LABORATORIO PER LE
MINORAZIONI UDITIVE
Sede di
LECCE
a.a. 2008/09 – II Edizione
Calendario delle lezioni:
Ven 26/03/2010 ore 17:10
Mer 31/03/2010 ore 14:30
Mer 07/04/2010 ore 14:30
Orario di ricevimento:
30' prima delle lezioni o previo accordo
Valutazione finale:
requisito della frequenza; elementi complessivi rilevati
durante il corso; attività on-line e lavoro finale (tesina, unità
didattica, ecc.)
Materiale di supporto
[email protected]
Obiettivi del corso:
Fornire nozioni teorico/cliniche circa le varie tipologie di
disabilità uditiva ed adeguate conoscenze circa le correlazioni
fra di esse e le alterazioni comunicative del canale audioverbale, consentendone l'utilizzo pratico al fine di
ottimizzare il rapporto comunicativo con il soggetto
audioleso e sfruttarne al meglio le potenzialità in ambito
didattico.
Programma del corso:
- Menomazione e disabilità; ambiti, modalità e tempistica di
intervento.
- Le funzioni uditive e la comunicazione; il canale
comunicativo audio-verbale ed il suo sviluppo; i canali
comunicativi accessori.
- Epidemiologia della disabilità uditiva; cenni di acustica
relativi alla comunicazione; cenni di anatomia e fisiologia
uditiva.
- Tipologie di minorazione uditiva in funzione della sede,
causa ed epoca di insorgenza, della gravità, dei canali
comunicativi utilizzati ed utilizzabili, delle strategie
comunicative e/o didattiche, oralismo e lingua dei segni.
- Minorazioni uditive associate; Sussidi terapeutici e tecnici
per disabili uditivi.
Disabilità secondo International
Classification of Impairments,
Disabilities and Handicaps ICIDH del 1980
International Classification of
Functioning, Disability and
Health – ICF 2002
Eliminazione barriere
- D.L. 503 del 24 luglio 1996: ....”la mancanza di accorgimenti e
segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei
luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque ed in particolare per i non
vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.”
- Dichiarazione dei diritti delle persone con minorazioni uditive
(UNESCO, 1991).
Competenze
mediche
Competenze
didattiche
Competenze
riabilitative e
protesiche
Competenze
mediche
Competenze
didattiche
Competenze
riabilitative e
protesiche
1) Conoscenza anatomo-fisiologia dell'udito e delle sue alterazioni.
2) Conoscenza dei percorsi riabilitativi e protesici.
3) Conoscenza delle specifiche esigenze comunicative e dei sussidi per
l'audioleso.
4) Gestione della didattica nell'audioleso ed integrazione
Epidemiologia delle
minorazioni uditive
- Secondo l'OMS la minorazione uditiva è una “malattia sociale” ed è al 4°
posto per incidenza dopo le malattie mentali, quelle reumatiche, quelle
cardiovascolari e prima delle malattie visive.
- Si calcola che nel mondo 1 persona su 1000 sia affetta sordità bilaterale
profonda (circa 5 milioni) di cui circa la metà sarebbe rappresentata da
bambini, ragazzi e giovani adulti.
- Vi sarebbero circa 180 milioni di individui nel mondo affetti da
ipoacusia parziale in grado di alterare i meccanismi comunicativi.
- Secondo l'ISTAT il deficit comunicativo su base uditiva interesserebbe
lo 0.4% dei bambini di età inferiore a 10 anni, e salirebbe
complessivamente a circa il 7.4% nei ragazzi e negli adulti e ad oltre il
33% negli anziani.
- Secondo uno studio epidemiologico multicentrico italiano i soggetti di
età inferiore a 20 anni con minorazione uditiva bilaterale di grado medio
sarebbero non meno dell'1.3% della popolazione.
Funzioni dell'udito:
1) FUNZIONE D'ALLARME
2) FUNZIONE DI ORIENTAMENTO SPAZIALE
3) FUNZIONE PRIMARIA DI PRESENZA
NELL'AMBIENTE
4) FUNZIONE COMUNICATIVA
FUNZIONE D'ALLARME
- E' presente sin dalla nascita;
- Si manifesta come reazione “involontaria” verso suoni intensi;
- Può essere parzialmente modulata da fenomeni adattivi ambientali.
FUNZIONE DI
ORIENTAMENTO
SPAZIALE
- Compare attorno al 5° mese di vita;
- E' resa possibile dalla condizione di Udito Binaurale;
- L'udito binaurale migliora talune performance uditive in condizioni di
stress acustico (localizzazione della fonte del messaggio in ambiente
rumoroso), ma determina solo un modestissimo miglioramento della
soglia uditiva (4-5 dB);
- Il soggetto con minorazione uditiva anche profonda, ma
esclusivamente monoaurale (parotite, morbillo, ecc.) ha un udito
normale da un punto di vista sociale e comunicativo;
- La reale disabilità uditiva è correlata all'entità della minorazione
uditiva nell'orecchio migliore.
FUNZIONE PRIMARIA
DI PRESENZA
NELL'AMBIENTE
- Costituisce uno dei due principali canali (l'altro è quello visivo) con
cui il soggetto percepisce di essere integrato in un flusso di
informazioni ambientali ed esterne a sè.
- Il canale tattile fornisce informazioni solo sull'ambiente che circonda
più da vicino il soggetto.
- La funzione primaria consente di spiegare le priorità dei canali
riabilitativi o comunque utilizzabili nel soggetto con minorazione
uditiva.
FUNZIONE
COMUNICATIVA
- Comincia a svilupparsi a partire dal 6° mese di vita.
- Funzione importantissima da un punto di vista sociale in quanto
consente l'acquisizione del linguaggio nell'ambito della
comunicazione audio-verbale.
- Consente l'associazione fra segnale sonoro e significato (funzione
informativa).
- Consente il corretto funzionamento del meccanismo di feedback per lo
sviluppo e controllo del linguaggio verbale.
- “Sordomutismo” come alterazione profonda della funzione
comunicativa in fase pre-verbale.
COMUNICAZIONE
- Modalità comportamentale che gli esseri viventi adottano per effetto di
una pulsione innata alla socializzazione.
- Comunicare vuol dire ricevere, elaborare e produrre segnali in grado
di influenzare il proprio o l'altrui comportamento.
- La comunicazione umana comprende la comunicazione non verbale
(visiva, tattile, mimica, ecc.) e la comunicazione verbale (circuito
comunicativo acustico: fonemi, parole, frasi, espressività).
COMUNICAZIONE:
Circuito Audio-verbale
Messaggio Verbale
Emissione
Produzione
Minorazione uditiva
Ricezione
Percezione
Fase di codifica o
produttiva
Elaborazione
Programmazione
Fase di decodifica o
impressiva
Interpretazione
Comprensione
COMUNICAZIONE:
Sviluppo del linguaggio
Vocalizzo
sino 4 mesi
Lallazione
4 – 12 mesi
Prime parole
12 mesi
Produzione di suoni priva di valore
referenziale, non correlata con la lingua
materna. Inizialmente solo attività
muscolare, successivamente (feed-back)
comunicazione con adulti e uso strutture
sovrasegmentarie (tono, ecc.)
