LABORATORIO PER LE MINORAZIONI UDITIVE Sede di LECCE a.a. 2008/09 – II Edizione Calendario delle lezioni: Ven 26/03/2010 ore 17:10 Mer 31/03/2010 ore 14:30 Mer 07/04/2010 ore 14:30 Orario di ricevimento: 30' prima delle lezioni o previo accordo Valutazione finale: requisito della frequenza; elementi complessivi rilevati durante il corso; attività on-line e lavoro finale (tesina, unità didattica, ecc.) Materiale di supporto [email protected] Obiettivi del corso: Fornire nozioni teorico/cliniche circa le varie tipologie di disabilità uditiva ed adeguate conoscenze circa le correlazioni fra di esse e le alterazioni comunicative del canale audioverbale, consentendone l'utilizzo pratico al fine di ottimizzare il rapporto comunicativo con il soggetto audioleso e sfruttarne al meglio le potenzialità in ambito didattico. Programma del corso: - Menomazione e disabilità; ambiti, modalità e tempistica di intervento. - Le funzioni uditive e la comunicazione; il canale comunicativo audio-verbale ed il suo sviluppo; i canali comunicativi accessori. - Epidemiologia della disabilità uditiva; cenni di acustica relativi alla comunicazione; cenni di anatomia e fisiologia uditiva. - Tipologie di minorazione uditiva in funzione della sede, causa ed epoca di insorgenza, della gravità, dei canali comunicativi utilizzati ed utilizzabili, delle strategie comunicative e/o didattiche, oralismo e lingua dei segni. - Minorazioni uditive associate; Sussidi terapeutici e tecnici per disabili uditivi. Disabilità secondo International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps ICIDH del 1980 International Classification of Functioning, Disability and Health – ICF 2002 Eliminazione barriere - D.L. 503 del 24 luglio 1996: ....”la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque ed in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.” - Dichiarazione dei diritti delle persone con minorazioni uditive (UNESCO, 1991). Competenze mediche Competenze didattiche Competenze riabilitative e protesiche Competenze mediche Competenze didattiche Competenze riabilitative e protesiche 1) Conoscenza anatomo-fisiologia dell'udito e delle sue alterazioni. 2) Conoscenza dei percorsi riabilitativi e protesici. 3) Conoscenza delle specifiche esigenze comunicative e dei sussidi per l'audioleso. 4) Gestione della didattica nell'audioleso ed integrazione Epidemiologia delle minorazioni uditive - Secondo l'OMS la minorazione uditiva è una “malattia sociale” ed è al 4° posto per incidenza dopo le malattie mentali, quelle reumatiche, quelle cardiovascolari e prima delle malattie visive. - Si calcola che nel mondo 1 persona su 1000 sia affetta sordità bilaterale profonda (circa 5 milioni) di cui circa la metà sarebbe rappresentata da bambini, ragazzi e giovani adulti. - Vi sarebbero circa 180 milioni di individui nel mondo affetti da ipoacusia parziale in grado di alterare i meccanismi comunicativi. - Secondo l'ISTAT il deficit comunicativo su base uditiva interesserebbe lo 0.4% dei bambini di età inferiore a 10 anni, e salirebbe complessivamente a circa il 7.4% nei ragazzi e negli adulti e ad oltre il 33% negli anziani. - Secondo uno studio epidemiologico multicentrico italiano i soggetti di età inferiore a 20 anni con minorazione uditiva bilaterale di grado medio sarebbero non meno dell'1.3% della popolazione. Funzioni dell'udito: 1) FUNZIONE D'ALLARME 2) FUNZIONE DI ORIENTAMENTO SPAZIALE 3) FUNZIONE PRIMARIA DI PRESENZA NELL'AMBIENTE 4) FUNZIONE COMUNICATIVA FUNZIONE D'ALLARME - E' presente sin dalla nascita; - Si manifesta come reazione “involontaria” verso suoni intensi; - Può essere parzialmente modulata da fenomeni adattivi ambientali. FUNZIONE DI ORIENTAMENTO SPAZIALE - Compare attorno al 5° mese di vita; - E' resa possibile dalla condizione di Udito Binaurale; - L'udito binaurale migliora talune performance uditive in condizioni di stress acustico (localizzazione della fonte del messaggio in ambiente rumoroso), ma determina solo un modestissimo miglioramento della soglia uditiva (4-5 dB); - Il soggetto con minorazione uditiva anche profonda, ma esclusivamente monoaurale (parotite, morbillo, ecc.) ha un udito normale da un punto di vista sociale e comunicativo; - La reale disabilità uditiva è correlata all'entità della minorazione uditiva nell'orecchio migliore. FUNZIONE PRIMARIA DI PRESENZA NELL'AMBIENTE - Costituisce uno dei due principali canali (l'altro è quello visivo) con cui il soggetto percepisce di essere integrato in un flusso di informazioni ambientali ed esterne a sè. - Il canale tattile fornisce informazioni solo sull'ambiente che circonda più da vicino il soggetto. - La funzione primaria consente di spiegare le priorità dei canali riabilitativi o comunque utilizzabili nel soggetto con minorazione uditiva. FUNZIONE COMUNICATIVA - Comincia a svilupparsi a partire dal 6° mese di vita. - Funzione importantissima da un punto di vista sociale in quanto consente l'acquisizione del linguaggio nell'ambito della comunicazione audio-verbale. - Consente l'associazione fra segnale sonoro e significato (funzione informativa). - Consente il corretto funzionamento del meccanismo di feedback per lo sviluppo e controllo del linguaggio verbale. - “Sordomutismo” come alterazione profonda della funzione comunicativa in fase pre-verbale. COMUNICAZIONE - Modalità comportamentale che gli esseri viventi adottano per effetto di una pulsione innata alla socializzazione. - Comunicare vuol dire ricevere, elaborare e produrre segnali in grado di influenzare il proprio o l'altrui comportamento. - La comunicazione umana comprende la comunicazione non verbale (visiva, tattile, mimica, ecc.) e la comunicazione verbale (circuito comunicativo acustico: fonemi, parole, frasi, espressività). COMUNICAZIONE: Circuito Audio-verbale Messaggio Verbale Emissione Produzione Minorazione uditiva Ricezione Percezione Fase di codifica o produttiva Elaborazione Programmazione Fase di decodifica o impressiva Interpretazione Comprensione COMUNICAZIONE: Sviluppo del linguaggio Vocalizzo sino 4 mesi Lallazione 4 – 12 mesi Prime parole 12 mesi Produzione di suoni priva di valore referenziale, non correlata con la lingua materna. Inizialmente solo attività muscolare, successivamente (feed-back) comunicazione con adulti e uso strutture sovrasegmentarie (tono, ecc.) Produzione reiterata di coppie di fonemi. Il feed-back uditivo consente un controllo più articolato (autorinforzo) dello schema percettivo-motorio. Fase presente anche negli audiolesi, ma in mancanza di feedback si esaurisce rapidamente. Produzione intenzionale di combinazioni di fonemi a valore semantico. Il feed-back controlla l'affinamento dei meccanismi fonatori. Sostantivi, verbi, aggettivi, pronomi. COMUNICAZIONE: Sviluppo del linguaggio Olofrasi Frasi 2 parole 12 - 20 mesi 20 – 24 mesi Frase contratta 2 – 3 anni Frase strutturata 3 – 5 anni > 5 anni Parole singole che agiscono grammaticalmente e semanticamente come frasi. Inizia l'intento comunicativo. Manca ancora la differenziazione concettuale. Tentativi di imitazione, semplificazione e riproduzione del linguaggio percepito da adulti (feed-back). 