Scheda 21 L`EPIDERMIDE E I SUOI STRATI (2)

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Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani
Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Operatore del Benessere/Trattamenti Estetici - Sede Trapani
Scheda 21
L'EPIDERMIDE E I SUOI STRATI (2)
STRATO SPINOSO O DEL MALPIGHI
È lo strato più spesso dell'epidermide, è formato, infatti, da diverse file di
cellule. Queste ultime negli strati più profondi sono ancora di forma
cilindrica, mentre negli strati più superficiali assumono forma cubica
(tendono ad appiattirsi); presentano comunque sempre il nucleo ed
ancora il citoplasma.
La caratteristica di queste cellule è quella di avere dei prolungamenti o
desmosomi o spine citoplasmatiche, da qui il nome di strato spinoso, che
fungono da ponte di collegamento tra cellule diverse, garantendone una
perfetta coesione e, probabilmente, permettendo degli interscambi di
sostanze e/o messaggi. A questo livello le cellule presentano inoltre dei
sottili spazi interspinosi attraverso i quali può scorrere la linfa epiteliale. È
in questo strato che si trovano anche le cellule di Langerhans. Il nome di
strato malpighiano deriva, invece, da M. Malpighi, il medico che iniziò a
studiare le caratteristiche della pelle nel XVIII sec.
STRATO GRANULOSO
È formato da 3-5 file di cellule che tendono ad assumere una forma
sempre più appiattita e a perdere gran parte del citoplasma. Il contenuto
di acqua delle cellule di questo strato è molto inferiore rispetto a quello
degli strati sottostanti, si arriva infatti, ad un valore intorno al 30%.
Importante caratteristica delle sue cellule è la presenza nel citoplasma di
grossi e numerosi granuli (da qui il nome dello strato) di cheratoialina, una
lipoproteina che interviene in modo ancora non del tutto chiaro durante il
processo di cheratinizzazione. Il nucleo delle cellule comincia a presentare
segni di atrofia.
STRATO LUCIDO
È formato da poche file di cellule dalla forma allungata ed appiattita; il
citoplasma ed i suoi organuli tendono a scomparire ed i nuclei sono
praticamente assenti (cellule anucleate). Nella pianta dei piedi e nel palmo
delle mani è particolarmente sviluppato. Il nome di questo strato deriva
dal fatto che, osservato al microscopio, esso è ben riconoscibile come una
linea chiara, luminosa e lucida: ciò è dovuto alla presenza, all'interno delle
sue cellule, di una sostanza oleosa chiamata eleidina.
Nelle cellule di questo strato sono inoltre presenti dei tonofilamenti
piuttosto compatti e posti in modo parallelo alla superficie epidermica: ciò
costituisce una vera e propria barriera elettrochimica in grado di
respingere tutti quei corpi che presentano una carica elettrica negativa.
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Scheda 22
L'EPIDERMIDE E I SUOI STRATI (3)
STRATO CORNEO
È lo strato più superficiale dell'epidermide ed il suo spessore varia a
seconda della sede: è particolarmente elevato sul palmo della mano e
sulla pianta del piede. È comunque formato da diverse file di lamelle (in
realtà non sono vere e proprie cellule) molto appiattite, disidratate (circa
10%) prive di nucleo, con membrana plasmatica molto ispessita, infarcite
invece di cheratina sottoforma di filamenti. Si tratta in pratica di cellule
morte, derivate per trasformazione dei cheratinociti dello strato basale,
che si sfaldano e vengono eliminate. Queste microscopiche lamelle
cornee, che vengono dette anche corneociti e sono il risultato finale del
processo di cheratinizzazione, si incastrano strettamente fra loro nella
porzione più interna detta strato corneo compatto ed in modo più lasso in
quella più esterna detta strato corneo disgiunto.
Lo strato corneo e la cheratina, dura e resistente, svolgono un ruolo
fondamentale di difesa nei confronti di diversi agenti chimici e fisici con cui
entriamo in contatto. Inoltre le lamelle cornee intrappolano l'eleidina che,
insieme al sebo ed al sudore, forma il caratteristico mantello idro-lipidico-acido che ricopre la superficie della pelle,
svolgendo egregiamente un'ulteriore funzione protettiva e di barriera nei confronti di diverse sostanze e soluzioni
acquose.