Produzione reiterata di coppie di fonemi. Il
feed-back uditivo consente un controllo più
articolato (autorinforzo) dello schema
percettivo-motorio. Fase presente anche
negli audiolesi, ma in mancanza di feedback si esaurisce rapidamente.
Produzione intenzionale di combinazioni di
fonemi a valore semantico. Il feed-back
controlla l'affinamento dei meccanismi
fonatori. Sostantivi, verbi, aggettivi,
pronomi.
COMUNICAZIONE:
Sviluppo del linguaggio
Olofrasi
Frasi 2 parole
12 - 20 mesi
20 – 24 mesi
Frase contratta
2 – 3 anni
Frase strutturata
3 – 5 anni
> 5 anni
Parole singole che agiscono grammaticalmente
e semanticamente come frasi. Inizia l'intento
comunicativo. Manca ancora la
differenziazione concettuale.
Tentativi di imitazione, semplificazione e
riproduzione del linguaggio percepito da adulti
(feed-back). 2 sostantivi o sostantivo e verbo.
Mancano articoli, verbi ausiliari, avverbi,
plurali. Feed-back + sviluppo psicofisico e
cognitivo (sino a 1500 parole conosciute).
Socializzazione del linguaggio. Compaiono
frasi imperative e interrogative. Negazione
espressa con “no”. Ultima fase del periodo
critico con massima plasticità neurofunzionale.
Feed-back necessario per controllo
comunicativo, arricchimento cognitivo,
rafforzo della memoria uditiva.
Anatomia funzionale
Orecchio esterno
Martello Incudine
Apparato
vestibolare
Nervo acustico
Staffa
Condotto uditivo
esterno
Padiglione
Auricolare
Orecchio interno
e
Coclea
Tuba uditiva
Membrana
Timpanica
Orecchio medio
Anatomia:
Padiglione auricolare
Anatomia:
Membrana Timpanica
Anatomia funzionale:
Orecchio Medio
Anatomia funzionale:
Orecchio Interno
Anatomia funzionale
Acustica
- Per suono si intende la sensazione
(corrispettivo psicosensoriale)
evocata dall'energia acustica in
grado di stimolare l'organo
dell'udito.
- Per energia acustica si intende
quella forma di energia fisica
generata da un corpo elastico posto
in vibrazione che genera una serie
di compressioni e decompressioni
sulle molecole del mezzo
circostante (trasferimento di
energia).
- Frequenza, periodo, lunghezza
d'onda, ampiezza, fase, impedenza.
Psicoacustica
- Il corrispettivo sensoriale della frequenza è l'altezza (timbro se riferito a
componenti armoniche), misurata in Hz.
- L'udito umano è sensibile solo nel range frequenziale fra circa 20 e 16000 Hz.
- Il corrispettivo sensoriale dell'ampiezza è l'intensità, misurata in dB.
- L'udito umano è sensibile ad intensità sonore solitamente non inferiori a
2 * 10-5 N/m2 (20 µPa) sino ad intensità che possono raggiungere per talune
frequenze valori pari a 1012 il valore soglia.
- In ambito biologico, secondo la legge di Weber-Fechner, il rapporto fra pari
incrementi di sensazione e di stimolazione è di tipo logaritmico.
dB SPL = 20 log10 * (Pressione sonora effettiva / Pressione di riferimento)
- Scala da 0 dB a 120 dB SPL.
- Il range dinamico varia in funzione della frequenza (valore di riferimento = 0
dB HL).
Psicoacustica
Valore dB Energia rispetto a
riferimento
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
1
10
100
1.000
10.000
100.000
1.000.000
10.000.000
100.000.000
1.000.000.000
10.000.000.000
100.000.000.000
1.000.000.000.000
Psicoacustica
Psicoacustica
Acustica
dB SPL
Tipo di rumore o suono
0
.
30
.
50
.
65
.
90
.
110
115
>120
Minimo suono percepibile
Strada senza traffico notturna
Automobile poco rumorosa a 10 metri
Normale conversazione a 1 m di distanza
Martello pneumatico a 5 metri di distanza
Amplificatore acustico 10W a 3 metri di distanza
Martellata su lamiera a 50 cm di distanza
Aereo in decollo
Acustica
Psicoacustica
Fisiologia uditiva
Sistema Uditivo
Centrale
Orecchio
Esterno
Orecchio
Medio
Trasmissione sonora
per Via Aerea
Orecchio
Interno
Vie e Centri
Uditivi
Trasmissione sonora
per Via Ossea
Fisiologia uditiva:
Orecchio Esterno
- Funzione passiva di veicolare
l'energia acustica verso le strutture
dell'orecchio medio.
- Le caratteristiche di risonanza ed il
rapporto di superficie fra
padiglione e membrana timpanica
consentono un amplificazione
selettiva per alcune frequenze (2 6 kHz) di circa 20 dB SPL (5 + 15
dB).
- L'amplificazione varia in funzione
della localizzazione della sorgente.
- Le patologie che interessano
l'orecchio esterno rivestono ruolo
secondario nel determinare
disabilità uditiva.
Fisiologia uditiva:
Orecchio Medio
- Funzione di adattatore di
impedenza fra ambiente esterno
(aria) e orecchio interno (liquidi).
- Guadagno acustico dovuto alla
differenza di superficie fra
membrana timpanica e finestra
ovale (circa 17 dB), al meccanismo
di leva della catena ossiculare
(circa 6 dB) ed al “gioco delle
finestre” (circa 20 dB).
- Il guadagno acustico complessivo
dell'orecchio medio è di circa 40 –
45 dB.
- La meccanica dell'orecchio medio è
influenzata dai riflessi stapediali (e
del tensore del timpano).
Fisiologia uditiva:
Orecchio Medio
- La minorazione e disabilità uditiva connessa a patologie dell'orecchio
medio varia anche in funzione della durata da quasi nulla a discreta.
- La conduzione per via ossea in questi casi può ancora superare l'ostacolo.
Fisiologia uditiva:
Orecchio Interno
- Nel labirinto membranoso, posto nella
porzione cocleare del labirinto osseo, sono
poste le strutture che consentono la
trasduzione nell'energia acustico/vibratoria,
proveniente dall'orecchio medio, in impulsi
nervosi contenenti tutte le informazioni
necessarie alla codifica.
- Scala vestibolare (in rapporto con finestra
ovale), elicotrema, scala cocleare (in
rapporto con finestra rotonda), dotto
cocleare.
- A livello cocleare avvengono anche
importanti processi di codifica frequenziale e
di intensità.
Fisiologia uditiva:
Orecchio Interno
CCI
CCE
OC
Fisiologia uditiva:
Orecchio Interno
Fisiologia uditiva:
Orecchio Interno
- Durante la stimolazione sonora le
variazioni pressorie vengono
trasmesse attraverso la membrana
tectoria alle stereocilia delle Cellule
Ciliate Interne ed Esterne
determinandone l'attivazione e la
partenza dello stimolo nervoso.
- CCI prevalentemente sensoriali;
CCE prevalentemente modulatrici.
- Analisi frequenziale.
- Analisi di intensità.
Fisiologia uditiva:
Orecchio Interno
Analisi frequenziale
- Analisi frequenziale necessaria per discriminare
suoni di frequenze vicine e parole nel rumore di
fondo
- Meccanismi passivi: Tonotopismo e “Onda
Viaggiante”.
