I. Mark. Avan. – A.A. 2014-15
Art. 2082. Codice Civile
DEFINIZIONE DI IMPRENDITORE
Colui che esercita professionalmente
un’attività economica organizzata
al fine della produzione
o dello scambio di beni o di servizi
2
Art. 2086 Direzione e gerarchia nell’impresa
L’imprenditore è il capo dell’impresa e da lui dipendono gerarchicamente i
suoi collaboratori.
Art. 2555 Nozione
L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per
l’esercizio dell’impresa.
Art. 2563 Ditta
L’imprenditore ha diritto all’uso esclusivo della ditta da lui prescelta.
La ditta, comunque sia formata, deve contenere almeno il cognome o la
sigla dell’imprenditore, salvo quanto è disposto dall’art. 2565.
Art. 2565 Trasferimento della ditta
La ditta non può essere trasferita separatamente dall’azienda.
Nel trasferimento dell’azienda per atto tra vivi, la ditta non passa
all’acquirente senza il consenso dell’alienante.
Nella successione nell’azienda per causa di morte la ditta si trasmette al
successore, salvo diversa disposizione testamentaria.
3
Art. 2083 Piccoli imprenditori
Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli
artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano
un’attività professionale organizzata prevalentemente
con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.
Art. 2135 Imprenditore agricolo
È imprenditore agricolo chi esercita un’attività diretta
alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura,
all’allevamento del bestiame e attività connesse.
Si reputano connesse le attività dirette alla
trasformazione o all’alienazione dei prodotti agricoli,
quando rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura.
4
Lo svolgimento di tale professione, presuppone
l’esistenza di due soggetti che possono essere unificati
nella figura dell’imprenditore, ovvero il soggetto
giuridico
e
il
soggetto
economico.
Soggetto giuridico: è colui che
ha la rappresentanza legale
dell’impresa e può essere
una persona fisica, due o Soggetto economico: è colui
più persone fisiche (società
che ha il potere decisionale
di persone), una persona
in merito alle scelte
giuridica
(società
di
aziendali e può essere
capitale).
l’imprenditore soprattutto
nelle realtà individuali, o il
management, in particolare
Le
società
di
persone
si
caratterizzano per l’autonomia
nelle società.
patrimoniale imperfetta.
Le
società
di
capitale
si
caratterizzano per l’autonomia
patrimoniale perfetta.
5
Con il contratto di società
due o più persone
conferiscono beni o servizi
per l’esercizio in comune
di un’attività economica
allo scopo di dividerne gli utili.
6
Art. 2251 Contratto sociale (SOCIETÁ SEMPLICE)
Nella società semplice il contratto non é soggetto a forme speciali, salve quelle
richieste dalla natura dei beni conferiti.
Art. 2291 Nozione (SOCIETÁ IN NOME COLLETTIVO)
Nella società in nome collettivo tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente
per le obbligazioni sociali.
Il patto contrario non ha effetto nei confronti dei terzi.
Art. 2313 Nozione (SOCIETÁ IN ACCOMANDITA SEMPLICE)
Nella società in accomandita semplice i soci accomandatari rispondono solidalmente e
illimitatamente per le obbligazioni sociali, e i soci accomandanti rispondono
limitatamente alla quota conferita.
Le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni.
7
Art. 2472 Nozione (SOCIETÁ A RESPONSABILITÁ LIMITATA)
Nella società a responsabilità limitata, per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il
suo patrimonio. Le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni.
Art. 2474 Capitale sociale
La società deve costituirsi con un capitale non inferiore a 20 milioni di lire.
Le quote di conferimento dei soci possono essere di diverso ammontare, ma in nessun caso
inferiori a lire mille. Se la quota di conferimento è superiore al minimo, deve essere costituita da un
ammontare multiplo di lire mille. Se il valore di un conferimento in natura non raggiunge
l'ammontare minimo o un multiplo di questo, la differenza deve essere integrata mediante
conferimento in danaro.
Art. 2463 bis (Società a Responsabilità limitata semplificata  vedi slides successive
Art. 2325 Nozione (SOCIETÁ PER AZIONI)
Nella società per azioni per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio.
Le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate da azioni.
Art. 2327 Ammontare minimo del capitale
La società per azioni deve costituirsi con un capitale non inferiore a 200 milioni di lire.
Art. 2462 Nozione (SOCIETÁ IN ACCOMANDITA PER AZIONI)
Nelle società in accomandita per azioni i soci accomandatari rispondono solidalmente e
illimitatamente per le obbligazioni sociali, e i soci accomandanti sono obbligati nei limiti della quota
di capitale sottoscritta .
Le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate da azioni.
8
APPENDICE:
Le Società a
Responsabilità
Limitata
9
Oggi, in Italia, esistono due differenti versioni di società
a responsabilità limitata:

