Albert Einstein
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Albert Einstein
Albert Einstein
Albert Einstein in una fotografia del 1947.
Nobel per la fisica 1921
Firma di Einstein.
Albert Einstein (Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955) è stato un fisico e filosofo della scienza tedesco
naturalizzato statunitense.
La sua grandezza consiste nell'aver mutato per sempre il modello di interpretazione del mondo fisico.
Nel 1905, ricordato come "annus mirabilis", pubblicò tre articoli a contenuto fortemente innovativo, riguardanti tre
aree differenti della fisica:
• dimostrò la validità della teoria dei quanti di Planck nell'ambito della spiegazione dell'effetto fotoelettrico dei
metalli;
• fornì una valutazione quantitativa del moto browniano e l'ipotesi di aleatorietà dello stesso;
• espose la teoria della relatività ristretta, che precede di circa un decennio quella della relatività generale.
Nel 1921 ricevette il Premio Nobel per la fisica "per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta
della legge dell'effetto fotoelettrico",[1] e la sua fama dilagò in tutto il mondo soprattutto per la teoria della relatività,
in grado, per l'assoluta originalità, di colpire l'immaginario collettivo. Fu un successo insolito per uno scienziato e
durante gli ultimi anni di vita la fama non fece che aumentare, al punto che in molte culture popolari il suo nome
divenne ben presto sinonimo di intelligenza e di grande genio.
Oltre a essere uno dei più celebri fisici della storia della scienza, fu molto attivo in diversi altri ambiti, dalla filosofia
alla politica, e per il suo complesso apporto alla cultura in generale è considerato uno dei più importanti studiosi e
pensatori del XX secolo.
La sua immagine rimane a tutt'oggi una delle più conosciute del pianeta, avendone fatto e facendone largo uso anche
il mondo della pubblicità: si è giunti infatti, inevitabilmente, alla registrazione del marchio "Albert Einstein".
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Albert Einstein
2
Biografia
« Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso. »
(da una lettera a Carl Seeling, 11 marzo 1952)
Gioventù e studi liceali
Albert Einstein nacque a Ulma nel Württemberg, in Germania, 100 km a est
di Stoccarda. I suoi genitori erano Hermann Einstein, proprietario di una
piccola azienda che produceva macchinari elettrici, e Pauline Koch. Si
sposarono a Stuttgart-Bad Cannstatt. La famiglia era ebraica. Albert frequentò
una scuola elementare cattolica e, su insistenza della madre, gli furono
impartite lezioni di violino. All'età di cinque anni suo padre gli mostrò una
bussola tascabile e Einstein realizzò che qualcosa nello spazio "vuoto" agiva
sull'ago spostandolo in direzione del nord; descriverà in seguito
quest'esperienza come una delle più rivelatrici della sua vita. Benché abbia
sviluppato modelli e dispositivi meccanici per divertimento, il suo ingresso
nel mondo della scienza ufficiale avvenne abbastanza tardi, forse a causa
della dislessia. Più tardi egli stesso attribuì lo sviluppo delle teorie della
relatività a questa sua lentezza, dicendo che pensando allo spazio e al tempo
più tardi della maggior parte dei bambini, fu in grado di applicarvi uno
sviluppo intellettuale maggiore.
Einstein a 14 anni.
Einstein studente
Memoriale a Ulma nel punto in cui si
trovava la casa natale di Einstein
Albert Einstein
Disavventure scolastiche, secondo E. Segrè
"Albert [...] per quanto desse ai familiari segni di ingegno precoce, non si distinse a scuola. Giunto alle scuole medie,
trovò disgustoso il sistema di insegnamento tedesco e entrò in conflitto coi professori che da parte loro lo
maltrattavano. [...] Rovesci di fortuna fecero emigrare la famiglia a Milano e Einstein, lasciato a Monaco a finire i
suoi studi, si dette per malato e raggiunse i suoi in Italia. [...] Poi cercò di essere ammesso al Politecnico di Zurigo,
ma non avendo la regolare licenza media fu rifiutato e non riuscì nemmeno a superare gli esami di ammissione, per
quanto eccellesse in matematica e fisica. Andò allora per un anno a fare studi di riparazione al Gymnasium di Aarau
[...] Finalmente, entrato al Politecnico di Zurigo, ..."
Emilio Segrè, Personaggi e scoperte nella fisica contemporanea, Edizioni scientifiche e tecniche (EST) Mondadori,
1997. ISSN 0303-2752
La circostanza che il suo profitto in matematica fosse scarso è contestata (v. a lato Emilio Segrè). Nell'agosto 1886
infatti Albert riferì alla madre l'ottimo profitto scolastico: "Ieri Albert ha ricevuto la pagella, che era brillante; è
nuovamente il primo della classe"[2]. Einstein cominciò a studiare matematica insieme a un amico di famiglia, Max
Talmud,[] che gli procurò testi scientifici come gli Elementi di Euclide ma anche filosofici come la Critica della
ragion pura di Kant.[] All'età di dieci anni iniziò a frequentare il Luitpold Gymnasium ma si rivelò ben presto
sofferente al rigido ambiente scolastico, seppur riportando comunque buoni voti sia in matematica che in latino[3].
Suo zio Jakob, inoltre, lo metteva spesso alla prova con problemi matematici che risolveva brillantemente "provando
un profondo senso di felicità"[4].
A causa dei continui problemi economici la famiglia Einstein dovette trasferirsi spesso, sin da quando il piccolo
Albert non aveva nemmeno due mesi di vita; prima a Monaco, poi nel 1894 a Pavia, dove scrisse il suo primo
articolo scientifico, e, due anni dopo a Berna, in Svizzera. Quando la sua famiglia si trasferì a Milano, Einstein,
quindicenne, restò in Germania per proseguire gli studi ma presto li abbandonò invece di diplomarsi e seguì la sua
famiglia.
Il suo fallimento all'esame d'ingresso presso il Politecnico di Zurigo (autunno 1895), tentato nonostante non avesse
l'età minima richiesta e non superato per insufficienza nelle materie letterarie, fu una dura battuta d'arresto; fu
mandato dalla sua famiglia a Aarau, in Svizzera, per concludere gli studi superiori, dove ricevette il diploma nel
1896. Qui, all'età di diciassette anni rinunciò definitivamente alla cittadinanza tedesca. Nell'ottobre dello stesso anno
superò l'esame di ammissione al Politecnico di Zurigo, vi si iscrisse e vi concluse i suoi studi nel luglio del 1900.