- Ogni porzione della membrana basilare risponde
preferenzialmente a determinate frequenze (la
porzione basale, più vicina all'orecchio medio,
codifica le alte frequenze, mentre la parte apicale,
più vicina all'elicotrema, risponde alle basse.
- Meccanismi passivi non sufficienti per spiegare
l'alta capacità d'analisi.
Fisiologia uditiva:
Orecchio Interno
Analisi frequenziale
- Meccanismi attivi: Sono legati alla capacità contrattile delle CCE, modulata dal
fascio olivo-cocleare efferente, che consente di “enfatizzare” la risposta della
membrana basilare nella regione stimolata e di “smorzarne” la risposta nelle
regioni immediatamente adiacenti, migliorando nel complesso l'analisi
frequenziale.
- Esiste tonotopismo anche nella distribuzione delle fibre nervose sul nervo acustico
(toni acuti all'esterno) e nelle varie stazioni di integrazione centrale sino alla
corteccia.
kHz
Meccanismo
attivo
Meccanismo
passivo
Fisiologia uditiva:
Orecchio Interno
Codifica d'intensità
- Necessaria per discriminare le diverse intensità sonore e per codificare i rapidi
cambi di intensità sonora che compongono ogni parola.
- Teoria saltatoria: Con l'aumento dell'intensità di stimolazione acustica
aumenterebbe dapprima il numero di impulsi per unità di tempo sulla fibra
nervosa corrispondente alla frequenza; successivamente verrebbero stimolate
anche le regioni (e fibre nervose) limitrofe facendo aumentare il numero di unità
attivate.
-Teoria del reclutamento: Per ogni banda di frequenza vi sarebbero unità
recettoriali (cellula + fibra) con soglia minima di stimolazione diversa. Con
l'aumentare dell'intensità di stimolazione verrebbero reclutate le unità con soglia
più alta.
- Le due teorie si integrano in quanto ogni settore della coclea ha una sensibilità
preferenziale per talune frequenze.
Fisiologia uditiva:
Orecchio Interno
- Integrazione temporale: Necessaria per analizzare segnali sonori in rapida
successione temporale come nelle parole (origine cocleare e neurale).
- Adattamento uditivo: Aumento di soglia uditiva per toni di lunga durata
(secondi), utile nel separare voce da rumore di fondo (origine neurale).
Fisiopatologia uditiva
- Nelle minorazioni uditive che interessano l'orecchio esterno e medio si ha un
deterioramento prevalentemente di tipo quantitativo (aumento di soglia uditiva con
funzioni d'analisi conservate). In questo caso l'adeguato aumento dell'energia sonora in
arrivo sulle strutture cocleari è in grado di condurre all'intellezione del segnale.
- Nelle minorazioni uditive che interessano l'orecchio interno ed il nervo acustico si ha
un deterioramento variabile sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo (aumento di
soglia uditiva con funzioni d'analisi alterate). In questo caso l'aumento dell'energia
sonora in arrivo sulle strutture cocleari può facilmente condurre a fenomeni distortivi o
di percezione di fastidio.
- Nelle “minorazioni uditive” che interessano solo le vie ed i centri di elaborazione
centrali si ha un deterioramento qualitativo ed associativo (soglia uditiva normale o
scarsamente alterata con funzioni d'analisi e di associazione sensibilmente deteriorate).
In questo caso l'aumento dell'energia sonora in arrivo sulle strutture cocleari non
fornisce solitamente ulteriori elementi informativi.
- Opportuno un adeguamento delle strategie terapeutiche, comunicative e didattiche al
tipo di minorazione uditiva che spesso può comparire in maniera composita.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
criteri
1)
Gravità
2)
Sede
3)
Caratteristiche audiometriche
4)
Epoca di insorgenza
5)
Causa
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Gravità ( O M S , 1 9 8 0 )
Fa riferimento alla riduzione di sensibilità specifica per l'energia sonora, intesa
come innalzamento della soglia uditiva per ciascuna frequenza espresso in dB
HL (per convenzione tale innalzamento verrà indicato con valori negativi
sull'audiogramma).
0 – 25 dB HL
Udito nei limiti della norma (normoacusia)
26 – 40 dB HL
Ipoacusia lieve
41 – 55 dB HL
Ipoacusia moderata
56 – 70 dB HL
Ipoacusia medio-grave
71 – 90 dB HL
Ipoacusia grave
91 – 120 dB HL
Ipoacusia profonda
assenza sensazione Anacusia
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Gravità
- La disabilità uditiva è funzione della minorazione uditiva media nel range
frequenziale della voce umana (0.5 – 2 kHz) e dell'udito residuo nell'orecchio
migliore.
- In caso di ipoacusia lieve bilaterale si avrà soltanto una modesta difficoltà nel
percepire la voce ad intensità normale in presenza di rumore o di più persone che
parlano contemporaneamente.
- In caso di ipoacusia media bilaterale la voce può essere compresa solo se ad
intensità elevata o da distanza ravvicinata e se opportunamente amplificata da protesi
acustiche. Importante comunque la “schermatura” ambientale.
- In caso di ipoacusia grave bilaterale è possibile comprendere solo parole e frasi
semplici e solo con opportuna amplificazione. I canali comunicativi accessori
divengono fondamentali.
- In caso di ipoacusia profonda bilaterale non è possibile “udire” compiutamente le
parole anche se amplificate. I canali comunicativi accessori sono indispensabili.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Gravità
- L'OMS ha calcolato che nel mondo vi sia il 10% della popolazione (610 milioni di
persone) affette da ipoacusia lieve, il 5% (305 milioni) affette da sordità moderata,
il 3% (180 milioni) affetto da ipoacusia medio-grave o grave ed lo 0.1% affetto da
sordità profonda o cofosi.
- La reale disabilità può essere aggravata dalla presenza di altra sintomatologia
uditiva e/o vestibolare (acufeni e vertigini) e dalla presenza di altri deficit dei
canali sensoriali, motori, elaborativi.
- In Italia vi sono delle Tabelle per la valutazione percentuale dell'ipoacusia in
ambito di invalidità civile (una perdita uditiva media bilaterale di circa 60 dB
corrisponde al 34% di invalidità), e delle Tabelle utilizzate in ambito assicurativo
e infortunistico per determinare il danno biologico connesso all'ipoacusia (in
queste tabelle la media viene ponderata fra le varie frequenze e vengono valutate
anche le soglie uditive a 3 e 4 kHz).
