GIORDANO BRUNO:
VITA:
Giordano Bruno fu l’emblema del libero pensiero, e proprio per difendere le proprie teorie venne
bruciato sul rogo. Bruno nacque a Nola nel 1548, studiò a Napoli e divenne sacerdote. La sua vita fu
caratterizzata da numerosi spostamenti, dovuti ad un’inquietudine che lo portarono ad esprimere teorie
in contrapposizione con le fonti ufficiali.
Insegnò a Parigi e Tolosa e successivamente si trasferì a Oxford (1583-1589), sede di una prestigiosa
università caratterizzata dalla cultura scolastica.
Qui entrò in contrasto con i maestri ed in questo periodo di dispute, scrisse molti testi in volgare,
raccolti nei “Dialoghi Italiani”.
A causa delle violente discussioni, Bruno fu costretto a lasciare Oxford, si trasferì a Parigi e poi in
numerose città tedesche. In Germania scrisse le “Opere Latine”.
Nel 1591, su richiesta di Mocenigo, un nobile veneziano, tornò in Italia.
Poco più tardi, fu proprio Mocenigo ad accusare Bruno di eresia davanti al tribunale dell’Inquisizione ed
in seguito a questo episodio, iniziò la lunghissima vicenda del processo.
Nel 1593 Bruno venne trasferito a Roma e il processo durò per più di sette anni, fino al 1600, quando il
filosofo morì.
Nei primi anni del processo, Bruno sembrava disposto a ritrattare le sue teorie, ma poi mantenne la sua
posizione e venne bruciato sul rogo.
IL SENSO MAGICO DEL CONOSCERE:
L’originalità di Bruno consiste nel fatto che egli cercò di fondere insieme elementi diversissimi, infatti
nella sua filosofia sono presenti elementi del neo-platonismo, della filosofia cristiana e della tradizione
magico-ermetica.
Una delle più importanti studiose di Bruno, la Yates, nell’opera “Giordano Bruno e la tradizione
ermetica” del 1965, sottolinea proprio l’aspetto magico religioso della sua filosofia e lo definisce
addirittura come un mago egizio,valorizza questa tradizione per dare una spiegazione più armonica per
chiarire alcuni aspetti del pensiero di Bruno.
I primi scritti di Bruno sono dedicati alla mnemotecnica, l’arte del ricordare, “De Umbris Idearum”(Le
ombre delle idee).
Secondo Bruno, nella mente dell’uomo si possono rispecchiare tutte le caratteristiche della realtà,
infatti la memoria viene definita come lo specchio del mondo che ci circonda.
Le idee sono immagini e modelli della realtà, che la mnemotecnica ha il compito di imprimere nella
memoria. Queste idee sono però idee magiche che rispecchiano le idee di Dio.
Avendo le idee di tutte le cose, l’uomo è in grado di trasformare la realtà, ecco perché sapere è potere.
Avere le idee significa portare nella mente un riflesso dell’universo.
LA COSMOLOGIA:
Nel periodo trascorso ad Oxford, Bruno, in seguito ad una riflessione filosofica, esprime delle
considerazioni sull’universo, che sono spesso in contrasto con la Chiesa cattolica:
- approva la teoria eliocentrica: il sole al centro dell’universo, (richiamo alla cultura egizia , che
venerava il dio sole).
- afferma l’infinitezza del cosmo.
Queste affermazioni che hanno un riscontro scientifico hanno nel pensiero di Bruno una spiegazione
filosofica.
La cosmologia di Bruno chiama in causa il rapporto tra Dio e universo.
MENS SUPER OMNIA
è trascendente e assolutamente
inconoscibile.
DIO
causa prima
e principio primo
MENS INSITA OMNIBUS
è immanente, coincide con l’universo
ed è vita-materia infinita.
Dio è la causa prima di tutte le cose, ma può essere considerato sotto due aspetti, cioè come:
- Intelligenza sopra tutte le cose:
Dio è trascendente, è al di là di tutte le cose ed è per noi inconoscibile.
Di Dio, in quanto mens super omnia, non sappiamo assolutamente nulla (es. conoscere una statua,
non significa conoscere necessariamente anche lo scultore).
È un Dio della fede, di cui la filosofia naturale non può dire nulla (tentativo di salvare la
trascendenza di Dio).
Bruno identifica Dio con l’universo.
- Intelligenza inscritta dentro tutte le cose:
Dio è l’anima del mondo, il principio che da forma e vita a tutto l’universo, che lo rende animato
e quindi la ragione di tutta la realtà. L’essere di Dio coincide con l’essere del mondo.
L’universo è vivo e animato (posizione panteistica, che ha portato Bruno alla condanna a morte).
