2° parte
Nematodi ectoparassiti
Alba Cotroneo – SFR - Torino
Danni da Macroposthonia
Gracilacus audriellus
Rotylenchus
estremità posteriore
di un maschio
Rosetta a foglie
saliciformi del pesco
SLRV
TRASMISSIONE VIRALE
Quando un nematode si nutre sulle radici di una pianta infetta da virus, ingerisce il
protoplasma cellulare con le particelle virali in esso contenute. Questo è comune a molte specie
di nematodi fitoparassiti, con stiletti strutturalmente diversi fra loro, tuttavia la capacità
vettrice è riservata a poche specie di Longidoridae e Trichodoridae.
Il processo di trasmissione, infatti, è il risultato di un complesso di interazioni tra
VIRUS- PIANTA OSPITE- NEMATODE VETTORE
ognuno dei quali è soggetto a particolari condizioni ambientali che possono influire sulla
trasmissione stessa e sulla sua efficenza.
La trasmissione con nematodi è strettamente correlata alla natura della proteina che
costituisce il rivestimento esterno delle particelle virali.
XIPHINEMA AMERICANUM
Piante ospiti: FRAGOLA, FRUTTIFERI e altre per le quali esiste il
pericolo di trasmettere virus
Diffusione: MOLTO DIFFUSO, è difficile il riconoscimento
della specie “SENSU STRICTO”.
La suddivisione in un complesso di specie rende poco
affidabile la classificazione antecedente X. americanum
“SENSU LATO” costituita da un complesso di 7 specie
di cui 5 segnalate come probabili vettori di virus:
X. AMERICANUM s.s. - AMERICA DEL NORD.
X. CALIFORNICUM
X. BREVICOLLE - presente anche in Italia
X. DIFFUSUS
X. RIVESI
X. PACHTAICUM
Dispersione: TERRA CHE ACCOMPAGNA I VEGETALI
Vettore efficace di NEPOVIRUS
Tomato Ring Spot virus
Tomato Ring Spot virus
Cherry rasp leaf virus
Nematodi vettori di virus che infettano la vite: gen. Xiphinema
Nematode
Virus
Xiphinema index
GFLV
Xiphinema diversicaudatum
ArMV
SLRV
Xiphinema italiae
GFLV (?)
Xiphinema vuittenezi
GFLV (?)
GCMV (?)
Xiphinema americanum
PRMV
TRSV
TomRSV
Xiphinema californicum
TomRSV
Xiphinema rivesi
TomRSV
Longidorus sp.
Nematodi vettori di virus che infettano la vite: gen. Longidorus e
Pralongidorus
Longidorus apulus
AILV
Longidorus fasciatus
AILV
Longidorus elongatus
RRV
TBRV
Longidorus macrosoma
RRV
Longidorus attenuatus
TBRV
Paralongidorus maximus
RRV
Longidorus diadecturus
PRMV
BURSAPHELENCHUS XYLOPHILUS
Piante ospiti: PINUS (38 specie) - ABIES- CEDRUS - LARIX
Diffusione:
STATI UNITI - CANADA - GIAPPONE
Sintomi: Ingiallimento ed appassimento degli aghi, cessazione della
produzione di essudati oleoresinosi.
Disseccamento della parte apicale degli alberi che poi
muoiono.
INSETTI VETTORI : Momochamus alternatus e M. carolinensis
mutator, scutellatus, titillator
(COLEOTTERA: CERAMBYCIDAE)
21 specie di cerambicidi
1 genere di buprestidi
2 specie di curculionidi
I nematodi si nutrono delle cellule epiteliali dei canali resiniferi determinando la morte del
parenchima e dopo 2-3 settimane dall’infestazione compaiono i primi sintomi.
La popolazione decresce con il progredire del deterioramento dell’albero.
1
Bursaphelenchus xylophilus
1 femmina, estremità anteriore;
2 femmina, cada arrotondata;
3 femmina, flap;
4 maschio, estremità posteriore, spicole e
bursa.
3
Bursaphelenchus xylophilus capo
Dimensioni
Femmina da 0,71 a 1,01 mm
4
2
Maschio da 0,59 a 0,82 mm
Larve durevoli di B. xylophilus nelle trachee
di un’antenna di M. alternatus (da Enda &
M am iya, 1984)
Le larve possono stazionare
nel corpo dell’insetto per
10-40 giorni abbandonando
il cerambicide appena
questi ha raggiunto il
ramoscello su cui si nutre.
Campionamento
CAMPIONAMENTO DEL TERRENO
I fattori climatici possono avere un notevole peso sull’entità delle
popolazioni le quali risentono molto dei repentini sbalzi di
temperatura.
Eccesso di umidità
Diminuzione del contenuto di O2
essendo aerobi i nemtodi, viene
condizionata la schiusura delle
uova e la muta delle larve
Difetto di umidità
Approffondimento eccessivo
o stato di anabiosi
non rilevabili con le analisi
I fattori ecologici che influenzano i nematodi, con ripercussioni sulla dinamica
delle loro popolazioni sono soprattutto di natura
FISICA
tessitura
struttura
contenuto idrico del terreno
BIOLOGICA
attrattivi radicali
(possono emetterli anche piante non ospiti)
PIANTE OSTILI
MEZZI DI DIFESA
MEZZI AGRONOMICI
ROTAZIONI
PIANTE ESCA
PIANTE RESISTENTI
LAVORAZIONI
MEZZI AGRONOMICI
E’ possibile limitare i danni provocati dai nematodi facendo ricorso ad operazioni relativamente smplici e poco
costose:
•
LAVORAZIONE DEL TERRENO: si tende ad uccidere i nematodi poco resistenti al disseccamento ed al
calore.