Minorazioni Uditive:
C l a s s i f i c a zi o n e A N S I : H e a r i n g
Handicap as a Function of
AHTL of Better Hear
AHTL
0-15 dB
Descrizione
Cause più
frequenti
Normale
Cosa viene
Grado di
udito senza Handicap (dopo il Probabili necessità
amplificazione
primo anno)
Tutti i suoni del parlato
Otiti, piccole perforazioni Suoni vocalici percepiti
timpaniche,
chiaramente, alcuni
timpanosclerosi, forme suoni consonantici muti
neurosensoriali
non percepiti
16-25 dB
Ipoacusia Lieve
26-40 dB
Ipoacusia Media
41-65 dB
Non percepita la
Forme neurosensoriali,
maggior parte dei suoni
Ipoacusia Moderata anomalie dell'orecchio
del linguaggio a livello di
medio, otiti croniche
conversazione
66-95 dB
Ipoacusia Grave
A livello di
Forme neurosensoriali e conversazione non
miste
viene udito alcun suono
del parlato
>96 dB
Ipoacusia Profonda
Forme neurosensoriali e
miste
Otiti, perforazioni,
timpanosclerosi
Percepite solo le voci
intense ed alcuni suoni
del parlato
Non percepito alcun
parlato o suono
Nessuno
Nessuna
Terapia medica e
Disfunzione uditiva
chirurgica, se possibile;
transitoria e talora
protesi se necessaria;
moderata; difficoltà nella
valutazione preferenziale;
percezione di alcuni suoni
training uditivo; logoterapia;
del linguaggio
labiolettura
Disfunzione
nell'apprendimento uditivo; Protesi; labiolettura; training
moderato ritardo del
uditivo; logoterapia;
linguaggio; problemi di
chirurgia se possibile
pronuncia; disattenzione
Ritardo del linguaggio;
Tutte le precedenti con la
disfunzione di
considerazione di speciali
apprendimento;
condizioni in aula
disattenzione
Grave problemi e ritardo
Tutte le precedenti con la
del linguaggio; grave
considerazione di
disfunzione di
assegnazione a classi
apprendimento;
speciali (??)
disattenzione
Come la precedente
Come la precedente
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Audiometria tonale liminare
<
X
Via ossea sn
Via aerea sn
>
o
Via ossea dx
Via aerea dx
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Sede
Ipoacusie Trasmissive
(orecchio esterno e medio)
Ipoacusie Periferiche
(organo dell'udito e nervo
acustico)
Ipoacusie
Neurosensoriali
Ipoacusie Miste
Ipoacusie Centrali
(vie uditive centrali del
troncoencefalo o corticali
del lobo temporale)
Forme cocleari
(coclea)
Forme retrococleari
(nervo acustico)
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Ipoacusie Trasmissive
- Ridotta la quantità di energia acustica trasferita all'orecchio interno;
- Innalzamento della soglia uditiva per Via Aerea con conduzione per Via Ossea
normalmente conservata (gap trasmissivo);
- In relazione alle caratteristiche funzionali dell'orecchio esterno e medio, solo
nei casi più gravi possono raggiungere entità di 50 – 60 dB HL;
- Qualora non risolvibili interamente con
terapia medica o chirurgica, rispondono
> > > >
solitamente positivamente alla terapia
protesica (le funzioni d'analisi cocleare
O O O O
sono conservate);
O
- Qualora non fosse possibile una
O
protesizzazione per Via Aerea, anche la
protesizzazione per Via Ossea consente
un recupero alla normalità comunicativa.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Ipoacusie neurosensoriali
- L'alterazione interessa le strutture di trasduzione, di codifica e di genesi
neurale della sensazione sonora;
- La conduzione per Via Aerea e per Via Ossea sono alterate allo stesso modo
(sovrapponibili);
- Riduzione del range dinamico (recluitment nelle forme cocleari);
- Fenomeni distorsivi anche per intensità submassimali (forme retrococleari);
- La gravità può variare da lieve all'anacusia;
- Non è sempre possibile separare nettamente
>O >
>
O O
la componente cocleare da quella retro>O O
cocleare;
O
- La resa della protesizzazione è funzione del
tipo e regolazione della protesi, della
gravità della ipoacusia, dell'origine,
- Le protesi per Via Ossea non indicate o
inutili.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Ipoacusie miste
- Le alterazioni interessano sia le strutture di trasmissione che quelle di
trasduzione;
- La conduzione per Via Aerea è alterata in maniera più accentuata che quella
per Via Ossea che comunque non è nella norma;
- Presenza di un gap trasmissivo in presenza di una Via Ossea alterata;
- Caratteristiche miste rispetto a ipoacusie
trasmissive e neurosensoriali;
>
- La protesizzazione andrà attentamente
> >
individualizzata e avrà tante maggiori
>
O O O O
probabilità di successo quanto
O
maggiormente conservate sono le funzioni
O
di analisi cocleare (e quindi quanto
migliore è la conduzione per Via Ossea.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Ipoacusie centrali
- Le alterazioni interessano prevalentemente i sistemi di integrazione ed
interpretazione a livello del tronco encefalo e/o corticali;
- La soglia uditiva nelle forme pure può essere pressocchè normale, ma
risultano notevolmente alterate le funzioni più complesse quali la
discriminazione vocale (il paziente sente ma non riesce a comprendere);
- L'interessamento delle strutture centrali è talora presente anche nelle
forme neurosensoriali su base degenerativa; in tal caso la caratteristica
principale è la discrepanza fra perdità della sensibilità uditiva e
deterioramento della comprensione verbale, sensibilmente più accentuato
di quanto atteso;
- Le ipoacusie centrali possono essere spesso associate altre alterazioni
neurologiche;
- Sotto il profilo comucativo e riabilitativo richiedono un approccio
multidisciplinare.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Caratteristiche aud iometriche
- Si fa riferimento all'andamento complessivo delle soglie audiometriche per
le frequenze nel range 0.125 – 8 kHz (curva audiometrica);
- Per quanto suggestive di determinate patologie, le varie curve audiometriche
non possono considerarsi assolutamente specifiche;
- La classificazione delle curve audiometriche si integra con la classificazione
per sede (trasmissiva, neurosensoriale, mista).
Curve in salita (di rigidità): Soglie per le alte frequenze migliori di quelle per
le basse.
Curve pantonali:
Soglie simili per tutto il range frequenziale.
Curve in discesa:
Soglie per le alte frequenze peggiori di quelle per
le basse.
Perdite settoriali:
Interessano solo alcune frequenze.
Curve a corda molle:
Soglie per le frequenze centrali peggiori di quelle
per le frequenze estreme.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Epoca di insorgenza
Sordità pre-verbali: Congenite o insorte entro i primi 18-24 mesi. Si
determina una precoce interruzione del circuito audio-verbale e
conseguente mancata acquisizione del linguaggio: Sordomutismo. Il
soggetto non acquisisce memoria sonora e quindi non è in grado di
associare una stimolazione sonora in qualsiasi modo veicolata ad un
significato. Il soggetto avrà scarso o nullo linguaggio parlato ed utilizzerà
per acquisire informazioni altri canali comunicativi.
Sordità post-verbali: Insorte dopo che il soggetto ha avuto modo di
acquisire e sviluppare il linguaggio verbale. Il soggetto continuerà a
parlare con un linguaggio foneticamente e sintatticamente valido per un
periodo di tempo più o meno lungo in funzione della qualità del
linguaggio precedentemente acquisito e della durata e gravità
dell'ipoacusia. Ove possibile, è opportuno sfruttare la memoria uditiva
integrando l'informazione con altri canali sensoriali.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Epoca di insorgenza
- Le sordità pre-verbali sono quelle in genere più problematiche sotto il
profilo riabilitativo, comunicativo e didattico (utilizzo di canali
comunicativi diversificati nell'ambito della stessa classe).
- Necessità di diagnosi precoce di ipoacusia (possibilmente entro i primi 6
mesi di vita) al fine di instaurare altrettanto precocemente una adeguata
terapia protesica e riabilitativa che consenta di acquisire memoria uditiva
associativa e sviluppare un certo grado di linguaggio parlato
(meccanismo di feedback comunque alterato).
