Disabilità motoria Introduzione Lo sviluppo motorio, dal quale può derivare lo sviluppo motorio atipico, deve essere considerato come un processo complesso che si verifica grazie alle interazioni bidirezionali e dinamiche che coinvolgono il sistema nervoso centrale e il corpo. Si parla di disabilità motoria nel caso in cui siano presenti delle disfunzioni delle capacità motorie. Questa può essere classificata in due diversi modi: • • Per il tipo di difficoltà delle funzioni considerate Per la localizzazione del danno La disabilità motoria comprende quindi molte e complesse condizioni nelle quali la "funzione movimento" viene alterata o ridotta. In quanto una competenza motoria dell'essere umano è il cammino, ma anche la capacità di stare seduto, la motricità del capo, la motricità delle braccia, delle mani,la motricità dei muscoli… Per quanto riguarda la localizzazione del danno: danno periferico Danno specifico danno centrale Danno aspecifico (grave ritardo mentale) PARALISI CELEBRALE INFANTILE SPINA BIFIDA DISTROFIA MUSCOLARE Paralisi celebrale infantile La paralisi celebrale infantile è un’alterazione persistente ma non progressiva nel tempo della postura e del movimento,dovuto ad alterazioni della funzione celebrale infantile prima che il sistema nervoso abbia completato il suo sviluppo. Si manifesta nei primi tre anni di vita del bambino. È causato da: ●PRENATALI (fattori genetici, infezioni materne, agenti tossici, gestosi) PERINATALI (prematurità, ipossia, ischemia, postmaturità, parto difficoltoso) ● POSTNATALI (meningoencefalite, trauma cranico, arresto cardiocircolatorio prolungato, epilessia). Leucomalacia (ischemia con conseguente processo necrotico; piu’ frequente intorno al 3-4 giorno di vita) ● Il danno e’ in genere talmente grave che la normale plasticita’ cerebrale non e’ sufficiente al recupero funzionale Manifestazioni motorie Disfunzione maggiore Spastica (o ipertonica) Atassica Sindromi discinetiche Disfunzione minore Manifestazioni motorie Disfunzione maggiore Spastica (o ipertonica) Atassica Sindromi discinetiche Disfunzione minore Sindrome spastica TETRAPLEGIA O TETRAPARESI: tronco e quattro arti Causa: asfissia generalizzata Conseguenza: danno diffuso all’interno dell’encefalo Disturbi associati: deficit visivi, epilessia, ritardo mentale DIPLEGIA: arti inferiori Causa: emorragia ventricolare Conseguenza: degenerazione della sostanza bianca che circonda i ventricoli cerebrali in cui sono collegate le fibre muscolari degli arti inferiori Deambulazione raggiunta, normale sviluppo di intelligenza e linguaggio Sindrome spastica EMIPLEGIA: un emilato del corpo Causa occlusione di un arteria cerebrale Conseguenza: lesione nella parte colpita dell’encefalo Deambulazione raggiunta; deficit nello sviluppo del linguaggio se l’emisfero coinvolto e’ il SX ● ● ● ● ● ● ● FORME TETRAPLEGICHE: ritardo mentale (medio-grave); disturbi della masticazione, della deglutizione e della fonazione; disturbi sensoriali (vista e udito); epilessia elevata; impossibilità di deambulazione; arti superiori scarsamente utilizzabili; problemi ai piedi, colonna vertebrale con conseguente scoliosi. ● ● ● ● ● FORME DIPLEGICHE: disturbo delle funzioni visive (solitamente strabismo); ritardo mentale lieve-medio; epilessia; cammino con l’aiuto di deambulatori o tutori fino alla perdita di tale funzione; deformità alle articolazioni del piede, anca e colonna vertebrale. ● ● ● ● ● ● FORME EMIPLEGICHE: tappe dello sviluppo lievemente ritardate; ritardo del linguaggio; l’epilessia parziale; arti lesi più piccoli; riduzione dell’arto leso; cammino raggiunto spontaneamente. Manifestazioni motorie Disfunzione maggiore Spastica (o ipertonica) Atassica Sindromi discinetiche Disfunzione minore Sindrome atassica È caratterizzata da un disturbo consistente nella progressiva perdita della coordinazione muscolare. Possiamo distinguere due forme della sindrome. Due tipi: ATASSIA CEREBELLARE O CONGENITA: è trasmessa geneticamente ed è responsabile non solo