19/10/2013 Dalla diagnosi nosografica alla formulazione del caso MANUALI E STRUMENTI PER LA FORMULAZIONE DEL CASO: PDM, SWAP-200 e OPD Laura Bonalume [email protected] Università degli Studi di Bergamo Corso di Metodi e Tecniche Psicodiagnostiche 16 ottobre 2013 Introduzione DIA - - GNOSI il processo “per mezzo” del quale... cerchiamo di “conoscere" un fenomeno (il funzionamento psichico della persona) 1 19/10/2013 Ogni diagnosi … Modello o epistemologia Metodo Strumenti Modello ed epistemologia Strutturali e Dinamica (PDM, OPD) Fenomenologico e descrittivo (DSM-IV-TR) Si basano su informazioni esplicite, fenomenologiche e/o direttamente osservabili Permette un sistema di classificazione sindromica ateorica Nomotetica Si basa su rappresentazioni, processi impliciti e referenziali (intepretativo-esplicativi) Permette di descrivere la struttura di personalità Idiografica 2 19/10/2013 Metodo diagnostico Categoriale (DSM-IV-TR) Raggruppare sintomi e segni in categorie sindromiche Chiarezza concettuale e comunicativa Semplicità di applicazione e di comprensione Dimensionale (PDM) Descrivono bene la complessità Descrive l'intensità di alcune esperienze o qualità funzionali Metodo diagnostico Monotetiche: tutti i criteri devono essere soddisfatti (DSM-III) Politetiche : un numero X di criteri N deve essere soddisfatto per la diagnosi (Asse I del DSM- IV) Prototipiche : i disturbi sono “tipi ideali” o “configurazioni ideali” di pensieri, emozioni, funzioni, cognizioni, comportamenti e motivazioni (Asse P del PDM) 3 19/10/2013 Strumenti diagnostici Format di raccolta (DSM-IV-TR) Check-list, questionari e interviste strutturate (SCID I e II) Potenziali informatori (PDM) Colloquio clinico e l'osservazione clinica che esaltano “il colloquio è lo strumento principale per la formulazione del caso” (McWilliams, 2000) Negli ultimi anni: dalla diagnosi descrittiva alla formulazione dinamica Critiche mosse al sistema DSM nelle sue varie versioni anche in vista della pubblicazione del DSMV (2013?): Comorbilità Indicazioni limitate per la costruzione di un piano di trattamento Categoriale e poco complessa (cut-off) Validità e attendibilità Poco condivisibile con il paziente Se vogliamo comprendere i “Diagnosi è una brutta parola” (McWilliams, 1994; p. 27) Tentativi di coniugare una diagnosi-label con una descrizione dimensionale e ideografica del paziente (OPD, 1996; Kernberg, 1984, 2005; PDM, 2006) Introduzione del concetto “formulazione psicodinamica” ( McWilliams, 1999) sintomi, dobbiamo conoscere qualcosa della persona che li ospita” (Westen, Gabbard e Baglov (2006) “Back to the future: personality structure as a context for psychopathology”). Revisione delle categorizzazioni di personalità del DSM ( SWAP-200; Shedler & Westen, 1998) 4 19/10/2013 La formulazione del caso Intesa come: L'esplicitazione idiografica di quanto sintetizzato in forma nomotetica dall'etichetta diagnostica Un modo di ripensare il paziente con un'insieme di caratteristiche, livelli di funzionamento e risorse Un resoconto narrativo delle informazioni raccolte nel corso del processo e della valutazione diagnostica. Obiettivi Attenzione al paziente: storia fisiologica e patologica; aspetti evolutivi e prognostici; conseguenze sul funzionamento sociale e relazionale; Linguaggio condiviso e affidabile; In grado di facilitare la comunicazione con il paziente; Utile alla progettazione di interventi terapeutici: “…lo scopo è di solito quello di incrementare la contribuire al dialogo tra clinici e ricercatori (Lingiardi, Tanzilli, 2011) probabilità che la psicoterapia sia utile per una persona” (McWilliams, 1999; p.3-4) Gli strumenti La Shedler Westen Assessment Procedure – II (SWAP-II; Westen et al., 2007) La Diagnosi Psicodinamica Operazionalizzata – 2 (OPD-2; Task Force OPD, 2006) Il Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM; PDM Task Force, 2006) 5 19/10/2013 Shedler Westen Assessment Procedure – II (SWAP) È una procedura di valutazione dei tratti e degli stili, sani e patologici, della personalità in soggetti adulti e adolescenti. Utilizzata a scopi clinici e di ricerca, fondata su presupposti teorici e metodologici ben esplicitati (Lingiardi, Shedler, Gazzillo, 2006; Lingiardi, Gazzillo, Waldron, 2010) Presupposti della SWAP: dalla diagnosi della personalità alla formulazione del caso La diagnosi funzionale dovrebbe rispondere a queste domande: 1) Quali sono i desideri, le paure e le cose a cui il soggetto dà valore e in che misura queste motivazioni sono consce e compatibili tra loro 2) Quali sono le risorse psicologiche di cui il soggetto dispone per far fronte alle richieste del mondo interno o esterno? 3) Quali sono le capacità dell’individuo di instaurare relazioni intime: qual è l’esperienza di sé, dell’altro e delle relazioni? 4) Come sono emersi questi tre processi, dove e come il loro sviluppo è andato storto? 6 19/10/2013 Presupposti della SWAP: Revisione di alcuni concetti teorici e strumenti diagnostici • Indagine dei limiti del DSM-IV-TR: • Comorbidità Asse I e II e tra i disturbi dell’Asse II • • • • Rilevanza clinica: il 60% dei pazienti trattati nella pratica clinica per pattern disadattivi di personalità e per problemi relazionali NON possono ricevere una diagnosi sull’Asse II Scarsa attendibilità test – retest Le categorie ci aiutano nel lavoro terapeutico? Ci suggerisce l’uso di particolari farmaci? • Narcisismo: preoccupazione affettivo-cognitiva per il sé (continuum e linee evolutive: egocentrismo, investimento emotivo su sé e altri, concetto di sé, autostima) • Motivazione, inconscio, difese e transfert • Disturbo borderline e relazioni oggettuali • Sé, identità e disturbo dell’identità Lo sviluppo della SWAP Selezione di affermazioni descrittive delle caratteristiche dei pazienti con disturbi della personalità dalla letteratura: 1. 