L’acqua quale bene comune fondamentale per la vita 2016 L’acqua: madre e matrigna In tutte le culture e in tutte le civiltà del passato l’acqua è da sempre considerata il principio primo, fonte e scaturigine della vita . Ma l’acqua, portatrice di vita, può talvolta anche distruggerla attraverso i disastri naturali: alluvioni, inondazioni, maremoti causano difatti tremendi disastri per l'ambiente e per la popolazione. L’ acqua è stata qui trattata sia come fonte di vita che come potenza distruttrice. Noi di Vulcani e Ambiente abbiamo pertanto riprodotto tre differenti sistemi e fenomeni legati al lavorio dell’acqua: un sistema carsico, che rappresenta il volto “buono” dell’acqua; due modellini di versanti con rapido innesco di frane, in cui l’acqua agisce come fattore scatenante; un modellino di zona costiera investita da un’onda di tsunami, in cui l’acqua è il mezzo perturbato che produce l’onda anomala. Il sistema carsico Con il termine carsismo si intendono tutti quei fenomeni morfologici, idrogeologici, superficiali e sotterranei, legati alla dissoluzione delle rocce carbonatiche da parte delle acque meteoriche. PROCESSO DI DISSOLUZIONE CARSICA CO2 + H2O + CaCO3 (carbonato di calcio) Ca (HCO3)2 (bicarbonato di calcio) Il sistema carsico: Forme superficiali Doline Polje Karren o campi solcati Karren carsici o campi solcati Polje di Piano (Madonie) Vaschette diBattaglia corrosione (Carso) Vaschette di corrosione Il sistema carsico: Forme sotterranee Grotte Stalattiti Stalagmiti Perle di grotta Il sistema carsico: Materiale per il modellino Per realizzare il sistema carsico abbiamo utilizzato: - 1/2 pannelli di polistirene espanso, dimensioni 1000mm x 500 mm x 20 mm (per la struttura) - taglierino o tagliapolistirolo (per tagliare il polistirene) - viti (varie misure, per attaccare i vari pezzi di polistirene) - acetone (per modellare il paesaggio) - colori a tempera - alberelli decorativi - motorino per il ricircolo dell’acqua (facoltativo) - colorante azzurro per alimenti, tubicino di plastica e vaschetta plastica Il sistema carsico: Realizziamo il modellino 1. 2. 3. 4. 5. Tagliamo un pannello di polistirene con il taglierino o tagliapolistirolo in modo da avere un pannello più piccolo quadrato. Tagliamo altri due pannelli di polistirene di dimensioni minori rispetto alla nostra base, che attaccheremo con le viti uno in verticale rasente ad uno spigolo della base del sistema, e uno sopra quest’ultimo, in orizzontale, per creare una tettoia. Al pannello orizzontale attacchiamo sempre con le viti un pannello obliquo che fisseremo alla base con un’altra vite, in modo da creare un versante inclinato. All’interno del vano che abbiamo creato costruendo la nostra “tettoia” con i pannellini, impiliamo uno sull’altro dei piccoli parallelepipedi di polistirene tenuti insieme dalle viti e inseriamoli qui dentro, fissandoli bene. Questa diventerà la nostra grotta carsica. Modelliamo il versante e il paesaggio con l’aiuto del taglierino e del tagliapolistirolo per renderlo più “reale”. Il sistema carsico: Realizziamo il modellino 6. Con l’acetone simuliamo la dissoluzione dei calcari sul polistirene, creando una dolina superficiale, karren di erosione, la nostra grotta carsica con stalattiti e stalagmiti, e la sorgente sul versante inclinato, che alimenta un piccolo lago a valle.La circolazione dell’acqua, che entra dall’inghiottitoio, arriva in grotta, attraverso il tubicino passa nella vaschetta e da questa alla sorgente che alimenta il lago, può essere realizzato ricaricando il sistema manualmente oppure tramite un motorino. 