La Realtà dell`Impresa A.A. 2016/2017 File

Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali,
Matematiche e Statistiche “Bruno de Finetti”
Alla scoperta del multiforme
Universo «IMPRESA»
Ia. EGIC – A.A. 2016-17
Art. 2082. Codice Civile
DEFINIZIONE DI IMPRENDITORE
Colui che esercita professionalmente
un’attività economica organizzata
al fine della produzione
o dello scambio di beni o di servizi
2
Art. 2086 Direzione e gerarchia nell’impresa
L’imprenditore è il capo dell’impresa e da lui dipendono gerarchicamente i
suoi collaboratori.
Art. 2555 Nozione
L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per
l’esercizio dell’impresa.
Art. 2563 Ditta
L’imprenditore ha diritto all’uso esclusivo della ditta da lui prescelta.
La ditta, comunque sia formata, deve contenere almeno il cognome o la
sigla dell’imprenditore, salvo quanto è disposto dall’art. 2565.
Art. 2565 Trasferimento della ditta
La ditta non può essere trasferita separatamente dall’azienda.
Nel trasferimento dell’azienda per atto tra vivi, la ditta non passa
all’acquirente senza il consenso dell’alienante.
Nella successione nell’azienda per causa di morte la ditta si trasmette al
successore, salvo diversa disposizione testamentaria.
3
Art. 2083 Piccoli imprenditori
Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli
artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano
un’attività professionale organizzata prevalentemente con il
lavoro proprio e dei componenti della famiglia.
Art. 2135 Imprenditore agricolo
È imprenditore agricolo chi esercita un’attività diretta alla
coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all’allevamento del
bestiame
e
attività
connesse.
Si reputano connesse le attività dirette alla trasformazione o
all’alienazione dei prodotti agricoli, quando rientrano
nell’esercizio normale dell’agricoltura.
4
Lo svolgimento di tale professione, presuppone l’esistenza di due soggetti
che possono essere unificati nella figura dell’imprenditore, ovvero il soggetto
giuridico e il soggetto economico.
Soggetto giuridico: è colui che
ha la rappresentanza legale
dell’impresa e può essere
una persona fisica, due o Soggetto economico: è colui
più persone fisiche (società
che ha il potere decisionale
di persone), una persona
in merito alle scelte
giuridica
(società
di
aziendali e può essere
capitale).
l’imprenditore soprattutto
nelle realtà individuali, o il
management, in particolare
Le
società
di
persone
si
caratterizzano per l’autonomia
nelle società.
patrimoniale imperfetta.
Le
società
di
capitale
si
caratterizzano per l’autonomia
patrimoniale perfetta.
5
Con il contratto di società
due o più persone
conferiscono beni o servizi
per l’esercizio in comune
di un’attività economica
allo scopo di dividerne gli utili.
6
AUTONOMIA PATRIMONIALE IMPERFETTA
Art. 2251 Contratto sociale (SOCIETÁ SEMPLICE)
Nella società semplice il contratto non é soggetto a forme speciali, salve quelle
richieste dalla natura dei beni conferiti.
Art. 2291 Nozione (SOCIETÁ IN NOME COLLETTIVO)
Nella società in nome collettivo tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente
per le obbligazioni sociali.
Il patto contrario non ha effetto nei confronti dei terzi.
Art. 2313 Nozione (SOCIETÁ IN ACCOMANDITA SEMPLICE)
Nella società in accomandita semplice i soci accomandatari rispondono solidalmente e
illimitatamente per le obbligazioni sociali, e i soci accomandanti rispondono
limitatamente alla quota conferita.
Le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni.
7
AUTONOMIA PATRIMONIALE PERFETTA
Art. 2472 Nozione (SOCIETÁ A RESPONSABILITÁ LIMITATA)
Nella società a responsabilità limitata, per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il
suo patrimonio. Le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni.
Art. 2474 Capitale sociale
La società deve costituirsi con un capitale non inferiore a 20 milioni di lire.
Le quote di conferimento dei soci possono essere di diverso ammontare, ma in nessun caso
inferiori a lire mille. Se la quota di conferimento è superiore al minimo, deve essere costituita da un
ammontare multiplo di lire mille. Se il valore di un conferimento in natura non raggiunge
l'ammontare minimo o un multiplo di questo, la differenza deve essere integrata mediante
conferimento in danaro.
Art. 2463 bis (Società a Responsabilità limitata semplificata  vedi slides successive
Art. 2325 Nozione (SOCIETÁ PER AZIONI)
Nella società per azioni per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio.
Le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate da azioni.
Art. 2327 Ammontare minimo del capitale
La società per azioni deve costituirsi con un capitale non inferiore a 200 milioni di lire.
Art. 2462 Nozione (SOCIETÁ IN ACCOMANDITA PER AZIONI)
Nelle società in accomandita per azioni i soci accomandatari rispondono solidalmente e
illimitatamente per le obbligazioni sociali, e i soci accomandanti sono obbligati nei limiti della quota
di capitale sottoscritta .
Le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate da azioni.
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APPENDICE:
Le Società a Responsabilità Limitata
Oggi, in Italia, esistono due differenti versioni di società
a responsabilità limitata:
 la formula tradizionale;
 la Srl semplificata/Srls (a capitale ridotto).
Quest’ultima versione, di recente introduzione nel
nostro sistema giuridico, può essere costituita anche
solo con un capitale minimo di 1 Euro.
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La Srl tradizionale
☞ Per costituire una Srl normale è necessario un
capitale sociale minimo di 10.000 € e non c’è un
tetto massimo.
☞ Possono essere aperte da una o più persone
fisiche e il capitale sociale deve essere sottoscritto
e interamente versato all’atto della costituzione.
☞ Deve essere inoltre stipulato un atto costitutivo.
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Nuova versione
La Srls (società a responsabilità limitata semplificata) è
stata introdotta dal D.L. c.d. “Cresci Italia” n. 1 del 24
gennaio 2012, modificato significativamente con il
D.L. n. 76 del 28 giugno 2013 convertito
definitivamente, con modificazioni, dall’art. 1, comma
1, L. 9 agosto 2013, n. 99.
Il Decreto del Ministero della Giustizia del 14 agosto
2012, n. 138) indica il modello standard di statuto
societario.
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La Srl semplificata (art. 2463 bis C.C.)
☞ Per costituire una Srl semplificata è necessario un capitale
sociale minimo di 1 €, con il tetto massimo di 9.999 €.
☞ Possono essere costituite con contratto o atto unilaterale da
persone fisiche
(Comma così modificato dall’art. 9, comma 13, lett. a), D.L. 28 giugno 2013, n. 76,
convertito, con modificazioni, dalla L. 9 agosto 2013, n. 99)
e il capitale sociale deve essere
sottoscritto e interamente versato all’atto della costituzione.
