DISPENSE Project Management, Gestione OO.PP. e Cantiere

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Maria Teresa Lucarelli e altri
MATERIALI
DIDATTICI:
DISPENSE
Project Management,
Gestione OO.PP. e Cantiere
antologia 7.3
UNIVERSITA’ Mediterranea DI REGGIO CALABRIA
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA
CORSO DI
PROJECT MANAGEMENT E GESTIONE
OPERE PUBBLICHE
Prof.ssa Maria Teresa Lucarelli
Collaboratori: Arch.tti Deborah Pennestrì, Francesca Villari, Mariateresa Mandaglio.
DISPENSA TERZA PARTE
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DAL
PROGETTO
ESECUTIVO
ALLA
CANTIERIZZAZIONE
DELL’OPERA
Il passaggio dalla fase di progettazione a quella di realizzazione è uno dei più
delicati dell’intero processo edilizio.
Il progetto esecutivo, infatti, ha il compito di rendere l’opera realizzabile, o
come comunemente definito cantierabile.
Già nell’ambito del processo progettuale viene sottolineata l’importanza di
una corretta progettazione, non solo dell’opera, ma anche del cantiere, richiedendo
nei differenti livelli di definizione progettuale elaborati e studi di pertinenza propia
del cantiere.
Ad esempio:
 Cantiere e Progetto Preliminare
Esso "stabilisce i profili e le caratteristiche più significative degli elaborati dei
successivi livelli di progettazione“ in funzione del tipo di intervento.
Esso si compone di vari elementi, la cui presenza è tuttavia lasciata a discrezione
del responsabile unico del procedimento, che ne valuta la necessità:
• relazione illustrativa;
• relazione tecnica;
• studio di prefattibilità ambientale;
• indagini geologiche, idrogeologiche ed archeologiche preliminari;
• planimetria generale e schemi grafici;
• prime indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza;
• calcolo sommario della spesa.
 Cantiere e Progetto Esecutivo
Il progetto esecutivo è redatto sulla base delle direttive fornite dal progetto
definitivo e si compone dei seguenti elementi:
• una relazione generale;
• le relazioni specialistiche;
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• gli elaborati grafici, anche quelli relativi alle strutture, agli impianti ed alle opere
di risanamento ambientale;
• i calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti;
• i piani di manutenzione dell'opera nel suo complesso e nelle parti di cui è
composto;
• i piani di sicurezza e coordinamento;
• il computo metrico estimativo definitivo ed il quadro economico;
• il cronoprogramma dei lavori;
• elenco dei prezzi unitari ed eventuali analisi;
• il quadro dell'incidenza di manodopera per le diverse categorie di cui si compone
la lavorazione;
• lo schema di contratto ed un capitolato speciale d'appalto.
Da ciò si deduce l’importanza di una corretta progettazione esecutiva
dell’opera.
Il Progetto esecutivo e tutti gli elaborati che lo compongono, infatti, devono
consentire la cantierabilità dell’opera da parte dell’impresa appaltatrice.
Il progetto esecutivo è parte integrante del contratto d’appalto rappresentando
il contenuto e gli obblighi posti a capo dell’appaltatore.
Il Progetto esecutivo, in coerenza con i livelli di progettazione precedenti,
deve necessariamente fornire una chiara rappresentazione, in relazione a qualunque
opera da applicare di tutte le caratteristiche dimensionali e tipologiche e di ogni sua
componente con un grado di definizione e di dettaglio che sia il maggiore possibile.
Il Progetto esecutivo è, infatti, definito come “la ingegnerizzazione di tutte
le lavorazioni”.
Il caso dell’ Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano
Emblematico è il caso dell’Auditorium del Parco della Musico di Renzo
Piano in cui l’Autorità sulla Vigilanza dei LL.PP. si è dovuta esprimere per
sottolineare il legame tra cantiere e progetto esecutivo.
…il problema
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Una delle impresa partecipante all’appalto dei lavori di completamento
dell’Auditorium lamentava presunte irregolarità nella compilazione del progetto
esecutivo posto a base di gara, consistenti in un grado di definizione non coerente
con quanto richiesto dalla Legge.
Qesta
contestava,
inoltre,
l’accollo
in
capo
all’appaltatore
della
cantierizzazione – prevista dal Capitolato Speciale a base di gara. – nella misura in
cui, mediante tale prescritto incombente, il Comune trasferiva all’esecutore l’obbligo
di rendere esecutivo il progetto, dissimulando tale adempimento con il termine
"cantierizzazione".
La segnalazione traeva origine dalla licitazione privata avviata dal Comune
di Roma per l’appalto dei lavori di completamento dell’Auditorium, a cui
l’esponente aveva manifestato la volontà di partecipare.
Il nuovo appalto si era reso necessario, per la parte non eseguita, a seguito
della rescissione in danno del precedente contratto a suo tempo stipulato con un ATI,
inadempiente, secondo la stazione appaltante, alle obbligazioni contrattuali
soprattutto in ordine alla realizzazione degli elaborati di cantierizzazione posti
dagli artt. 2.3.4 e seguenti del Capitolato Speciale a carico dell’appaltatore.
A seguito della disposta risoluzione, l’ATI citava in giudizio il comune
dinanzi al Tribunale civile di Roma chiedendo il risarcimento del danno per colpa
dell’amministrazione.
Come si esprime l’Autorità sulla vigilanza dei LL.PP?
I particolari costruttivi devono far parte del progetto esecutivo e non possono
essere rinviati alla fase esecutiva e rimessi a carico dell’appaltatore, occorre tenere
conto che taluni elementi costruttivi, non espressamente descritti nel progetto
esecutivo, possono essere desunti dalla lettura coordinata del complesso degli
elaborati; oppure una migliore definizione può aversi in corso d’opera a cura della
direzione dei lavori. Altre volte si tratta di elementi non espressamente descritti, ma
da dimensionare in sede di dettaglio costruttivo per gli inevitabili adattamenti di
cantiere in concreto necessari.
La “cantierizzazione” è un termine, ormai, di uso comune.
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Essa non può certo consistere nel completamento del progetto esecutivo il
quale non deve, in base alle nuove norme, risultare tale da rendere necessari ulteriori
livelli progettuali in senso proprio, nè implicare attività progettuale destinata a
colmare lacune eventualmente presenti nel progetto esecutivo, ma deve intendersi
come produzione di quella documentazione che l’esecutore elabora per tradurre le
indicazioni e scelte contenute nel progetto in istruzioni e piani operativi, cioè,
l’attività propria dell’impresa che ha piena competenza nel determinare la
organizzazione dei lavori.
GLI ATTORI DEL CANTIERE OPERATORI : RUOLI E RESPONSABILITÀ;
Sulla base degli elaborati e dei documenti costituenti il Progetto Esecutivo si
procede all’avvio della fase di realizzazione dell’opera, ovvero si passa dal progetto a
cantiere ove le figure responsabili della corretta realizzazione dell’opera sono:
RESPONSABILE UNICO DEL
PROCEDIMENTO
APPALTATORE
Operatori
Fase
Realizzazione
DIRETTORE DEI LAVORI
DIRETTORE OPERATIVO
ISPETTORE DI CANTIERE
FUNZIONI E COMPITI DEL DIRETTORE DEI LAVORI
•
Cura che i lavori siano eseguiti a regola d’arte e in conformità al progetto e al
contratto, e ne ha la responsabilità del coordinamento e della supervisione di
tutte le attività;
•
Interloquisce con il R.U.P. e l’appaltatore per gli aspetti tecnici ed
economici.
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•
Comunica la data inizio e consegna lavori all’appaltatore e firma il processo
verbale di consegna.
•
Ha la specifica responsabilità dell’accettazione dei materiali.
•
Verifica la regolarità degli obblighi dell’appaltatore.
•
Verifica la validità del programma di manutenzione e l’aggiornamento dei
manuali d’uso e manutenzione.
•
Compila le relazioni dirette al R.U.P. su sinistri alle persone e danni alle
proprietà.
•
Verifica, classifica, misura e certifica sui libretti delle misure i lavori
effettuati.
•
Tiene il registro di contabilità.
•
Firma e rilascia il Certificato di Ultimazione dei Lavori.
FUNZIONI E COMPITI DEL DIRETTORE OPERATIVO
•
Verifica che lavorazioni di singole parti dei lavori siano effettuate come di
norma e da contratto.
•
Coordina la attività dell’Ispettore di Cantiere.
•
Cura l’aggiornamento del cronoprogramma generale e particolareggiato dei
lavori.
•
Assiste al D.L. nell’identificare interventi necessari ad eliminare difetti
progettuali o esecutivi (*).
•
Individua e analizza le cause che influiscono negativamente sulla qualità dei
lavori. Propone al D.L. le adeguate azioni correttive (*).
•
Assiste ai collaudatori (**).
•
