Macchina sincrona a poli salienti Macchina sincrona a poli salienti (anisotropa) 1. Generalità e schematizzazione del campo In fig. 1 è mostrata la mappa delle linee di induzione di una macchina sincrona a poli salienti (p = 6 poli) nel funzionamento a vuoto: come si può osservare, il traferro è sagomato, presentando il minimo spessore al centro del polo e crescendo verso le estremità delle espansioni polari (corni), così da modulare la distribuzione della induzione nel traferro. Fig. 1 – Mappa di campo a vuoto di una macchina sincrona a poli salienti (p = 6 poli). Si adotti lo schema linearizzato di fig.2, nel quale AP ( d) e AI ( q) indicano gli assi polare ( diretto) e interpolare ( quadratura) ed è evidenziata una generica linea di induzione B. AI AP x AI d q AP AI mc() bo() /2 /2 0 /2 /2 x Fig.2 – Schema linearizzato di una macchina sincrona a poli salienti funzionante a vuoto (sola f.m.m. di campo): sono mostrate una generica linea di campo e le distribuzioni al traferro. 1 Macchina sincrona a poli salienti Definito l’angolo elettrico lungo la periferia e x la corrispondente coordinata lineare lungo la circonferenza interna di statore, vale il seguente legame: x = (/) , dove è il passo polare, misurato in [m] lungo la circonferenza interna della statore. Indicata con Mc la f.m.m. di eccitazione (c = campo) attorno a ciascun polo: Mc = NcIc dove Nc è il N° spire di ogni bobina di campo e Ic è la corrente continua di eccitazione, per la distribuzione di f.m.m. mc() al traferro si può scrivere: + Mc per /2 < < + /2 mc() = Mc per +/2 < < + 3/2 + Mc per +3/2 < < + 5/2 … Data la simmetria della generica linea di campo disegnata, la legge della circuitazione di Ampére può essere scritta limitandosi a metà del percorso: mc() = ug() + ufe() ug() , dove si è supposto che la c.d.t.m. ufe() nei tratti ferromagnetici (corona statore e rotore, denti statore, corpo polare) sia trascurabile, ovvero che il nucleo ferromagnetico sia lontano dalla saturazione magnetica. Dunque, considerando la sagomatura dello spessore di traferro (g()), la distribuzione della induzione a vuoto è data da: bo() = oug()/g() omc()/g() . Questa espressione mostra che, pur di sagomare il traferro, si può partire da una distribuzione rettangolare di f.m.m. mc() per ottenere una distribuzione prossima alla sinusoidale per la induzione al traferro bc(). Infatti, trascurando la presenza delle cave, per avere bo() = Bcos() il traferro dovrebbe idealmente essere sagomato come segue: g() = oug()/bo() (oMc/B) / cos() ; in tal modo, il valore minimo di traferro gmin = g(0) si ha al centro del polo, mentre sull’asse q il traferro dovrebbe essere teoricamente infinito. Naturalmente questa distribuzione del traferro è realizzabile sono in modo approssimato: pertanto, la distribuzione di B risulta alternata, ma solo approssimativamente sinusoidale, come mostrato in fig.2 (dove le scale di mc() in [A/m] e di bo() in [T/m] sono state scelte in modo da far coincidere i valori di picco delle due curve). Possiamo dunque sottolineare le due principali differenze rispetto alla macchina sincrona isotropa: f.m.m. a distribuzione rettangolare e traferro non costante. D’altra parte la f.m.m. di indotto, dovuta al funzionamento a carico, è a distribuzione sinusoidale e quindi associabile ad un fasore spaziale: pertanto, la f.m.m. di induttore e quella di indotto, aventi distribuzioni spaziali diverse, non