2 sostantivi o sostantivo e verbo. Mancano articoli, verbi ausiliari, avverbi, plurali. Feed-back + sviluppo psicofisico e cognitivo (sino a 1500 parole conosciute). Socializzazione del linguaggio. Compaiono frasi imperative e interrogative. Negazione espressa con “no”. Ultima fase del periodo critico con massima plasticità neurofunzionale. Feed-back necessario per controllo comunicativo, arricchimento cognitivo, rafforzo della memoria uditiva. Anatomia funzionale Orecchio esterno Martello Incudine Apparato vestibolare Nervo acustico Staffa Condotto uditivo esterno Padiglione Auricolare Orecchio interno e Coclea Tuba uditiva Membrana Timpanica Orecchio medio Anatomia: Padiglione auricolare Anatomia: Membrana Timpanica Anatomia funzionale: Orecchio Medio Anatomia funzionale: Orecchio Interno Anatomia funzionale Acustica - Per suono si intende la sensazione (corrispettivo psicosensoriale) evocata dall'energia acustica in grado di stimolare l'organo dell'udito. - Per energia acustica si intende quella forma di energia fisica generata da un corpo elastico posto in vibrazione che genera una serie di compressioni e decompressioni sulle molecole del mezzo circostante (trasferimento di energia). - Frequenza, periodo, lunghezza d'onda, ampiezza, fase, impedenza. Psicoacustica - Il corrispettivo sensoriale della frequenza è l'altezza (timbro se riferito a componenti armoniche), misurata in Hz. - L'udito umano è sensibile solo nel range frequenziale fra circa 20 e 16000 Hz. - Il corrispettivo sensoriale dell'ampiezza è l'intensità, misurata in dB. - L'udito umano è sensibile ad intensità sonore solitamente non inferiori a 2 * 10-5 N/m2 (20 µPa) sino ad intensità che possono raggiungere per talune frequenze valori pari a 1012 il valore soglia. - In ambito biologico, secondo la legge di Weber-Fechner, il rapporto fra pari incrementi di sensazione e di stimolazione è di tipo logaritmico. dB SPL = 20 log10 * (Pressione sonora effettiva / Pressione di riferimento) - Scala da 0 dB a 120 dB SPL. - Il range dinamico varia in funzione della frequenza (valore di riferimento = 0 dB HL). Psicoacustica Valore dB Energia rispetto a riferimento 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000 10.000.000 100.000.000 1.000.000.000 10.000.000.000 100.000.000.000 1.000.000.000.000 Psicoacustica Psicoacustica Acustica dB SPL Tipo di rumore o suono 0 . 30 . 50 . 65 . 90 . 110 115 >120 Minimo suono percepibile Strada senza traffico notturna Automobile poco rumorosa a 10 metri Normale conversazione a 1 m di distanza Martello pneumatico a 5 metri di distanza Amplificatore acustico 10W a 3 metri di distanza Martellata su lamiera a 50 cm di distanza Aereo in decollo Acustica Psicoacustica Fisiologia uditiva Sistema Uditivo Centrale Orecchio Esterno Orecchio Medio Trasmissione sonora per Via Aerea Orecchio Interno Vie e Centri Uditivi Trasmissione sonora per Via Ossea Fisiologia uditiva: Orecchio Esterno - Funzione passiva di veicolare l'energia acustica verso le strutture dell'orecchio medio. - Le caratteristiche di risonanza ed il rapporto di superficie fra padiglione e membrana timpanica consentono un amplificazione selettiva per alcune frequenze (2 6 kHz) di circa 20 dB SPL (5 + 15 dB). - L'amplificazione varia in funzione della localizzazione della sorgente. - Le patologie che interessano l'orecchio esterno rivestono ruolo secondario nel determinare disabilità uditiva. Fisiologia uditiva: Orecchio Medio - Funzione di adattatore di impedenza fra ambiente esterno (aria) e orecchio interno (liquidi). - Guadagno acustico dovuto alla differenza di superficie fra membrana timpanica e finestra ovale (circa 17 dB), al meccanismo di leva della catena ossiculare (circa 6 dB) ed al “gioco delle finestre” (circa 20 dB). - Il guadagno acustico complessivo dell'orecchio medio è di circa 40 – 45 dB. - La meccanica dell'orecchio medio è influenzata dai riflessi stapediali (e del tensore del timpano). Fisiologia uditiva: Orecchio Medio - La minorazione e disabilità uditiva connessa a patologie dell'orecchio medio varia anche in funzione della durata da quasi nulla a discreta. - La conduzione per via ossea in questi casi può ancora superare l'ostacolo. Fisiologia uditiva: Orecchio Interno - Nel labirinto membranoso, posto nella porzione cocleare del labirinto osseo, sono poste le strutture che consentono la trasduzione nell'energia acustico/vibratoria, proveniente dall'orecchio medio, in impulsi nervosi contenenti tutte le informazioni necessarie alla codifica. - Scala vestibolare (in rapporto con finestra ovale), elicotrema, scala cocleare (in rapporto con finestra rotonda), dotto cocleare. - A livello cocleare avvengono anche importanti processi di codifica frequenziale e di intensità. Fisiologia uditiva: Orecchio Interno CCI CCE OC Fisiologia uditiva: Orecchio Interno Fisiologia uditiva: Orecchio Interno - Durante la stimolazione sonora le variazioni pressorie vengono trasmesse attraverso la membrana tectoria alle stereocilia delle Cellule Ciliate Interne ed Esterne determinandone l'attivazione e la partenza dello stimolo nervoso. - CCI prevalentemente sensoriali; CCE prevalentemente modulatrici. - Analisi frequenziale. - Analisi di intensità. Fisiologia uditiva: Orecchio Interno Analisi frequenziale - Analisi frequenziale necessaria per discriminare suoni di frequenze vicine e parole nel rumore di fondo - Meccanismi passivi: Tonotopismo e “Onda Viaggiante”. - Ogni porzione della membrana basilare risponde preferenzialmente a determinate frequenze (la porzione basale, più vicina all'orecchio medio, codifica le alte frequenze, mentre la parte apicale, più vicina all'elicotrema, risponde alle basse. - Meccanismi passivi non sufficienti per spiegare l'alta capacità d'analisi. Fisiologia uditiva: Orecchio Interno Analisi frequenziale - Meccanismi attivi: Sono legati alla capacità contrattile delle CCE, modulata dal fascio olivo-cocleare efferente, che consente di “enfatizzare” la risposta della membrana basilare nella regione stimolata e di “smorzarne” la risposta nelle regioni immediatamente adiacenti, migliorando nel complesso l'analisi frequenziale. - Esiste tonotopismo anche nella distribuzione delle fibre nervose sul nervo acustico (toni acuti all'esterno) e nelle varie stazioni di integrazione centrale sino alla