2. 3. Criteri diagnostici di varie edizioni del DSM La letteratura clinica ed empirica Suggerimento dei clinici Lavori sui tratti di personalità nei campioni di non pazienti, ricerche provenienti dalla psicopatologia evolutiva e dello sviluppo. Confronto empirico con professionisti di formazioni differenti sulla capacità descrittiva degli item Eliminazione di item con varianza bassa ed elevata ridondanza 200 frasi descrittive dei vari aspetti del funzionamento psicologico degli individui con un linguaggio non gergale e non orientato teoricamente “insieme di affermazioni che descrivono aspetti differenti della personalità e del funzionamento psicologico” (Westen, Shedler, Lingiardi, 2003). Ognuna di queste affermazioni può descrivere un paziente in modo quasi prototipico, parzialmente o in modo assolutamente marginale se non insignificante. Es. 1. Tende a sentirsi in colpa (per esempio, può incolparsi o sentirsi responsabile delle cose negative che accadono) 7 19/10/2013 Il metodo Q-sort (Block, 1978) • Metodologia statistica che costringe il valutatore a una distribuzione fissa degli item in otto categorie descrittive (pile) a numerosità fissa • A ciascun item viene assegnata un categoria in base alla sua rilevanza nel comportamento del soggetto: Pila Nella prima categoria (Valore “0”) affermazioni che il clinico ritiene irrilevanti o inapplicabili al soggetto Nell’ultima (Valore “7) affermazioni altamente descrittive del paziente 0 Per nulla descrittivo N° item: 100 200 1 2 3 4 5 6 7 Molto descrittivo 22 18 16 14 12 10 8 Lo sviluppo della SWAP Un totale di 797 psicologi e psichiatri di un campione nazionale casuale hanno usato la SWAP per descrivere: Un paziente “reale” problematiche relazionali e personali (n=530) Un paziente ipotetico “prototipico” per i 10 disturbi di personalità del DSM-IV-TR o uno dei 4 inclusi nelle appendici (N=267) Un paziente “sano” con un funzionamento psicologico elevato 8 19/10/2013 Cosa si ottiene: Q-Analysis: una tecnica statistica, simile alla’analisi fattoriale, in grado di identificare cluster di soggetti che condividono caratteristiche psicologiche comuni e che sono distinti da altri cluster Sono stati identificati Dalle descrizioni “ideali” si ricavano delle descrizioni prototipiche dei disturbi di personalità secondo il DSM – IV – TR effettuate mediante gli item della SWAP; Dalle descrizioni “reali” si ricavano 7 fattori – Q o categorie diagnostiche un elenco di prototipi di personalità (in parte sovrapponibile in parte no a quello del DSM-IV-TR) di soggetti realmente in cura Questa tassonomia risulta empiricamente valida, clinicamente utile, e soprattutto più “vera” rispetto a quella del DSM-IV-TR. Cosa si ottiene: • Molte categorie diagnostiche sono simili a quelle dell’Asse II, però aumentano le differenze tra categorie e minimizza la comorbidità • Tre set di disturbi molto diversi dall’Asse II: • • • Unico fattore Q schizoide: schizoide e schizotipico e evitanti I borderline dell’Asse II finisco in parte nel fattore Q istrionico e in parte disforico Distrubi ossessivi-compulsivi meno gravi di quello che appare nell’Asse II • Il 20%dei pazienti del campione appartiene al primo fattore Q che gli autori hanno definito “disturbo disforico”. Qui ci finiscono pz diagnosticati come dipendenti, evitanti, autofrustranti o borderline 9 19/10/2013 SWAP DSM … antisociale-psicopatico Antisociale … schizoide Schizoide non presente Schizotipico … paranoide Paranoide … ossessivo Ossessivo-comp. … istrionico Istrionico non presente non presente non presente non presente … narcisistico Narcististico … disforico: evitante Evitante non presente non presente … disforico: depressivo (nevrotico) di alto funzionamento non presente … disforico: con disregolazione emotiva Borderline … disforico: dipendente-masochista Dipendente … disforico: con esternalizzazione dell’ ostilità Non presente Il disturbo disforico • Senso di inadeguatezza, inferiorià, fallimento, tristezza, depressione, colpa, vergogna, imbarazzo, debolezza, impotenza, passività. • Ulteriore Q-analysis: esistono diversi sottotipi in base alle condizioni che attivano l‟affetto disforico e per le modalità usate dal soggetto per tentare di regolarlo: • Evitante • depressivo (nevrotico) di alto funzionamento • con disregolazione emotiva • dipendente-masochista • con esternalizzazione dell’ostilità 10 19/10/2013 Il disturbo borderline di personalità Ipotesi di Westen e Shedler i soggetti diagnosticati dal DSM-IV-TR sono persone con: 1) Marcati tratti Istrionici 2) Marcati tratti Dipendenti – Masochistici 3) Forte componente di Disregolazione emotiva Pervasività disforica 2) Disregolazione emotiva 3) Stati psichici di tipo post traumatico Da qui lo Stile “Disforico – con disregolazione emotiva”. 1) Utilizzo La SWAP-II deve essere utilizzata da osservatori con esperienza clinica Dopo 3-5 colloqui di valutazione, o a seguito della somministrazione della Clinical Diagnostic Interview (CDI; Westen et al., 1997). Collocare le 200 affermazioni della SWAP-II in otto categorie (da 0 a 7). Rispettare la distribuzione fissa stabilita per la SWAP-II, seppure non esente da critiche (MullinsSweatt, Widiger, 2007), assomiglia alla metà destra di una curva normale. 