CHE COSA E' LA CHERATINA
La cheratina (dal greco: kératos = corno) è una proteina filamentosa ricca di
zolfo, è molto stabile e resistente. Si tratta di una struttura molto complessa. È
prodotta dai cheratinociti, ed è immersa nel loro citosol come filamenti
intermedi. È il principale costituente dello strato corneo. La cheratina è anche
la principale unità strutturale delle nostre unghie.
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Scheda 23
CHERATINOGENESI
Nella descrizione dei diversi strati dell'epidermide, ci
siamo resi conto che essa è continuamente soggetta a
modificazioni cellulari e rinnovamento.
Dallo strato più profondo, e cioè il basale o
germinativo, derivano continuamente per attività
mitotica giovani cellule che subiscono modificazioni
morfo-funzionali, elaborano la cheratina, vengono
trasferite negli strati superiori dell'epidermide e
vanno a rimpiazzare quelle vecchie che sono eliminate
per desquamazione dello strato corneo superficiale.
In condizioni fisiologiche per ogni cellula che nasce
un'altra deve essere eliminata: il processo di
riproduzione cellulare in profondità e quello di
desquamazione in superficie devono essere in
equilibrio; questo per mantenere lo stesso spessore
all'epidermide nonostante il continuo rinnovo ed
assicurare, di conseguenza, la buona funzionalità
cutanea. Entrano in gioco così sostanze stimolanti la moltiplicazione cellulare e sostanze inibitrici la moltiplicazione
stessa. Ci troviamo perciò di fronte a popolazioni cellulari soggette a continuo rinnovamento; le cellule
dell'epidermide sono cioè delle cellule labili. Il tempo di rinnovamento dell'epidermide, detto tempo di turnover è in
media di 25-28 giorni. Tuttavia esso è influenzato da molteplici fattori tra cui: esfoliazione fisiologica, età, condizioni
particolari (come graffi, tagli che accelerano il processo), ecc.
Inoltre, la desquamazione dello strato corneo è favorita da una corretta igiene quotidiana, dallo sfregamento con i
vestiti che indossiamo e dall'azione dell'aria atmosferica. Questa desquamazione determina una specie di peeling
naturale, perché assieme alle lamelle cornee, viene allontanato tutto ciò che su di esse si deposita: polvere, sporco,
microrganismi, ecc. Quindi, è importante ricordare che la continua attività biologica e riproduttiva a livello dello strato
basale è di fondamentale importanza: è proprio da essa che dipende un buon trofismo cutaneo.
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Scheda 24
MELANINA E MELANOGENESI (1)
La melanina, sintetizzata dai melanociti, è il pigmento (o sostanza colorata) tipico della cute e responsabile della sua
colorazione bruno-bronzea. La sua importante e delicata funzione è quella di comportarsi da molecola protettiva del
nucleo (e quindi del DNA) delle cellule degli strati sottostanti, facendo da schermo nei confronti di raggi UV e di loro
possibili danni. La melanina, infatti, è opaca a queste radiazioni, le estingue e le trasforma in energia termica. Le
radiazioni emesse dal sole sono di diverso tipo.
Quelle che ci interessano in questa sede, perché hanno degli effetti sulla cute, sono i raggi ultravioletti che si dividono
in:
• U.V.A: attraversano lo strato corneo
della cute e raggiungono il derma; sono i
responsabili
dell'invecchiamento
cutaneo.
Hanno
un'azione
pigmentogena
(formazione
di
melanina);
• U.V.B: sono fermati dallo strato corneo
ed hanno un'azione eritematogena,
sono cioè responsabili dell'eritema
solare.
• U.V.C: che però sono bloccati dallo
strato di ozono presente nell'atmosfera
e perciò non riescono ad arrivare sulla Terra.
