L’ARCIERE
TOSCANO
B O L L E T T I N O I N F O R M AT I V O P E R G L I A R C I E R I
0 9 _ ANNO
I_N°8
http://mio.discoremoto.alice.it/arciere_toscano
PERCHÈ NO?
Ho letto da poco una lettera del Presidente Mandò che parla dei contatti presi con l’Organizzazione del Circuito
Roving. Da sempre le lamentele di chi frequenta i campi FIARC si rivolgono soprattutto alla lunghezza di certe
gare. Perchè invece non inventare una nuova tipologia di gara che possa unire lo spirito del Roving ad una gara
interessante e più snella? Per esempio, 16 piazzole con tre frecce e per mantenere lo spirito delle prime gare,
diversificare i punti dei bersagli mobili e a tempo ( più difficili ), da quelli fatti sui bersagli fissi. Si potrebbe poi
allestire il campo gara con animali più nascosti di come vengono di solito montati nelle gare classiche, senza
che questo influisca sulla sicurezza. Un animale seminascosto da un cespuglio ma che abbia lo spot ben visibile
non è più pericoloso di un coniglio in piedi messo a 30 metri dove le frecce tirate fuori si sprecano.
Ho appreso con piacere che in Federazione si sta riaffacciando il tiro a volo. Sarebbe davvero bello poter
ritrovare in calendario le gare di tiro a volo. Ben comprendendo che non tutti i campi delle compagnie possono
accogliere certe metodologie di gara perchè non hanno a disposizione lo spazio sufficente, ogni compagnia
potrebbe comunque autocostruirsi alcune macchine lanciapiattelli abbastanza economiche e di facile realizzazione ( magari prossimamente pubblicheremo il progetto di una di queste su AT ) per poter fare un po’ di
pratica. Una settantina di metri liberi si trovano su ogni campo ed il modo di prendere al volo un piattello, una
volta imparata la tecnica, è alla portata di tutti.
Ascoltando i garisti si sente sempre più volte parlare di una certa “fatica” a seguire le gare classiche. La crisi
economica non aiuta certamente la gente a spostarsi, magari una famiglia intera, che per un giorno di gara si
trova a spendere anche oltre cento euro tra iscrizioni, pranzo, pedaggi, benzina, e quant’altro. Anche l’incremento
di Compagnie che aderiscono di anno in anno al circuito Roving, C.A.T. o similari, sembra indicare la voglia di
novità da parte degli arcieri tradizionali, la loro voglia di allargare gli orizzonti gara rispetto agli schemi federali
classici alcuni dei quali giudicati un po' monotoni.
L’ARCIERE TOSCANO
SOMMARIO
PAG....3 IL BOTTONE
PAG....9 RIPARAZIONE SAGOME 3 D
PAG....11 RISTORO
PAG....12 CALENDARIO GARE NOVEMBRE
PAG....13 IL BRUCIAPENNE ELETTRICO
Il“Bottone”
IlcosiddettoBottonechesichiamainrealtàCushionPlunger,letteralmente“pistone
smorzatore” è formato praticamente da un tubetto di metallo filettato cavo e
bloccabile tramite una ghiera per consentire la regolazione della sua sporgenza
all’internodellafinestradell’arco.Questofaràsichesipossadeterminareilgradodi
centershotdellafreccia,avvitandopiùomenoiltubicino.All’internodiquestoviè
un pistoncino a molla rientrante. La tensione della molla ( la resistenza che essa
offre) è regolabile tramite una seconda ghiera posta all’estremità esterna del
tubicino,regolabiletramiteduepiccolevitiabrugolalateraliedunaviteposteriore.
Vistadall’alto:Lazonaingialloindicalospessoredellafinestradell'arco
3
IlBottonehaduescopi:primo,permetteunafacileeveloceregolazionedell’angolo
dicentershot.
Ildifferentegradodicentershotconbottonemenoepiùavvitato
Secondo,regolalaresistenzaallapressionelateralechelafrecciaesercitadurantela
suaprima“pancia”dopoloscocco.
