Disturbi dell’Umore
Definizione
!   Alterazione nella regolazione degli affetti che
presentano caratteristiche stereotipate e rigide,
senza essere motivate.
!   Alterazione dell’umore, come caratteristica
principale, manifestata con stati d’umore
eccessivamente elevati o ridotti che si verificano
per una durata minima di tempo. (DSM-IV)
Non è una alterazione quantitativa ma qualitativa
!  Modificazioni quantitative fanno parte del normale
flusso emozionale.
Apatia
Mancata modulazione
Rigidità
Disturbi dello Spettro Depressivo
!   Più rappresentativi
!   Sintomi caratteristici:
- tristezza
- apatia
- astenia
- pianto
- perdita di concentrazione
- indecisione
- pessimismo
- autosvalutazione
- pensieri suicidari
- iperattività
- agitazione psicomotoria
- aggressività
!   Difficoltà a definire i disturbi depressivi in età
evolutiva.
!   Per molto tempo negati.
!   Si cercava di sovrapporli a quelli dell’adulto.
!   Problemi nosografici.
!   Problemi epidemiologici.
!   Problemi diagnostici.
!  In età evolutiva è importante distinguere
tra le normali crisi di sviluppo e
l’emergenza di un reale stato depressivo.
!  Il bambino depresso sperimenta poco e,
generalmente, ha difficoltà ad esprimere il
proprio disagio.
!  Sono bambini preoccupati, che chiedono
spesso se gli si vuole bene.
!  I sentimenti depressivi del bambino sono
difficili da mettere in evidenza.
!  Possono essere confusi con altri affetti, che
si sovrappongono ad essi.
!  Possono essere intensi e profondamente
radicati ma poco espressi sul piano
sintomatologico.
!  La diagnosi di depressione in età evolutiva può
essere effettuata quando sono presenti un
certo numero di sintomi e sentimenti
depressivi.
Sentimenti e Sintomi
depressivi
!   tristezza
!   senso di inadeguatezza
!   senso di mortificazione
e di vergogna
!   paura di non essere
amato
!   senso di colpa
!   incapacità di esprimere
e/o modulare
l’aggressività
!   anedonia
  lamentele somatiche
  aggressività
  rabbia
  oppositorietà
  rifiuto apprendimento
scolastico
!   alterazione del sonno,
della fame
!   agitazione
psicomotoria
!   ritiro sociale
!
!
!
!
!
Problemi diagnostici
!  Criteri diagnostici uguali nelle diverse fasce.
!  Non si tiene conto della trasformabilità dei
sintomi in età evolutiva.
!  Non si tiene conto dello “sviluppo”.
!  Gli strumenti diagnostici sono tarati dall’età
scolare.
!  Per i primi 3 anni esiste solo la descrizione
dello 0-3.
Classificazione Diagnostica 0-3
!   Ampia definizione del disturbo affettivo;
!   Deriva da alterazione delle esperienze emozionali e/o
dalla distorsione dei processi di sviluppo affettivo;
!   Si caratterizza da gamma di modalità espressive
comportamentali diverse nelle varie fasce di età;
!   Sono: Disturbi d’Ansia, Disturbi dell’Umore; Disturbo
Espressivo dell’Emotività; Disturbo di attaccamento.
Classificazione DSM-IV TR
!  Adotta gli stessi criteri diagnostici per
bambini, adolescenti e adulti.
!  Disturbo Depressivo Maggiore
!  Disturbo Distimico
!  Disturbo Bipolare
!  Disturbo Ciclotimico
Classificazione ICD-10
!  Adotta gli stessi criteri diagnostici per
bambini, adolescenti e adulti.
!  Distingue tra episodio e disturbi sindromici
!  Episodio Maniacale
!  Episodio Depressivo
!  Sindrome Bipolare
!  Sindrome Depressiva
Epidemiologia
!   Aumentano con l’avanzare dell’età.
!   I dati epidemiologici risentono delle difficoltà
diagnostiche e della variabilità degli strumenti.