Un'esposizione eccessiva ai raggi solari può danneggiare la cute,
questo perché le radiazioni ultraviolette vanno a danneggiare le
molecole e soprattutto il DNA presente nel nucleo delle cellule. In
genere il danno al DNA viene riparato da enzimi specifici, ma durante
questi processi di "aggiustamento", vengono rilasciate alcune
sostanze chimiche che determinano anomalie e/o danneggiamenti
alla matrice di supporto della cute. Ciò provoca dilatazione dei vasi
sanguigni con sensazioni di calore, gonfiore, arrossamento, prurito, a
volte dolore, tipiche dell'eritema solare che non è altro che un
processo infiammatorio. Tutto ciò causa però, a lungo termine,
invecchiamento precoce della cute con comparsa di macchie brune e
rosse, secchezza, ispessimento, cedimento dei tessuti per rallentata
formazione di collagene e alterazione delle fibre già presenti,
formazione di rughe profonde e, nei casi più gravi, neoplasie (tumori)
cutanee oggi sempre più diffuse.
Nell'epidermide a livello dello strato basale, frammisti ai comuni
cheratinociti, sono presenti i melanociti che sono i diretti
responsabili della produzione e dell'accumulo di melanina tramite il
processo di melanogenesi.
Anche a livello del sottostante derma superficiale, in alcune cellule
dette melanofori, è distribuita la melanina.
La forma dei melanociti è piuttosto stellata (ricorda un po' quella delle cellule nervose) e presenta perciò numerosi
prolungamenti che si insinuano nei piccolissimi interstizi delle cellule dello strato basale e spinoso.
Nel loro citoplasma sono contenuti particolari granuli o vescicole, detti melanosomi, nei quali si trova la melanina
prodotta. La quantità di pigmento melanico prodotta è influenzata sia da stimoli endogeni (ad esempio, ormone
ipofisario melanocita-stimolante) sia esogeni (radiazioni solari e raggi UV prodotti da apposite lampade incrementano
la quantità di melanina prodotta, fattori vitaminici, alimentari, medicamentosi).
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Scheda 25
MELANINA E MELANOGENESI (2)
I melanociti sono in grado di produrre la melanina
partendo da un amminoacido particolare, la tirosina,
e grazie all'azione dell'enzima tirosinasi, che catalizza
la reazione, avviene la melanogenesi
Le melanine sono di 2 tipi: eumelanina e
feomelanina. Tutte e due si formano a partire dalla
tirosina, differiscono per una reazione chimica finale.
Nella pratica l'eumelanina è presente nella cute di
tipo caucasico, variante mongola e nel tipo negroide;
la feomelanina è presente nella cute di tipo celtico.
La melanina prodotta e contenuta nei melanosomi si
accumula dapprima nella porzione centrale dei
melanociti; successivamente, sotto l'azione degli
stimoli, i melanosomi migrano all'interno dei
prolungamenti dei melanociti e sono trasferiti quindi
nelle cellule dell'epidermide, dove la melanina svolge
egregiamente la sua funzione di filtro e protezione
nei confronti degli UV, disponendosi a cappuccio sul
nucleo.
La differenza nella pigmentazione cutanea è in stretta
relazione con la razza, le caratteristiche individuali ed
ambientali; inoltre dipende dalla quantità e dalla
natura chimica della melanina prodotta e dalla sua
capacità
di
trasferimento
nelle
cellule
dell'epidermide, non quindi dal numero di melanociti
presenti che è più o meno lo stesso.
Gli individui con la pelle scura, detti di fototipo 4,
producono un'elevata quantità di melanina, hanno
perciò un'alta protezione dalla luce solare e si
scottano molto raramente.
Gli individui, invece, con la pelle particolarmente
chiara, detti di fototipo 1, hanno una minima
protezione e, se si espongono al sole, si scottano
sempre e non si abbronzano praticamente mai.
La fotoprotezione naturale non è sufficiente a
garantire una efficace protezione dai possibili danni
provocati dal sole. Per questo motivo sono in
commercio specifici cosmetici disponibili sotto forme
diverse: gel, crema, olio, latte, che, applicati sulla
cute, la schermano, la proteggono e ne favoriscono
l'abbronzatura.