Esamina e approva il programma delle prove di collaudo e delle messa in
opera degli impianti.
•
Può svolgere funzioni di Coordinatore per l’Esecuzione dei Lavori
(sicurezza).
•
Collabora alla tenuta dei libri contabili.
•
Tiene il giornale dei lavori.
FUNZIONI E COMPITI DELL’ISPETTORE DI CANTIERE
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•
Sorveglia che i lavori siano fatti come di norma e da contratto
•
Verifica i documenti di accompagnamento delle forniture e dei materiali
•
Verifica la conformità dei materiali/impianti come qualità e come
prescrizione da contratto.
•
Controlla l’attività dei subappaltatori.
•
Controlla l’esecuzione dei lavori come da documenti contrattuali.
•
Assiste alle prove di laboratorio.
•
Predispone atti contabili.
L’IMPRESA
Persona fisica o giuridica che, mediante l’organizzazione e la gestione dei
mezzi necessari, assume l’incarico di realizzare un’opera in cambio di un
corrispettivo in denaro.
È il principale soggetto responsabile nella esecuzione dell’opera appaltata e
nell’adozione delle prescrizioni relative alla sicurezza dei lavori, le competono le
scelte relative alla organizzazione e alla gestione del cantiere e la definizione del
piano di sicurezza dei lavori.
In genere, l’impresa delega al direttore di cantiere la responsabilità
gestionale ed esecutiva del cantiere.
Nel caso dell’esecuzione di opere complesse, l’impresa può avvalersi di
subappaltatori, cioè di artigiani e ditte specializzate ai quali trasferisce determinati
lavori.
I LAVORATORI
I lavoratori (o maestranze) sono le persone addette all’esecuzione delle opere,
legate all’impresa da rapporti di lavoro diversi (nazionali, interaziendali e aziendali),
ma sempre regolati dal C.C.N.L. (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) per i
lavoratori edili.
Si possono individuare quattro categorie di lavoratori addetti alle industrie
edili ed affini e precisamente:
•
operai specializzati,
•
operai qualificati,
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•
manovali specializzati,
•
manovali comuni.
IL COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE
II controllo del rispetto di tutti gli adempimenti per la prevenzione e la
protezione dai rischi e per la
tutela della salute è affidato dalla legge al responsabile per la sicurezza, che
deve provvedere al controllo della puntuale attuazione di quanto previsto dal piano di
sicurezza. Tale ruolo può essere affidato allo stesso direttore tecnico di cantiere, se
ne ha le competenze.
I COLLAUDATORI
I collaudi sono le operazioni con le quali la stazione appaltante accerta che le
opere siano state realizzate in conformità al progetto.
Per le opere pubbliche è previsto che venga effettuato sia il collaudo opere
strutturali che delle opere edilizie e degli impianti
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IL CANTIERE:
Alcune definizioni
Il cantiere è un’opera provvisionale, la cui vita è pari alla durata dei lavori.
Consiste nell’organizzazione di lavoro realizzato mediante l’apporto di
diverse collaborazioni.
È qualunque luogo dove si effettuano lavori edili e di ingegneria civile.
L’organizzazione del cantiere: i principi
II cantiere, pur avendo un ciclo di vita limitato, ma comportando un’attività
intensa e dinamica, deve possedere tutti i requisiti di una buona distribuzione
operativa.
I componenti che concorrono al suo impianto (baraccamenti, depositi, etc.),
pur essendo di uso temporaneo, dovranno avere caratteristiche non del tutto
provvisorie, dovendo rispondere ad esigenze di:
-
FUNZIONALITÀ
-
SICUREZZA
-
FACILE IMPIEGO
-
QUALITA’ AMBIENTALE
Progettazione del cantiere: fattori strategici
1. UBICAZIONE
Il tecnico deve possedere dati inerenti:
-
Planimetrie;
-
Orografia;
-
Meteorologia e idrologia del sito;
-
responsabilità delle maestranze,
-
l’organigramma delle stesse (ricordando che gli operai specializzati fanno
quasi sempre parte dell’impresa, mentre quelli generici sono solitamente
reperiti in loco).
2. ACCESSIBILITÀ
-
viabilità interna ed esterna.
3. DISPONIBILITÀ DI ENERGIA
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-
eventuali connessioni con la rete esistente
4. APPROVVIGIONAMENTO DEI MATERIALI, DEPOSITO DI RIFIUTI
-
con particolare riguardo alla vicinanza di cave o discariche autorizzate
5. DISPONIBILITÀ DEGLI ALLOGGI
-
comprendenti uffici, mensa, dormitori e infermeria
6. DISPONIBILITÀ E SCELTA DELLE MACCHINE
7. TEMPI CONTRATTUALI
L’organizzazione del cantiere: i fattori condizionanti
Elementi a
corredo
L’ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE
IL PROGETTO D’IMPIANTO
DEL CANTIERE
LA PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI
SCHEMI O DIAGRAMMI, O
RETICOLI OPERATIVI
Obiettivi della progettazione di un cantiere
Distribuzione degli elementi costitutivi:
Nota l’area del cantiere bisogna distribuire gli elementi componenti il
cantiere secondo criteri di massima redditività , operatività e sicurezza.
Scelta dei mezzi
Note le condizioni ambientali e la natura del lavoro si crea un parco
macchine secondo criteri di massima redditività , operatività e sicurezza
Scelta dei processi operativi
Individuazione delle migliori tecniche di lavoro (ad esempio, in presenza di
terreni poco consistenti, l’uso dei martelli pneumatici nella realizzazione di scavi).
Il cantiere: le attività
ATTIVITÀ OPERATIVE: hanno per oggetto la materiale esecuzione delle opere da
eseguire.
ATTIVITÀ
FUNZIONALI:
Vengono
svolte
in
funzione
delle
amministrative ed organizzative, comuni a tutte le attività operative.
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esigenze
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Il cantiere: l’impianto
I fattori “logistici” che influiscono sull’organizzazione del cantiere sono:
-
la distanza del cantiere dai centri abitati e dai centri di approvvigionamento
dei materiali edili. Al crescere della distanza aumentano i costi di trasporto
rendendo necessario, in qualche caso, organizzare il trasferimento delle
maestranze quando non addirittura il loro pernottamento in loco;
-
la viabilità esterna di collegamento al cantiere (per esempio la necessità di
raggiungere il cantiere attraverso strade strette o in forte pendenza oppure
attraverso strade urbane con traffico intenso);
-
la possibilità di parcheggio e di manovra all’interno o in prossimità del
cantiere;
-
l’area complessivamente a disposizione;
-
la disponibilità di aree per l’accumulo del materiale destinato alla discarica.
Incidono sul costo la distanza dei luoghi di discarica, nonché la possibilità di
accumulo del materiale in cantiere prima del suo allontanamento in modo da
effettuarne il trasporto nei tempi e nei modi più convenienti;
-
la situazione ambientale (natura del terreno, condizioni climatiche etc.);
-
la disponibilità di acqua ed energia elettrica nella quantità necessaria;
-
l’esistenza di impedimenti o vincoli imposti dalla presenza di canalizzazioni,
linee aeree, aree od opere da salvaguardarsi incluse nel perimetro del
cantiere;
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L’organizzazione del cantiere: individuazione delle zone caratteristiche
Le Zone Caratteristiche rappresentano zone da destinare a specifiche attività e
lavorazioni e sono individuate in funzione di:
-
tipo di costruzione da realizzare;
-
orografia del terreno;
-
apparecchiature delle quali si prevede l’impiego;
-
…
In generale in un cantiere sono previste le seguenti zone caratteristiche nelle quali si
svolgono attività specifiche:
-
area occupata dall’edificio in costruzione;
-
zona uffici (con guardiola di sorveglianza, quadri elettrici ecc);
-
zona servizi e refettorio (ed eventuali dormitori, nel caso di grandi cantieri);
-
zona di deposito delle barre per calcestruzzo armato;
-
zona di lavorazione del ferro;
-
zona di deposito leganti in sacchi;
-
zona di deposito del legname;
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-
zona di confezionamento degli impasti (se confezionati in cantiere);
-
percorsi delle attrezzature per i trasporti interni;
-
zone di viabilità interna per il transito dei veicoli.
SCHEMA PLANIMETRICO DI IMPOSTAZIONE DI
UN CANTIERE
1) ingresso pedonale e carraio;
2) guardiola di sorveglianza;
3) locale quadri elettrici;
4) locali ad uso ufficio;
5) zona di parcheggio motocicli;
6) latrine;
7) spogliatoi e presidi sanitari;
8) refettorio;
9) deposito leganti in sacchi;
10) zona di deposito e lavorazione del
ferro;
11) piccola officina per riparazione
attrezzi;
12) zona di deposito e lavorazione
del legname;
13) zona di preparazione delle malte
(con serbatoio dell’acqua);
14) centrale di betonaggio con silo del
cemento;
15) silo per intonaco premiscelato;