la formula tradizionale;

la Srl semplificata/Srls (a capitale ridotto).
Quest’ultima versione, di recente introduzione nel
nostro sistema giuridico, può essere costituita anche
solo con un capitale minimo di 1 Euro.
10
☞
Per costituire una Srl normale è necessario un
capitale sociale minimo di 10.000 € e non c’è un
tetto massimo.
☞
Possono essere aperte da una o più persone
fisiche e il capitale sociale deve essere sottoscritto
e interamente versato all’atto della costituzione.
☞
Deve essere inoltre stipulato un atto costitutivo.
11
Nuova versione
La Srls (società a responsabilità limitata semplificata) è
stata introdotta dal D.L. c.d. “Cresci Italia” n. 1 del 24
gennaio 2012, modificato significativamente con il
D.L. n. 76 del 28 giugno 2013 convertito
definitivamente, con modificazioni, dall’art. 1, comma
1, L. 9 agosto 2013, n. 99.
Il Decreto del Ministero della Giustizia del 14 agosto
2012, n. 138) indica il modello standard di statuto
societario.
12
☞ Per costituire una Srl semplificata è necessario un capitale
sociale minimo di 1 €, con il tetto massimo di 9.999 €.
☞ Possono essere costituite con contratto o atto unilaterale da
persone fisiche
(Comma così modificato dall’art. 9, comma 13, lett. a), D.L. 28 giugno 2013, n. 76,
convertito, con modificazioni, dalla L. 9 agosto 2013, n. 99)
e il capitale sociale deve
essere sottoscritto e interamente versato all’atto della
costituzione.
☞ Deve essere inoltre stipulato un atto costitutivo con atto
pubblico.
13
L'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico in conformità al modello standard
tipizzato con Decreto del Ministro della Giustizia del 14 agosto 2012, n. 138, di concerto
con il Ministro dell‘Economia e delle Finanze e con il Ministro dello Sviluppo
Economico, e deve indicare:
1) il cognome, il nome, la data, il luogo di nascita, il domicilio, la cittadinanza di ciascun socio;
2) la denominazione sociale contenente l'indicazione di società a responsabilità limitata semplificata e
il comune ove sono poste la sede della società e le eventuali sedi secondarie;
3) l'ammontare del capitale sociale, pari almeno ad 1 euro e inferiore all'importo di 10.000 euro
previsto all'articolo 2463, secondo comma, numero 4), sottoscritto e interamente versato alla data
della costituzione. Il conferimento deve farsi in denaro ed essere versato all'organo amministrativo;
4) attività che costituisce l’oggetto sociale;
5) la quota di partecipazione di ciascun socio;
6) le norme relative al funzionamento della società, indicando quelle concernenti l'amministrazione, la
rappresentanza;
7) le persone cui è affidata l'amministrazione e l’eventuale soggetto incaricato di effettuare la
revisione legale dei conti;
8) luogo e data di sottoscrizione;
9) gli amministratori.
(Punto così modificato dall’art. 9, comma 13, lett. b), D.L. 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con
modificazioni, dalla L. 9 agosto 2013, n. 99)
Le clausole del modello standard tipizzato sono inderogabili. (Comma aggiunto dalla lett. b-bis) del
comma 13 dell’art. 9, D.L. 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla L. 9 agosto
2013, n. 99).
14
Cosa è un’impresa?
Quali sono i requisiti e le caratteristiche peculiari che la differenziano da altri organismi?
L’impresa viene definita come:
l’organizzazione economica che,
mediante un complesso differenziato di risorse,
svolge processi di acquisizione e di produzione di beni e servizi,
da scambiare con entità esterne al fine di conseguire un reddito.