Einstein superò gli esami finali del diploma con la votazione di 4,9/6, risultando quarto su cinque dei candidati in
matematica e fisica; fra essi vi era anche Mileva Marić, la quale conseguì il voto di 4/6 e venne bocciata. Egli fu
altresì l'unico dei diplomati in quell'occasione a non ottenere un posto come assistente al Politecnico di Zurigo.[5]
Nel 1898, Einstein incontrò e si innamorò di Mileva Marić, sua compagna di studi serba (che aveva conosciuto
Nikola Tesla, al tempo studente di matematica).[6] Mileva era l'unica donna ammessa a frequentare il Politecnico
Federale svizzero e fu presentata da Tesla a Einstein.Wikipedia:Cita le fonti Nel 1900 gli fu garantito un diploma da
insegnante dall'Eidgenössische Technische Hochschule e fu accettato come cittadino svizzero nel 1901.[7] In questo
periodo Einstein discuteva dei suoi interessi scientifici con un ristretto gruppo di amici, inclusa Mileva. Lui e Mileva
ebbero una figlia, Lieserl, nata nel gennaio 1902 e che morì, presumibilmente di scarlattina, l'anno seguente.[8]
Quel parto illegittimo compromise gli studi della giovane e promettente Mileva, che pure volontariamente decise di
sacrificarsi per la famiglia e la carriera accademica di Albert. Nel 1903, Albert e Mileva si sposarono in Municipio e
in seguito Mileva diede alla luce altri due figli: Hans Albert (1904) e Eduard (1910).
Dopo il diploma Einstein trovò un lavoro all'ufficio brevetti di Berna. Insieme al suo amico e collega di lavoro,
Michele Besso, fondò un gruppo di discussione chiamato "Accademia Olimpia" dove Einstein discuteva con i suoi
amici di scienza e filosofia.
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Albert Einstein
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Ritratto di Albert Einstein apparso sulla
rivista LIFE nel 1921
L'Annus Mirabilis 1905
Per approfondire, vedi Annus Mirabilis Papers.
Il 1905 è un anno di svolta nella vita di Einstein e nella storia della fisica. Nel giro di sette mesi, Einstein pubblica
sei lavori:
1. un articolo sull'effetto fotoelettrico, ultimato il 17 marzo, concernente l'estrazione di elettroni da un metallo
colpito da quanti di luce (poi denominati fotoni nel 1926), ossia da radiazione elettromagnetica. Questo studio,
che gli sarebbe valso il Premio Nobel per la fisica nel 1921, diede una grande spinta alla meccanica quantistica,
che come teoria stava prendendo forma proprio in quegli anni (il concetto di quanto era stato ipotizzato nel 1900
da Max Planck);
2. la tesi di dottorato sul tema "Nuova determinazione delle dimensioni molecolari", pubblicata il 30 aprile. Sarebbe
diventato lo scritto di Einstein più citato nella letteratura scientifica degli anni settanta;
3. un articolo, datato 11 maggio, sul moto browniano, che costituiva uno sviluppo della sua tesi di dottorato;
4. una prima memoria, in data 30 giugno, dal titolo Zur Elektrodynamik bewegter Körper (Sull'elettrodinamica dei
corpi in movimento) che aveva come oggetto l'interazione fra corpi carichi in movimento e il campo
elettromagnetico vista da diversi osservatori in stati di moto differenti. La teoria esposta nell'articolo, nota
successivamente con il nome di Relatività ristretta (o speciale), risolveva i contrasti tra teoria meccanica e teoria
elettromagnetica della luce che avevano caratterizzato la fisica dell'Ottocento, con una revisione dei concetti di
spazio e di tempo assoluti;
5. un'altra memoria sulla relatività ristretta, datata 27 settembre, che conteneva la nota formula E=mc2;
6. un altro articolo sul moto browniano, pubblicato il 19 dicembre.
L'insegnamento
Il 15 gennaio 1906 Einstein ottenne il dottorato e dal 1908 insegnò a Berna. Nel 1909 Einstein pubblicò Über die
Entwicklung unserer Anschauungen über das Wesen und die Konstitution der Strahlung sulla quantizzazione della
luce. In questo e in un precedente scritto del 1909 Einstein dimostrò che l'energia dei quanti di Max Planck deve
avere una quantità di moto ben definita. Questo scritto introdusse il concetto di fotone (anche se il termine fotone
venne introdotto da Gilbert Lewis nel 1926) e ispirò la nozione di dualismo onda-particella nella meccanica
quantistica. Nel 1911 si trasferì a Praga e nel 1914 fu nominato direttore dell'Istituto di Fisica dell'Università di
Berlino, dove rimase fino al 1933. Mileva invece restò con i figli a Zurigo e nel 1919 i due divorziarono; nello stesso
Albert Einstein
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anno Einstein sposò in seconde nozze la cugina Elsa Einstein, cui restò legato fino alla morte di lei, avvenuta nel
1936. In quegli anni effettuò alcune ricerche sulla meccanica statistica e sulla teoria della radiazione.
Teoria della relatività generale
Per approfondire, vedi Relatività generale.
Nel 1915 Einstein propose una teoria relativistica della
gravitazione, indicata come relatività generale, che descriveva le
proprietà dello spaziotempo a quattro dimensioni: secondo tale
teoria la gravità altro non è che la manifestazione della curvatura
dello spaziotempo. Einstein dedusse le equazioni del moto da
quelle della relatività speciale valide localmente in sistemi
inerziali; dedusse inoltre il modo in cui la materia curva lo
spaziotempo imponendo l'equivalenza di ogni possibile sistema di
riferimento (da cui il nome di relatività generale). In particolare, il
potenziale gravitazionale newtoniano viene reinterpretato come
l'approssimazione, per campo debole, della componente temporale
del tensore metrico: da questo discende il fatto che il tempo scorre
più lentamente in un campo gravitazionale più intenso.