corteccia. kHz Meccanismo attivo Meccanismo passivo Fisiologia uditiva: Orecchio Interno Codifica d'intensità - Necessaria per discriminare le diverse intensità sonore e per codificare i rapidi cambi di intensità sonora che compongono ogni parola. - Teoria saltatoria: Con l'aumento dell'intensità di stimolazione acustica aumenterebbe dapprima il numero di impulsi per unità di tempo sulla fibra nervosa corrispondente alla frequenza; successivamente verrebbero stimolate anche le regioni (e fibre nervose) limitrofe facendo aumentare il numero di unità attivate. -Teoria del reclutamento: Per ogni banda di frequenza vi sarebbero unità recettoriali (cellula + fibra) con soglia minima di stimolazione diversa. Con l'aumentare dell'intensità di stimolazione verrebbero reclutate le unità con soglia più alta. - Le due teorie si integrano in quanto ogni settore della coclea ha una sensibilità preferenziale per talune frequenze. Fisiologia uditiva: Orecchio Interno - Integrazione temporale: Necessaria per analizzare segnali sonori in rapida successione temporale come nelle parole (origine cocleare e neurale). - Adattamento uditivo: Aumento di soglia uditiva per toni di lunga durata (secondi), utile nel separare voce da rumore di fondo (origine neurale). Fisiopatologia uditiva - Nelle minorazioni uditive che interessano l'orecchio esterno e medio si ha un deterioramento prevalentemente di tipo quantitativo (aumento di soglia uditiva con funzioni d'analisi conservate). In questo caso l'adeguato aumento dell'energia sonora in arrivo sulle strutture cocleari è in grado di condurre all'intellezione del segnale. - Nelle minorazioni uditive che interessano l'orecchio interno ed il nervo acustico si ha un deterioramento variabile sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo (aumento di soglia uditiva con funzioni d'analisi alterate). In questo caso l'aumento dell'energia sonora in arrivo sulle strutture cocleari può facilmente condurre a fenomeni distortivi o di percezione di fastidio. - Nelle “minorazioni uditive” che interessano solo le vie ed i centri di elaborazione centrali si ha un deterioramento qualitativo ed associativo (soglia uditiva normale o scarsamente alterata con funzioni d'analisi e di associazione sensibilmente deteriorate). In questo caso l'aumento dell'energia sonora in arrivo sulle strutture cocleari non fornisce solitamente ulteriori elementi informativi. - Opportuno un adeguamento delle strategie terapeutiche, comunicative e didattiche al tipo di minorazione uditiva che spesso può comparire in maniera composita. Classificazione delle Minorazioni Uditive: criteri 1) Gravità 2) Sede 3) Caratteristiche audiometriche 4) Epoca di insorgenza 5) Causa Classificazione delle Minorazioni Uditive: Gravità ( O M S , 1 9 8 0 ) Fa riferimento alla riduzione di sensibilità specifica per l'energia sonora, intesa come innalzamento della soglia uditiva per ciascuna frequenza espresso in dB HL (per convenzione tale innalzamento verrà indicato con valori negativi sull'audiogramma). 0 – 25 dB HL Udito nei limiti della norma (normoacusia) 26 – 40 dB HL Ipoacusia lieve 41 – 55 dB HL Ipoacusia moderata 56 – 70 dB HL Ipoacusia medio-grave 71 – 90 dB HL Ipoacusia grave 91 – 120 dB HL Ipoacusia profonda assenza sensazione Anacusia Classificazione delle Minorazioni Uditive: Gravità - La disabilità uditiva è funzione della minorazione uditiva media nel range frequenziale della voce umana (0.5 – 2 kHz) e dell'udito residuo nell'orecchio migliore. - In caso di ipoacusia lieve bilaterale si avrà soltanto una modesta difficoltà nel percepire la voce ad intensità normale in presenza di rumore o di più persone che parlano contemporaneamente. - In caso di ipoacusia media bilaterale la voce può essere compresa solo se ad intensità elevata o da distanza ravvicinata e se opportunamente amplificata da protesi acustiche. Importante comunque la “schermatura” ambientale. - In caso di ipoacusia grave bilaterale è possibile comprendere solo parole e frasi semplici e solo con opportuna amplificazione. I canali comunicativi accessori divengono fondamentali. - In caso di ipoacusia profonda bilaterale non è possibile “udire” compiutamente le parole anche se amplificate. I canali comunicativi accessori sono indispensabili. Classificazione delle Minorazioni Uditive: Gravità - L'OMS ha calcolato che nel mondo vi sia il 10% della popolazione (610 milioni di persone) affette da ipoacusia lieve, il 5% (305 milioni) affette da sordità moderata, il 3% (180 milioni) affetto da ipoacusia medio-grave o grave ed lo 0.1% affetto da sordità profonda o cofosi. - La reale disabilità può essere aggravata dalla presenza di altra sintomatologia uditiva e/o vestibolare (acufeni e vertigini) e dalla presenza di altri deficit dei canali sensoriali, motori, elaborativi. - In Italia vi sono delle Tabelle per la valutazione percentuale dell'ipoacusia in ambito di invalidità civile (una perdita uditiva media bilaterale di circa 60 dB corrisponde al 34% di invalidità), e delle Tabelle utilizzate in ambito assicurativo e infortunistico per determinare il danno biologico connesso all'ipoacusia (in queste tabelle la media viene ponderata fra le varie frequenze e vengono valutate anche le soglie uditive a 3 e 4 kHz). Minorazioni Uditive: C l a s s i f i c a zi o n e A N S I : H e a r i n g Handicap as a Function of AHTL of Better Hear AHTL 0-15 dB Descrizione Cause più frequenti Normale Cosa viene Grado di udito senza Handicap (dopo il Probabili necessità amplificazione primo anno) Tutti i suoni del parlato Otiti, piccole perforazioni Suoni vocalici percepiti timpaniche, chiaramente, alcuni timpanosclerosi, forme suoni consonantici muti neurosensoriali non percepiti 16-25 dB Ipoacusia Lieve 26-40 dB Ipoacusia Media 41-65 dB Non percepita la Forme neurosensoriali, maggior parte dei suoni Ipoacusia Moderata anomalie dell'orecchio del linguaggio a livello di medio, otiti croniche conversazione 66-95 dB Ipoacusia Grave A livello di Forme neurosensoriali e conversazione non miste viene udito alcun suono del parlato >96 dB Ipoacusia Profonda Forme neurosensoriali e miste Otiti, perforazioni, timpanosclerosi Percepite solo le voci intense ed alcuni suoni del parlato Non percepito alcun parlato o suono Nessuno Nessuna Terapia medica e Disfunzione uditiva chirurgica, se possibile; transitoria e talora protesi se necessaria; moderata; difficoltà nella valutazione preferenziale; percezione di alcuni suoni training uditivo; logoterapia; del linguaggio labiolettura Disfunzione nell'apprendimento uditivo; Protesi; labiolettura; training moderato ritardo del uditivo; logoterapia; linguaggio; problemi di chirurgia se possibile pronuncia; disattenzione Ritardo del