16) zona di deposito dei laterizi;
17) zona di deposito di materiali vari in
relazione all’avanzamento
dei lavori;
18) gru a torre su binari di traslazione;
19) edificio da costruire.
Il cantiere: criteri generali di impostazione
Il cantiere, specie nella zona sede di alloggi, officina e depositi di materiali o di
mezzi, dovrà essere opportunamente recintato al fine di non interferire con persone e
situazioni non attinenti al lavoro.
1.
l’area da recintare deve essere sufficientemente estesa su tutti i lati della
futura costruzione in modo da garantire la possibilità di installare tutte le
attrezzature previste;
2.
l’ingresso e l’uscita devono essere situati in posizione facilmente accessibile
dalla viabilità esterna, in modo da favorire la sorveglianza e lo scarico dei
materiali, senza creare intralcio alle operazioni di cantiere;
3.
la zona uffici e servizi deve essere collocata in prossimità dell’ingresso del
cantiere.
4.
i percorsi interni devono essere studiati in modo che il trasporto dei diversi
materiali sia gestibile senza intralci;
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5.
le macchine per il sollevamento devono essere scelte in funzione delle
caratteristiche del cantiere (disposizione planimetrica e altezza degli edifici,
pesi e ingombri dei materiali da movimentare ecc);
6.
gli sbracci delle gru devono essere previsti in modo da raggiungere
agevolmente le aree di scarico e deposito del cantiere;
7.
nei cantieri situati su terreni in declivio o in posizioni più esposte è buona
norma prevedere opere di stabilizzazione del terreno e di sistemazione del
regime delle acque superficiali tenendo conto di possibili precipitazioni
meteorologiche prolungate.
Opere di Recinzione
La recinzione del cantiere può
essere realizzata, oltre che con i
tradizionali tavolati di legno, detti
steccati, con vari materiali, quali
lamiere ondulate, reti metalliche,
reti
di
materia
elettrosaldate
etc,
plastica,
montate
reti
su
paletti infissi nel terreno. Essa ha
in genere un’altezza di 1,80 – 2,00
m.
Particolari prescrizioni, impartite
dagli Uffici Tecnici Comunali (ai
quali deve essere richiesta un’autorizzazione specifica), devono essere rispettate
quando il cantiere occupa una parte di suolo pubblico (marciapiedi, strade ecc).
L’installazione di lanterne a luce rossa disposte alle estremità della recinzione e a
conveniente altezza, che si dovranno tenere accese tutta la notte e nei giorni di scarsa
visibilità, al fine di segnalare l’esistenza di un intralcio alla viabilità pubblica.
La creazione di smussi sugli spigoli della recinzione (in genere per una larghezza di
1,50 m) e la verniciatura di tali spigoli a strisce bianche e rosse, inclinate di 45°.
La segnalazione con un apposito cartello fissato sull’esterno della recinzione di
eventuali bocche da incendio che ricadano nell’area recintata e il divieto di
depositare materiali che impediscano il loro accesso in caso d’incendio.
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La costruzione di una pedana raccordata con il marciapiede e sopraelevata di un
gradino (con l’alzata dipinta a strisce bianche e rosse) rispetto alla sede stradale.
Tale pedana, che deve essere realizzata quando il marciapiede è occupato dal
cantiere, ha lo scopo di garantire il transito di pedoni e di persone su sedie a rotelle e,
per questo, deve avere una larghezza minima di 1,50 m.
La viabilità interna
Le rampe di accesso al fondo degli scavi di splateamento o di sbancamento devono
avere una carreggiata solida, atta a resistere al transito dei mezzi di trasporto di cui è
previsto l’impiego, e una pendenza adeguata alla possibilità dei mezzi stessi.
La larghezza delle rampe deve essere tale da consentire un franco di almeno 70 cm,
oltre la sagoma d’ingombro del veicolo. Qualora nei tratti lunghi il franco venga
limitato a un solo lato, devono essere realizzate piazzole o nicchie di rifugio a
intervalli non superiori ai 20 m lungo l’altro lato.
I viottoli e le scale con gradini ricavate nel terreno o nella roccia devono essere
provvisti di parapetto nei tratti prospicienti il vuoto quando il dislivello superi i 2 m.
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Le alzate dei gradini ricavati in terreno friabile devono essere sostenute con tavole e
paletti robusti.
Appositi dispositivi di arresto dei veicoli devono essere predisposti nelle zone di
ribaltamento dei carichi in fosse e pendii.
La Tabella del Cantiere
La legge prescrive che in tutti i cantieri edili sia installata una tabella contenente i
dati richiesti per l’attività che vi viene svolta.
In genere i dati richiesti sono i seguenti:
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-
titolo delle opere da eseguire ed estremi della concessione/autorizzazione;
-
proprietà;
-
impresa costruttrice;
-
progettista architettonico;
-
direttore generale dei lavori;
-
progettista e direttore dei lavori delle opere strutturali;
-
capomastro abilitato (nei comuni in cui è richiesto dal Regolamento Edilizio).
I Baraccamenti
La zona uffici di un cantiere di media importanza comprende in genere i seguenti
ambienti, ricavati in costruzioni provvisorie prefabbricate oppure in baraccamenti:
-
ufficio del Direttore tecnico di cantiere e dell’Assistente, nel quale vengono
svolte anche le operazioni di contabilizzazione dei lavori;
-
ufficio della Direzione dei lavori delle opere architettoniche, strutturali e
impiantistiche;
-
ufficio vendite, da predisporre soltanto nel caso di interventi di edilizia
residenziale privata;
-
guardiola per la sorveglianza del cantiere.
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Nei grandi cantieri sono previsti altri ambienti con destinazioni specifiche, come per
esempio centri di calcolo, sale di riunione etc.
Caratteristiche dei locali
I locali di ricovero e di riposo devono essere messi a disposizione degli operai per
proteggersi dal cattivo tempo, per poter consumare i pasti e per riposare.
Gli spogliatoi devono essere attrezzati in maniera che gli operai vi possano lasciare
gli indumenti ed i vari oggetti personali durante le ore di lavoro e devono essere, ben
aerati, illuminati e dotati di riscaldamento.
Le docce ed i lavandini devono essere muniti di acqua corrente calda e fredda; le
docce devono essere previste laddove le attività effettuate nel cantiere provochino
l'insudiciamento degli indumenti o l'eventuale contatto con sostanze pericolose per
l'organismo umano. Inoltre la presenza dei gabinetti deve essere garantita in numero
sufficiente rispetto al personale impiegato.
La zona del cantiere adibita a refettorio deve essere ben aerata, illuminata e
riscaldata e deve essere provvista di pareti intonacate ed imbiancate.
I locali adibiti a dormitori, siano essi stabili o provvisori devono rispondere a precisi
requisiti di igiene e confort: devono essere riscaldati e provvisti di apparecchi
emananti luce artificiale, devono essere ben difesi dall'umidità del suolo e dagli
agenti atmosferici, devono poter essere ben aerati e muniti di chiusure appropriate.
I Depositi per i materiali
In funzione delle caratteristiche dei materiali da conservare potranno essere
all'aperto, eventualmente muniti di opportune recinzioni, od al chiuso, in locali
commisurati ai fabbisogni di provviste.
Deposito per bombole di gas
compressi, chiuso e protetto dal
calore, con indicazioni di pericolo e di
divieto di accesso ai non autorizzati.
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Catasta ordinata di tavole di legno
con lamiera superiore per la
protezione dalla pioggia.
Rappresentazione schematica di sili e
tramogge
Servizi Igienici e Presidi Sanitari
Le norme di legge in materia di igiene sul lavoro e quelle contenute nei contratti
collettivi di lavoro, prescrivono che le maestranze abbiano a disposizione idonei
ambienti per i servizi igienico-sanitari, provvisti dei seguenti apparecchi:
-
almeno un lavandino dotato di acqua corrente ogni 5 dipendenti occupati in
un turno;
-
almeno una latrina ogni 30 dipendenti, contenuta in un locale appositamente
attrezzato;
-
docce, con acqua calda e fredda, per consentire agli operai di lavarsi alla fine
dell’orario di lavoro se sono esposti a materie particolarmente insudicianti o si
trovano in ambienti polverosi.
-
spogliatoi, eventualmente distinti per sesso, illuminati, aerati e riscaldati;
-
un refettorio, situato in un apposito locale, convenientemente arredato dotato
di pavimento antipolvere e pareti imbiancate, nonché illuminato, aerato, e
riscaldato nella stagione fredda;
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-
dormitori allestiti (in caso di pernottamento in cantiere) in locali