7. Completiamo colorando il paesaggio con le tempere ed inserendo alberelli decorativi e muschio sintetico. Il sistema carsico: Diamo i nomi alle forme DOLINA. Depressione generalmente circolare con diametro max di 500 metri. Si originano per dissoluzione chimica su rocce molto fratturate o per crolli delle volte di grotte sotterranee. INGHIOTTITOIO. Canale di collegamento tra la superficie e il sottosuolo, formatosi per dissoluzione chimica sul fondo delle doline. GROTTA. Forme carsiche sotterranee a sviluppo verticale (pozzi) e orizzontale (gallerie). KARREN. Microforme di carsismo superficiale. Tra questi scannellature, solchi o docce, crepacci carsici e vaschette di corrosione. Troppo piccoli per la scala della foto. Dissesto idrogeologico: le frane Il dissesto idrogeologico è l'insieme di quei processi morfologici che hanno un'azione distruttiva sul paesaggio, come frane e alluvioni. Per frana si intende un movimento superficiale o profondo, rapido o lento, di masse rocciose o detritiche lungo un versante, come effetto prevalente della forza di gravità. TIPI DI FRANE : differenti a seconda del tipo di roccia Dissesto idrogeologico: le frane I principali fattori che influenzano la franosità sono: • fattori geologici, ovvero caratteri strutturali (faglie e fratturazione), alternanza fra rocce con caratteristiche differenti, degradazione, alterazione, eventi sismici e vulcanici; • fattori morfologici, ovvero pendenza dei versanti; • fattori idrogeologici, ovvero circolazione idrica superficiale e sotterranea, entità e distribuzione della pressione dell’acqua nelle rocce; • fattori climatici e vegetazionali, ovvero alternanza di lunghe stagioni secche e periodi di intensa e/o prolungata piovosità, disboscamenti e incendi; • fattori antropici, ovvero scavi e riporti, disboscamenti e abbandono delle terre. FRANE : quanto contribuisce l’uomo? L’utilizzo selvaggio del suolo e la sua impermeabilizzazione tra le principali cause di disastri idrogeologici LE FRANE: REALIZZIAMO I MODELLINi Per realizzare due versanti in frana abbiamo utilizzato: - 1 pannello di polistirene espanso, dimensioni 1000mm x 500 mm x 20 mm - taglierino o tagliapolistirolo (per tagliare il polistirene) - silicone (per attaccare i vari strati di polistirene) - colla vinilica - colori a tempera - muschio sintetico - sabbia cinetica Le frane: realizziamo I modellini 1. Tagliamo un pannello di polistirene con il taglierino in modo da avere otto pannelli più piccoli rettangolari, della lunghezza di qualche decina di cm. 2. Attacchiamo insieme quattro pannelli utilizzando del silicone a pistola, pressandoli uno contro l’altro e facendoli asciugare, e poi gli altri quattro, in modo da avere due modellini differenti. 3. Con il taglierino o con il tagliapolistirolo, lavorare separatamente i due modellini, in modo tale da averne uno a gradoni e l’altro a “scivolo”: i due modelli ci serviranno per innescare una frana di crollo in roccia compatta (sistema a gradoni) e una di scorrimento o colamento in rocce tenere come le argille (sistema con superficie liscia). 1 2 3 4 Le frane: realizziamo I modellini 4. Colorare con le tempere i due modellini soltanto nella parte centrale (i gradoni nel primo modello, lo scivolo nel secondo) ed attendere l’asciugatura. Spennellare il resto della superficie con colla vinilica e posizionarvi sopra il muschio sintetico, avendo cura di coprire tutte le zone bianche. 