linguaggio; Tutte le precedenti con la disfunzione di considerazione di speciali apprendimento; condizioni in aula disattenzione Grave problemi e ritardo Tutte le precedenti con la del linguaggio; grave considerazione di disfunzione di assegnazione a classi apprendimento; speciali (??) disattenzione Come la precedente Come la precedente Classificazione delle Minorazioni Uditive: Audiometria tonale liminare < X Via ossea sn Via aerea sn > o Via ossea dx Via aerea dx Classificazione delle Minorazioni Uditive: Sede Ipoacusie Trasmissive (orecchio esterno e medio) Ipoacusie Periferiche (organo dell'udito e nervo acustico) Ipoacusie Neurosensoriali Ipoacusie Miste Ipoacusie Centrali (vie uditive centrali del troncoencefalo o corticali del lobo temporale) Forme cocleari (coclea) Forme retrococleari (nervo acustico) Classificazione delle Minorazioni Uditive: Ipoacusie Trasmissive - Ridotta la quantità di energia acustica trasferita all'orecchio interno; - Innalzamento della soglia uditiva per Via Aerea con conduzione per Via Ossea normalmente conservata (gap trasmissivo); - In relazione alle caratteristiche funzionali dell'orecchio esterno e medio, solo nei casi più gravi possono raggiungere entità di 50 – 60 dB HL; - Qualora non risolvibili interamente con terapia medica o chirurgica, rispondono > > > > solitamente positivamente alla terapia protesica (le funzioni d'analisi cocleare O O O O sono conservate); O - Qualora non fosse possibile una O protesizzazione per Via Aerea, anche la protesizzazione per Via Ossea consente un recupero alla normalità comunicativa. Classificazione delle Minorazioni Uditive: Ipoacusie neurosensoriali - L'alterazione interessa le strutture di trasduzione, di codifica e di genesi neurale della sensazione sonora; - La conduzione per Via Aerea e per Via Ossea sono alterate allo stesso modo (sovrapponibili); - Riduzione del range dinamico (recluitment nelle forme cocleari); - Fenomeni distorsivi anche per intensità submassimali (forme retrococleari); - La gravità può variare da lieve all'anacusia; - Non è sempre possibile separare nettamente >O > > O O la componente cocleare da quella retro>O O cocleare; O - La resa della protesizzazione è funzione del tipo e regolazione della protesi, della gravità della ipoacusia, dell'origine, - Le protesi per Via Ossea non indicate o inutili. Classificazione delle Minorazioni Uditive: Ipoacusie miste - Le alterazioni interessano sia le strutture di trasmissione che quelle di trasduzione; - La conduzione per Via Aerea è alterata in maniera più accentuata che quella per Via Ossea che comunque non è nella norma; - Presenza di un gap trasmissivo in presenza di una Via Ossea alterata; - Caratteristiche miste rispetto a ipoacusie trasmissive e neurosensoriali; > - La protesizzazione andrà attentamente > > individualizzata e avrà tante maggiori > O O O O probabilità di successo quanto O maggiormente conservate sono le funzioni O di analisi cocleare (e quindi quanto migliore è la conduzione per Via Ossea. Classificazione delle Minorazioni Uditive: Ipoacusie centrali - Le alterazioni interessano prevalentemente i sistemi di integrazione ed interpretazione a livello del tronco encefalo e/o corticali; - La soglia uditiva nelle forme pure può essere pressocchè normale, ma risultano notevolmente alterate le funzioni più complesse quali la discriminazione vocale (il paziente sente ma non riesce a comprendere); - L'interessamento delle strutture centrali è talora presente anche nelle forme neurosensoriali su base degenerativa; in tal caso la caratteristica principale è la discrepanza fra perdità della sensibilità uditiva e deterioramento della comprensione verbale, sensibilmente più accentuato di quanto atteso; - Le ipoacusie centrali possono essere spesso associate altre alterazioni neurologiche; - Sotto il profilo comucativo e riabilitativo richiedono un approccio multidisciplinare. Classificazione delle Minorazioni Uditive: Caratteristiche aud iometriche - Si fa riferimento all'andamento complessivo delle soglie audiometriche per le frequenze nel range 0.125 – 8 kHz (curva audiometrica); - Per quanto suggestive di determinate patologie, le varie curve audiometriche non possono considerarsi assolutamente specifiche; - La classificazione delle curve audiometriche si integra con la classificazione per sede (trasmissiva, neurosensoriale, mista). Curve in salita (di rigidità): Soglie per le alte frequenze migliori di quelle per le basse. Curve pantonali: Soglie simili per tutto il range frequenziale. Curve in discesa: Soglie per le alte frequenze peggiori di quelle per le basse. Perdite settoriali: Interessano solo alcune frequenze. Curve a corda molle: Soglie per le frequenze centrali peggiori di quelle per le frequenze estreme. Classificazione delle Minorazioni Uditive: Epoca di insorgenza Sordità pre-verbali: Congenite o insorte entro i primi 18-24 mesi. Si determina una precoce interruzione del circuito audio-verbale e conseguente mancata acquisizione del linguaggio: Sordomutismo. Il soggetto non acquisisce memoria sonora e quindi non è in grado di associare una stimolazione sonora in qualsiasi modo veicolata ad un significato. Il soggetto avrà scarso o nullo linguaggio parlato ed utilizzerà per acquisire informazioni altri canali comunicativi. Sordità post-verbali: Insorte dopo che il soggetto ha avuto modo di acquisire e sviluppare il linguaggio verbale. Il soggetto continuerà a parlare con un linguaggio foneticamente e sintatticamente valido per un periodo di tempo più o meno lungo in funzione della qualità del linguaggio precedentemente acquisito e della durata e gravità dell'ipoacusia. Ove possibile, è opportuno sfruttare la memoria uditiva integrando l'informazione con altri canali sensoriali. Classificazione delle Minorazioni Uditive: Epoca di insorgenza - Le sordità pre-verbali sono quelle in genere più problematiche sotto il profilo riabilitativo, comunicativo e didattico (utilizzo di canali comunicativi diversificati nell'ambito della stessa classe). - Necessità di diagnosi precoce di ipoacusia (possibilmente entro i primi 6 mesi di vita) al fine di instaurare altrettanto precocemente una adeguata terapia protesica e riabilitativa che consenta di acquisire memoria uditiva associativa e sviluppare un certo grado di linguaggio parlato (meccanismo di feedback comunque alterato). - Necessità di sfruttare (protesi, ecc.), ove possibile, i residui uditivi presenti al fine di mantenere attivo il circuito audio-verbale a tutela della memoria uditiva e del controllo del linguaggio verbale raggiunto. - Nelle sordità post-verbali profonde, non efficacemente protesizzabili, che durano molto a lungo, la memoria uditiva tende ad esaurirsi (feedback