della progressiva scoordinazione motoria degli arti inferiori e superiori, ma anche di movimenti ondulatori oculari involontari (difetti oculomotori) e difficoltà nell'articolazione della parola (disartria). Sindrome atassica Si evolve in senso negativo: Livello oculare: atrofia ottica o anomalie alla pupilla Asma Enfisema Diabete Spasticità muscolare Deficit del linguaggio Disturbi del comportamento Sindrome atassica DIPLEGIA ATASSICA: paralisi di una parte del corpo, che colpisce prevalentemente gli arti inferiori. Il problema si rivela verso i 4-5 mesi di vita. Lo sviluppo cognitivo medio può essere nella norma. A livello scolastico le difficoltà riguardano prevalentemente l'area matematica. Da un punto di vista PROGNOSTICO: raggiungimento di un buon grado di Da un punto di vista dello SVILUPPO MOTORIO: notevole ritardo autonomia; generale. Manifestazioni motorie Disfunzione maggiore Spastica (o ipertonica) Atassica Sindromi discinetiche Disfunzione minore Sindrome discinetica Risultano da disfunzioni del sistema extra-piramidale. Sono rappresentate da: FORMA ATETOSICA: caratterizzata dall’aumento dei movimenti involontari, che si manifestano in movimenti irregolari, lenti, aritmici e continui, la cui intensità aumenta durante l’esecuzione di movimenti volontari. È presente fin dai primi mesi di vita e la muscolatura mimica, quella della fonazione e degli arti superiori, sono i distretti muscolari più interessati; Sindrome discinetica FORMA DISTONICA: è una difficoltà motoria dovuta ad atteggiamenti posturali del tutto involontari dell’individuo. Sono presenti lenti, sostenute, toniche contrazioni di gruppi muscolari opposti, che spesso causano dolori e posture anomale. Sono, inoltre, frequenti ipercinesie a carico della faccia e della lingua che rendono veloce e incomprensibile l’emissione della voce e l’articolazione del linguaggio. Manifestazioni motorie Disfunzione maggiore Spastica (o ipertonica) Atassica Sindromi discinetiche Disfunzione minore Disfunzione minore Deboli segni a carattere neuromotorio Sintomi spesso sub-clinici Deficit associati Ritardo mentale DSA Linguaggio e comunicazione Epilessia Iperattivita’ e forme psicotiche (soprattutto in comorbidita’ con il ritardo mentale) DISTURBO PSICHICO ● TURBE SENSORIALI (alterazioni uditive e visive) ● ● DISTURBI DEL LINGUAGGIO (semplificato, incomprensibile e spesso tremolante) DISTURBI DEL CARATTERE (accentuazione di insicurezza e ansia) Diagnosi precoce della PCI Ecografia cerebrale e risonanza magnetica nelle prime settimane di vita Correlazioni significative tra sede, entita’ delle lesion e gravita’ dei sintomi clinici Tecniche neurofisiologiche – EEG Osservazione clinica Esame neurologico Videoregistrazione del comportamento motorio per pianificare interventi riabilitativi specifici e individualizzati Profilo neuropsicologico della PCI Grave compromissione del linguaggio disartria [carsa capacità di articolazione dei fonemi] fino all’anartria [Incapacità di parlare, mentre è conservata, anche se imperfettamente, la capacità di comprendere il significato del linguaggio] nei casi piu’ gravi Ritardo mentale piu’ o meno grave Crisi convulsive Disturbi sensoriali visivi (strabismo, nistagmo, difetti del campo visivo) Uditivi (ipoacusia con conseguente difficolta’ nella comprensione del linguaggio) Sensibilita’ (alterazione dello schema corporeo) Profilo neuropsicologico della PCI Disturbi emotivi-comportamentali Labilita’ amotiva Ansia Forme di aggressivita’ Passivita’ opposiitiva Depressione Tendenza all’isolamento Stereotipie Genesi dei disturbi emotivi-comportamentali Lesione delle aree deputate all’integrazione della vita emotiva (circonvoluzione limbica) Conseguenza della presa di consapevolezza della propria minorazione Profilo neuropsicologico della PCI Disturbi cognitivi direttamente collegati alle sedi lesionali Disturbi cognitivi derivanti da una difficolta’ di costruzione di concetti astratti a sua volta derivante da un’alterata esplorazione motoria (manipolazione) degli oggetti. La formazione della conoscenza e’ legata all’esperienza esplorativa nei primi anni di vita (manipolazione degli oggetti per ottenere informazioni sul mondo circostante). I processi inferenziali (conoscenza astratta) si basano sull’azione vera e propria, ma anche sulla pianificazione di tale azione. La riabilitazione deve puntare proprio sulle intenzioni per stimolare l’interazione con la realta’ indipendentemente dal funzionamento della motricita’. Valutazione della PCI Descrizione di un profilo funzionale usando un sistema multiasssiale 1. Motricita’ 2. Storia clinica (permette predizioni su gravita’ e gravita’ delle conseguenze motorie) 3. Comunicazione della diagnosi e successive comunicazioni con la famiglia 4. Complessita’ (compromissioni a livello sensoriale, neuropsicologico, e sui disturbi di acquisizione e generalizzazione degli apprendimenti motori) – ampio spazio dato alla valutazione cogntiva 5. Complicanze (altre condizioni di salute, fattori di rischio relazionali) 6. Caratteristiche del contesto familiare 7. Interventi di riabilitazione 8. Possibilita’ di accesso alla comunita’ infantile Riabilitazione neuromotoria e neuropsicologica nella PCI Riabilitazione neuromotoria In casi molto gravi si tenta di ◦ individuare schemi motori molto semplici e finalizzati ◦ Raggiungimento di un corretto allineamento posturale (seduto) per migliorare le abilita’ motorie e la qualita’ di vita (favorisce le possibilita’ di apprendimento) ◦ La postura si considera buona quando c’e’ rilassamento, corretta respirazione, controllo dei movimenti patologici, controllo degli atri superiori, adeguato posizionamento del capo, miglior controllo visivo, sviluppo dell’ attenzione ◦ Il corretto allineamento previene deformita’ ◦ Ausili funzionali ◦ Seggiolino ortopedico ◦ Diadema per allineare il capo Riabilitazione neuropsicologica Permettere di sperimentare comunque la realta’ Gioco (unire le mani di bambino e tarapeuta) Gioco simbolico Stimolare risposte volontarie e capacita’ decisionale Cercare strategie comunicative Favorire l’autonomia psicomotoria (e.g. addestramento ad utilizzare sedia a rotelle elettronica, uso del PC, software di sintesi vocale) Spina bifida Origine: È una malformazione dovuta alla chiusura incompleta di una o più vertebre. Classificazione per ordine di gravità: MIELOMENINGOCELE (spina bifida aperta) MIELOCELE MENINGOCELE SPINA BIFIDA OCCULTA Il grado di disabilita’ dipende dai seguenti fattori Luogo della lesione spinale Presenza di deformità Manifestazioni ed esiti: Il livello di intelligenza potrebbe essere nella norma ma spesso si manifestano: Problemi di apprendimento, attenzione, memoria, comprensione, pianificazione, iperattivita’. Bassa tolleranza alla frustrazione Difficoltà nell’alternanza dei ruoli Difficoltà nella comprensione dei segnali non verbali DISABILITA’ MOTORIA E ASPETTI RELAZIONALI I genitori • Nelle famiglie la presenza di un figlio con disabilità determina una situazione di sofferenza. • Le reazioni della famiglia alla nascita di un figlio con handicap: 1) Shock e trauma 2) Reazioni di difesa 3) Azioni rivolte al miglioramento dell’handicap FASI DEL PROCESSO DI ADATTAMENTO DELLA FAMIGLIA IN SITUAZIONE DI HANDICAP PRIMA FASE E’ la fase dello shock iniziale: i genitori provano un senso di sgomento, dolore e incredulità per il bambino e per se stessi, un senso di impotenza, la sensazione di essere travolti e schiacciati, un blocco della capacità di pensare e agire, con il pensiero fisso su ciò che è successo. SECONDA FASE E’ caratterizzata dall’azione dei meccanismi di difesa: la negazione della realtà, il rifiuto rivolti all’handicap del figlio o alla persona del figlio stesso (non accettandolo come proprio figlio). In alcuni casi si sviluppa una reazione depressiva, in altri il rifiuto si intreccia con i sensi di colpa o di rabbia. TERZA FASE Gradualmente si attenuano le reazioni difensive e si cominciano a mettere in atto azioni rivolte al miglioramento della