sono direttamente confrontabili. Per studiare il comportamento della macchina, dunque, tali distribuzioni si dovrebbero sommare punto a punto lungo la periferia, come pure la distribuzione di induzione dovrebbe essere determinata punto a punto. Questa procedura risulta poco adatta allo sviluppo di un modello per lo studio del funzionamento in termini di equazioni circuitali elettriche. Si adotta, dunque, un diverso approccio, che va sotto il nome di teoria dei due assi. 2 Macchina sincrona a poli salienti 2. Funzionamento a vuoto (solo induttore percorso da corrente) Come si è visto, a fronte di una f.m.m. di eccitazione mc() a distribuzione rettangolare ( ), la corrispondente distribuzione di induzione bo() risulta pressoché sinusoidale (). A quest’ultima distribuzione è dunque possibile associare un fasore spaziale flusso di polo, avente la direzione del picco B della distribuzione bo(), il verso del polo Nord (semionda positiva di bo()) e la ampiezza data da: 2 B cos x dx 2 2 B cos 2 d 2 B , dove è la lunghezza assiale del pacco lamiere di statore. Dunque, il fasore flusso concatenato dell’avvolgimento di fase è dato da: = ka Ns/2= Nse/2 con ka fattore di avvolgimento, Ns = N° di spire in serie dell’avvolgimento di fase, Nse = kaNs N° di spire efficaci di tale avvolgimento; la presenza del 2 è dovuta al fatto che il fasore è espresso in valore di picco, mentre è espresso in valore efficace. Adottando il segno negativo nella scrittura della legge della induzione (cioè legando il verso della f.e.m. a quello del flusso con la regola della vite destrorsa), il fasore f.e.m. di fase a vuotoEof è esprimibile come: Eof = j dove è la pulsazione elettrica, legata alla velocità meccanica [radmecc/s] da: = p/2. Nel piano della macchina (rappresentata a 2 poli, così che gli angoli meccanici appaiano anche come elettrici), vale la rappresentazione fasoriale di fig.3; nella stessa figura è mostrata anche la caratteristica di magnetizzazione a vuoto, sia in assenza di saturazione (retta g), che in presenza di nucleo ferromagnetico saturabile (curva affetta da ginocchio). Eof Eof g q , d Mc Mc Fig. 3 – Diagramma fasoriale relativo al funzionamento a vuoto della macchina e corrispondente caratteristica di magnetizzazione. 3 Macchina sincrona a poli salienti 3. Reazione di indotto (solo indotto percorso da corrente) Quando l’indotto sia percorso da un sistema di correnti equilibrate sinusoidali nel tempo, si genera una f.m.m. a distribuzione sinusoidale nello spazio, cioè un campo di f.m.m. rotante (campo magnetico di G. Ferraris): esso è associabile ad un fasore spaziale f.m.m. di indottoMi proporzionale al fasore corrente efficace di faseI: Mi = kM I , con kM = (32/)(Nse/n) . Il fasore f.m.m. di indottoMi può essere orientato nello spazio in una direzione e in un verso qualsiasi, in relazione alla modalità di funzionamento della macchina. Indicato con l’angolo di reazione come mostrato in fig. 4 (ovvero di ritardo della f.m.m. di indotto rispetto all’asse interpolare q: 0 < 2), si hanno le seguenti due componenti di f.m.m. di indotto: f.m.m. torcente (associata alla coppia elettromagnetica): Miq = Micos(); f.m.m. smagnetizzante (associata ad un effetto smagnetizzante): Mid = Misin(). Miq q Mi d Mid Fig. 4 – Funzionamento con solo indotto percorso da corrente: f.m.m. di indotto e sua scomposizione sui due assi. Si studia separatamente l’effetto della reazione di