adeguatamente arredati.
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LE
RESPONSABILITÀ
AMBIENTALI
DELLA
FASE
DI
CANTIERIZZAZIONE.
Il tema delle prestazioni ambientali del settore edile è divenuto, in questi
ultimi anni, chiave di sviluppo di ricerche e politiche di settore.
Tali nuovi orientamenti hanno portato a rivedere e ridefinire il tradizionale
approccio del “fare architettura” facendo spazio ad un concetto più ampio che
analizza e studia le interazioni tra ambiente naturale e ambiente costruito,
riconoscendo l’evidente influenza del settore sulla qualità ambientale locale
nell’ottica di quella globale.
Alcuni ambiti problematici risultano, ancora oggi, poco indagati come nel
caso del funzionamento dei cantieri edili, spesso identificati come il mero luogo dei
lavori, e per tale motivo non sempre oggetto di studio e approfondimento.
Tale inerzia di settore può essere riconducibile alla singolarità processi
costruttivi stessi. Il cantiere, infatti, a differenza di altri “sistemi produttivi”, si
configura quale un’attività prototipa e non seriale, richiedendo in tal senso un
numero di specifiche tali da non consentire l’elaborazione di un modello
universalmente applicabile, ma richiedendo il continuo controllo del progetto in ogni
fase del processo edilizio nella nuova ottica della cantierabilità.
Volendo partire dall’assunto che la qualità dell’architettura è determinata
anche dalla qualità del cantiere che la realizza e che difficilmente si può parlare di
architettura sostenibile se non prodotta da un cantiere a basso impatto si ritiene
importante contribuire alla definizione e alla messa a punto di nuove strategie per il
controllo ambientale dei processi costruttivi.
Questo perché, la fase di costruzione si configura come una delle fasi più
articolate, nonché tra le fonti di maggior impatto ambientale del ciclo edilizio. Da
tale articolazione deriva la difficoltà di intervenire in un’ottica previsionale e
preventiva. Al fine di contribuire al controllo e alla minimizzazione degli impatti
connessi ai processi costruttivi è necessario individuare dei nuovi ambiti di indagine
rappresentativi del processo edilizio stesso.
Il cantiere, infatti, molto spesso viene considerato solo come il luogo dei
lavori, venendo così ad essere escluso dal legiferare, limitandosi ad affrontare
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problemi relativi alla salute dei lavoratori, mentre la fase di cantierizzazione
dovrebbe rappresentare un punto nodale del processo edilizio, considerando le
attività decisionali che stanno a monte del progetto e che investono in toto tutte le
arre tematiche ambientali; ARIA, ACQUA, SUOLO, costituendo per ognuna di essa
una diversa forma d’impatto.
E’ noto che l’attività’ edilizia, lungo l’intero arco delle sue fasi del processo
costruttivo e della vita dell’edificio, è responsabile di un alta percentuale del
consumo di risorse naturali (25% dei materiali, 40% dell’energia) e di un’altrettanto
alta percentuale di produzione inquinante (30% dell’inquinamento di aria, acqua,
suolo; oltre il 40% della produzione di rifiuti). che causano gravi danni all’ambiente.
Nonostante quello dei flussi da costruzione e demolizione, sia divenuto negli ultimi
anni uno dei flussi prioritari all’interno delle strategie d’azione della comunità
Europea, i dati continuano a testimoniare che un quarto dei rifiuti prodotti
complessivamente in Europa proviene dal settore delle costruzioni. Ancora oggi,
purtroppo, di questa grande quantità di potenziali “risorse” solo un terzo riesce a
trovare una ri-generazione attraverso processi di recupero e/o riciclaggio,
rimandando la restante parte allo smaltimento più o meno controllato.
Alla luce di ciò, sarebbe auspicabile, sviluppare azioni di ricerca che mirino a
controllare e a definire gli aspetti ambientali connessi alla fase di esecuzione e alle
loro ricadute dirette ed indirette sulla qualità ambientale del cantiere edile al fine di
fornire strumenti e Best Practices per la loro corretta espletazione.
Il cantiere, come enunciato, rappresenta un sistema all’interno del quale sono
coinvolti flussi in input e output. Nello specifico definiamo cosa si intende per flussi
in input, ovvero in entrata, ed output ovvero in uscita, di un cantiere edilizio.
I flussi in entrata di un processo costruttivo sono rappresentati da tutti i materiali
e le risorse in ingresso che servono per la costruzione dell’opera, quindi:
-
i materiali;
-
i componenti;
-
l’energia per le lavorazioni;
-
l’acqua di lavorazione;
-
l’energia per il funzionamento delle attrezzature.
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Mentre i flussi in output, ovvero in uscita da un catiere possono sono
molteplici, ad esempio;
-
i rifiuti che si producono durante le lavorazioni;
-
gli sfridi materiali che derivano dalle operazioni di taglio di materiali e
componenti;
-
l’acqua di risulta dalle lavorazioni;
-
le emissioni in aria;
-
....
Negli anni il settore edilizio, soprattutto dal punto di vista normativo e della
normativa ambientale è da sempre stato assimilato al settore industriale, trascurando
e tralasciando quelle che sono le peculiarità dei processi di costruzione.
Le problematiche connesse alla gestione ambientale del cantiere, in termini
preventivo-previsionali, non sono solo da ricondursi alla mancanza di un chiaro
quadro normativo di riferimento ma anche alla prassi degli operatori di settore, che
da sempre ormai operano all’interno di un modello socio-culturale e tecnico di
riferimento consolidato.
Nello specifico il progettista, che è colui che riveste i principali ruoli
decisionali all’interno del processo, non dispone di strumenti idonei di carattere
normativo o regolamentare a cui fare riferimento per orientare in modo compatibile il
processo ed il cantiere in particolare. Non dispone di eperienze pilota o modelli a cui
fare riferimento, ed è influenzato da un modello culturale, che soprattutto nell’ambito
della committenza privata, opera senza la ricerca di nuove soluzioni, anche se il suo
ruolo e le sue responsabilità all’interno del ciclo gli consentirebbero di rivestire un
ruolo chiave nel ri-orientamento degli sviluppi del settore.
D’altro canto le imprese, che rappresentano i principali operatori all’interno
del cantiere, lavorano spinte da leggi economiche che spesso non contemplano al
loro interno la necessità di migliorare la loro efficienza ambientale, che spesso
andrebbe solo a mettere in discussione quelle che sono le loro consuete modalità di
lavoro, che ormai si basano sulla consueta ripetizione delle lavorazioni.
Va sottolineato, però, che questo è anche dovuto al fatto che le imprese con il
loro operato si limitano a rispondere ad una domanda che non elabora richieste di
qualità ambientale. Anche loro, rappresentando i principali attori della fase di
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cantierizzazione, possono innescare un cambiamento solo se spinti dalla
competitività.
IL RUOLO DEL CANTIERE ALL’INTERNO DELLA NORMA DI SETTORE
Dal punto di vista normativo e regolamentare il cantiere edile è oggetto di
attezione da parte della specifica legislazione di settore. Gia la legge Merloni, ovvero
la 109/94 metteva in evidenza il ruolo che il cantiere doveva rivestire sin dalle prime
fasi di concezione progettuale richiedendo tra gli elaborati del progetto preliminare
prime bozze dei piani di sicurezza e l’indicazione dei possibili impatti del cantiere
sulle componenti ambientali. Oggi il Codice De Lise, ovvero il Dlgs 163/06 fa
propria l’attenzione della Merloni nei confronti del cantiere edilizio, ponendo in
primo piano l’attività di cantiere ed i suoi potenziali impatti nella tripartizione
dell’attività di progettazione. Molti, infatti, sono gli articoli del Dlgs 163/06 che
impongono il controllo e la progettazione della cantieristica quale fondamento per la
realizzazione dell’opera.
In particolare, ricordiamo che il D.P.R. 554/99, ex regolamento attuativo
della 109/94, i cui articoli sono stati assimilati all’interno della nuova legge, recitano:
Art.15 Disposizioni generali
 La progettazione è informata, tra l’altro, a principi di minimizzazione
dell’impegno di risorse materiali non rinnovabili e di massimo riutilizzo delle
risorse naturali impegnate dall’intervento e di massima manutenibilità,
durabilità dei materiali e dei componenti, sostituibilità degli elementi,
compatibilità dei materiali ed agevole controllabilità delle prestazioni
dell’intervento nel tempo.
 Il documento preliminare deve indicare gli
impatti dell’opera sulle