- Necessità di sfruttare (protesi, ecc.), ove possibile, i residui uditivi
presenti al fine di mantenere attivo il circuito audio-verbale a tutela della
memoria uditiva e del controllo del linguaggio verbale raggiunto.
- Nelle sordità post-verbali profonde, non efficacemente protesizzabili, che
durano molto a lungo, la memoria uditiva tende ad esaurirsi (feedback
bloccato) ritornando ad una situazione analoga alle sordità pre-verbali.
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Sordità infantili
- Rappresentano circa l'1‰ dei nati vivi in Italia; l'incidenza sale al 2% se si
considerano i bambini sino a 10 anni.
- Esistono sia forme pre-verbali che post-verbali.
- In una percentuale variabile fra il 20 ed il 50% dei casi non è possibile identificare una
causa certa).
Congenite: Malformative (possono interessare tutti i distretti dell'orecchio con
risvolti diversi per l'ipoacusia)
Ereditarie o genetiche (circa 60% di tutte le sordità infantili a causa
nota; la gran parte sono autosomiche
recessive; 60% forme semplici e 40%
sindromiche; oltre 300 sindromi conosciute;
non sempre sono evidenti già alla nascita (tipo
Mondini); processi degenerativi di una o più
porzioni dell'O.I. e del O. del Corti)
Aberrazione cromosomica (trisomia del 21 con interessamento
periferico e centrale; trisomia 13-15;
trisomia del 18)
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Sordità infantili
Forme sindromiche:
Apparato cardiovascolare,
Apparato muscolo-scheletrico,
Occhio,
Cute,
Rene,
Sistema nervoso centrale,
Tiroide,
Alterazioni metaboliche
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Sordità infantili
Acquisite:
Prenatali
Infettive (rosolia, toxo, CMV, HV, lue, HIV, ecc.)
Tossiche esogene (alcool, radiazioni, farmaci
ototossici, droghe, antistaminici, ecc.)
Tossiche endogene (diabete, insufficienza
renale, ipotiroidismo,ecc.)
Perinatali
Ipossia neonatale (cause materne, placentari,
fetali, traumatiche)
Ittero neonatale (eritroblastosi, danno
epatocellulare, ecc.)
Prematurità
Postnatali Infettive (meningite, parotite, morbillo, ecc.)
Tossiche (come per prenatali e per adulti)
Traumatiche
Colesteatoma congenito
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Eziologia
Congenite:
Come per le Sordità Infantili
Acquisite:
Infiammatorie/Infettive
(disfunzionali, batteriche, virali,
micotiche, loro complicanze, ecc.)
Traumatiche (traumi meccanici, pressori e acustici)
Tossiche
Endogene (diabete, epatopatie, distiroidismo,
insufficienza renale,ecc.)
Esogene (aminoglicosidi, ASA,
diuretici,antineoplastici, nicotina,
solventi, CO, ecc.)
Degenerative (vascolare, involutiva senile, neuro-vascolare,
neurodegenerative, osteodistrofiche, autoimmuni,
secondarie a processi infettivi, ecc.)
Neoplastiche
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Decorso
Temporanee
Improvvise
Stabili
Fluttuanti
Progressivamente ingravescenti
Classificazione delle
Minorazioni Uditive:
Un corretto inquadramento nosologico ai
fini della valutazione della reale disabilità
uditiva e dei conseguenti atteggiamenti
comunicativi e didattici deve considerare
tutti gli elementi oggetto delle
classificazioni, nonché la bilateralità.
Minorazioni Uditive:
Test utilizzati
Esame
Otoemissioni Acustiche
Impedenzometria
Potenziali Evocati Acustici (ABR,
EchoG, ASSR, etc.)
Osservazioni Comportamentali
(BOA)
Reattometria
Boel Test
Riflessi Condizionati (COR)
Rinforzo Visivo (VRA)
Peep-show (Play Audiometria)
Audiometria tonale
Test di percezione verbale
Audiometria vocale
0-6 mm 6-9 mm 9-24 mm 3-5 aa >5 aa Adulti
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Minorazioni Uditive:
Strategia di trattamento
- Trattamento medico e/o chirurgico se possibile
- Protesizzazione acustica
- Terapia abilitativa e riabilitativa
- Sussidi per audiolesi
- Bisogni Educativi Speciali negli audiolesi
- Didattica specifica
Minorazioni Uditive:
Protesizzazione acustica
- Indicata quando una minorazione uditiva, non risolvibile altrimenti,
determina per epoca di insorgenza, gravità o durata una disabilità
comunicativa.
- La protesizzazione deve mantenere attivo il circuito comunicativo audioverbale (feed-back, memoria uditiva, ecc.).
- Nei bambini e nei soggetti in età scolare, fondamentale importanza
rivestono anche la precocità di intervento, il corretto adattamento protesico
e la terapia riabilitativa logopedica.
- Anche le ipoacusie lievi-medie persitenti nel tempo e non altrimenti
risolvibili assumono interesse protesico nei bambini e nell'età scolare.
- L'efficacia comunicativa della protesizzazione (discriminazione verbale) è
funzione sia della gravità e della tipologia della ipoacusia, che delle
modalità di protesizzazione (tipo di protesi, epoca di inizio, ecc.) e della
terapia riabilitativa.
- Le anacusie non possono essere protesizzate con apparecchi “tradizionali”.
Minorazioni Uditive:
Protesizzazione acustica
La protesi acustica è un sistema elettronico di amplificazione
e condizionamento dell'energia sonora ambientale.
Microfono
Elaboratore
e
Amplificatore
Trasduttore
Minorazioni Uditive:
Protesizzazione acustica
Amplificatore
Microfono
Analogiche monocanale
Analogiche multicanale
Semidigitali
Digitali multicanale
Microfono omnidirezionale
Microfono unidirezionale
Doppio microfono
Protesi per Via Ossea (ad archetto, ad occhiale)
Protesi per Via Aerea
a scatola
retroauricolari
endoaurali
Protesi a Trasduzione Elettrica
ancoraggio osseo (poco usate)
“impiantabili”
Impianto cocleare
Impianto al tronco (poco usato)
Minorazioni Uditive:
Strategie Protesiche
- La protesizzazione acustica per Via Aerea è sempre preferibile a quella per Via Ossea
quando le condizioni anatomiche dell'orecchio esterno e medio lo consentono
(assenza di malformazioni o processi infiammatori cronici).
- La protesizzazione per Via Ossea non è comunque utile se la perdita uditiva per
conduzione ossea è superiore a 40-45 dB.
- Nelle ipoacusie simmetriche la protesizzazione deve essere bilaterale.
- Nelle ipoacusie asimmetriche è preferibile comunque attuare una protesizzazione
bilaterale.
- La taratura della protesi deve essere individualizzata sul paziente e sul tipo di
ipoacusia (talora anche in fasi successive).
- La protesizzazione deve essere accompagnata da terapia logopedica soprattutto nel
bambino (tempestività e precocità diagnosi) e comunque alla prima protesizzazione
nel pre-verbale.
- Opportune frequenti verifiche sia della funzionalità protesica che della sua efficienza
in termini di soglia tonale e discriminazione vocale.