indotto sugli assi d e q: va osservato che, partendo da distribuzioni sinusoidali di f.m.m., le distribuzioni spaziali delle corrispondenti componenti di induzione non hanno distribuzione sinusoidale, perché il traferro sagomato delle espansioni produce un effetto distorcente sulla forma d’onda spaziale. Nelle figure seguenti sono evidenziate le correnti nelle cave statoriche: i simboli X e , di dimensioni graduate, rappresentano il verso e la intensità delle correnti totali distribuite nelle cave, a prescindere dalla appartenenza dei lati attivi in cava a ciascuna delle tre fasi. La mappa delle linee di campo relativa alla reazione di asse d viene qui omessa perché, avendo l’asse magnetico della f.m.m. lungo tale asse, si presenta abbastanza simile a quella mostrata in fig. 1. Per quanto riguarda le distribuzioni lungo il traferro, in fig. 5 è rappresentata la condizione di reazione di asse d: al traferro agisce una f.m.m. di indotto mid(), a distribuzione spaziale sinusoidale, con ampiezza Mid e asse magnetico lungo l’asse d. La sagomatura del traferro implica che la conseguente distribuzione di induzione, bid(), risulti distorta. Si noti che in fig. 5, come in precedenza, si sono adottate opportune scale in [A/m] e [T/m], che consentono di far coincidere i valori di picco di mid() e di bid(). 4 Macchina sincrona a poli salienti Le caratteristiche costruttive dell’avvolgimento trifase distribuito di indotto lo rendono sensibile al campo principale di induzione al traferro, mentre l’effetto “ai morsetti” dei campi armonici superiori (ovvero l’ampiezza delle corrispondenti f.e.m. armoniche) risulta fortemente attenuato: pertanto, della curva bid() è utile considerare la sola armonica fondamentale, in figura indicata con bd(). In base alla forma d’onda di bid(), è intuitivo riconoscere che il valore di picco di bd() è inferiore al valore di picco di bid(). Naturalmente, essendo la bd() a distribuzione sinusoidale, essa si può interpretare come dovuta ad una f.m.m. di reazione, Md, a distribuzione spaziale rettangolare: in base alla già citata scelta delle scale, la f.m.m. Md risulta posizionata sul picco della bd(). Si definisce coefficiente cd di reazione di asse d (tipicamente: cd 0.85) il rapporto: cd = Md / Mid . In modo simile a quanto già visto nel funzionamento a vuoto, si può scrivere: d = ka Nsd/2= Nsed/2 , Ed = j d . Mid Md bd() mid() bid() AP AI q AI x d x x x x x q Fig. 5 – Reazione di armatura sull’asse d: distribuzioni di indotto e distribuzioni di reazione. La mappa delle linee di campo della reazione di indotto agente lungo l’asse q è mostrata in fig. 6: come si nota, tali linee si richiudono lungo la scarpa polare: per evitare saturazioni locali, specialmente in corrispondenza dei corni delle espansioni, è dunque necessario che tali corni abbiano spessore adeguato in corrispondenza dell’attacco con il corpo del polo. In fig. 7 sono rappresentate le distribuzioni relative alla reazione di asse q: al traferro agisce una f.m.m. di indotto miq(), a distribuzione spaziale sinusoidale, con ampiezza Miq e asse magnetico lungo l’asse q. La sagomatura del traferro implica che la conseguente distribuzione di induzione, biq(), risulti distorta. Si noti che in fig. 7 si sono adottate opportune scale in [A/m] e [T/m], che consentono di far 5 Macchina sincrona a poli salienti coincidere le pendenze di miq() e di biq() per = 0 (e quindi anche per = ). Questa condizione può apparire difforme da quella di fig. 5, ma in realtà è congruente: infatti, se si supponesse traferro uniforme pari a gmin (macchina isotropa), in entrambi i casi si avrebbe la sovrapposizione di sinusoidi (mid() sovrapposta a bid(); miq() sovrapposta a biq()). 