Comunicazione,ascolto e comunicazione efficace 1.0 Comunicare Per tutti coloro che operano in campo educativo è inevitabile l’ interesse per la comunicazione; è fondamentale conoscere le modalità con cui essa si realizza e considerare le implicazioni sul piano educativo-didattico che essa comporta. Gli studiosi contemporanei sono concordi nell’affermare che “ La possibilità di comunicare, di comprendersi e di collaborare è interpretata come la nuova proposta che si deve affiancare all’agire umano, e il “dialogo” tra individui che si rispettano e si riconoscono come interlocutori che accrescono le convinzioni condivise, si va sempre più affermando come metodo valido in ogni campo dell’agire umano.” 1 È IMPOSSIBILE NON COMUNICARE! accordo tra molti studiosi di varia estrazione la comunicazione fin dalle origini ha svolto ruolo centrale nello sviluppo della cultura e della società Come dimostrano gli autori citati nell’elenco che segue in una situazione di interazione tutti comunicano e nessuno può non comunicare anche se lo volesse, si potrebbe anzi affermare che tutto ciò che fa l’uomo è comunicazione, se altri in qualche modo lo sperimentano. 1 M. Muzi – B. De Angelis, Comunicazione, linguaggio, formazione, Anicia, Roma, 2003. 1 WATZLAWICK P.-BEAVIN J.-JACKSON R., Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, Roma, 1971 AUSTIN J. L., Quando dire è fare, Marietti, 1974 ECO U., Trattato di semiotica generale, Bompiani, Milano, 1975 DE MAURO T., Sette lezioni sul linguaggio, in Quaderni CIDI, n°1-2, Roma, maggio 1976 SEARLE J. R., Atti linguistici. Saggio di filosofia del linguaggio, Boringhieri, 1976 JAKOBSON R., Saggi di linguistica generale, 1963; Feltrinelli, 1980 Più precisamente per comunicazione si intende lo scambio dei messaggi tra due o più persone, mediante uno o più canali di trasmissione secondo vari gradi di sofisticazione, con l’uso di segni che costituiscono i codici comunicativi, scelti in conseguenza di un desiderio e di una necessità. Per attivare il processo comunicativo è indispensabile si realizzino tre condizioni: a) avere l’intenzione di comunicare; b) essere almeno in due, cioè chi produce il messaggio e chi lo riceve, al fine di realizzare una bidirezionalità del rapporto comunicativo; c) avere una base comune di relazione, cioè conoscere e comprendere il linguaggio che si intende usare in una determinata occasione. 2 CONDIZIONI PER ATTIVARE IL PROCESSO COMUNICATIVO • ESSERE ALMENO IN DUE • AVERE L’INTENZIONE DI COMUNICARE • AVERE UNA BASE COMUNE DI RELAZIONE Secondo la Pragmatica della Comunicazione umana di Watzlawicht2: 1. È impossibile non comunicare Persino il silenzio è assordante. Quando due persone s’incontrano, c’è sempre comunicazione anche quando non si esprimono verbalmente;anzi tra loro si instaura una forma relazionale meno manipolata e pertanto ancor più autentica. 2. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione Se si presta attenzione solo al contenuto del messaggio non è possibile comprenderne il significato; ciò che ci fa comprendere il significato del messaggio è il modo in cui questo viene espresso. 3. La natura di una relazione dipende dalle modalità di interpretazione del messaggio Nella realtà quotidiana i contrassegni dei discorsi suggeriscono a una persona se la comunicazione, che le viene rivolta, ha un senso amichevole o conflittuale, serio o scherzoso, pericoloso o innocuo, autentico o ambiguo. Ogni individuo, indipendentemente dalla sua volontà, è parte di una complessa rete di messaggi; per riuscire a districarsi in essa con sufficiente equilibrio risulta determinante una capacità di decodificare, di interpretare i contrassegni delle comunicazioni. 2 La pragmatica studia gli effetti della comunicazione sul comportamento;Watzlawicht ( psicologo e filosofo austriaco) è stato il maggior esponente della scuola statunitense di psicoterapia di Palo Alto 3 4. Gli uomini comunicano su diversi canali I canali comunicativi sono tanti: - simbolici verbali (lingua, aritmetica, musica); - simbolici non verbali (gestualità, mimica); - non simbolici (riso, pianto). Queste diverse modalità non hanno le stesse regole di funzionamento, non sono facilmente traducibili l’una nell’altra e da qui si originano molte incomprensioni. 5. Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari Ognuno di noi può trovarsi a vivere relazioni paritarie o sbilanciate, dettate dai ruoli, dalle circostanze, dalle competenze ed è importante non attribuire giudizi di valore a questi ruoli (es. insegnante-allievo, madre-bambino). Sicuramente un buon equilibrio è quello di saper entrare ed uscire dai diversi ruoli con disinvoltura. 