situazione del figlio e al benessere di tutta la famiglia. Può essere utile il confronto con altre famiglie che vivono lo stesso problema. Il bambino portatore di handicap • Al di là della reazione della famiglia, il bambino con handicap ha un mondo interno ricco di emozioni e vissuti intensi in relazione alla presenza dell’handicap. L’ interazione con i pari • L’apparenza fisica riveste un ruolo cruciale: le interazioni con i pari, preferenze sociali, sono influenzate dalle caratteristiche fisiche. • Ciò genera discriminazione nei confronti dei bambini con disabilità motoria, poiché giudicati meno attraenti. Tuttavia, dagli studi condotti, risulta che i coetanei rivolgono a tali bambini più attenzioni relazionali Con il tempo vi è un relativo calo di attenzioni relazionali poiché essi non conoscono strategie per il mantenimento di interazioni amicali Molto spesso sono rivolti loro comportamenti assistenziali. Un buon equilibrio personale può generare un atteggiamento di più o meno accettazione. La qualità della vita I bambini con PCI (Paralisi Cerebrale Infantile) sono più esposti a rischi per la salute mentale rispetto ai soggetti normodotati. Fra questi bambini si osservano problemi emotivi e/o comportamentali, inoltre, uno degli aspetti principali del problema della disabilità motoria è il dolore che porta difficoltà nella vita quotidiana e sul funzionamento scolastico. I domìni della qualità della vita • • • • • • Benessere psicologico Concetto di sé Supporto sociale Ambiente scolastico Risorse economiche Accettazione sociale Patologie delle condotte motorie dovute a un’alterazione della relazione io-mondo: • • • • La disgrafia L’impaccio motorio I tic nervosi La disprassia La disgrafia Cos’è? La disgrafia è un disturbo che coinvolge la scrittura di parole e di numeri e l’utilizzo del segno grafico. Il soggetto con disgrafia può risultare anche impacciato ed in difficoltà con alcuni compiti di motricità fine. Come si manifesta? • • • • • • • scarsa leggibilità; lentezza e stentatezza; disorganizzazione delle forme e degli spazi grafici; scarso controllo del gesto; confusione e disarmonia; rigidità ed eccessiva accuratezza; difficoltà nell’atto scrittorio in presenza di crampi o dolori muscolari. Le tipologie di disgrafia (classificazione di Ajuriaguerra) •scritture tese: presentano tensione e contrazione del gesto grafico; • scritture molli: presentano rilasciamenti e irregolarità; •scritture impulsive: caratterizzate da gesto grafico incontrollato in corpo e alla fine di parola. Le scritture impulsive possono essere ulteriormente distinte in “molli” o “rigide”; •scritture maldestre: presentano irregolarità e disorganizzazione nella forma dei grafemi e nel movimento complessivo della scrittura; • scritture lente e precise: mostrano una iper-strutturazione delle lettere per un eccesso di precisione. L’impaccio motorio Comprende una serie di gesti goffi e pesanti o un’impossibilità a ottenere un rilassamento muscolare attivo che può arrivare ad una contrazione porta ad un irrigidimento degli arti tipici della catalessia. Come si manifesta? • Il bambino può essere goffo o impacciato nei movimenti. Può urtare, rovesciare o far cadere le cose. • Il bambino può avere difficoltà con le abilità grosso-motorie (tutto il corpo), le abilità fino motorie (uso delle mani) o entrambe. • Il bambino può sviluppare in ritardo alcune capacità motorie • Può mostrare una discrepanza tra le proprie capacità motorie e le capacità in altre aree. • Difficoltà ad acquisire nuove capacità motorie. Una volta acquisite, alcune capacità motorie possono essere eseguite abbastanza bene, mentre altre possono continuare ad essere svolte con scarsi risultati. • Il bambino può avere più difficoltà a svolgere attività che richiedono un cambiamento continuo della posizione del corpo oppure quando deve reagire a cambiamenti dell'ambiente. • Il bambino può avere difficoltà a svolgere attività che richiedono l'uso coordinato di entrambi i lati del corpo. • Il