!   Età prescolare: prevalenza 0,3% - 0,9%
!   Età scolare: 1,9%- 13,9%
!   il disturbo distimico ha una prevalenza maggiore
!   La comorbidità è presente nel 40%-70% dei casi.
Etiopatogenesi
Etiopatogenesi
!  Fattori psicosociali:
Carenze genitoriali
Deprivazione materna
Ipostimolazione
Maltrattamento e Abuso
Trauma
Life events
Fattori di rischio
vulnerabilità
RM
Dist. Ansia
Dist. Comport
comorbidità
Diff. Scolastiche
Disturbo dell’umore
Fattori di Rischio
!  Intraindividuali:
-  diffic. Individ-separaz.
-  Sensibilità elevata.
-  Reattività elevata allo
stress.
-  Attaccamento insicuro.
-  Rappresentazione
negativa di sé e degli
altri.
-  Eccessiva dipendenza.
!  Contesto:
- 
- 
- 
- 
- 
Familiarità per depres.
Abuso, maltr., traumi.
Svalutazione
Scarso supporto
Svantaggio soc. econ.
Episodio depressivo del bambino
!  Legata ad evento con significato “luttuoso” a
cui segue vissuto di autosvalutazione e/o
colpa.
!  Insorgenza subdola e progressiva.
!  Episodio più o meno vicino.
!  CAMBIAMENTO del comportamento.
Episodio depressivo del bambino
!
!
!
!
!
!
!
!
!
 Rallentamento psicomotorio
 Inibizione motoria
 Ridotta espressività
 Tristezza
 Indifferrenza
 Agitazione
 Aggressività
 Rabbia
 Irritabilità
Instabilità e alternanza sintomatologica
Episodio depressivo del bambino
Verbalizzazioni
Interazione
Diffic. Scolastiche
- Autosvalutazione
- Angoscia di perdita
- Tema della Colpa
- Difficoltà di socializzazione
-  Isolamento
-  Aggressività
-  Apprendimento
-  Rendimento
-  Attenzione
Episodio depressivo del bambino
!  Sintomi Somatici:
- disturbi del sonno
- disturbi dell’alimentaz
- lamentele somatiche
!  Sintomi Ansiosi:
- paure per sé e gli altri
- ipocondria
- fobie sociali e specifiche
DISTURBO DEPRESSIVO
MAGGIORE
!  Periodo di almeno due settimane durante il
quale è presente:
- una riduzione dell’umore,
- perdita di interesse
- piacere per le attività.
N.B.
L’umore può essere irritabile.
!  Durata media: 7-9 mesi.
Episodio depressivo del bambino
!  Elevato rischio di “non riconoscere” l’episodio
!  Disadattamento sociale e scolastico
!  Rischio per Disturbo Depressivo
Disturbo Depressivo
!  Può seguire, o meno, l’Episodio Depressivo.
!  La sintomatologia è più sfumata ma più
duratura.
!  Può essere scambiato per “carattere”.
!  Rischio elevato per comorbidità.
!  Spesso sintomi area comportamentale:
oppositivi, rabbia, ira, collera, condotte di abuso.
DISTURBO DISTIMICO
!  Umore depresso o irritabile,
durante la maggior parte della giornata,
per quasi tutti i giorni
per almeno un anno
(negli adulti la durata minima è di due anni).
!  Ha un esordio più precoce del disturbo
depressivo maggiore, ma segnalati ad uno
specialista più tardi.
!  Durata media: 4 anni.
Diagnosi differenziale
!  Disturbo dell’attaccamento dovuto a
carenze, maltrattamenti;
!  disturbo di adattamento;
!  ritardi dello sviluppo;
!  ansia;
!   DSA;
!  dist. del comportamento;
!  ADHD;
!  schizofrenia ad esordio precoce
Il disturbi dello spettro depressivo si
modificano nelle diverse fasce di età:
!  Fascia Precoce (0-3anni):
!   Da deprivazione, carenze, massive degli
accudimenti primari e precoci.
!   Coinvolge la maturazione e lo sviluppo.
