Materiali per l’Ottica A.A. 2008/2009 Giovanni Capellini Dipartimento di Fisica, Università Roma Tre Materiali per l’ottica: Corso di Laurea in Ottica e Optometria Recapiti Orario ricevimento: sempre, previo appuntamento Telefono: 0657333429/7 Email:[email protected] WEB:http://www.fis.uniroma3.it/cerca.php?cosa=persona&id=333 http://webusers.fis.uniroma3.it/~meso/didattica.html Indirizzo: Laboratorio Fisica e Tecnologia dei Semiconduttori,st. A131A, edificio ex-OMI, Via della Vasca Navale 79. Materiali per l’ottica Orario e regole Calendario 16/03/2009 18/03/2009 23/03/2009 25/03/2009 30/03/2009 01/04/2009 06/04/2009 08/04/2009 15/04/2009 20/04/2009 22/04/2009 27/04/2009 29/04/2009 04/05/2009 06/05/2009 6 verifiche di presenze casuali. Per coloro che non raggiungono le 3 obbligo di prova scritta 11/05/2009 13/05/2009 18/05/2009 20/05/2009 25/05/2009 Materiali per l’ottica Introduzione Dal catalogo di una lente oftalmica… Qual’e’ l’impatto delle caratteristiche micro/macroscopiche dei materiali sulle prestazioni di una lente oftalmica? •Proprietà e loro caratterizzazione •Fabbricazione Materiali per l’ottica Un decalogo LA LENTE OFTALMICA IDEALE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Elevato indice di rifrazione (lenti meno curve) Basso peso specifico (lenti leggere) Alta costringenza (miglior immagine, numero di Abbe) Resistenza alla flessione (infrangibili) Durezza (antigraffio) Possibilità di colorazione del materiale (lenti scure) Possibilità di trattamenti superficiali (antiriflesso) Inattaccabilità ai solventi (facile pulizia, lunga vita) Stabilità meccanica e lavorabilità (andranno pur montate…) Economicità (andranno pur vendute…) Per capirne un pò di più studieremo:…. Materiali per l’ottica Programma del corso •Proprietà meccaniche dei materiali Struttura microscopica dei solidi; Sforzo e deformazione: elasticità e anelasticità; Proprietà elastiche dei materiali; Deformazione plastica: proprietà a trazione, snervamento e carico di snervamento, resistenza a rottura, resilienza, tenacità; Durezza. •Introduzione alle proprietà ottiche lineari dei materiali Struttura a bande di energia nei solidi; Radiazioni elettromagnetiche; Interazione della luce con i solidi; Interazioni con gli atomi e gli elettroni; Classificazione dei materiali; Proprietà ottiche dei metalli; Proprietà ottiche dei non metalli: rifrazione, riflessione, assorbimento, trasmissione, colore e opacità. Indice di rifrazione e dispersione; la costringenza di Abbe. •I vetri inorganici per l’ottica oftalmica Transizioni di fase e transizione vetrosa; Materiali amorfi: proprietà chimico-fisiche; Proprietà strutturali dei vetri; La silice; Ossidi formatori, modificatori, stabilizzatori; Proprietà ottiche dei vetri inorganici; La fabbricazioni dei vetri per l’ottica: dalla scelta delle materie prime al controllo qualità. •Materiali plastici per l’ottica oftalmica Cenni di chimica organica; Polimeri sintetici: classificazione; Parametri fondamentali: grado di polimerizzazione, peso molecolare, grado di polidispersità, gradi di reticolazione; Stato fisico dei polimeri; effetto della temperatura; Struttura delle catene; Protesi oftalmiche: polimeri comunemente utilizzati, Requisiti ottimali, proprietà dei materiali; lenti a contatto rigide; lenti a contatto gas permeabili; lenti a contatto morbide. •Film sottili per applicazioni in ottica lineare La diffusione della luce; Filtri e trattamenti superficiali di lenti oftalmiche: trattamenti indurenti, antiriflesso, coloranti, e polaroid; Fibre ottiche e guide di luce. •Risposta ottica e dimensionalità: materiali nano aggregati e loro utilizzo in ottica Testi: D. W. Callister “Scienza e Ingegneria dei Materiali una Introduzione”. EdiSES; Dispense del corso Materiali per l’ottica Struttura microscopica dei solidi Un solido è un aggregato di atomi che ha forma e volume propri: oppone resistenza alla sua deformazione. Tale proprietà deriva dal fatto che le unità elementari che costituiscono il solido sono in interazione molto forte tra di loro. Un solido è definito cristallino quando la sua struttura microscopica è data da una ripetizione regolare (reticolo di Bravais) di unità elementari identiche (cella di Bravais). Possiede dunque ordine a lungo raggio. Un solido è definito amorfo quando possiede solo ordine a corto raggio (~1-5 nm) ed è dunque privo di un reticolo ordinato. Lo stato vetroso è un caso particolare. Un solido è definito policristallino quando è formato da cristalli separati tra di loro (bordi di grano) e allineati in modo casuale. policristallo Materiali per l’ottica Struttura microscopica dei solidi La disposizione degli atomi e il tipo di legami che formano il solido determinano le proprietà micro/macroscopiche del materiale (colore, peso specifico, resistenza meccanica etc.) Grafite Diamante Fullereni Amorfo Allotropi del carbonio: Nanotubi stesso elemento, diverso legame, diversa disposizione Materiali per l’ottica Struttura microscopica dei solidi Per la teoria dei gruppi i reticoli possibili sono 14 con le seguenti celle unitarie Noto il reticolo, e dunque il volume della cella unitaria V (=a3 nel caso del gruppo cubico), e il peso atomico/molecolare M dell’elemento si può calcolare la densità ρ del solido tenendo conto del numero n di atomi/molecole contenuti nella cella convenzionale. nM V Es. CFC: n= ½*6+1/8*8=4 ρ= Materiali per l’ottica Energia di legame nei solidi ionico r0 molecolare metallico covalente Materiali per l’ottica Difetti nei solidi Materiali per l’ottica Ordini di grandezza Materiali per l’ottica Proprietà meccaniche dei materiali Comportamento meccanico dei materiali: risposta alla sollecitazione di una forza esterna (trazione, compressione, taglio, costante o variabile nel tempo). Definiremo: •Resistenza: capacità di un materiale di resistere a trazione/compressione (elastica) •Duttilità: capacità di un materiale