Nel cristianesimo l’essere supremo era infinito ed immutabile, mentre l’essere creato era finito e
mutevole. L’uomo partecipava quindi della perfezione di Dio, attraverso un rapporto analogicopartecipativo.
Nella filosofia di Bruno Dio coincide con l’universo e di conseguenza scompare il concetto di analogia, in
quanto è presente l’identità, ma non la distinzione.
Per Bruno la vita dell’universo, e quindi anche la vita di Dio, è materia infinita.
Questa è una delle teorie criticate, in quanto per i cristiani era inaccettabile ridurre Dio a materia.
VITA e MATERIA INFINITA:
La vita dell’universo coincide con la vita di Dio.
La vita dell’universo è materia infinita, allora necessariamente Dio è materia infinita e questa posizione
non può essere accettata.
Bruno per spiegare la sua teoria vita = materia infinita, utilizza i concetti di forma e materia
aristotelici, in modo però rielaborato.
Per Aristotele da un lato c’è la forma e dall’altro lato c’è la materia, ed insieme costituiscono un
composto, cioè il sinolo.
Bruno presenta invece una concezione più dinamica.
Secondo Bruno, la materia trae da sé la forme, “la materia genera le forme dal suo grembo”, e non è più
qualcosa di meno significante.
Le forme sono il tessuto della materia stessa, che è la capacità di assumere forme sempre diverse.
La vita dell’universo, e quindi anche la vita divina, è un continuo divenire della materia.
MUTAZIONE VICISSITUDINALE:
L’universo, come un tutto, rimane stabile ed immobile, mentre le singole parti mutano.
Dunque non cambia l’essere, ma i modi d’essere: nulla muore in senso definitivo e nulla nasce in senso
assoluto, ma tutto cambia in una mutazione vicissitudinale.
La mutazione vicissitudinale è il divenire nell’universo, cioè l’assumere di diverse forme sempre nuove da
parte dell’essere.
Questa concezione panteistica rispetto alla morte comporta una conseguenza positiva, perché l’essere
cambia e non sparisce.
L’UNIVERSO BRUNIANO:
Secondo Bruno l’universo è lo specchio, il riflesso, l’ombra e il simulacro di Dio, termini che indicano il
rapporto tra l’universo e Dio, e differiscono rispetto al termine di immagine, nel senso analogico
dell’immagine creata.
DIO:
implicito
incorporeo
“complicato”
uno e semplice
UNIVERSO:
esplicito
corporeo
”esplicato”
molteplice e differenziato
L’universo è infinito, ma anche Dio è infinito.
L’universo è la positività che si espande, mentre Dio è positività compatta.
Se esistessero due infiniti, questi non sarebbero più tali, in quanto si limiterebbero a vicenda, i loro
essere sono quindi lo stesso e l’universo diviene l’ombra della divinità.
L’essere è sempre lo stesso, ma l’universo si distingue per i modi di essere.
L’universo è un essere necessario, immutevole nelle sostanza, uno, ma esplicato in infiniti mondi ed è il
cerchio che possiede il centro ovunque e la circonferenza in nessun luogo.
Il centro dell’universo è Dio e Dio è ovunque (mens insita omnibus).
La circonferenza è in nessun luogo, in quanto la circonferenza è qualcosa di definito, mentre l’universo è
infinito e aperto.
L’EROICO FURORE:
Quando l’uomo si rende conto di essere inserito in un universo divino e si sente perciò in armonia con il
tutto, diventa sapiente e genera serenità (visione positiva).
Questa sapienza non rappresenta però il culmine della vita filosofica, che è invece l’eroico furore.
FURORE: perché scardina la tranquillità armonica ed è uno stato simile alla pazzia.
EROICO: richiama all’Eros greco.
L’eroico furore è una forma di conoscenza spassionata della divinità, che assomiglia all’estasi mistica.
INSEDIAMENTO: l’uomo si immerge nell’infinità, è un tutt’uno con Dio e si immedesima al divenire
cosmico. (meta ultima della vita umana).
Questo fondersi con Dio, non annienta l’uomo, ma gli da energia perché lo armonizza con la totalità.
IL MITO DI ATTEONE:
Bruno per rappresentare il concetto di eroico furore introduce il mito di Atteone.
Atteone era un cacciatore che insegue la dea Diana di nascosto, quando finalmente riesce a vederla
diventa preda dei suoi cani e viene sbranato.
I cani sono i pensieri dell’uomo e sbranano Atteone in quanto la verità si trova nell’uomo stesso, e non al
di fuori.
BRANO: L’infinità dell’universo (pag.364):
COME SOSTIENE BRUNO LA POSITIVA NECESSITÀ DI UN UNIVERSO INFINITO?