!   Disfunzionamento psicosomatico.
!   Comportamenti/Sintomi simili a quelli del ritardo.
!   Evidente nel gioco, attaccamento, devitalizzazione,
oppositorietà, difficoltà di reagire alle situazioni.
!   Manca la “coscienza depressiva”.
Il disturbi dello spettro depressivo si
modificano nelle diverse fasce di età:
!
!
!
!
!   Fascia Intermedia (3-6 anni):
  Manifestazioni variabili
  Frequente la modificabilità dei sintomi
  A volte sono compiacenti verso gli adulti
  L’area sociale ne risente particolarmente
!   Fascia 6 - 13 anni
!   Il bambino ha strumenti diversificati ed elaborati per
esprimere la propria sofferenza.
!   Rischio evolutivo e di “cronicizzazione”
!   Rischio sviluppo disturbi psicopatologici in
comorbidità
Prevenzione e Intervento
!   Prevenzione: fasi precoci della relazione md-b; formazione
operatori; sensibilizzazione istituzioni.
!   L’intervento terapeutico: deve essere effettuato a vari
livelli (famiglia, scuola) integrati tra di loro.
!   Può essere necessario l’affiancamento di un farmaco.
!   La scelta di un farmaco dipende da vari fattori quali
età, caratteristiche cliniche, comorbidità, compliance,
situazioni di rischio, etc.
Disturbi d’Ansia
DISTURBI D’ANSIA:
dati epidemiologici
8 bambini su 100 in età evolutiva presentano
un problema d’ansia
ANSIA SEGNALATA vs ANSIA NON SEGNALATA
BAMBINI SEGNALATI:
il disturbo si manifesta all’interno della famiglia e nell’ambito delle
relazioni scolastiche ed extrafamiliari.
Si tratta i bambini con scarsa autostima, poco vitali, preoccupati del
cambiamento, timorosi del giudizio con difficoltà di inserimento
scolastiche ed extrascolastiche.
BAMBINI NON SEGNALATI:
Il disturbo ansioso è selettivo e resta circoscritto alle relazioni
endofamiliari non intaccando la sfera sociale e scolastica 
l’ansia selettiva viene confusa con un tratto di carattere.
Si tratta di bambini con un un livello di autostima oscillante ed un
funzionamento sociale che oscilla tra l’essere adeguato e conflittuale.
DISTURBI D’ANSIA (DSM-IV-TR)
!
!
!
!
!
!
!
!
  Disturbo d’Attacchi di panico con o senza Agorafobia;
  Disturbo Ossessivo-Compulsivo;
  Disturbo Post-Traumatico da Stress
  Disturbo Acuto da Stress;
  Fobia Sociale;
  Fobie Specifiche
  Disturbo d’Ansia Generalizzato;
  Disturbo d’Ansia indotto da sostanze.
DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE
DISTURBI D’ANSIA più frequenti
in età evolutiva
  Disturbo d’ansia di separazione;
 Fobie specifiche;
 Fobia Sociale;
 Disturbo d’ansia generalizzato.
L’ Ansia nei bambini in età
prescolare
SINTOMI: disturbi dell’alimentazione e del sonno,
irritabilità-agitazione, frustrabilità, ansia di controllo,
difficoltà di separazione, balbuzie, fobie specifiche/
multiple, inibizione, stipsi ostinata;
GIOCO: difficoltà a separarsi dal caregiver, poco esplorativi,
direttivi e controllanti, giocano spesso per dovere;
DISTURBI D’ANSIA PIU’ FREQUENTI:
• Disturbo d’ansia di separazione;
• Fobie specifiche;
• Forma ad esordio precoce del Disturbo
Ossessivo Compulsivo.
L’ Ansia nei bambini in età di latenza
SINTOMI:
difficoltà di concentrazione, irritabilità, disturbi del sonno,
ansia da prestazione, affaticabilità, paure, ansia di
separazione, ansia sociale, preoccupazione del giudizio degli
altri, balbuzie, perfezionismo, rituali all’addormentamento,
comportamenti compulsivi, lamentele somatiche
In età scolare aumentano i sentimenti depressivi che si
mescolano al quadro ansioso e sono frequenti le difficoltà di
apprendimento.