- Quando praticabile: alternare la sommersione e l’essiccamento dei campi ad un mese di distanza
•
USO DI CONCIME ORGANICO BEN MATURO: da un lato migliora lo sviluppo vegetativo delle piante, che
possono in tal modo tollerare meglio l’infestazione; dall’altro favorisce:
- il moltiplicarsi dei nemici naturali
- un accumulo, nei meati del terreno, di anidride carbonica che inibisce l’attività biologica dei nematodi
• LOTTA CONTRO LE ERBE INFESTANTI: la spiccata polifagia dei nematodi potrebbe trovare in tali erbe
gli ospiti su cui alimentarsi e riprodursi.
• ASPORTAZIONE E DISTRUZIONE DI TUTTI I RESIDUI VEGETALI: per eliminare ogni possibile fonte
di alimentazione e diffusione dei nematodi.
• AVVICENDAMENTO: tranne rare eccezioni è complicato per la vasta cerchia di piante ospiti che hanno i
nematodi.
MEZZI FISICI
ACQUA CALDA
VAPORE
SOLARIZZAZIONE
MEZZI CHIMICI
NEMATOCIDI
SPECIFICI
FUMIGANTI
• BROMURO DI METILE
(Dismesso nel 2008 in Italia e nel 2009 nel resto
d’Europa)
• 1,3DICLOROPROPENE
• CLOROPICRINA
• DAZOMET
• METAM SODIUM
• METAM POTASSIUM
•
•
•
•
•
•
ETOPROFOS
FENAMIFOS
FOSTHIAZATE
OXAMIL
Azadiractina
Paecilomyces lilacinus
Revisione
europea
Scadenza
Scadenza
autorizzazioni utilizzo
Sostanza attiva
Gruppo chimico
1,3 DICLOROPROPENE
Aloidrocarb uri
22/11/2010
22/11/2010
CLOROPICRINA
Aloidrocarb uri
31/12/2011
31/12/2012
DAZOMET
Tiadiaz ine
31/12/2011
31/12/2012
METAM POTAS S IO
METAM S ODIO
ditiocarb am m ati
ditiocarb am m ati
31/12/2014
31/12/2014
31/12/2014
31/12/2014
AZADIRACTINA
ES TRATTO D'AGLIO
ETOPROFOS
FENAMIFOS
FOS THIAZATE
IPRODIONE
OXAMIL
PAECILOMY CES LILACINUS
Prodotti naturali
Prodotti naturali
Fos forganici
Fos forganici
Fos forganici
Fenilam m idi
Carb am m ati
Microrganis m i
31/12/2011
31/12/2012
LOTTA AI NEMATODI DELLA VITE
• IMPIANTO DI UN VIGNETO IN UN TERRENO CHE NON ABBIA MAI OSPITATO LA VITE O
OSPITI DI VIRUS DELLA VITE
a) Nematodi fitoparassiti assenti: impianto immediato senza trattamenti
b) Nematodi fitoparassiti presenti: trattamento in pre-impianto con 150-200 kg/ha di D.
c) Nematodi vettori presenti: trattamento in pre-impianto con 350-400 kg/ha di D o coltivazione per 3 anni di
graminacee o medica.
• REIMPIANTO
a) assenza di nematodi vettori: trattamento in pre-impianto con 250-350 kg/ha di D o coltivazione per 3 anni di
graminacee o medica
b) presenza di vettori: fumigazione con 500-600 kg/ha di D oppure coltivazione per 3 anni di graminacee o
medica + trattamento in pre-impianto con 350-400 kg/ha di D
c) coltivazione per 7 anni di graminacee o medica
Difesa biologica
MEZZI BIOLOGICI
•FUNGHI
•NEMATODI PREDATORI
•PIANTE BIOCIDE
Biofumigazione
•Brassicacee
•La più utilizzata è B. juncea
Agiscono principalmente contro numerosi
funghi responsabili della “stanchezza del
terreno”
Azione secondaria contro i nematodi e solo
quando questi si trovano, al momento
dell’interramento negli strati superficiali del
terreno.
Biofumigazione
• Prodotti di degradazione dei glucosinolati (isotiocianati, nitrili ecc)
• A seguito di trinciatura la loro produzione inizia immediatamente
e raggiunge il picco nelle prime 12 ore e si esaurisce nell’arco di 48
ore.
• Rapido interramento delle piante appena trinciate per evitare la
dispersione dei composti biofumiganti.
• Più pratico si è rivelato l’uso di pellett
• Insieme all’azione biofumigante, i pellett esercitano un’azione
fertilizzante e fitostimolante
• Si sta valutando la possibilità di utilizzare altre famiglie di piante
dotate di attività biologica per evitare un eccessivo uso di
Crucifere
•L’ifa fungina forma un
appressorio e penetra il
corion dell’uovo grazie alla
formazione di alcuni enzimi
quali proteasi e chitinasi
•La sola attività nematocida si
basa sul parassitismo, in
quanto non è stata verificata
la produzione di alcuna
tossina
Intrachem
•Le ife dell’antagonista
possono penetrare anche gli
stadi infettivi dei nematodi o
le femmine sedentarie
attraverso le aperture naturali
del corpo o direttamente
senza la formazione di un
appressorio
•P.lilacinus uccide il
nematode nutrendosi del suo
contenuto corporeo
Foto Intrachem