6 Fig. 6 - Reazione di armatura sull’asse q: mappa di campo delle linee di induzione Anche in questo caso, le caratteristiche costruttive dell’avvolgimento trifase distribuito di indotto lo rendono sensibile al campo principale di induzione al traferro, mentre l’effetto “ai morsetti” dei campi armonici superiori (ovvero l’ampiezza delle corrispondenti f.e.m. armoniche) risulta fortemente attenuato: pertanto, della curva biq() è utile considerare la sola armonica fondamentale, in figura indicata con bq(). In base alla forma d’onda di biq(), è intuitivo riconoscere che il valore di picco di bq() è superiore al valore di picco di biq(). Miq miq() biq() bq() AP d Mq AI AP x q x x x x x d Fig. 7 - Reazione di armatura sull’asse q: distribuzioni di indotto e distribuzioni di reazione. Macchina sincrona a poli salienti Naturalmente, essendo la bq() a distribuzione sinusoidale, essa si può interpretare come dovuta ad una f.m.m. di reazione, Mq, a distribuzione spaziale rettangolare: in base alla già citata scelta delle scale, la f.m.m. Mq risulta posizionata sul picco della bq(). Si definisce coefficiente cq di reazione di asse q (tipicamente: cq 0.35) il rapporto: cq = Mq / Miq . In modo simile a quanto già visto nel funzionamento a vuoto, si può scrivere: q = ka Nsq/2= Nseq/2 , Eq = j q . Sulla base delle precedenti considerazioni, si possono tracciare le caratteristiche di magnetizzazione relative alla reazione di asse d e di asse q. Per la reazione di asse d, vale la caratteristica Ed = Ed(Md) di fig. 8 (il cui andamento coincide con quello di fig. 3, essendo coinvolto lo stesso circuito magnetico saturabile, lungo l’asse d). Viceversa, per la reazione di asse q si ha la caratteristica Eq = Eq(Mq) di fig. 8: il suo andamento è praticamente lineare, con pendenza inferiore a quella del tratto lineare di Ed = Ed(Md) (coincidente con la caratteristica di traferro g di fig. 5): la linearità di Eq = Eq(Mq) è dovuta all’entità rilevante del traferro equivalente nella zona interpolare, che limita l’ampiezza del flusso di reazione d’asse q (q) e ne linearizza il legame con Mq. Ed Eq Md , Mq Fig. 8 – Caratteristica di magnetizzazione di reazione lungo l’asse d e lungo l’asse q. 4. Funzionamento a carico (simultanea presenza di eccitazione e reazione) Se si vuole studiare il funzionamento a carico tenendo conto della non linearità della caratteristica di magnetizzazione lungo l’asse d, è necessario seguire la procedura descritta nel seguito (si supponga di partire dalla conoscenza delle cause – correnti, f.m.m. –) per giungere a determinare gli effetti -f.e.m., c.d.t, tensione ai morsetti-): si deve conoscere l’angolo di reazione di fig.4, cui consegue la scomposizione della f.m.m. di indottoMi = kM I nei suoi componentiMid = kM Id e Miq = kM Iq; mediante i fattori di reazione cd e cq, si determinano le corrispondenti f.m.m. di reazioneMd = cd Mid e Mq = cq Miq; si determina il fasore f.m.m.ME risultante agente lungo l’asse d (ME = Mc +Md ); con la ampiezza ME diME si entra in ascissa sulla caratteristica a vuoto di fig. 3, ricavando in ordinata l’ampiezza della f.e.m. risultanteE; entrando