bloccato) ritornando ad una situazione analoga alle sordità pre-verbali. Classificazione delle Minorazioni Uditive: Sordità infantili - Rappresentano circa l'1‰ dei nati vivi in Italia; l'incidenza sale al 2% se si considerano i bambini sino a 10 anni. - Esistono sia forme pre-verbali che post-verbali. - In una percentuale variabile fra il 20 ed il 50% dei casi non è possibile identificare una causa certa). Congenite: Malformative (possono interessare tutti i distretti dell'orecchio con risvolti diversi per l'ipoacusia) Ereditarie o genetiche (circa 60% di tutte le sordità infantili a causa nota; la gran parte sono autosomiche recessive; 60% forme semplici e 40% sindromiche; oltre 300 sindromi conosciute; non sempre sono evidenti già alla nascita (tipo Mondini); processi degenerativi di una o più porzioni dell'O.I. e del O. del Corti) Aberrazione cromosomica (trisomia del 21 con interessamento periferico e centrale; trisomia 13-15; trisomia del 18) Classificazione delle Minorazioni Uditive: Sordità infantili Forme sindromiche: Apparato cardiovascolare, Apparato muscolo-scheletrico, Occhio, Cute, Rene, Sistema nervoso centrale, Tiroide, Alterazioni metaboliche Classificazione delle Minorazioni Uditive: Sordità infantili Acquisite: Prenatali Infettive (rosolia, toxo, CMV, HV, lue, HIV, ecc.) Tossiche esogene (alcool, radiazioni, farmaci ototossici, droghe, antistaminici, ecc.) Tossiche endogene (diabete, insufficienza renale, ipotiroidismo,ecc.) Perinatali Ipossia neonatale (cause materne, placentari, fetali, traumatiche) Ittero neonatale (eritroblastosi, danno epatocellulare, ecc.) Prematurità Postnatali Infettive (meningite, parotite, morbillo, ecc.) Tossiche (come per prenatali e per adulti) Traumatiche Colesteatoma congenito Classificazione delle Minorazioni Uditive: Eziologia Congenite: Come per le Sordità Infantili Acquisite: Infiammatorie/Infettive (disfunzionali, batteriche, virali, micotiche, loro complicanze, ecc.) Traumatiche (traumi meccanici, pressori e acustici) Tossiche Endogene (diabete, epatopatie, distiroidismo, insufficienza renale,ecc.) Esogene (aminoglicosidi, ASA, diuretici,antineoplastici, nicotina, solventi, CO, ecc.) Degenerative (vascolare, involutiva senile, neuro-vascolare, neurodegenerative, osteodistrofiche, autoimmuni, secondarie a processi infettivi, ecc.) Neoplastiche Classificazione delle Minorazioni Uditive: Decorso Temporanee Improvvise Stabili Fluttuanti Progressivamente ingravescenti Classificazione delle Minorazioni Uditive: Un corretto inquadramento nosologico ai fini della valutazione della reale disabilità uditiva e dei conseguenti atteggiamenti comunicativi e didattici deve considerare tutti gli elementi oggetto delle classificazioni, nonché la bilateralità. Minorazioni Uditive: Test utilizzati Esame Otoemissioni Acustiche Impedenzometria Potenziali Evocati Acustici (ABR, EchoG, ASSR, etc.) Osservazioni Comportamentali (BOA) Reattometria Boel Test Riflessi Condizionati (COR) Rinforzo Visivo (VRA) Peep-show (Play Audiometria) Audiometria tonale Test di percezione verbale Audiometria vocale 0-6 mm 6-9 mm 9-24 mm 3-5 aa >5 aa Adulti X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Minorazioni Uditive: Strategia di trattamento - Trattamento medico e/o chirurgico se possibile - Protesizzazione acustica - Terapia abilitativa e riabilitativa - Sussidi per audiolesi - Bisogni Educativi Speciali negli audiolesi - Didattica specifica Minorazioni Uditive: Protesizzazione acustica - Indicata quando una minorazione uditiva, non risolvibile altrimenti, determina per epoca di insorgenza, gravità o durata una disabilità comunicativa. - La protesizzazione deve mantenere attivo il circuito comunicativo audioverbale (feed-back, memoria uditiva, ecc.). - Nei bambini e nei soggetti in età scolare, fondamentale importanza rivestono anche la precocità di intervento, il corretto adattamento protesico e la terapia riabilitativa logopedica. - Anche le ipoacusie lievi-medie persitenti nel tempo e non altrimenti risolvibili assumono interesse protesico nei bambini e nell'età scolare. - L'efficacia comunicativa della protesizzazione (discriminazione verbale) è funzione sia della gravità e della tipologia della ipoacusia, che delle modalità di protesizzazione (tipo di protesi, epoca di inizio, ecc.) e della terapia riabilitativa. - Le anacusie non possono essere protesizzate con apparecchi “tradizionali”. Minorazioni Uditive: Protesizzazione acustica La protesi acustica è un sistema elettronico di amplificazione e condizionamento dell'energia sonora ambientale. Microfono Elaboratore e Amplificatore Trasduttore Minorazioni Uditive: Protesizzazione acustica Amplificatore Microfono Analogiche monocanale Analogiche multicanale Semidigitali Digitali multicanale Microfono omnidirezionale Microfono unidirezionale Doppio microfono Protesi per Via Ossea (ad archetto, ad occhiale) Protesi per Via Aerea a scatola retroauricolari endoaurali Protesi a Trasduzione Elettrica ancoraggio osseo (poco usate) “impiantabili” Impianto cocleare Impianto al tronco (poco usato) Minorazioni Uditive: Strategie Protesiche - La protesizzazione acustica per Via Aerea è sempre preferibile a quella per Via Ossea quando le condizioni anatomiche dell'orecchio esterno e medio lo consentono (assenza di malformazioni o processi infiammatori cronici). - La protesizzazione per Via Ossea non è comunque utile se la perdita uditiva per conduzione ossea è superiore a 40-45 dB. - Nelle ipoacusie simmetriche la protesizzazione deve essere bilaterale. - Nelle ipoacusie asimmetriche è preferibile comunque attuare una protesizzazione bilaterale. - La taratura della protesi deve essere individualizzata sul paziente e sul tipo di ipoacusia (talora anche in fasi successive). - La protesizzazione deve essere accompagnata da terapia logopedica soprattutto nel bambino (tempestività e precocità diagnosi) e comunque alla prima protesizzazione nel pre-verbale. - Opportune frequenti verifiche sia della funzionalità protesica che della sua efficienza in termini di soglia tonale e discriminazione vocale. Minorazioni Uditive: Protesi per Conduzione Ossea Protesi ad archetto Protesi ad archetto Minorazioni Uditive: Protesi per Conduzione Aerea Protesi “a scatola” Protesi retroauricolari (BTE) Minorazioni Uditive: Protesi Retroauricolari (BTE) Minorazioni Uditive: Protesi Endoauricolari (ITE) Minorazioni Uditive: Impianto Cocleare Protesi impiantata chirurgicamente che consente la stimolazione elettrica delle terminazioni nervose a livello cocleare (in prossimità del modiolo). Minorazioni Uditive: Impianto Cocleare Minorazioni Uditive: Impianto Cocleare Indicazioni: Ipoacusie neurosensoriali bilaterali di grave entità che non