Alla pubblicazione, la teoria della relatività generale venne accolta
con scetticismo da parte degli scienziati, perché essa derivava da
ragionamenti matematici e analisi razionali, non da esperimenti o
L'eclissi del 1919 che fornì una prova a supporto della
osservazioni.[] Nel 1919 le predizioni fatte dalla teoria furono
teoria della relatività generale.
confermate dalle misurazioni dell'astrofisico Arthur Eddington
effettuate durante un'eclissi solare, che verificarono che la luce emanata da una stella era deviata dalla gravità del
Sole quando passava vicino a esso.[] Le osservazioni ebbero luogo il 29 maggio 1919 a Sobral, in Brasile, e nell'isola
di Príncipe, nello Stato di São Tomé e Príncipe.[]
« Max Planck non capiva nulla di fisica, perché durante l'eclissi del 1919 è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se fosse
stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazionale. Se avesse capito la teoria, avrebbe fatto come me, e
sarebbe andato a letto. »
[]
(Archivio Einstein 14-459 )
Da allora esperimenti più precisi hanno confermato le predizioni della teoria della relatività generale, che oggigiorno
vengono usate nel normale funzionamento dei sistemi GPS.
Nel 1917 mostrò il legame esistente tra la legge di Bohr e la formula di Planck dell'irraggiamento del corpo nero.
Nello stesso anno introdusse la nozione di emissione stimolata, che sarebbe poi stata applicata alla concezione del
laser.
Albert Einstein
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Il Nobel, la maturità, gli ultimi anni
Nel 1921 ottenne il Premio Nobel per la Fisica per il suo lavoro del
1905 sulla spiegazione dell'effetto fotoelettrico. In quegli anni
cominciò a dedicarsi alla ricerca di teorie di campo unificate,
argomento che lo appassionò fino alla fine, assieme ai tentativi di
spiegazioni alternative dei fenomeni quantistici; la sua concezione del
mondo fisico mal si conciliava infatti con le interpretazioni
probabilistiche della meccanica quantistica. Il più famoso tentativo in
questo senso fu il paradosso EPR (Einstein-Podolsky-Rosen) elaborato
con Boris Podolsky e Nathan Rosen.
Nel 1927 venne invitato dal governo italiano a partecipare al
Congresso internazionale dei Fisici, che si svolgeva quell'anno a Como
in occasione del centenario dalla morte di Alessandro Volta. Einstein
fu il solo a declinare l'invito per la sua opposizione al regime di
Mussolini[9].
Albert Einstein nel 1921
Nell'ottobre 1933 si trasferì negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni
antisemite che già imperversavano. Quando Adolf Hitler salì al potere nel gennaio 1933 Einstein si trovava
all'università di Princeton come professore ospite; nello stesso anno venne promulgata in Germania la "Legge della
Restaurazione del servizio civile", a causa della quale tutti i professori universitari ebrei furono licenziati. Durante
gli anni trenta fu poi condotta dai premi Nobel Philipp von Lenard e Johannes Stark una campagna che etichettò i
lavori di Einstein come "fisica ebraica", in contrasto con la "fisica tedesca" o "ariana". Nel 1944, a Rignano
sull'Arno, la moglie e le figlie di suo cugino Robert furono uccise, verosimilmente come rappresaglia contro di
lui[10], da un reparto delle SS; la strage (a cui si aggiunse l'anno dopo anche la perdita del cugino, che si suicidò)
colpì molto Einstein[11], che aveva rinunciato alla cittadinanza tedesca e svizzera diventando cittadino statunitense
nel 1940, e che non rientrò più in Europa, rimanendo negli USA fino alla morte.
All'Institute for Advanced Study a Princeton proseguì le sue ricerche, studiando anche alcuni problemi cosmologici e
le probabilità delle transizioni atomiche. Negli ultimi anni di vita tentò di unificare le due forze fondamentali allora
conosciute, cioè la gravità e l'elettromagnetismo, pur se si può notare che lo studio delle forze nucleare debole e forte
era già iniziato; in particolare Enrico Fermi aveva già sviluppato negli anni trenta una teoria di base della forza
debole. Nel 1950 descrisse la sua teoria di unificazione, poi rivelatasi parzialmente errata, in un articolo sulla rivista
Scientific American.
Il 17 aprile 1955 fu colpito da una improvvisa emorragia causata dalla rottura
di un aneurisma dell'aorta addominale, arteria che era già stata
precauzionalmente rinforzata con un'operazione chirurgica eseguita dal dottor
Rudolph Nissen nel 1948. Fu ricoverato all'ospedale di Princeton, dove morì
nelle prime ore del mattino del giorno dopo (ore 1.15 del 18 aprile 1955).
Aveva espresso verbalmente il desiderio di mettere il proprio corpo a
disposizione della scienza e Thomas Stoltz Harvey, il patologo che effettuò
La casa di Einstein a Princeton
l'autopsia, di propria iniziativa rimosse il cervello e lo conservò a casa propria
in un barattolo sottovuoto per circa 30 anni. Il resto del corpo fu cremato e le
ceneri furono disperse in un luogo segreto. Quando i parenti di Einstein furono messi al corrente, acconsentirono a
che il cervello fosse sezionato in 240 parti da consegnare ad altrettanti ricercatori; la parte più grossa è custodita
nell'ospedale di Princeton.
Albert Einstein
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Einstein operò una rivoluzione scientifica di tale portata da poter essere
paragonata solo a quella di Isaac Newton. Tramite lo studio sull'effetto
fotoelettrico e altri lavori dette impulso anche allo sviluppo della meccanica
quantistica, ma non fu mai convinto della piena validità della teoria, non
potendone accettare l'aspetto probabilistico (famosa è la sua frase, in
polemica con Niels Bohr, "Dio non gioca a dadi"[12]).
Non si applicò soltanto agli studi di fisica teorica, ma vi è una parte della sua
personalità collegata a un senso più pratico della scienza. Nel 1929 infatti
lavorò assieme a Leo Szilard a un prototipo di macchina frigorifera ad
assorbimento diffusione, realizzando un brevetto innovativo di un
refrigeratore funzionante solo con una miscela di acqua, ammoniaca e butano,
senza parti in movimento e con consumi elettrici bassissimi. Il brevetto,
registrato negli Stati Uniti nel 1930[13], non fu mai commercializzato perché
fu soppiantato commercialmente dal brevetto Servel-Electrolux per gli attuali
frigoriferi con ciclo ad assorbimento, oggi noti principalmente per
motorcaravan e roulotte. Recentemente però sono stati fatti studi volti a un
eventuale utilizzo pratico dell'idea alla base del brevetto Einstein-Szilard.[14]
Brevetto per Refrigeratore di
Einstein-Szilard
Pensiero
Einstein filosofo
Sebbene i contributi principali di Einstein vennero nel campo della fisica, è indubbio che egli nutrisse un sincero
interesse per la filosofia: nella sua vita studiò scritti di carattere filosofico fin dagli anni del liceo (da quando per la
prima volta lesse un libro di Kant). Tuttavia egli non si considerò mai un filosofo nel senso stretto del termine: il suo,
più che un sistema filosofico, venne definito da Reichenbach un «atteggiamento filosofico»[15].