componenti ambientali e nel caso degli organismi edilizi delle attività ed
unità ambientali;
Già l’articolo 15 del DPR ha rappresentato una vera e propria innovazione
all’interno della gestione dei lavori pubblici, introducendo concetti fondanti la
sostenibilità in edilizia, quale quello di minimizzazione delle risorse, di
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sostituibilità e controllabilità delle prestazioni. Da qui si evincono i concetti di
TEMPO E RISORSA che sta alla base dell’avvenuto passaggio da processo edilizio a
ciclo edilzio.
Procedendo con l’analisi delle indicazioni dell’art. 15 del DPR 554/99 si
evince che al punto 7. il legislatore ha posto l’attenzione su quelli che sono gli
impatti ambientali connessi al cantiere edilizio, invitando gli operatori a prevedere
già in sede di progetto alla definizione di misure atte al evitare gli effetti negativi
dell’opera sull’ambiente in particolar modo in relazione alla fase di cantiere,
specificando che è necessario in sede progettuale provvedere allo studio ed alla
definizione:
a) uno studio della viabilità di accesso ai cantieri, ed eventualmente la
progettazione di quella provvisoria, in modo che siano contenuti l’interferenza
con il traffico locale ed il pericolo per le persone e l’ambiente;
b) l’indicazione degli accorgimenti atti ad evitare inquinamenti del suolo,
acustici, idrici ed atmosferici;
c) la localizzazione delle cave eventualmente necessarie e la valutazione sia del
tipo e quantità di materiali da prelevare, sia delle esigenze di eventuale
ripristino ambientale finale;
d) lo studio e la copertura finanziaria per la realizzazione degli interventi di
conservazione, protezione e restauro volti alla tutela e salvaguardia del
patrimonio di interesse artistico e storico e delle opere di sistemazione esterna.
Continuando l’analisi del nuovo Codice De Lise, ed in perticolare con la
lettura critica degli articoli che mettono in evidenza il ruolo della cantierizzazione
nel settore delle opere pubbliche, fermiamoci ad analizzare quelli che sono i
contenuti di uno degli elaborati previsti dal progetto preliminare ovvero della
Relazione Tecnica del Progetto Preliminare i cui contenuti sono indicari
nell’allegato XXII del DLgs 163/06.
In particolare la relazione tecnica del Progetto Preliminare mette in evidenza
come la nuova norma assimila al suo interno il concetto di ciclo edilizio richiedendo
che la relazione descriva e motivi le scelte del progetto anche in relazione ai profili
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ambientali e all'utilizzo dei materiali provenienti dalle attività di riuso e
riciclaggio. Compare e ricorre quindi il concetto di ri-generazione delle risorse,
ovvero di riuso e riciclo all’interno del processo di progettazione, ponendo
l’attenzione alla necessità che il progetto e le scelte sia tecniche che materiali siano
orientate da principi di sostenibilità edilizia.
Continuando con la lettura dell’allegato si evince che all’interno della
Relazione Tecnica del Progetto preliminare è necessario prevedere un piano di
gestione dei materiali con ipotesi di soluzione delle esigenze di cave, siti
di recupero e discariche, tenuto conto della vigente normativa relativa
alla gestione dei rifiuti. Tale punto è strettamente connesso alla volontà del
legislatore di prevedere per i cantieri edilizi un piano di gestione dei flussi, potendo
prevedere già in sede di progetto preliminare i percorsi di tali flussi in termini di
recupero e/o conferimento.
Allo stesso modo, sempre in relazione alla fase di cantierizzazione il DLgs
richiede che nella relazione tecnica del progetto preliminare siano già indicate quali
siano le modalità delle fasi di cantierizzazione, nonchè, per le opere soggette ad
impatto ambientale, il progetto di monitoraggio ambientale approvato dal Ministero
dell’Ambiente.
Sempre l’allegato XXII del DLgs 163/06 prevede che nella redazione dello
studio di fattibilità ambientale, che ricordiamo essere un elaborato facente parte del
progetto preliminare, è previsto che la relazione di compatibilità ambientale debba
prevedere tutte le misure necessarie, anche in relazione alla fase di cantierizzazione,
atte a mitigare e compensare gli effetti dell'intervento sull'ambiente e sulla
salute, misure queste che devono essere previste e progettate in funzione di quella
che è la natura delle attività e delle lavorazioni che si svolgeranno all’interno del
cantiere per la realizzazione dell’intervento.
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Studio di fattibilità ambientale.
Allegato XXII, DLgs 163/06
La relazione di compatibilità ambientale, sulla base delle analisi
sviluppate nella fase di redazione del progetto preliminare, analizza e
determina le misure atte a mitigare e compensare gli effetti
dell'intervento sull'ambiente e sulla salute, ed a riqualificare e
migliorare la qualità ambientale e paesaggistica del contesto
territoriale avuto riguardo agli esiti delle indagini tecniche, alle
caratteristiche dell'ambiente interessato dall'intervento in fase di
cantiere e di esercizio, alla natura delle attività e lavorazioni necessarie
all'esecuzione dell'intervento, e all'esistenza di vincoli sulle aree
interessate.
Normativa ambientale e cantiere edilizio
Le attuali politiche ambientali mirano, oggi, a regolamentare quelli che
vengono considerati i potenziali impatti delle settore industriale, assimilando ad esso
quello che è il settore delle costruzioni e le attività che si svolgono all’interno del
cantiere edilizio.
Questo, infatti, nonostante il carattere di temporaneità, può essere considerato
un impianto produttivo, alla luce dei flussi energetico-materiali che entrano in gioco
nelle attività ad esso connesse.
Questo comporta l’applicabilità, in molti ambiti, di quelle che sono le istanze
dettate dalla normativa ambientale in tutte le componenti, e più specificatamente
possiamo dire che :
 Le problematiche connesse alla responsabile gestione delle acque all’interno dei
cantieri edili devono essere affrontate riferendosi alle istanze dettate dal D.lgs.
n°152/99 e successivi, che seppur disciplinando gli scariche di impianti produttivi,
assimila al suo interno per quanto riguarda gli scarichi in suolo e sottosuolo il
cantiere edilizio;
In tal senso, ogni cantiere sarebbe tenuto a provvedere agli scarichi attraverso
l’allaccio alla pubblica fognatura e soprattutto verificare che le acque derivanti
dalle varie lavorazioni non contengano in se sostanze inquinanti, e ove queste
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fossero presenti per particolari tipologie di lavorazione, che le stesse non superino i
limiti di concentrazione fissato i nelle tabelle contenute nell’all. 5 di detto Decreto.
 Per un corretto controllo delle emissioni acustiche è necessario riferirsi alle
prescrizioni dettate dalla legge quadro n°447/95 ed il successivo DPR 14/11/97 nei
quali vengono indicati i valori limite delle sorgenti sonore. Per quanto riguarda
nello specifico le attività connesse al cantiere edilizio, ed alle emissioni sonore
legate all’uso di particolari tipologie di macchine e attrezzature, è necessario che
l’impresa, prima dell’avvio delle attività provveda ad individuare l ’area in cui
questo insiste, con riferimento alla zonizzazione acustica del sito, oltre redigere una
relazione contenente i dati fonometrici delle macchine e degli impianti utilizzati.
Contestualmente deve fornire anche una relazione contenente le indicazioni sulle
attività rumorose che si svolgeranno indicando i tempi presumibili di effettuazione
e durata delle stesse. L’uso di macchinari ed attrezzature caratterizzate da
particolare rumorosità viene disciplinata dal D.lg.262/02 e s.i.m. che prevede
apposite procedure di valutazione si conformità delle stesse delegando al Ministero
dell’Ambiente e all’APAT l’attività di controllo.
 L’impatto derivate dai processi costruttivi sulla qualità dell’aria, seppur, dal punto
di vista normativo non esistano specifiche regolamentazioni per quanto riguarda le
emissioni in aria derivanti dalle lavorazioni edilizie, è necessario sottolineare che
alle attività di costruzione sono connesse le emissioni in atmosfera di polveri aereo
disperse e particolato, ma data la temporaneità dell’attività di costruzione edilizia, e
la difficoltà di individuare all’interno del cantiere stesso la presenza di una fonte
fissa di emissione, così come indicato dalla norma (DPR 203/88) non si hanno
regolamentazioni che possano vincolare e/o guidare rispetto a tale problematica.
 Le problematiche connesse alla gestione dei rifiuti da Costruzione e Demolizione