con la ampiezza Mq diMq nella caratteristica di fig. 8, si determina la ampiezza Eq dellaEq; 7 Macchina sincrona a poli salienti si determina la f.e.m.Ea = jXa I corrispondente alla c.d.t. sulla reattanza Xa di dispersione (poiché è associata alla dispersione di statore, non risente della anisotropia); si determina la c.d.t. resistiva Rs I sulla resistenza di fase di statore; si calcola il fasore tensione di fase: Vf =E +Eq +Ea Rs I . Questa sequenza, nella quale è compreso un passaggio non lineare attraverso la caratteristica di magnetizzazione, sta alla base della procedura detta costruzione di Arnold-Blondel. Nel seguito, invece, si sviluppa la trattazione linearizzata, che va sotto il nome di costruzione delle due reattanze: a tale scopo, si adottino le caratteristiche di magnetizzazione linearizzate (caratteristica di traferro sull’asse d, caratteristica di asse q). Per ora si suppongano ancora come note la f.m.m. di campoMc e quella di indottoMi (e quindi anche l’angolo di reazione ), e si voglia giungere a ricostruire la tensione di faseVf. Se la macchina si può trattare come sistema lineare, allora vale il principio di sovrapposizione delle cause e degli effetti. Si può dunque istituire la seguente formulazione concettuale: Etot = ƒ(Mtot ) = ƒ(hMh ) = h ƒ(Mh ) = hEh(Mh ) , ovvero si può determinare la f.e.m. totale dovuta alla risultante di tutte le f.m.m. agenti come la somma delle f.e.m. dovute singolarmente a ciascuna f.m.m. supposta agente da sola. Vale dunque il diagramma fasoriale rappresentato in fig. 9 (dove non è evidenziata la c.d.t. resistiva Rs I, spesso piccola, come tipico per macchine di taglia medio-grande). Eo d Eo q Ed Eq Mecc Mc d Ed q E Ea q Miq Vf I Mi Mid Md Mc Mq Fig. 9 – Diagramma fasoriale per la costruzione delle due reattanze e caratteristiche linearizzate di magnetizzazione dei due assi. In considerazione dell’ipotesi di linearità, è conveniente introdurre opportuni parametri di proporzionalità tra le componenti di corrente e le corrispondenti componenti di f.e.m.; in regime sinusoidale, tali parametri sono delle reattanze. Pertanto si può scrivere: Vf =Eo +Ed +Eq +Ea Rs I = Eo jXd Id jXq Iq jXa I Rs I . I parametri Xd e Xq sono denominati rispettivamente reattanza di reazione longitudinale (o di asse d) e reattanza di reazione trasversale (o di asse q); se poi osserva che: I = Id +Iq , (dove per le ampiezze si ha: Id = Isin(); Iq = Icos()) la precedente equazione fasoriale si può riscrivere come segue: 8 Macchina sincrona a poli salienti Vf =Eo jXd Id jXq Iq Rs I , dove le quantità Xd = Xd + Xa , Xq = Xq + Xa sono denominate reattanze sincrone, rispettivamente di asse d e di asse q. In fig. 9, oltre all’angolo di reazione , sono evidenziati: l’angolo di sfasamento tra i fasori tensioneVf e correnteI ( è assunto positivo se di ritardo della corrente rispetto alla tensione); l’angolo tra la tensione di faseVf e la f.e.m. a vuotoEo , detto anche angolo di carico (in quanto diverso da zero solamente con funzionamento a carico; infatti, a vuotoI = 0, da cui consegue:Vf =Eo , e quindi: = 0); l’angolo tra la f.m.m.Mc di campo e la f.m.m.Mi di indotto. Naturalmente si ha: =+ ; = + /2 . Noti i parametri di asse d e q, è possibile studiare il funzionamento a carico della macchina, partendo dalla conoscenza di Vf, I, , per risalire a Eo e quindi alla corrente di eccitazione Ic: per far ciò è però necessario