4
L’attodelrilasciarelacordasemplicementerilassandoladitamentreèunconcetto
sempliceseespressoaparole,inpraticaèpiuttostodifficiledaripetereinmaniera
costanteedugualeognivoltachelosicompie.Leggerevariazionidipressioneche
l’arcierepuòimprimereallafrecciadovutealsuomododiavvolgereleditaintorno
alla corda ed al modo di riaprirle al momento del rilascio probabilmente, anzi
sicuramenteinfluenzerannolospinedinamicodellafrecciaediconseguenzacome
lafrecciaaggireràilrisernelsuopercorsodiuscita.IlBottonenascequindiperpoter
minimizzare queste influenze che il rilascio con le dita giocoforza impartirà alla
freccia. Il bottone, assecondando o meno la flessione della pancia della freccia
assicureràun’uscitapiùpulita.IlBottonesiusapermigliorarel’uscitadellafreccia,
unafrecciachehagiàsubitotuttigliaggiustamenti,tagli,Tuning,calcolidelF.O.C.e
assemblaggi puntaͲimpennaggi per essere la freccia più performante per quei
determinati arco e arciere. È a mio avviso errato pensare che una freccia scoccata
con un arco tradizionale e che abbia un certo tipo di impatto dovuto al suo spine,
impatti in maniera del tutto opposta se tirata con un arco uguale ma dotato di
Bottone.Conquestovedràminimizzatiglisbandamentisualcunetraiettoriedovuti
alrilascio,masicuramentenontrasformeràl’impattodiunafrecciamorbida,piùo
meno spostato dal centro, in un impatto completamente opposto, da freccia
rigidissima,comesel’azionedelBottoneavessecompletamentecambiatolafreccia
stessa.Questoildiscorsosesiparladibottoniregolatiinmodostandard,certosesi
avvitacompletamenteunbottoneesicambiailcentershotportandoloaquellodi
unpalodavigna,allora…..
Come vedremo adesso, gli arcieri olimpici o da Targa, se li vogliamo chiamare
traducendo il termine anglosassone un po’ alla lettera, hanno un tuning specifico
peraggiustareilBottone.
ILTUNINGDELLACAMMINATAALL’INDIETRO(MetodoBerger)
Gli arcieri da Targa usano operare un tuning fine in aggiunta ai test della freccia
spennata o a quello dello strappo della carta; questo tuning prende il nome
dall’ideatore,VicBerger,unCampionediarcoolimpicodeglianni’70.
Eccoilprocedimento,chesidevefaresesièarcieridotatidiunadiscretacapacitàdi
tiroediripetizionedelgesto,conunarcodotatodimirinoounriferimentodimira
(lafreccia)comeperl’arconudo,conlefrecceimpennateeinunagiornatasenza
ventoomeglioancoraalchiuso.
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A) Si ha bisogno di un battifreccia molto alto o due paglioni uno sopra l’altro e
posizionare al centro di quello alto una visuale o un riferimento qualsiasi,
dopodichèsitendeuncordinoverticalepassanteperilcentrodeipaglioniodel
battifreccia.
B)Cisiposizionaalladistanzadi25metridalbersaglioesiregolailmirinopertale
distanzaolapresasullacordanelcasodegliarchinudiesitiranoalcunefrecce.
C)Senzacambiarel’altezzadelmirinoedilriferimentopresosullavisualesitirano
altrettantefreccepartendodalladistanzadi10mt.dalbersaglioconincrementi
di5mt.scoccandolesolitefreccefinoaraggiungere,sepossibilei50mt.
GLIIMPATTI
Quelli che seguono sono impatti schematizzati che potrebbero, nella realtà essere
leggermentediversi.Quiservonoperdareun’ideadiciòchesuccede.
Questiovviamentesarebberogliimpattidiunarcoconunbottoneperfettamentesettatosiacome
centershotchecomeammortizzazione
6
NelcasodiimpatticonquestaformailBottoneètroppoavvitatoall'internodellafinestra,ilgradodi
centershotèeccessivoespingelefreccesuunarottaversosinistra.Svitareeriportarelafrecciapiù
all'internodellafinestra
NelcasodiimpatticonquestaformailBottoneèpocoavvitatoelafrecciatroppoall'interno.