subire una deformazione plastica (permanente) prima della rottura. Opposta a fragilità •Tenacità:indica la capacità di assorbire energia di un materiale, spendendola nella sua deformazione. •Durezza: capacità di un materiale di resistere alla penetrazione di un altro materiale (incisione, graffi) La loro misura è effettuata tramite test standardizzati (es. American Society for Testing and Material o International Organization for Standardization) Materiali per l’ottica Sforzo e deformazione Se applichiamo una … …forza F perpendicolare ad una faccia di area A0: trazione/compressione l − l ∆l ε= = l l F σ= A0 0 0 0 …una coppia di forze su una superficie opposta ad una superficie vincolata: torsione …due forze uguali parallele a due facce di area A0: taglio Materiali per l’ottica τ= F A 0 ∆θ Sforzo e deformazione In un mezzo isotropo, il materiale si contrae/dilata nelle altre due direzioni a seguito della contrazione/dilatazione lungo l’asse di sollecitazione. La costante di proporzionalità è detta modulo di Poisson ε ε ν =− =− ε ε x y z z Si può facilmente dimostrare che la variazione di volume relativa del materiale in esame è data da ∆V ∆l = (1 − 2ν ) V l 0 0 Dunque ν=0.5 corrisponde ad un materiale completamente incomprimibile Materiali per l’ottica Sforzo e deformazione Legge di Hooke: Causa: sforzo/stress Effetto: deformazione σ = Eε σ: dimensioni di una pressione unità di misura Pa (N/m2) ε: numero puro, può essere >0 (trazione) o <0 (compressione) E: modulo elastico o di Young espresso in GPa τ = Gtg (∆θ ) τ: dimensioni di una pressione unità di misura Pa (N/m2) G: modulo di taglio (shear) espresso in GPa Per materiali isotropi vale la relazione E = 2G (1 + ν ) Materiali per l’ottica Sforzo e deformazione “duro” Materiale E (GPa) Poisson ν Diamante 1000 0.2 200 0.3 Oro 80 0.4 Vetro 70 0.2 PMMA 2 0.4 0.002 0.5 Acciaio “morbido” Caucciù Materiali per l’ottica Se comprimiamo una barretta di dimensioni 5 cm x 1 cm2 con un peso di 100 kg (1 kN) osserviamo una contrazione pari a Diamante:50 nm! (~10-6) Vetro: 800 nm (~10-5) Caucciù: 3 cm (60%) Origine microscopica della costante elastica Condizione di equilibrio stabile ro r>ro, molla cerca di contrarsi r<ro, molla cerca di dilatarsi Le costanti elastiche macroscopiche dipendono dall’andamento delle forze inter-atomiche (approssimazione armonica del potenziale) Materiali per l’ottica Deformazione elastica e plastica Definizione operativa carico di snervamento Retta parallela Deformazione standard Deformazione elastica: vale la legge lineare di Hooke deformazione è reversibile Materiali per l’ottica e la Deformazione plastica: non vale la legge di Hooke e la deformazione è irreversibile. Causata da un rearrangiamento permanente degli atomi e dei difetti atomici Proprietà a trazione: snervamento e rottura Plastico snervamento Carico di rottura max sforzo sopportato Frattura Elastico Materiali per l’ottica Proprietà a trazione: duttilità e fragilità Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) E’ dipendente dalla temperatura:capacità di riposizionamento di difetti ed atomi (diffusione atomica) dipendono esponenzialmente dalla temperatura Fe Materiali per l’ottica Proprietà a trazione: duttilità e fragilità Viene quantificato come la percentuale di allungamento alla quale si osserva la frattura su un campione standard (50 mm) A(l = 50mm) = 100 0 l −l l F 0 0 Materiale Snervamento Carico (MPa) rottura (MPa) Duttilità (%) Acciaio 300 700 18 Oro 110 130 45 Vetro Si rompe prima 70 0 PMMA 45 55 4 Materiali per l’ottica Proprietà a trazione: la frattura Cosa avviene quando eccediamo il carico di rottura di un materiale? Il materiale si separa in due pezzi distinti: la frattura. Una prima fissura iniziale (cricca) si propaga al resto del materiale fino alla sua completa separazione in due parti. Questa può avvenire in due modi alternativi: Frattura duttile: il materiale si deforma plasticamente assorbendo una grande quantità di energia prima della rottura. Cricca che si propaga lentamente e che cessa il suo moto se il carico non viene aumentato. (p.e. filo d’oro) Frattura fragile: scarsa o nulla deformazione plastica prima della rottura, basso assorbimento di energia. Propagazione della cricca rapida e catastrofica, ovvero, prosegue senza aumentare il carico. (p.e. vetro) Materiali per l’ottica La frattura nei materiali ceramici (es. Vetro) Quasi tutti i ceramici sono soggetti a frattura fragile, che può essere innescata o velocizzata dalla presenza di micro cricche e difetti nel materiale (p.es. micro bolle nel processo di fusione del vetro per lenti) La resistenza alla frattura viene quantificata dalla tenacità a frattura K = Yσ πa Dove Y= parametro che dipende dalla geometria del campione e della cricca σ= sollecitazione applicata a=lunghezza della cricca Se K>K0 del materiale (campione standard) si ha la frattura Materiali per l’ottica La frattura nei materiali ceramici (es. Vetro) r ∝ m 1 σ 2 Una volta nucleata, una cricca si propaga accelerando fino a raggiungere una velocità limite (circa metà velocità del suono) oltre la quale comincia a biforcarsi. In una frattura su vetro si possono riconoscere le seguenti regioni, concentriche al punto di iniziazione della cricca (urto). Regione a specchio: vicina alla nucleazione, create durante l’accelerazione della cricca. Tanto maggiore è la sollecitazione tanto più piccola la regione a specchio Regione rugosa: dovuta alla biforcazione della cricca originaria Regione a striature: rugosità microscopica allineata con la sorgente della cricca Materiali per l’ottica Durezza Misura la resistenza di un materiale ad essere inciso (deformazione plastica) da un piccolo incisore/penetratore di materiale diverso. Si ha quindi una definizione di scale comparative o semiquantitative che dipendono dalla tecnica standard di misurazione (Mohs, Rockwell, Vickers..etc) 2 * peso HB = πD (D − D − d 2 Materiali per l’ottica 2 ) HV = 1.854 * peso d 2 i più larga l’impronta meno duro il materiale Durezza vetri PMMA Materiali per l’ottica Classificazione dei materiali: rigidezza (E) Materiali per l’ottica Classificazione dei materiali: carico di rottura Materiali per l’ottica Classificazione dei materiali: fragilità Materiali per l’ottica Classificazione dei materiali: densità Materiali per l’ottica Stati elettronici nei solidi: livelli discreti Spettro energetico Hψ nlms =Eψ nl nlms Riempimento dei livelli con principio di Pauli. Tavola periodica Materiali per l’ottica Stati elettronici nelle molecole: livelli estesi Materiali per l’ottica Stati elettronici nei solidi: livelli estesi n=6 distanza fra gli atomi Materiali per l’ottica Stati elettronici nei solidi: livelli estesi Potenziale periodico F.d.o. delocalizzata sul solido Periodica come il reticolo di Bravais E = E (k ) ψ = e φ (r ) ikr Materiali per l’ottica Stati elettronici nei solidi: bande elettroniche Materiali per l’ottica Stati elettronici nei solidi: stati di impurezza in isolanti e semiconduttori Interazione tra tipo idrogeno con potenziale coulombiano schermato dal mezzo . As Materiali per l’ottica pentavalente Si+ e-+ p+ Stati elettronici nei solidi: stati di impurezza in isolanti e semiconduttori Interazione tra tipo idrogeno con potenziale coulombiano schermato dal mezzo . − 1 e p U (r ) = − 4πε r + L’eq. Di Schroedinger ammette soluzione ε E ε Ry E = =− ε εn n 2 0 2 0 n 0 2 2 2 Rydberg= 13.59… eV Le impurezze nei cristalli inducono stati elettronici discreti all’interno della gap: in un modello tipo-idrogeno hanno energia E =E +E imp Materiali per l’ottica c n Stati elettronici nei solidi: stati di impurezza in isolanti e semiconduttori Materiali per l’ottica Stati elettronici nei solidi: bande elettroniche OCCUPAZIONE DEI LIVELLI A 0 K: CLASSIFICAZIONE DEI SOLIDI METALLI Materiali per l’ottica SEMIMETALLI ISOLANTI SEMICONDUTTORI Stati elettronici nei solidi: bande elettroniche Eccitazioni elettroniche nei solidi METALLI Materiali per l’ottica ISOLANTI /SEMICONDUTTORI Proprietà ottiche lineari dei materiali Ottica lineare: la risposta ottica non dipende dall’intensità dello stimolo Assorbimento Trasmissione Riflessione Dispersione dell’indice di rifrazioine (n=n(λ)) Materiali per l’ottica Proprietà ottiche lineari dei materiali Luce incidente I0 IT Luce trasmessa IR Luce riflessa IA Luce assorbita I =I +I +I 0 T R A Conservazione del numero di fotoni= intensità luce Materiali per l’ottica Ottica lineare: interazione luce-elettroni Cosa determina i diversi comportamenti? Eccitazione elettronica seguita da diseccitazione (radiativa) Materiali per l’ottica Ottica lineare: interazione luce-elettroni Metalli Si hanno stati accessibili (liberi) per tutte le energie dello spettro E.M. fino ai raggi x. Tutta la radiazione viene assorbita (e poi riemessa) dalla superficie. Riflettenti. Materiali per l’ottica Ottica lineare: interazione luce-elettroni Isolanti e semi-conduttori Esistenza di una banda proibita in cui il semiconduttore è trasparente ( non ci sono stati elettronici disponibili): assorbimento solo per hν > E Materiali per l’ottica g Ottica lineare: interazione luce-elettroni Isolanti e semi-conduttori Stati di impurezza possono variare le proprietà ottiche Materiali per l’ottica Ottica lineare: il colore Il colore dei un corpo è determinato dalla sua capacità di riflettere e trasmettere la radiazione a differenti lunghezze d’onda. Essenzialmente deriva quindi dall’interazione con gli elettroni ospitati dalle bande energetiche e dai livelli di impurezza. IT Materiali per l’ottica Ottica lineare: il colore Diamante vuoti Impurezze N Eg Eg Eg IT Eg Materiali per l’ottica hν Impurezze B occupati occupati occupati IT vuoti vuoti Alta energia= BLU Eg IT hν Bassa energia= ROSSO Eg hν Ottica lineare: il colore Stessa matrice con diverse impurezze= diversi stati elettronici= diversi colori Cr= verde Fe= rosso Cu= azzurro Co= blu Materiali per l’ottica Ottica lineare: il colore Il vaso di Licurgo (IV secolo A.C.) Dicroismo da nanoparticelle (alla fine del corso….) Materiali per l’ottica Ottica lineare: legge di Fresnel/Snell Onda incidente Onda riflessa Onda incidente Onda riflessa θ1 θ1’ n1 n1 n2 Onda rifratta n2 Onda rifratta s θ2 R norm n −n = n +n 2 1 2 1 θ1=θ1’ n1sinθ1=n2sinθ2 2 L’indice di rifrazione indica di quanto rallenta la luce in un mezzo εµ c n = = c εµ = = εµ ≈ ε εµ v r 0 r r 0 Rallentamento è dovuto alla interazione della radiazione con le cariche elettroniche Materiali per l’ottica Ottica lineare: assorbimento e trasmissione Aria Mezzo n=1 n=2 λ0 assorbimento = 1/α k0 nk0 λ0/n E ( z , t ) = E0 (0) exp[i (k0 z − ω t )] E0 (0) exp[(−α / 2) z ] exp[i (nk0 z − ω t )] 2πv 2πc λ= = ω ωn Materiali per l’ottica lunghezza d’onda Ottica lineare: assorbimento e trasmissione In mezzi omogenei e isotropi la probabilità di interazione (perdita di intensità), è proporzionale alla distanza percorsa: la costante di proporzionalità è detta coefficiente di assorbimento del mezzo dI ( x) = −αI ( x) dx I ( x) = I e − αx 0 I = I (1 − R ) e α 2 T Materiali per l’ottica 0 − l Ottica lineare: la dispersione della luce L’indice di rifrazione dipende dalla lunghezza d’onda n=n(λ), e dunque radiazione di diverso colore viene riflessa, rifratta e ed assorbita in modo differente dando luogo al fenomeno della dispersione della luce Fuochi differenti per diversi colori f(λ) Materiali per l’ottica Ottica lineare: la dispersione della luce Modello semi-classico U(r) Orbita stabile r Repulsione centrifuga Attrazione coulombiana Minimo stabile alla distanza di equilibrio. Approssimabile come interazione elastica Materiali per l’ottica Ottica lineare: la dispersione della luce ma = − kx − m Γ v + eE e 0 Oscillatore smorzato forzato x (t ) = Materiali per l’ottica ( e m ω 02 − ω 2 + iΓ ω ) E 0 e iω t iω t Ottica lineare: la