1 INDICAZIONI GENERALI SULLA “PRESA IN CARICO” DELL’ALUNNO DSA DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO “Il nemico per i dislessici non è la scuola in sé (in cui spesso non c’è preparazione sufficiente), né i servizi sanitari (che talora non danno adeguate risposte diagnostiche e riabilitative), né la società in generale; il nemico è l’ignoranza sul problema e la mancanza di collaborazione e di alleanza per uno scopo preciso.” Enrico Ghidoni 1. Premessa La Legge 8 ottobre 2010, n. 170 riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. La Legge n. 170 individua i criteri di certificazione dei DSA, la formazione nella scuola, le misure educative e didattiche di supporto agli alunni e quelle rivolte alla famiglia e le successive Linee Guida sui DSA, emanate con D.M. del 12 luglio 2011, presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure dispensative. In sintesi: La Dislessia è il disturbo specifico di lettura e si caratterizza per la difficoltà a effettuare una lettura accurata e fluente in termini di velocità e correttezza, tale difficoltà si ripercuote, nella maggioranza dei casi, sulla comprensione del testo. La Disortografia è il disturbo specifico che riguarda la componente costruttiva della scrittura, legata quindi ad aspetti linguistici e consiste nella difficoltà di scrivere in modo corretto. La Disgrafia riguarda la componente esecutiva, motoria di scrittura; in altre parole, ci riferiamo alla difficoltà di scrivere in modo fluido, veloce ed efficace. La Discalculia riguarda il disturbo nel manipolare i numeri, nell’eseguire calcoli rapidi a mente, nel recuperare i risultati delle tabelline e nei diversi compiti aritmetici. 2 2 Definizione dei DSA I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi che interessano specifici domini di abilità (lettura, ortografia, grafia e calcolo) in modo significativo ma circoscritto, a fronte di un’adeguata istruzione, di intelligenza nella norma e in assenza di deficit sensoriali (visivi o uditivi). In questo gruppo rientrano dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia (altrimenti denominati disturbo specifico della lettura, disturbo specifico della scrittura, disturbo specifico del calcolo). La causa di tali disturbi è riconducibile a fattori neurobiologici, più spesso di tipo genetico, ovvero ad alterazioni morfologiche o funzionali delle strutture encefaliche implicate in questa abilità. E’ importante sottolineare che i fattori biologici interagiscono attivamente nella determinazione della comparsa del disturbo con i fattori ambientali (livello socioculturale, metodologia didattica). La specificità della compromissione funzionale è la caratteristica principale dei DSA e definisce questa categoria diagnostica. Tale peculiarità si ritrova anche in altri disturbi dello sviluppo come, ad esempio, i disturbi del linguaggio, i disturbi della funzione motoria, disturbo di attenzione e iperattività (ADHD o DDAI) che in molti casi si associano ai DSA. Il principale criterio necessario pertanto a stabilire la diagnosi di DSA è quello della << discrepanza>> tra abilità nel dominio interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe frequentata) e l’intelligenza generale (adeguata per l’età cronologica). E’ importante sottolineare che i Disturbi Specifici di Apprendimento si manifestano nei diversi soggetti con differenti gradi di difficoltà e in ognuno intaccano diverse abilità (a volte solo una, a volte più di una): ogni dislessico, dunque, è diverso dall’altro e, sebbene vi siano indicazioni generali sulla didattica da utilizzare per i DSA, è bene programmare interventi personalizzati in base al profilo funzionale del bambino. I Disturbi Specifici di Apprendimento, sul piano patogenetico, sono più frequenti nei maschi e fortemente caratterizzate da una forte influenza di componenti genetiche multifattoriali, ma, contemporaneamente, anche da un importante contributo delle variabili ambientali. Una premessa va fatta: troppo spesso a scuola le parole “difficoltà e “disturbo” vengono utilizzate indistintamente, eppure ognuna di esse si riferisce a situazioni molto diverse con prognosi assai differenti. “Difficoltà” e “disturbo” non sono sinonimi e devono essere perciò usati in maniera corretta a seconda della situazione a cui facciamo riferimento, in modo da non attribuire etichette pesanti a bambini che, con un piccolo aiuto, possono recuperare le loro difficoltà, o per non sottovalutare situazioni che richiedono un intervento specifico e qualificato. Vi sono differenze esistenti tra difficoltà di apprendimento e disturbo di apprendimento, il primo termine è riconducibile a qualsiasi difficoltà scolastica incontrata da uno studente, durante la sua carriera scolastica, quindi può riguardare qualunque soggetto, il secondo è relativo a problematiche più definite e strettamente legate al processo di apprendimento. Vi sono una serie di tipicità relative alla difficoltà di apprendimento come la forte demotivazione, la diversità culturale, la scarsa competenza linguistica, i disturbi del comportamento (ADHD, disturbi neuromotori gravi, consistenti