Gli elementi distintivi che emergono da questa definizione sono:
a) La presenza di un’organizzazione
b) Lo svolgimento di processi di produzione economica
c) Le relazioni di scambio con entità esterne
d) La finalità imprenditoriale del reddito
15
L’attività economica
Presuppone:
a)
l’esistenza di un bisogno,
b)
che per essere soddisfatto richiede lo svolgimento di una
serie di attività collegate fra loro e coordinate,
c)
il coinvolgimento di attori diversi,
d)
l’utilizzo di risorse in parte già disponibili, in parte raccolte
a seguito di scambi (di informazioni, di denaro, di beni e
servizi),
e)
una continuità nel tempo,
f)
la ricerca di nuove idee e di nuovi clienti,
g)
la valutazione di fornitori diversi,
h)
la disponibilità di una sede, di attrezzature e conoscenze
che vengono via via accumulate.
16
1.
le imprese si propongono di durare nel tempo (c’è anche la
successione d’impresa!)
2.
le aziende cambiano nel tempo continuamente per effetto di
eventi interni ed esterni: cambiamenti tecnologici, di gusti, di
normative, valutazioni di priorità, scelte strategiche, ...
3.
le imprese definiscono in autonomia i propri obiettivi e i mezzi
opportuni per raggiungerli, nel rispetto delle leggi
LIMITE  SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, ossia la capacità di generare,
attraverso l’attività economica, risorse sufficienti a finanziare il proprio sviluppo –
è la condizione che permette alle aziende di mantenere l’autonomia, ossia di
determinare la direzione e l’intensità della propria crescita.
17
Il concetto di Economicità
Autonomia di scelta e continuità di operato non possono verificarsi se
l’impresa non è in grado, attraverso l’attività economica, di generare
adeguate risorse per finanziare il proprio sviluppo.
LA CAPACITÀ DI DURARE NEL TEMPO
SENZA RICORRERE IN MODO STABILE
ALL’AIUTO DI TERZI
È DEFINITA ECONOMICITÀ.
Il
raggiungimento dell’economicità è una
funzionamento per l’impresa, e non un fine!
condizione
di
18
Condizioni per l’economicità
1. L’azienda
deve essere in equilibrio reddituale; ovvero, in linea di principio, almeno nel lungo
periodo, nello svolgimento dell’attività economica i volumi di vendita e i ricavi a essi collegati
devono essere superiori ai costi che l’azienda ha dovuto sostenere per realizzare i prodotti o i
servizi venduti. (SI VEDA LA FUNZIONE DELL’EQUILIBRIO ECONOMICO NELLA SLIDE
N. 27)
2. L’impresa deve puntare all’efficienza, ossia deve
continuativamente tendere a minimizzare gli
sprechi e i costi connessi alla generazione dei ricavi, o a massimizzare i ricavi data una certa
struttura a livello di costi. L’efficienza si collega con il migliore utilizzo possibile delle risorse a
disposizione, con la ricerca costante di innovazione e permette di liberare risorse durante lo
svolgimento dell’attività economica da reimpiegare nell’azienda, favorendo in questo modo il
raggiungimento di risultati reddituali positivi.
Indicatore di efficienza: quantità di output / unità di input – (ovvero massimo rapporto tra risultati
ottenuti e mezzi impiegati)
3. L’organizzazione
deve essere in equilibrio monetario, ossia deve essere in grado in qualunque
momento di avere abbastanza denaro in cassa per onorare i debiti in scadenza.
4. L’azienda deve remunerare adeguatamente tutti i fattori della produzione.
19
Imprenditorialità e managerialità
L’imprenditorialità
è l’attitudine ad assumere decisioni rischiose
finalizzate all’innovazione dei comportamenti aziendali.
La managerialità
è la capacità di sviluppare le decisioni
imprenditoriali e di attuarle in modo razionale.