1.2. l quinto assioma L’ultimo assioma della Pragmatica merita una riflessione attenta e approfondita perché nella situazione di insegnamento-apprendimento e potremmo affermare in ogni contesto o circostanza educativi, proprio per i ruoli da assumere nella comunicazione docente-discente spesso si generano situazioni sbilanciate e gli attori dell'interazione operano i loro scambi in una situazione di asimmetria. In effetti, i codici degli allievi, essendo strutture ancora in evoluzione, appaiono qualitativamente differenti da quelli degli insegnanti. Questi si trovano, per ruolo, in una condizione di supremazia, rinforzata dal totale controllo degli strumenti di valutazione. Vi è, perciò, il fondato pericolo dello stabilirsi di distorsioni nella comunicazione, in quanto l'Emittente-Educatore assume una posizione definita da Watzlavick one-up, cioè dominante sul Ricevente-Discente , che pertanto viene a trovarsi in una condizione one-down. Il rapporto didattico assumerà allora la veste di comunicazione autoritaria centrata sul ruolo dove l'Emittente Educatore farà prevalere la funzione conativa,cercherà di imporre i propri codici misconoscendo quelli del Ricevente Discente, e probabilmente rifiuterà ogni disponibilità affettiva nei suoi confronti. Ovviamente se queste sono le regole fornite per interpretare la comunicazione, se cioè questo è il metamessaggio la comunicazione potrà generare nel Ricevente Discente situazioni di conflitto emotivo, confusione cognitiva e perfino blocco dei processi di apprendimento. Metacomunicare significa esprimere inevitabilmente una valenza di potere. Se la comunicazione è autoritaria chi riceve la comunicazione pone più attenzione alla persona emittente che non al 4 messaggio e probabilmente metterà in atto difese personali che ostacoleranno anche la decodifica delle informazioni contenute nel messaggio stesso. 1.3 Metamessaggi e comunicazione interpersonale Metamessaggi -sistemi di regole -veicolano emozioni, intenzioni, stati d'animo -influenzano in senso positivo o negativo la qualità delle relazioni interpersonali - acquistano specifico significato nell'ambito dei diversi contesti interattivi In altre parole se il docente spiega il contenuto della lezione con un linguaggio complesso e con la logica del proprio livello cognitivo, renderà più difficile la comprensione e l’apprendimento, mentre se dimostra di comprendere i ruoli interpersonali reciproci, si mette nei panni dell’interlocutore e cerca di dare sempre l’informazione di ritorno (feedback) quando si rende conto che il messaggio non è stato ben trasmesso o ben ricevuto, faciliterà il processo di comunicazione e dunque quello di apprendimento. In campo educativo la comunicazione deve muovere dal riconoscimento reciproco della soggettività e dalla comunanza di obiettivi tra i soggetti coinvolti nel processo . Inoltre il docente deve abbandonare l’atteggiamento autoritario e adottare l’autorevolezza pedagogica di Rousseauniana memoria al fine di favorire il flusso informativo. 5 comunicazione interpersonale è insieme di linguaggi che interagiscono reciprocamente (verbali, corporei, mimici, gestuali, verbali, paraverbali ecc.) nell'ambito dei processi formativi e delle relative professionalità educative assume particolare rilevanza non solo attenzione alla qualità dei messaggi (informazioni espresse in modo chiaro, coerente, organicamente organizzato ecc.) ma soprattutto alla qualità dei metamessaggi Ebbene, la comunicazione è l’abilità principe in grado di sostenere tutte le altre abilità sociali e ad essa è affidato il ruolo di fondamento dell’educazione. Va detto tuttavia che non è sufficiente l’attenzione alle situazioni di insegnamento-apprendimento e più generalmente al comportamento dell’individuo in relazione agli altri (abilità sociali), né il controllo delle dinamiche interpersonali per consentire flussi comunicazionali di qualità. La comunicazione interpersonale Gli elementi fondamentali -I LINGUAGGI NON VERBALI -LA MICRO E MACRO CINESICA ( i movimenti del corpo usati come forme strutturate di linguaggio) -LA PROSSEMICA (l’uso dello spazio personale e sociale) 6 L’ importanza della comunicazione interpersonale è radicale affetti e pulsioni si sviluppano e acquistano determinata coloritura psicologica solo all'interno di una fitta rete di relazioni interpersonali e comunicative Conoscere i significati e l’importanza dei linguaggi non verbali, il ruolo della mimica facciale e la sua capacità di meta comunicazione, l’ importanza della gestualità e della postura che sempre accompagnano il parlare, il significato dello sguardo e della sua direzione significa imparare a controllare il proprio comportamento e la necessità di soddisfacimento dei nostri bisogni e delle emozioni, ma soprattutto significa diventare consapevoli degli effetti che la nostra comunicazione produce negli altri. In sostanza possiamo concludere questo primo incontro con il sostenere come afferma la pedagogista Alba Porcheddu che: “(…) va posta la consapevolezza, progressivamente acquisita in numerosi settori di conoscenza- dall’ambito linguistico, sociologico e psicologico a quello del sapere pedagogico- che la competenza comunicativa ricca e piena non è l’esito di un processo naturale a cui tutti gli individui giungono spontaneamente. Essa è, invece, l’esito di un processo culturale che richiede riflessione, intenzionalità, studio, addestramento (…)”. 7