ipercinesie, disturbi mentali e di personalità), il ritardo mentale. Molto differenti sono invece tutte quelle situazioni che rientrano nella categoria dei disturbi che fanno riferimento a problematiche più gravi e dall’evoluzione incerta. Non sono conseguenza di un 3 handicap, né sono imputabili a fattori esterni, quali differenze culturali, insegnamento inappropriato o insufficiente, ma dipendono dalle basi neuropsicologiche dell’apprendimento stesso. Alcune caratteristiche che dovrebbero permettere di identificare una condizione di disturbo sono: condizione innata cioè già presente alla nascita che però trova la sua espressività maggiore quando vengono richiesti compiti di lettura, scrittura e calcolo; resistenza al cambiamento Infatti, secondo alcuni autori (Linan-Thompson et al., 2006), e in linea con le recenti Raccomandazioni per la pratica clinica per i DSA (2007), per stabilire la presenza di una resistenza all’insegnamento, è opportuno prevedere prima una fase di insegnamento uguale per tutti gli alunni ( nelle Raccomandazioni per la pratica clinica dei DSA si suggeriscono due anni per l’apprendimento della lettura e scrittura e ben tre anni per l’apprendimento delle abilità di base del calcolo); se con questa azione non si ottengono risultati , si deve attivare una seconda fase di potenziamento delle proposte didattiche personalizzandole sui bisogni specifici dell’alunno. Se anche dopo questo secondo intervento, i risultati conseguiti non sono soddisfacenti, si può parlare di <<resistenza>> al cambiamento e si può quindi stabilire empiricamente la presenza del disturbo. l’automatizzazione (cioè la stabilizzazione di un processo automatico) di alcuni processi legati all’apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo. Tutti i processi di trasformazione del linguaggio orale in linguaggio scritto e viceversa presenti nella lettura e nella scrittura, dalla discriminazione visiva dei grafemi alla loro produzione scritta, dalla associazione dei grafemi con le corrispondenze fonologiche e viceversa, vengono eseguiti in modo sempre più rapido e meno controllato dall’attenzione, solo con il progredire dell’esperienza di lettura e scrittura. Gli alunni con dislessia invece, progrediscono nella loro velocità di lettura a un ritmo che è circa la metà dei normolettori, segno inequivocabile della <<resistenza>>all’automatizzazione. 4 3 Evoluzione e caratteristiche dei disturbi specifici di apprendimento Dislessia evolutiva Nella lettura il bambino prima legge nella mente, poi recupera e poi fonda. Comunque i parametri sono disgiunti perché ci sono bambini che prediligono la correttezza nella lettura e sono piuttosto lenti, altri che prediligono la velocità e commettono diversi errori. In base a questi parametri (secondo Bakker e Glaudè) esisterebbero 3 tipologie di dislessia: - - - DISLESSIA DI TIPO P o “Dislessia percettiva” in cui la lettura è lenta ma abbastanza corretta: l’emisfero sinistro è sottoattivato è l’elaborazione permane per un tempo più lungo nell’emisfero di destra; DISLESSIA DI TIPO L o “Dislessia linguistica” in cui la lettura è abbastanza rapida ma decisamente scorretta: l’emisfero ipoattivato è quello destro e vi è un prematuro passaggio all’emisfero sinistro, tipico nei bambini che vogliono imitare la lettura degli adulti; DISLESSIA DI TIPO M o “Dislessia mista” in cui entrambi gli emisferi sono ipoattivati e la lettura risulta sia scorretta che lenta. Molti bambini dislessici riportano che le lettere sembrano “ballare” o essere sotto uno strato di acqua con i riflessi della luce.1 1 G. Stella, L. Grandi, Come leggere la dislessia e i DSA, Giunti Scuola, Firenze, 2011 p.11. 5 Tali difficoltà portano gli alunni a percepirsi inadeguati, iniziando a crearsi una visione di sé negativa e le frustrazioni conseguenti riducono il livello di autostima e aumentano il rischio psicopatologico di una serie di disturbi emotivi e psicologici. Gran parte degli alunni imparano a leggere efficientemente entro la fine del primo anno di scuola primaria, alcuni richiedono tempi maggiori, presentando solo un ritardo di acquisizione, mentre altri bambini (dislessici), pur migliorando nel tempo, continueranno ad essere più lenti e più inaccurati dei loro coetanei. Vi sono poi degli indicatori specifici da osservare: Indicatori di rischio- Difficoltà di lettura - lentezza ed esitazioni; - difficoltà nel riconoscimento dei diversi caratteri tipografici, - confusione tra lettere simili fono logicamente (F-V) (P-B) (S-Z) (CG) o morfologicamente (b-p) (a-e) (m-n); - omissione (doppia consonante: palla-pala) (vocale intermedia.cartolinacatolina); - inversione (sefamoro anziché semaforo); - aggiunta di lettere e sillabe; - perdita della riga e salto della parola; - distanza del testo e postura particolare per leggere; - leggere le sillabe a bassa voce prima di pronunciare la parola; - seguire con il dito la parola; - tempo impiegato rispetto alla media della classe; Riguardo alla comprensione del testo, vi è da fare un discorso a parte: sebbene non sia caratteristica primaria del disturbo, le difficoltà procedurali possono inficiare