Come pensatore e filosofo, era mosso da una profonda ammirazione per i sistemi di Spinoza e Schopenhauer. Del
primo era particolarmente affascinato dalla concezione olistica, cioè dall'idea del cosmo come di un tutto ordinato
secondo le leggi di un'entità panica impersonale, mentre del secondo condivideva la visione disincantata
dell'umanità; inoltre, in tutta la produzione saggistica si può notare come lo stile einsteiniano, lineare e al contempo
vibrante e ricco di passi altamente suggestivi, sia avvicinabile a quello di alcuni testi del filosofo tedesco (come
dimostrano i caustici aforismi). Nell'ambito della filosofia della scienza, egli affermò l'importanza nei suoi studi
dell'opera di David Hume e dall'epistemologia di Ernst Mach (da cui si distaccò nella maturità).
Albert Einstein
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Einstein sostenne in più occasioni l'importanza dell'epistemologia nella
scienza contemporanea (tanto che negli ultimi anni di vita affermò «La
scienza senza epistemologia, se pure si può concepire, è primitiva e
informe»[16]) e egli stesso accompagnò il suo lavoro scientifico con una
chiara posizione epistemologica, fino ad arrivare a parlare nella sua
Autobiografia scientifica di un «credo epistemologico». In esso egli distingue
la totalità delle esperienze sensibili (ovvero i dati offerti dalla natura)
dall'insieme dei concetti e delle proposizioni di cui fa uso la scienza (ovvero
la costruzione teorica); il compito del pensiero logico riguarda solo la parte
della costruzione teorica, che però a sua volta assume significato solo dalla
connessione, puramente intuitiva e non di carattere logico, con le esperienze
sensibili. In altre parole, per Einstein il sistema dei concetti e delle
preposizioni di cui fa uso la scienza è una semplice creazione umana che però
assume valore e contenuto solo nel momento in cui permette il più possibile
di collegare e connettere tra loro i dati sperimentali con la maggiore
"economia" (o semplicità) di termini e proposizioni stesse.[17]
Einstein e Bohr
Alcuni autori hanno evidenziato la rilevanza del pensiero epistemologico di Einstein, come elemento che avrebbe
favorito lo scienziato nel formulare un'immagine robusta e coerente della realtà fisica.[18]
Visione politica
Einstein era intransigente come scienziato, così come persona; nel 1913 rifiutò di firmare un manifesto a favore della
guerra che gli veniva proposto da un buon numero di scienziati tedeschi.
L'autorevolezza di Einstein si fece sentire inoltre non solo nel campo della fisica, ma anche in ambito sociale,
politico e culturale, in particolare sul tema della non violenza di Gandhi:
« Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici del nostro tempo, le più illuminate. Noi
dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostra
causa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ritiene ingiusto. »
Einstein si considerò sempre un pacifista[19] e un umanista[20], e negli ultimi
anni della sua vita, anche socialista e da molti venne considerato comunista.
Descrivendo il Mahatma Gandhi, Albert Einstein disse «Le future generazioni
difficilmente potranno credere che qualcuno come lui sia stato sulla terra in
carne e ossa». «Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo, ci ha
indicato la strada da percorrere. Egli ci ha mostrato di quali sacrifici l'uomo
sia capace una volta che abbia scoperto il cammino giusto». «Dovremmo
sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per
combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a qualcosa che
crediamo sia sbagliato».
Le opinioni di Einstein su altri argomenti, come il socialismo, il maccartismo
e il razzismo, furono male interpretateWikipedia:Cita le fonti e la sua figura
risultò molto controversa negli Stati Uniti di quegli anni (vedi il paragrafo
Einstein e il socialismo). Einstein fu inoltre co-fondatore del liberale Partito
Democratico Tedesco.
Albert Einstein nel 1921
Albert Einstein
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L'FBI raccolse un fascicolo di 1427 pagine sulla sua attività e raccomandò che gli fosse impedito di emigrare negli
Stati Uniti secondo lo Alien Exclusion Act, aggiungendo che, insieme ad altri addebiti, Einstein credeva,
consigliava, difendeva o insegnava una dottrina che, in senso legale, era stata ritenuta dai tribunali, in altri casi,
«capace di permettere all'anarchia di progredire indisturbata» e che portava a «un governo solo di nome». Aggiunse
anche che Einstein «era stato membro, sostenitore o affiliato a 34 movimenti comunisti tra il 1937 e il 1954» e che
«inoltre lavorò come presidente onorario in tre organizzazioni comuniste»[21].
Einstein si oppose ai governi dittatoriali e per questo motivo (e per le
sue origini ebraiche) abbandonò la Germania subito dopo la presa del
potere da parte del partito nazista. Il 30 gennaio 1933 lo scienziato era
in viaggio di ritorno in Germania dopo un soggiorno negli Stati Uniti;
appresa la notizia dell'ascesa di Adolf Hitler mentre si trovava in
Belgio, dopo qualche esitazione decise di interrompere il viaggio e
ritornare oltre Atlantico su invito del Princeton Institute for Advanced
Studies[22].
In principio fu favorevole alla costruzione della bomba atomica al fine
di prevenirne la costruzione da parte di Hitler e per questo scrisse
anche una lettera[23] (del 2 agosto del 1939 probabilmente scritta da
Leo Szilard) al presidente Roosevelt incoraggiandolo a iniziare un
programma di ricerca per creare delle armi atomiche. Roosevelt rispose
creando un comitato per studiare la possibilità di usare l'uranio come
arma nucleare. Successivamente il Progetto Manhattan assorbì tale
comitato.
Albert Einstein nel 1931
Tuttavia, dopo la guerra, Einstein fece pressioni per il disarmo nucleare e per l'istituzione di un governo mondiale.
Affermò: «Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale ma la Quarta verrà combattuta con
clave e pietre».