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Scheda 26
IL DERMA (1)
E' detto derma il tessuto connettivo di tipo fibro-elastico che si trova sotto
l'epidermide. Si tratta di un tessuto che svolge molteplici funzioni e,
pertanto, è ricco di strutture. Si distinguono, dall'epidermide verso l'interno
3 strati:
1. derma papillare: presenta delle estensioni o papille dermiche che
seguono l'epidermide superiore. Questo saliscendi corrisponde alle
creste cutanee molto evidenti nei polpastrelli. Le caratteristiche
principali di questo strato sono la presenza molto abbondante di
sostanza fondamentale, fibre collagene e fibre elastiche e reticolari:
disposte in modo molto lasso, cellule tipiche del derma (vedi descrizione schede successive), vasi sanguigni come
capillari, arterie e venule e i corpuscoli sensitivi: per le sensazioni tattili e le sensazioni del freddo;
2. derma medio o corion: caratterizzato da modesta quantità di sostanza fondamentale, una fitta rete di fasci di
fibre collagene e reticolari e poche fibre elastiche, scarsità di cellule, vasi sanguigni di grandezza maggiore rispetto
a quelle dello strato superiore e corpuscoli sensitivi;
3. derma profondo o reticolare: nel quale si trova scarsa sostanza fondamentale,
fibre collagene abbondanti e formati fasci più grossi, poche cellule, vasi sanguigni
ancora più grandi e corpuscoli sensitivi per la sensazione del caldo e della
pressione
CELLULE DEL DERMA
Fra le cellule del derma distinguiamo:
1. fibroblasti: cellule tipiche del derma a forma irregolare quasi stellata, aventi
funzione di sintetizzare la componente fibrosa del tessuto e la sostanza
2.
3.
4.
5.
fondamentale glicosamminoglicani ( o G.A.G.) e glicoproteine
cellule di origine ematica: granulociti e linfociti (globuli bianchi)
plasmacellule: produttori di anticorpi
istiociti e macrofagi: ad elevata capacità fagocitaria
mastociti:
cellule
produttrici
di
serotonina
(mediatore
chimico
dell'infiammazione), istamina (sostanza vasodilatatrice che causa i fenomeni
allergici), eparina (anticoagulante) e acido ialuronico. (la cui mancanza
determina la formazione di rughe ed inestetismi).
COMPONENTE FIBROSA
Sono le strutture in grado di conferire consistenza e compattezza alla pelle.
FIBRE COLLAGENE
La fibre collagene sono il risultato dell'unione di più fibrille di collagene sintetizzato dai
fibroblasti. Presenta una spiccata avidità di acqua e agisce perciò come una
microspugna. Le fibre collagene svolgono una funzione meccanica di impalcatura e
sostegno: sono flessibili ma molto resistenti alla trazione, donando così solidità alla
cute.
Le fibre collagene più vecchie sono sostituite da fibre più giovani grazie ad un continuo
processo di turnover. Con l'avanzare dell'età la struttura chimica delle fibre collagene
subisce profonde modificazioni, per cui esse perdono drasticamente la capacità di
legarsi all'acqua; per questo si parla di collagene insolubile, non in grado di svolgere perfettamente il suo compito.
A queste profonde modificazioni del collagene si aggiunge poi una marcata riduzione dei G.A.G. Ciò produce il
fenomeno dell'invecchiamento: disidratazione cutanea profonda, cedimento cutaneo,pelle flaccida e grinzosa, rughe,
smagliature, ecc.
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Scheda 27
IL DERMA (2)
SOSTANZA FONDAMENTALE
La sostanza fondamentale rappresenta la struttura in cui sono immerse le cellule e le fibre del derma. Ha una
consistenza gelatinosa ed è formata da:
1. Acqua in grande quantità
2. G.A.G.: la parte più importante perche regolano il nutrimento del tessuto, lo stato di idratazione, e il trasporto di
elettroliti. Con l'avanzare dell'età i G.A.G. subiscono grandi modificazioni determinando l'invecchiamento della
pelle. I G.A.G. sono formati da lunghe catene di polisaccaridi (zuccheri) contenenti gruppi solforati. L'unico G.A.G.
non solfato è l'acido ialuronico
3. glicoproteine: proteine contenenti zuccheri
4. sali
5. vitamine
6. ioni
FIBRE RETICOLARI
Le fibre reticolari sono, simili alle fibre collagene in quanto formate da
molecole simili organizzate, in fibrille isolate che si intrecciano tra loro come
un reticolo.