la comprensione del testo, che risulterà invece adeguata su ascolto. Disortografia 6 La disortografia consiste nella difficoltà di rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto. Vengono cioè commessi molti errori e di varia tipologia. Indipendentemente dalle cause da cui sono determinate, si possono individuare tre tipi di disortografia: - - la “disortografia vera e propria” è la tipologia più frequente di errore ortografico nella lingua italiana, e non è altro che uno scarto nella corrispondenza tra suono e segno; la “ disortografia di ordine concettuale” è un uso errato delle capacità logiche che permettono di praticare determinate scelte (ad esempio: in quali circostanze scrivo “a”, “ah”,”ha”); la “disortografia di ordine culturale” si manifesta invece negli scarti dovuti al dialetto, o agli svantaggi socio-culturali presenti nel soggetto.2 Disgrafia La disgrafia può presentarsi come disturbo isolato o associato a problemi di ortografia e/o dislessia e/o coesistente insieme ad altre sintomatologie di tipo clinico o altri disturbi evolutivi.3 Pur considerando le diverse sfumature che la disgrafia può assumere, si possono segnalare alcuni elementi rilevabili in classe. Spesso l’impugnatura della penna non è adeguata e non consente una fluenza ottimale, il bambino può assumere una postura scorretta del corpo sulla sedia o del braccio , del tronco, rotazioni del capo, eccessiva vicinanza al foglio. Per il bambino disgrafico la scrittura risulta da subito un compito impegnativo e gravoso, spesso lamenta dolorabilità alla mano, esito di tensioni e rigidità eccessive, oppure esauribilità delle attività proposte. In alcuni casi, la qualità delle produzioni grafiche è tale da rendere gli elaborati scritti incomprensibili, spesso anche per il bambino stesso. Altri bambini disgrafici, invece, possono vantare quaderni dalla grafia impeccabile, ma non sono in grado di stare al passo della dettatura, non trascrivono mai completamente le consegne scritte alla lavagna e avranno successivamente difficoltà nel prendere appunti. 2 P. Meazzini, Handicap passi verso l’autonomia, Presupposti teorici e tecniche di intervento, Giunti Editore, 2010, p.415. 3 www.disgrafie.com/ 7 I principali parametri di valutazione della disgrafia riguardano, invece, la velocità e l’analisi qualitativa delle caratteristiche del segno grafico. La velocità è valutata mediante il numero di Deviazioni Standard e il valore critico risulta quello di -2 DS. Gli indicatori di rischio da osservare in entrambi i disturbi della scrittura: Indicatori di rischio- Difficoltà di scrittura lentezza; difficoltà ad usare armoniosamente lo spazio del foglio; confusione tra i diversi caratteri tipografici; confusione tra lettere simili (p-b, d-b, m-n); omissione, inversione, aggiunta di lettere e sillabe, errori ortografici: gruppi consonantici complessi, digrammi ortografici (sc, gl), doppie, accenti, uso dell’H, apostrofo; - uso della punteggiatura inadeguato o assente; difficoltà nel copiare dalla lavagna e nel dettato; - uso inadeguato dei complementi, degli avverbi, povertà lessicale; inversione nella direzione del gesto che procede da destra a sinistra. - Le linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento affermano che “ in ogni caso, qualunque metodo si adotti, sarebbe auspicabile iniziare con lo stampato maiuscolo, la forma di scrittura percettivamente più semplice, in quanto essa è articolata su una sola banda spaziale delimitata da due sole linee (scrittura bilineare): tutte le lettere hanno infatti una medesima altezza, iniziando dal rigo superiore e terminando in quello inferiore, mentre lo stampato minuscolo, oltre che il corsivo, sono forme di scrittura articolate su tre bande spaziali, in cui le linee di demarcazione dello spazio sono quattro (scrittura quadri lineare), in quanto vi è una banda centrale delle lettere quali la a o la c, una banda superiore in cui si spingono lettere quali la l o la b, una banda inferiore occupata da lettere come la g o la q e risultano percettivamente molto più complesse. Si dovrebbe EVITARE di presentare al bambino una medesima lettera espressa graficamente in più caratteri (stampato minuscolo, stampato maiuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo), ma è opportuno soffermarsi su una soltanto di queste modalità fino a che l’alunno non abbia acquisito una sicura e stabile rappresentazione mentale della forma di quella lettera.” Inoltre l’esperta in analisi grafologica Dott.ssa Alessandra Venturelli nel libro” Dal gesto alla scrittura” scrive che la presentazione delle lettere in stampato maiuscolo non devono avvenire in ordine alfabetico o in base al metodo fonosillabico ma, presentate per gruppi, secondo il gesto grafico che le accomuna. Così ad esempio, le lettere I, L, H,T, F, E formano un unico gruppo, perché caratterizzate tutte da una sequenza di gesti che prevede prima un tratto verticale discendente, per eseguire l’asta della lettera, poi uno o più tratti orizzontali, da sinistra a destra. 