Non fu un sostenitore del sionismo anche se sostenne l'insediamento ebraico nell'antica sede del giudaismo e fu
attivo nell'istituzione dell'Università Ebraica di Gerusalemme, in cui pubblicò (1930) un volume intitolato About
Zionism: Discorsi e Conferenze del Professor Albert Einstein, e a cui donò i suoi scritti. D'altra parte si oppose al
nazionalismo ed espresse scetticismo rispetto alla soluzione di uno stato-nazione ebraico, preferendo la soluzione
"binazionale" ("binational solution"), ovvero la creazione di un unico Stato, ma con il riconoscimento di cittadinanza
e pari diritti per tutti gli abitanti, a prescindere da etnia o religione. Insieme ad altri intellettuali ebrei (tra cui Hannah
Arendt) il 4 dicembre 1948 scrisse una lettera al New York Times[24] in cui veniva fortemente criticata la visita negli
Stati Uniti di Menachem Begin, definendo i metodi e l'ideologia del suo partito "Tnuat Haherut" (formato dopo lo
scioglimento ufficiale dell'Irgun) come ispirati a quelli dei partiti nazisti. Nel 1950, con altre illustri personalità, si
impegnò inutilmente per la salvezza di Milada Horáková, condannata a morte dal regime comunista cecoslovacco. In
tarda età (1952) gli fu offerto il posto di secondo capo di stato del nuovo stato di Israele ma declinò l'invito con la
giustificazione di non avere le capacità necessarie.
Einstein, insieme ad Albert Schweitzer e a Bertrand Russell, combatté contro i test e le sperimentazioni militari della
bomba atomica. Nel 1939, su sollecitazione di Leo Szilard, scrisse al presidente Roosevelt per sostenere l'opportunità
che gli USA costruissero la bomba atomica, preoccupato della possibilità che il regime nazista potesse dotarsi per
primo di quella terribile arma; successivamente invece non fu ascoltato quando nel 1945 si oppose al lancio della
stessa bomba sul Giappone.
Insieme a Russell firmò il Manifesto Russell-Einstein che dette vita alla Pugwash Conferences on Science and World
Affairs.
Albert Einstein
Einstein e il socialismo
Scrisse nel 1929: «Rendo omaggio a Lenin come a colui che ha dedicato tutte le sue forze alla realizzazione della
giustizia sociale, sacrificando a questo fine la propria individualità. Non credo però che il suo metodo sia giusto»[25]
Nell'articolo del 1949 "Perché il socialismo?", Albert Einstein descrisse il disordine economico della società
capitalistica moderna come fonte di un male da superare. Egli era contrario ai regimi totalitari dell'Unione Sovietica
e di altri paesi, ma era favorevole a un socialismo democratico che combinasse un'economia pianificata con un
profondo rispetto per i diritti umani. Difatti per Einstein il vero scopo del socialismo era precisamente di superare e
andare al di là della "fase predatoria dello sviluppo umano" per anticipare un modello di società nuovo che
conciliasse il benessere del singolo individuo con quello della comunità intera.
La visione religiosa
La complessa religiosità di Einstein subì alcune variazioni nel corso degli anni. Benché di famiglia ebraica, Einstein
non credeva negli aspetti strettamente religiosi dell'ebraismo ma considerava se stesso ebreo da un punto di vista
culturale. Einstein fu socio onorario della Rationalist Press Association sin dal 1934.
Einstein non si dichiarava ateo, e nemmeno deista (e non può essere nemmeno definito agnostico, in quanto credeva
in una qualche concezione, sebbene per nulla comune, di Dio).
Rifiutava nel complesso l'idea di un Dio personale (ritenendola una forma di antropomorfismo) tipica della
concezione ebraico-cristiana, come testimonia una lettera personale nel 1954,[26] dove scriveva:
« Io non credo in un Dio personale e non ho mai negato questo fatto, anzi, ho sempre espresso le mie convinzioni
chiaramente. Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata ammirazione per la struttura del mondo
che la scienza ha fin qui potuto rivelare. »
E ancora, sulla morte:[26]
« Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E
neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito,
animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell'eternità della
vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte,
sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura. »
In una sua lettera manoscritta datata 3 gennaio 1954 (quindici mesi prima della morte) indirizzata al filosofo Eric
Gutkind, che gli aveva inviato una copia di un suo libro sulla Bibbia, Einstein ribadisce ancora una volta le sue
concezioni:
« … Per me, la parola Dio non è niente di più che un'espressione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia è una
collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non
importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un'incarnazione
delle superstizioni più infantili … »
Questa importante missiva[26], acquistata all'asta nel 1955 da un privato e rimasta per molto tempo sconosciuta, è
stata venduta a Londra il 15 maggio 2008 per 214.000 Euro dalla casa d'aste 'Bloomsbury'[27][28][29].
Era affascinato dal panteismo di Spinoza («Io credo nel Dio di Spinoza che si rivela nella ordinaria armonia di ciò
che esiste, non in un Dio che si preoccupa del fato e delle azioni degli esseri umani.»), ma rifiutava l'etichetta di
panteista. A differenza di Spinoza, Einstein conservava infatti anche una concezione trascendente di Dio, oltre a una
concezione puramente immanente del divino in quanto presenza misteriosa nella natura stessa.
« Una volta in risposta alla domanda: «Lei crede nel Dio di Spinoza?», Einstein rispose così: «Non posso rispondere con un
semplice sì o no. Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino
piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve
10
Albert Einstein
aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella
sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell'essere umano più
intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che
possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che
muove le costellazioni. Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno,
perché egli è il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due cose separate (Brian, Einstein a
life, 1996, p. 127). »
Nel complesso Einstein credeva in un Dio "oltre-personale" («außerpersönlich» è il termine da lui stesso impiegato,
in netta contrapposizione con la tradizionale concezione ebraico-cristiana), presente nella natura (pur senza
identificarsi con essa) in modo misterioso. Fu accusato anche per questo di ateismo dal vescovo di Boston O'Connell
e ne soffrì molto.