dispersione della luce Campo elettrico Modello semi-classico Sotto la risonanza ω << ω0 Nuvola elettronica Debole vibrazione 180° fuori fase Orbita stabile U(r) alla risonanza r Repulsione centrifuga Attrazione coulombiana ω = ω0 sopra la risonanza ω >> ω0 Minimo stabile alla distanza di equilibrio. Approssimabile come interazione elastica Materiali per l’ottica X(t) Debole vibrazione -90° fuori fase Debole vibrazione in fase Ottica lineare: la dispersione della luce La radiazione incidente modifica (polarizza) la nuvola elettronica: polarizzabilità è la tendenza a formare un dipolo elettrico sotto l’azione di un campo elettrico D D E E p = qD = e x E=0 dove e2 Γω ω −ω p = α = E m (ω δ Γ un “attrito” elettronico e α è la polarizzabilità è la fase, 2 0 − ω 2 ) 2 + Γ 2ω 2 tan δ = ) 2 2 0 Possiamo legare micro a macro tramite la legge di Clausius-Mossotti (N densità atomica) e quindi stabilire una relazione tra polarizzazione elettronica ed indice di rifrazione n − 1 Nα = n + 2 3ε 2 2 0 Materiali per l’ottica Ottica lineare: la dispersione della luce α Absorption coefficient Refractive index 0 n–1 0 Frequency, ω Materiali per l’ottica Ottica lineare: la dispersione della luce Dispersione normale nel visibile : lontano dall’assorbimento (ω≠ω0) Coefficient Value B1 1.03961212 B2 2.31792344x10−1 B3 1.01046945 C1 6.00069867x10−3 µm2 C2 2.00179144x10−2 µm2 C3 1.03560653x102 µm2 Teoria di Sellmeier Teoria di Cauchy A,Bi,Ci= parametri empirici Materiali per l’ottica Ottica lineare: la dispersione della luce Materiali per l’ottica Ottica lineare: il numero di Abbe Una classificazione quantitativa della dispersione può essere data tramite il numero di Abbe che misura la COSTRINGENZA di un mezzo n −1 ν = n −n D D F C Dove: • nD= indice di rifrazione misurato a λ=587.6 nm (riga D di He, giallo) • nF= indice di rifrazione misurato a λ=486.1 nm (riga F di H, blu) • nC= indice di rifrazione misurato a λ=656.3 nm (riga C di H, rosso) bassa costringenza = alta dispersione (bassa qualità della lente) alta costringenza = bassa dispersione (alta qualità della lente) Materiali per l’ottica Ottica lineare: costringenza alta costringenza Bassa costringenza bassa costringenza = alta dispersione (bassa qualità della lente) alta costringenza = bassa dispersione (alta qualità della lente) Materiali per l’ottica Ottica lineare: costringenza Bassa dispersione Materiali per l’ottica Alta dispersione Richiamo: transizioni di fase L’acqua Ad una data pressione esiste una temperatura definita alla quale il sistema cambia fase (Temperatura di transizione). Durante la trasformazione il sistema scambia con l’ambiente un calore latente ∆Hf Materiali per l’ottica Richiamo: transizioni di fase Transizioni di Fase ∆G = ∆H − T∆S Termine Entalpico: porta verso la bassa energia delle molecole Entropico: Termine verso il disordine molecole porta delle una trasformazione è spontanea quando porterà a una diminuzione di energia libera G: principio di minima energia libera Materiali per l’ottica Richiamo: transizioni di fase Cambiamenti di stato Discontinuità del volume (densità) alla transizione di fase Materiali per l’ottica Richiamo: transizioni di fase Transizione tra due fasi superficiali (ricostruzioni superficiali, TC~80 K) Materiali per l’ottica Richiamo: cinetica delle transizioni di fase La transizione di fase (es. liquido>cristallo) non si verifica sull’intera massa simultaneamente altrimenti sarebbero coinvolti moti cooperativi degli atomi ed elevata riduzione entropica (“troppo” ordine) La trasformazione avviene attraverso la nucleazione di piccoli aggregati (100 atomi) e loro successivo accrescimento attraverso processi termicamente attivati (superamento di barriere energetiche) La cristallizzazione non può avvenire alla Tcritica di equilibrio dato che ivi Energia libera fase solido=Energia libera stato liquido (GS=GL) Necessità del sottoraffreddamento per promuovere la formazione di nuclei cristallini mediante una diminuzione della energia libera globale Materiali per l’ottica Richiamo: transizioni di fase − 2γ r = ∆G * v 4 ∆G = πr ∆G + 4πγr 3 3 2 v Termine di superficie Termine di volume >0 per T<Tcritica <0 per T<Tcritica (avviene spontaneamente) (costo energetico per la creazione delle interfacce) Materiali per l’ottica r<r*: il nucleo è instabile (si forma e si ridissolve) r>r*: il nucleo è stabile e si può accrescere indefinitivamente (continua diminuzione di ∆G) Richiamo: transizioni di fase Per avere la transizione bisogna superare una barriera energetica 16πγ 16πγ T ∆G = − = 3(∆G ) 3∆H 3 3 * 2 critica 2 v 2 f 1 ⋅ (T − T critica ) 2 Tanto più la temperatura è minore di Tcritica tanto più facile à la formazione di nuclei stabili Materiali per l’ottica Richiamo: transizioni di fase La velocità di nucleazione di nuclei stabili è governata dalla barriera ∆G* e dall’energia di attivazione di diffusione ∆G diff (barriera cinetica di nucleazione: legata alla facilità di ridistribuire localmente atomi e legami) necessaria perché degli atomi si muovano nel fuso fino a raggiungere il nucleo in accrescimento. il numero di nuclei cristallini stabili formati nell’unità di tempo in un volume unitario di liquido è v = Ae − ( ∆G*+ ∆Gdiff ) RT n La velocità di accrescimento di nuclei stabili è governata da una energia libera di attivazione ∆G accr (dipende dalla possibilità di diffusione su lunghe distanze e viscosità). L’unione al nucleo comporta il passaggio dallo stato liquido a solido (comporta una variazione di energia libera di volume e dipende da ∆G v ) v = C 1 − e − ∆Gv RT a Materiali per l’ottica e − ∆Gaccr RT Richiamo: transizioni di fase Può aversi cristallizzazione solo nell’intervallo di temperature in cui sia va e vn sono non nulle. La velocità di cristallizzazione è data dalla combinazione di nucleazione e accrescimento. Può essere definita come la variazione del rapporto tra il volume cristallizzato