8 Discalculia Lo sviluppo delle conoscenze attuali sul disturbo del calcolo ci consente di distinguere due profili: 1) il profilo caratterizzato dalla debolezza della strutturazione cognitiva delle componenti di cognizione numerica o dell’intelligenza numerica basale (DISCALCULIA PROFONDA). 2) il profilo caratterizzato dalla debolezza delle procedure esecutive e del calcolo. Sostanzialmente la discalculia riguarda: - Il sistema di elaborazione e processazione numerica detto sistema dei numeri; sistema del calcolo; tra cui esiste “indipendenza funzionale”. Il SISTEMA DEI NUMERI si struttura su tre livelli: a) Livello lessicale che permette di dare il nome al numero (24 si legge “ventiquattro” e non “due” e “quattro”. Si possono avere errori lessicali nella trascodifica da un codice all’altro, cioè quando si deve tradurre dal linguaggio verbale (“Scrivete trentacinque”) a quello matematico, in codice arabo (scrivo 32 invece di 35), come nel dettato dei numeri. b) Livello sintattico riguarda la grammatica interna del numero, cioè il valore posizionale delle cifre: 35= 3 decine e 5 unità. Conoscere la grammatica interna permette di comprendere la differenza tra 35 e 53, così da accedere alla rappresentazione semantica della quantità (35 è più piccolo di 53). c) Livello semantico regola la comprensione della quantità, cioè quanto vale un numero rispetto ad un altro. Esempi di compiti che implicano questa capacità sono la stima della numerosità, la comparazione, la seriazione il conteggio. Il bambino con discalculia semantica è incapace di riconoscere la grandezza come ad esempio 65 è maggiore di 40. Gli alunni con questo tipo di discalculia possono avere difficoltà con i quantificatori temporali 9 come “ieri” e “domani”, i giorni della settimana e del mese. L’uso dell’orologio dell’orologio e la rappresentazione del tempo, come un’ora o ¼ d’ora, possono costituire un altro empasse. II SISTEMA DEL CALCOLO è anch’esso organizzato su tre livelli: 1) l’elaborazione delle informazioni numeriche che attribuisce “senso” operativo ai segni delle operazioni (“+”, “x”, “<”, “=”:). La confusione di tali segni può essere dovuta a difficoltà visuo-spaziali che compromettono altri aspetti come l’incolonnamento. 2) I cosiddetti “fatti numerici o aritmetici”, le operazioni di base. Sono esempi di fatti numerici tutte le addizioni e le sottrazioni entro il 10 e le tabelline. L’apprendimento dei fatti numerici ha un vantaggio obiettivo sulla possibilità di velocizzare i calcoli a mente. I bambini che incontrano difficoltà nella memorizzazione, appaiono resistenti a qualsiasi training, che sembrano funzionare solo nel periodo di allenamento. Le procedure di calcolo, ovvero: il rispetto delle regole di esecuzione degli algoritmi (es. associazioni di diverse operazioni <moltiplicazioni e divisioni>>), ordine delle operazioni, incolonnamento, riporti , prestiti.4 Alla luce della sola valutazione clinica, per quanto approfondita possa essere, risulta possibile inceppare in un falso positivo, ossia diagnosticare una discalculia quando si tratta di una difficoltà nel calcolo, che, con un adeguato potenziamento, può assolutamente essere recuperata.5 In breve, ed in generale gli indicatori di rischio per la discalculia sono i seguenti: - difficoltà nei compiti numerici ed aritmetici; contare avanti-indietro; “gestire” la linea dei numeri; comprendere, leggere, scrivere e ripetere i numeri; eseguire calcoli a mente o per iscritto; automatizzare le procedure; difficoltà nel ricordare. 4 Didattica, metodologie e strumenti 4 Cfr.G.Stella, L. Grandi, Come leggere la dislessia e i DSA, Giunti, 2012, pp.106-109. D. Lucangeli, Linee di accordo AID-AIRIPA per la diagnosi di discalculia evolutiva, in Psicologia e scuola, Giunti, Gennaio-Febbraio, 2013, p.36. 5 10 Partendo dal concetto di “intelligenze multiple” (Gardner, 2005) ognuno di noi ha un’intelligenza composta da differenti modalità cognitive che permettono di affrontare e comprendere la realtà e che variano da persona a persona anche in base a fattori culturali e ambientali. Per poter promuovere l’apprendimento nella modalità più efficace, l’insegnante dovrebbe, quindi partire dalla conoscenza e dall’esplorazione dei propri stili cognitivi e delle modalità di apprendimento, per essere consapevole delle proprie preferenze. Dovrebbe poi esplorare e far esplorare agli alunni i diversi stili di apprendimento e cognitivi, nell’ottica di una costruzione condivisa delle conoscenze, intesa come processo circolare in cui anche l’allievo ha un ruolo attivo e in cui <<l’apprendimento non è un fatto individuale ma è contestualizzato e inserito in una dinamica di relazione insegnamento-apprendimento>>(De Beni et al.,2003). Lo stile di apprendimento è l’approccio all’apprendimento preferito di una persona, il suo modo tipico di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni. Le persone hanno canali sensoriali di accesso alle informazioni preferenziali che rimandano a stili di apprendimento peculiari: visivo- verbale (preferenza per la letto-scrittura: si impara leggendo) visivo non verbale (preferenza per immagini, disegni , fotografie, simboli, mappe concettuali, grafici e diagrammi, tutto ciò che riguarda il visual