CRIMINOLOGIA Disturbi di personalità A.A. 2015/2016 SECONDO SEMESTRE PROF. G.M. PATRIZIA SURACE Quadri psicopatologici e condotte criminose Reazioni abnormi e personalità abnormi Personalità psicopatiche (psicopatia) Personalità nevrotica (nevrosi) • Stile di vita caratterizzato • Quadro soggettivo di sofferenza (egodistonia), modo di vivere a da modalità abnormi di “proprie spese”; risposta agli stimoli • le nevrosi sono sindromi a ambientali; patogenesi conflittuale senza cause somatiche evidenti, costituite da • Risposte egosintoniche, sintomi, alcuni comuni a tutte emesse a “spesa di altri”; (paura, angoscia, astenia, senso di • Suscettibilità abnorme, insufficienza…), altri tipici di sensibilità ed determinate varietà (fobie, ossessioni, equivalenti psicosomatici) impressionabilità di fronte agli eventi Disturbi di personalità • Disturbi di personalità dell’area psicotica: ridotta integrazione con l’ambiente, spesso subordinato alle esigenze del soggetto (paranoide, schizoide, schizotipico); • Disturbi di personalità dell’area nevrotica: subordinazione del soggetto all’ambiente, che finisce per soffocare o limitare le capacità espressive, determinando una sofferenza della quale il soggetto è solitamente consapevole (ossessivo-compulsivo, dipendente, di evitamento, passivo, aggressivo) • Disturbi di personalità dell’area intermedia o disturbi marginali: risonanza emotiva poco o affatto gestita, modalità di comportamento imprevedibili, amplificate, sia che conservino o perdano la capacità di mantenere un rapporto fruibile con l’esterno (istrionico, narcisistico, borderline, antisociale) Disturbo paranoide di personalità • Nucleo centrale. Quadro pervasivo di sfiducia e sospettosità: soddisfazione di sé, tendenza querulomane, convinzione rigida delle proprie asserzioni e conseguente rifiuto delle verifiche finalizzate a falsificarle. Anaffettività. Visione del mondo come pericoloso. • Compromissione: possibile preminenza nel tessuto sociale (grazie a: rigore metodologico, meticolosità, secondarietà dei vissuti affettivi). Nessun sentimento di inadeguatezza. • Evoluzione: possibile crisi psicotica acuta con spunti persecutori. Reati: ingiuria, diffamazione, calunnia, vilipendio dell’apparato della giustizia Disturbo schizoide di personalità • Nucleo centrale. Modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali: compromissione del funzionamento sociale. Grado di integrazione sociale limitato. Ritiro in se stesso ed allontanamento. Perdita di risonanza affettiva. Tali soggetti prediligono attività solitarie e non desiderano relazioni strette e personali. Manca la percezione di sofferenza. • Compromissione: manca la necessità di piegare la realtà alle esigenze personali. Non ci sono grosse mete da raggiungere. • Evoluzione: il quadro instabile può degenerare in schizofrenia, soprattutto in presenza di appiattimento affettivo. Reati (freddezza emotiva e totale indifferenza per il danno o la sofferenza della vittima): rapina, lesioni personali, omicidio, violenza sessuale. Disturbo schizotipico di personalità • Nucleo centrale: quadro pervasivo di deficit sociali ed interpersonali, accentuati da disagio acuto, ridotta capacità relazionale (ad alto valore emotivo) e “ricchezza sintomatica” (bizzarie comportamentali, eccentricità di linguaggio, ideazioni magiche, tendenza all’autoriferimento). Possibili manifestazioni artistiche in presenza di capacità intellettive superiori. Convinzione di “essere osservati”… • Compromissione: modalità espressiva più reattività. Libertà di espressione legata al contesto socio culturale ed alla gravità della patologia. Interferenze con l’esterno e limitati adattamenti ad esso per la mancanza di feedback. • Evoluzione: aspetti evolutivi variabili: episodi psicotici acuti, anche eclatanti ed in presenza di risonanza affettiva sviluppi depressivi e maniacali. Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità • Nucleo centrale: il dubbio è rivolto alla priorità ed alla gerarchia dei compiti da assolvere, dei valori morali da mantenere, dalle scelte esistenziali a cui uniformarsi. Le ossessioni riguardano il contenuto idetico, sottoforma di pensiero prevalente, ciclico e risonante. Le compulsioni sono rituali ripetitivi privi di finalità (salvo l’allentamento dell’ansia). La mancanza di certezza è profonda. Corredo concettuale esuberante, ma sovradimensionato rispetto alla capacità di fruirne. L’affettività, in apparenza coartata, è in realtà inespressa. • Compromissione: in fase di compenso il disturbo non appare invalidante. Come per il d.pp. il soggetto si presenta metodico, rigoroso, affidabile, differenziandosi per il livello di certezza: massimo nel paranoide (mancanza di feedback dall’esterno), minimo nell’ossessivo (configurazione di un feedback troppo ricco di segnali, ridondante ed afinalistico). • Evoluzione: quadro stabile sia oggettivamente che soggettivamente. Possibili evoluzioni in direzione nevrotica con frequenti malattie psicosomatiche Reati: tendenzialmente rari. Un caso è la cleptomania Disturbo di evitamento di personalità • Nucleo centrale Modalità pervasiva di inibizione sociale: oggetto del dubbio e del conflitto è l’opinione di sé costantemente insufficiente, inadeguata, subalterna e improduttiva. Tale schema mentale porta il soggetto a collocarsi come spettatore dell’esistenza, mai in condizione di decidere o di modificare. Il dubbio è centrato sul momento in cui è possibile esprimersi, iniziare ad essere autonomo. Quadro di isolamento nevrotico invalidante, accompagnato da un mondo interiore fragile e povero di strutture di difesa. Pur volendo entrare in rapporto con gli altri, non ci riesce a causa di una consapevole percezione di incapacità e sofferenza. • Compromissione: l’opinione negativa di sé condiziona l’integrazione sociale: le relazioni, quando presenti, saranno prive di stimoli, tese a garantire un appannaggio affettivo minimo ma sicuro. Le incapacità lavorative rafforzeranno l’idea negativa di sé, senza però configurare un ritiro autistico. • Evoluzione: frequenti sovrapposizioni di tipo depressivo (ad andamento ciclico e conseguenti ad una notevole capacità di risonanza affettiva) o manifestazioni stabili di ansia paralizzante nel momento in cui vengono ricercate modalità di interazione. Disturbo dipendente di personalità • Nucleo centrale: dubbio e conflitto legati ad una diffusa opinione di insufficienza personale. Il vissuto conflittuale si pone su di un piano personale sganciato da quello relazionale: il soggetto trova nella “delega” l’equilibrio altrimenti irraggiungibile, subordinando ciò che avverte come esigenza personale alla necessità di chi accetta di recitare il ruolo di figura di riferimento. La relazione diventa momento centrale, ma in essa mancano autonomia e mutualità. Frequenti le esperienze di separazione vissute come abbandoni, a cui conseguiranno stati depressivo-reattivi. • Compromissione: l’inefficienza sul piano sociale e lavorativo conduce ad un quadro di costante adattamento, in posizione subalterna, nella relazione instaurata. Variabile il livello di compromissione • Evoluzione: la stabilità del disturbo è subordinata alle circostanze esterne. Essa viene meno quando la perdita protratta di riferimento, casuale e imprevedibile, deve accompagnarsi ad un diverso adattamento esistenziale. Disturbo passivo-aggressivo di personalità • Nucleo centrale: il dubbio e il conflitto espressi da questo disturbo riguardano il ruolo che il soggetto assume all’interno della relazione. Incerto se dipendere o prevaricare, egli adotta meccanismi di difesa (proiezione e formazione reattiva) che lo rendono relativamente isolato rispetto agli altri disturbi del 2° gruppo. Frequentemente oppositivo, finalizza lo sforzo produttivo per opporsi a qualunque cambiamento. Il soggetto esprime la propria aggressività attraverso una condizione di costante psicoastenia, obbligando le relazioni che si mantengono disponibili ad un continuo adattamento per conservare il rapporto. La passività rappresenta quindi il modo per manifestare la propria aggressività. Possibili sovrapposizioni nevrotiche circoscritte a disturbi di ansia. • Compromissione: si tratta di soggetto che si esprime a livelli medio bassi nel contesto sociale, non per la percezione di inadeguatezza, ma perché la possibilità di espressione viene volutamente sacrificata per consentire al soggetto di gestire un’idea di sé appariscente e gratificante, a dispetto della performance offerta. • Evoluzione: la mancata disponibilità al cambiamento può sfociare in un quadro depressivo tardivo. Possibile un’evoluzione paranoidea Disturbi di personalità del 3° gruppo • Esasperata reattività (esplosiva, immediata e indipendente