trovano giovamento da una adeguata protesizzazione e riabilitazione di tipo tradizionale. Pre-requisiti: strutture cocleari presenti e pervie, nervo acustico presente e funzionante. Valutazione pre-impianto: Valutazione oto-audiologica completa, Valutazione logopedica, Valutazione radiologica (TAC e RMN), Valutazione neurologica e psicologica, Test al promontorio, Valutazione chirurgica. Età di impianto: da 18-24 mesi in poi. Possibili impianti precoci in caso di sordità postmeningitica. L'impianto nell'adulto pre-verbale non è unanimemente condiviso. Post-intervento: attivazione dell'impianto a distanza di circa 1 mese dall'intervento, frequenti controlli per la “mappatura” degli elettrodi, riabilitazione logopedica intensa e specifica. Risultati: La soglia uditiva nell'orecchio impiantato è solitamente di circa 40 dB HL. La discriminazione vocale è solitamente migliore nelle sordità post-verbali e comunque è fortemente influenzata da una valida terapia logopedica e dal settaggio individuale dell'apparecchio. Strategie didattiche: favorire le condizioni di miglior utilizzo protesico, stretta collaborazione insegnante - riabilitatore (verifica comprensione linguaggio parlato). Tutte le varie fasi di un Impianto Cocleare sono in totale convenzione con il SSN. Minorazioni Uditive: Sussidi tecnici Telecomandi Sistemi FM Minorazioni Uditive: Sussidi tecnici Sistemi FM Sistemi Bluetooth Minorazioni Uditive: Sussidi tecnici Sistemi individuali “ad induzione” Sistemi ambientali “ad induzione” Minorazioni Uditive: Altri sussidi tecnici - Telefoni amplificati e/o a conduzione ossea - Avvisatori visivi o vibratori - Comunicatori - Dispositivi Telefonici per Sordi Minorazioni Uditive: Terapia (Ri)abilitativa La strategia (ri)abilitativa scelta influenza direttamente i processi pedagogici, educativi e didattici. L’insegnante deve adattare la propria prassi didattica alle peculiari esigenze comunicative dell' audioleso (non viceversa) al fine di sviluppare e maturare tutte le potenzialità della persona sorda con tutti gli strumenti ad esse funzionali. - Metodi educativi oralisti - Metodi educativi visivo-gestuali - Metodi educativi misti: Bimodale Bilinguale La tecnologia informatica consente indipendentemente dalla strategia utilizzata di migliorare la qualità del messaggio ricevuto favorendo lo sviluppo linguistico e cognitivo, riducendo l'handicap Minorazioni Uditive: Metodi educativi Metodi oralisti: Basati sull'utilizzo del canale uditivo per l'acquisizione delle competenze comunicative, linguistiche, lessicali e cognitive. Importante l'integrazione con la lettura labiale. Utilizza il canale preferenziale della funzione uditiva. Metodica su cui si basa la scelta dell'integrazione scolastica per gli audiolesi. Basati su diagnosi, protesizzazione e terapia logopedica precoci. E' escluso l'utilizzo di comunicazioni e linguaggi gestuali. L'acquisizione del linguaggio orale può essere più lento di quello gestuale. Se non adeguatamente strutturati possono condurre a privilegiare l'aspetto produttivo su quello cognitivo. Metodi gestuali: Utilizzano esclusivamente la mimica gestuale e facciale. Metodica su cui si basa la scelta fatta in alcuni paesi di privilegiare la costituzione di classi speciali per sordi. Il canale visivo e l'utilizzo di linguaggi specifici non consente di sfuttare residui uditivi e protesici. Talora sono stati considerati come discriminatori nei confronti anche dell'inserimento sociale. Minorazioni Uditive: Metodi educativi Metodi misti: Basati sull'utilizzo di tutti i canali informativi e comunicativi che il soggetto audioleso può utilizzare in funzione sia della gravità e delle altre caratteristiche cliniche della sua patologia sia da altre caratteristiche individuali (efficacia della metodica oralista, ambiente socio-culturale, familiare e didattico, caratteristiche individuali del soggetto, etc.). L'equilibrio fra i vari canali comunicativi deve essere sempre individualizzato. Metodi bimodali: L'obiettivo resta comunque il raggiungimento di una competenza della lingua scritta e parlata il più vicino possibile a quella di un soggetto normale; tuttavia la modalità gestuale viene utilizzata per chiarire e supportare (soprattutto nella prima fase di apprendimento) l'informazione giunta in modo non adeguato attraverso il canale uditivo. La struttura grammaticale e sintattica resta quella dell'italiano; si utilizza l'italiano segnato (IS) o l'italiano segnato esatto (ISE). Metodi bilinguali: Prevede di utilizzare contemporaneamente sia l'informazione che giunge dalla lingua parlata che da quella dei segni (LIS) in funzione delle attitudini, capacità e contesti ambientali in cui il soggetto audioleso deve comunicare. Minorazioni Uditive: Alfabeto manuale Dattilologia Rappresentazione manuale delle lettere che compongono una parola scritta o parlata. Viene utilizzata per comunicare nomi propri o parole straniere. Viene eseguita con una sola mano all'altezza del collo del segnante. Per alcuni nomi propri di uso frequente nella LIS si utilizzano segni convenzionali. Vecchio Nuovo Minorazioni Uditive: Lingua Italiana dei Segni LIS - E' una lingua autonoma rispetto all'italiano scritto e parlato con proprie regole grammaticali e sintattiche. - E' diversa da altre lingue dei segni quali quella americana (ALS), inglese (BLS) o francese (LSF). - Sono presenti anche varianti regionali o di area. - E' un linguaggio visivo-gestuale (messaggio espresso dal corpo e percepito dal canale visivo) formato da segni (e non gesti) eseguiti da una o entrambe le mani con l'ausilio anche della mimica facciale a ciascuno dei quali è associato uno o più significati. - Ogni segno è caratterizzato da quattro componenti manuali: configurazione: la forma della mano o delle mani orientamento: posizione del palmo delle mani luogo: posizione nello spazio attorno al segnante movimento: direzione, velocità, ripetitività - I segni così generati costituiscono il vocabolario LIS. - Vi sono anche componenti non manuali necessarie per il costrutto sintattico: espressione facciale postura Minorazioni Uditive: Lingua Italiana dei Segni LIS Alcune delle differenze principali con la lingua italiana: - E' talora possibile articolare due segni contemporaneamente con le due mani; - Assenza di articoli; - La costruzione sintattica più comune è soggetto-oggetto-verbo; - I verbi non si coniugano in base al tempo, ma devono concordare con il soggetto e spesso anche con l'oggetto; - Esistono forme pronominali riferibili a 2, 3, 4 e 5 persone; - La mimica facciale viene utilizzata per formulare frasi interrogative (aperte o chiuse), esclamative, imperative, relative e negative (in aggiunta alla componente gestuale); - Esistono segni