11 19/10/2013 Che diagnosi si possono ottenere Software computerizzato (Westen, Shedler, Lingiardi, 1998); Due tipologie di diagnosi, utilizzo sia in modo categoriale sia in modo dimensionale (Shedler, Westen, 1999a, 1990b). Diagnosi in fattori PD (Personality Disorders): paragona la descrizione effettuata dal clinico di un soggetto con il prototipo (sempre creato tramite gli item della SWAP) dei disturbi di personalità dell’Asse II del DSM. La correlazione (grado di somiglianza) tra descrizione del soggetto e prototipo DSM viene standardizzata in punti T (cut off: T = 60; 55 < T < 60). 2) Diagnosi in Factor Q: si utilizza la nuova tassonomia di disturbi di personalità elaborata empiricamente a partire dai limiti della classificazione di disturbi di personalità proposta dal DSM-IV (per una trattazione più dettagliata vedi: Gazzillo, 2006, 2007; Shedler, Westen, 1999a, 1999b; Westen et al., 2003; Westen, Shedler, Lingiardi, 2003) ed utilizzando uncampione di soggetti reali. Anche nel caso dei Q-Factor, il programma SWAP calcola il grado di somiglianza tra il profilo del soggetto e i diversi prototipi, e lo standardizza in punti T. 1) Diagnosi Personality Disorder (PD) Diagnosi Factor Q (Q) 12 19/10/2013 Empirically Based Prototype Diagnostic System In ambito clinico, i prototipi di personalità evidenziati dalla SWAP-II possono anche essere utilizzati in modo intuitivo ed immediato. Il clinico, sulla base dei colloqui di valutazione effettuati può valutare su una scala a 5 punti in che misura il’ soggetto “assomigli” a ciascuno dei diversi prototipi, servendosi di una semplice griglia (Westen, Shedler, 2007). Questa metodologia diagnostica, definibile “Empirically Based Prototype Diagnostic System” è attualmente ampiamente sostenuta dai clinici e dai ricercatori in vista della pubblicazione dei nuovi sistemi diagnostici DSM-V e ICD-11 (Ortigo, Braily, Westen, 2009; Shedler, Beck, Fonagy, Gabbard, Gunterson, Kernberg, Michels, Westen, 2010) Diagnosi 5. Accordo molto forte (la personalità del paziente esemplifica il disturbo) 4. Accordo forte (il paziente ha questo disturbi; si applica alla diagnosi) Tratti e caratteristiche 3. Accordo moderato (il paziente ha caratteristiche significative del disturbo) 2. Accordo debole (il paziente ha caratteristiche minori del disturbo) 1. Nessun accordo (la descrizione non si applica) Punti di forza Colma il gap esistente tra diagnosi di personalità secondo il DSM e la formulazione dinamica del caso clinico (Westen, 1998). Fornisce un “linguaggio” per la ricerca psicoanalitica ricco a livello clinico, e rigoroso a livello empirico Es. i concetti psicoanalitici di esteriorizzazione e proiezione diventano: item 14 “tende a incolpare gli altri dei propri fallimenti e dei propri difetti; tende a credere che i suoi problemi siano dovuti a fattori esterni” o 116 “Tende a vedere i propri sentimenti e i propri impulsi inaccettabili negli altri anziché in sé stesso”. Possibilità di indagare i profili di personalità che si riscontrano in diversi disturbi psicologici (es. uomini autori di violenza sulle partner; vittime di abusi durante l’infanzia; disturbi del comportamento dirompente; attacchi di panico; disturbi del comportamenti antisociale; comportamenti autolesivi) 13 19/10/2013 Diagnosi Psicodinamica Operazionalizzata (OPD-2) È un sistema multiassiale che coniuga la valutazione degli aspetti generali e fenomenologici della patologia (ICD-10 e DSM-IV) e la diagnosi del funzionamento del paziente, cioè i modelli relazionali disfunzionali, la quantità e la qualità dei conflitti intrapsichici e il livello di organizzazione della struttura psichica, aggiornata con i contributi proposti dai più recenti sviluppi della psicopatologia psicodinamica. Background teorico e obiettivi OPD Task Force (dal 1992, 46 clinici ricercatori afferenti a 18 università di lingua tedesca fra cui le più rappresentate sono quelle di Ulm, Heidelberg, Mainz, Monaco, Rostock, Göttingen, Amburgo e Mϋnster) Nella prima versione (OPD, 1996) , ampliare la possibilità di classificazione dei disturbi psichici, integrandole con le conoscenze di tipo psicodinamico Insoddisfazione per i sistemi di classificazione dei disturbi psicologici esistenti (soprattutto ICD10) Necessità di operazionalizzare i concetti chiave delle teorie dinamiche Dall’OPD a OPD-2 (2006) lo strumento originale è stato rivisto in base ai risultati delle ricerche e ai numerosi feedback provenienti dalle diverse aree in cui è stato applicato lo strumento hanno alimentato la necessità di trasformare uno strumento La diagnosi psicodinamica risponde quindi ai seguenti scopi: fornire linee guida clinico – diagnostiche lasciando uno spazio per esprimere le proprie valutazioni; prestarsi all’uso didattico per la formazione nella psicoterapia psicodinamica; contribuire a migliorare la comunicazione all’interno della comunità scientifica; offrire uno strumento di indagine per la ricerca scientifica: studio dell’efficacia e/o dell’efficienza e/o del processo della terapia (OPD task force, 2006). permettere la pianificazione del trattamento (focus): riconoscere come aree di maggior problema permettendo quindi di formulare gli obbiettivi principali del trattamento (OPD task force, 2006). Utilizzo in ambito peritale 14 19/10/2013 Lo strumento: caratteristiche Il gruppo di lavoro OPD ha sviluppato un manuale diagnostico (OPD Task Force, 1996) rivolto a terapeuti esperti per scopi di training e di