learning) uditivo (privilegia l’ascolto) cinestesico (predilige attività concrete, come fare esperienza diretta di un problema, per comprendere ciò di cui si sta parlando). Gli allievi con DSA incontrano maggiori difficoltà con il canale visivo-verbale, basato sulla lettoscrittura, pertanto, il disturbo condiziona inconsapevolmente la preferenza dello stile di apprendimento, costringendo l’alunno a passare ad altri stili, che diventano quelli preferiti come il non verbale, uditivo e cinestesico. Le informazioni vengono elaborate secondo stili cognitivi diversi, che determinano una strategia piuttosto che un’altra. Gli stili cognitivi hanno le seguenti caratteristiche: globale/analitico ( globale: dal generale al particolare; analitico: percezione del dettaglio arrivando in un secondo momento alla visione dell’insieme) sistematico/intuitivo (sistematico: si procede in maniera graduale con analisi delle diverse variabili; intuitivo: si procede attraverso la formulazione di un’ipotesi e si cerca di confermarla) verbale/visuale (verbale: predilige il codice linguistico; visuale: lavorerà per immagino mentali, schemi e rappresentazioni grafiche impulsivo/riflessivo (riflessivo: si basa sui tempi decisionali per la risoluzione di compiti; impulsivo: risponde rapidamente. dipendente dal campo/indipendente dal campo : (dipendente: rimanda ad una percezione fortemente influenzata da come è organizzato il campo; indipendente: poco influenzato convergente/divergente (convergente: procede secondo la logica e sulla base delle informazioni che si possiedono; divergente: procede autonomamente e creativamente con la possibilità di generare diverse risposte. Alcuni studi rilevano che gli alunni con DSA abbiano un pensiero divergente che permettono loro di trovare soluzioni più creative ai problemi. 11 Così come per gli stili cognitivi e di apprendimento, anche l’insegnante può prediligere diverse strategie di insegnamento: verbale visuale globale analitico sistematico intuitivo Il punto debole dei metodi globali- analitici, è quello che non sempre il bambino ha la maturità adeguata per compiere in modo economico il processo di analisi di una parola tanto da scomporla in sillabe e fonemi in tempi adeguati alla frequenza del primo anno della scuola primaria. Ma l’esperienza insegna che in ogni classe, accanto a bambini “pronti” per la scuola vi sono bambini che non hanno ancora raggiunto uno sviluppo psicomotorio adeguato, che hanno carenze affettive, che hanno semplicemente bisogno di un metodo il più possibile semplice ed ordinato. E’ facile che un insegnante tende a riprodurre il proprio stile di apprendimento nel suo stile di insegnamento e l’abilità sta nella capacità di sperimentare strategie diverse adatte anche agli allievi con DSA al fine di raggiungere un “apprendimento significativo”. Le attività didattiche devono far ricorso a diverse metodologie, per adeguare la stessa agli stili cognitivi, ai bisogni formativi e alle difficoltà dei singoli alunni. Nella didattica elemento fondamentale dovrà essere l’aspetto relazionale e motivazionale, poiché un efficiente strumento compensativo sta nella dimensione relazionale, poi segue il metodo di studio e gli strumenti compensativi. Pertanto, diventa cruciale nella progettazione e realizzazione di ogni intervento didattico tenere presente che: Per comprendere o o o o o o scorrere il testo richiamando conoscenze precedenti fare ipotesi e verificarle dividere il testo in base alle conoscenze possedute rispondere alle domande e porsi delle domande per l’autoverifica individuare le parole chiave e le parti più importanti del testo analizzare le figure didascalie, mappe e grafici associati al testo Per ricordare o riassumere o utilizzare figure associate al testo o ripetere e ripassare Nello specifico del DSA (disgrafico e dislessico), visti i tempi di attenzione brevi quando l’attività richiede la lettura e la scrittura, per attivare la sua partecipazione bisogna creare un contesto operativo alternando vari approcci didattici, strategie e tecnologie compensative. Il compito del docente è quello di: o ridurre il testo agli elementi essenziali o leggere e scrivere il testo, al posto dell’alunno, se lungo e impegnativo o formulare domande per stimolare la ricerca delle informazioni 12 o abituare l’alunno all’uso di mappe concettuali, schemi essenziali, immagini e diagrammi o utilizzare software audiovisivi e programmi multimediali Quello che capita in una classe, e che l’insegnante dovrebbe valorizzare viene spiegato in modo esemplare da Pennac (2008):<<Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia il passo, è un orchestra che prova la stessa sinfonia>>. Il ruolo dell’insegnante, quindi, consiste nell’applicare strategie didattiche mirate a valorizzare le caratteristiche dei diversi stili di apprendimento e quindi creare le condizioni per una didattica individualizzata e personalizzata. Individualizzare e personalizzare la didattica significa dare a ognuno ciò di cui ha bisogno. Secondo l’art. 5 della Legge 170/2010 e specificatamente nelle Linee Guida l’azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutta la classe, ma adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali con l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, ponendo attenzione alle differenze individuali. Propone attività di recupero individuali; la didattica personalizzata può prevedere obiettivi diversi, dando a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità. La didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo di ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, ecc.); l’attenzione agli stili di apprendimento; la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo. La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata determina per l’alunno con DSA, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. L’art. 5 della Legge n. 170/2010 prevede misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere, (dettato, dispensa dalla lettura ad alta voce, uso del vocabolario cartaceo, studio mnemonico delle tabelline, dispensa, ove è necessario, della lingua straniera in forma scritta, maggior tempo per svolgere una prova<+30%>, contenuti ridotti, riduzione dei compiti per evitare il carico di lavoro. La legge prevede, inoltre, l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di strumento alternativi e le tecnologie informatiche, che rendono più fruttuosa e agevole l’espressione delle proprie potenzialità. Essi si suddividono in: non tecnologici: schemi e mappe mentali, libro di testo, appunti del docente, materiale iconico, grafici, tabella dei mesi, settimana, regole grammaticali, delle misure e formule geometriche, linea dei numeri ; a bassa tecnologia: registratore al posto degli appunti, fogli con righe, quadretti e spaziatura particolare; ad alta tecnologia: computer con correttore ortografico, sintesi vocale, PPT, web, libri digitali, audiolibri, CD-Rom, scanner, LIM, software didattici; PDP (Piano Didattico Personalizzato). 13 L’art. 5 della Legge n. 170/2010 prevede, inoltre, per l’insegnamento della lingua straniera, l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale, che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, dove risulti utile, la possibilità dell’esonero. È necessario sottolineare la delicatezza delle problematiche psicologiche che si innestano nell’alunno con DSA per l’utilizzo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative. Ai compagni di classe gli strumenti compensativi e le misure dispensative possono risultare incomprensibili facilitazioni. A questo riguardo, il coordinatore di classe, sentita la famiglia interessata, può avviare adeguate iniziative per condividere con i compagni di classe le ragioni dell’applicazione degli strumenti e delle misure citate, anche per evitare la stigmatizzazione e le ricadute psicologiche negative. Resta ferma, infine, la necessità di creare un clima della classe accogliente, praticare una gestione inclusiva della stessa, tenendo conto degli specifici bisogni educativi degli alunni con DSA. Le linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilita 4 agosto 2009 nel paragrafo (corresponsabilità educativa e formativa dei docenti) afferma che l’intera comunità scolastica è chiamata ad organizzare i CURRICULI in funzione degli stili di apprendimento o delle diverse attitudini cognitive, a gestire in modo alternativo le attività dell’aula, a favorire e potenziare gli apprendimenti e ad adottare materiali e le strategie didattiche in relazione ai bisogni degli alunni. Tutto ciò implica LAVORARE SU TRE DIREZIONI: Il clima della classe Gli insegnanti devono assumere comportamenti non discriminatori, essere attenti ai bisogni di ciascuno, accettare le diversità presentate dagli alunni disabili e valorizzarle come arricchimento per l’intera classe, favorire la strutturazione del senso di appartenenza, costruire relazioni socioaffettive positive. Le strategie didattiche e gli strumenti La progettualità didattica orientata all’inclusione comporta l’adozione di strategie e metodologie favorenti, quali: - l’apprendimento cooperativo, - il lavoro di gruppo e/o a coppie, - il tutoring, - l’apprendimento per scoperta, - la suddivisione del tempo in tempi, - l’utilizzo di mediatori didattici, - di attrezzature e ausili informatici, - di software e sussidi specifici. Da menzionare la necessità che i docenti predispongano i documenti per lo studio o per i compiti a casa in formato elettronico, affinché essi possano risultare facilmente accessibili agli alunni che utilizzano ausili e computer per svolgere le proprie attività di apprendimento. A questo riguardo risulta utile una diffusa conoscenza delle nuove tecnologie per l'integrazione scolastica, anche in vista delle potenzialità aperte dal libro di testo in formato elettronico. E' importante allora che i docenti curricolari attraverso i numerosi centri dedicati dal Ministero dell'istruzione e dagli Enti Locali a tali tematiche acquisiscano le conoscenze necessarie per supportare le attività dell'alunno con disabilità anche in assenza dell'insegnante di sostegno. L’apprendimento-insegnamento 14 Un sistema inclusivo considera l’alunno protagonista dell’apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti. Va favorita, pertanto, la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al “sapere”, rispettando i ritmi e gli stili di apprendimento e “assecondando” i meccanismi di autoregolazione. Si suggerisce il ricorso alla metodologia dell’apprendimento cooperativo. 