FIBRE ELASTICHE
Le fibre elastiche sono costituite da l'elastina, che è in grado di garantire la
caratteristica elasticità cutanea. Queste fibre, perciò, possono essere tirate,
ovviamente non oltre un certo limite, detto punto di stress, per poi ritornare
alla situazione originaria. Si tratta di fibre isolate che si intrecciano come una
rete e sono mescolate tra le fibre collagene; sono prodotte anch'esse dai
fibroblasti.
CIRCOLAZIONE CUTANEA
La cute ha bisogno di un sistema vascolare che le garantisca
nutrizione e capacità di termoregolazione. I vasi sanguigni del
microcircolo determinano, per effetto di trasparenza, il colore
rosso/roseo della nostra cute creando rossore in caso di
vasodilatazione oppure pallore in caso di vasocostrizione.
Il sistema vascolare della pelle è situato a livello del derma,
l'epidermide invece non è vascolarizzata e riceve il nutrimento
per diffusione osmotica dal derma. La ricca rete vascolare
cutanea ha origine da vasi più grossi: arterie e vene, provenienti
dal sottocutaneo che poi si ramificano e si assottigliano a livello
più superficiale in arteriole e venule, dando luogo così ad una
rete vasale profonda o rete ipodermo-dermica e ad una più
superficiale o rete sub-papillare: capillari arteriosi e venosi.
I vasi sanguigni arteriosi della rete ipodermo-dermica irrorano i lobuli adiposi, la papilla del pelo, le ghiandole, ecc.
Man mano che salgono verso l'alto si assottigliano, assumono un decorso tipico a candelabro ed infine si spingono a
livello papillare assumendo un andamento tortuoso e formando la rete sub-papillare. I vasi venosi seguono un decorso
contrario.
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Scheda 28
IL DERMA (3)
RETE NERVOSA CUTANEA
E' grazie alla sua fitta rete nervosa e ad un insieme di recettori cutanei detti esterocettori che la pelle è in grado di
percepire stimoli diversi, trasmetterli al cervello che li trasforma, dopo averli elaborati, in sensazioni dolorifiche,
termiche, tattili, pressorie.
Si parla di parestesia quando si ha un'alterazione della sensibilità, ad esempio formicolìo, bruciore, punture di spilli,
che si presenta anche in assenza di stimoli applicati sulla pelle; quando, invece, c'è una diminuzione o un aumento
della sensibilità tattile parliamo rispettivamente di ipoestesia e di iperestesia.
Nel derma troviamo vari nervi che possiamo suddividere in:
• nervi motori che regolano vasodilatazione-vasocostrizione a livello cutaneo (nervi vasomotori); regolano
l'erezione del pelo o fenomeno di orripilazione (nervi pilomotori);
• nervi secretori che regolano l'attività delle ghiandole cutanee e quindi la loro secrezione
• terminazioni nervose libere, intraepidermiche e perciò più superficiali;
• terminazioni corpuscolate o recettori nervosi cutanei, intradermiche e perciò più profonde, formate da un
insieme di fibre sensitive avvolte da tessuto connettivo
TERMINAZIONI LIBERE: sensibilità dolorifica. Sono molto superficiali, sottili e terminano con un bottoncino
particolarmente sviluppate sui polpastrelli delle dita, sulle labbra, e sulle mucose
CORSPUSCOLI DI MEISSNER: sensibilità tattile. Hanno forma allungata in direzione perpendicolare alla superficie
cutanea particolarmente sviluppati sui polpastrelli delle dita e sulla punta della lingua
CORPUSCOLI DI KRAUSE: sensibilità del freddo. Hanno forma arrotondata a bottoncino e sono piuttosto superficiali
CORPUSCOLI DI RUFFINI: sensibilità al caldo. Forma allungata e posti in profondità
CORPUSCOLI DI PACINI: sensibilità alla pressione. Forma ovale ed allungata posti in profondità
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Scheda 29
L'IPODERMA
La parte più profonda della cute è rappresentata
dall'ipoderma che rappresenta la parte connessione con
i muscoli. Questo è classificato come tessuto connettivo
adiposo ricco di adipociti raggruppati in masse adipose.