determinare la posizione dell’asse q, al fine di scomporre la corrente I nelle componenti Id e Iq. A tal fine, si consideri il diagramma fasoriale di fig. 10, dove per i fasori ivi indicati si ha: Eo =Vf + jXa I + jXq Iq + jXd Id =Vf +Va +Vq +Vd . Si osservi che se non si conosce l’angolo di reazione non è possibile scomporreI nei componentiId eIq: pertanto, a partire dalla sola conoscenza diVf eI non è possibile completare il diagramma. EoVd 3 VJ q 2 Vq Va 1 V f Ic d I Fig. 10 – Costruzione fasoriale per la determinazione della posizione dell’asse q. Oltre ai fasoriVf,Va = jXa I,Vq = jXq Iq, eVd = jXd Id di fig.10, si consideri anche il fasoreVJ (segmento 2-3) inteso come il prolungamento del fasoreVa (segmento 1-2) fino a incontrare l’asse q nel punto 3. Con considerazioni geometriche, si constata che l’angolo tra i fasoriVJ eVq vale , per cui, per i moduli si può scrivere: Vq = VJcos(). 9 Macchina sincrona a poli salienti D’altra parte si ha: Iq = Icos(), ed essendo Vq = XqIq, si ha: Vq = XqIq, = XqIcos() = VJcos(), ovvero: VJ = XqI, cioè in termini fasoriali: VJ = jXq I . La tensioneVJ è detta “joubertica” (da Joubert, che l’ha introdotta): si tratta di una quantità fittizia, che non viene direttamente coinvolta nella relazione fasoriale: Eo =Vf + jXa I + jXq Iq + jXd Id =Vf +Va +Vq +Vd , ma tuttavia consente di determinare i singoli contributi di questa. Infatti, noti i fasoriVf eI, sommandoVa aVf si giunge al vertice 2 di fig. 10; sommandoVJ = jXq I aVa si giunge al punto 3, che si trova lungo l’asse q. La conoscenza della orientazione di q nel piano dei fasori di macchina consente la determinazione di e quindi il completamento del diagramma fasoriale, con il calcolo di Eo e dunque della corrente di eccitazione Ic. Osservando che per il fasoreVJ +Va si ha: VJ +Va = jXq I + jXa I = jXq I dove Xq è la reattanza sincrona di asse q, per applicare la costruzione delle due reattanze si può operare come mostrato in fig. 11 (dove sono anche indicati i versi adottati per gli assi q Re e d Im del piano complesso). q Re Eo jXd Id jXq I jXq Iq Im Ic Vf I d Fig. 11 – Diagramma fasoriale della costruzione delle due reattanze. A partire dalla conoscenza dei fasoriVf eI, aVf si somma jXq I, il cui vertice individua l’orientazione dell’asse interpolare e quindi consente di determinare l’angolo ; calcolatiId eIq, aVf si sommano jXq Iq e jXd Id, ottenendoEo, da cui si ottiene la corrente di eccitazione Ic, sulla caratteristica linearizzata di magnetizzazione dell’asse d: Eo = kEIc . 10 Macchina sincrona a poli salienti 5. Scambio di potenza attiva e reattiva; coppia elettromagnetica. Si consideri una macchina sincrona trifase a poli salienti nel funzionamento a carico (con le convenzioni di fig. 12) e si assuma valido il modello linearizzato sviluppato nel paragrafo precedente. I MS 3f Vf Pp Pme Pel Fig. 12 – Convenzioni adottate per il funzionamento a carico della macchina sincrona. Dal punto di vista energetico, si ha: Pme = Pel + Pp Pp = PpJs + Ppmecc + Ppfes + Ppecc + Ppadd dove sono le perdite totali. Si supponga idealmente che la macchina sia priva di: perdite negli avvolgimenti di statore PpJs = 3RsI2, perdite meccaniche Ppmecc, perdite ferromagnetiche di statore Ppfes, perdite di eccitazione Ppecc e perdite addizionali Ppadd. Per la potenza apparente trifase ai morsetti si ha: A = P + jQ = 3 Vf I . D’altra parte, sulla base del diagramma fasoriale di