applicazione clinica. Propone uno schema per condurre un colloquio iniziale di uno o due ore (o un osservatore esterno) può valutare il profilo psicodinamico. Inoltre, sono state pubblicate checklist relative ai singoli assi (Grande, & Oberbracht, 2000; Rudolf, Oberbracht, & Grande, 1998) in modo da rendere il processo di valutazione più pratico e affidabile. La struttura La diagnosi psicodinamica multiassiale è basata su Quattro assi per la diagnosi psicodinamica: Asse I: Esperienza di malattia/Presupposti per il trattamento Asse II: Relazioni interpersonali Asse III: Conflitti Asse IV: Struttura È presente un Asse V di tipo nosografico-descrittivo che si basa sui criteri del DSM-IV e dell’ICD-10 15 19/10/2013 ASSE I – Esperienza di malattia e presupposti per il cambiamento • La qualità dell’esperienza della malattia e le modalità con cui il soggetto elabora il proprio disturbo sono aspetti centrali nella formulazione del caso clinico. • Costrutti teorici : • • • • • • • Sofferenza soggettiva Concezione di malattia Risorse personali Capacità mentale psicologica ( in letteratura predittiva di un buon esito terapeutico) Sostegno psicosociale: distinguere tra sostegno percepito e sostegno ricevuto. L’integrazione sociale è una variabile distale, il sostegno percepito è una variabile prossimale (rappresentazione interna della rete sociale) Vantaggio secondario della malattia Motivazione alla cura • Possibili moduli addizionali: • specifici indirizzi terapeutici; • modulo forense ASSE I – Esperienza di malattia e presupposti per il cambiamento Analisi si scala Likert da 0 (per niente) a 4 (elevata) di 1. Gravità dei sintomi. Tipologia, estensione, e grado in cui il disturbo e, rispettivamente, i sintomi, sono divenuti cronici (da “assente” a “molto elevata”). 2. Durata ed età di esordio del disturbo 3. Esperienza e presentazione della malattia 1. 2. 3. 4. 4. 5. 6. Si vede valutare la sofferenza percepita soggettivamente dal paziente Presentazione dei problemi organici: valuta se il paziente tende a descrivere principalmente le componenti fisiche e somatiche dei propri disturbi. Presentazione dei problemi Psichici: valuta se il paziente tende a descrivere principalmente le componenti psichiche della sofferenza legata alla sua malattia. Presentazione dei problemi Sociali: valuta in quale misura il paziente fa riferimento agli aspetti sociali derivanti dal proprio disturbo. Concezione relativi all’origine della malattia del paziente (basata su fattori somatici, psichici o sociali) Concezione del cambiamento (desiderio di un trattamento medico/somatico; desiderio di una psicoterapia; desiderio di un intervento psicosociale) Risorse per il cambiamento: valuta la resilienza personale e il sostegno sociale del soggetto 16 19/10/2013 ASSE I – Esperienza di malattia e presupposti per il cambiamento Impedimenti al cambiamento (esterni o interni) 7. (modulo per psicoterapia) Concezione relativa al cambiamento 8. Riduzione del sintomo Riflettere-chiarire le cause: rilevare sino a che punto il paziente desidera accedere a una possibile spiegazione psicodinamica delle sue problematiche. Trattamento emotivo – supportivo: si valuta in che misura il soggetto ricerchi sostegno emotivo o conforto nella terapia. Interventi attivi – direttivi: ricerca principalmente di un sostegno direttivo da parte del terapeuta (“cosa fare”) Risorse per il cambiamento: capacità mentale-psicologica: apertura mentale del paziente e capacità di riflettere sui propri problemi in chiave psicologica. 10. Vantaggio secondario della malattia: benefici personali, relazionali, contestuali derivanti dalla malattia o dalle sue conseguenze. 9. ASSE II – Relazioni interpersonali Procedura standard Individuazione di pattern relazionali disfunzionali, che fornisce una descrizione delle difficoltà della relazione tra il soggetto e i suoi partner. Tematiche relazionali Si individuano alcuni temi specifici che sono o estremamente problematici o al contrario gestiti particolarmente bene Questi temi sono tratti dalle definizioni del Modello Circomplesso del Comportamento Interpersonale (Benjamin, 1974, 1993) 17 19/10/2013 Tematiche relazionali Il paziente tende ripetutamente a… (nei confronti degli altri) Il paziente sente che gli altri tendono ripetutamente a… TEMI RELAZIONALI ο ■ Gli altri - incluso il clinico - sentono che il paziente tende ripetutamente a… Lasciare molto spazio, lasciar fare da 1 sé Lasciare spazio ο ■ Gli altri - incluso in clinico - sentono che tendono ripetutamente a… (nei confronti del paziente) Lasciargli molto spazio, lasciarlo fare da 1 sé ο ■ 2 Guidare poco, evitare di influenzare Guidare gli altri ο ■ 2 Guidarlo, evitare di influenzarlo ο ■ 3 Ammirare, idealizzare Riconoscere gli altri ο ■ 3 Ammirarlo, idealizzarlo ο ο ■ ■ 4 Scusare gli altri, evitare di rimproverarli 5 Essere affettuoso in modo invadente ■ ■ 4 Scusarlo, evitare di rimproverarlo 5 Essere affettuoso in modo invatente ο ■ ■ ο ■ Prendersi cura ο ■ ο ο ■ ■ Entrare il contatto Lasciare spazio ο ο ■ ■ ο ■ Guidare gli altri ο ■ ο ■ 6 Armonizzare, evitare le aggressioni Prendersi particolarmente cura, 7 preoccuparsi imporsi, essere indelicato, mancare di 8 tatto 9 Lasciare poco spazio, intromettersi Comandare, controllare, pretendere, 10 rivendicare Sminuire, svalutare mettere gli altri in 11 imbarazzo Rendere responsabile ο Manifestare affetto ο Manifestare aggressività ο Riconoscere gli altri ο ■ 6 Armonizzare, evitare le aggressioni Prendersi particolarmente cura, 7 