L’ Ansia nei bambini in età di latenza
GIOCO:
lunghe sequenze preparatorie, gioco ripetitivo,
parlano più che agire, controllanti, sembrano divertirsi poco,
meticolosi
DISTURBI D’ANSIA PIU’ FREQUENTI:
• Disturbo d’ansia generalizzato  difficoltà scolastiche
• Disturbo d’ansia di separazione /Fobia sociale
FOBIA SCOLARE
• Disturbo Ossessivo Compulsivo
L’ Ansia in adolescenza
SINTOMI:
attacchi di panico, agorafobia, aumenta l’ansia sociale e di
prestazione, difficoltà scolastiche, lamentele somatiche,
aumentano sentimenti depressivi associati, tics, ossessioni,
compulsioni.
DISTURBI D’ANSIA PIU’ FREQUENTI:
• Disturbo di attacchi di panico (con o senza agorafobia);
• Fobia sociale – Fobia scolare;
• Disturbo d’Ansia Generalizzato;
• Disturbo Ossessivo Compulsivo.
I DISTURBI D’ANSIA IN ETA’
PRESCOLARE E SCOLARE SONO
ORGANIZZATI RISPETTO A TRE
POLI AFFETTIVI:
1.  ANSIA DI SEPARAZIONE
2.  ANSIA DI PRESTAZIONE
3.  ANSIA DI CONTROLLO
Il bambino ansioso
!   Stile cognitivo: insicurezza nelle proprie capacità,
indecisione nelle proprie scelte, incertezza nelle
proprie valutazioni;
!   Stile relazionale: diffidenza o paura nei confronti
degli altri, timore di essere abbandonato a se
stesso, paura di rivelare e/o essere sopraffatto
dalle proprie emozioni
L’ansia in età evolutiva
!  Può essere diffusa o focalizzata;
!  Può essere proiettata su tutto l’universo
oppure dirigersi sul mondo sociale;
!  Può avere come teatro il corpo oppure la
mente e le sue ombre reali o virtuali;
Momenti patogenetici di
emergenza dei Disturbi d’Ansia
3-6 anni Disturbo d’Ansia di Separazione
Fobie Specifiche
6-12 anni Disturbo d’Ansia Generalizzato
Disturbo Ossessivo Compulsivo (12 aa)
Fobia Sociale/ansia sep Fobia Scolare
Esordio Disturbo Attacchi di Panico (12aa)
ETA’ PRESCOLARE
PTSD
12-18 anni Disturbo Attacchi di Panico
Disturbo Ossessivo Compulsivo
ETA’ ADULTA
I criteri diagnostici per il Disturbo d’Ansia di Separazione
secondo il DSM-IV-TR* sono i seguenti:
A.  Ansia inappropriata rispetto al livello di sviluppo ed
eccessiva che riguarda la separazione da casa o da
coloro a cui il soggetto è attaccato, come
evidenziato da tre (o più) dei seguenti elementi:
1.  malessere eccessivo ricorrente quando avviene
la separazione da casa o dai principali
personaggi di attaccamento o quando essa è
anticipata col pensiero.
2.  persistente ed eccessiva preoccupazione
riguardo alla perdita dei principali personaggi di
attaccamento, o alla possibilità che accada loro
qualche cosa di dannoso
3. persistente ed eccessiva preoccupazione
riguardo al fatto che un evento spiacevole e
imprevisto comporti separazione dai principali
personaggi di attaccamento (per es., essere
smarrito o essere rapito)
4. persistente riluttanza o rifiuto di andare a
scuola o altrove per la paura della separazione
5. persistente ed eccessiva paura o riluttanza a
stare solo o senza i principali personaggi di
attaccamento a casa, oppure senza adulti
significativi in altri ambienti
6. persistente riluttanza o rifiuto di andare a
dormire senza avere vicino uno dei personaggi
principali di attaccamento o di dormire fuori casa
7. ripetuti incubi sul tema della separazione
8. ripetute lamentele di sintomi fisici (per es., mal
di testa, dolori di stomaco, nausea o vomito)
quando avviene od è anticipata col pensiero la
separazione dai principali personaggi di
attaccamento.