fig. 10, si può scrivere: dove si è posto: Vf = (Eo jXd Id ) jXq Iq =Vfq +Vfd , Vfq = Eo jXd Id ; Vfd = jXq Iq . Pertanto, per i fasoriId eIq si può scrivere: Id = (Eo Vfq )/(jXd) ; Iq = Vfd /(jXq) , essendoI =Id +Iq . Sempre in base al sistema di riferimento adottato in fig. 10, si può scrivere: Eo = Eo ; Vf = Vfexp(j) =Vfd +Vfq = jVfsin() + Vfcos() . Pertanto, per la potenza apparente vale la seguente riformulazione: A = 3 Vf I = 3 (Vfq +Vfd )( Iq + Id ) = = 3Vf (cos()jsin())[(Vf/Xq)sin() + j(Eo Vfcos())/Xd] . Dalla elaborazione di quest’ultima espressione si ottengono le seguenti espressioni della potenza attiva e reattiva scambiate ai morsetti di macchina: P = 3[(EoVf/Xd)sin() + (1/2)(Vf2/Xd)(Xd/Xq 1)sin(2)] Q = 3(EoVf/Xd)cos() (Vf2/Xd)[cos2() + (Xd/Xq) sin2()] . 11 Macchina sincrona a poli salienti In modo simile a quanto già fatto per la macchina sincrona isotropa, l’aver trascurato anche in questo caso le perdite totali ci consente di ritenere che: Pme = Ceo = P + Pp P, da cui si ricava la espressione della coppia elettromagnetica Ce P/o : Ce = (3/o)[(EoVf/Xd)sin() + (1/2)(Vf2/Xd)(Xd/Xq 1)sin(2)] . Le espressioni trovate per P, Q, Ce esprimono l’energetica di una macchina sincrona anisotropa in una modalità di funzionamento in cui sono imposte la tensione e la frequenza ai morsetti: si tratta della situazione tipica di una macchina funzionante in parallelo ad una rete che impone, a frequenza costante, una tensione Vf costante. Tale tipo di rete è anche detta “di potenza infinita”, o “con impedenza interna nulla”). La natura binomia della coppia elettromagnetica evidenzia le seguenti proprietà: il primo addendo della coppia elettromagnetica prende il nome di coppia di eccitazione Cecc, in quanto, essendo proporzionale a Eo, dipende anche dalla corrente di campo Ic; il secondo addendo è denominato coppia di anisotropia Canis, in quanto esiste solamente in caso di anisotropia, ovvero quando le reattanze sincrone d’asse d e q sono diverse tra loro: usualmente per il rapporto Xd/Xq si ha: Xd/Xq 23; la coppia di anisotropia presenta periodicità doppia della coppia di eccitazione, rispetto all’angolo di carico ; per angoli di carico < 90°, la coppia di anisotropia da un contributo additivo alla coppia di eccitazione: questa proprietà è diretta conseguenza del fatto che Xd/Xq >1, condizione tipica delle macchine dotate di sistema di eccitazione in corrente; viceversa, si può mostrare che nelle macchine con eccitazione a magnete permanente, dove si ha Xd/Xq < 1, sempre per < 90° il contributo di coppia Canis risulta sottrattivo; qualora la macchina non presenti anisotropia (Xd = Xq = X; cd = cq =1), le espressioni di P, Q, Ce si riducono a quelle già viste per la macchina isotropa. In fig. 13 è mostrato l’andamento qualitativo dei due contributi di coppia e l’andamento complessivo della caratteristica pseudo-meccanica di coppia: ne risulta che l’angolo limite lim di stabilità statica, al di sopra del quale la coppia complessiva decresce al crescere di , è inferiore a 90°, a differenza di quanto avviene nella macchina sincrona isotropa. Ce Ctot Cecc Canis [°] 0 30 60 lim 90 120 150 180 Fig. 13 – Caratteristica pseudo-meccanica di coppia della macchina sincrona anisotropa: l’angolo limite di stabilità statica lim è inferiore ai 90°, tipico delle macchine isotrope. Le precedenti espressioni di P, Q, Ce possono essere riformulate anche in funzione delle correnti di campo Ic e di armatura I (ovvero delle rispettive f.m.m. Mc e Mi). 