Raimondo Montecuccoli (1609-1680) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. « Il fine della guerra si è il vincere. Si vince coll'esser superiori e coll'ottener avantaggi sopra il nemico » (Raimondo Montecuccoli, Discorso della guerra contro il turco) Raimondo Montecuccoli Raimondo Montecuccoli (Pavullo nel Frignano, 21 febbraio 1609 – Linz, 16 ottobre 1680) è stato un militare, politico e scrittore italiano. Raimondo conte di Montecuccoli (o Montecuculi), Conte dell'Impero, Luogotenente generale e Feldmaresciallo; Signore di Hohenegg, Osterburg, Gleiss e Haindorf; Presidente dell'Imperial Consiglio Aulico Militare; Gran Maresciallo dell'Artiglieria e Fortificazioni; Governatore della Raab e Colonnello-proprietario di un Reggimento di Cavalleria; Reale Consigliere Segreto; Camerlengo e Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro [1] nacque nel castello di Montecuccolo (in provincia di Modena), dal feudatario del borgo, il conte Galeotto, e da Anna Bigi, di buona famiglia ferrarese, dama d'onore della duchessa presso la corte estense. Nel 1616 il conte Galeotto venne nominato governatore di Brescello, vicino al Po, nel territorio attuale della provincia di Reggio Emilia, e la famiglia vi si trasferì. Deceduto il padre nel 1619, Raimondo fu accolto alla corte del cardinale Alessandro d'Este, vescovo di Reggio e fratello di Cesare, duca di Modena. Il cardinale sognava di avviare il promettente ragazzino alla carriera ecclesiastica e finanziò i suoi studi, con un lascito, anche dopo la propria morte nel 1624. La carriera militare Ma più che la carriera ecclesiastica, era quella militare ad affascinare il giovane Raimondo che si arruolò nell'esercito imperiale, sotto la protezione di un suo zio, generale d'artiglieria, dal quale apprese velocemente l'arte della guerra. Solo nel 1629 ebbe il grado di alfiere. Da allora, anno dopo anno, scalò tutti i gradi della gerarchia militare fino a ritrovarsi, al momento della morte, "Principe e Conte dell'Impero; luogotenente generale e feldmaresciallo; Signore di Hohenegg, Osterburg, Gleiss e Haindorf; presidente dell'Imperial Consiglio Aulico Militare; Gran Maestro dell'artiglieria e fortificazioni; governatore della regione di Győr e colonnello - proprietario di un reggimento di cavalleria; Reale Consigliere Segreto; camerlengo e cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro". Montecuccoli partecipò a tutte le campagne militari d'Europa dal 1625 al 1675, dalla Guerra dei Trent'Anni (16181648) in poi. Fu nella Guerra di Castro nella Tuscia, 1643 - 1644, vinta sotto il suo comando supremo dagli alleati (Modena - Parma Firenze - Venezia). Fu comandante supremo nella vittoriosa Campagna di Polonia (1657-1659) e nella Guerra col Turco (16631664), conclusasi con la sua celebrata vittoria a capo della coalizione cristiano-imperiale sul fiume Raabcel 1 agosto 1664. Dal 1668 al 1680 fu Presidente del Consiglio di guerra di Corte. Partecipò anche alla Campagna del Reno (Guerra d'Olanda) contro la Francia (1672-1675). Raimondo Montecuccoli uscì dunque sempre vittorioso da tutte le campagne che condusse come comandante in capo. Oltre che un condottiero, il conte modenese fu anche un notevole scrittore, nonché uomo politico e diplomatico di primo piano, sulla scena europea del XVII secolo. Ebbe grande influenza sulla conversione al cattolicesimo della regina Cristina di Svezia, essendo allo stesso tempo diretto interlocutore della regina, del papa e dell'imperatore. Montecuccoli ha come scrittore un posto di spicco nella letteratura italiana del Seicento, tanto da essere soprannominato e ricordato come il "moderno Vegezio". Negli scritti, per la maggior parte di argomento militare, si può ritrovare tutta la sua cultura: matematica, architettura, botanica, ed anche storia antica. E vari sono i suoi stili: la poesia, la diaristica, le preghiere, la corrispondenza. Le sue principali