☞ Deve essere inoltre stipulato un atto costitutivo con atto
pubblico.
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L'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico in conformità al modello standard tipizzato
con Decreto del Ministro della Giustizia del 14 agosto 2012, n. 138, di concerto con il Ministro
dell‘Economia e delle Finanze e con il Ministro dello Sviluppo Economico, e deve indicare:
1) il cognome, il nome, la data, il luogo di nascita, il domicilio, la cittadinanza di ciascun socio;
2) la denominazione sociale contenente l'indicazione di società a responsabilità limitata semplificata e il comune
ove sono poste la sede della società e le eventuali sedi secondarie;
3) l'ammontare del capitale sociale, pari almeno ad 1 euro e inferiore all'importo di 10.000 euro previsto
all'articolo 2463, secondo comma, numero 4), sottoscritto e interamente versato alla data della costituzione. Il
conferimento deve farsi in denaro ed essere versato all'organo amministrativo;
4) attività che costituisce l’oggetto sociale;
5) la quota di partecipazione di ciascun socio;
6) le norme relative al funzionamento della società, indicando quelle concernenti l'amministrazione, la
rappresentanza;
7) le persone cui è affidata l'amministrazione e l’eventuale soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei
conti;
8) luogo e data di sottoscrizione;
9) gli amministratori.
(Punto così modificato dall’art. 9, comma 13, lett. b), D.L. 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni,
dalla L. 9 agosto 2013, n. 99)
Le clausole del modello standard tipizzato sono inderogabili. (Comma aggiunto dalla lett. b-bis) del comma 13
dell’art. 9, D.L. 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla L. 9 agosto 2013, n. 99).
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IL CONCETTO DI IMPRESA SECONDO
UNA LOGICA AZIENDALISTICA
Cosa è un’impresa?
Quali sono i requisiti e le caratteristiche peculiari che la differenziano da altri organismi?
L’impresa viene definita come:
l’organizzazione economica che,
mediante un complesso differenziato di risorse,
svolge processi di acquisizione e di produzione di beni e servizi,
da scambiare con entità esterne al fine di conseguire un reddito.
Gli elementi distintivi che emergono da questa definizione sono:
a) La presenza di un’organizzazione
b) Lo svolgimento di processi di produzione economica
c) Le relazioni di scambio con entità esterne
d) La finalità imprenditoriale del reddito
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L’ATTIVITÀ ECONOMICA
Presuppone:
a)
l’esistenza di un bisogno,
b)
che per essere soddisfatto richiede lo svolgimento di una
serie di attività collegate fra loro e coordinate,
c)
il coinvolgimento di attori diversi,
d)
l’utilizzo di risorse in parte già disponibili, in parte raccolte
a seguito di scambi (di informazioni, di denaro, di beni e
servizi),
e)
una continuità nel tempo,
f)
la ricerca di nuove idee e di nuovi clienti,
g)
la valutazione di fornitori diversi,
h)
la disponibilità di una sede, di attrezzature e conoscenze
che vengono via via accumulate.
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1.
le imprese si propongono di durare nel tempo (c’è anche la
successione d’impresa!)
2.
le aziende cambiano nel tempo continuamente per effetto di
eventi interni ed esterni: cambiamenti tecnologici, di gusti, di
normative, valutazioni di priorità, scelte strategiche, ...
3.
le imprese definiscono in autonomia i propri obiettivi e i mezzi
opportuni per raggiungerli, nel rispetto delle leggi
LIMITE  SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, ossia la capacità di generare,
attraverso l’attività economica, risorse sufficienti a finanziare il proprio sviluppo –
è la condizione che permette alle aziende di mantenere l’autonomia, ossia di
determinare la direzione e l’intensità della propria crescita.
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IL CONCETTO DI ECONOMICITA’
Autonomia di scelta e continuità di operato non possono verificarsi se
l’impresa non è in grado, attraverso l’attività economica, di generare
adeguate risorse per finanziare il proprio sviluppo.
LA CAPACITÀ DI DURARE NEL TEMPO
SENZA RICORRERE IN MODO STABILE
ALL’AIUTO DI TERZI
È DEFINITA ECONOMICITÀ.
Il raggiungimento dell’economicità è una condizione di
funzionamento per l’impresa, e non un fine!
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CONDIZIONI PER L’ECONOMICITA’
1.
L’azienda deve essere in equilibrio reddituale; ovvero, in linea di principio, almeno nel lungo periodo,
nello svolgimento dell’attività economica i volumi di vendita e i ricavi a essi collegati devono essere
superiori ai costi che l’azienda ha dovuto sostenere per realizzare i prodotti o i servizi venduti.
2.
L’impresa deve essere efficiente, ossia deve continuativamente tendere a minimizzare gli sprechi e i
costi connessi alla generazione dei ricavi, o a massimizzare i ricavi data una certa struttura a livello di
costi. L’efficienza si collega con il migliore utilizzo possibile delle risorse a disposizione, con la ricerca
costante di innovazione e permette di liberare risorse durante lo svolgimento dell’attività economica
da reimpiegare nell’azienda, favorendo in questo modo il raggiungimento di risultati reddituali
positivi.
Indicatore di efficienza: quantità di output / unità di input – (ovvero massimo rapporto tra risultati
ottenuti e mezzi impiegati)
3.
L’organizzazione deve essere in equilibrio monetario, ossia deve essere in grado in qualunque
momento di avere abbastanza denaro in cassa per onorare i debiti in scadenza.
4.
L’azienda deve remunerare adeguatamente tutti i fattori della produzione.
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Classificazione delle imprese in relazione al fine:
aziende di erogazione, che perseguono il soddisfacimento dei bisogni dei loro
soggetti (es. famiglia, associazioni private culturali, sportive, politiche, ecc.
associazioni pubbliche quali Stato, enti locali, ecc.);
aziende di produzione, che hanno come fine diretto la produzione e lo scambio di
beni e di servizi al fine di remunerare i fattori impiegati, in particolare la forza
lavoro, e il capitale investito dall’imprenditore o dai soci.
Si tratta delle imprese del settore primario (agricole, minerarie, ..), del
secondario (industrie, di costruzioni, ..), del terziario (commerciali o
mercantili, bancarie, assicurative, di servizi di trasporto, turismo,
telecomunicazioni, spettacolo, ..), del terziario avanzato (informatiche, di
consulenza, di comunicazione, di brokeraggio, ..);
aziende composte, ovvero aziende di erogazione che, oltre a soddisfare bisogni
umani, tendono a produrre beni e servizi che vengono immessi sul mercato,
funzione tipica delle aziende di produzione.