Vcr ed il volume iniziale di liquido Vo (Uhlmann) V d V 4π v = = vvt dt 3 cr 3 3 o cr Materiali per l’ottica n a Materiali per l’ottica lineare: vetri inorganici Vetro: un materiale ottenuto per solidificazione da fuso senza cristallizzazione (può esser sia di natura inorganica che organica). In pratica è un fluido ad altissima viscosità Caratteristiche principali: • • • • assenza ordine a lungo raggio (amorfo) assenza di un punto di fusione ben definito la sua viscosità diminuisce con continuità all’aumentare della temperatura isotropia Si cataloga un vetro come ottico se: • • • ha proprietà ottiche ben definite e riproducibili è otticamente omogeneo non presenta bolle, striature, strain e inclusioni. Materiali per l’ottica Materiali per l’ottica lineare: vetri inorganici Differenze tra solido vetroso rispetto ad uno cristallino: •Il passaggio dallo stato liquido a solido avviene in modo progressivo Continuo aumento della viscosità col raffreddamento sino a raggiungere una completa rigidità (viscosità maggiore di 1015 poise) Assenza del calore latente di solidificazione •I materiali vetrosi hanno una velocità di raffreddamento al di sotto del punto di fusione maggiore della velocità di cristallizzazione: gli atomi si “congelano” in posizioni fuori dall’equilibrio •I materiali che esistono nello stato vetroso sono dotati di viscosità elevata in prossimità del punto di solidificazione. •Lo stato vetroso non è uno stato termodinamicamente stabile il vetro tende ad evolvere verso la cristallizzazione (minore energia libera) Energia devetrificazione vetro cristallo configurazione Materiali per l’ottica Materiali per l’ottica lineare: vetri inorganici Materiali per l’ottica Richiamo: la viscosità Viscosità: Quando si verifica una condizione di scorrimento relativo tra due elementi di un fluido compare lungo l’area di contatto una forza tangenziale di attrito detta forza di attrito interno con verso sempre contrario a quello della velocità relativa. v1 Velocità v1>v2 Si trova sperimentalmente che il modulo della forza di attrito interno dF dipende da: v2 dF = ηdS dv dn dS = area di contatto dv/dn = variazione del modulo della velocità in direzione normale a dS η = viscosità del fluido (dipende dal fluido e dalla temperatura T La viscosità nei liquidi diminuisce con l’aumentare della temperatura (nei gas aumenta con T) Unità di misura: kg/(ms) oppure Poise=0.1 kg/(ms) Esempi: H2O η(T=0°C)∼0.018 poise, H2O η(T=20°C)∼0.010 poise Materiali per l’ottica Il vetro: la solidificazione Il volume specifico (inverso della densità) diminuisce con continuità e non bruscamente come in una transizione di fase di cristallizzazione. Se sospeso il raffreddamento e mantenuta T costante, il vetro si contrae fino al valore di equilibrio della curva di stabilizzazione. CRISTALLO= FASE STABILE La diminuzione del volume è più lenta sotto la Tm (nello stato cristallino) rispetto a quello liquido perché la contrazione è puramente termica (diminuzione dell’ampiezza delle vibrazioni) mentre nello stato liquido coinvolge anche l’impacchettamento della struttura Transizione vetrosa (intersezione) Materiali per l’ottica Temperatura di fusione/solidificazione cristallina Il vetro: la solidificazione La velocità di raffreddamento cristallizzazione. La viscosità già è superiore a quella di elevata va aumentando con l’abbassamento della T: la cristallizzazione è ulteriormente inibita: gli atomi hanno sempre meno mobilità per trovare il loro “giusto” posto La variazione di volume specifico è continua Il liquido è sottoraffreddato in equilibrio termodinamico metastabile Esiste una temperatura alla quale la variazione di volume specifico presenta un flesso: Tg=TEMPERATURA DI CONGELAMENTO dallo stato sotto raffreddato allo stato vetroso Materiali per l’ottica Il vetro: la solidificazione Il volume finale del solido dipende dalla velocità di raffreddamento utilizzata In generale, le proprietà fisiche del vetro dipendono dalla sua storia termica Materiali per l’ottica Il vetro: oltre la solidificazione Al punto di trasformazione la viscosità è dell’ordine di 1013 poise Al di sotto di Tg la contrazione del vetro è di natura termica ovvero la configurazione molecolare è congelata La viscosità aumenta e a Tamb è circa 1020 poise Il materiale si comporta come solido elastico In qualità di liquido congelato il vetro è un materiale isotropo Materiali per l’ottica Il vetro: struttura (silice) Si è circondato in media da 4 atomi di O L’ordine a corto raggio presente nella silice è analogo a quello a lungo raggio trovato nella silice cristallina: tetraedri SiO4 collegati per i vertici L’allargamento dei picchi indica che le distanze interatomiche dei tetraedri variano tra loro (mancanza di ordine a lungo raggio) Materiali per l’ottica Distanza Si-O= 1.6Å Il vetro: struttura (silice) Materiali per l’ottica Il vetro: struttura (silice) Funzione di distribuzione radiale (FDR) della silice vetrosa Probabilità di trovare gli atomi in funzione della distanza da un determinato atomo prescelto Parabola= mezzo privo di ordine Materiali per l’ottica Il vetro: struttura (silice) TEORIA DI ZACHARIASEN (1932) Si arguisce che che la differenza in energia tra vetro e cristallo della stessa composizione è molto piccola (altrimenti rapida devetrificazione): metastabilità prossima a stabilità Tipo di legami e motivo strutturale (ad es. tetraedro silicico) devono esser identici perché l’energia interna è funzione essenzialmente della energia di coesione Dato però che non si osserva ordine a lungo raggio, mentre nel cristallo le unità strutturali si ripetono periodicamente nello spazio,nel vetro le unità strutturali di dispongono in modo casuale distorcendo i legami ma mantenendo le “rete” del vetro continua Accordo con i dati XRD ma non spiega l’esistenza di vetri non costituiti da ossidi e non giustifica la presenza di gruppi OH- riscontrati nel