bambino può mostrare uno scarso controllo della postura e uno scarso equilibrio, soprattutto in attività che richiedono equilibrio. • Il bambino può avere difficoltà a scrivere in stampatello o a mano libera. Questa capacità implica una continua interpretazione del feedback in merito ai movimenti della mano e la contemporanea pianificazione di nuovi movimenti, ed è un'attività molto difficile per la maggior parte dei bambini affetti da questa patologia. I tic nervosi I tic nervosi sono dei gesti, movimenti o espressioni che una persona compie senza accorgersene ma che sono evidentissimi per chi guarda. Quali possono essere le cause? • • • • • • • • Fattori Genetici Stress Disturbo dell’attenzione e iperattività Disturbo ossessivo compulsivo Infezioni batteriche (nei bambini) Aggressività repressa Affaticamento Stati di ansia Quali sono le tipologie? • Tic motori (i più comuni, di carattere improvviso e breve.) • Tic vocali (l'emissione di suoni non voluti. Comprende grugniti, parole dette senza intenzione, ecc.) • Tic comportamentali (ecolalia, coprolalia [tendenza impulsiva a pronunciare parole oscene e/o volgari], ecc.) • Tic distonico (un susseguirsi di movimenti coordinati con un fine inesistente ma presunto, es. saltare ) • Tic sensitivo (quando esso è scatenato da una stimolazione esterna, sovente riscontrato nelle persone affette da sindrome di Tourette) • Tic transitorio (riscontrabile in età infantile) Strategie per i tic nervosi • Fare finta di niente: non sgridare, non sottolineare, non mostrare ansia o preoccupazione. • Non imitare, non fare guardare allo specchio. Le conseguenze di tali comportamenti invogliano il piccolo a continuare o, peggio, a farlo di nascosto; in sostanza rinforzano il sintomo. La disprassia E’ l’incapacità di compiere movimenti volontari, coordinati tra loro, in funzione di uno scopo. E’ più frequente nei bambini, comporta problemi nella coordinazione dei movimenti, nello sviluppo della motricità. E’ causa di goffaggine e deficit percettivi che hanno ricadute su alcuni ambiti dell’apprendimento. Strategie per la disprassia • è importante che scuola, genitori e riabilitatori operino insieme per aiutare il bambino. • Chiedere consigli ai professionisti sulle "attività" migliori da svolgere. • trovare giochi e astuzie per aiutare il bambino a migliorare il suo coordinamento, la sua motricità globale e la sua motricità fine. • incoraggiare e valorizzare ogni piccola cosa che ha realizzato o indovinato e ogni sforzo effettuato. Per tutti i casi di disabilità motoria si ricorre a interventi che hanno la funzione di evitare le complicanze legate alla patologia. Per un buon intervento si deve tener conto: • • • • • STORICITA’ GLOBALITA’ PARTECIPAZIONE ATTIVA QUALITA’ DELLA VITA PROGRAMMAZIONE PUNTUALE Terapie Per queste patologie: trattamento individualizzato L’intervento è rivolto in particolar modo al recupero della motricita’ (fisioterapia) 1. tetraparesi: ristabilimento del sistema posturale 2. diplegie: acquisizione della deambulazione autonoma 3. emiplegie: miglioramento delle capacità di manipolazione Terapie: medica e riabilitativa ● Medica: prevede la somministrazione di farmaci sedativi (per la crisi epilettiche) e chirurgia ● Terapia riabilitativa: fisioterapia e riabilitazione psicomotoria Le teorie riabilitative più efficaci sono: ● Kabath: esercitazione ripetuta di un muscolo; ● Bobath: assunzione di posizioni inibitrici (favorire l’inibizione di riflessi involontari; dare al bambino strumenti per il controllo dei propri movimenti) ● Idroterapia (http://www.paralisi-cerebraleinfantile.it/informazioni/terapie/terapia-acquaticaidroterapia/) • SUPPORTO PSICOLOGICO E PEDAGOGICO • Favorire la conoscenza del sé, lo sviluppo dell’autonomia, dell’autostima e di altre abilità in grado di sopperire al deficit nel contesto sociale • INTEGRAZIONE • Creare un clima inclusivo • Adeguare gli obiettivi del disabile agli obiettivi della classe • Creare occasioni di collaborazione e aiuto reciproco