Minorazioni Uditive:
Protesi per
Conduzione Ossea
Protesi ad archetto
Protesi ad archetto
Minorazioni Uditive:
Protesi per
Conduzione Aerea
Protesi “a scatola”
Protesi
retroauricolari
(BTE)
Minorazioni Uditive:
Protesi Retroauricolari
(BTE)
Minorazioni Uditive:
Protesi Endoauricolari
(ITE)
Minorazioni Uditive:
Impianto Cocleare
Protesi impiantata chirurgicamente che consente la stimolazione elettrica delle
terminazioni nervose a livello cocleare (in prossimità del modiolo).
Minorazioni Uditive:
Impianto Cocleare
Minorazioni Uditive:
Impianto Cocleare
Indicazioni: Ipoacusie neurosensoriali bilaterali di grave entità che non trovano
giovamento da una adeguata protesizzazione e riabilitazione di tipo tradizionale.
Pre-requisiti: strutture cocleari presenti e pervie, nervo acustico presente e funzionante.
Valutazione pre-impianto: Valutazione oto-audiologica completa, Valutazione
logopedica, Valutazione radiologica (TAC e RMN), Valutazione neurologica e
psicologica, Test al promontorio, Valutazione chirurgica.
Età di impianto: da 18-24 mesi in poi. Possibili impianti precoci in caso di sordità postmeningitica. L'impianto nell'adulto pre-verbale non è unanimemente condiviso.
Post-intervento: attivazione dell'impianto a distanza di circa 1 mese dall'intervento,
frequenti controlli per la “mappatura” degli elettrodi, riabilitazione logopedica intensa e
specifica.
Risultati: La soglia uditiva nell'orecchio impiantato è solitamente di circa 40 dB HL. La
discriminazione vocale è solitamente migliore nelle sordità post-verbali e comunque è
fortemente influenzata da una valida terapia logopedica e dal settaggio individuale
dell'apparecchio.
Strategie didattiche: favorire le condizioni di miglior utilizzo protesico, stretta
collaborazione insegnante - riabilitatore (verifica comprensione linguaggio parlato).
Tutte le varie fasi di un Impianto Cocleare sono in totale convenzione con il SSN.
Minorazioni Uditive:
Sussidi tecnici
Telecomandi
Sistemi FM
Minorazioni Uditive:
Sussidi tecnici
Sistemi FM
Sistemi Bluetooth
Minorazioni Uditive:
Sussidi tecnici
Sistemi individuali
“ad induzione”
Sistemi ambientali
“ad induzione”
Minorazioni Uditive:
Altri sussidi tecnici
- Telefoni amplificati e/o a conduzione ossea
- Avvisatori visivi o vibratori
- Comunicatori
- Dispositivi Telefonici per Sordi
Minorazioni Uditive:
Terapia (Ri)abilitativa
La strategia (ri)abilitativa scelta influenza direttamente i processi pedagogici,
educativi e didattici.
L’insegnante deve adattare la propria prassi didattica alle peculiari esigenze
comunicative dell' audioleso (non viceversa) al fine di sviluppare e maturare tutte
le potenzialità della persona sorda con tutti gli strumenti ad esse funzionali.
- Metodi educativi oralisti
- Metodi educativi visivo-gestuali
- Metodi educativi misti:
Bimodale
Bilinguale
La tecnologia informatica consente indipendentemente dalla strategia utilizzata di
migliorare la qualità del messaggio ricevuto favorendo lo sviluppo linguistico e
cognitivo, riducendo l'handicap
Minorazioni Uditive:
Metodi educativi
Metodi oralisti: Basati sull'utilizzo del canale uditivo per l'acquisizione delle
competenze comunicative, linguistiche, lessicali e cognitive. Importante
l'integrazione con la lettura labiale. Utilizza il canale preferenziale della funzione
uditiva. Metodica su cui si basa la scelta dell'integrazione scolastica per gli
audiolesi. Basati su diagnosi, protesizzazione e terapia logopedica precoci. E'
escluso l'utilizzo di comunicazioni e linguaggi gestuali.
L'acquisizione del linguaggio orale può essere più lento di quello gestuale. Se non
adeguatamente strutturati possono condurre a privilegiare l'aspetto produttivo su
quello cognitivo.
Metodi gestuali: Utilizzano esclusivamente la mimica gestuale e facciale. Metodica su
cui si basa la scelta fatta in alcuni paesi di privilegiare la costituzione di classi
speciali per sordi. Il canale visivo e l'utilizzo di linguaggi specifici non consente di
sfuttare residui uditivi e protesici. Talora sono stati considerati come discriminatori
nei confronti anche dell'inserimento sociale.
Minorazioni Uditive:
Metodi educativi
Metodi misti: Basati sull'utilizzo di tutti i canali informativi e comunicativi che il
soggetto audioleso può utilizzare in funzione sia della gravità e delle altre
caratteristiche cliniche della sua patologia sia da altre caratteristiche individuali
(efficacia della metodica oralista, ambiente socio-culturale, familiare e didattico,
caratteristiche individuali del soggetto, etc.). L'equilibrio fra i vari canali
comunicativi deve essere sempre individualizzato.
Metodi bimodali: L'obiettivo resta comunque il raggiungimento di una competenza
della lingua scritta e parlata il più vicino possibile a quella di un soggetto normale;
tuttavia la modalità gestuale viene utilizzata per chiarire e supportare (soprattutto
nella prima fase di apprendimento) l'informazione giunta in modo non adeguato
attraverso il canale uditivo. La struttura grammaticale e sintattica resta quella
dell'italiano; si utilizza l'italiano segnato (IS) o l'italiano segnato esatto (ISE).
Metodi bilinguali: Prevede di utilizzare contemporaneamente sia l'informazione
che giunge dalla lingua parlata che da quella dei segni (LIS) in funzione delle
attitudini, capacità e contesti ambientali in cui il soggetto audioleso deve
comunicare.
Minorazioni Uditive:
Alfabeto manuale
Dattilologia
Rappresentazione manuale delle lettere che compongono una parola scritta o
parlata. Viene utilizzata per comunicare nomi propri o parole straniere. Viene
eseguita con una sola mano all'altezza del collo del segnante. Per alcuni nomi
propri di uso frequente nella LIS si utilizzano segni convenzionali.
Vecchio
Nuovo
Minorazioni Uditive:
Lingua Italiana dei Segni
LIS
- E' una lingua autonoma rispetto all'italiano scritto e parlato con proprie regole
grammaticali e sintattiche.
- E' diversa da altre lingue dei segni quali quella americana (ALS), inglese (BLS) o
francese (LSF).
- Sono presenti anche varianti regionali o di area.
- E' un linguaggio visivo-gestuale (messaggio espresso dal corpo e percepito dal
canale visivo) formato da segni (e non gesti) eseguiti da una o entrambe le mani con
l'ausilio anche della mimica facciale a ciascuno dei quali è associato uno o più
significati.
- Ogni segno è caratterizzato da quattro componenti manuali:
configurazione: la forma della mano o delle mani
orientamento: posizione del palmo delle mani
luogo: posizione nello spazio attorno al segnante
movimento: direzione, velocità, ripetitività
- I segni così generati costituiscono il vocabolario LIS.