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LE ATTIVITA’ AZIENDALI
Per analizzare i fenomeni aziendali occorre prendere in esame le
attività svolte dall’azienda; queste possono essere
denominate funzioni aziendali o processi aziendali,
riguardando sostanzialmente gli stessi oggetti, sia pure con
diverse angolazioni: produzione, marketing, distribuzione,
logistica, finanza, amministrazione, ricerca e sviluppo,
risorse umane, ecc.
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L’attività imprenditoriale implica, sempre e comunque,
un sistema di operazioni economiche finalizzate:
1. alla acquisizione, produzione ed erogazione di beni e
servizi, destinati a perdurare nel tempo;
2. alla creazione e all’accrescimento di valore.
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Coerentemente con la concezione di azienda produttrice di valore, e
con una visione strategica dell’azienda legata al più generale
concetto di catena del valore, il Porter ha utilizzato il termine di
attività generatrici di valore.
La catena del valore all’interno dell’azienda consiste nelle attività
svolte dall’azienda per produrre valore, inteso come ciò (prezzo,
fedeltà all’acquisto, ecc.) che i clienti sono disposti a pagare per i
prodotti dell’azienda; la differenza tra il valore e i costi delle
attività rappresenta il margine di profitto per l’impresa.
23
Catena
=
Del Valore =
serie di attività tra loro legate
da interdipendenze sequenziali,
ma tecnologicamente distinte
creato a favore dei clienti, che
determina la posizione
competitiva dell’impresa
Essa visualizza il valore totale creato dall’impresa costituito:
1.
2.
Dalle attività generatrici di valore, primarie e di supporto
Dal margine di profitto
24
L’impresa, con la sua attività, crea un valore per il cliente, che è
misurato dal prezzo che questi paga o sarebbe disposto a pagare per
ottenere il prodotto. Il margine è il valore che residua all’azienda dopo
aver coperto i costi associati allo svolgimento di tutte le attività
necessarie per progettare, produrre, promuovere e commercializzare
il prodotto.
25
26
26
Le attività generatrici di valore primarie sono svolte
dall’azienda dal momento dell’entrata delle materie prime
fino all’assistenza al cliente dopo la vendita del prodotto.
Si distinguono in:
 Logistica in entrata: collegate al ricevimento delle materie prime,
all’immagazzinaggio, allo scarico dei materiali ai reparti produttivi, ecc.
 Attività operativa: relativa alla trasformazione delle materie prime in
semilavorati e prodotti finiti; in pratica riguardano il processo produttivo o
la funzione produzione.
 Marketing e vendite: sono svolte per indurre il cliente a comprare i
prodotti/servizi dell’impresa, fornendogli un adeguato sostegno
informativo; in pratica è tutto ciò che concerne il processo di
commercializzazione o la funzione commerciale.
 Servizi: riguardano l’assistenza post-vendita alla clientela in termini di
assistenza tecnica, addestramento, avviamento, messa a punto del
prodotto, ecc.
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Le attività di supporto forniscono a quelle primarie le risorse materiali,
umane, tecnologiche, finanziarie e infrastrutturali necessarie per lo
svolgimento delle attività primarie.
Sono:
 Approvvigionamento: riguarda l’acquisizione dei fattori produttivi esterni
all’azienda (materie prime, materiali, prestazioni di terzi, ecc.) che viene svolta
in prevalenza da un Ufficio Acquisti.
 Sviluppo della tecnologia: riguarda un’attività più ampia della ricerca e
sviluppo, in quanto vi si ricomprende qualsiasi tecnologia utilizzata all’interno
dell’azienda (nella produzione, nella logistica, nell’informatica, ecc.).
 Gestione delle risorse umane: riguarda il rapporto con il personale –
assunzioni, formazione, licenziamenti, pensionamenti, … - ed è di competenza
della direzione del personale in linea di principio, nonché di ciascuna struttura
organizzativa aziendale per le risorse di propria competenza (la direzione
commerciale deve gestire i venditori, i rappresentanti, ..).
 Attività infrastrutturali: riguardano tutte le rimanenti attività aziendali, quali,
ad esempio, la direzione generale, la direzione amministrativa e finanziaria, gli
affari generali e legali, ecc.
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Funzione dell’equilibrio patrimoniale
A = P+N
 Funzione dell’equilibrio economico
R – C = R.E.
R > C  R – C > 0  R.E. > 0  Utile d’Esercizio
R < C  R – C < 0  R.E. < 0  Perdita d’Esercizio
R = C  R – C = 0  R.E. = 0  Pareggio di Bilancio
I documenti noti come Stato Patrimoniale e Conto economico, che
compongono
il
Bilancio
d’Esercizio,
danno
una
rappresentazione quantitativa, rispettivamente, delle due
equazioni fondamentali, patrimoniale A = P + N, ed economica R
– C = R.E.
 Funzione dell’equilibrio finanziario
E = U
29
IL CONCETTO DI AVVIAMENTO
Partiamo dall’Equilibrio Patrimoniale ........ A = P + N
A – P = NETTO (VALORE DELLʼIMPRESA)
Ipotizziamo che vi sia un passaggio di proprietà dell’Impresa e che ....
1. Il PREZZO PAGATO > NETTO
Tale differenza è imputabile ai VALORI INTANGIBILI dell’Organizzazione, sintetizzabili
nel concetto di sua Capacità di produrre reddito in futuro e che sono riconoscibili in
-> MARCA, CLIENTI ACQUISITI, FORNITORI ESISTENTI, LOCALIZZAZIONE, ...
Essa è: [PREZZO PAGATO – NETTO = AVVIAMENTO] GOOD WILL
2. Il PREZZO PAGATO < NETTO
Non vi sono Valori Intangibili positivi e pertanto si parla di BAD WILL, ovvero l’impresa
viene pagata meno del suo valore patrimoniale:
NETTO - PREZZO PAGATO = AVVIAMENTO NEGATIVO
3. PREZZO PAGATO = NETTO
Non vi sono né valori positivi, né negativi e pertanto il prezzo corrisposto è pari al
valore patrimoniale.
30
L’Impresa quale Sistema Complesso
IMPRESA
SISTEMA
Socio/Tecnico
aperto
(profilo strutturale)
Cognitivo
(profilo dinamico)
COMPLESSO
Sistema = insieme complesso
ed interrelato di parti interdipendenti
rispetto ad un obiettivo da raggiungere
31
Impresa sistema
L’impresa è un sistema, ossia un complesso interrelato
di parti interdipendenti, operante in stretto
collegamento
con
altri
sistemi,
costituiti
dall’ambiente
esterno
e
dal
mercato.