Bruno sostiene la necessità di un universo infinito attraverso la molteplicità, che dunque non è più un
segno di corruzione dell’essere, ma rappresenta la positività.
Secondo il filosofo, l’universo coincide con l’immagine sensibile di Dio, e per questa ragione è dotato di
valore e dignità infiniti.
Il valore dell’universo è rappresentato dalla ricchezza degli individui e dalla ricchezza degli oggetti che
ci circondano, ed essendo anche essa infinita, necessiterà di uno spazio illimitato per essere contenuta.
Nella nostra esperienza abbiamo a che fare sempre e soltanto con spazi pieni, e mai con spazi vuoti,
quindi anche lo spazio infinito, essendo adatto a contenere l’infinita ricchezza degli individui, sarà pieno
e ricco di infiniti mondi.
QUAL È L’ARGOMENTO IMPIEGATO PER ARGOMENTARE LA CONTRADDITTORIETÀ DI UN UNIVERSO FINITO?
Bruno per contraddire la finitezza del cosmo afferma che l’universo coincide con l’immagine di Dio.
La negazione dell’infinità dell’universo comporterebbe dunque anche la negazione dell’infinità di Dio,
ponendo così un limite alla potenza divina.
Bruno inoltre afferma che la stessa definizione scolastica di Dio come atto primo, contraddice la
finitezza dell’universo: infatti anche per i cristiani, se il cosmo fosse limitato, allora anche Dio sarebbe
circoscritto nella sua potenza.
Se l’universo fosse finito, Dio non comunicherebbe tutto il suo essere e non realizzerebbe
completamente la sua potenza.
Secondo Aristotele nel motore immobile l’atto coincide con la potenza e quindi un mondo limitato
corrisponderebbe ad limite divino (tesi contraddittoria ai presupposti: Dio-infinito).
PERCHÉ LA FIGURA DI UN DIO “OZIOSO” SAREBBE ETICAMENTE INACCETTABILE PER BRUNO?
Per Bruno è “ozioso” il Dio limitato nella generosità, nella bontà e di conseguenza anche nella potenza.
Se Dio producesse un effetto finito, e quindi ridotto rispetto alla sua grandezza, questo risulterebbe
un indebolimento della potenza divina stessa.
Durante il periodo del Rinascimento l’immagine dell’uomo si ripercuote sull’immagine di Dio, quindi anche
Dio, come l’uomo, deve essere attivo e non contemplativo, in quanto la virtù si realizza con l’attività.
QUAL È LO STILE FILOSOFICO CHE CARATTERIZZA IL BRANO?
Nel testo Bruno utilizza il metodo dialettico, che consiste nel dissolvere, attraverso il dialogo, le false
opinioni, giungendo infine alla verità.
L’argomentare di bruno non presenta una forma lineare, ma assume un andamento circolare, per cui il
discorso si sviluppa ritornando, verso la fine, alle premesse.
Bruno inizialmente presenta la propria tesi, mentre in un secondo momento cerca di contraddirne
l’opposto.
QUAL È L’IMMAGINE DELL’UNIVERSO CHE EMERGE DAL TESTO?
Il cosmo bruniano è un universo infinito, ricco di infiniti mondi, che oltre ad essere una creatura, è
anche il simulacro e l’immagine sensibile di Dio.
Bruno definisce l’infinità dell’universo in seguito ad un ragionamento filosofico, e non su prove visive.
L’universo, secondo Bruno, è differente dall’universo aristotelico, che invece è finito in atto e infinito in
potenza.
IN CHE SENSO L’UNIVERSO È UN GRANDE ANIMALE?
Bruno sostiene che la vita coincide con la materia infinita.
La vita dell’universo è dunque un continuo divenire dalla materia.
Il cosmo, secondo Bruno, è vivo ed animato e coincide in ultima analisi con un grande animale (teoria
ilozoistica, teoria pampsichistica).
Dio è l’anima del mondo, che è quindi vivo. L’universo è un grande organismo vivente ed ogni suo individuo
vive.
BRANO: La materia-vita (PAG 367)
Bruno mostra nel brano di accogliere dall’aristotelismo l’idea che la materia sia potenzialità, assenza di
forma perché solo così concepita è in grado di assumere tutte le forme.
La materia produce da sé le molteplici forme o specie delle cose esistenti, come la partoriente tre da
sé il bambino. La materia costituisce allora il fondamento dell’infinita molteplicità reale.
Viene concepita da Bruno come infinita potenza attiva di farsi molteplicità; come capacità di divenire,
nella successione del tempo, infinita molteplicità di individui enti e mondi.
È dunque materia-vita con la quale in ultima analisi viene a coincidere con l’anima del mondo.