A. La durata dell’anomalia è di almeno 4 settimane.
B. L’esordio è prima dei 18 anni.
C. L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o
compromissione dell’area sociale, scolastica
(lavorativa), o di altre importanti aree del
funzionamento.
D. L’anomalia non si manifesta esclusivamente durante
il decorso di un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, di
Schizofrenia, o di un altro Disturbo Psicotico e, negli
adolescenti e negli adulti, non è meglio attribuibile ad
un Disturbo di Panico Con Agorafobia.
Specificare se:
Esordio Precoce*: se l’esordio avviene prima dei 6
I criteri diagnostici per il Disturbo d’Ansia
Generalizzato (GAD) secondo il DSM-IV-TR* sono
i seguenti:
A.  Ansia e preoccupazione eccessive (attesa
apprensiva), che si manifestano per la maggior
parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di
una quantità di eventi o di attività (come
prestazioni lavorative o scolastiche).
B.  La persona ha difficoltà nel controllare la
preoccupazione.
C.  L’ansia e la preoccupazione sono associate con tre
(o più) dei sei sintomi seguenti (con almeno alcuni
sintomi presenti per la maggior parte dei giorni
negli ultimi 6 mesi).
Nota: Nei bambini è richiesto solo un item.
1. irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di
pelle
2. facile affaticabilità
3. difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
4. irritabilità
5. tensione muscolare
6. alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi
o a mantenere il sonno o sonno inquieto e
insoddisfacente).
A. L’ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano
disagio clinicamente significativo o menomazione del
funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree
importanti.
B. L’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici
diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un
farmaco) o di una condizione medica generale (per es.,
ipertiroidismo) e non si manifesta esclusivamente
durante un Disturbo dell’Umore, un Disturbo Psicotico
Secondo il DSM-IV-TR*, i Criteri Diagnostici per la
Fobia Specifica sono i seguenti:
A.  Paura marcata e persistente, eccessiva o
irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa
di un oggetto o situazione specifici (per es., volare,
altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il
sangue).
B.  L’esposizione allo stimolo fobico quasi
invariabilmente provoca una risposta ansiosa
immediata, che può prendere forma di
Attacco di Panico causato dalla situazione o
sensibile alla situazione.
Nota: Nei bambini, l’ansia può essere espressa
piangendo, con scoppi di ira, con l’irrigidimento, o
con l’aggrapparsi a qualcuno.
A. La persona riconosce che la paura è eccessiva o
irragionevole. Nota: Nei bambini questa caratteristica
può essere assente.
B. Le situazioni fobiche sono evitate o sopportate con
intensa ansia o disagio.
C. L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella/e
situazione/i temuta/e interferiscono in modo
significativo con la normale routine
D. Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è di
almeno 6 mesi.
E. L’ansia, gli Attacchi di Panico o l’evitamento associati
con l’oggetto o situazione specifici non sono giustificati
da un altro disturbo
Secondo il DSM-IV-TR*, i Criteri Diagnostici per la
Fobia Sociale sono i seguenti:
A. Paura marcata e persistente di una o più situazioni
sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a
persone non familiari o al possibile giudizio degli altri.
L’individuo teme di agire (o di mostrare sintomi di
ansia) in modo umiliante o imbarazzante.
Nota: Nei bambini deve essere evidente la capacità di
stabilire rapporti sociali appropriati all’età con persone
familiari e l’ansia deve manifestarsi con i coetanei, e
non solo nell’interazione con gli adulti.
A. L’esposizione alla situazione temuta quasi
invariabilmente provoca l’ansia, che può assumere le
caratteristiche di un Attacco di Panico causato dalla
situazione o sensibile alla situazione.