opere, scritte fra il 1640 e il 1670 sono: Delle battaglie, Trattato della guerra, Dell'arte della guerra e Aforismi dell'arte bellica. Ugo Foscolo pose alla base dell'incisione che apre la sua edizione degli Aforismi l'epigrafe: «Raimondo Montecuccoli. Con gli scritti rese eterno quanto aveva compiuto con le sue gesta».Il 31 maggio 1657 Raimondo Montecuccoli sposò la principessa Margarethe von Dietrichstein, e ne ebbe in dote la proprietà del feudo di Hohenegg in Austria, il cui castello diventò la sua abitazione preferenziale. Ebbe tre figlie e un figlio; al figlio fu dato il nome di Leopoldo Filippo, essendo stato suo padrino l'imperatore Leopoldo I. Nel 1675 la guerra dell'Impero asburgico contro la Francia di Luigi XIV, portò Montecuccoli a misurarsi con l'altrettanto celebre maresciallo Turenne, il quale perse il confronto e la vita stessa, nella feroce battaglia di Salzbach. Lo scontro fra i due grandi condottieri fu ricordato con ammirazione da Voltaire e da Napoleone Bonaparte, per le abili mosse e contromosse operate durante la battaglia e ritenute di altissima scuola militare. In seguito alla vittoria, le truppe di Montecuccoli marciarono verso la città di Haguenau, ribellatasi all'autorità francese, costringendo il principe di Condé a togliere l'assedio. Fu questa l'ultima azione militare del condottiero modenese che, alla fine della campagna, si ritirò a Linz, dove scrisse buona parte delle sue opere sull'arte guerresca e dove morì, a 71 anni, in seguita a un'emorragia. Aveva disposto nel testamento di essere sepolto a Vienna, nella chiesa dei Gesuiti dei Nove Cori Angelici. Ugo Foscolo definì Raimondo Montecuccoli "il maggiore e il più dotto fra i capitani nati in Italia dopo il risorgimento dalla barbarie". Nell'idea del Foscolo la barbarie è il Medio Evo, quindi Raimondo Montecuccoli è indicato come il più grande ed erudito capo militare italiano dell'epoca moderna. A Raimondo Montecuccoli [1] fu intitolato un celebre incrociatore leggero della Marina Militare[2] (che, con il varo del gemello Muzio Attendolo, divenne anche un tipo della classe "Condottieri"); varato nel 1931, segnalatosi in numerose azioni durante la Seconda guerra mondiale, consegnatosi a Malta dopo l'8 settembre, fu poi nave scuola e venne disarmato nel 1967. Onorificenze Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro Fu nominato Principe del Sacro Romano Impero e Duca di Melfi (Fonte: Chambers Byographical Dictionary) Predecessore: Feldmaresciallo del Sacro Romano Impero Successore: Adam Forgach de Ghymes 1658-1659 Federico di BadenDurlach Note 1. ^ Questa è la designazione ufficiale come indicata da Raimondo Luraghi in Le opere di Raimondo Montecuccoli a cura di Raimondo Luraghi, 3 vol, edite a cura dell'USSME, 2ª edizione 2000 (Roma) 2. ^ Raimondo Montecuccoli - Incrociatore leggero Bibliografia Raimondo Montecuccoli, Le opere di Raimondo Montecuccoli. Tomo I, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, 2000. Wikisource contiene opere originali di Raimondo Montecuccoli- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Raimondo Montecuccoli. Sito su Montecuccoli Raimondo Montecuccoli dal Dizionario del Pensiero Forte Voci correlate Battaglia di San Gottardo (1664) Il ponte del castello di Sàrvar, residenza di Ferenc Nàdasdy, il maggiore dei magnati ungheresi, alfiere in Ungheria della cultura italiana, promotore della rivolta contro Vienna che dopo la vittoria di Montecuccoli ha ceduto due città importanti alla Porta. Scoperta la rivolta, sarà decapitato. Archivio Nuova terra antica- La valle della Raab vista dal lieve rilievo, l'ultimo colle austriaco, dal quale il Marchese avrebbe comandato la battaglia.Oltre le colline all'orizzonte, in territorio magiaro, era il grande accampamento del Gran Vizir. Foto A. Saltini, Archivio Nuova terra antica Raimondo Montecuccoli From Wikipedia, the free encyclopedia Count Raimondo