Si caratterizza, quindi, per:
☞
☞
☞
☞
la molteplicità delle componenti;
interrelazione delle parti rispetto all’obiettivo da raggiungere;
il legame con il macro-ambiente;
il dinamismo del suo funzionamento.
32
Ma che tipo di sistema è?
1.
Non è assimilabile ad un sistema meccanico, che non opera in stretta
interrelazione con sistemi esterni
2.
Ma anche il parallelismo con un sistema biologico non convince. Un
organismo vivente si caratterizza per un complesso di organi con funzioni
differenziate ed interrelate, ma per sua natura presenta limiti alla crescita e
deve prima o poi estinguersi.
L’impresa, invece, può crescere e perpetuarsi al di là della vita del suo
fondatore e, in linea di principio, non presenta limiti oggettivi a prospettive di
espansione.
3.
L’impresa, in definitiva, è un sistema socio-tecnico di tipo aperto, in
quanto:



è costituito da capitale umano e risorse tecniche;
richiede un’organizzazione necessaria per regolare il funzionamento;
è legato all’operare coordinato di gruppi interni ed esterni all’organizzazione (stakeholder), tra i quali si
sviluppano relazioni cooperative e conflittuali.
33
IMPRESA
AMBIENTE
L’impresa è un sistema aperto poiché, per vivere,
necessita di intrattenere relazioni di scambio con
altri sistemi o entità esterne. Tali relazioni sono
di tipo input (approvvigionamento di risorse)
o output (cessione a terzi
del prodotto del suo funzionamento)
34
La vera ricchezza dell’impresa non è costituita
dal suo patrimonio materiale o tangibile
(impianti, attrezzature, fabbricati, ecc.) ma
dalle risorse immateriali, in particolare quelle
di conoscenza, che si sono sedimentate
nell’organizzazione (assumendo la forma di
routine, procedure, prodotti, ecc.) o che
comunque giacciono nella mente di coloro
che operano nell’organizzazione.
IMPRESA COME
SISTEMA COGNITIVO
L’impresa è un insieme
di conoscenze
atte a produrre
nuova conoscenza
Il percorso di sviluppo dell’attività
aziendale e il successo dell’impresa
dipendono dal sapere condiviso
nell’organizzazione e da quello
degli individui che per essa
lavorano.
35
Impresa quale sistema cognitivo
Un modo differente per puntualizzare gli elementi che caratterizzano l’impresa
come sistema, privilegia il peso dei fattori immateriali (immagine, reputazione,
avviamento di mercato, cultura aziendale, capacità di produrre innovazioni),che
costituiscono la vera ricchezza dell’impresa.
La capacità di svilupparsi attraverso l’innovazione, prodotto dell’intelligenza,
contribuisce a completare la definizione dell’impresa quale sistema cognitivo,
ossia un sistema di conoscenze atto a produrre nuove conoscenze, che si
alimenta della combinazione di esperienza sedimentata nel tempo e di fenomeni di
cambiamento continuo.
Il sapere prodotto dal capitale umano diventa un patrimonio condiviso, trasferito
nelle ruotine organizzative, ma in parte resta incorporato nella conoscenza delle
specifiche professionalità che operano all’interno dell’organizzazione.
L’impresa diviene  un sistema complesso all’interno del quale s’intrecciano
elementi tangibili ed intangibili, immobilizzazioni materiali e immateriali, mezzi
tecnici e intelligenze, risorse finanziarie ed umane secondo un disegno finalizzato,
in ogni caso, alla produzione e diffusione di valore.
36
Organizzazione economica
che, mediante l’impiego di
un complesso differenziato
di risorse, svolge processi
di
acquisizione
e
di
produzione di beni o
servizi, da scambiare con
entità esterne al fine di
conseguire
un
reddito
(impresa quale sistema
socio-tecnico).
L’impresa deve essere in
grado di produrre innovazioni
che derivano dalla capacità di
“apprendere” e di mettere a
frutto le conoscenze che
derivano
dall’esperienza
(learning by doing)
(impresa quale sistema
cognitivo).
In sintesi: l’impresa è un sistema complesso all’interno del
quale si intrecciano elementi tangibili ed intangibili,
immobilizzazioni materiali ed immateriali, mezzi tecnici ed
intelligenze, risorse finanziarie ed umane, secondo un
disegno finalizzato, in ogni caso, alla produzione e diffusione
di valore.
37
Un aspetto che si va facendo sempre più spazio
nell’analisi del ruolo delle imprese è il richiamo
alle finalità e responsabilità di carattere più
prettamente sociale di cui l’impresa deve farsi
carico.
Si afferma, cioè, il concetto di responsabilità sociale
dell’impresa
(CSRCorporate
Social
Responsibility) che è legata al contratto sociale
che ogni impresa stipula con il contesto esterno e
che regola il sistema di diritti ed obblighi connessi
con il proprio funzionamento.
Il processo di scambio di risorse con l’ambiente
esterno, impatta sulle condizioni di vita della
collettività; di ciò l’impresa è protagonista e
responsabile.
38
Il concetto economico d’impresa non può essere disgiunto da
quello sociale ....
Il concetto di responsabilità sociale aziendale è fondato sul contratto sociale
che ogni impresa stipula con il contesto esterno per definire obblighi e diritti
connessi con il proprio funzionamento.
L’azienda, mediante il continuo scambio di risorse, influenza in misura spesso
rilevante le condizioni di vita della collettività e si rende protagonista e responsabile
del contributo prodotto.
39
L’impresa è un sistema di tipo aperto, che può essere scomposto in due
contesti:
 micro-ambiente, (che nella figura è rappresentato dalla area più
interna) definito dai mercati con cui si realizzano relazioni di
scambio di risorse o di tipo competitivo
 macro-ambiente, di carattere più ampio (che nella figura
corrisponde alla cornice esterna), che genera le condizioni ed i
vincoli entro cui l’impresa può operare
40
IL
RAPPORTO
IMPRESA-AMBIENTE
SISTEMA
IL SISTEMA
INFORMATIVO
INFORMATIVO
DIREZIONALE
NELL’ORGANIZZAZIONE
ED OPERATIVOAZIENDALE
Macroambiente
IMPRESA
Microambiente
Macroambiente
Mercati con cui l’impresa attiva lo
scambio delle risorse (in entrata e
in uscita)
Sistema delle condizioni e dei
vincoli in cui questo scambio si
verifica
41
42
Le componenti del micro-ambiente
L’ambiente transazionale dipende dal grado di autonomia che l’impresa
intende darsi per produrre all’interno i materiali, le parti ed i componenti
da utilizzare per la produzione di beni e servizi. Quanto più si rivolge
all’esterno, tanto più si sviluppano relazioni di scambio con i mercati di
fornitura e, quindi, sia amplia l’ambiente transazionale.