(C&D), rappresenta una delle problematiche più complesse per la corretta gestione
ambientale del cantiere edile.
Tale comparto risulta disciplinato a livello nazionale dal disciplinati a livello
nazionale dal D.Lg.n°22/97, meglio conosciuto come Decreto Ronchi.
Vale la pena sottolineare che l’insieme delle attività connesse alla costruzione,
gestione e demolizione degli edifici immette nell’ambiente un’enorme quantità di
scarti e residui, che vengono stimati nella grandezza dell’ordine di 0,6-0,8
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tonnellate anno per abitante, ovvero il corrispettivo di circa 300 milioni di
tonnellate a livello Europeo, di cui un flusso pari ad almeno 40 milioni di
tonnellate proveniente dall’Italia.
Il Decreto ha come obiettivo generale la riduzione della produzione e pericolosità
dei rifiuti nonché l’incentivazione di una “nuova” politica del recupero,
riutilizzazione e riciclo delle frazioni utili.
I rifiuti da C&D vengono classificati quali rifiuti “speciali”, considerando gli stessi
composti merceologicamente da una parte di materiale inerte, che secondo la legge
può essere smaltito in apposite discariche di seconda categoria A, e da una parte
contenente materiali “pericolosi” deve essere trattata in modo diversificato,
secondo le caratteristiche di tossicità o nocività riscontrate e/o identificate
attraverso analisi mirate.
Dal regime del decreto sono escluse le terre e rocce da scavo, purché non inquinate
da sostanze pericolose derivate da attività di escavazione, perforazione e
costruzione come previsto dalla L .443/01 o legge Lunardi.
Le disposizioni di tale decreto hanno ricadute dirette sull’organizzazione del
cantiere stesso che deve prevedere al suo interno delle apposite aree per lo
stoccaggio temporaneo, previa opportuna autorizzazione, secondo le quantità e le
modalità definite dalla norma stessa.
E’ noto che per la promozione e l’attuazione di una efficiente strategia di
riciclaggio sia necessario intervenire a monte, ovvero attraverso la corretta gestione
nella fase di produzione dei rifiuti, cioè nella fase di costruzione. Per ogni cantiere,
infatti, sarebbe necessario, in base alla tipologia di opera da realizzare, alle
caratteristiche merceologiche dei materiali impiegati e alla loro attitudine al recupero
e/o riciclaggio individuare degli obiettivi, proprio come chiaramente suggerito dalle
comuni norme volontarie per l’implementazione di sistemi di gestione ambientale
(ISO 14000, EMAS).
Tali obiettivi possono ad esempio essere individuati come la percentuale di
riciclaggio che si vuole raggiungere ( si consiglia solitamente per una buona gestione
dei rifiuti di porsi come obiettivo il riuso in cantire di circa il 20% dei rifiuti prodotti
dal cantiere stesso), ed in base a questi valutare i costi del recupero che possono
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essere coperti in parte o del tutto dai guadagni legati alla vendita dei materiali
riciclati. La corretta gestione di un processo di minimizzazione dei rifiuti all’interno
dell’area di cantiere necessita di un efficiente programma di monitoraggio che
consenta di individuare le criticità ed attuare le opportune misure si mitigazione e
correzione.
Tale scenario mette in evidenza come le attività di costruzione, seppur non
godano di specifiche norma ambientali di settore, abbiano delle forti responsabilità
nel rispetto della normativa ambietale, responsabilità che, attraverso una corretta e
consapevole gestione non solo del processo ma della logistica di cantiere, possa
contribuire a migliorare le condizioni lavorative stesse degli operatori all’interno del
cantiere edilizio.
E’ importante ricordare, come le attuali normative dei settore, rivolgano
sempre più la loro attenzione verso la realizzazione di processi e la costruzione di
prodotti che siano rilvolti “….ai principi di minimizzazione dell’impiego di risorse
materiali non rinnovabili e di massimo riutilizzo delle risorse naturale impegnate
nell’intervento ……..”.L’attenzione rivolta dalla attuale normativa nazionale sui
lavori pubblici alle problematiche connesse alla minimizzazione delle risorse naturali
segna l’inizio di un novo approccio al “fare architettura” che mira alla valutazione
della compatibilità dell’opera in tutte le sue fasi, ponendo l’accento su quello che
oggi è sempre più il passaggio da processo edilizio al più ampio concetto di ciclo
edilizio.
La gestione ambientale del cantiere edilizio, e la possibile applicazione allo
stesso di un sistema di gestione ambientale, comporta l’obbligo da parte degli
operatori del settore, ed in particolar modo dell’impresa, di rispondere in modo
significativo a quelle che sono le istanze derivanti dalla cogente normativa
ambientale.
Tale necessità, non va vista come un vincolo alle possibilità di azione, ma
come la possibilità di migliorare in modo efficiente quelle che sono le necessità
connesse alla normativa connessa con la sicurezza e salute nei luoghi da lavoro, il
Dlgs 626/94 ed in particolare il Dlgs 494/96 e s.m.i.
Dalle analisi e studi condotti sul tema della valutazione dei rischi e della
pianificazione della sicurezza nei cantieri edili è risultato evidente come gli oggetti
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dell’indagine siano gli stessi di quelli che richiede un’attenta analisi della valutazione
dei rischi dell’ambiente, quindi gli elementi di indagine possono essere individuati
per entrambi in due grandi famiglie: il progetto e l’organizzazione del cantiere.
Partendo da posizioni comuni è semplice individuare i punti di incontro e di
integrazione dei due temi, che sotto molti aspetti possono risultare simili ed
addirittura inscindibili.
La progettazione sostenibile è un modo di portare rispetto all’ambiente ed ai
suoi abitanti, aver cura di non incidere negativamente con la qualità ambientale
globale significa anche salvaguardare le condizioni di vita degli uomini, e quindi la
sicurezza dell’uomo e dei lavoratori è strettamente connessa con la qualità
dell’ambiente in cui essi operano.
L’organizzazione di un cantiere ecologico, infatti, contribuirebbe attivamente
al miglioramento delle condizioni di sicurezza dei lavoratori, poiché questo comporta
una scelta più consapevole dei materiali, delle tecniche costruttive, ed organizzative.
Tra l’altro le legislazioni vigenti quando affrontano il tema della salvaguardia
della salute dei lavoratori, si rifanno spesso al concetto di “igiene ambientale”,
sottolineando che all’interno di un cantiere edilizio vengono molto spesso a crearsi
problemi di polveri e fumi nocivi che sono deleteri per la salute degli addetti ai
lavori. Si nota come, nella lettura delle normative, tale voce resta sempre e
comunque legata al tema della sicurezza del lavoratore, non analizzando od
approfondendo le ricadute che queste possono avere sulla qualità ambientale.
Se si considerano le linee di principio della progettazione, organizzazione e
gestione di un cantiere verde ci si rende conto come questo contribuisce ad abbattere
quasi totalmente alcune categorie di rischio, e contribuisce a limitarne
considerevolmente altre.
Se consideriamo ad esempio un cantiere tipo, basato su criteri di
minimizzazione degli impatti si nota che si ha un totale abbattimento del “rischio
chimico” poiche’ l’attenta scelta dei materiali e la selezione degli stessi porta
all’esclusione di quelli che possono comportare in fase di messa in opera emissioni di
gas o vapori tossici, o composti organici volatili, così come una buona
organizzazione e gestione del cantiere può contribuire alla riduzione della
produzione di polveri, di sfridi da lavorazioni, ecc…
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La pianificazione della sicurezza, come detto, è in stretta correlazione con
l’attività’ progettuale, quindi già in questa fase l’ analisi e valutazione dei rischi
dovrebbe essere affrontata attraverso semplici operazioni di scomposizione delle
varie attivita’, attivita’ gia’ individuabili sin dalle prime fasi progettuali.
Le tabelle sotto riportate vogliono mettere a confronto le condizioni di
sicurezza che si registrano in due differenti tipologie di cantiere, ordinario e bioedile.
Da tali analisi si evince sempre come le situazioni migliori sono presenti
sempre nel cantiere bioedile, tranne per le categorie in cui il livello di sicurezza
rimanga uguale nei due casi, o nelle situazioni in cui non sia legato alla scelta di
materiali e/o tecniche ma a comportamenti propri dell’impresa.
VALUTAZIONE
COMPLESSIVA DELLA
CAPITOLATO
SICUREZZA
ORDINARIO
DELLE LAVORAZIONI DEI
MATERIALI
ACCIAIO