5 Verifica e valutazione Il momento della verifica si configura come una rilevazione degli apprendimenti, delle strategie impiegate e dell’efficacia del metodo di studio utilizzato; come tale ha una struttura composta da: obiettivo, numero di esercizi, tempi di realizzazione. Ognuno di questi tre elementi e adattabile al percorso formativo di ogni singolo allievo, valutando, in base alle specifiche difficoltà, se mantenere gli stessi obiettivi della classe o se sia necessario in quel momento diversificarli per poi aumentare la complessità, decidendo il numero di esercizi e i tempi di realizzazione in base alle competenze dell’alunno, alla velocità di esecuzione, alla sua affaticabilità. Per quanto riguarda la valutazione è quindi importante: valutare il percorso compiuto dall’alunno, evidenziando soprattutto i progressi acquisiti, l’impegno, le conoscenze apprese, le strategie utilizzate e il grado di autonomia conseguita; considerare le ripercussioni sull’autostima: se i rimandi sono positivi, si migliora l’autostima dell’alunno; fare attenzione alla comunicazione della valutazione degli elaborati. Per esempio i segni rossi sul foglio non fanno altro che sottolineare l’errore ed è quello che rimarrà più impresso all’allievo, piuttosto che l’esercizio corretto. Segnalare gli esercizi svolti correttamente servirà invece a rinforzare le sue competenze, valutare il contenuto e non la forma degli elaborati; dare la preferenza, ove è possibile, alle verifiche orali o pratiche; nelle verifiche di comprensione, per chi ha difficoltà di scrittura, favorire le risposte a crocette, vero o falso (ma formulate in modo chiaro e non differenziando una risposta dall’altra per un’unica parola o con doppie negazioni) se l’argomento da verificare è molto lungo, predisporre la verifica in due parti da svolgere in tempi diversi; non far copiare il testo di una verifica dalla lavagna: l’allievo DSA si stancherebbe ancora prima di svolgere gli esercizi ed è altamente probabile che ricopi in modo scorretto. Modalità di registrazione dei risultati delle attività l’insegnante registra come gli allievi hanno affrontato le schede –attività indicando i livelli di prestazione con: Adeguato (quando si ritiene che l’attività sia stata svolta correttamente in autonomia, senza aiuti da parte dell’insegnante) ; emergente (quando l’attività è stata svolta parzialmente in autonomia e/o non portata completamente a termine); Non adeguato ( quando l’intervento dell’insegnante è tale da considerare non raggiunto l’obiettivo previsto). 15 Alla valutazione dell’insegnante è utile l’autovalutazione per verificare la corrispondenza tra quanto osservato dall’adulto e quanto vissuto dal bambino. Questo aspetto dà l’indicazione anche della consapevolezza dell’allievo del proprio funzionamento. 6 Formazione Un principio generale è che la competenza sui DSA dovrà interessare tutti i docenti, in modo che la gestione e la programmazione (per es. il PDP) non sia delegata a qualcuno dei docenti, ma scaturisca da una partecipazione integrale del consiglio di classe. La scuola, nella figura della docente referente, provvede a realizzare iniziative di formazione e aggiornamento in servizio mirati allo sviluppo professionale di competenze specifiche in materia avvalendosi di personale specializzato che diffonda le conoscenze relative ai singoli disturbi di apprendimento, anche da un punto di vista medico-sanitario e psicologico, sia perché tali caratteristiche giustificano gli specifici interventi previsti dalla Legge 170, sia perché ciò consente di costruire un linguaggio comune fra mondo scolastico e mondo dei servizi di diagnosi e di trattamento. L’ESPERIENZA NON BASTA! Non dovremmo preoccuparci di come fare scuola, per fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter fare scuola. L. Milani Siti consigliati: Di seguito sono indicati alcuni dei programmi più noti. I primi 3 sono commerciali, per il terzo è attiva anche una convenzione con il MIUR, gli altri sono free. � 1-Inspiration 7 � 2- Mind Manager (solo mappe mentali) � 3- Knowledge Manager � 4- Freemind (solo mappe mentali) � 5- C-map www.dislessia-passodopopasso.it www.antonella.it www.sosdislessia.it I materiali editi dalla Erickson possono essere ordinati consultando il sito: www. erickson.it (da segnalare all’interno del sito lo “Sportello DSA”). Da segnalare,inoltre, la possibilità di scaricare gratuitamente alcuni libri di interesse al sito www.ericksonlive.it. I test editi dalla Casa Editrice Giunti O.S. Organizzazioni Speciali possono essere ordinati consultando il sito: www.giuntios.it . Per i software Anastasis consultare il sito: www.anastasis.it . Il sito “Infantiae.org”, di cui é responsabile Margherita Orsolini, é ricchissimo di consigli, indicazioni 16 e materiali per logopedisti e insegnanti. Sul sito www.airipa.it sono