5. Attendere qualche ora l’asciugatura completa. Adesso non ci resta che prendere un pugno di sabbia cinetica, posizionarla sul bordo delle scarpate di entrambi i modellini ed innescare le nostre frane! L’energia distruttiva dell’acqua: gli tsunami Tsunami (in italiano maremoto) è una parola giapponese che significa “onda del porto”. Questo termine indica una serie di onde anomale, generate solitamente da terremoti sottomarini, che si abbattono come giganteschi muri d'acqua sulle coste, distruggendo tutto ciò che incontrano. Possono toccare i 30 metri di altezza e viaggiano a forte velocità in mare aperto, raggiungendo anche i 700-800 Km/h. La maggior parte degli tsunami (circa l’86%) si verifica nell’Oceano Pacifico a seguito di terremoti lungo le zone di collisione tra placche tettoniche, ma negli ultimi 350 anni circa il 14 % degli eventi ha avuto origine nel nostro Mar Mediterraneo. H L’energia distruttiva dell’acqua: gli tsunami Principali cause di uno tsunami: • terremoti sottomarini • eruzioni vulcaniche • frane sottomarine • impatti meteoritici • esplosioni sottomarine Le onde di tsunami viaggiano come navi super veloci, attraversando gli oceani. Nell’immagine a destra, la propagazione dell’onda di tsunami generata dal terremoto di magnitudo 8.7 di Sumatra (Indonesia) del 2012. Seguiamo il viaggio dell’onda dopo 3 ore dalla sua formazione e nelle 27 ore successive (quando arriva sulla costa orientale degli Stati Uniti). Tsunami e monitoraggio Italia (quindi Sicilia) a grande rischio tsunami! Il primato del più catastrofico tsunami del Mediterraneo, avvenuto in tempi storici, va al terremoto di Creta del 365 d. C. Un esempio recente di tsunami non sismico è quello di Stromboli del 30 dicembre 2002, causato dal crollo, in gran parte sottomarino, del materiale eruttivo accumulato lungo la Sciara del fuoco. Nella sala di monitoraggio sismico dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), diventerà operativo proprio da quest’anno il Centro italiano di allerta tsunami (Cat-Ingv). Il suo compito sarà quello di selezionare i terremoti in grado di provocare un maremoto e allertare immediatamente la Protezione Civile. Tsunami: realizziamo Il modellino Per realizzare un’onda di maremoto abbiamo utilizzato: - 1 lamina in plexiglas (100 cm x 50 cm) per costruire la vaschetta in plexiglas(100cm x 15 cm x 18 cm) ed un’altra lamina in plexiglas (15cmx16cm) da fissare al fondo della vasca - 1 barretta cilindrica in plexiglas (1 cm di diametro x 40 cm di lunghezza) - acetone puro - silicone per plexiglas - detersivo piatti, colore blu - cerniera in metallo e viti per il fissaggio - polistirene per realizzare la costa - tagliapolistirolo e trapano elettrico Tsunami: realizziamo Il modellino 1. Per prima cosa costruiamo la vasca. Se ne abbiamo già una stretta e lunga, trasparente e a grande tenuta possiamo tranquillamente utilizzarla, altrimenti la costruiamo noi! Prendiamo dei fogli in plexiglas e versiamo sugli spigoli qualche goccia di acetone, che li ammorbidisce rendendoli plastici. Pressiamo uno spigolo contro l’altro e attendiamo che i due fogli si saldino formando un angolo di 90°. 2. Ripetiamo l’operazione con gli spigoli dei vari fogli, ottenendo così una vasca in plexiglas, a tenuta stagna ed in grado di reggere il peso dell’acqua (o del detersivo per piatti), e il cui movimento ci permetterà di riprodurre l’onda. Tsunami: realizziamo Il modellino 3. Modelliamo con il tagliapolistirolo un foglio di polistirene in modo da fargli assumere le sembianze di una costa e fissiamolo ad una delle pareti strette della vasca. 4. Poniamo la lamina di plexiglas piccola internamente alla vasca e fissiamola al fondo della stessa con una cerniera e delle viti. A questo punto attacchiamo con l’acetone la barretta in plexiglas alla lamina e muoviamola su e giù, simulando così lo spostamento del fondale marino ed innescando l’onda di tsunami.