Montecúccoli Raimondo, Count of Montecúccoli or Montecucculi (German: Raimondo Graf Montecúccoli) (21 February, 1608 or 1609 – 16 October 1680) was an Italian military general who also served as general for the Austrians, and was also a prince of the Holy Roman Empire and Neapolitan Duke of Melfi. Montecuccoli was born in the castle of the same name in Pavullo nel Frignano, near Modena. His family was of Burgundian origin and had settled in north Italy in the 10th century. Early military service At the age of sixteen Montecuccoli began as a private soldier under his uncle, Count Ernest Montecuccoli, a distinguished Austrian general (d. 1633). Four years later, after much active service in Germany and the Low Countries, he became a captain of infantry. He was severely wounded at the storming of New Brandenburg, and again in the same year (1631) at the first battle of Breitenfeld, where he fell into the hands of the Swedes. He was again wounded at Lützen in 1632, and on his recovery was made a major in his uncle's regiment. Shortly afterwards he became a lieutenant-colonel of cavalry. He did good service at the first battle of Nordlingen (1634), and at the storming of Kaiserslautern in the following year won his colonelcy by a feat of arms of unusual brilliance, a charge through the breach at the head of his heavy cavalry. He fought in Pomerania, Bohemia and Saxony (surprise of Wolmirstadt, battles of Wittstock and Chemnitz), and in 1639 he was taken prisoner at Melnik and detained for two and a half years in Stettin and Weimar. In captivity he studied military science, and also geometry in Euclid, history in Tacitus, and architecture in Vitruvius, and planned his great work on war. As a commanding officer Returning to Italy and to the field in 1642, Montecuccoli commanded mercenaries loyal to the Duke of his native Modena during the First War of Castro[1] but when that conflict ground to an unproductive stalemate he departed. His involvement, though understandable given his allegiance to Modena, is nonetheless unusual in that his service pitted him against the papal forces of Pope Urban VIII. In 1643 he was promoted to lieutenant-field-marshal and obtained a seat in the council of war. In 1645-46 he served in Hungary against Prince Rákóczy of Transylvania, on the Danube and Neckar against the French, and in Silesia and Bohemia against the Swedes. The victory of Triebel in Silesia won him the rank of general of cavalry, and at the battle of Zusmarshausen in 1648 his stubborn rearguard fighting rescued the imperialists from annihilation. For some years after the Peace of Westphalia Montecuccoli was chiefly concerned with the business of the council of war, though he went to Flanders and England as the representative of the emperor, and to Sweden as the envoy of the pope to Queen Christina, and at Modena his lance was victorious in a great tourney. In 1657, soon after his marriage with Countess Margarethe de Dietrichstein, he took part in, and after a time commanded, an expedition against Rákóczy and the Swedes who had attacked the king of Poland. He became field-marshal in the imperial army, and with the Great Elector of Brandenburg completely defeated Rákóczy and his allies (peace of Oliva, 1660). From 1661 to 1664 Montecuccoli with inferior numbers defended Austria against the Turks, but at St. Gotthard Abbey, on the Rába, he and Carl I. Ferdinand Count of Montenari defeated the Turks so completely that they made a truce for twenty years (1 August 1664). They were given the Order of the Golden Fleece, and Montecuccoli became president of the council of war and director of artillery. He also devoted much time to compiling his various works on military history and science. He opposed the progress of the French arms under Louis XIV, and when the inevitable war broke out he received command of the imperial forces. In the campaign of 1673 