preoccuparsi per lui Imporsi, essere indelicati, mancare di 8 tatto 9 Lasciargli poco spazio, intromettersi Comandarlo, controllarlo, pretendere, 10 rivendicare Sminuirlo, svalutarlo mettere gli altri in 11 imbarazzo ο ο ■ ■ 12 Rimproverare, accusare, incolpare 13 Ritirare il suo affetto ο ο ■ ■ 12 Rimproverarlo, accusarlo, incolparlo 13 Ritirare il loro affetto ο ο ο ■ ■ ■ 14 attaccare e danneggiare 15 Trascurare, abbandonare 16 Non considerare o notare, ignorare Rendere responsabile Manifestare affetto Manifestare aggressività Prendersi cura entrare in contatto ο ο ο ■ ■ ■ 14 Attaccarlo e danneggiarlo 15 Trascurarlo, abbandonarlo 16 Non considerarlo o notarlo, ignorarlo 18 19/10/2013 Procedura standard: pattern relazionali Nel determinare i pattern relazionali, si devono distinguere due prospettive esperenziali, dal momento che è molto importante distinguere la prospettiva del paziente da quella degli altri: 1) Prospettiva esperenziale del paziente (Prospettiva A): rappresentazione interna del paziente rispetto al modo in cui gestisce le relazioni. 2) Prospettiva esperenziale dell’altro (incluso il clinico) (Prospettiva B): offerte relazionali del paziente e i modi con cui l’altro le percepisce e vi reagisce. I pattern relazionali disfunzionali sono rappresentati come costellazioni specifiche del comportamento interpersonale: a) del paziente; b) degli altri. In pratica… le 4 posizioni interpersonali Prospettiva A: esperienza del paziente Il paziente sente se stesso come uno che… 1. 2. 3. Il paziente sente gli altri coloro che… 1. 2. 3. Prospettiva B : esperienza degli altri ( anche del clinico) Gli altri sentono il paziente come uno che… 1. 2. 3. Gli altri sentono se stessi come colore che … 1. 2. 3. 19 19/10/2013 Rivendicare spazio e 17 indipendenza/autonomia per se stesso ο ■ ο ■ ο ■ 18 Resistere, sfidare, opporsi Vantarsi, mettersi al centro 19 dell'attenzione ο ■ 20 Negare ogni colpa ο ■ 21 Perdersi nell'affetto degli altri ο ■ Proteggersi poco, mettersi in pericolo, 22 esporsi ο ■ 23 Appoggiarsi sugli altri, aggrapparsi ο ■ Porre pochi limiti nel contatto, lasciarsi 24 coinvolgere eccessivamente ο ■ Evitare l'autonomia, ricercare una 25 guida ο ■ Essere accondiscente, ritirarsi, 26 rinunciare ο ■ 27 Sminuire, svalutarsi ο ■ 28 Incolparsi ο ■ 29 Chiudere, rifuggire l'affetto degli altri ο ■ Proteggersi specialmente dai loro 30 attacchi, stare in guardia ο ■ Appoggiarsi/contare poco sugli altri, 31 essere totalmente autosufficiente ο ■ Ritirarsi, isolarsi, escludersi, ripiegarsi 32 su se stesso Ricercare il proprio spazio ο ■ Conformarsi ο ■ Rivendicare spazio e 17 indipendenza/autonomia per se stessi Valorizzarsi ο ■ 18 Resistergli, sfidarlo e opporglisi Vantarsi, mettersi al centro 19 dell'attenzione Riconoscere la colpa ο ■ 20 Negare ogni colpa Accettare l'affetto ο ■ 21 Prendersi nell'affetto degli altri Proteggersi ο ■ Proteggersi poco, mettersi in pericolo, 22 esporsi Contare sugli altri ο ■ 23 Appoggiarsi su di lui, aggrapparsi a lui Permettere il contatto ο ■ Porre pochi limiti nel contatto, lasciarsi 24 coinvolgere eccessivamente Ricercare il proprio spazio ο ■ 25 Evitare l'autonomia, ricercare una guida Conformarsi ο ■ Essere accondiscendente, ritirarsi, 26 rinunciare Valorizzarsi ο ■ 27 Sminuirsi, valutarsi Riconoscere la colpa ο ■ 28 incolparsi Accettare l'affetto ο ■ 29 Chiudersi, rifuggire il suo affetto Proteggersi ο ■ Proteggersi specialmente dai suoi 30 attacchi, stare in guardia Contare sugli altri ο ■ Appoggiarsi/contare poco sugli altri, 31 essere totalmente autosufficiente Permettere il contatto ο ■ Ritirarsi, isolarsi, escludersi, ripiegarsi su 32 se stessi Procedura standard: formulazione dinamica Descrivere… 1. 2. 3. 4. 5. Come il paziente sente gli altri … … come il pazinete reagisce a quanto sente … l’offerta relazionale che il paziente fa agli altri (inconsciamente) con questa relazione… … quali risposte suggerisce (inconsciamente) agli altri in questo modo… … come il paziente sente questo … 20 19/10/2013 Procedura standard: formulazione dinamica Prospettiva A: esperienza del paziente Il paziente sente se stesso come uno che… 1. 2. 3. 2 Il paziente sente gli altri coloro che… 1. 2. 3. 1 Prospettiva B : esperienza degli altri ( anche del clinico) Gli altri sentono il paziente come uno che… 1. 2. 3. 3 Gli altri sentono se stessi come colore che … 1. 2. 3. 4 ASSE III – Conflitti Concetto di conflitto psicodinamico : presenza di un’attività mentale inconscia e dinamica tra motivazioni contrapposte Assunto di base: il comportamento umano è continuamente influenzato da pensieri, desideri inconsci Conflitto basato sullo stress: legato a un evento specifico Conflitto nevrotico funzionale: persiste nel tempo ed emerge già nell’anamnesi del paziente 21 19/10/2013 ASSE III - Valutazione dei conflitti Questioni preliminare per mettere il clinico in grado di riconoscere il conflitto: a) Nessuna certezza diagnostica b) Conflitti non riconoscibili a causa di un basso livello di integrazione ( vedi Asse IV) c) Ridotta percezione del conflitto e delle emozioni a scopo difensivo d) Conflitto legato a fattori stressanti esterni (conflitto attuale) ASSE III - Tipologie di conflitti 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) Invidivuazione vs Dipendenza – si presenta quando questa dicotomia ha un significato tale da influire sulla storia personale del soggetto, diventando il problema “dover stare soli / dover stare con gli altri”. Sottomissione vs Controllo – Persone in cui la