Imprenditorialità ed efficacia
L’efficacia è il valore proprio dell’imprenditorialità, intesa quale
intuizione decisionale di chi governa a livello più elevato il sistema
aziendale

Managerialità ed efficienza
L’efficienza è il valore proprio della managerialità, intesa quale
attitudine a realizzare il massimo rendimento nell’attuazione delle
scelte aziendali
20
Concetto di efficacia 

output effettivo/output previsto
Capacità della decisione presa di conseguire l’obiettivo che
ci si è prefissi
Fare la cosa giusta!
Concetto di efficienza 

output/input
Capacità di conseguire gli obiettivi utilizzando la minore
quantità possibile di risorse
Fare bene qualcosa!
21
Un’azienda è efficace quando ha raggiunto con successo
gli obiettivi prefissati
I giudizi di efficacia implicano quindi
una valutazione qualitativa ex-post
del grado di raggiungimento degli obiettivi desiderati
Tali obiettivi possono essere: il grado di soddisfazione della
clientela, i guadagni conseguiti dall’azienda, eccetera.
22
L’azienda è efficiente quando utilizza in maniera
economica le risorse a propria disposizione
I giudizi di efficienza riguardano tutte le fasi del processo
produttivo: acquisto, produzione e vendita
e si pongono come obiettivo l’analisi delle alternative che
producono il massimo rapporto tra risultati ottenuti e mezzi
impiegati
Indicatore:
quantità di output
unità di input
23
Efficacia interna o gestionale (output/obiettivi)
Misura e indica: la capacità di raggiungere
determinati obiettivi prefissati - Es.: Aver cucinato per
una cena
Efficacia esterna o sociale (obiettivi/risultati)
Misura e indica: la capacità dell’azienda di
soddisfare i bisogni - Es.: Il grado di gradimento della
cena da parte degli amici invitati
24
Attenzione:
un’azienda può essere efficiente
ma non efficace!
Oppure può essere efficace
ma non efficiente!
Ovvero Possibili Equivoci
• le aziende efficienti sono per definizione
anche efficaci. NO!
• le aziende efficaci sono sempre efficienti. NO!
25
Quanto detto implica che secondo la logica economicoaziendale ...
L’attività aziendale deve essere rivolta alla ricerca del raggiungimento
degli obiettivi prefissati con l’utilizzo razionale delle risorse via via
disponibili
Allora economicità cosa vuol dire?
Il concetto di economicità sintetizza la capacità
dell’azienda nel lungo periodo di utilizzare in modo
efficiente le proprie risorse raggiungendo in modo
efficace i propri obiettivi.
26
Per analizzare i fenomeni aziendali occorre
prendere in esame le attività svolte
dall’azienda;
queste
possono
essere
denominate funzioni aziendali o processi
aziendali, riguardando sostanzialmente gli
stessi oggetti, sia pure con diverse
angolazioni:
produzione,
marketing,
distribuzione,
logistica,
finanza,
amministrazione, ricerca e sviluppo, risorse
umane, eccetera.
27
L’attività imprenditoriale implica, sempre e comunque,
un sistema di operazioni economiche finalizzate:
1. alla acquisizione, produzione ed erogazione di beni e
servizi, destinati a perdurare nel tempo;
2. alla creazione e all’accrescimento di valore.
28
Coerentemente con la concezione di azienda produttrice di valore, e
con una visione strategica dell’azienda legata al più generale
concetto di catena del valore, il Porter ha utilizzato il termine di
attività generatrici di valore.
La catena del valore all’interno dell’azienda consiste nelle attività
svolte dall’azienda per produrre valore, inteso come ciò (prezzo,
fedeltà all’acquisto, ecc.) che i clienti sono disposti a pagare per i
prodotti dell’azienda; la differenza tra il valore e i costi delle
attività rappresenta il margine di profitto per l’impresa.
29
Catena =
serie di attività tra loro legate
da interdipendenze sequenziali,
ma tecnologicamente distinte
Del Valore =
creato a favore dei clienti, che
determina la posizione
competitiva dell’impresa
Essa visualizza il valore totale creato dall’impresa costituito:
1.
2.
Dalle attività generatrici di valore, primarie e di supporto
Dal margine di profitto
30
L’impresa, con la sua attività, crea un valore per il cliente, che è
misurato dal prezzo che questi paga o sarebbe disposto a pagare per
ottenere il prodotto. Il margine è il valore che residua all’azienda dopo
aver coperto i costi associati allo svolgimento di tutte le attività
necessarie per progettare, produrre, promuovere e commercializzare
il prodotto.
31
Le attività generatrici di valore primarie sono
svolte dall’azienda dal momento dell’entrata
delle materie prime fino all’assistenza al cliente
dopo la vendita del prodotto
Si distinguono in:
 Logistica in entrata: collegate al ricevimento delle materie
prime, all’immagazzinaggio, allo scarico dei materiali ai
reparti produttivi, ecc.