he completely out-manoeuvred his rival Turenne on the Neckar and the Rhine, captured Bonn and joined his army with that of the prince of Orange on the lower Rhine. He retired from the army when, in 1674, the Great Elector was named command in chief, but the brilliant successes of Turenne in the winter of 1674 and 1675 brought him back. For months the two famous commanders manoeuvred against each other in the Rhine valley, but on the eve of a decisive battle Turenne was killed and Montecuccoli promptly invaded Alsace, where he engaged in a war of manoeuvre with the Great Condé. The siege of Philipsburg was Montecuccoli's last achievement in war. The rest of Montecuccoli's life was spent in military administration and literary and scientific work at Vienna. In 1679 the emperor made him a prince of the empire, and shortly afterwards he received the dukedom of Melfi from the King of Spain. Montecuccoli died in an accident at Linz in October 1680. With the death of his only son Leopold Philip Montecuccoli in 1698 the principality became extinct, but the title of count descended through his daughters to two branches, Austrian and Modenese. As a general, Montecuccoli shared with Turenne and Condé the first place among European soldiers of his time. His Memorie della guerra profoundly influenced the age which followed his own; nor have modern conditions rendered the advice of Montecuccoli wholly valueless. The Memorie della guerra was published at Venice in 1703 and at Cologne in 1704. A French edition was issued in Paris in 1712 and a Latin edition appeared in 1718 at Vienna, and the German Kriegsnachrichten des Fürsten Raymundi Montecuccoli was issued at Leipzig in 1736. Of this work there are manuscripts in various libraries, and many memoirs on military history, tactics, fortification, written in Italian, Latin and German, remain still unedited in the archives of Vienna. The collected Opere di Raimondo Montecuccoli were published at Milan (1807), Turin (1821) and Venice (1840), and include political essays and poetry. In 1934 the Italian navy launched the Raimondo Montecuccoli, a Condottieri class light cruiser named in his honour which served with the Regia Marina during World War II. Quotes Montecuccoli noted one of the obvious problems of military conflict [2]: For war, you need three things; 1. Money. 2. Money. 3. Money Wars became much more expensive to fund as armies grew larger; they required more training and state investment to be effective. Warfare of Montecuccoli's time also involved significant numbers of mercenaries loyal to differing fiefdoms. Paying them became exceptionally expensive. References Wikimedia Commons has media related to: Raimondo Montecuccoli 1. ^ Encyclopaedia Britannica - Montecuccoli 2. ^ Richard Holmes, The World Atlas of Warfare, Viking Press 1988. pp.78-79 This article incorporates text from a publication now in the public domain: Chisholm, Hugh, ed (1911). Encyclopædia Britannica (Eleventh ed.). Cambridge University Press. The Castello Montecuccoli in Modena Raimondo Montecuccoli (1609-1680) Raimondo Graf Montecúccoli (* 21. Februar 1609 auf Schloss Montecuccolo bei Modena; † 16. Oktober 1680 in Linz) war ein österreichischer Feldherr, Diplomat und Staatsmann. Raimund von Montecuccoli, aus der gräflichen Familie Montecuccoli-Polignano, war kaiserlicher Kämmerer und Geheimer Rat, Generalleutnant, GeneralArtilleriedirektor, Gouverneur von Raab, Hofkriegsratspräsident, Inhaber eines Kürassierregiments, Präsident der leopoldinischen Akademie der Naturforscher und Ritter des Ordens vom Goldenen Vlies. Er war der Schöpfer des ersten stehenden Heeres in Österreich und einer der bedeutendsten Militärtheoretiker und -schriftsteller des 17. Jahrhunderts. Berühmt wurde er durch seinen Sieg gegen ein gewaltiges Türkenheer, das 1664 unter Führung von Ahmed Köprülü, während des Türkenkrieges von 1663/1664, gegen