Al contrario, i confini dell’impresa tendono ad espandersi – e di
conseguenza l”ambiente transazionale si contrae – in seguito all’
“internalizzazione” di tali attività di produzione.
L’ambiente competitivo, invece, dipende dalla scelta delle porzioni di
mercato a cui si indirizza l’impresa. In tali mercati si realizzerà anche il
confronto competitivo con i concorrenti.
43
SISTEMA
ILILSISTEMA
RAPPORTO
INFORMATIVO
INFORMATIVO
IMPRESA-AMBIENTE:
DIREZIONALE
NELL’ORGANIZZAZIONE
IL
EDMICRO-AMBIENTE
OPERATIVOAZIENDALE
Mercati di
produzione
Mercato del
lavoro
Ambiente transazionale
Definisce i confini
Mercato
Mercato
dell’impresa
finanziario
finanziario
IMPRESA
Ambiente competitivo
Clienti
serviti
Dipende dalla scelta
delle porzioni di
Imprese
mercato cui cedere
concorrenti
beni/servizi
Il microambiente si può idealmente scomporre in due parti:
ambiente transazionale e competitivo
44
I sub-sistemi del macro-ambiente
Il macro-ambiente, inteso come il contesto socioeconomico all’interno del quale
l’impresa è chiamata a svolgere le sue funzioni, si compone a sua volta di quattro subsistemi:
Il sistema politico-istituzionale:
• forma di governo , ordinamento legislativo (imposizione fiscale, normativa sul lavoro,
sulla sicurezza, etc.)
Il sistema culturale-tecnologico:
• tradizioni, costumi, usi, valori, tecnologia
Il sistema demografico-sociale:
• struttura e stratificazione della popolazione (età, classe sociale, distribuzione
territoriale, stili di vita)
Il sistema economico:
• prezzi e moneta; credito e investimenti; produzione agricola, industriale e terziaria;
economie collettiviste o liberiste.
45
RAPPORTO
IMPRESA-AMBIENTE:
IL MACRO-AMBIENTE
SISTEMA
ILILSISTEMA
INFORMATIVO
INFORMATIVO
DIREZIONALE
NELL’ORGANIZZAZIONE
ED
OPERATIVOAZIENDALE
È rappresentato dalla
forma di governo e
dall’ordinamento
legislativo
È definito dalla struttura
della popolazione
residente e dalle relazioni
Tradizioni, costumi,
tra gli individui
abitudini, sviluppo
tecnologico, innovazione
IMPRESA
Sistema culturale tecnologico
Sistema socio-demografico
Sistema politico-istituzionale
Sistema delle macro
variabili economiche
(produzione industriale,
prezzi, moneta, etc.)
Sistema economico
Microambiente
Mercati con cui l’impresa attiva lo scambio delle
risorse (in entrata e in uscita)
Macroambiente Sistema delle condizioni e dei vincoli in cui questo
scambio si verifica
46
Le relazioni tra ambiente ed Impresa
L’impresa opera all’interno di un sistema di interrelazioni
con le componenti esterne, micro e macroambientali,
non può scegliersi il macroambiente,
mentre può definire i confini del microambiente in cui operare.
Tuttavia, l’impresa, da sola o in aggregazione con altre,
può influenzare anche le componenti del macro-ambiente.
Il progresso tecnologico influenza la struttura dei settori industriali e la
posizione competitiva delle imprese.
L’equilibrio politico internazionale, in un’economia globalizzata ed
interconnessa, impatta sulla sicurezza degli scambi, sulla stabilità
politica, modificando le caratteristiche dell’ambiente socio-economico.
47
Le relazioni tra ambiente ed impresa
Esempio 1.
Fino ai primi anni ‘80 l’uso del casco per motocicli e ciclomotori era praticamente sconosciuto in
Italia. La legge sull’obbligo, sollecitata da più parti, venne approvata nel 1986 e sanciva l’obbligo
d’uso per conducenti e trasportati di moto e scooter, mentre nel caso dei ciclomotori l’obbligo era
limitato ai soli minorenni. Gli effetti non tardarono a farsi sentire sia sotto il profilo degli effetti
sulla riduzione della spesa sanitaria sociale, che sotto il profilo del sistema di vincoli ed opportunità
per le imprese del settore degli accessori per motocicli e ciclomotori.
Fino ai primi anni ‘80 l’uso del casco per motocicli e ciclomotori era praticamente sconosciuto in
Italia. La legge sull’obbligo, sollecitata da più parti, venne approvata nel 1986 e sanciva l’obbligo
d’uso per conducenti e trasportati di moto e scooter, mentre nel caso dei ciclomotori l’obbligo era
limitato ai soli minorenni. Gli effetti non tardarono a farsi sentire sia sotto il profilo degli effetti
sulla riduzione della spesa sanitaria sociale, che sotto il profilo del sistema di vincoli ed opportunità
per le imprese del settore degli accessori per motocicli e ciclomotori.
Ciò dimostra come un intervento legislativo – derivante da un bisogno sociale emergente (quello
della sicurezza) – abbia generato una serie di opportunità e minacce per le imprese presenti in un
settore, modificando anche il livello delle barriere all’ingresso e favorendo l’entrata di nuovi
competitor. Le imprese, del resto, ampliando la gamma ed inserendo nuovi prodotti hanno
ulteriormente influenzato il mercato.
48
Le relazioni tra ambiente ed impresa
Esempio 2.
Gli esempi dello stretto legame di interdipendenza tra imprese ed ambiente sono
innumerevoli; basti pensare all’impatto delle tecnologie ICT sul settore turistico (sistemi
di promozione e vendita on-line, sistemi di prenotazione computerizzata, ecc.), o
all’influenza degli interventi di liberalizzazione del settore del trasporto aereo sullo
sviluppo delle compagnie low-cost o, ancora, agli effetti che già si stanno manifestando
sul settore dell’edilizia ecosostenibile, piuttosto che sulla produzione di motori per
autotrazione, derivanti dall’esigenza sociale di risparmio energetico. Le nuove
tecnologie sviluppate dalle imprese (es. nuove celle di silicio ad alta efficienza), del
resto, influenzano il macro-ambiente nella sua componente culturale-tecnologica.
49
In senso generale, l’ambiente determina il sistema di
vincoli-opportunità entro cui si dipana la gestione
aziendale.
Come si è visto, l’impresa non può scegliersi il macroambiente ma può scegliersi l’ambiente transazionale e
competitivo all’interno del quale operare.
TUTTAVIA …
Per le imprese di maggiori dimensioni, capaci di incidere
sul potere politico, anche il macro-ambiente finisce per
essere, per certi versi ed entro certe condizioni, una
variabile più che un vincolo da rispettare.