12 Macchina sincrona a poli salienti A tale scopo, si consideri che: in linearità la f.e.m. di fase è proporzionale alla corrente di campo, come segue: Eo = Nse(2/)(1/2)ℓ(o/gmin)Mc = [Nse(2/)ℓ(o/gmin)] Mc cioè Eo = hEMc = hENcIc; la f.m.m. di indotto è proporzionale alla corrente di statore secondo la relazione: Mi = (32/)(Nse/n)I = kMI ; inoltre, come già ricavato dal diagramma fasoriale di fig. 10, si ha: Vfq = Eo jXd Id ; Vfd = jXq Iq ; infine, sempre dal diagramma di fig. 10 risulta: Eo = Eo ; Id = jIsin(); Iq = Icos() ; = /2 . Riprendendo e rielaborando l’espressione della potenza apparente, si ha: A = 3 Vf I = 3 (Vfq +Vfd )( Iq + Id ) = = 3 (Eo jXd Id jXq Iq )( Iq + Id ) = Considerando le precedenti relazioni, per la potenza attiva e reattiva si ottiene: P = 3EoIsin() + (3/2)(Xd Xq)I2sin(2) Q = 3EoIcos() XdI2cos2() XqI2sin2() , e considerando che Eo = hEMc e I = Mi / kM , consegue: P = 3(hE / kM)McMisin() + (3/2)(Xd Xq)(Mi / kM)2sin(2) Q = 3(hE / kM)McMicos() Xd(Mi / kM)2cos2() Xq(Mi / kM)2sin2() . Infine, dividendo la espressione della potenza attiva (con macchina ideale a rendimento unitario) per la velocità di rotazione o = /n, per la coppia elettromagnetica Ce si giunge a: Ce = Cecc + Canis = 3n(hE/kM)McMisin() + (3/2)n(Ld Lq)(Mi/kM)2sin(2) . Per queste espressioni di P, Q, Ce valgono le seguenti osservazioni: nonostante il segno negativo esplicito nel primo termine della potenza reattiva, tale termine è positivo, perché, essendo > /2, risulta cos()<0; sviluppando il rapporto hE/kM, per la coppia di eccitazione Cecc risulta: Cecc = n2(oℓ/gmin)McMisin() = n2gMcMisin() : come si osserva, tale coppia esiste in quanto 0, mentre tende a zero se si annulla: per tale ragione, tale contributo di coppia viene anche detto coppia di allineamento; fissati i valori della corrente di campo Ic e della corrente di armatura I, cioè fissati i valori di Mc e Mi, la coppia elettromagnetica massima si ha quando = /2, ovvero quando il campo di f.m.m. di armatura è orientato in quadratura rispetto a quello di campo: quando la quadratura è in ritardo, la coppia elettromagnetica è frenante (funzionamento come generatore, considerato in queste note); quando la quadratura è in anticipo, la coppia elettromagnetica è motrice e il funzionamento è come motore; con = /2 la coppia di anisotropia Canis si annulla; inoltre, la espressione della potenza 13 Macchina sincrona a poli salienti reattiva si semplifica come segue: Q(=/2) = Xq(Mi/kM)2; infatti, la reazione di indotto, puramente torcente, non dà alcun effetto magnetizzante o smagnetizzante al traferro e l’unica potenza reattiva è messa in gioco dalla componente di asse q della reazione, ed è negativa, quindi assorbita da parte della macchina; il funzionamento con || = /2 è quello che massimizza la coppia (e quindi la potenza convertita da meccanica a elettrica o viceversa), a pari valori efficaci delle correnti circolanti; inoltre anche la potenza reattiva scambiata è modesta (funzionamento quasi a cos unitario): questa modalità di funzionamento è possibile imponendo che le correnti di statore producano una f.m.m.Mi di armatura in quadratura con la f.m.m. di campoMc: questa modalità di funzionamento prende il nome di “orientamento di campo”, ed è resa possibile dall’impiego di opportuni convertitori elettronici di potenza controllati. 14