Cocconi 47 Scuola Albertelli 48 Come aiutare i bambini con problemi di disgrafia: STAMPATO MAIUSCOLO: STAMPATO MINUSCOLO: 49 3.7 Discalculia, difficoltà nel memorizzare: tabelline, formule, sequenze arbitrarie e procedure Scuola Albertelli Scuola Cocconi 50 Scuola Natale Palli 51 Scuola Natale Palli 52 Scuola Natale Palli 53 Scuola Natale Palli 54 3.8 Difficoltà nell’espressione della lingua scritta Scuola Natale Palli 55 Scuola Albertelli 56 Scuola Natale Palli Scuola Cocconi 57 3.9 Difficoltà nel recuperare rapidamente nella memoria nozioni già acquisite e comprese con conseguente difficoltà e lentezza nell’esposizione orale. Le mappe concettuali Scuola Albertelli 58 Utilizzare le immagini e gli schemi: Scuola Natale Palli 59 E per fare una ricerca... Scuola Albertelli 60 Conclusioni In una società moderna in cui si è riusciti a fare dei passi importanti per bambini, ragazzi, adulti con Dislessia, ancora molto resta da fare. A conclusione di questo lavoro si possono trarre alcune implicazioni educative: innanzitutto, evitare di considerare a priori i bambini con disturbi dell’apprendimento, in particolare con Dislessia, come “meno intelligenti”. Inoltre, va modificata la convinzione che sia una condizione irreversibile e priva di soluzioni poiché questo crea un’ombra che impedisce di individuare e affrontare in modo produttivo le reali difficoltà degli alunni. La scuola fa bene a tutti è un progetto che vuole fornire agli insegnanti alcune conoscenze necessarie sull’evoluzione degli apprendimenti della lettura e della scrittura, nei casi di DSA, fornendo strumenti per l’identificazione delle difficoltà e dei fattori critici che ne caratterizzano i diversi periodi scolastici. Lo screening effettuato nelle prime classi delle scuole primarie ha un ruolo importante nell’identificazione dei soggetti così detti a “rischio” e risulta essere un momento significativo di riflessione per tutti gli insegnanti che dovrebbero intervenire sulle difficoltà del bambino cercando sia di ridurle sia di stimolare strategie cognitive di compenso, prevenendo così anche le pesanti conseguenze che questi disturbi hanno sul piano psicologico. I docenti, attenti e sensibili a queste problematiche, si sono quindi messi in gioco, creando nuove alleanze con professionisti e genitori ma soprattutto con i bambini. Hanno dato luogo ad importanti riflessioni su come intervenire in questi casi, discutendo sulle strategie didattiche mirate al recupero e su come far sentire i propri allievi capaci, abili, intelligenti…”normali”. Condividendo le loro risorse didattiche e le loro conoscenze, conferiscono un valore aggiunto agli obiettivi del progetto creando così una rete di intesa che ha come scopo semplificare e, perché no, rendere piacevole il percorso di apprendimento sia agli alunni dislessici che a quelli normodotati. Oggi, nel contesto sociale, si sente il bisogno di possedere competenze mobili, flessibili, rinnovabili, capillari e settoriali che permettano di stare al passo con i tempi e di fronteggiare i cambiamenti. Grazie anche alla battaglia quotidiana di questi insegnanti e di tutti quei bambini che non hanno voglia di restare indietro ma desiderano vivere serenamente la realtà scolastica, ci sentiamo di affermare che la Dislessia è sicuramente una barriera irta e faticosa da affrontare, ma abbatterla non è impossibile: basta volerlo!! 61 Archivi di materiale didattico da proporre agli allievi t t t t t t t www.gaudio.org lezioni scolastiche in formato audio e video (maggiore cura per la parte letteraria) www.dienneti.it/risorse.htm sito strumenti e materiali per la didattica, lo studio e le ricerche scolastiche. www.rcs.mi.cnr.it/ documentari scientifici divisi per materie e argomenti www.medita.rai.it/index.htm mediateca digitale della RAI. Con un arrchivio ricchissimo offerto alle scuole di filmati suddivisi per materia e ordine scolastico. www.maestrantonella.it sito di una maestra con software per la scuola primaria www.maestraivana.it sito di una maestra con software e schede di lavoro per la scuola primaria www.libroparlato.org sito in cui trovare degli audiolibri. Indirizzi utili t t t t t t t Associazione Italiana Dislessia www.aiditalia.org Forum di discussione sulla dislessia: www.dislessia.org/forum Societa Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza: www.sinpia.eu Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento. www.airipa.it Biblioteca digitale: su www.biblioaid.it troverete tutte indicazioni per richiedere i testi scolastici in formato digitale (pdf ). Centro Studi Erickson (Libri, riviste, software) www.erickson.it Cooperativa Anastasis (Software didattici e riabilitativi) www. anastasis.it 62 Bibliografia t American Psychiatric Association (2000) DSM IV-TR. Diagnostical and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision; trad. it. DSM IV-TR, Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, Firenze, Masson, 2001. t t t AA.VV.(1997). Dislessia: Aspetti Clinici, Psicologici e Riabilitativi, a cura di G. Stella. Franco Angeli, Milano. Biancardi A., Milano G.(1999). Quando un bambino non sa leggere. Vincere la dislessia e i disturbi dell’apprendimento. Ed. Rizzoli. t Consensus Conference (Montecatini 2006, Milano 2007) scaricabile dal sito dell’Associazione Airipa. t De Grandis C. (2007). La dislessia. Interventi della scuola e della famiglia. Trento: Centro Studi Erickson. t Stella G.( 2004). La dislessia. Quando un bambino non riesce a leggere: cosa fare, come aiutarlo. Bologna: Il Mulino. Sitografia t t t t t t t http://www.aiditalia.org http://www.anastasis.it http://www.airipa.piave.net http://www.carlomobile.it http://www.dislessia.it http://www.erickson.it http://www.hsantalucia.it 63 Ringraziamenti Ringraziamo le insegnanti delle scuole: Pilo Albertelli, Natale Palli, Pietro Cocconi, Maria Luigia, Arturo Toscanini, Giuseppe Verdi, Ulisse Corazza che hanno gentilmente collaborato alla stesura di questo opuscolo. 64