Wien marschierte und in der Schlacht bei Mogersdorf an der Raab (Mogersdorf) vernichtend geschlagen wurde. Er gilt neben dem Prinzen Eugen und dem Erzherzog Karl als einer der bedeutendsten Feldherren Österreichs. Montecuccoli wurde in Modena geboren und stammte aus einem hochangesehenen, 1369 geadelten, 1450 in den Grafen-, 1530 in den Reichsgrafenstand mit großem Palatinat, 1623 in den niederösterreichischen Herrenstand erhobenen, mittelitalienischen Adelsgeschlecht. Er trat nach sprachlichen und klassischen Studien 1625 als einfacher Kriegsmann in das kaiserliche Heer ein und lernte das Kriegshandwerk im wörtlichen Sinn "von der Pike auf". So wollte es sein Onkel, der seit der Schlacht am Weißen Berge bekannte, 1633 nach dem Entsatz von Breisach seiner siebenfachen Verwundung erlegene, Feldzeugmeister und Kapitän der Garde Ernesto Montecuccoli. Mit dessen Zustimmung trat Montecuccoli in den Kriegsdienst und mit Leitung und Überwachung kämpfte er von 1625 bis 1633 in Schlesien, in den Niederlanden, in West- und Norddeutschland. Er wurde von seinem Onkel abwechselnd bei den Fußtruppen und der Reiterei eingesetzt, bevorzugte aber, nach seinen eigenen Angaben, die Kavallerie, ohne jedoch den Wert der Fußtruppen zu unterschätzen "bei welchen die Disciplin erlernt werden könne, auf deren Grundlage jede Leistung und jeder Ruhm beruht". Mit seinen Reitern kämpfte Montecuccoli bei Nördlingen und führte 1635 als Oberstleutnant eine Gruppe aus 200 angesessenen Kürassieren nach Kaiserslautern, nahm den Kommandanten gefangen und eroberte die Stadt. Für diese Leistung ernannte ihn der Kaiser zum Oberst und verlieh ihm das Regiment Aldobrandini, das Montecuccoli um fünf neue Kompanien verstärkte und mit dem er noch im selben Jahr wesentlich zur Einnahme Elsaß-Zaberns beitrug. Danach führte Montecuccoli sein Regiment 1636 bei Wolmirstedt und Wittstock, 1638 bei Chemnitz und 1639 bei Mělník und Brandeis. Die letzte Schlacht bei Melnik und Brandeis hatte General Hofkirchen gegen Montecuccolis im Kriegsrat geäußerten Widerspruch angenommen. Sie endete ungünstig für die kaiserlichen, Montecuccoli wurde verwundet und gefangengenommen. Er verbrachte seine 2½-jährige Gefangenschaft teils in Stettin, teils in Weimar und nutzte die Zeit zum intensiven Studium rechtsgelehrter, philosophischer, historischer und naturwissenschaftlicher Werke. In Stettin entwarf er auch sein eigenes berühmtes Werk über die Kriegskunst. Im Jahr 1642 kehrte er nach seiner Auswechselung wieder zum Heer zurück. Nach seiner Auswechselung trat er 1642 wieder bei der kaiserlichen Armee in Schlesien ein, schlug bei Troppau ein feindliches Korps und entsetzte Brieg. Er wurde Generalwachtmeister, begab sich jedoch dann mit Werbesoldaten nach Modena und machte als General der estensischen Kavallerie den Krieg um Novantula mit. 1643-44 wieder in kaiserliche Dienste tretend, 1644 zum Feldmarschallleutnant und Hofkriegsrat ernannt, befehligte er in Franken, Sachsen, Bayern, wurde Kommandierender in Schlesien, unterstützte 1645 mit seinem Korps den Erzherzog Leopold auf dessen Zuge gegen den Fürsten Rákóczi von Siebenbürgen und schlug 1647 die Schweden bei Triebel in Schlesien, wofür er zum General der Kavallerie ernannt wurde. 1648 aus Italien zurückgekehrt, machte er die Schlacht bei Zusmarshausen (7. Mai 1648) mit und deckte den Rückzug. Darauf unternahm er Reisen nach Schweden und Italien. Seine Bekanntschaft mit Christine von Schweden bot Stoff zu romanhaften Gerüchten. 1653 wurde er zum stellvertretenden Präsidenten des obersten Kriegsrats zu Regensburg ernannt. 1657 unterstützte er den polnischen König Johann II. Kasimir gegen Rákóczi und die Schweden und zwang Rákóczi zum Frieden mit Polen. 