vetro Materiali per l’ottica Il vetro: struttura (silice) Un ossido dà luogo ad un vetro se: 1. Ogni atomo di ossigeno non è legato a più di 2 cationi 2. Il numero di ossigeni coordinati da ogni catione deve esser piccolo (3 o 4) 3. I poliedri formati dagli atomi di ossigeno devono condividere l’uno con l’altro i vertici ma non spigoli o facce 4. Per dar luogo ad un reticolo tridimensionale devono esser condivisi almeno tre vertici per poliedro Materiali per l’ottica Il vetro: struttura (silice) TEORIA DI PORAI-KOSHITS (1959) La struttura del vetro è costituita da domini nanocristallini (D=10-100Å) Ciascun dominio può anche avere una composizione diversa Zone con regolare disposizione delle unità strutturali collegate da zone esterne altamente disordinate In accordo con i dati XRD, con la presenza di gruppi OH E’ compatibile con la presenza di stati vetrosi in materiali non ossidi e con la trasparenza del vetro Materiali per l’ottica Il vetro: struttura (silice) Confronto tra le due teorie (tra le molte esistenti…) Zachariasen Porai-Koshits Risultati al microscopio ottico hanno evidenziato zone eterogenee ben definite che non sono il risultato di una separazione di fase e come tali sono stabili ad eventuali trattamenti termici Materiali per l’ottica Il vetro: struttura (silice) I costituenti del vetro si suddividono in : 1. Formatori: formano il vetro senza l’introduzione di altri ossidi (network formers): SiO2, B2O3, P2O5, As2O3. Esistono formatori parziali ovvero ossidi che formano il vetro con l’introduzione di almeno un altro ossido: TeO2, SeO2, MoO3, WO3 2. Modificatori che modificano la struttura del vetro ‘rompendo’ il network (network modifiers): Na2O, K2O, Li2O, CaO, PbO…La presenza di network modifiers comporta: i. aumento dello splitting della struttura ii. aumento della mobilità e diminuzione della viscosità (diminuzione della temperatura di formazione del vetro) iii. modifica delle proprietà del vetro a seconda della composizione 3. Stabilizzanti: modificano la struttura del vetro “riparando” il network: Ca2O, MgO…. Materiali per l’ottica Il vetro: struttura (silice) Tra i costituenti del vetro: Ossidi stabilizzatori CaO, MgO, PbO, Al2O3, BaO, ZnO… Additivi anidride arseniosa, ossido di alluminio Decoloranti Coloranti Opacizzanti biossido di manganese ad esempio, Fe, Cr, Ag, Cu, Co floruri Esempi di vetri Silice “cristallo” Vetro Crown Vetro Flint 54.0% 62.0% 42.0% B2O3 Na2O 5.0% CaO 5.2% MgO K2O 14.0% PbO 32.0% K2CO3 Materiali per l’ottica 1.7% 42.0% 21.9% 14.7% Il vetro: struttura (silice) Esempio di vetro: sodalime 1. 2. 3. L’introduzione di un altro ossido (ad esempio Na2O) distrugge la continuità del reticolo SiO2 L’apporto dell’ossido modifica il rapporto Si/O ed non è possibile che ciascun ione O sia legato a 2 atomi di Si. Esistono degli ioni O che appartengono ad un solo tetraedri (ossigeni non pontanti: bridging) Na O Si Materiali per l’ottica Il vetro: effetti composizionali sulle proprietà strutturali Materiali per l’ottica Il vetro: effetti composizionali sulle proprietà strutturali Materiali per l’ottica Il vetro: effetti composizionali su trasmittanza Esempio: la silice L’incorporazione di Na2O porta alla presenza di O non-pontanti (“difetti”) L’energia di eccitazione degli elettroni varia Allargamento e presenza di bande addizionali intorno a 170nm Ridotta trasmittanza nell’ultravioletto (filtro UV) Materiali per l’ottica Il vetro: effetti composizionali su n(λ) Se N vetri noti (indice di rifrazione ni e densità ρi) partecipano in percentuale di peso ci alla formazione di un vetro, l’indice di rifrazione può essere calcolato con la formula di Huggins e Sun (sovrapposizione lineare) n( λ ) = 1 + ρ ∑ c n (λ ) N i =1 i Il vetro avrà densità ρ = ∑c ρ N i =1 i i Materiali per l’ottica i Il vetro: effetti composizionali su riflettanza Riflettanza nell’ultravioletto Dipende dalla composizione del materiale. Esempio: variazione della riflettività di vetri silicati con il contenuto di PbO Materiali per l’ottica Il vetro: effetti impurità su trasmittanza Lo spettro di assorbimento dell’elemento dipende dalla sua valenza (donore/accettore) Materiali per l’ottica Il vetro: la diffusione Materiali per l’ottica Il vetro: la diffusione Diffusione della luce da parte di particelle disperse nel materiale Schema del pattern di intensità diffusa dalle particelle (A) Particelle di dimensioni inferiori a λ (Rayleigh scattering) IR~λ-4 (B) Particelle dalle dimensioni paragonabili a λ (Mie scattering) IR~λ-1 (C)Particelle di dimensioni superiori a λ IR~λ0 Dipendente da λ (colori a dati angoli di vista) Materiali per l’ottica Il vetro: la diffusione Cause 1. Presenza di particelle non disciolte 2. Presenza di bolle o fasi diverse (devitrificazione) 3. Fluttuazioni di densità La composizione e la tecnica di melting influisce sull’esponente Iscat ∝ λ m=3.4-4.8 Vetro crown (SiO2-CaO-Na2O) Vetro flint (SiO2-PbO) Materiali per l’ottica m basso m alto -m Il vetro: la diffusione Materiali per l’ottica Il vetro: la diffusione Diffusione della luce da parte di particelle disperse nel materiale Schema del pattern di intensità diffusa dalle particelle (A) Particelle di dimensioni inferiori a λ (Rayleigh scattering) IR~λ-4 (B) Particelle dalle dimensioni paragonabili a λ (Mie scattering) IR~λ-1 (C)Particelle di dimensioni superiori a λ IR~λ0 Dipendente da λ (colori a dati angoli di vista) Materiali per l’ottica Il vetro: la diffusione Cause 1. Presenza di particelle non disciolte 2. Presenza di bolle o fasi diverse (devitrificazione) 3. Fluttuazioni di densità La composizione e la tecnica di melting influisce sull’esponente Iscat ∝ λ m=3.4-4.8 Vetro crown (SiO2-CaO-Na2O) Vetro flint (SiO2-PbO) Materiali per l’ottica m basso m alto -m Il vetro ottico: processo di preparazione Prima del fuso 1.Selezione delle materie prime: Alto titolo (in genere >99.7%), in particolare percentuali