D'altra parte Einstein non aveva nemmeno una grande opinione dell'ateismo militante[30]:
« Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga
lotta. Essi sono creature che - nel loro rancore contro le religioni tradizionali come "oppio delle masse" - non possono
sentire la musica delle sfere. »
E ancora[31]:
« Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità del mondo (nella misura in cui ci sia lecito parlarne) come a un
miracolo o a un eterno mistero. A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da
parte del pensiero. Ci si potrebbe (forse addirittura si dovrebbe) attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle
leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all'ordine
alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d'ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della
gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall'uomo, il
successo di una tale impresa presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato
prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del "miracoloso", che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra
conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di
avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è
che dobbiamo accontentarci di riconoscere il "miracolo", senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Capisco
che devo ben esplicitare quest'ultima considerazione in modo che non ti venga in mente che, indebolito dall'età, io sia
divenuto vittima dei preti. »
Nel complesso la sua posizione su Dio è stata largamente strumentalizzata dagli opposti partiti della disputa
teismo/ateismo: ma è certo che Einstein rifuggisse da qualunque facile definizione. Etichettare il suo libero pensiero
risulta pertanto poco sensato. Senz'altro espresse rispetto per i valori religiosi adottati dalle tradizioni ebraiche e
cristiane, pur non condividendone la concezione del divino. Sebbene ebreo, Einstein ammirava molto la figura
storica di Gesù[32]:
« Fino a che punto è influenzato dalla cristianità? - Da bambino ho ricevuto un'istruzione sia sul Talmud che sulla Bibbia.
Sono un ebreo, ma sono affascinato dalla figura luminosa del Nazareno». «Ha mai letto il libro di Emil Ludwig su Gesù? Il libro di Ludwig è superficiale. Gesù è una figura troppo imponente per la penna di un fraseggiatore, per quanto capace.
Nessun uomo può disporre della cristianità con un bon mot ». «Accetta il Gesù storico? - Senza dubbio! Nessuno può
leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa a ogni parola. Nessun mito può mai
essere riempito di una tale vita. »
Riguardo alla relazione tra scienza e religione egli nel 1950 in "Out of My Later Years", scrive: "La scienza senza la
religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca
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Albert Einstein
E ancora: «La scienza contrariamente a un'opinione diffusa non elimina Dio. La fisica deve proporsi non solo di
sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a
capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo». (Holdon, "The Advancement of Science…",
Cambridge Un. Press, N. Y. 1986, p. 91). Ancora: «Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi
siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il
bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti.
Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la
situazione dell'essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione appassionante della presenza
di un superiore potere razionale, che si rivela nell'incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio» (Einstein, "His
Life and Universe", Simon & Schuster, 2008, p. 27).
Circa la Chiesa Cattolica durante la seconda guerra mondiale, ad Einstein è stata attribuita questa posizione[33]
« Essendo amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università… Ma le
università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani... Ma anche loro vennero ridotti al silenzio,
soffocati nell'arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per
sopprimere la verità. Prima io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa, ma ora provo nei suoi
confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità
intellettuale e la libertà morale… »
. Questa affermazione non fu mai smentita da Einstein pubblicamente anzi il famoso diplomatico ebreo Pincas
Lapide riporta un'altra espressione di Einstein simile a quella appena vista[34]:
« Solo la Chiesa cattolica protestò contro l'attacco furioso di Hitler contro la libertà. Fino ad allora io non ero stato
interessato nella Chiesa ma oggi io sento grande ammirazione per la Chiesa, che, sola, ebbe il coraggio di combattere per la
verità spirituale e la libertà morale. »
Einstein sapeva dell'articolo del Time Magazine in cui era citata la sua affermazione, c'è una sua lettera in cui lui
stesso dice che l'affermazione riportata dal Time Magazine è praticamente sua anche se lui era stato un po' più
moderato[35] Ora questo testo del Time è stato pubblicato come affermazione di Einstein e mai pubblicamente
smentito da lui perciò dobbiamo affermare che lui stesso è l'autore di essa: l'ha detta o l'ha accettata come detta da lui
stesso. Il messaggio pubblico, donato a tutti da Einstein è evidentemente quello messo su Time Magazine. Le lettere
private e non pubbliche possono essere giustificate in vario modo; in privato si può negare, nascondere, anche
imbrogliare...in pubblico ciò è molto più difficile o addirittura impossibile. Einstein poteva voler nascondere certe
sue affermazioni di un tempo, poteva dire una bugia in privato e infatti la lettera a Mongelas.[36] appare una palese
bugia o un palese errore commesso da Einstein se la si confronta con quella scritta al ministro presbiteriano indicata
più sopra e soprattutto se la si relaziona con la mancanza di pubblica smentita della affermazione presentata su Time;
se veramente l'articolista aveva palesamente esagerato le affermazioni di Einstein questi doveva smentirlo...non
facendolo ha mostrato di accettare pienamente quella sua affermazione! Nelle lettere private si possono dire tante
cose, anche bugie, errori etc. ma davanti al pubblico tutto questo diventa molto più difficile perché le affermazioni
pubbliche sono sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che conoscono chi le ha dette, che conoscono davvero quello
che ha fatto, conoscono la sua vita, che lo hanno sentito parlare ... la realtà pubblica è sotto gli occhi di tutti e non si
può negare ciò che si è fatto perché si rischia di essere confutati pubblicamente.Einstein sapeva questo benissimo
perciò, dobbiamo concludere, mai ha smentito pubblicamente quelle parole. Notate che Pincas Lapide riporta altre
parole di Einstein simili a quelle del Time Magazine come abbiamo detto più sopra, probabilmente anche lui aveva
sentito Einstein parlare così e probabilmente, se Einstein avesse smentito pubblicamente la cosa sarebbe stato lo
stesso Pincas Lapide a confutarlo. Questi testi, queste affermazioni di riconosciemnto dell'opera della Chiesa
Cattolica durante la II guerra mondiale fanno onore anzitutto a Einstein , in realtà, perché moltissimi altri ebrei
elogiarono la elogiarono, infatti nella II guerra mondiale la Chiesa cattolica, con Pio XII, ha salvato almeno 800.000
ebrei secondo le affermazioni dello stesso Pincas Lapide[37]
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Riconoscimenti
• Nel 1926 gli fu assegnata la Medaglia d'Oro della Royal Astronomical Society.
A Einstein sono stati dedicati:
• un elemento chimico, l'einsteinio.
• un premio, la Medaglia Albert Einstein, che dal 1979 viene conferita al fisico che si sia particolarmente distinto
nel suo ambito di ricerca.
• un asteroide: 2001 Einstein.
• un cratere lunare.