50
L’impresa
e il suo ambiente
di riferimento
Cosa significa che l’impresa opera in un ambiente competitivo?
Quali sono le forme prevalenti di mercato e come si instaurano le relazioni
tra impresa e mercati? Qual è il suo ruolo economico?
Esiste un collegamento tra la differenziazione dei prodotti e le forme
prevalenti di mercato?
Che cosa significa che esistono delle barriere alla concorrenza?
Cosa sono i costi di transazione?
Cosa si intende per paradigma struttura-condotta-performance?
........ .... Vogliamo parlare di globalizzazione?
51
Le forme prevalenti di mercato (1)
Qualsiasi decisione ed azione strategica dimpresa non
pu prescindere dalla conoscenza degli elementi
strutturali dellambiente competitivo di riferimento.
Le moderne economie di mercato si caratterizzano per
una elevata differenziazione dei prodotti sotto il
profilo fisico, tecnico, estetico o semplicemente
psicologico (immagine di marca). Viene pertanto
messo in discussione uno dei presupposti di base
della concorrenza perfetta: lomogeneit dei
prodotti.
52
Le forme prevalenti di mercato (2)
Per effetto della differenziazione dei prodotti, il mercato
tende a frazionarsi in tanti sub-mercati indipendenti,
ciascuno con una particolare clientela, che essendo attratta
da particolari elementi distintivi del prodotto, orienterà la
propria domanda verso specifiche offerte delle imprese.
L’impresa, pertanto, tenta di indirizzare tali preferenze e
punta a ritagliarsi delle “nicchie” all’interno delle quali
operare in posizione quasi monopolistica. Tale posizione
di vantaggio può essere erosa sia perché i fattori di
differenziazione possono essere controbilanciati da altri
strumenti concorrenziali (es. prezzo, termini di
pagamento), sia perché possono essere imitati dai
concorrenti.
53
Analisi della Struttura
Gli Attributi di “struttura” del mercato maggiormente
significati sono:
 il Grado di concentrazione, di elasticità e differenziazione
della domanda
 il Grado di concentrazione dell’offerta
 il Grado di differenziazione delle produzioni
 l’Esistenze di barriere alla concorrenza
 il Rapporto di equilibrio fra domanda e offerta
Da una rappresentazione della struttura
derivano le forme di mercato
54
DIFFERENZIAZIONE
DEL PRODOTTO
Un venditore
Alcuni venditori
Molti venditori
Prodotto
omogeneo
MONOPOLIO
OLIGOPOLIO
OMOGENEO
CONCORRENZA
PERFETTA
Prodotto
differenziato
MONOPOLIO
OLIGOPOLIO
DIFFERENZIATO
CONCORRENZA
MONOPOLISTICA
NUMEROSITÀ
DEGLI OFFERENTI
Dall’affermazione del concetto di differenziazione deriva
la caduta di uno dei presupposti essenziali
della concorrenza perfetta
55
Monopolio:
 Monopolista, arbitro del prezzo
 Quantità della produzione
Concorrenza perfetta:
 Atomizzazione dell’offerta
 Omogeneità dei prodotti
 Trasparenza del mercato (perfetta
alternative)
 Libertà di ingresso nel mercato
conoscenza
delle
Oligopolio omogeneo:
 L’esistenza di prodotti differenziati comporta il frazionamento
del mercato in tanti sub-mercati ciascuno dei quali è in certi
limiti separato dagli altri e, quindi, indipendente nelle sue regole
di funzionamento.
56
Le forme prevalenti di mercato (3)
La
differenziazione
produttiva
rende
prevalenti,
tra i regimi
di mercato, l’oligopolio
e
la
concorrenza
monopolistica
57
Concorrenza monopolistica
ed oligopolio differenziato
Concorrenza monopolistica
Presenta elementi concorrenziali (frazionamento dell’offerta tra tanti
produttori) e di monopolio (formazione di tanti sub-mercati distinti, in cui
alcuni produttori assumono posizioni monopolistiche).
Oligopolio:
Si caratterizza per la presenza di pochi produttori
☞ È differenziato, se pochi produttori controllano il mercato in ragione dei
caratteri peculiari della loro offerta (es. detersivi)
☞ È concentrato se manca del tutto la differenziazione (es. prodotti
siderurgici, cemento)
☞ È misto se si pone quale forma intermedia tra i primi due (es. automobili,
elettrodomestici)
58
Barriere alla concorrenza
Barriere all’entrata
1.
2.
3.
Economie di scala (legate ai volumi), di apprendimento (legate
all’esperienza), di scopo (di interrelazione interna o esterna)
Disponibilità di brevetti/know-how
Controllo di fattori produttivi essenziali (possesso di risorse non
appropriabili)
Barriere interne o di mobilità

Differenziazione produttiva
Barriere all’uscita
➠
➠
Difficoltà del disinvestimento
Ostacoli al fallimento/liquidazione
59
Le economie di scala implicano un abbattimento del costo unitario di
produzione all’aumentare della quantità complessiva prodotta (e venduta).
Le economie di scala liberano potenziali margini incrementali unitari di
guadagno per l’impresa che possono essere anche trasformati (totalmente o
parzialmente) in abbattimenti del prezzo di vendita.
I ipotesi:
totale trasformazione dell’abbattimento del costo in abbattimento del
prezzo
Cup iniz. = 100
P iniz. = 150
Cup dopo Econ. = 75 Δ- = 25 P dopo Econ. = 125 Δ- = 25
π = 50
π = 50 Δ = 0
In questo caso, la redditività complessiva potrà migliorare grazie all’effetto
prezzo sulle quantità vendute che dovrebbero aumentare in conseguenza del
prezzo più basso praticato dall’impresa.
60
II ipotesi:
totale trasformazione dell’abbattimento del costo in margine incrementale
di guadagno (e quindi di profitto)
Cup iniz. = 100
P iniz. = 150
π = 50
Cup dopo Econ. = 75 Δ- = 25
P dopo Econ. = 150 Δ = 0
π = 75 Δ+ = 25
In questo caso, la redditività complessiva migliora grazie all’aumento dei margini unitari,
ferme restando le quantità vendute dall’impresa.
III ipotesi:
trasformazione dell’abbattimento del costo parzialmente in abbattimento
del prezzo e parzialmente in margine incrementale di guadagno (entrambe le
politiche, non necessariamente in % uguali)
Cup iniz. = 100
Cup dopo Econ. = 75
Δ- = 25
P iniz. = 150
P dopo Econ. = 140 Δ- = 10
π = 50
π = 65
Δ+ = 15
In questo caso, la redditività complessiva migliorerà oltre che per l’incremento dei margini
unitari, potenzialmente anche grazie all’effetto prezzo sulle quantità vendute che
dovrebbero aumentare in conseguenza del prezzo più basso praticato dall’impresa.