CAPITOLATO
BIOEDILE
VALUTAZIONE
COMPLESSIVA DELLA
SICUREZZA DI ALCUNE
FASI LAVORATIVE
CAPITOLATO CAPITOLATO
ORDINARIO
BIOEDILE
STRUTTURE IN C.A.


MURATURE ESTERNE


PATIZIONI INTERNE

SOLAI

COPERTURE

COIBENT. COPERTURE

PAVIMENTAZIONI
ESTERNE


ALLUMINIO
CALCESTRUZZO


CEMENTO


CERA
COLLANTI

FERRO


GHIAIA


GRES


GUAINA BITUMINOSA


INTONACO


LANA DI ROCCIA


PAVIMENTAZIONI INTERNE 
LATERIZIO


RIVESTIMENTI
LEGNO


MARMO

INTONACI


MONOCOTTURA

TINTEGGIATURE


INFISSI

TUBAZIONI ED IMPIANTI


OTTONE
PVC

RAME


TINTEGG.IATURA


VERNICI E SMALTI

VETRO
Leggenda: 


Rischio elevato
Rischio medio
Assenza di rischio
Tabella 1: confronto tra voci di capitolato ordinario e capitolato bioedile
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Analizzando la valutazione comparativa dei due casi si nota come il livello
generale di sicurezza del cantiere migliori in modo evidente nei casi di posa in opera
relativa ai collanti, legno e piastrelle, nell’uso del PVC, nella tinteggiatura e nella
applicazione di vernici e smalti.
Tutti questi materiali e le loro abituali tecniche di posa sono accomunati dalla
presenza di sostanze chimiche più o meno inquinanti, situazione che si cerca di
evitare in una progettazione compatibile, ad esempio non trattando il legname con
sostanze nocive ma solo con cere ed impregnanti naturali, utilizzando prodotti per
finiture realizzati esclusivamente con materia prime naturali o almeno caratterizzati
da un a diminuzione delle esalazioni tossiche ed assemblando i vari elementi a secco
o incollandoli con prodotti minerali a base naturale.
Considerando la situazione in modo più sintetico, si nota come nel cantiere,
al cui interno sia adottato un sistema di gestione ambientale, non vi è un
miglioramento significativo nella esecuzione delle strutture portanti e degli intonaci,
ovvero per una grossa parte della realizzazione dell’edificio a rustico, in quanto quasi
tutti i materiali impiegati per queste fasi presentano rischi analoghi. Nella fase di
coibentazione delle coperture e delle tinteggiature in genere, il livello di sicurezza
non aumenta sensibilmente mentre migliora notevolmente il livello di qualità
ambientale del cantiere stesso, anche se in molti casi, per motivi economici o di non
elevata disponibilità in commercio di prodotti adatti, si continuano ad utilizzare
materiali fibrosi, nel caso dei prodotti usati per le coibentazioni, o prodotti chimici
non del tutto esenti da esalazioni chimiche.
Tale analisi, seppur limitandosi ad analizzare per grossi capi un solo
complesso edilizio tipo, e solo alcuni tipi di prodotti permette ugualmente di poter
tirare delle conclusioni. Si nota infatti come all’interno di un processo costruttivo
sostenibile ( intendendo per processo costruttivo principalmente tutte le azioni che si
svolgono all’interno del cantiere edilizio) il fattore sicurezza migliori essenzialmente
per la riduzione o quasi totale abbattimento della variabile “rischio chimico”, ma
oltre ciò sono anche altre le categorie di rischio in cui si registrano sensibili
miglioramenti, come il rischio fisico, legato alla riduzione e contenimento delle
sorgenti di rumore, ed il rischio biologico legato alla presenza di batteri e virus
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patogeni. Tali miglioramenti, tra l’altro, avvengono alla luce di un miglioramento
complessivo globale che è quello della qualità ambientale del cantiere stesso.
L’applicabilità di un SGA al cantiere edilizio
Valutare la nuova possibile efficienza ambientale del cantiere edilizio,
significa produrre una nuova modalità di pensare il processo costruttivo, mettere in
relazione le diverse fasi connesse all’attività costruttiva con tutti i parametri
ambientali nonché inserire alcuni principi quali il riciclo il riuso e la riduzione dei
rifiuti che sono propri della cultura ambientale. Tale nuovo approccio si pone alla
base delle possibilità di adozione, da parte di un cantiere edilizio, o meglio da parte
dell’impresa che è colei che gestisce le operazioni che si svolgono all’interno del
cantiere stesso, di un sistema di gestione ambientale.
L’applicabilità di un sistema di gestione ambientale alle attività connesse alla
costruzione di un oggetto edilizio, richiedono l’analisi e l’interazione di una serie di
variabili che mettono in gioco i ruoli e le responsabilità di tutti gli attori del processo.
Alla luce di ciò il processo edilizio potrebbe essere integrato da alcuni passaggi più
propriamente finalizzati alla riduzione degli effetti negativi dell’attività costruttiva
sull’ambiente.
Il loro svolgimento all’interno delle fasi del processo permetterebbe alla
considerazione delle variabili ambientali di permeare maggiormente le scelte
progettuali.
La variabile ambiente potrebbe essere, sinteticamente, rappresentata
all’interno del processo attraverso semplici caratteri.
Alla luce delle attuali norme sui lavori pubblici, il processo, indirettamente,
acquista un duplice valore: da un lato l’organizzazione e gestione di tutte le fasi che
portano dal rilevamento delle esigenze fino alla realizzazione dell’opera, dall’altro lo
stretto confronto con le componenti ambientali e la prassi realizzative.
Il cantiere, e la sua progettazione appaiono nella legge fin dalle prime fasi di
concezione progettuale, progetto preliminare, e tutto il progetto si informa a principi
di sostenibilità e compatibilità delle scelte.
Data la attuale difficoltà di far coesistere “progetto e ambiente” gestendo gli
stessi attraverso strette regolamentazioni di settore sarebbe allora forse auspicabile
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riuscire a coinvolgere le recenti normative e Regolamenti emanati in materia
ambientale all’interno del processo, per capire come questi possano dare un apporto
strumentale alla definizione del nuovo processo edilizio.
A tale scopo ben si prestano le attuali norme volontarie, che se affiancate a
integrate all’interno delle opportune fasi del processo consentirebbero la definizione
di una efficace strategia di azione.
Per la gestione del progetto potrebbero essere utilizzate logiche proprie delle
norme ISO 14040 (LCA) che consentirebbero la definizione e la valutazione delle
performance ambientali del “prodotto edificio”.
Le procedure proprie del Life Cycle Analisys infatti, se applicate al settore
delle costruzioni permetterebbero la costruzione di chiari scenari per al valutazione
della performance ambientali di tutto il processo.
Tali strumenti, infatti strettamente di derivazione dal mondo dell’industria,
consentono la costruzione e conseguente definizione di chiari scenari di riferimento
attraverso i quali, produttori e/o operatori di settore possono valutare le performance
ambientale di prodotti e processi gestendo e scegliendo per gli stessi obiettivi mirati
definiti da attente politiche ambientali.
Oggi, la trasposizione di tali metodologie al mondo delle costruzioni appare
ancora lontana e di difficile applicazione dato l’elevato numero di attori che
confluiscono all’interno del processo stesso e alla luce delle difficoltà di dialogo e
trasferimento informativo tra gli attori stessi.
Alle norme della serie ISO 14000 potrebbero affiancarsi norme volontarie tra
le quali il Regolamento Regolamento EMAS –CE 761/2001, che consentirebbe la
definizione di una politica ambientale del progetto e l’individuazione degli obiettivi
di tali politiche.
Il Regolamento EMAS, infatti, è applicabile a tutti i siti produttivi, e in tal
senso anche ai cantieri temporanei o mobili all’interno del quale le imprese di settore
operano.
La certificazione EMAS delle imprese da costruzione è una realtà ancora di
difficile realizzazione, soprattutto a livello locale, ma rappresenta una importante
attenzione da parte della norma verso il perseguimento della gestione ambientale dei
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cantieri edili attraverso una attenta politica e una coordinata azione di
programmazione – progettazione -costruzione.
Da non dimenticare il contributo dei labels nazionali (Regolamento 880/92)
al processo costruttivo, questi, infatti, guidano e supportano il progettista alla scelta
dei materiali più compatibili nell’ottica non solo del loro ciclo di vita ma anche
dell’impatto della loro messa in opera.
Possibili indirizzi per la valutazione delle performances ambientali del
cantiere edilizio.
L’individuazione e la valutazione delle performances ambientali del cantiere
edilizio richiede la creazione di specifici strumenti di lettura delle attività che si
svolgono all’interno del sito di costruzione.
Allo stato attuale, vari progetti pilota hanno contribuito alla definizione di
indici qualitativi e di best practices, ma tali azioni rimangono molto spesso
settorializzate affrontando nello specifico solo le problematiche connesse alla
gestione dei rifiuti da C&D.
In tal senso è importante poter individuare delle nove categorie di indagine
che siano rappresentative del processo di concezione e realizzazione di un manufatto.
Tali categorie possono essere così individuate:

Eco-costruzione (progettazione dell’opera e del cantiere)

Eco-gestione (Logistica e gestione del cantiere)
L’Eco-costruzione coinvolge in modo globale tutte le azioni inerenti la fase
progettuale, dall’analisi del sito, alle soluzioni tecnologiche più appropriate, fino alla
scelta dei materiali.
La fase di progettazione, infatti, si configura come “il luogo delle scelte” ed è
in questa che il progettista può intervenire direttamente per la minimizzazione degli
impatti. Per la riduzione di questi, è necessario porre l’attenzione su alcuni fattori
nodali che, in sede di stima delle performance ambientali del cantiere, rappresentano
“classi di valutazione”.
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Analisi Del
Sito
Materiali
Tecnologie
Connessioni
 Analisi delle condizioni microclimatiche degli spazi esterni.
 Analisi delle interazioni interventi qualità sociale.
 ...
 Scegliere materiali, possibilmente certificati, che durante la fase di messa in
opera non rilascino inquinanti.
 Non utilizzare prodotti a base di solventi per evitare l’emissione di sostanze
organiche.
 ….
 Scegliere tecnologie prefabbricate o parzialmente prefabbricate per
minimizzare le operazioni di taglio in cantiere e gli sfridi derivanti dalle
lavorazioni.
 Utilizzare materiali componibili in piccoli blocchi.
 …
 Preferire le connessioni a secco piuttosto che umide.
 Preferire l’uso di Tecnologie smontabili nell’ottica della gestione del ciclo di
vita dell’opera.
 …
TABELLA 2: CLASSI DI VALUTAZIONE ECO-COSTRUZIONE
L’Eco-gestione riguarda in toto l’attività d’organizzazione del cantiere per
cui, la conoscenza del sito, e delle dinamiche che ne sottendono il funzionamento,
diventa un elemento chiave.
L’indagine ambientale consentirà un corretto uso e gestione degli spazi del
cantiere, e guiderà l’adeguata collocazione delle lavorazioni in luoghi ove l’impatto
ambientale delle stesse può essere contenuto.
Nella fase di gestione del cantiere le classi di valutazione individuate, nonché
i criteri possibili per la minimizzazione degli impatti, sono molteplici. Tra questi,
intesi sempre come sistemi aperti, si possono individuare (Tab. 3)
Minimizzazione
impatto sulla
qualità sociale





evitare l’ isolamento gruppi di popolazione
evitare sostanziali modifiche nella percezione del sito
evitare l’ impossibilità di svolgere le normali attività di quartiere
non creare interferenza con la viabilità
Minimizzazione
impatto sulla
qualità del sistema
biologico




evitare asportazioni od alterazioni delle componenti dell’habitat
evitare compromissioni della fauna e della vegetazione
evitare il rischio di diffusione di batteri ed inquinanti biologici
…


ordinare prodotti privi di imballaggio
ordinare prodotti in dimensioni prestabilite( ricorso a
prefabbricazione)
riutilizzare il suolo asportato con le operazioni di scavo
…
Minimizzazione
rifiuti
da costruzione


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Minimizzazione
rifiuti
da demolizione
Conservazione
qualità/quantità
delle acque




preferire opere di demolizione selettiva piuttosto che tradizionale
selezionare separare e registrare i rifiuti in sito
riutilizzare i rifiuti in cantiere ove possibile
…

Prevedere il recupero delle acque utilizzate per la pulitura
macchine attraverso la loro raccolta in bacini di decantazione
non riversare le acque derivanti dalle lavorazioni per impedire
contatti con le falde freatiche
…
non utilizzare materiali polverosi e/o coprire questi se depositati
in cantiere
prevedere adeguata localizzazione di lavorazioni che producono
emissioni in aria
non utilizzare materiali che rilasciano emissioni organiche ed
inorganiche
…
non utilizzare il suolo come ricettacolo di rifiuti
non riversare le acque derivanti dalle lavorazioni sul suolo e/o
sottosuolo per presenza di possibili materiali e/o reflui pericolosi
…
preferire per le operazioni rumorose un numero maggiore di
operatori e d’attrezzature, il raddoppio della fonte di emissione
incide sull’aumento dell’intensità’ sonora solo di 3 db
provvedere ad una corretta organizzazione delle attività a
secondo delle lavorazioni
…



Minimizzazione
impatto sull’aria
Minimizzazione
impatto sul suolo







Minimizzazione
impatto acustico


TABELLA 3: CLASSI DI VALUTAZIONE ECO-GESTIONE
Oltre a definire dei prìncipi, o delle linee guida, per la minimizzazione
dell’impatto ambientale del cantiere, sarebbe auspicabile definire parametri e/o
indicatori che consentano, seppur in via qualitativa, di effettuare una valutazione
degli stessi.
Questo consentirebbe di definire delle strategie che, prendendo le basi dalle
attuali norme e regolamenti volontari, siano applicabili in tutte le fasi del processo
edilizio che hanno dirette ricadute sulla qualità, non solo ambientale. Della fase di
esecuzione dell’organismo edilizio.
CONCLUSIONI
Lo scenario fin qui presentato, benché sintetico, mette in luce quanto la
valutazione delle performances ambientali del cantiere edile rivesta un ruolo
strategico per il raggiungimento di obiettivi di qualità ambientale.
Un’ulteriore componente per il miglioramento delle prestazioni del cantiere, oltre a
progettisti e autorità preposte, è costituita dalle Imprese di Costruzioni.
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Le opere architettoniche troppo spesso si pongono e si configurano come
opere d’arte ignare delle conseguenze del proprio essere, e gli attori del processo
troppo spesso si staccano dal mondo delle lavorazioni, scindendo così quel legame
indissolubile che da sempre esiste tra fare, creare e realizzare.
Controllare le performances ambientali del cantiere edilizio significa
soddisfare le esigenze dell’utenza in modo globale, significa prendere coscienza del
ruolo che ogni attore del processo edilizio ha sullo stato ambientale.
La possibilità di operare una inversione di rotta nei comportamenti e nelle
modalità del costruire, deve necessariamente confrontarsi con il tema della
competitività: è realistico pensare che per le imprese, ogni scelta ambientale può
avvenire solo se posta in uno scenario operativo che non pregiudica la competitività.
E’ indubbio che la competitività, ricercata attraverso la Sostenibilità, è
perseguibile solo in un contesto (normativo, economico, socio-culturale e
tecnologico) favorevole.
Risulta evidente quanto siano molteplici i problemi aperti che rendono
difficoltosa l’assimilazione e “l’inserimento” della gestione della variabile
ambientale nell’industria delle costruzioni.
L’ambiente, infatti, è spesso identificato non come un sistema di risorse
“limitate” da tutelare, ma come un “vincolo oneroso” posto ai processi operativi.
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BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA

Antonini E. “Residui da costruzione e
demolizione: una risorsa
ambientalmente sostenibile- il progetto Vamp e altre esperienze di
valorizzazione dei residui” Franco Angeli editore Milano 2001

Bruno S., Verdesca D. “Bioedilizia e Sicurezza nel cantiere” Il sole 24 ore
Milano 2001

Cangielli E., Palella A. “Il Progetto ambientale degli edifici” Alinea editrice
Bologna 2001

M.T.Lucarelli (a cura di), Cantiere edilizio e Ambiente: Azioni e interazioni,
Falzea editore, Reggio Calabria, 2004

M.T.Lucarelli, M. Milardi, A. M. Rao “Nuove strategie per il controllo
ambientale del cantiere edilizio: la definizione di un criterio di valutazione”,
Atti del Convegno Internazionale: The Design, the Safety, the Structure, the
Management of Resouces and Innovative Processes in the Construction
Industry. 1° Internazionale Symposium. Politecnico di Milano, BEST,
FOCUS. Mantova 7-9 maggio 2003.

M. Milardi,”Verso un’edilizia sostenibile. La strategia dell’ecoefficienza”
Iriti editore, Reggio Calabria, 2003

Rao A.M., Villari F. “Il costo energetico dell’organismo edilizio: possibili
scenari per una sua definizione” in Il Progetto dell’abitare anno I n° 2, Falzea
editore, Reggio Calabria, novembre 2004
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