Curiosità
• Durante la sua permanenza a Princeton negli anni cinquanta Einstein strinse amicizia con il matematico Kurt
Gödel. Pur avendo un temperamento estremamente diverso da lui, Einstein amava poter parlare nella propria
lingua madre.Wikipedia:Cita le fonti
• Tra i vari aneddoti su Einstein ricorre spesso quello secondo cui quando espatriò negli Stati Uniti, sulla richiesta
di dichiarare la sua razza d'appartenenza, avrebbe risposto "umana"[38]. Nessun dato reale sembra supportarlo,
nell'unico documento sul suo passaggio per Ellis Island risulta invece registrato come ebreo[39].
• Negli anni di Princeton, Einstein adottò stabilmente un look del tutto eccentrico per uno scienziato e cattedratico
della sua fama, caratterizzato da abiti e palandrane piuttosto stazzonate e da capelli bianchi lunghi e
incolti.Wikipedia:Cita le fonti
• È errata la credenza popolare secondo la quale Einstein, da giovane, fosse carente nelle materie matematiche.
Dimostrava anzi, già da piccolo, un grande interesse ed una spiccata capacità verso la matematica e la fisica. È
invece vero che non andava bene nelle materie letterarie, cosa che inizialmente gli costò la non ammissione al
Politecnico di Zurigo.Wikipedia:Cita le fonti
• Alcune ricerche suggeriscono l'ipotesi che l'intuizione per lo sviluppo della sua teoria più celebre gli fu data da
uno scienziato italiano dilettante, Olinto De Pretto, agronomo che si applicava in fisica. Esisterebbero anche
documenti scritti da De Pretto che anticiperebbero gli studi di Einstein, e che avrebbero ispirato quest'ultimo. Ciò
parrebbe plausibile anche in virtù del fatto che Einstein comprendeva l'italiano, avendo vissuto in Italia da
ragazzo.[40][41]
Note
[2] Pauline Einstein, lettera a Jette Koch, 1 agosto 1886. Riportata su Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein di Abraham Pais,
p53
[3] Ph. Hausel München Merkur, 14 marzo 1979. Riportata su Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein di Abraham Pais, p54
[4] M. Einstein Biografia p14 - Biografia su Albert Einstein scritta dalla sorella, terminata nel 1924; riportata su Sottile è il signore... La scienza e
la vita di Albert Einstein di Abraham Pais, p54
[5] Dudley Herschbach, "Einstein as a Student", Department of Chemistry and Chemical Biology, Harvard University, Cambridge, MA, USA,
page 6, web: http:/ / www. chem. harvard. edu/ herschbach/ Einstein_Student. pdf
[6] Tesla Memorial Society of New York (http:/ / www. teslasociety. com/ mappeal. htm) Teslasociety.com
[8] Gerald Holton, Einstein, history, and other passions: the rebellion against science at the end of the twentieth century (http:/ / books. google. it/
books?id=uFsn0czcji8C& pg=PA186& dq=lieserl+ einstein& hl=it& ei=e_ghTM2gMOefsQbvvKXlBQ& sa=X& oi=book_result&
ct=result& resnum=8& ved=0CEwQ6AEwBw#v=onepage& q=lieserl einstein& f=false), Harvard University Press, 2000 ISBN
0-674-00433-7
[9] Aldo Gamba e Perangelo Schiera (a cura di), Fascismo e scienza. Le celebrazioni voltiane e il Congresso internazionale dei Fisici del 1927, Il
Mulino, Bologna 2005
[12] "Dio non gioca a dadi" è il modo con cui viene in genere riportato il pensiero di Einstein, che in realtà disse: «Sembra difficile dare una
sbirciata alle carte di Dio. Ma che Egli giochi a dadi e usi metodi "telepatici" [...] è qualcosa a cui non posso credere nemmeno per un attimo»
(cit. in Bill Bryson, Breve storia di (quasi) tutto, TEA (2008), ISBN 978-88-502-1549-2 )
[13] U.S. Patent N. 1.781.541 (http:/ / www. google. com/ patents?id=t0BRAAAAEBAJ)
[14] Einstein's Refrigerator (http:/ / gtalumni. org/ Publications/ magazine/ sum98/ einsrefr. html)
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Albert Einstein
[15] H. Reichenbach, Significato filosofico della teria della relatività in A. Einstein, Autobiografia scientifica, op. cit., p. 177
[16] A. Pais, La scienza e la vita di Albert Einstein, op. cit., pag. 24
[17] A. Einstein, Autobiografia scientifica, op. cit., p. 14
[18] Si veda ad esempio: F. Laudisa, Albert Einstein. Un atlante filosofico, Bompiani, Bergamo, 2010, ISBN 978-88-452-6426-9
[19] Einstein | American Museum of Natural History (http:/ / www. amnh. org/ exhibitions/ einstein/ peace/ index. php)
[20] Einstein | American Museum of Natural History (http:/ / www. amnh. org/ exhibitions/ einstein/ global/ index. php)
[21] http:/ / foia. fbi. gov/ foiaindex/ einstein. htm
[22] S.Friedländer, Gli anni dello sterminio. La Germania nazista e gli ebrei (1939-1945). pp. 788-789.
[24] Letters to The Times New York Times December 4, 1948 (http:/ / www. physics. harvard. edu/ ~wilson/ NYTimes1948. htmlc)
[25] A. Pais, La scienza e la vita di Albert Einstein, op. cit., p. 24
[26] Ecco la lettera che nega Dio, E Einstein scrisse: Dio? Superstizione - Repubblica.it » Ricerca (http:/ / ricerca. repubblica. it/ repubblica/
archivio/ repubblica/ 2008/ 05/ 14/ ecco-la-lettera-che-nega-dio-einstein. html)
[30] Amazon.com: Einstein: His Life and Universe (9780743264730): Walter Isaacson: Books (http:/ / www. amazon. com/
Einstein-Life-Universe-Walter-Isaacson/ dp/ 0743264738)
[31] A. Einstein, Lettres à Maurice Solovine, GauthierVillars,Parigi 1956 p.102
[32] A.Einstein, "The Saturday Evening Post", 26.10.1929
[33] [Intervista a "Time Magazine", 23/12/1940, p. 40]
[34] [“Only the Catholic Church protested against the Hitlerian onslaught on liberty. Up till then I had not been interested in the Church, but
today I feel a great admiration for the Church, which alone has had the courage to struggle for spiritual truth and moral liberty.” – Albert
Einstein (Pinchas E. Lapide, Three Popes and the Jews, p.251, New York: Hawthorn Books, Inc., 1967) ]
[35] http:/ / www. pbs. org/ wgbh/ roadshow/ archive/ 200706A19. html (http:/ / www. youtube. com/ watch?v=Sk_-0UiiauU)
[36] Did Einstein Praise the Church? A statement attributed to Einstein isn’t what it claims to be (http:/ / www. skeptic. com/ eskeptic/ 06-01-05/
)
[37] (http:/ / users. binary. net/ polycarp/ piusxii. html)
[38] Omaggio ad Albert Einstein. (http:/ / www. drzap. it/ F_Einstein. htm) e Corriere della Sera (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 1992/
novembre/ 05/ quel_modulo_Einstein_mia_razza_co_0_9211055938. shtml)
[39] Catalepton » L'angolo che sporge » “Razza?” “Umana” (http:/ / catalepton. altervista. org/ 2009/ 04/ razza-umana)
[40] Articolo su Corriere.it (http:/ / www. corriere. it/ Primo_Piano/ Scienze_e_Tecnologie/ 2007/ 04_Aprile/ 12/ einstein_olinto_emc2. shtml)
[41] Articolo su The Guardian (http:/ / www. guardian. co. uk/ world/ 1999/ nov/ 11/ rorycarroll)
Bibliografia
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Abraham Pais, Einstein è vissuto qui, Bollati Boringhieri, Torino, 1994, ISBN 88-339-0954-9.