Comportarsialcontrariodelcasoprecedente
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NelcasodiquestiimpattilamolladelBottoneètropporigidaedeveessereammorbidita
Inquestocasolamollaètroppomorbida,lafrecciasiappoggiatroppoquindilamolladeveessere
indurita
CONCLUSIONI
Queste sono a grandi linee, per far conoscere questo accessorio, le funzioni del
Bottone.ComesipuònotareglieffettidelParadossopossonoevidenziarsinonsolo
neiprimimetridivolomaanchedopo.Quindiunaregolavalidaancheperisettaggi
piùsemplicidegliarchitradizionalisenzabottoneindicacheèinutilefareivariteste
tuningdelvolodiunafreccia,siaessaspennatachenon,apochimetri(5Ͳ7).Sesi
avranno invece impatti soddisfacenti a venti metri o più saremo certi di avere le
frecceadattealnostroarcoeperilnostrorilascio.
LucaVinci09_EOLO
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RIPARAZIONE SAGOME 3D
La riparazione e/o manutenzione delle sagome 3D è un problema che si pone, credo, in tutte
le Compagnie Fiarc.
Il costo delle stesse, specialmente se ci si orienta sugli ottimi prodotti provenienti da oltre
oceano, fa si che a volte si continuino ad utilizzare per l’allenamento informi “torsoli” che più
niente hanno del “selvatico” che in origine rappresentavano. Se si interviene per tempo con piccole
opere di restauro si può senz’altro prolungare di molto la vita dei nostri “balocchi”; il restauro è
vivamente consigliabile prima del periodo autunnale ed invernale quando, prima la pioggia, dopo il
gelo, faranno si che la sagoma da compatta ed elastica che era si trasformi in un materiale
estremamente spugnoso e friabile. Mi dicono che a volte anche le formiche fanno la loro in questa
“evoluzione della sagoma 3D” tendendo a trasformare la sagoma bucherellata in una enorme “città
per formiche”….comunque sempre meglio le formiche dei …calabroni perché pare sia successo
anche questo!
Io, appena entrato in Compagnia, mi sono da subito occupato del problema
manutenzione sperimentando vari prodotti e tecniche…non per niente il restauro è di casa…in casa
mia! Le sagome utilizzate in gara normalmente si rompono in ben determinati punti a seconda del
tipo di animale che rappresentano: i conigli perdono subito le orecchie mentre le oche, chiaramente,
…la testa; agli orsi in piedi si rompono i piedi, ai Bamby accucciati ed alle linci le orecchie,
ecc.ecc. Poi c’è il naturale deterioramento delle sagome utilizzate per l’allenamento, in questo caso
più accentuato nella regione spot ed infine c’è un altro fattore che contribuisce all’usura sagoma:
l’atto vandalico!
Proprio da quest’ultimo, l’atto vandalico, ho acquisito una certa esperienza nel ricostruire le
sagome molto danneggiate; questo dopo che un maledetto buontempone, o forse più di uno, un paio
di anni fa si divertì(rono) a tagliarcene ben cinque a colpi di machete.
Uno, un tasso era praticamente sbriciolato, un procione era decapitato ed affettato nel
mezzo, due cervi gruppo uno erano ridotti a quarti pronti per… appendere in macelleria ed una
volpe era uno spezzatino tipo puzzle!
Dopo una prima
“incazzatura-con-giramento-zone basse-tipo-mulino-a-vento”
accompagnata da auguri di attacco di diarrea, di emorroidi e “frignoli”vari (…dove potete ben
immaginarvi) rivolti all’autore/i dell’insano gesto, con l’aiuto di alcuni volenterosi raccogliemmo
tutto ciò che era possibile raccogliere ed invece di buttare via tutto mi ingegnai su come riparare “le
povere bestie”.
Il tasso era impossibile da rimontare visto anche lo stato della sagoma prima dello
sminuzzamento ma le altre erano state posizionate sul campo da poco per cui il materiale era molto
compatto ed i tagli abbastanza netti con poca perdita di materiale per sbriciolamento dello stesso.