1658 zum Feldmarschall ernannt und dem von den Schweden bedrängten Dänenkönig zu Hilfe gesandt, vereinigte er sich bei Küstrin mit den Truppen des Kurfürsten von Brandenburg, vertrieb die Schweden aus Jütland und Fünen, wandte sich darauf nach Pommern und eroberte Damgarten, Anklam, Demmin, Ueckermünde. Nach dem Frieden von Oliva 1660 wurde er Geheimrat und Gouverneur von Raab, erhielt darauf das Kommando gegen die in Siebenbürgen eingefallenen Türken, zwang dieselben, dieses Land zu räumen, musste sich aber, im wachsenden Zerwürfnis mit den ungarischen Kriegshäuptern, zurückziehen und vereitelte durch kluges Zögern alle Unternehmungen des feindlichen Heeres bis zur Ankunft bayrischer, brandenburgischer, französischer und sächsischer Allianztruppen die ihm den Sieg in der Schlacht bei Mogersdorf (1. August 1664) erfechten halfen, woraufhin er zum Generalleutnant ernannt wurde. 1668 erhielt er das Präsidium des Hofkriegsrats. Als Ludwig XIV. 1672 Holland angriff, erhielt Montecucolli den Oberbefehl über das mit der Armee des Großen Kurfürsten vereinigte kaiserliche Hilfskorps, durfte aber nichts Entscheidendes unternehmen und legte daher Anfang 1673 das Kommando nieder. Im Sommer aber vertrieb er an der Spitze eines neuen Heers Turenne aus Deutschland und eroberte, mit dem Prinzen von Oranien vereint, Bonn. 1675 befehligte er wieder die Kaiserlichen gegen Turenne. Beide manövrierten vier Monate lang erfolglos gegeneinander, bis Turenne am 27. Juli 1675 in der Schlacht bei Sasbach fiel, worauf Montecuccoli die sich zurückziehenden Franzosen bis nach dem Elsaß verfolgte und Hagenau und Zabern belagerte. Aber Condés Erscheinen auf dem Kampfplatz zwang ihn, das Elsaß wieder zu verlassen, worauf er mit der Belagerung von Philippsburg seine militärische Laufbahn beendete. Er war der militärische Lehrmeister von Ludwig Wilhelm von Baden. Er lebte fortan meist am kaiserlichen Hof, im Umgang mit Gelehrten. Die Stiftung der Leopoldinischen Akademie für Naturforschung ist wesentlich sein Verdienst. Graf Montecuccoli starb am 16. Oktober 1680 in Linz. Die lange versprochene Erhebung in den Reichsfürstenstand erlebte er nicht mehr, sie wurde erst seinem Sohn Leopold Philipp zuteil, mit dessen Tod 1698 die fürstliche Linie erlosch. Montecuccoli verfasste zahlreiche militärische Werke. Ein besonders häufig zitierter Satz aus seinem Afforismi dell'Arte Bellica war die Feststellung: „Richiesto taluno delle cose necessarie alla guerra, egli rispondesse tre esser quelle: denaro, denaro, denaro“ ("Von jemandem nach den zum Kriege notwendigen Dingen gefragt, hätte ich gesagt, dass es drei sind: Geld, Geld, Geld"). [1] Commons: Raimondo Montecuccoli – Bilder, Videos und Audiodateien Einzelnachweise 1. ↑ Memorie del General Principe di Motecuccoli che rinfermano una esatta Instruzzione dei Generali ed Ufficiali di Guerra, per ben commandar un'Armata etc., Köln 1704, S.54 Literatur Thomas M. Barker: The Military Intellectual and Battle. Raimondo Montecuccoli and the Thirty Years' War. University Press, Albany, N.Y. 1975, ISBN 0-87395-205-2. Cesare Campori: Raimondo Montecuccoli – la sua famiglia ed i suoi tempi. Barbera, Firenze 1876. Harms Kaufmann: Raimondo Graf Montecuccoli, 1609–1680. Kaiserlicher Feldmarschall, Militärtheoretiker und Staatsmann. Dissertation, Freie Universität Berlin 1974. Berardo Rossi: Raimondo Montecuccoli. Un cittadino dell’Europa del Seicento. Edizioni Digi Graf, Pontecchio Marconi (Bologna) 2002. Georg Schreiber: Raimondo Montecuccoli. Feldherr, Schriftsteller und Kavalier; ein Lebensbild aus dem Barock. Verlag Styria, Graz 2000, ISBN 3-222-12817-0. Ferdinand Stöller: Raimondo Montecuccoli. In: Hugo Hantsch (Hrsg.): Gestalter der Geschicke Österreichs (Studien der Wiener Katholischen Akademie; 2). Tyrolia-Verlag, Innsbruck 1962. Weblinks Literatur von und über Raimondo Montecuccoli im Katalog der Deutschen Nationalbibliothek Mader, Hubert Michael: Raimund Fürst Montecuccoli und die Schlacht von St. Gotthard-Mogersdorf im Jahr 1664: Eine Bewährungsprobe Europas, in: Österreichische Militärische Zeitschrift, Ausgabe 3/2006