Abraham Pais, La scienza e la vita di Albert Einstein, Bollati Boringhieri, Torino, 1986,ISBN 978-88-339-1927-0
A. Einstein, Autobiografia scientifica, Bollati Boringhieri, Torni, 1979, ISBN 978-88-339-0362-0
A. Einstein, Significato della relatività, Boringhieri, Torino, 1959 - The meaning of Relativity, Princeton University Press,
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• W. Pauli, Teoria della relatività, Boringhieri, Torino, 1958 - Theory of Relativity, Pergamon Press, Londra, 1958
• D. Brian, Einstein a life, Wiley, New York 1996.
• A. Einstein, Come io vedo il mondo (The world as I see it, 1956; ed. italiana Newton Compton, Roma 1975; il
testo è conosciuto in italiano anche con il titolo Il mondo come io lo vedo).
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• Jeremy Bernstein, Einstein, il Mulino, ISBN 978-88-15-09676-0
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• Bertrand Russell, L'ABC della relatività, 1925.
• Pietro Greco, Einstein, Milano, Alpha Test, 2004, ISBN 88-483-0494-X
• Fregonese L. (2005) Gioventù felice in terra pavese. Le lettere di Albert Einstein al Museo per la Storia
dell’Università di Pavia, Cisalpino, Milano
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Albert Einstein
Filmografia
• Albert Einstein, fiction del 1975 regia di Massimo Scaglione produzione Rai, con Giancarlo Zanetti nelle vesti di
Einstein, Raoul Grassilli, Gianni Mantesi.
• Vita di Einstein, fiction del 1990 regia di Lazar Iglesias coproduzione internazionale fra Rai1, Tele France1 e
l’inglese, Tele Chip.
• Genio per amore (I.Q.), film del 1994 diretto da Fred Schepisi con Tim Robbins, Meg Ryan e Walter Matthau
nella parte di Albert Einstein.
• Einstein, fiction del 2008 di Liliana Cavani con l'attore italiano Vincenzo Amato nelle vesti del grande scienziato.
• Il mio amico Einstein (Einstein and Eddington), film TV del 2008 trasmesso dalla BBC, con David Tennant nel
ruolo di Arthur Eddington e Andy Serkis in quello di Albert Einstein.
Voci correlate
• E=mc²
• Einstein Museum
• Croce di Einstein
Altri progetti
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Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri
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Collegamenti esterni
• (EN) Biografia (http://www-history.mcs.st-and.ac.uk/Biographies/Einstein.html) in MacTutor
• (EN) Albert Einstein (http://www.genealogy.ams.org/id.php?id=53269) su Mathematics Genealogy Project
• Un documentario in streaming sulla vita di Einstein (http://www.lambdastreaming.com/film/111-documentari/
1330-un-interessantissimo-documentario-su-albert-einstein-in-streaming.html)
• Annus Mirabilis (http://lorentz.phl.jhu.edu/AnnusMirabilis/)
• (DE, EN) Museo Einstein Berna (http://www.einstein-bern.ch/index.php)
• (DE) A. Einstein, " Zum Relativitaets-Problem (http://amshistorica.unibo.it/diglib.php?inv=7&
int_ptnum=15&term_ptnum=343&format=jpg)", Scientia : rivista internazionale di sintesi scientifica, 15, 1914,
pp. 337–348.
• Ciao Einstein, mi piace la tua calligrafia (http://www.swissinfo.ch/ita/speciali/grandi_storie/index/
Ciao_Einstein,_mi_piace_la_tua_calligrafia.html?cid=4182356) Speciale swissinfo.ch - Svizzera, crocevia di
grandi storie
• (EN) 3000 scritti (http://www.alberteinstein.info) messi online il 13 marzo 2003
• (EN) Biografia di Albert Einstein (http://www.nobel.se/physics/laureates/1921/einstein-bio.html) sul sito
ufficiale del Premio Nobel
• Perché il socialismo? (http://www.lavoropolitico.it/einstein.htm) (il manoscritto tradotto in italiano)
• (EN) Why socialism? (http://www.monthlyreview.org/598einst.htm) - Albert Einstein, Monthly review,
1949-05 ( il manoscritto originale (http://www.amnh.org/exhibitions/einstein/global/popups/socialism.
php)).
• (EN) FBI Freedom of Information Act Documents on Einstein (http://foia.fbi.gov/foiaindex/einstein.htm)
• Albert Einstein - Il lato umano (http://ulisse.sissa.it/biblioteca/saggio/2006/Ubib060913s001/at_download/
file/Ubib060913s001.pdf)
• Raccolta di aforismi di Albert Einstein (http://www.poesieracconti.it/aforismi-autore/albert-einstein)
15
Albert Einstein
16
• Einstein (http://www.disf.org/Voci/137.asp) una biografia curata da Thomas F. Torrance
Controllo di autorità VIAF: 75121530 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 75121530) LCCN: n79022889 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n79022889)
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Fonti e autori delle voci
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Albert Einstein Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=59359488 Autori:: .anaconda, .jhc., .mau., .sEdivad, .snoopy., 2diPikke, 9peppe, A7N8X, Aanto, Agentdenton, Airon90,
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