In pratica si trattava di ricomporre un grande puzzle tridimensionale, bastava solo trovare un
adesivo adatto, un collante che oltre che “appiccicare” facesse opera di riempimento.
Dopo varie prove ho sperimentato una colla fluida monocomponente utilizzata per
incollaggi di mobili in legno od altro materiale, adatta anche per incollare oggetti che debbano
soggiornare in ambiente umido.
Per essere più chiari e non per fare pubblicità nominerò il prodotto da me utilizzato:
si parla del PATTEX PU UNIVERSAL (dove PU sta per PoliUretanica), colla ottima anche per
assemblare le due semiparti di freccia ottenute con l’apposito attrezzo con cui si riparano le frecce
in legno rotte.
Tale prodotto è venduto in flacone di colore giallo da 750 grammi dal costo di circa 20 euro,
io lo trovo presso un brico-center ma anche alcune mesticheria-ferramenta più fornite lo tengono nei
loro scaffali.
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Il collante in oggetto da i migliori risultati se utilizzato ad una temperatura ambientale di
almeno 20 gradi centigradi mentre diventa eccessivamente viscoso intorno ai 10 ed inutilizzabile
sotto ai 5, a quest’ultima temperatura addirittura non cala dal beccuccio del contenitore.
Alla giusta temperatura (20°) è molto fluida ed assai adatta a penetrare nei fori, buchi vari e
spaccature che normalmente si formano con l’intenso utilizzo delle nostre sagome 3D.
Altra caratteristica del prodotto, forse la più utile, è che in fase “di presa” (che avviene
utilizzando l’umidità ambiente o delle superfici sottoposte all’incollaggio) la colla aumenta di
volume similmente alle schiume poliuretaniche utilizzate per coibentazioni o riempimenti spazi
vuoti; non è che decuplichi il proprio volume ma aumenta decisamente di almeno una volta e mezzo
il volume iniziale dando luogo ove libera di espandersi ad un corpo spugnoso ma assai tenace e
soprattutto non tendente a sbriciolarsi come invece accade con le schiume.
Inoltre il prodotto risulta eccezionale per incollare il materiale sintetico che costituisce i
nostri 3D, per rincollare orecchie, piedi, e teste mozze penso sia insuperabile.
Dovendo procedere al restauro di una sagoma consunta dal normale utilizzo (….conviene
non aspettare che, come spesso accade, essa sia divisa in due…semisagome!) occorre prima di tutto
dare una pulitina da eventuali residui di terra o sporcizie boschive varie, poi con un vaporizzatore
(tipo quelli per spruzzare le piante da appartamento o per inumidire la biancheria prima della
stiratura) si inumidisce leggermente la superficie su cui si opererà; si posiziona la sagoma in modo
che la superficie da ricreare sia il più possibile parallela al piano orizzontale, si prende il flacone di
collante e grazie al tubetto in dotazione si fa percolare il liquido viscoso nei fori, buchi e spacchi.
ATTENZIONE: questo lavoro va fatto per passaggi successivi, la prima volta distribuire una
piccola dose di colla in ogni foro o spaccatura, quindi si attendono un paio d’ore e si procede con
una nuova “passata” e si lascia il tutto riposare fino al giorno successivo.
Il collante grazie all’acqua che abbiamo vaporizzato catalizza e gonfia, se alla seconda
“passata” esageriamo con la quantità il risultato sarà che tracimerà dai fori e trasformerà la nostra
sagoma in una “frittella” informe! Per ovviare a questo conviene procedere con piccole dosi di
prodotto in più volte, comunque se esagerate non sarà la fine del mondo perché una volta finito il
processo d’indurimento è facile rilavorare la superficie con trincetti, raspe e carta abrasiva.
Ripristinata una faccia se ve ne è bisogno si capovolge e si passa al retro oppure al sopra ma
sempre per successivi piccoli passaggi.