Attività operativa: relativa alla trasformazione delle materie
prime in semilavorati e prodotti finiti; in pratica riguardano il
processo produttivo o la funzione produzione.

Marketing e vendite: sono svolte per indurre il cliente a
comprare i prodotti/servizi dell’impresa, fornendogli un
adeguato sostegno informativo; in pratica è tutto ciò che
concerne il processo di commercializzazione o la funzione
commerciale.

Servizi: riguardano l’assistenza post-vendita alla clientela in
termini di assistenza tecnica, addestramento, avviamento,
messa a punto del prodotto, ecc.
32
Le attività di supporto forniscono a quelle primarie le risorse
materiali, umane, tecnologiche, finanziarie e infrastrutturali
necessarie per lo svolgimento delle attività primarie.
Sono:
 Approvvigionamento: riguarda l’acquisizione dei fattori produttivi
esterni all’azienda (materie prime, materiali, prestazioni di terzi, ecc.)
che viene svolta in prevalenza da un Ufficio Acquisti.

Sviluppo della tecnologia: riguarda un’attività più ampia della ricerca
e sviluppo, in quanto vi si ricomprende qualsiasi tecnologia utilizzata
all’interno dell’azienda (nella produzione, nella logistica,
nell’informatica, ecc.).

Gestione delle risorse umane: riguarda il rapporto con il personale –
assunzioni, formazione, licenziamenti, pensionamenti, … - ed è di
competenza della direzione del personale in linea di principio, nonché
di ciascuna struttura organizzativa aziendale per le risorse di propria
competenza (la direzione commerciale deve gestire i venditori, i
rappresentanti, ..).