61
L’equilibrio fra la domanda e l’offerta
Per comprendere il funzionamento di un dato mercato e le
politiche adottate dalle imprese che in esso operano è
necessario analizzare congiuntamente la situazione della
domanda e dell’offerta, al fine di desumere la posizione
relativa di forza dei produttori o dei consumatori.
Nel caso di eccedenza della domanda sull’offerta i venditori
assumono una posizione di forza (es. prodotti petroliferi).
Nel caso opposto sono i compratori con la loro domanda a
divenire arbitri delle sorti dei produttori.
Mercato del venditore
Domanda superiore all’Offerta
Mercato del Compratore
Offerta superiore alla Domanda
62
La teoria dei costi di transazione
I rapporti tra l’impresa ed i mercati si sviluppano tramite contratti legati alle transazioni
necessarie per acquisire le risorse o cedere i prodotti.
Il costo della transazione è uguale non soltanto al prezzo pagato per il suo acquisto, ma
anche allo sforzo sostenuto dall’acquirente e dallo stesso venditore per ricercare le
informazioni utili a perfezionare la contrattazione ed a gestire e controllare la relazione.
Costo di scambio
+ Costi informativi
+ Costi di gestione e controllo della relazione
—————————————
= Costo di transazione
63
Teoria dei costi di transazione
Ogni impresa può decidere se
internalizzare (“make”) o
esternalizzare (“buy”) attività.
Secondo questa teoria tale
decisione
dipende
dalla
comparazione tra costi di
transazione
e
costi
di
produzione.
Ci
sono tuttavia dei limiti
all’applicazione
di
questo
modello, che dipendono dal
contenuto strategico di tali
scelte.
Internalizzazione
Esternalizzazione
64
Le relazioni impresa-mercato e la
dimensione aziendale
La
capacità
di
influenzare il mercato
dipende
dalla
dimensione aziendale.
Il livello di dipendenza o
di indipendenza dal
mercato
sarà
molto
diverso nell’ipotesi di
piccole, medie e grandi
imprese.
65
I protagonisti della vita dell’impresa
Chi sono i “portatori di interessi” interni ed esterni nella vita dell’impresa? .... E
quali sono i loro ruoli?
Quali sono le strategie di governo delle relazioni con gli stakeholder?
Cosa si intende per visione sociale dell’impresa?
C’è distinzione tra i concetti di Imprenditorialità e Managerialità?
È possibile tracciare una mappa degli stakeholder?
....È possibile fare una individuazione e classificazione degli stakeholder?
Si possono configurare dei rapporti strategici con gli stakeholder?
66
LA VISIONE SOCIALE DELL’IMPRESA
EVOLUZIONE NELLA TEORIA DELL’IMPRESA
Visione Imprenditoriale
IMPRESA VISTA COME
UN’INIZIATIVA
IMPRENDITORIALE
RIVOLTA SOLTANTO
ALLE FINALITÀ
ECONOMICHE
DELL’INVESTITORE
PROPRIETARIO
Visione Sociale
L’IMPRESA DEVE ESSERE
CONSIDERATA COME UN
SISTEMA ECONOMICO SOCIALE
A CUI PRENDE PARTE
UNA PLURALITÀ DI
ATTORI, CHE DEVE
ESSERE GUIDATO IN
FUNZIONE DI UN
GIUSTO EQUILIBRIO FRA
OBIETTIVI ECONOMICI E
RESPONSABILITÀ SOCIALI
UN’IMPRESA VA CONSIDERATA COME
ISTITUZIONE SOCIALE A FINALITÀ PLURIME
ILCUI COMPITO È QUELLO DI CREARE
VALORE IN SENSO AMPIO, OVVERO NON SOLO IN SENSO
ECONOMICO MA ANCHE SOCIALE
67
La visione sociale dell’Impresa
L’impresa è un sistema economico e sociale, a cui
prende parte una pluralità di attori (istituzione
sociale a finalità plurime), da guidare in funzione
di un giusto equilibrio tra obiettivi economici e
responsabilità sociali (valore economico e
sociale).
La rilevanza sociale dell’impresa cresce in
rapporto alle ricadute esercitate sul contesto in
cui opera (ricadute occupazionali, d’investimento,
di mercato, di partecipazione alla vita della
comunità, di effetti inquinanti sull’ambiente, ecc.),
mentre quella economica si lega alla ricchezza
creata con la sua attività.
68
Distinzione tra imprenditorialità e
managerialità
IMPRENDITORIALITÀ
Attitudine ad assumere decisioni rischiose
finalizzate all’innovazione dei comportamenti
aziendali
EFFICACIA
è il valore proprio dell’imprenditorialità ed attiene
alla bontà delle decisioni. Può essere intesa quale
intuizione decisionale di chi governa
a livello più elevato il sistema aziendale
MANAGERIALITÀ
Capacità di sviluppare le decisioni
imprenditoriali e di attuarle in modo
razionale
EFFICIENZA
è il valore proprio della managerialità,
intesa quale attitudine a realizzare il
massimo rendimento nella fase di
attuazione delle scelte aziendali
SI TRATTA DI DUE RUOLI COMPLEMENTARI CHE IN MOLTE IMPRESE
POSSONO CONVIVERE NELLO STESSO SOGGETTO
69
Imprenditorialità
e managerialità
L’imprenditorialità è l’attitudine ad assumere
all’innovazione dei comportamenti aziendali.
decisioni
rischiose
finalizzate
La managerialità è la capacità di sviluppare le decisioni imprenditoriali e di attuarle in
modo razionale.
Imprenditorialità ed efficacia
 L’efficacia è il valore proprio dell’imprenditorialità, intesa quale intuizione
decisionale di chi governa a livello più elevato il sistema aziendale
Managerialità ed efficienza
 L’efficienza è il valore proprio della managerialità, intesa quale attitudine a
realizzare il massimo rendimento nell’attuazione delle scelte aziendali
70
ORGANI
DELIBERANTI
* Esercitano prevalentemente attività decisionale.
* Si differenziano per l’ampio potere discrezionale
esercitato nel compimento della loro attività.
ORGANI DI
CONTROLLO
Non preposti al controllo dell’attività aziendale.
ORGANI
ESECUTIVI
Hanno il compito di dare attuazione alle
disposizioni provenienti dagli organi deliberanti.
Per l’esercizio effettivo dei poteri decisori ed organizzativi
è necessaria non solo l’autorità formale
(collegata alla carica ricoperta nell’organigramma)
ma anche l’autorità sostanziale che deriva da:
 abilita professionale
 disponibilità delle informazioni
 capacità di controllo delle decisioni assunte
71
Concetto di efficacia
output effettivo/output previsto
Capacità della decisione presa di conseguire l’obiettivo che
ci si è prefissi
Fare la cosa giusta!