Nel caso di grossi danneggiamenti io solitamente opero la ricostruzione utilizzando materiali
di riempimento quali polistirolo ad alta densità o parti di altre sagome 3D troppo danneggiate ed
economicamente non conveniente riparare (..la colla costa circa 20 euro a flacone e per ricostruire
la superficie di una sagoma gr.2 “normalmente” usurata ne occorre almeno un flacone intero per cui
in casi di grosse ricostruzioni su sagome magari già riparate conviene valutare se intervenire o
…buttare).Una volta carteggiate le superfici si incidono se occorre le linee di spot e superspot
utilizzando un normalissimo saldatore elettrico per stagno ed infine si può passare alla colorazione
con acrilici da dare a pennello od a spruzzo.
So che esistono altre colle con caratteristiche simili a quella che utilizzo io, un amico me ne
ha regalato un flacone di una venduta solo per utilizzo industriale ( lui costruisce ed assembla
cucine), ha un aspetto differente in quanto grigia invece che giallina ma sia il metodo di utilizzo sia
i risultati sono i medesimi.
Per finire un consiglio per “ripulirsi” le mani che sicuramente vi impiastrerete di colla:
lasciate perdere l’acetone, funziona benissimo ma altrettanto bene funzionano acqua calda (molto
calda) unita a bruschino da unghie e sapone di Marsiglia in panetti…basta avere un po’più di
pazienza; se invece vi capita di far cadere il collante su vestiti o sulle preziose superfici di
casa….niente paura, non tentate assolutamente di rimuovere il prodotto ma lasciatelo catalizzare,
una volta indurito sarà più facile staccarlo sotto forma di “frittella”….sempre che vostra moglie vi
dia la possibilità di attendere il tempo occorrente!
Luca Bini 09EOLO
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Ristoro!
DOLCE DEL MATTINO
METTETE IN UNA CIOTOLA 3 UOVA, 1 VASETTO DI YOGURT BIANCO DA 125 GR
USANDO IL VASETTO DELLO YOGURT COME MISURINO AGGIUNGETE 2
VASETTI DI ZUCCHERO, 3 VASETTI DI FARINA, 1/2 VASETTO DI OLIO DI SEMI,
1 BUSTINA DI LIEVITO VANIGLIATO.
MISCHIATE ENERGICAMENTE FINO A QUANDO SI COMINCERANNO A FORMARE DELLE
BOLLE IN SUPERFICE.
ADESSO POTETE AGGINGERE TUTTO QUELLO CHE VI FA GOLA, FRUTTA SECCA, NOCI, MAN
DORLE ,PINOLI, UVETTA, FRUTTA FRESCA, CIOCCOLATA.
IO ADORO LA VERSIONE ANANAS FRESCO, MA VA BENE ANCHE QUELLO SCIROPPATO,
TAGLIATO A TOCCHETTINI E AGGIUNTO ALL’IMPASTO INSIEME AD UNA BARRETTA DI
CIOCCOLATO FONDENTE SBRICIOLATA.
VERSARE IN UNA TEGLIA COPERTA DA CARTA FORNO E DECORARE LA SUPERFICIE CON
FETTE DI ANANAS. INFORNARE IN FORNO GIÀ CALDO A 180° PER CIRCA 30 MINUTI O
FINO A QUANDO LA SUPERFICIE RISULTI BEN DORATA.
LUCA VINCI 09_EOLO
11
CALENDARIO GARE NOVEMBRE
FIARC
ROVING
15/11 09_ROSE
(BATTUTA)
09_EOLO
DOMENICA
22/11 ASSEMBLEA
REGIONALE
DOMENICA
29/11 09_REDS
(PERCORSO)
DOMENICA
LAM
12
CAT
ILBRUCIAPENNEELETTRICO
Ecco qua un facile brucia penne da costruire in casa. Una piccola assicella di legno di cm
20x25x1 come base; due listelli 1,2x25x0,5; un listello rettangolare per ogni profilo di
pennachevogliatericavaredi2,5x18x1,5;dueblocchettidilegnodi5x6,5x1,5.Servonopoi
un trasformatore elettrico che vedremo poi, due pezzi di cavo elettrico, due morsetti a
“coccodrillo”,unvarialucedipotenzafinoa500Wconpresadicorrente.Delfilamentoda
resistenze (nichelcromo) o termoǦtraforo da modellismo se possibile di 0.70 mm di
diametro
Vi occorrono poi tante coppie di viti, dadi, rondelle e galletti in ottone quanti saranno i
profilidifrecciachevorretesagomare.