dalla portata della causa) alle situazioni ambientali, sia pur in presenza di aspetti psicopatologici differenti; • Modalità espressive esuberanti, indispensabili per scaricare l’abnorme tensione accumulata; • Comportamento “drammatico” nel contenuto e/o nei modi, reiterato o occasionale, comunque riccamente espresso. Disturbo istrionico di personalità • Nucleo centrale: comportamento intensamente espresso. Modalità di relazioni interpersonali coinvolgenti e instabili. Disforia del tono dell’umore. Seduttività ed egocentrismo rappresentano gli abituali canali di comunicazione con costante tendenza all’autoriferimento. Possibili messe in scena suicidiarie dimostrative ed incongrue, finalizzate a polarizzare l’attenzione. L’esasperata reattività conduce alla suggestionabilità, sconfinante nella plagiabilità. Spiccata risonanza nei confronti di una figura decisa, forte e autoritaria. Tra le personalità istrioniche vi sono i mitomani. • Compromissione: il grado di compromissione non è marcato. Si osservano alterazioni grossolane con manifestazioni teatrali tanto più intense quanto più ricca è la platea davanti alla quale esprimersi. • Evoluzione: disturbo stabile strutturato. Frequenti le sovrapposizioni nevrotiche reattive. Reati: truffe, millantato credito, abuso di titoli e funzioni, simulazione di reati… Disturbo narcisistico di personalità • Nucleo centrale: oltre l’evidenza e la reattività del comportamento, il punto nodale è l’opinione di sé particolarmente positiva. Tutto è dovuto e la polarizzazione su se stesso è massima. Ne deriva un comportamento esibizionistico, finalizzato alla prevaricazione e all’adeguamento dell’esterno alle proprie esigenze. In realtà si cela un’autostima sorprendentemente fragile ed il comportamento osservabile corrisponde ad un meccanismo di difesa dell’Io. Inconsistente è la sfera morale ed il senso di colpa occupa poco spazio nella vita psichica conscia del soggetto. Particolare interesse ha il linguaggio: esso tende ad essere utilizzato come regolatore dell’autostima e del benessere, piuttosto che come sistema di comunicazione • Compromissione: la seduttività e lo stile di comportamento, spesso premiati, garantiscono un buon funzionamento sociale. L’interesse per la propria attività lavorativa è scarsa: trattasi di sublimazione al servizio dell’esibizionismo. • Evoluzione: quadro stabile, con disturbi di stato concomitanti di tipo nevrotico (ansia, depressione e reazioni ipomaniacali) e possibili malattie psicosomatiche (interruzione del canale di comunicazione esterno) Disturbo borderline di personalità • Nucleo centrale: l’instabilità è rivolta al concetto di identità personale, riguardando in un secondo momento la sfera affettiva e di relazione. Disforia ed impulsività evidenti: all’apparenza ben adattati (anche per il forte investimento narcisistico) questi soggetti presentano una sintomatologia di base connotata da ansia libera, disturbi della sessualità, sospettosità e diffidenza, ipersensibilità e tendenza all’isolamento, ambiziosi e facilmente suscettibili. Si registrano abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti e tentativi più o meno gravi di suicidio. L’impulsività quindi si trasforma in ostilità cronica, esplosioni di rabbia intermittenti, reattività abnorme e irascibilità. Il comportamento criminale, se mancano sottostanti nuclei psicotici, è organizzato, finalizzato, cosciente, strutturato, coerente con passato, presente e futuro. Il soggetto manca di autentica capacità empatica e le relazioni interpersonali sono disturbate dalla paura di abbandono reale o immaginario. L’altro è una cosa da utilizzare per il soddisfacimento dei propri bisogni e l’aggressività manifestata è improntata a distruttività, odio, dominio e manipolazione. Disturbo borderline di personalità • Compromissione: poco impegnato sul piano sociale, il soggetto borderline è dotato di una bassa tollerabilità alle frustrazioni, dalle quali possono derivare acting-out comportamentale di tipo antisociale. Pervaso da uno stato di vuoto cronico ed alla ricerca di una identità personale, reagisce impulsivamente quando gli stimoli ricevuti dall’esterno non confermano il riconoscimento del proprio egocentrismo. La possibilità di uno scontro fisico può essere ricercata sia in un’ottica autopunitiva, sia nel tentativo di percepire il sapore dell’essere