Attività infrastrutturali: riguardano tutte le rimanenti attività
aziendali, quali, ad esempio, la direzione generale, la direzione
amministrativa e finanziaria, gli affari generali e legali, ecc.
33
 Funzione dell’equilibrio patrimoniale
A = P+N
 Funzione dell’equilibrio economico
R – C = R.E.
R > C  R – C > 0  R.E. > 0  Utile d’Esercizio
R < C  R – C < 0  R.E. < 0  Perdita d’Esercizio
R = C  R – C = 0  R.E. = 0  Pareggio di Bilancio
I documenti noti come Stato Patrimoniale e Conto economico, che
compongono
il
Bilancio
d’Esercizio,
danno
una
rappresentazione quantitativa, rispettivamente, delle due
equazioni fondamentali, patrimoniale A = P + N, ed economica R
– C = R.E.
 Funzione dell’equilibrio finanziario
E = U
34
Impresa sistema
L’impresa è un sistema, ossia un complesso interrelato
di parti interdipendenti, operante in stretto
collegamento
con
altri
sistemi,
costituiti
dall’ambiente
esterno
e
dal
mercato.
Si caratterizza, quindi, per:
☞
☞
☞
☞
la molteplicità delle componenti;
interrelazione delle parti rispetto all’obiettivo da raggiungere;
il legame con il macro-ambiente;
il dinamismo del suo funzionamento.
35
Un modo differente per puntualizzare gli elementi che caratterizzano l’impresa
come sistema, privilegia il peso dei fattori immateriali (immagine, reputazione,
avviamento di mercato, cultura aziendale, capacità di produrre innovazioni),che
costituiscono la vera ricchezza dell’impresa.
La capacità di svilupparsi attraverso l’innovazione, prodotto dell’intelligenza,
contribuisce a completare la definizione dell’impresa quale sistema cognitivo,
ossia un sistema di conoscenze atto a produrre nuove conoscenze, che si
alimenta della combinazione di esperienza sedimentata nel tempo e di fenomeni di
cambiamento continuo.
Il sapere prodotto dal capitale umano diventa un patrimonio condiviso, trasferito
nelle ruotine organizzative, ma in parte resta incorporato nella conoscenza delle
specifiche professionalità che operano all’interno dell’organizzazione.
L’impresa diviene  un sistema complesso all’interno del quale s’intrecciano
elementi tangibili ed intangibili, immobilizzazioni materiali e immateriali, mezzi
tecnici e intelligenze, risorse finanziarie ed umane secondo un disegno finalizzato,
in ogni caso, alla produzione e diffusione di valore.
36
La
responsabilità
sociale
dell’impresa
Un aspetto che si va facendo sempre più spazio
nell’analisi del ruolo delle imprese è il richiamo
alle finalità e responsabilità di carattere più
prettamente sociale di cui l’impresa deve farsi
carico.
Si afferma, cioè, il concetto di responsabilità sociale
dell’impresa
(CSRCorporate
Social
Responsibility) che è legata al contratto sociale
che ogni impresa stipula con il contesto esterno e
che regola il sistema di diritti ed obblighi connessi
con il proprio funzionamento.
Il processo di scambio di risorse con l’ambiente
esterno, impatta sulle condizioni di vita della
collettività; di ciò l’impresa è protagonista e
responsabile.
37
L’impresa è un sistema di tipo aperto, che può essere scomposto in due
contesti:

macro-ambiente, di carattere più ampio (che nella figura
corrisponde alla cornice esterna), che genera le condizioni ed i
vincoli entro cui l’impresa può operare

micro-ambiente, (che nella figura è rappresentato dalla area più
interna) definito dai mercati con cui si realizzano relazioni di
scambio di risorse o di tipo competitivo
38
39
Il macro-ambiente, inteso come il contesto socioeconomico all’interno del quale
l’impresa è chiamata a svolgere le sue funzioni, si compone a sua volta di quattro subsistemi:
Il sistema politico-istituzionale:
• forma di governo , ordinamento legislativo (imposizione fiscale, normativa sul lavoro,
sulla sicurezza, etc.)
Il sistema culturale-tecnologico:
• tradizioni, costumi, usi, valori, tecnologia
Il sistema demografico-sociale:
• struttura e stratificazione della popolazione (età, classe sociale, distribuzione
territoriale, stili di vita)
Il sistema economico:
• prezzi e moneta; credito e investimenti; produzione agricola, industriale e terziaria;
economie collettiviste o liberiste.
40
L’ambiente transazionale dipende dal grado di autonomia che
l’impresa intende darsi per produrre all’interno i materiali, le
parti ed i componenti da utilizzare per la produzione di beni e
servizi. Quanto più si rivolge all’esterno, tanto più si sviluppano
relazioni di scambio con i mercati di fornitura e, quindi, sia
amplia l’ambiente transazionale.
Al contrario, i confini dell’impresa tendono ad espandersi – e di
conseguenza l”ambiente transazionale si contrae – in seguito all’
“internalizzazione” di tali attività di produzione.
L’ambiente competitivo, invece, dipende dalla scelta delle
porzioni di mercato a cui si indirizza l’impresa. In tali mercati si
realizzerà anche il confronto competitivo con i concorrenti.
41
L’equilibrio fra la domanda e l’offerta
Per comprendere il funzionamento di un dato mercato e le politiche
adottate dalle imprese che in esso operano è necessario
analizzare congiuntamente la situazione della domanda e
dell’offerta, al fine di desumere la posizione relativa di forza dei
produttori o dei consumatori.
Nel caso di eccedenza della domanda sull’offerta i venditori
assumono una posizione di forza (es. prodotti petroliferi).
Nel caso opposto sono i compratori con la loro domanda a divenire
arbitri delle sorti dei produttori.
Mercato del venditore