di ossidi metallici inferiori allo 0.01% che colorerebbero il vetro di tinte azzurrine, così come nel vetro comune Granulometria controllata (0,1-0,5 mm a seconda del forno) in modo da ottenere un fuso omogeneo 2.Pesatura delle materie prime Accurata pesatura dei componenti: la composizione del fuso determinerà le sue caratteristiche meccaniche e ottiche 3.Miscelazione La massa viene mescolata orizzaontalmente (per prevenire segregazione) al fine di ottenere un fuso omogeneo Materiali per l’ottica Il vetro ottico: processo di preparazione Materiali per l’ottica Il vetro: prima della solidificazione Deformazione: il vetro diviene fragile Rammollimento: deformazione plastica sotto il peso proprio della massa semifluida Lavorabilità: il vetro è una pasta lavorabile Fusione: il vetro è un fluido Materiali per l’ottica Il vetro ottico: processo di preparazione Nel forno 4. Fusione della miscela Trasformazione da miscela eterogenea a fuso (1300-1500°C, 6-8h) Fusione dei componenti più bassofondenti Reazioni chimiche tra i componenti e la miscela (modificatori di rete) Dissoluzione delle particelle solide nelle fasi liquide formate 5. Omogeneizzazione ed affinaggio Si innalza la temperatura per ridurre la viscosità del fuso e permettere il rimescolamento dello stesso con miscelatori e sfruttando le bolle di CO2 che siliberano naturalmente (1450°C-1600°C, 4-6h): 6. Condizionamento Ciclo termico di raffreddamento controllato (~1°C) per evitare la devetrificazione, si ottiene una massa di consistenza semifluida che viene inviata agli stampi Materiali per l’ottica Il vetro ottico: processo di preparazione 7. 8. Distribuzione agli stampi per la formazione degli sbozzi Ottenimento degli sbozzi la massa semifluida viene immessa in stampi refrattari nei quali il vetro solidifica ed assume diametro, raggio di curvatura e spessore molto prossimi al prodotto finale Materiali per l’ottica Il vetro ottico: processo di preparazione 9. Raffreddamento e sformatura Il vetro viene raffreddato in maniera controllata per evitare la devetrificazione. In questo momento si generano tensioni meccaniche. Le lenti vengono estratte dagli stampi 10. Ricottura (tempra) Per eliminare le tensioni interne le lenti vengono inviate in un forno a nastro (a galleria) che lentamente ne innalza la temperatura al punto di ricottura e lo raffredda lentamente al punto di tensione Materiali per l’ottica Il vetro ottico: processo di preparazione Materiali per l’ottica Il vetro ottico: processo di preparazione 11. Finitura. Gli sbozzi vengono sottoposti alla lavorazione finale che prevede Sbozzatura Affinatura Pulitura Materiali per l’ottica Lenti oftalmiche: processo di finitura Sbozzatura Si trasforma lo sbozzo (già do giusto diametro) in una lente grezza avente spessore e curvature corrispondenti al potere correttivo richiesto Materiali per l’ottica Lenti oftalmiche: processo di finitura Affinatura (lappatura) Si riduce la rugosità della superficie tramite abrasione meccanico-chimica sfregando la lente su un supporto girevole avente lo stesso raggio di curvatura della lente. La lente è ancora opaca. Materiali per l’ottica Lenti oftalmiche: processo di finitura Lucidatura In maniera analoga alla procedura precedente, la lente viene abrasa in modo chimico meccanico con panni imbevuti di abrasivi a granulometria molto piccola (sub micrometrica) e durezza relativamente bassa. Le due superfici della lente b Vengono trattate una alla volta. Al termine del processo la lente è lucida e pronta per le fasi di controllo qualità. Materiali per l’ottica Lenti oftalmiche: controllo qualità 12. Controllo Assenza di imperfezioni quali bolle, striature Durezza e resistenza Tolleranza nell’indice di rifrazione di 0.001 sul valore nominale Tolleranza sul numero di Abbe tipicamente di 0.5 del valore nominale Il coefficiente di dilatazione tra 20-300°C deve esser noto alla 3° cifra Materiali per l’ottica Lenti oftalmiche: controllo qualità I difetti di lavorazione più comuni nelle lenti sono Nodi, bolle e strie: accumulo di materiale non trasformato in vetro o bolle di gas imprigionate nel processo di affinazione (variano l’indice di rifrazione ed inducono scattering) Tensioni meccaniche: originate nel ciclo di raffreddamento, abbassano la tenacità a frattura fragile della lente (presenza di uno stress aggiuntivo permanente) Imperfezioni di curvatura: originate nella fase di sbozzature portano a scartare una lente quando le variazioni di potere della lente sono maggiori di 0.125 diottrie (sensibilità occhio umano). Si misurano con sferometro Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche I trattamenti superficiali riescono a ridurre buona parte degli inconvenienti più ricorrenti nell’uso di lenti oftalmiche, quali: Micro-rigature Riflessi Imbrattamento a appannamento (effetto loto) e a migliorare le prestazioni delle lente stesse: Filtri passa alto/basso (Anti UV, anti IR) Filtri neutri (attenuazione costante) Filtri polarizzatori (eliminazione riflessi) Filtri dicroici (riflessione selettiva di selezionate lunghezze d’onda) La qualità ottica delle superfici trattate richiede che il controllo sulla deposizione di questi strati superficiali sia accurato e riproducibile a a livello nanometrico Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Rafforzamento termico il vetro è riscaldato ad una temperatura vicino a quella di trasformazione del materiale Il volume del vetro aumenta e la sua densità diminuisce Il vetro è quindi rapidamente raffreddato da un flusso d’aria La struttura si raffredda mantenendo il massimo del volume e il minimo di densità alla superficie del vetro E’ consentito al resto del vetro di modificare la propria configurazione strutturale:DENSIFICAZIONE Formazione di tensioni all’interno del vetro e alla superficie si osserva una compressione La superficie del vetro è più resistente Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Rafforzamento