vitali. È un soggetto che ha bisogno di continue verifiche a causa della costante percezione di vuoto: la ricerca di situazioni insolite ed estreme contribuiscono alla sua ulteriore emarginazione. • Evoluzione: salvo le ipotesi di sconfinamento psicotico, il quadro si accompagna a sovrapposizioni nevrotiche Disturbo antisociale di personalità • Nucleo centrale: marcata compromissione sociale. Comportamento aggressivo sul piano interpersonale, sostanziale anomia, affettività grossolana e impulsiva. Possibile sovrapposizione di quadri nevrotici. La tendenza all’azione è immediata ed eclatante e esplode già nel momento in cui si ha percezione dei primi contrasti. Contrariamente al d.b. l’antisociale non presenta coscienza della malattia, né del proprio deficit strutturale. L’identità grossolana è comunque strutturata. • Compromissione: il grado marcato di compromissione sociale è spesso “ereditato” dal contesto familiare. L’insofferenza alle strutture sociali viene manifestata precocemente, accompagnandosi ad una scolarità bassa e ad un ruolo sociale marginale • Evoluzione: quadro di particolare stabilità, non facilmente modificabile o aggredibile, salvo instaurare trame elementari di rapporto al cui interno tentare un’operazione di cambiamento. Reati: inserimento nelle sottoculture delinquenziali abituali con ruoli subalterni Psicosi • Alterazione delle funzioni psichiche e mancata integrazione con la realtà oggettiva. Compromissione della coscienza dell’Io • Presenza di deliri (disturbo del pensiero che consiste in convincimenti e idee in totale contraddizione con la realtà) e allucinazioni • Psicosi organiche o esogene • Psicosi endogene (schizofrenia, paranoia, psicosi maniaco-depressiva) schizofrenia Nel corso di fasi attive o floride catatonica ebefrenica Probabili azioni violente nel corso di bouffées deliranti sottotipi paranoide simplex Conseguenza del delirio Voci imperative (allucinazioni ud.) Paranoia Delirio coerente e non bizzarro Esasperato sentimento di certezza Tipologia di deliri mistico caratteristiche erotomane Giudizio immodificabile e convincimenti vittimistici Sentimento di grandezza orgoglio e presunzione di gelosia di riforma Disturbi dell’umore • La “doppia polarità dell’umore” (euforiamalinconia) • Dalla deflessione dell’umore (distimia, disturbi dell’adattamento con umore depresso) ai disturbi depressivi gravi e alle forme psicotiche (episodio depressivo maggiore, psicosi melanconica). Possibile, nelle forme gravemente deliranti, l’omicidio-suicidio. • Nei disturbi bipolari gli episodi depressivi si alternano ad episodi maniacali. Teoria cognitiva Elaborazione cognitiva • Risposte disfunzionali agli • • eventi • • Percezioni ed interpretazioni distorte e travisate Pensiero automatico Strategie interpersonali Distorsioni cognitive Modello cognitivo di base Stimoli percepiti Assunti e convinzioni Pensieri automatici Risposte comportamentali Risposte emotive Interazione reciproca sfera emotiva e comportamentale Esempi di distorsioni cognitive • • • • • • • • Pensiero dicotomico Sovrageneralizzazione Astrazione selettiva Predizione del futuro Svalutazione del positivo Ragionamenti in termini emotivi Personalizzare Etichettare schemi Percezione alterata e richiamo alla memoria Risposte emotive Eventi esterni Pensieri automatici Risposte degli altri Comportamento interpersonale Concettualizzazione cognitiva dis. personalità paranoide Assunti e convinzioni Comportamento interpersonale Elaborazioni cognitive Self-efficacy La gente è maligna e bugiarda Stare in guardia Paura dell’intimità Aspettative di ostilità e inganno Gli altri ti vengono contro quando ne hanno l’occasione Ti può andare bene solo se non abbassi la guardia vigilanza Evidenze che confermano Tendenza a sollecitare atteggiamenti di ostilità e diffidenza Concettualizzazione cognitiva dis. person. borderline Il mondo è pericoloso e malevolo Paure specifiche Ansia frustrazione vigilanza Evitamento soppressione rabbia Sono debole e vulnerabile Desiderio dipendenza vs Rabbia Paura di dipendere Relazioni intense e instabili Scarsa self-efficacy Scarsa aspettativa di successo Obiettivi confusi Scarsa autostima Sono inaccettabile Mancanza speranza Depressione Scarsa motivazione Mancanza di successo Scarsa tolleranza alle frustrazioni Anticipazione del rifiuto autobiasimo impulsività autopunizione colpa