Domanda superiore all’offerta
Mercato del compratore

Offerta superiore alla domanda
42
La teoria dei costi di transazione
I rapporti tra l’impresa ed i mercati si sviluppano tramite contratti legati alle transazioni
necessarie per acquisire le risorse o cedere i prodotti.
Il costo della transazione è uguale non soltanto al prezzo pagato per il suo acquisto, ma
anche allo sforzo sostenuto dall’acquirente e dallo stesso venditore per ricercare le
informazioni utili a perfezionare la contrattazione ed a gestire e controllare la relazione.
Costo di scambio
+ Costi informativi
+ Costi di gestione e controllo della relazione
—————————————
= Costo di transazione
43
Teoria dei costi di transazione
Ogni impresa può decidere se
internalizzare (“make”) o
esternalizzare (“buy”) attività.
Secondo questa teoria tale
decisione
dipende
dalla
comparazione tra costi di
transazione
e
costi
di
produzione.
Ci
sono tuttavia dei limiti
all’applicazione
di
questo
modello, che dipendono dal
contenuto strategico di tali
scelte.
Internalizzazione
Esternalizzazione
44
I protagonisti della vita dell’impresa
Chi sono i “portatori di interessi” interni ed esterni nella vita dell’impresa? .... E
quali sono i loro ruoli?
Quali sono le strategie di governo delle relazioni con gli stakeholder?
Cosa si intende per visione sociale dell’impresa?
C’è distinzione tra i concetti di Imprenditorialità e Managerialità?
È possibile tracciare una mappa degli stakeholder?
....È possibile fare una individuazione e classificazione degli stakeholder?
Si possono configurare dei rapporti strategici con gli stakeholder?
L’impresa è un sistema economico e sociale, a cui
prende parte una pluralità di attori (istituzione
sociale a finalità plurime), da guidare in funzione
di un giusto equilibrio tra obiettivi economici e
responsabilità sociali (valore economico e
sociale).
La rilevanza sociale dell’impresa cresce in
rapporto alle ricadute esercitate sul contesto in
cui opera (ricadute occupazionali, d’investimento,
di mercato, di partecipazione alla vita della
comunità, di effetti inquinanti sull’ambiente, ecc.),
mentre quella economica si lega alla ricchezza
creata con la sua attività.
46
L’impresa si pone al centro di una serie di rapporti con differenti gruppi sociali,
rispetto ai quali attiva relazioni di scambio, di informazione, di rappresentanza.
Questi gruppi finiscono per costituire dei veri e propri interlocutori dell’impresa o
portatori di interessi (detti anche stakeholder), che influenzano e sono
influenzati dall’attività dell’impresa stessa.
Mappa degli stakeholder di una grande impresa
47
Individuazione e classificazione
degli stakeholder
Tenuto conto della visione allargata dell’impresa, è importante ai fini del
successo aziendale rispondere a cinque quesiti di fondo:
a) chi sono i gruppi portatori d’interessi con cui l’impresa deve
misurarsi;
b) quali sono questi interessi;
c) quali opportunità o sfide questi portatori d’interessi creano per
l’impresa;
d) quali responsabilità l’impresa ha verso tutti i suoi portatori
d’interessi;
e)
quali strategie o politiche dovrebbero essere adottate
dall’impresa per rispondere alle sfide e alle opportunità legate
ai suoi portatori d’interessi.
48
Individuazione e classificazione
degli stakeholder
Obiettivo
dell’individuazione
degli
stakeholder è stabilire come gestire i
relativi
rapporti,
valutando
l’atteggiamento che potrà derivare da
ciascuno di essi.
Classificazione

stakeholder primari: destinati ad
esercitare una pressione più diretta e
immediata sulla gestione aziendale

stakeholder secondari: in grado di
influenzare i comportamenti di lungo
termine, potendo incidere soprattutto sul
clima sociale delle relazioni individuali
Criteri di individuazione
49
I rapporti strategici con gli stakeholder
50