Le sostanze lipidiche contenute al loro interno sono
rappresentate da: acido oleico, acido palmitico, acido
linoleico e acido stearico. Frammiste agli adipociti, ci
sono fibre di collagene.
Nell'ipoderma sono presenti: rete sanguigna,rete
linfatica, rete nervosa, ghiandole sudoripare, e follicoli
pilo sebacei.
Il tessuto adiposo dell'ipoderma è detto pannicolo
adiposo sottocutaneo e svolge essenzialmente 4
funzioni:
1. funzione trofica: come riserva nutritiva e energetica
2. funzione meccanica: sostiene e protegge le strutture sottostanti fungndo da cuscinetto protettico vontro piccoli
urti e traumi
3. funzione isolante: rappresenta uno strato isolante contro la dispersione di calore
4. funzione estetica: come modellante del corpo.
La distribuzione e spessore del tessuto adiposo è in relazione a vari fattori:
1. regioni corporee: ad esempio molto spesso nella regione dei glutei e praticamente assente nelle labbra
2. sesso: nella donna il tessuto adiposo è generalmente più sviluppato e diversamente distribuito. Mentre nell'uomo
il tessuto adiposo si deposita soprattutto attorno alla vita e alla nuca, nella donna si deposita sui fianchi, sulla
cosce, sui glutei, nella zona periombellicale e nel seno.
3. età: in genere nei bambini è abbondante, con la pubertà tende a localizzarsi in zone diverse, a secondo del sesso,
con la vecchiaia tende a diminuire contribuendo alla perdita del tono favorendo la formazione di grinze e rughe.
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Scheda 30
ANNESSI CUTANEI: GHIANDOLE SUDORIPARE
Le ghiandole sudoripare sono circa 3 milioni e sparse un po' in tutta la pelle; tuttavia le zone corporee in cui sono più
abbondanti sono quelle palmo-plantare, ascellare, dorsale e frontale. Sono il risultato dell'introflessione del tessuto
epiteliale e sua successiva invaginazione nel connettivo sottostante. Il loro secreto è il sudore, un liquido acquoso e
trasparente. L'eliminazione del sudore è un processo continuo ed impercettibile. Nell'arco della giornata ne viene
prodotto circa 1 litro, in condizioni particolari diversi litri nell'arco della giornata). Nella struttura delle ghiandole si
distingue:
1. una porzione secernente: formata da un tubulo raggomitolato più volte su se stesso, detto glomerulo e posto a
livello del derma profondo e dell'ipoderma superficiale;
2. un dotto escretore: esile tubicino che origina dal glomerulo ed elimina all'esterno il suo secreto.
3. Le ghiandole si dividono in eccrine (o merocrine) e apocrine (vedi scheda 9)
GIANDOLE SUDORIPARE ECCRINE
GIANDOLE SUDORIPARE APOCRINE
numerose e presenti in tutta la superficie cutanea più
abbondanti a livello palmo-plantare e frontale
si presentano solo in alcune zone quali ascelle, genitali
esterni, piega inguinale
sboccano a livello esterno con un poro sudoriparo
sono poste in profondità, presentano dimensioni
maggiori e sboccano a livello del follicolo pilo-sebaceo
dei peli
sono presenti ed attive fin dalla nascita
si sviluppano e divengono attive durante la pubertà
producono sudore a basso contenuto di azoto e quindi
non sono responsabili del cattivo odore del sudore
producono sudore ricco di derivati azotati, glucidi, acidi
grassi che producono il caratteristico odore del sudore
il sudore è incolore e un pò salato con Ph acido
il sudore è viscoso, opaco, alcalino
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