- Vi sono anche componenti non manuali necessarie per il costrutto sintattico:
espressione facciale
postura
Minorazioni Uditive:
Lingua Italiana dei Segni
LIS
Alcune delle differenze principali con la lingua italiana:
- E' talora possibile articolare due segni contemporaneamente con le due mani;
- Assenza di articoli;
- La costruzione sintattica più comune è soggetto-oggetto-verbo;
- I verbi non si coniugano in base al tempo, ma devono concordare con il soggetto e
spesso anche con l'oggetto;
- Esistono forme pronominali riferibili a 2, 3, 4 e 5 persone;
- La mimica facciale viene utilizzata per formulare frasi interrogative (aperte o
chiuse), esclamative, imperative, relative e negative (in aggiunta alla componente
gestuale);
- Esistono segni diversi per i diversi significati di una stessa parola;
- Per alcuni verbi è possibile omettere i pronomi personali
Minorazioni Uditive:
Lingua Italiana dei Segni
LIS
configurazione
luogo
crescita
orientamento
movimento
Mamma
crescere
Minorazioni Uditive:
Lingua Italiana dei Segni
LIS
Le variazioni grammaticali si esprimono con cambiamenti del luogo e dei
movimenti
Città (singolare)
Città (plurale)
Ti regalo
Mi regali
Il movimento lunga una linea ideale che
parte dalla spalla del segnante, detta “del
tempo”, determina la differenza fra
passato, presente e futuro.
Il plurale si esprime con la ripetizione
del gesto o con lo spostamento del
luogo
Per alcuni verbi il cambiamento della
direzione di esecuzione determina il
cambiamento del soggetto
Minorazioni Uditive:
Lingua Italiana dei Segni
LIS
Le componenti non gestuali vengono utilizzate per gestire variazioni sintattiche.
Esempio: Io vado al cinema
affermativa
negativa
Imperativa
(soggetto tu)
Interrogativa
chiusa
Minorazioni Uditive:
Lingua Italiana dei Segni
LIS
Alcuni esempi di parole e frasi LIS in un progetto didattico (FabuLIS) realizzato in
una scuola primaria milanese (www.bonavitacola.net/fabulis).
Animali
Camera da letto
Cane
Casa
Chi?
Come?
Cosa?
Cucina
Dove?
Famiglia
Fratello
Gatto
Grazie (Mi)
Grazie (Rm)
Mamma
Marito
Moglie
Papà
Quale?
Quanto?
Sorella
Minorazioni Uditive:
Lingua Italiana dei Segni
LIS
Demo del software BlueSign nato come simulatore di traduzione simultanea in LIS
(bluesign.dii.unisi.it)
Minorazioni Uditive:
Lingua Italiana dei Segni
LIS
Dizionari LIS:
euslis.eurac.edu
www.dizlis.it
Grammatica:
michelebrunelli.interfree.it/LISgrammarRestrRel.html
Bibliografia:
www.istc.cnr.it/mostralis/docs/biblis.pdf
Minorazioni Uditive:
Software a sussidio
della didattica
- La diffusione, il perfezionamento e la maggiore facilità di accesso alle tecnologie
di elaborazione dei dati ha consentito il passaggio dall'Informatica alla ICT
(Information & Communication Technology) determinando in ambito didattico
sostanziale miglioramento delle possibilità educative nei confronti di tutti i
discenti anche se con minorazioni uditive.
- La multimedialità consente lo sfruttamento contemporaneo dei canali informativi
visivi ed acustici sia ai normoudenti che agli audiolesi e rende più semplice la
fruizione bilinguale del contenuto anche nei suggetti con gravi sordità che non
riescono ad utilizzare efficacemente solo il canale acustico.
- L'hardware richiesto è sostanzialmente quello già utilizzato di base.
- La fruizione del contenuto iconico/visivo deve essere consentito anche a tutta la
classe (lavagna luminosa, televisore o videoproiettore, etc.).
Minorazioni Uditive:
Sussidi alla didattica
- Software didattico rivolto sia a studenti audiolesi che normoacusici
(apprendimento e comprensione della lettura, matematica ed altre materie
scientifiche, consultazione di enciclopedie e dizionari, ecc.).
- Software didattico progettato specificamente per soggetti audiolesi, ma fruibile
anche dai normoacusici: “Il castello delle fiabe”, “Lettura”, “Carotino”, ”Un
picnic tutto pazzo”, “La storia di Nuvolina”, “Fabulis”, “Gli animali della
savana”, “Sette poesie in LIS”, “ARI-LAB2”, “ELSE”, Dizionari LIS (Eulis,
Dizlis, Multidiz), etc.
- Software destinato alla riabilitazione oralista dell'audioleso: “SpeechViewer”,
“Vantage”, “Ricerca e Componi”, “Giochiamo con le immagini”, ecc.
- Software in ambiente “autore” che consentono lo sviluppo di ipertesti
multimediali, esercizi, giochi e la preparazione di unità didattiche ipertestuali:
“Autore Junior”, “Amico Web”, “ADA”, “Bliss tutor multimediale”, “Ebooks
Writer”, altri software di progettazione di pagine Web , etc.
- Software di supporto per la presentazione delle lezioni: “PowerPoint”,
“OpenOffice Impress”, etc.
Minorazioni Uditive:
Sussidi alla didattica
- Software di riconoscimento vocale da utilizzare per la sottotitolatura e la
dettatura: software a corredo del sistema operativo Windows, “Progetto
Voice”, “Dragon Naturally Speaking”, “Xvoice”, “ViaVoice”, “HTK”,
“Math Talk”, etc.
- Software per la 'traduzione' in LIS: BlueSign.
- Materiale educativo su supporti informatici che consentano oltre alla
multimedialità anche la sottotitolatura o la disponibilità della trascrizione del
testo (DVD).
- Connessione Internet.
- Lavagna luminosa e/o episcopio (a videocamera).
- Videoproiettore o televisore ad ampio schermo.
Essediquadro: sd2.itd.cnr.it/BDSindex.php
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
Logistica:
- Aula: dimensioni limitate, buon isolamento acustico, illuminazione diffusa e
mai controluce o ombre sul volto del docente, posizione centrale
dell'insegnate, lavagne e schermi di proiezione anch'essi concentrati nell'area
visiva centrale, allievi audiolesi posizionati di fronte al docente e
possibilmente a distanza non superiore a 1,5 – 2 metri.
- Sussidi tecnici: protesi, trasmettitori FM (o circuiti ad induzione), lavagna
luminosa e/o episcopio (se possibile a telecamera), televisore o
videoproiettore, lettore di supporti multimediali (DVD), computer con
accesso ad internet.
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
Comportamenti generali:
- Accertarsi che l'alunno audioleso abbia l'attenzione rivolta verso il docente.
- Disporsi frontalmente rispetto all'audioleso per favorirne la lettura labiale.
- Evitare tutto ciò che la ostacoli durante la spiegazione (voltarsi, porsi in
controluce o in ombra, deambulare eccessivamente, mascherare
parzialmente le labbra con microfoni, barba e baffi voluminosi).
- Disciplinare le conversazioni di gruppo ponendosi in tal caso in cerchio.
- Parlare con buona scansione delle parole, utilizzando un ritmo di eloquenza
regolare al fine di non alterare l'articolazione vocale e labiale.
- Non alzare la voce, né enfatizzare i movimenti delle labbra.
- Utilizzare un linguaggio più accessibile ed ove possibile utilizzare diverse
costruzioni per esplicitare lo stesso concetto.
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
Comportamenti generali:
- Accertarsi che l'alunno audioleso abbia l'attenzione rivolta verso il docente.