motivazione centrale è dominare o essere dominati. Bisogno di cura vs Autosufficienza – Oscillazione tra un polo divorante (sino allo sfruttamento degli altri) e un polo ritentivo (Solipsismo) Conflitto di autostima – gli sforzi per avere riconoscimento di sé risultano eccessivi, non efficaci o fallimentari Conflitto di colpa – fissazioni non realistiche e la ripetitività di modelli di deresponsabilizzazione e/o di accettazione sottomessa della propria colpa. Conflitto edipico – mancanza di fiducia in sé e nelle competezze di attrarre le altre persone ed influenzarle, di conseguenza di alimenta un bisogno di rendere se stessi soprattutto attraenti e desiderabili. Conflitto relativo all’identità – persone nelle quali la costruzione stabile di un senso di identità e nel conseguente senso di benessere non sono ben riuscite. 22 19/10/2013 Asse III… per ogni conflitto… Espressione del conflitto nelle diverse aree di funzionamento: Descrizione generale Famiglia di origine Famiglia / partner Lavoro / vita professionale Contesto sociale Beni e denaro Corpo / sessualità Malattia Modalità di manifestazione del conflitto Modalità Attiva Modalità Passiva ASSE IV - Struttura Insieme delle immagini di sé e delle relazioni oggettuali, più specificatamente l’insieme delle funzioni mentali disponibili per la regolazione del Sé e delle relazioni 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 Ben integrato Sé relativamente autonomo; spazio psichico interno ben strutturato, in cui possono verificarsi conflitti intrapsichici; capacità auto-riflessiva e realistica percezione dell’altro; capacità di auto-regolazione; capacità empatica; oggetti interni sufficientemente buoni; Paura principale: paura di perdere l’affetto dell’oggetto. Tra ben integrato e moderatamente integrato. Moderata I conflitti intrapsichici hanno una natura più distruttiva; tendenze alla svalutazione del sé e all’auto-distruttività; mente difficoltà a costruire un’immagine di sé e un’identità; iper-regolazione e ridotta regolazione dell’autostima; le integrato rappresentazioni oggettuali sono limitate a poche configurazioni ripetitive; ridotta capacità di empatia; relazioni diadiche predominanti; Paura principale: paura di perdere l’oggetto significativo. Tra moderatamente e scarsamente integrato. Scarsame Spazio psichico interno poco sviluppato e scarsa differenziazione tra le sotto-strutture psichiche; prevalgono conflitti nte interpersonali; assenza di auto-riflessione; diffusione di identità; intolleranza di affetti negativi; esplosioni impulsive ed integrato alta vulnerabilità a ferite o offese; Difese: scissione, idealizzazione, svalutazione; mancanza di empatia e limitata capacità di comunicazione; oggetti interni prevalentemente persecutori e punitivi; Paura principale: distruzione del sé come conseguenza della perdita dell’oggetto buono o per mezzo dell’oggetto cattivo. Tra scarsamente integrato e non integrato Non Mancanza di coerenza del sé ed emotività incontrollata sono soggetti a pattern difensivi, come le forme di organizzazione integrato post-psicotiche, post-traumatiche, o perverse. Le rappresentazioni del sé e dell’oggetto appaiono confuse. Una percezione empatica dell’oggetto è quasi impossibile. La responsabilità per le proprie azioni impulsive non è percepita (le cose semplicemente accadono). Paura principale: fusione simbiotica delle rappresentazioni del sé e dell’oggetto che porta alla perdita del sé. 23 19/10/2013 Le funzioni strutturali Percezione di sé e dell’oggetto Riflettere su e differenziare le rappresentazioni di sé; differenziare i propri affetti; formare e sviluppare una propria identità; differenziare i propri pensieri da quelli degli altri; percepire negli altri vari aspetti come persone intere; descrivere realisticamente gli altri. Capacità auto-regolazione e etero-regolazione Prendere le distanze dai propri impulsi; regolare i propri affetti; regolare l’autostima; proteggere la relazione dai propri impulsi; conservare un interesse per la relazione; prevedere le reazioni degli altri Capacità di comunicare i propri affetti Percepire i propri affetti; utilizzare le proprie fantasie; dare contenuto emotivo al sé corporeo; permettersi investimenti emotivi; farsi coinvolgere affettivamente dagli altri; provare empatia. Capacità di formare attaccamenti Capacità di internalizzazione; capacità di tranquillizzarsi; possibilità di accedere alla triangolarità; capacità di formale legami; accettare l’aiuto; tollerare le separazioni. Funzionamento difensivo ASSE V – Disturbi mentali e psicosomatici Incorpora all’interno le diagnosi descrittive – fenomenologiche dell’ICD-10 e del DSM-IV-TR. Il clinico sceglie il sistema nosografico che preferisce o che è abituato ad utilizzare. 