disponibili aggiornamenti e indicazioni su strumenti di valutazione e materiali anche con supporto informatico. Si segnala inoltre, che alla voce materiali sono scaricabili vari articoli di interesse. Sul sito www.aiditalia.org sono disponibili molte informazioni utili. Da segnalare all’interno del sito Libro AID un servizio dell’Associazione Italiana Dislessia che, grazie ad un accordo con le case editrici, dispone di una banca dati rilevante di testi scolastici in formato digitale. Altre case editrici specializzate: Per i quadernini con riepilogo delle regole: casa editrice Il Melograno (www.ilmelograno.net) (Quadernino delle Regole di Italiano, Quadernino delle Regole di Matematica, geometria, scienze, storia, latino, inglese, francese, spagnolo). Casa editrice Libri Liberi (www.libriliberi.com) (Insegnare l'inglese ai bambini dislessici, Dislessia: strumenti compensativi, ecc.). Siti con programmi gratuiti Per imparare a digitare sulla tastiera o o 10DITA www.frascolla.org/10dita.zip TUTORE DATTILO www.maurorossi.net/pagine/introprog.htm Sintetizzatori vocali o o BALABOLKA sintesi vocale freeware per la lettura di testi. È uno degli ultimi strumenti nati in rete. Legge testi di documenti o in finestre di Windows e li riproduce con voce sintetizzata attraverso gli altoparlanti del computer. Può leggere testi di documenti in formato DOC, RTF, PDF, HTML, il contenuto degli Appunti di Windows e testi scritti direttamente dall’utente nella finestra di lavoro. Durante la lettura si può cambiare la velocità o l’intonazione della voce ascoltata. Il testo letto può essere registrato in file WAV o MP3 per ascoltarlo con lettori audio. Per evitare letture poco comprensibili è preferibile istallare motori linguistici della propria lingua. Nel sito del produttore, sono presenti diversi collegamenti a moduli di motori vocali in diverse lingue. Nella stessa pagina web del programma si può prelevare anche un file con 41 interfacce grafiche per cambiare l’aspetto della finestra di lavoro. Si può mettere lo sfondo del colore che si vuole, la parola da leggere in un altro colore, la parola letta in un altro ancora. www.cross-plusa.com/balabolka.htm Come editor di testo con sintesi vocale il LeggiXMe (dai 12 anni) e il LeggiXMe Jr per i bimbi più piccoli). E molto facile da usare, oltre alla sintesi vocale hanno un correttore ortografico parlante, la calcolatrice parlante, un tasto che consente con un clic di eliminare ciò che si è sottolineato o non sottolineato e facilita la realizzazione di riassunti e tanto altro ancora. Il LeggiXMe ha in più il traduttore che funziona solo se si è collegati ad internet.il leggiXMe Jr è molto simile al superquaderno dell'Anastasis ha la funzione che permette l'inserimento automatico delle immagini mentre il bimbo scrive. Entrambi possono essere utilizzati per leggere anche su internet o su altri file senza copiare e incollare il testo nel programma. LeggiXMe sites.google.com/site/leggixme/download 17 LeggiXMe Jr sites.google.com/site/leggixme/leggixme-jr o DSPEECH è un programma in grado di leggere ad alta voce il testo scritto e di scegliere le frasi da pronunciare a seconda delle risposte vocali dell’utente. E’ progettato specificatamente per fornire in maniera rapida e diretta le funzioni di maggiore utilità pratica che si richiedono ai programmi di questo tipo, mantenendo la minima invasività (non si installa, non si integra nel sistema, è leggero, si avvia velocemente e non scrive niente nel registro. Permette di salvare l’output sotto forma di file WAV o MP3, inoltre permette di selezionare rapidamente voci diverse e combinarle tra loro per creare dialoghi a più voci. http://dimio.altervista.org/ita/index.html Per la creazione di mappe o o o CMAP TOOLS programma freeware per la creazione di mappe concettuali. È facile installarlo e usarlo. È in inglese ma su youtube vari filmati che spiegano come funziona. Collegandolo con internet si possono anche trovare mappe costruite da professori ed alunni di tutto il mondo. Per i professori o studenti universitari si possono anche creare delle mappe concettuali a di stanza collaborando. Si possono inserire appunti, collegamenti e immagini. Èutile per ragazzi delle scuole primarie (con l’aiuto degli insegnanti e/o genitori), della scuola secondaria di primo grado fino all’Università da utilizzare da soli. cmap.ihmc.us/download/ VUE programma per la creazione di mappe concettuali e reti semantiche unisce mappe e programmi di presentazione. Molto utile per studenti di scuola secondaria di secondo grado ed Università. Permette in modo rapido e semplice di inserire immagini e collegamenti. È in inglese. vue.tufts.edu FREE MIND programma per la creazione di mappe mentali. http://freemind.softonic.it/ Per la lingua o o o ADEMARIO LO BRANO sito per inglese e francese con audio e mappe della grammatica www.ademario-lobrano.it Altri siti: www.giochigratisenigmisticaperbambini.com Altri software didattici si possono scaricare gratuitamente sul sito di Ivana Sacchi www.ivana.it/j/ oppure su www.die La referente d’Istituto DSA- Bes Maria Pia Grammatica CORATO, 01-09-2014 18