- Disporsi frontalmente rispetto all'audioleso per favorirne la lettura labiale.
- Evitare tutto ciò che la ostacoli durante la spiegazione (voltarsi, porsi in
controluce o in ombra, deambulare eccessivamente, mascherare
parzialmente le labbra con microfoni, barba e baffi voluminosi).
- Disciplinare le conversazioni di gruppo ponendosi in tal caso in cerchio.
- Parlare con buona scansione delle parole, utilizzando un ritmo di eloquenza
regolare al fine di non alterare l'articolazione vocale e labiale.
- Non alzare la voce, né enfatizzare i movimenti delle labbra.
- Utilizzare un linguaggio più accessibile ed ove possibile utilizzare diverse
costruzioni per esplicitare lo stesso concetto.
- Scegliere il lessico piùaccuratamente.
- Evitare l'uso troppo frequente di frasi subordinate.
- Spiegare all'audioleso tutto ciò che avviene in classe, anche in sua assenza,
al fine di migliorarne l'integrazione.
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
Situazione dell'alunno
Apprendimento rallentato
Deprivazioni socio-culturali
Handicap motori e sensoriali
Handicap intellettivi
Adattamento della programmazione
Nessuna riduzione degli obiettivi complessivi
Interventi di recupero e sostegno
Attività di gruppo
Differenziazione della scansione del tempo
Nessuna riduzione degli obiettivi complessivi
Differenziazione delle tappe
Differenziazione della metodologia
Nessuna riduzione dei traguardi generali
Riduzione degli obiettivi specifici
Differenziazione degli aspetti strumentali
Sussidi audiovisivi ed informatici
Riduzione degli obiettivi
Sostituzione dei contenuti disciplinari
Tempi di intervento rallentati
Obiettivi formativi adattati alle varie situazioni
Adattamento delle istruzioni che accompagnano il DM 5 maggio 1993, istitutivo della scheda di
valutazione per la scuola media di primo grado.
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
Per favorire l’apprendimento dell’alunno non udente sono opportuni
interventi che, senza modificare gli obiettivi generali del piano di lavoro,
prevedano la semplificazione degli obiettivi didattici specifici e dei
contenuti; ma soprattutto, facciano ricorso a una ampia gamma di modelli di
rappresentazione (esperienze attive, esemplificazioni, immagini, oltre al
linguaggio parlato e scritto) e a tecnologie multimediali e informatiche.
Per garantire la sua integrazione scolastica, è importante organizzare un
ambiente classe in cui la comunicazione avvenga in contesti stimolanti e
animati; sia riferita a situazioni reali e pertinenti; sia caratterizzata da
pluralità di lingue e modalità comunicative (lingua verbale e scritta, lingua
dei segni o italiano segnato esatto, dattilologia e lettura labiale), da diversi
strumenti tecnologici e tipi di testo (libri, riviste, fumetti, enciclopedie,
pubblicità, ecc.); sia espressione di diverse modalità di organizzazione del
lavoro (individuale, in gruppi, collettivo).
Cattaneo P.(1997), Handicap e scuola elementare. Progettare l’integrazione, La Scuola,
Brescia; in particolare, per il deficit uditivo, le pp. 107-112
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
È indispensabile avviare l’alunno sordo:
● alla sistemazione concettuale
● alla visione prospettica
● alla riflessione
● all’astrazione e alla generalizzazione
● alla assunzione di responsabilità
● alla valutazione
in base alle sue variabili personali
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
Gli insegnanti curricolari e di sostegno devono mettere in atto alcune
strategie utili a creare le condizioni per una buona comunicazione in classe.
Pur se preferibile la metodica didattica oralista, è opportuno accettare che il
bambino non udente in talune circostanze possa esprimersi anche attraverso
la lingua dei segni, sia per favorire le sue possibilità espressive e il rispetto
della sua identità culturale, sia nella consapevolezza che tale codice
interviene a "disambiguare" il codice orale. Ciò comporta la necessittà che i
docenti conoscano i principi della LIS (oppure pretendano la presenza in
classe di un educatore segnante), e che si dispongano a farla imparare anche
agli altri bambini.
L'intervento a scuola di una logopedista e di un esperto di lingua dei segni
(operatore sordo), può essere richiesto attraverso accordi di programma ed
attività socio-educative tra servizi scolastici, sanitari e socio-assistenziali,
stipulati da enti locali, organi scolastici ed unità sanitarie locali, nell'ambito
delle rispettive competenze ( L. n° 104 del 1992 , L. n° 142 del 8/6/1990 e
DPR del 24/2/94)
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
- Le Unità Didattiche, rispetto ad ogni disciplina, dovrebbero essere
concordate preventivamente fra insegnanti curriculari, di sostegno ed
eventuali altre figure educative presenti, tenendo in considerazione le
specifiche competenze linguistiche e culturali del soggetto audioleso.
- E' opportuno che l'insegnante prepari anticipatamente uno schema di flusso
delle lezioni (talora ipertesti multimediali) evidenziando gli aggiornamenti
cognitivi e di glossario introdotti.
- Tale schema, oltre che essere disponibile durante la lezione, dovrebbe poter
essere anticipato allo studente audioleso anche tramite gli insegnanti di
sostegno e le eventuali altre figure educative presenti al fine di migliorare
l'attenzione e la partecipazione alla vita di classe.
- Gli argomenti ed i testi dovrebbero essere spiegati facendo uso sia della
modalità verbale che di quella grafico-visiva, multimediale e talora anche
gestuale.
- Se necessario potrà essere opportuno adattare i testi, semplificandoli, alle
capacità dell'allievo.
Minorazioni Uditive:
Organizzazione didattica
- Nella strategia didattica attraverso la valorizzazione del vissuto
bisognerà raggiungere gradualmente un passaggio dall'attivo all'iconico,
al simbolico per arrivare all'apprendimento significativo.
- Per quanto riguarda il momento valutativo nell'audioleso bisogna far
ricorso a vari linguaggi preferendo le verifiche di tipo scritto ad
architettura chiusa (questionario a risposte multiple, “cruciverba”, etc.)
e quindi quelle variamente articolate nella forma espressiva.
- Utilizzo dell'episcopio nella correzione dei compiti per favorire
l'interazione con l'audioleso e favorire la comprensione degli errori.
Minorazioni Uditive:
Bisogni Educativi Speciali
Un bambino con Bisogni Educativi Speciali è quello che:
“ha una difficoltà di apprendimento che richiede interventi di educazione
speciale”.
Education Act UK, 1996
Nei Bisogni Educativi Speciali…
“…si trovano difficoltà di apprendimento generali e specifiche, difficoltà
comportamentali, emozionali e sociali, difficoltà di comunicazione e di
interazione, difficoltà di linguaggio, disturbi dello spettro autistico, difficoltà
sensoriali e motorie, minorazioni uditive, minorazioni visive, altre difficoltà
fisiche e mediche”.
(Department for Education and Skills, 2001, p. 45)
Special Educational Needs and Disability Act UK, 2001- Code of Practice 2001/2
Minorazioni Uditive:
Bisogni Educativi Speciali
“Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, permanente
o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, espressa in un
funzionamento problematico (come risultato dell’interazione dei vari ambiti
della salute secondo il modello ICF dell’OMS), che risulta tale anche per il
soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente
dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata”.
www.darioianes.it