La preparazione più lunga
riguarda proprio il porta
filamenti e quindi cominciamo
senz’altro da questo. Prendete i
vostrilistelliquadratiefatedue
fori passanti leggermente più
piccoli dello spessore delle viti
che avete scelto. Da uno dei lati
del listello fate due accecature
sui fori in modo di poter far
entrareall’internoanchelatesta
delle viti, dopodiché avvitatele
dentro.
Ladistanzatraiforisaràall’incirca
quella della lunghezza della penna
che vorrete ottenere. Su ognuna
delle due viti, avviterete un dado,
due rondelle e un galletto, o un
galletto, le rondelle e un altro
galletto.
Unavoltasistemateconquestosistemalebasichevioccorrono,fatecondelcartoneodel
legno dei modelli con il profilo delle penne che desiderate. Paraboliche, scudo, banana
ecc.ecc. su questi modelli piegate il filamento in modo che assuma la forma desiderata e
piegatene all’indietro circa 5/6 cm per parte. Questo tratto andrà bloccato con i galletti
sulleviti.
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Perprepararelabaseinchiodatealsuobordo,daunaparteedall’altradellatolungoidue
blocchetti uno dei quali avrete precedentemente tagliato a “V” ( A ) mentre l’altro, alla
stessa altezza della gola della V, avrete dotato di una accecatura fatta con una punta da
trapano del diametro della vostre cocche ( B ). Prendete delle misure in modo che gli
appoggi per la freccia su questi blocchetti la facciano essere alla stessa altezza del
filamentodinichelcadmioopocopiùinalto.
Ai lati della base del porta filamento incollate i due listellini bassi ( C e D ) in modo che
facciano da guida al porta filamenti che sarà così spostabile in direzione destraǦsinistra
perfareunabruciaturaprecisanelcasochelepennevenganoincollateadistanzediverse
dallacocca.
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Vediamoadessolaparteelettrica.
Serve un trasformatore da
lampade con le caratteristiche
che
potete
vedere
nella
fotografia. Ad esso dovrete
collegare i due fili elettrici
all’estremità dei quali fisserete i
contatti a “bocca di coccodrillo”.
L’avvolgimentodifilodirameche
sporgerà dalla guaina dovrà
essere isolato con del nastro
isolantedaelettricista.
A questo punto siamo quasi in dirittura d’arrivo. Avvitate il trasformatore alla base, la
spina va collegata al variatore di tensione e questo alla presa di corrente. I contatti a
coccodrillovannoapplicatiallevitidiottoneedilbruciapenneèpronto.
Preparate le penne che monterete
tagliandole dalle penne a tutta
lunghezza. Tagliatele alla misura che
usate solitamente, 3Ǧ4Ǧ5 pollici e con un
paio di forbici riducete anche
grossolanamente un po’del’altezza della
penna e ciò che sporge dalla parte
posteriore.
Una volta incollate le penne appoggiate la freccia ai blocchetti di appoggio con la cocca
nell’accecatura e l’asta appoggiata nel blocchetto a V. Regolate, facendolo scorrere, il
supportoconilfilamentoinmododaposizionarloconlasuaestremitàsinistraallaparte
posterioredellapenna.Ruotatediunpocol’astainmodocheilfilamentositrovitradue
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delle penne e agite sul variatore di tensione fino a quando il filamento diventa
incandescente.
Tornate appena un po’
indietro con il cursore
delvariatoreinmodoche
ilfilamentononsiadiun
aranciotroppobrillante.
A questo punto ruotate
tra le dita l’asta della
freccia facendo passare
le penne sul filamento
fino a quando non
saranno tagliate dal
calore.
Ruotatelentamentemacondecisione,senzasoffermarelapennapiùdelnecessarioa
contattodelfilamento.
LUCAVINCI09_EOLO
16