Nota: Nei bambini, l’ansia può essere espressa
piangendo, con scoppi di ira, con l’irrigidimento, o con
l’evitamento delle situazioni sociali con persone non
familiari.
• La persona riconosce che la paura è eccessiva o
irragionevole.
A. Nota: Nei bambini questa caratteristica può essere
assente.
A.  Le situazioni sociali o prestazionali temute sono
evitate o sopportate con intensa ansia o disagio.
B.  L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella/
e situazione/i sociale/i o prestazionale/i
interferiscono significativamente con le abitudini
C.  Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è di
almeno 6 mesi.
D.  La paura o l’evitamento non sono dovuti…
Specificare se:
Generalizzata: se le paure includono la maggior
parte delle situazioni sociali (prendere in
considerazione anche la diagnosi addizionale di
Disturbo Evitante di Personalità).
DISTURBO
OSSESSIVO COMPULSIVO
EPIDEMIOLOGIA
PREVALENZA:1,9% sotto i 20 anni
Due picchi di incidenza:
- 7 anni
- 12 anni
DISTURBO
OSSESSIVO COMPULSIVO
“…...aveva anche l’abitudine, la sera, di fare il giro delle
numerose immagini sacre appese alle pareti e di baciarle
una ad una, devotamente, salendo su di uno sgabello.
Con questo cerimoniale si accordava assai male - anzi
benissimo - il fatto che come ispirazione del demonio gli
venivano in mente pensieri blasfemi”.
S. Freud: caso clinico dell’uomo dei lupi, 1914
SINTOMATOLOGIA
!   ricorrenza a carattere intrusivo di pensieri, rappresentazioni
mentali (ossessioni) o spinte impellenti all’azione (compulsioni)
che si impongono alla coscienza o permangono in essa,
nonostante gli sforzi del soggetto per liberarsene.
!   ossessioni e compulsioni devono avere un carattere ricorrente.
!   devono essere sufficientemente gravi da far impiegare tempo
(richiedendo, cioè, più di un’ora al giorno), o da causare disagio
marcato o menomazione significativa.
!   in qualche momento del decorso del disturbo, la persona
riconosce il carattere irrazionale ed eccessivo delle compulsioni
e delle ossessioni
SINTOMATOLOGIA
OSSESSIONI
Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti
di tipo “egodistonico”, ovvero che si intromettono in maniera
indesiderata e senza apparente motivazione nella coscienza
permanendovi contro la volontà del paziente.
!   accompagnate da un sentimento d’ansia ( indotto dal
contenuto dell’ossessione stessa o dal sentimento di perdita di
padronanza sui propri contenuti di coscienza).
!   Il disagio: contromisure di carattere difensivo ( ignorare le
ossessioni o neutralizzarle con compulsioni lotta incessante,
sfibrante ed inefficace).
SINTOMATOLOGIA
ossessioni più frequenti
!   idee di contaminazione,
!   idee, immagini, pensieri o paure colpevoli (fobie ossessive),
dubbi ripetitivi (ossessioni dubitative),
!   interrogazioni su temi generali, religiosi o metafisici
(ossessioni interrogative),
!   necessità di mantenere gli oggetti secondo un determinato
ordine o criterio di simmetria
!   fantasie sessuali (immagini pornografiche) e
!   impulsi aggressivi
!   impulsi terrifici (paura di commettere un atto socialmente
riprovevole come bestemmiare in chiesa).
SINTOMATOLOGIA
compulsioni
Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani,
riordinare o controllare) o azioni mentali (pregare, contare,
ripetere mentalmente delle parole) il cui obiettivo è prevenire
l’ansia ed il disagio che accompagnano un’ossessione oppure
evitare il verificarsi di un evento o di una situazione temuti.
Il tentativo di resistere ad una compulsione genera aumento
dell’ansia, che si allevia solo cedendo ad essa.
Il tentativo di resistere può ridursi nel tempo cosicché le
compulsioni finiscono col diventare parte integrante delle
abitudini e delle azioni di vita quotidiana.
Grazie