chimico Utilizzo dello scambio ionico Na↔K Il potassio ha raggio ionico maggiore del sodio Quando K sostituisce Na, si creano degli stress compressivi nella regione scambiata di spessore 30-50 µm L’ottimizzazione del processo di scambio è fatto variando la temperatura di scambio Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Le tecniche principali usate per la deposizione di film su substrati ottici e la realizzazione di coatings sono: Sol-gel (deposizione da soluzione) Deposizione amorfa/cristallina Sputtering LPE Deposizione da fase vapore Lo spessore del film da depositare varia da nm-micron a seconda dell’applicazione: Coating antiriflesso Filtri interferenziali Filtri dicroici Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Deposizione da soluzione Un sistema di particelle colloidali in soluzione (sol) diviene un materiale macroscopico (gel) interpenetrato da un liquido. Quando il liquido evapora rimane un materiale vetroso e poroso. Il materiale viene può quindi essere purificato chimicamente e scaldato, formando ossidi di elevata purezza. Il gel può anche essere addizionato di sostanze dopanti con lo scopo di conferire particolari proprietà al solido vetroso ottenuto. Il sol-gel viene depositato usando: Dipping (immersione) Spinning (rotazione) Spraying (a spruzzo) Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Dip-coating Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Spin coating Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Crescita di cristalli e amorfi In condizioni di equilibrio TD si ha che il flusso di atomi desorbiti è bilanciato da quelli re-adsorbiti (pressione di vapore P0) J0 Jo P0 Si realizzano le condizioni di crescita uscendo dall’equilibrio TD, ovvero fornendo dall’esterno un flusso di atomi JG tale che JG J >> J G 0 Jo Ps In condizioni di pressione di vapore sovrassatura si ottiene la crescita del materiale Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Una volta giunto sulla superficie l’adatomo potrà, prima di essere desorbito, migrare su un’area di estensione λ = Dτ 2 S Se all’interno di questa area trova un sito energeticamente favorevole Altro atomo o difetto), si lega e viene incorporato così nel cristallo, provocandone la crescita. deposition desorption nucleation islands diffusion Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Crescita strato atomico per strato atomico di silicio Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Deposito di film tramite RF-sputtering RF Power Supply Magnete Cathode Water Cooled target Sputtering Dark Space Shield Plasma Ad-atom Film growth Substrato Base plate Anodo Hi Vac Pompa Rotativa Ground Materiali per l’ottica Gas In Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Deposizione da fase vapore Rotatore/riscaldatore Substrato Film sottile Carica da evaporare Pompa da vuoto Crogiuolo Joule ~ Materiali per l’ottica Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Deposizione chimica da fase vapore Chemical Vapour Deposition a Materiali per l’ottica b c d Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Liquid Phase Epitaxy: crescita epitassiale da fase liquida 1. Il substrato è posto in contatto con il materiale in fase liquido costituente il film da depositare 2. Crescita da fase liquida: il film cresce sul substrato mantenendo gli stessi parametri di cella cristallina (=epitassia) Melt substrato Materiali per l’ottica grafite portacampioni Trattamenti superficiali su lenti oftalmiche Materiali per l’ottica Coating protettivi Idrorepellenti e lipofobici Spessore 5-20 nm Materiali per l’ottica Coating protettivi Materiali per l’ottica Coating protettivi Usati anche carburo di silicio e ossidi di titanio Materiali per l’ottica Antiriflesso Riflessi avvertiti dal portatore. Riflessi corneali al portatore. Riflessi avvertiti da un osservatore Materiali per l’ottica Antiriflesso Materiali per l’ottica Antiriflesso Coating antiriflesso Film con spessore d che sia multiplo opportuno di un quarto di lunghezza d’onda della luce incidente si comportano come coating antiriflesso I = R + R + 2 R R cos 2 R 1 2 2 1 2 4πn d λ 3 o R1=(n3-n1)/(n3+n1) n1 d 4 3 = 0 , 1 , 2 λ0 +) 1π m ' 'n Materiali per l’ottica = (= 2 m d antiriflesso o λ substrato 3 m=1,2 ' 4π =2 π m Interferenza distruttiva λ 3 d n 4π o n2 Interferenza costruttiva m Film d n n3 R2=(n3-n2)/(n3+n2) Antiriflesso Intensità riflessa è minima per Imin=(R1-R2)2 Se R1=R2 minimo nella riflettività è 0 per: n1n2=n32 Esempio Substrato: sodalime ns=1.5→min(R) per n1=1.23 Film: cryolite (sodium aluminum fluoride) n1=1.35 MgF2 n1=1.38 Minimo nella riflettività a λ= 550 nm (giallo-verde) per d~100-150 nm I coating progettati per avere il minimo della riflettività nella regione giallo verde dello spettro visibile in luce riflessa appaiono color porpora (rosso-blu) Nelle lenti con coating antiriflesso costituiti da un singolo layer il minimo valor di riflettività per la lunghezza di interesse è 1% Materiali per l’ottica Antiriflesso Materiali per l’ottica Antiriflesso Materiali per l’ottica Antiriflesso Coatings antiriflesso E’ possibile ottenere una riflettività ancora minore purché si usino coating porosi con indice di rifrazione vicino a 1.22 oppure usando multilayer Multilayer sono sequenze di film con elevato indice di rifrazione (H) intervallati da film con basso indice di rifrazione (L). Si ottiene il minimo di riflessione quando lo spessore dei film è pari ad un quarto della lunghezza d’onda di cui si intende eliminare la riflessione in una sequenza Matrice/(LH)N/L/aria Film ad elevato indice di rifrazione sono tipicamente: matrice L H L H L Materiali per l’ottica ZrO2 (n1=2.1), TiO2 (n1=2.4) e ZnS (n1=2.32) Polarizzatori J,H, K-sheet : catene polimeriche dalle proprietà ottiche fortemente anisotrope (e.g. polivinilene) allineate all’interno di un supporto plastico Materiali per l’ottica