Concetto di efficienza
input/output
Capacità di conseguire gli obiettivi utilizzando la minore
quantità possibile di risorse
Fare bene qualcosa!
72
Efficienza
L’azienda è efficiente quando utilizza in maniera
economica le risorse a propria disposizione
I giudizi di efficienza riguardano tutte le fasi del processo
produttivo: acquisto, produzione e vendita
e si pongono come obiettivo l’analisi delle alternative che
producono il massimo rapporto tra risultati ottenuti e mezzi
impiegati
Indicatore:
quantità di output
unità di input
73
Efficacia
Un’azienda è efficace quando ha raggiunto con successo
gli obiettivi prefissati
I giudizi di efficacia implicano quindi
una valutazione qualitativa ex-post
del grado di raggiungimento degli obiettivi desiderati
Tali obiettivi possono essere: il grado di soddisfazione della
clientela, i guadagni conseguiti dall’azienda, ecc.
74
Efficacia interna o gestionale (output/obiettivi)
Misura e indica: la capacità di raggiungere
determinati obiettivi prefissati - Es.: Aver cucinato per
una cena
Efficacia esterna o sociale (obiettivi/risultati)
Misura e indica: la capacità dell’azienda di
soddisfare i bisogni - Es.: Il grado di gradimento della
cena da parte degli amici invitati
75
Il concetto di efficienza, in generale si differenzia da quello di efficacia in
quanto mentre quest'ultimo è usato per misurare i risultati ottenuti all'esterno
(mercato, ambiente) dall'attività gestionale, l'efficienza riguarda le modalità
con cui vengono svolti i processi organizzativi-produttivi all'interno
dell'impresa, indagando sull'impiego dei fattori della produzione (lavoro,
impianti, materiali, ecc.).
Così definita l'efficienza presenta poi due peculiari aspetti:
uno tecnico e l'altro economico.
Per efficienza in senso tecnico si
deve intendere la valutazione del
rendimento dei fattori produttivi,
espressa
dagli
indicatori
di
produttività che si costruiscono
mettendo in rapporto la produzione
ottenuta (output) ed i singoli fattori
produttivi impiegati (input).
L'efficienza economica,
invece
basandosi
sulle
misurazioni
dell'efficienza
tecnica
ed
introducendo valutazioni sul costo
dei fattori produttivi impiegati,
perviene ad indicazioni sintetiche
relative al costo dei fattori
impiegati per ciascuna unità di
produzione ottenuta".
76
Attenzione:
un’azienda può essere efficiente
ma non efficace!
Oppure può essere efficace
ma non efficiente!
Ovvero Possibili Equivoci
• le aziende efficienti sono per definizione
anche efficaci. NO!
• le aziende efficaci sono sempre efficienti. NO!
77
Quanto detto implica che
secondo la logica economico- aziendale ...
L’attività aziendale deve essere rivolta alla ricerca del raggiungimento
degli obiettivi prefissati con l’utilizzo razionale delle risorse via via
disponibili
Allora economicità cosa vuol dire?
Il concetto di economicità sintetizza la capacità
dell’azienda nel lungo periodo di utilizzare in modo
efficiente le proprie risorse raggiungendo in modo efficace
i propri obiettivi
78
LA TEORIA DEGLI STAKEHOLDER
L’impresa si pone al centro di una serie di rapporti con differenti gruppi sociali,
rispetto ai quali attiva relazioni di scambio, di informazione, di rappresentanza
Gruppi
politici
Proprietari
Istituzioni
finanziarie
Gruppi di
opinione
Governo
(centrale e
locale)
Clienti
IMPRESA
Fornitori
Associazioni
dei
consumatori
Concorrenti
Associazioni
di categoria
Sindacati
Dipendenti
79
La teoria degli stakeholder
Questi gruppi costituiscono dei veri e propri interlocutori
dell’impresa o “stakeholder”, ossia portatori di interesse,
che influenzano e sono influenzati dall’attività dell’impresa
Il governo dei rapporti con gli stakeholder è una responsabilità
primaria per l’imprenditore perché influenza i risultati della gestione:
individuare gli stakeholder, stabilirne il peso relativo, valutarne gli
interessi e orientare la mission aziendale, anche tenendo conto di questi
Ultimi, sono passaggi fondamentali per la definizione del progetto strategico
Teoria degli stakeholder
l’impresa è una organizzazione economica legata ad un complesso d’interlocutori
interni ed esterni, che, mediante la combinazione di risorse differenziate,
svolge processi d’acquisizione e di produzione di beni e servizi allo scopo
di creare e distribuire valore tra di essi
80
Individuazione e classificazione
degli stakeholder
Tenuto conto della visione allargata dell’impresa, è importante ai
fini del successo aziendale rispondere a cinque quesiti di
fondo:
a) chi sono i gruppi portatori d’interessi con cui l’impresa deve
misurarsi;
b) quali sono questi interessi;
c) quali opportunità o sfide questi portatori d’interessi creano per
l’impresa;
d) quali responsabilità l’impresa ha verso tutti i suoi portatori
d’interessi;
e)
quali strategie o politiche dovrebbero essere adottate
dall’impresa per rispondere alle sfide e alle opportunità legate
ai suoi portatori d’interessi.
81
Individuazione e classificazione degli stakeholder
Obiettivo
dell’individuazione
degli
stakeholder è stabilire come gestire i
relativi
rapporti,
valutando
l’atteggiamento che potrà derivare da
ciascuno di essi.
La classificazione degli stakeholder
è mutevole, perché da tempo a
tempo possono variare l’attualità
degli interessi, la forza dei
singoli interlocutori ed il loro
grado di legittimazione.
Classificazione
 stakeholder primari: destinati ad
esercitare una pressione più diretta e
immediata sulla gestione aziendale
 stakeholder secondari: in grado di
influenzare i comportamenti di lungo
termine, potendo incidere soprattutto sul
clima sociale delle relazioni individuali
Criteri di individuazione
82
Stakeholder primari e secondari
Stakeholder
SECONDARI
Comunità Locale
Stakeholder
PRIMARI
Proprietari
Gruppi di Opinione
Gruppi di Consumatori
Fornitori
Clienti
IMPRESA
Media
Società Civile
Concorrenti
Dipendenti
Sindacati
Gruppi
ambientalisti
83
Questa matrice consente di individuare la strategia
di volta in volta più efficace per amministrare le relazioni
con le diverse tipologie di stakeholder aziendali
I rapporti strategici con gli stakeholder
84