diversi per i diversi significati di una stessa parola; - Per alcuni verbi è possibile omettere i pronomi personali Minorazioni Uditive: Lingua Italiana dei Segni LIS configurazione luogo crescita orientamento movimento Mamma crescere Minorazioni Uditive: Lingua Italiana dei Segni LIS Le variazioni grammaticali si esprimono con cambiamenti del luogo e dei movimenti Città (singolare) Città (plurale) Ti regalo Mi regali Il movimento lunga una linea ideale che parte dalla spalla del segnante, detta “del tempo”, determina la differenza fra passato, presente e futuro. Il plurale si esprime con la ripetizione del gesto o con lo spostamento del luogo Per alcuni verbi il cambiamento della direzione di esecuzione determina il cambiamento del soggetto Minorazioni Uditive: Lingua Italiana dei Segni LIS Le componenti non gestuali vengono utilizzate per gestire variazioni sintattiche. Esempio: Io vado al cinema affermativa negativa Imperativa (soggetto tu) Interrogativa chiusa Minorazioni Uditive: Lingua Italiana dei Segni LIS Alcuni esempi di parole e frasi LIS in un progetto didattico (FabuLIS) realizzato in una scuola primaria milanese (www.bonavitacola.net/fabulis). Animali Camera da letto Cane Casa Chi? Come? Cosa? Cucina Dove? Famiglia Fratello Gatto Grazie (Mi) Grazie (Rm) Mamma Marito Moglie Papà Quale? Quanto? Sorella Minorazioni Uditive: Lingua Italiana dei Segni LIS Demo del software BlueSign nato come simulatore di traduzione simultanea in LIS (bluesign.dii.unisi.it) Minorazioni Uditive: Lingua Italiana dei Segni LIS Dizionari LIS: euslis.eurac.edu www.dizlis.it Grammatica: michelebrunelli.interfree.it/LISgrammarRestrRel.html Bibliografia: www.istc.cnr.it/mostralis/docs/biblis.pdf Minorazioni Uditive: Software a sussidio della didattica - La diffusione, il perfezionamento e la maggiore facilità di accesso alle tecnologie di elaborazione dei dati ha consentito il passaggio dall'Informatica alla ICT (Information & Communication Technology) determinando in ambito didattico sostanziale miglioramento delle possibilità educative nei confronti di tutti i discenti anche se con minorazioni uditive. - La multimedialità consente lo sfruttamento contemporaneo dei canali informativi visivi ed acustici sia ai normoudenti che agli audiolesi e rende più semplice la fruizione bilinguale del contenuto anche nei suggetti con gravi sordità che non riescono ad utilizzare efficacemente solo il canale acustico. - L'hardware richiesto è sostanzialmente quello già utilizzato di base. - La fruizione del contenuto iconico/visivo deve essere consentito anche a tutta la classe (lavagna luminosa, televisore o videoproiettore, etc.). Minorazioni Uditive: Sussidi alla didattica - Software didattico rivolto sia a studenti audiolesi che normoacusici (apprendimento e comprensione della lettura, matematica ed altre materie scientifiche, consultazione di enciclopedie e dizionari, ecc.). - Software didattico progettato specificamente per soggetti audiolesi, ma fruibile anche dai normoacusici: “Il castello delle fiabe”, “Lettura”, “Carotino”, ”Un picnic tutto pazzo”, “La storia di Nuvolina”, “Fabulis”, “Gli animali della savana”, “Sette poesie in LIS”, “ARI-LAB2”, “ELSE”, Dizionari LIS (Eulis, Dizlis, Multidiz), etc. - Software destinato alla riabilitazione oralista dell'audioleso: “SpeechViewer”, “Vantage”, “Ricerca e Componi”, “Giochiamo con le immagini”, ecc. - Software in ambiente “autore” che consentono lo sviluppo di ipertesti multimediali, esercizi, giochi e la preparazione di unità didattiche ipertestuali: “Autore Junior”, “Amico Web”, “ADA”, “Bliss tutor multimediale”, “Ebooks Writer”, altri software di progettazione di pagine Web , etc. - Software di supporto per la presentazione delle lezioni: “PowerPoint”, “OpenOffice Impress”, etc. Minorazioni Uditive: Sussidi alla didattica - Software di riconoscimento vocale da utilizzare per la sottotitolatura e la dettatura: software a corredo del sistema operativo Windows, “Progetto Voice”, “Dragon Naturally Speaking”, “Xvoice”, “ViaVoice”, “HTK”, “Math Talk”, etc. - Software per la 'traduzione' in LIS: BlueSign. - Materiale educativo su supporti informatici che consentano oltre alla multimedialità anche la sottotitolatura o la disponibilità della trascrizione del testo (DVD). - Connessione Internet. - Lavagna luminosa e/o episcopio (a videocamera). - Videoproiettore o televisore ad ampio schermo. Essediquadro: sd2.itd.cnr.it/BDSindex.php Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica Logistica: - Aula: dimensioni limitate, buon isolamento acustico, illuminazione diffusa e mai controluce o ombre sul volto del docente, posizione centrale dell'insegnate, lavagne e schermi di proiezione anch'essi concentrati nell'area visiva centrale, allievi audiolesi posizionati di fronte al docente e possibilmente a distanza non superiore a 1,5 – 2 metri. - Sussidi tecnici: protesi, trasmettitori FM (o circuiti ad induzione), lavagna luminosa e/o episcopio (se possibile a telecamera), televisore o videoproiettore, lettore di supporti multimediali (DVD), computer con accesso ad internet. Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica Comportamenti generali: - Accertarsi che l'alunno audioleso abbia l'attenzione rivolta verso il docente. - Disporsi frontalmente rispetto all'audioleso per favorirne la lettura labiale. - Evitare tutto ciò che la ostacoli durante la spiegazione (voltarsi, porsi in controluce o in ombra, deambulare eccessivamente, mascherare parzialmente le labbra con microfoni, barba e baffi voluminosi). - Disciplinare le conversazioni di gruppo ponendosi in tal caso in cerchio. - Parlare con buona scansione delle parole, utilizzando un ritmo di eloquenza regolare al fine di non alterare l'articolazione vocale e labiale. - Non alzare la voce, né enfatizzare i movimenti delle labbra. - Utilizzare un linguaggio più accessibile ed ove possibile utilizzare diverse costruzioni per esplicitare lo stesso concetto. Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica Comportamenti generali: - Accertarsi che l'alunno audioleso abbia l'attenzione rivolta verso il docente. - Disporsi frontalmente rispetto all'audioleso per favorirne la lettura labiale. - Evitare tutto ciò che la ostacoli durante la spiegazione (voltarsi, porsi in controluce o in ombra, deambulare eccessivamente, mascherare parzialmente le labbra con microfoni, barba e baffi voluminosi). - Disciplinare le conversazioni di gruppo ponendosi in tal caso in cerchio. - Parlare con buona scansione delle parole, utilizzando un ritmo di eloquenza regolare al fine di non alterare l'articolazione vocale e labiale. - Non alzare la voce, né enfatizzare i movimenti delle labbra. - Utilizzare un linguaggio più accessibile ed ove possibile utilizzare diverse costruzioni per esplicitare lo stesso concetto. - Scegliere il lessico piùaccuratamente. - Evitare l'uso troppo frequente di frasi subordinate. - Spiegare all'audioleso tutto ciò che avviene in classe, anche in sua assenza, al fine di migliorarne l'integrazione. Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica Situazione dell'alunno Apprendimento rallentato Deprivazioni socio-culturali Handicap motori e sensoriali Handicap intellettivi Adattamento della programmazione Nessuna riduzione degli obiettivi complessivi Interventi di recupero e sostegno Attività di gruppo Differenziazione della scansione del tempo Nessuna riduzione degli obiettivi complessivi Differenziazione delle tappe Differenziazione della metodologia Nessuna riduzione dei traguardi generali Riduzione degli obiettivi specifici Differenziazione degli aspetti strumentali Sussidi audiovisivi ed informatici Riduzione degli obiettivi Sostituzione dei contenuti disciplinari Tempi di intervento rallentati Obiettivi formativi adattati alle varie situazioni Adattamento delle istruzioni che accompagnano il DM 5 maggio 1993, istitutivo della scheda di valutazione per la scuola media di primo grado. Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica Per favorire l’apprendimento dell’alunno non udente sono opportuni interventi che, senza modificare gli obiettivi generali del piano di lavoro, prevedano la semplificazione degli obiettivi didattici specifici e dei contenuti; ma soprattutto, facciano ricorso a una ampia gamma di modelli di rappresentazione (esperienze attive, esemplificazioni, immagini, oltre al linguaggio parlato e scritto) e a tecnologie multimediali e informatiche. Per garantire la sua integrazione scolastica, è importante organizzare un ambiente classe in cui la comunicazione avvenga in contesti stimolanti e animati; sia riferita a situazioni reali e pertinenti; sia caratterizzata da pluralità di lingue e modalità comunicative (lingua verbale e scritta, lingua dei segni o italiano segnato esatto, dattilologia e lettura labiale), da diversi strumenti tecnologici e tipi di testo (libri, riviste, fumetti, enciclopedie, pubblicità, ecc.); sia espressione di diverse modalità di organizzazione del lavoro (individuale, in gruppi, collettivo). Cattaneo P.(1997), Handicap e scuola elementare. Progettare l’integrazione, La Scuola, Brescia; in particolare, per il deficit uditivo, le pp. 107-112 Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica È indispensabile avviare l’alunno sordo: ● alla sistemazione concettuale ● alla visione prospettica ● alla riflessione ● all’astrazione e alla generalizzazione ● alla assunzione di responsabilità ● alla valutazione in base alle sue variabili personali Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica Gli insegnanti curricolari e di sostegno devono mettere in atto alcune strategie utili a creare le condizioni per una buona comunicazione in classe. Pur se preferibile la metodica didattica oralista, è opportuno accettare che il bambino non udente in talune circostanze possa esprimersi anche attraverso la lingua dei segni, sia per favorire le sue possibilità espressive e il rispetto della sua identità culturale, sia nella consapevolezza che tale codice interviene a "disambiguare" il codice orale. Ciò comporta la necessittà che i docenti conoscano i principi della LIS (oppure pretendano la presenza in classe di un educatore segnante), e che si dispongano a farla imparare anche agli altri bambini. L'intervento a scuola di una logopedista e di un esperto di lingua dei segni (operatore sordo), può essere richiesto attraverso accordi di programma ed attività socio-educative tra servizi scolastici, sanitari e socio-assistenziali, stipulati da enti locali, organi scolastici ed unità sanitarie locali, nell'ambito delle rispettive competenze ( L. n° 104 del 1992 , L. n° 142 del 8/6/1990 e DPR del 24/2/94) Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica - Le Unità Didattiche, rispetto ad ogni disciplina, dovrebbero essere concordate preventivamente fra insegnanti curriculari, di sostegno ed eventuali altre figure educative presenti, tenendo in considerazione le specifiche competenze linguistiche e culturali del soggetto audioleso. - E' opportuno che l'insegnante prepari anticipatamente uno schema di flusso delle lezioni (talora ipertesti multimediali) evidenziando gli aggiornamenti cognitivi e di glossario introdotti. - Tale schema, oltre che essere disponibile durante la lezione, dovrebbe poter essere anticipato allo studente audioleso anche tramite gli insegnanti di sostegno e le eventuali altre figure educative presenti al fine di migliorare l'attenzione e la partecipazione alla vita di classe. - Gli argomenti ed i testi dovrebbero essere spiegati facendo uso sia della modalità verbale che di quella grafico-visiva, multimediale e talora anche gestuale. - Se necessario potrà essere opportuno adattare i testi, semplificandoli, alle capacità dell'allievo. Minorazioni Uditive: Organizzazione didattica - Nella strategia didattica attraverso la valorizzazione del vissuto bisognerà raggiungere gradualmente un passaggio dall'attivo all'iconico, al simbolico per arrivare all'apprendimento significativo. - Per quanto riguarda il momento valutativo nell'audioleso bisogna far ricorso a vari linguaggi preferendo le verifiche di tipo scritto ad architettura chiusa (questionario a risposte multiple, “cruciverba”, etc.) e quindi quelle variamente articolate nella forma espressiva. - Utilizzo dell'episcopio nella correzione dei compiti per favorire l'interazione con l'audioleso e favorire la comprensione degli errori. Minorazioni Uditive: Bisogni Educativi Speciali Un bambino con Bisogni Educativi Speciali è quello che: “ha una difficoltà di apprendimento che richiede interventi di educazione speciale”. Education Act UK, 1996 Nei Bisogni Educativi Speciali… “…si trovano difficoltà di apprendimento generali e specifiche, difficoltà comportamentali, emozionali e sociali, difficoltà di comunicazione e di interazione, difficoltà di linguaggio, disturbi dello spettro autistico, difficoltà sensoriali e motorie, minorazioni uditive, minorazioni visive, altre difficoltà fisiche e mediche”. (Department for Education and Skills, 2001, p. 45) Special Educational Needs and Disability Act UK, 2001- Code of Practice 2001/2 Minorazioni Uditive: Bisogni Educativi Speciali “Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, espressa in un funzionamento problematico (come risultato dell’interazione dei vari ambiti della salute secondo il modello ICF dell’OMS), che risulta tale anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata”. www.darioianes.it