24 19/10/2013 Conclusioni Punti di forza Asse Relazionale Operazionalizzazione costrutti “classici” della psicoanalisi (es. Conflitto) Punti di debolezza Eccessiva complessità Scarsa fruibilità di utilizzo nella routine clinica Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM) “Il PDM si propone di organizzare le scoperte empiriche ottenute dagli strumenti diagnostici (…) le ipotesi nate dalla psicoanalisi clinica e le suggestioni della diagnostica tradizionale in un sistema coerente e relativamente integrato che possa essere impiegato per la diagnosi clinica, la formulazione dei casi e la progettazione degli interventi” (p. XXIII) 25 19/10/2013 PDM – Struttura del manuale Parte I – Classificazione dei disturbi mentali degli adulti Parte II – Classificazione dei disturbi mentali di adolescenti, bambini e neonati Parte III – Basi concettuali ed empiriche Manuale Diagnostico Psicodinamico Modello psicodinamico: intreccio di riflessioni psicoanalitiche sul tema della valutazione della personalità e della psicopatologia Multiassiale Metodo Multidimensionale Prototipico Strumenti (STIPO; OPD; SWAP-II) 26 19/10/2013 Organizzazione multidimensionale ASSE P - Pattern e disturbi di personalità Struttura dimensionale e prototipica NORMALITA’ PATOLOGIA ASSE M - Funzionamento mentale Struttura dimensionale funzionamento emotivo capacità di stabilire relazioni interpersonali strategie di coping e difese mondo interiore ASSE S – Sintomi Struttura categoriale categorie diagnostiche del DSM-IV-TR approcio bio-psico-sociale vissuto soggettivo dei sintomi, come esperiti dal paziente Asse P Livello di organizzazione e gravità (secondo il modello di Kernberg; 1984; 2006) “Quanto svitato?” (McWilliams, 2004) Tipologie o stile ( influenzato dalle ricerche di Westen e Shedler nella SWAPII) “ In che modo svitato?” (McWilliams, 2004) 27 19/10/2013 Asse P – Livello di organizzazione e gravità Correlazione tra capacità maturative acquisite e livello di gravità del disturbo (Clarkin, Kernberg, Greenspan): costruzione di una propria identità stabile e coesa IDENTITA’ capacità di pensare agli altri in termini di complessità, coesione, stabilità, differenziazione rispetto al sè capacità di mantenere relazioni interpersonali intime, stabili e soddisfacenti RELAZIONI OGGETTUALI capacità di regolare gli affetti e controllare gli impulsi REGOLAZIONE AFFETTIVA flessibilità e uso di strategie di coping e difese mature capacità di agire in linea ad un senso morale maturo e adattivo INTERIORIZZAZIONE DEL SUPER-IO capacità di mantenere l’esame di realtà capacità di affrontare situazioni stressanti in modo maturo RESILIENZA Asse P – Livello di organizzazione e gravità ASSENZA DEL DISTURBO di PERSONALITà - buone strategie di coping - sintomi in condizioni di forte stress LIVELLO NEVROTICO - strategie di coping rigide - limitato range di meccanismi di difesa e coping - nuclei di sofferenza circoscritti ad un unico nucleo problematico (disturbi depressivi, masochisti, sessivo-compulsivi, isterici) - buon funzionamento a livello lavorativo, relazioni interpersonali abbastanza mature e stabili, gestire e modulare l’emotività, di essere collaborativi e alleati nel setting terapeutico LIVELLO BORDERLINE - disturbi più comuni che rientrano in questo range sono (paranoia, psicopatia, narcisimo, sadismo, disturbi dissociativi, disturbi di somatizzazione - difficoltà relazionali, - disregolazione emotiva, - difficoltà in ambito lavorativo, - comportamenti impulsivi e condotte a rischio, tendenze suicidarie - sintomi psicotici - meccanismi di difesa tipici (dissociazione, identificazione proiettiva) 28 19/10/2013 Asse P – Tipologia Parte descrittiva Caratteristiche descrittive del disturbo descrizione del prototipo della personalità secondo la teorizzazione di Blatt: self-definition versus relatedness continuum punti di contatto\diversità rispetto al DSM Possibile eziologia (indicazioni tratte dalla ricerca empirica e dall’evidenza clinica) Indicazioni\controindicazioni psicoterapeutiche come i tratti caratteristici del disturbo influenzano il corso del trattamento implicazioni terapeutiche Parte schematica: • • • • • • Pattern costituzionali-maturativi: Nucleo conflittuale\preoccupazione centrale: paure, tensioni, conflitti Affetti ed emozioni Credenze patogene sul sè Credenze patogene sull’altro Meccanismi di difesa Asse P - Classificazione: P101 disturbo schizoide di personalità P102 disturbo paranoide di personalità P103 disturbo psicopatico\antisociale di personalità : 1. Passivo – 2. Aggressivo P104 disturbo narcisistico di personalità: 1. Arrogante – 2. Depresso P105 disturbo sadico e sadomasochista di personalità P106 disturbo masochista di personalità : 1. Masochista morale – 2. Masochista relazionale P107 disturbo depressivo di personalità: 1. Introiettivo – 2. Anaclitico – 3. Ipomaniacale P108 disturbo da somatizzazione di personalità P109 disturbo dipendente di personalità : 1.Passivo-aggressivo – 2. Controdipendente P110 disturbo fobico\evitante di personalità : 1 Contro-fobico P111 disturbo ansioso di personalità P112 disturbo ossessivo-compulsivo di personalità: 1. Ossessivo – 2. Compulsivo P113 disturbo isterico di personalità : 1. Inibito – 2. Disinibito\dimostrativo P114 disturbo dissociativo di personalità P115 disturbo misto di personalità 29 19/10/2013 SWAP DSM PDM … antisociale-psicopatico Antisociale … psicopatici … schizoide Schizoide … schizoide non presente Schizotipico Non presente … paranoide Paranoide … paranoide … ossessivo Ossessivo-comp. … ossessivo-comp. … istrionico Istrionico … istrionico non presente non presente … somatizzante non presente non presente …dissociativo … narcisistico Narcististico … narcisistico … disforico: evitante Evitante … fobici-evitante non presente non presente … ansioso … disforico: depressivo (nevrotico) di alto funzionamento non presente depressivo … disforico: con disregolazione emotiva Borderline Non presente … disforico: dipendente-masochista Dipendente Dipendente … disforico: con esternalizzazione dell’ ostilità Non presente Non presente … sadici e sadomaso Asse M - Funzionamento mentale Nove categorie organizzate da 0 (sano) a 4 (grave compromissione) 1. Capacita’ di mantenere regolazione, attenzione e di apprendere dall’esperienza: sviluppo del linguaggio, dell’orientamento visuo-spaziale e della modulazione sensoriale; funzioni esecutive, memoria, attenzione, concentrazione, intelligenza; competenze emotive e sociali 2. Capacita’ di instaurare relazioni interpersonali: profondità, coinvolgimento, varietà 3. Qualità del vissuto interiore: autostima, sentimenti positivi\negativi diretti verso il sè 4. Capacita’ comunicativa, espressiva ed emotiva 5. Pattern difensivi e strategie di coping: meccanismi di difesa, resilenza, esame di realtà 6. Capacita’ di formarsi rappresentazioni interne: simbolizzare e attribuire significato affettivo alle esperienze, organizzare l’esperienza in stati menatli oltre che fisici e comportamentali 7. Capacita’ di differenziazione e integrazione sè\altro : stabilire nessi logici tra rappresentazioni interne, di distinguere realtà e fantasia 8. Competenze metacognitive: capacità auto-osservativa e auto-riflessiva 9. Senso di moralità : capacità di crearsi standard interiori di condotta e ideali 30 19/10/2013 Asse M- come misurare i costrutti: Scales of Psychological Capacities (SPC) Karolinska Psychodynamic Profile (KAPP) Operationalized Psychodynamic Diagnosis (OPD) Structured Interview of Personality Organization (STIPO) McGlashan Semistructured Interview (MSI) Analytic Process Scales (APS) Psychotherapy Process Q-Set (PPQS) Shedler-Westen Assessment Procedure (SWAP) Object Relations Inventory (ORI) Ego Function Assessment (EFA) Asse M – Classificazione M201 – Capacità mentali ottimali, appropriate all’età e alla fase evolutiva, flessibili e integrate M202 – Capacità mentali adeguate, appropriate all’età e alla fase evolutiva, flessibili ed integrate M203 – Capacità mentali appropriate all’età e alla fase evolutiva, con conflitti o sfide evolutive transitorie. M204 – Lievi limitazioni e rigidità - M204.1 Formazioni caratteriali incapsulate M204.2 Formazioni sintomatiche incapsulate M205 – Moderate limitazioni e alterazioni del funzionamento mentale M206 – Gravi limitazioni e alterazioni del funzionamento mentale M207 – Lacune nel’integrazione e nell’organizzazione e/o differenziazione delle rappresentazioni del sé e degli offetti M208 – Gravi lacune nelle funzioni mentali di base 31 19/10/2013 Asse S - Pattern sintomatici, esperienza soggettiva Riprende (in modo semplificato) l’Asse I del DSM-IV-TR Sindromi come Gestalt complessive Tentativo di integrare la diagnostica oggettiva e ateoretica in termini più olistici, con le dimensioni soggettive che ne caratterizzano l’esperienza Aggiunge e sottolinea per ciascuna manifestazione sintomatica Stati affettivi; Pattern cognitivi; Stati somatici; Pattern relazionale Asse S – Pattern sintomatici, esperienza soggettiva S301 – Disturbi dell’adattammento S302 – Disturbi d’ansia (Traumi, PTSD, fobie, OCD) S303 – Disturbi dissociativi S304 – Disturbi dell’umore S305 – Disturbi somatoformi S306 – Disturbi dell’alimentazione S307 – Disturbi psicogeni del sonno S308 – Disturbi sessuali e dell’identità di genere (e parafilie) S309 – Disturbi fittizzi S310 – Disturbi del controllo degli impulsi S311 – Disturbo da uso/dipendenza da sostanze S312 – Disturbo psicotici S313 – Disturbi mentali basati su una condizione medica generale 32 19/10/2013 Asse S - Un esempio Disturbi depressivi Stati affettivi: sentimenti di helplessness, debolezza, inadeguatezza, svuotamento, paura di essere abbandonati, isolati e non amati; desiderio die ssere conffortati e protetti, difficoltà nell’espressione di odio e rabbia (pattern anaclitici).Oppure continue autocritiche severe e punitiive, sentimenti di inferiorità, mancanza di valore e colpa; sensazione di non vivere all’altezza delle proprie aspettative; paura di non essere accettati nei propri sforzi assertivi (pattern introiettivi) Pattern cognitivi: convinzione razionalizzata di colpa e fantasie di perdita di approvazione, riconoscimento e amore; indecisione, scarso rispetto di sé, idee suicidarie, perdita di memoria; Stati somatici: perdita di desiderio sessuale, eccessiva reattività motoria, irrequietezza, mal di testa, schiena, dolori muscolari, mutamenti dell’appetito, fatica, scarsa energia, insonnia o ipersonnia. Pattern relazionali: bisogni insaziabili e/o ostilità emergente; attaccamento, ritiro o oppositività PDM - Limiti La valutazione dell’Asse M prevede la valutazione di un numero elevato di funzioni psichiche ma non è chiaro come questa venga effettuata. Gli Assi S e SCA risentono troppo della nosografia del DSM-IV-TR Poco dettagliata la sezione “bambini e adolescenti” Mancanza di una sezione “anziani” Ancora “timida” la ricerca PDM-Based 33 19/10/2013 PDM - prospettive Journal of Personality Assessment, vol. 2(2011) Can the Psychodynamic Diagnostic Manual Put the Complex Person Back at the Center-Stage of Personality Assessment? Steven K. Hupricha; Gregory J. Meyerb The Psychodynamic Diagnostic Manual: An Effort to Compensate for the Limitations of Descriptive Psychiatric Diagnosis Nancy McWilliamsa The Mental Functioning Axis of the Psychodynamic Diagnostic Manual: An Adolescent Case Study John H. Porcerellia; Rosemary Coganb; Michael Bamberyc Reclaiming the Value of Assessing Unconscious and Subjective Psychological Experience Steven K. Hupricha From Symptom to Process: How the PDM Alters Goals and Strategies in Psychological Assessment Robert F. Bornsteina Journeys Through the Valley of Death: Multimethod Psychological Assessment and Personality Transformation in Long-Term Psychotherapy Stephen E. Finna 34